Nel 1787, nel corso del dibattito riguardo alla ratifica della nuova
Costituzione
1
, Alexander Hamilton intuì che la limitazione della libertà
sarebbe sempre stata una conseguenza della guerra e della paura della guerra e
dichiarò che in alcune situazioni la nuova Costituzione sarebbe stata ignorata e
che i cittadini degli Stati Uniti «Sarebbero ricorsi, per la pace e la sicurezza,
ad istituzioni che avranno la tendenza a distruggere i loro diritti civili e
politici. Per essere più sicuri, infine, inizieranno a correre il rischio di essere
meno liberi»
2
.
Questa previsione in effetti si verificò in varie circostanze ed ora è di nuovo
argomento di discussione in seguito all’11 settembre e all’emanazione del
Patriot Act; ma proprio per questo, prima di analizzare nella fattispecie tale
legge e le conseguenze che ha comportato, è opportuno fare un passo indietro
e rivolgere l’attenzione ai periodi della storia in cui la guerra e la paura della
guerra hanno indotto a reazioni di tale natura.
L’analisi storica mostra generalmente come il rispondere a periodi di crisi
limitando la libertà sia stata un’idea comune a tutti i governi, sia repubblicani
che democratici, anche a quelli apparentemente più impegnati e attenti alla
libertà e ai diritti individuali
3
.
1
Si tratta di una serie di saggi scritti da Alexander Hamilton assieme a J. Madison e J. Jay
e apparsi su "The Federalist" che contribuirono in modo determinante a far approvare dai
singoli stati il testo costituzionale.
2
A. HAMILTON. The Federalist. Citato: AA.VV. It’s a Free Country. New York, 2003,
pag 20.
3
Vedi: AA.VV. It’s a Free Country. New York, 2003
IV
Il popolo americano, in passato, ha per lo più sostenuto le scelte governative in
tal senso, chiedendo proprio provvedimenti restrittivi che al tempo stesso
garantissero maggiore sicurezza: e questo anche da parte di chi ha sempre
creduto nell’inalienabilità dei loro diritti individuali. L’orientamento
sottostante del resto, era che le disposizioni riguardassero un numero ristretto
di individui, identificato principalmente per razza, provenienza o idee
politiche, e che fossero limitate nel tempo al periodo di emergenza. In tempi di
grande necessità alcune delle tutele costituzionali possono essere messe da
parte e sacrificare i diritti di alcuni individui, anche se cittadini americani, è
stato in genere considerato legittimo in nome della sicurezza di tutti gli altri
4
.
Un ruolo fondamentale è stato sistematicamente svolto dalla paura e dalla
mancanza di certezze riguardo alla sicurezza del paese. In momenti di crisi la
questione non è tanto se la paura sia fondata o meno in astratto; alcune volte
può non esserlo, e spesso può essere esagerata, ma nella maggior parte dei casi
è sicuramente motivata. Lo era dopo l’attacco a Pearl Harbor, lo era durante il
periodo della guerra fredda e lo è senza dubbio anche oggi dopo l’attacco
dell’11 Settembre. La domanda che si pone è piuttosto se i rimedi proposti per
rispondere a questa paura siano necessari, se funzionino e se il governo abbia
individuato il giusto obbiettivo nel porli in essere
5
.
Il primo criterio per valutare le disposizioni limitative di diritti civili appare
dunque innanzitutto l’efficacia delle stesse, efficacia intesa come capacità di
4
AA.VV. At war with civil rights and civil liberties. Baltimora, 2005. pag. 28.
5
Vedi: GLASSER, More safe, less free. In AA.VV. It’s a free country. New York 2003.
V
limitare i rischi per il paese e di aumentare la sicurezza nazionale; solo dopo
aver valutato gli effetti di questi provvedimenti molti ritengono si può
considerare quali conseguenze negative comportino per la libertà dei cittadini.
Se, a fronte di un pericolo reale per il paese, una legge è in grado di
salvaguardare la sicurezza nazionale, essa è giudicata positivamente anche se
comporta limitazioni temporanee all’esercizio delle libertà civili. Ciò non
significa che la costituzione non si applica in tempo di guerra, ma vuol dire
che «al momento di porre in essere lo standard costituzionale applicabile in
ogni particolare ambito del diritto, anche davanti ad un pericolo imminente e
concreto, che investe l’interesse del governo (…) è opportuno tenere in
considerazione le speciali circostanze della situazione bellica nel determinare
se il governo dispone delle giustificazioni necessarie per limitare i diritti
costituzionali»
6
.
Ma non sempre nella storia americana è stato così. Il più delle volte si è
risposto a situazioni di crisi con provvedimenti inadeguati o sproporzionati,
altre volte la crisi e la paura sono state sfruttate dal Governo per raggiungere
scopi politici che nulla avevano a che vedere con la sicurezza nazionale.
Iniziare il presente lavoro con una breve analisi storica può dunque essere utile
per valutare i differenti provvedimenti che sono stati adottati in passato per
rispondere a periodi di crisi, per valutare gli effetti concreti e la risposta
dell’opinione pubblica e dei media ed infine per analizzare l’importante ruolo
6
STONE G., Libertà civili in tempo di guerra: la prospettiva americana. Relazione al
convegno annuale 2003 dell’Associazione Italiana Costituzionalisti.
www.associazionedeicostituzionalisti.it
VI
che la Corte Suprema ha di volta in volta avuto, nell’avallare le politiche
governative o nel risolvere situazioni d’emergenza.
2. Le limitazioni delle libertà nella storia degli Stati Uniti
Sarebbe impossibile ricordare tutti gli esempi di limitazioni delle libertà civili
nella storia degli Stati Uniti e farne un elenco completo; è possibile invece
analizzare brevemente le tappe legislative più significative e soffermarsi
analiticamente, nei successivi paragrafi, sui tre momenti che appaiono
maggiormente rappresentativi.
Gli Alien and Sedition Acts emanati nel 1798 (meno di dieci anni dopo
l’approvazione della costituzione) rappresentarono le prime leggi con cui il
Congresso adottò misure restrittive della libertà di parola nei confronti di
individui sospettati di avere posizioni antigovernative. In particolare il
Sedition Act portò all’arresto di 25 persone, di cui dieci vennero incarcerate.
Le leggi decaddero nel 1802 con la conquista del potere da parte del partito
repubblicano; cinquanta anni dopo, però, in seguito allo scoppio della Guerra
Civile, il Presidente Lincoln e il Congresso permisero investigazioni,
detenzioni, incarcerazioni ed altre azioni nei confronti di cittadini sospettati di
azioni anti-governative o di appoggiare la Confederazione. Nel corso della
VII
guerra Lincoln sospese il diritto di habeas corpus
7
in varie occasioni
8
e istituì
tribunali militari nonostante l’opposizione della Corte Suprema
9
; furono
arrestati e incarcerati nel corso della guerra un numero compreso tra 10.000 e
30.000 cittadini americani senza giusto processo e senza garanzie
costituzionali
10
.
All’inizio della Prima Guerra Mondiale il congresso iniziò a considerare la
possibilità di emanare una legge che limitasse la libertà d’espressione. Nel
corso del 1916 vennero proposti vari testi legislativi, ma nessuno raggiunse
mai la maggioranza in entrambe le camere
11
. Solo l’anno seguente, il 15
giugno 1917, venne emanato l’Espionage Act
12
, tuttora in vigore,
successivamente emendato dal Sedition Act
13
. Questi atti autorizzavano l’uso
della forza al fine di reprimere la trasmissione di informazioni pericolose per
la sicurezza nazionale e permettevano anche l’arresto di chi esprimeva
7
L’Habeas Corpus è il diritto dell’arrestato di comparire davanti al giudice o alla corte
per stabilire la causa e la legittimità del suo arresto. Conosciuto come “The great writ”,
l’Habeas Corpus è considerato essenziale per la libertà personale ed è garantito dalla
costituzione («The privilege of the writ of habeas corpus shall not be suspended, unless when
in cases of rebellion or invasion the public safety may require it». Art. I, sec. 9)
8
Il Presidente Lincoln giustificò le sospensioni in nome della sicurezza nazionale. Nel
suo intervento alla sessione speciale del Congresso nel giorno d’Indipendenza del 1861 disse:
«To state the question more directly, are all the laws but one to go unexecuted and the
government itself go to pieces less than one be violated?» LINFIELD. Freedom under fire,
Boston 1990, pag 26-28.
9
La corte Suprema respinse l’uso di tribunali militari fatto da Lincoln per incarcerare i
sostenitori della Confederazione. La Corte dichiarò illegittimo l’arresto di un civile fatto da
un tribunale militare perché non era stato autorizzato dalla Costituzione o dal Congresso;
respinse inoltre l’argomentazione del governo che per via delle circostanze della guerra era
necessario che i tribunali avessero una maggiore autorità: cit. da Ex parte Milligan, 4 Wall.
2-142, 71 U.S. 210, 18 L.Ed. 281 (1866).
10
Vedi: KRITTIE-WEDLOCK, The tree of liberty: a documentary history of rebellion and
political crime in America. Baltimore 1986
11
CHAFEE, Free speech in the United States, New York, 1969, pag 37
12
Espionage Act, 40 Stat. 217 (1917).
13
Sedition Act. 40 Stat. 555 (1918).
VIII
commenti od opinioni contro la guerra. Fu proibito pronunciare discorsi e
stampare volantini contro gli Stati Uniti, il Governo, la Costituzione e la
bandiera. Queste due leggi portarono al periodo che venne battezzato Palmer
Raids o Red Scare: agli inizi del 1920, anche in seguito all’esplosione di una
bomba davanti alla casa del procuratore generale A. Mitchell Palmer
14
, si
verificarono una serie di arresti a danno di sospetti terroristi, per lo più
stranieri. Furono circa 2.000 gli individui arrestati per via dell’Espionage Act;
la metà di questi venne condannata, ma nessuno con l’accusa di spionaggio
15
.
Nel corso della guerra la Corte Suprema non si espresse mai riguardo
all’Espionage Act e al Sedition Act; negli anni immediatamente successivi
però in sei occasioni distinte giudicò legittime le leggi e confermò le condanne
inflitte ad altrettanti cittadini americani
16
. Solo nel 1920 il Congresso ritirò le
14
CAUTE. The great fear: the anti-communist purge under Truman and Eisenhower. New
York 1978, pag 22-23.
15
Vedi sul tema: MURPHY, World War I and the origin of civil liberties in the United
States, New Yok, 1979; CHAFEE, Free speech in the United States, New York, 1969;
BIDDLE, The fear of freedom, New York, 1951; SUMMERS, Wartime censorship of press and
radio, New York, 1942.
16
I primi tre casi furono tutti decisi all’unanimità nel 1919. In Schenck v. United States la
Corte dichiarò legittimo l’arresto di Charles Schenck per aver stampato un volantino di
opposizione (Schenck v. United States 294 U.S. 47, 1919). È in questo caso che il giudice
Oliver Wendell Holmes per primo delineò il principio del “clear and present danger” per
determinare quando poteva essere limitata la libertà di parola e di stampa.
Una settimana dopo la Corte approvò anche l’arresto di Jacob Frowerk e di Eugene V.
Debs. Si trattava di un piccolo pubblicitario e di un appartenente al partito socialista accusati
e condannati a dieci anni di prigione per aver pubblicamente criticato la partecipazione degli
Stati Uniti alla Prima Guerra Mondiale (Frowerk v. United States 249 U.S.204 1919), (Debs
v. United States 249 U.S.211 1919). In ulteriori tre occasioni, ma non più all’unanimità,
venne riaffermata la legittimità del Sedition Act. Nel caso Abrams v. United States la corte
approvò la condanna inflitta a Jacob Abrams a vent’anni di prigione per aver stampato e
distribuito volantini contro l’impegno americano in Unione Sovietica. Gli Stati Uniti non
erano ufficialmente in guerra con la Russia ma il Sedition Act venne applicato comunque
(Abrams v. United States 250 U.S.616 1919). Infine gli ultimi due casi riguardano
l’incarcerazione di giornalisti responsabili di aver pubblicato articoli critici nei confronti
IX
leggi e il fu rimesso in libertà chiunque fosse stato condannato per via
dell’Espionage Act e del Sedition Act. Anche la Corte tornò sui suoi passi e
annullò tutte le decisioni precedentemente prese durante la Prima Guerra
Mondiale
17
.
Venti anni dopo l’Espionage Act, la campagna anticomunista portò, nel 1938,
alla creazione della House Un-American Activities Committee (HUAC)
18
.
Questa Commissione nasceva con lo scopo di controllare l’eventuale non
lealtà ideologica di dipendenti del Governo e di vigilare sugli agenti stranieri.
Nel 1945 divenne una Commissione permanente presso la Camera dei
Rappresentanti e fu attiva per tutto il successivo periodo della guerra fredda.
Nel frattempo, in seguito all’attacco a Pearl Harbor, il Presidente Roosevelt
emanò l’Executive Order 9066 con il quale si disponeva la creazione di campi
militari e l’internamento di circa 120.000 individui di origine giapponese, in
parte anche cittadini Americani.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto subito dopo, negli
anni della guerra fredda, gli Stati Uniti attraversarono di nuovo un periodo
caratterizzato dalla forte paura nei confronti del movimento comunista; le due
leggi maggiormente significative di questa Second Red Scare furono
dell’operato del governo (Schaefer v. United States 251 U.S.466 1920) e (Pierce v. United
States 252 U.S.239 1920).
17
La Corte Suprema dichiarò che ciascuno degli individui imprigionati o deportati in quel
periodo per il loro dissenso era stato punito per dichiarazioni che avrebbero dovuto essere
protette dal Primo Emendamento. Dennis v. United States, 341 U.S. 494 (1951);
Brandenburg v. Ohio, 395 U.S. 444 (1969).
18
L’attività investigativa della Commissione venne dichiarata legittima in varie occasioni
dalla Corte Suprema. Barenblatt v. United States, 360 U.S. 109 (1959): Braden v. United
States, 365 U.S. 431 (1961); Wilkinson v. United States, 365 U.S. 399 (1961).
X
sicuramente lo Smith Act del 1940 e il McCarran Internal Security Act del
1950. Esse punivano le espressioni contrarie all’ordine sociale e rivolte al
rovesciamento del governo, e perseguivano i membri di organizzazioni
comuniste o sindacaliste.
Durante la guerra in Vietnam gli Stati Uniti rispose ai movimenti per i diritti
civili e alle numerose manifestazioni di protesta emanando una serie di leggi
che rendevano illegale bruciare le cartoline militari e bruciare od offendere la
bandiera americana
19
. Inoltre il Congresso dihiarò lo stato di Emergenza
Nazionale che attribuì al Presidente una serie di poteri extra-costituzionali. In
particolare il Presidente poteva confiscare proprietà e merci, organizzare e
controllare tutti i mezzi di produzione e di comunicazione, chiudere le
frontiere e istituire la legge marziale
20
.
Infine nel 1978 il Congresso ha approvato il Foreign Intelligence Surveillance
Act
21
, tramite il quale è stata istituito un tribunale segreto, chiamato FISA
court. Questa legge è attualmente in vigore ed è stata ampliata ed in parte
modificata dal Congresso in seguito all’11 settembre. Il compito della Corte
consiste esclusivamente nel riesaminare le richieste di indagini, in materia di
intelligence straniere, da parte delle agenzie investigative governative; tutte le
19
La Corte Suprema nel 1989 e nel 1990 dichiarò che un individuo non poteva essere
punito per aver recato vilipendio alla bandiera americana e sostanzialmente disse che il fatto
simbolico di bruciare la bandiera poteva essere incluso nella libertà di parola protetta dal
primo emendamento (Texas v. Johnson 491 U.S.397 1989) (United Stases v. Eichman 496
U.S.310 1990). Invece le misure relative alle cartoline militari vennero considerate legittime
(United Stases v. O’Brien 391 U.S.367 1968).
20
«Interin report by the special committee on national emergencies and delegated
emergency powers», Senate report n. 93-1170, 24 settembre 1974.
21
Foreign Intelligence Surveillance Act, 50 U.S.C. (1978).
XI
attività di sorveglianza, intercettazione e perquisizione svolte dalle varie
agenzie, in particolare dall’F.B.I., devono avere la preventiva approvazione
della Corte.
Questo breve elenco non permette ovviamente di conoscere in maniera
adeguata la natura delle reazioni governative alle situazioni di crisi e il ruolo
specifico assunto dalla Corte Suprema. Nei prossimi paragrafi ci
soffermeremo pertanto ad analizzare tre momenti significativi, rispettivamente
di limitazione di libertà di parola, dell’habeas corpus e del diritto di
associazione, che per le loro caratteristiche appaiono maggiormente
significative per l’oggetto del presente lavoro, vale a dire:
(a) gli Alien and Sedition Act, prime leggi emanate in tempo di pace
repressive della libertà di parola e di stampa e diventate strumento
politico contro il partito Repubblicano;
(b) l’internamento dei cittadini nippoamericani, reazione avvenuta in
periodo di guerra e di forte paura sociale ma determinata da
motivazioni razziali, rilevante anche per il ruolo svolto dalla Corte
Suprema;
(c) il maccartismo, come periodo storico in cui formalmente fu introdotta
la colpevolezza per associazione e venne colpita un’intera categoria
caratterizzata dall’ideologia politica.
XII