Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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In conclusione l’elettronica automotive deve essere in grado di operare in condizioni
industriali, soddisfare specifiche di tipo militare e avere costi di tipo consumer.
Obiettivo del presente lavoro è indagare come sia avvenuto l’incontro tra elettronica e
autoveicolo, quale strada evolutiva abbia seguito, cercando di evidenziare per ciascun
dispositivo di nuova introduzione quali siano stati gli eventi che ne hanno stimolato la
realizzazione, e quali siano stati i vantaggi diretti ed indiretti conseguenti tali applicazioni,
non solo per le vetture di serie ma anche per le monoposto di Formula 1; questa particolare
classe di vetture, che interagisce con un ambiente estremamente peculiare, permette un
osservazione del fenomeno da una diversa prospettiva.
Si ritiene infatti che la conoscenza del passato, sia un presupposto indispensabile per
riuscire a pilotare positivamente l’integrazione tra tecnologie meccaniche ed elettroniche.
Cronologia
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Cronologia
Le prime soluzioni elettroniche hanno fatto la loro apparizione nell’industria dell’auto
a partire dagli anni ’60, per tutto questo decennio però la loro presenza rimase marginale sia
per le funzioni svolte che per la quota di veicoli che ne furono interessati. A partire dagli anni
‘70 si avviò un costante incremento della penetrazione di sistemi elettronici all’interno
dell’autoveicolo che nei decenni successivi si rafforzò mantenendo questo trend fino ad oggi.
Per chiare quantitativamente quale sia stato questo andamento si mostra nel grafico in
Figura 1 l’andamento del costo percentuale dovuto ai dispositivi elettronici rispetto al valore
complessivo della vettura.
Figura 1 Andamento del costo percentuale dovuto a dispositivi elettronici nel tempo, (Software and the
future of the automotive industry, K. Vohringer, 2
nd
ITEA Symposium)
Questo andamento è stato realizzato considerando le vetture prodotte da Daimler-
Chrisler, che come è noto, commercializzano principalmente vetture di classe alta, i valori
riportati risultano quindi sovrastimati rispetto alla media dei veicoli in commercio; l’influenza
percentuale del costo dell’elettronica sul costo totale per vetture di classe C (147 Alfa Romeo,
Golf Volkswagen, 307 Peugeot, ecc.) oggi sul mercato, si aggira approssimativamente attorno
al 25%, inferiore quindi al 33% ricavabile dal grafico, ma comunque tutt’altro che
trascurabile. E’ inoltre necessario far notare come nello stesso intervallo di tempo il costo dei
singoli componenti elettronici sia notevolmente diminuito, grazie ad economie di scala ed alle
nuove tecnologie offerte dall’evoluzione dell’industria elettronica; si può quindi affermare
che il numero e la complessità delle funzioni svolte dai dispositivi elettronici installati a bordo
dell’autoveicolo abbia subito un incremento più consistente di quanto non risulterebbe dal
grafico mostrato in precedenza.
Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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I dispositivi elettronici dei quali si è discusso fino a questo punto hanno funzioni che
possono essere classificate nelle seguenti categorie:
¾ Sistemi per il controllo motore e trazione;
¾ Sistemi di sicurezza;
¾ Sistemi di intrattenimento;
¾ Sistemi di navigazione ed strumentazione;
I grafici in Figura 2 e Figura 3 mostrano come, secondo uno studio del Freedonia Group
intitolato “World OEM automotive electronic demand by product”, il costo
complessivo dovuto all’elettronica si distribuisca nelle categorie citate in
precedenza nel 1990 e nel 2000.
56%
7%
29%
8%
Controllo motore e trazione Sicurezza Intrattenimento Navigazione e strumentazione
Figura 2 Distribuzione costi elettronica in base alle funzioni svolte nel 1990
48%
25%
15%
12%
Controllo motore e trazione Sicurezza Intrattenimento Navigazione e strumentazione
Figura 3 Distribuzione costi elettronica in base alle funzioni svolte nel 2000
Nella trattazione seguente saranno considerate i sistemi di controllo motore e trazione
ed i sistemi di sicurezza attivi, questa scelta non è stata effettuata per sminuire l’importanza
strategica dei dispositivi dedicati all’intrattenimento, navigazione e strumentazione, la cui
richiesta da parte del mercato sarà sempre più massiccia come conferma anche lo studio citato
in precedenza: “…The best growth prospects are emergine in several market niches,
particulerly entertainment electronics (mobile internet, video and gaming systems), advanced
navigation and collision avoidance systems, and power electronic, which are designed to
handle and coordinate the rapidly growing electric power requirements of newer vehicles.
Much of the expecte grown in OEM electronics demand derices from a changing perception
of light vehicles, which are increasingly being viewed more as extensions of the consumer’s
Cronologia
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living environment than as strictly utilitarian machine…”, ma perché si vuole porre
l’attenzione sulle relazioni esistenti tra meccanica ed elettronica.
L’evoluzione dei sistemi di nostro interesse, a partire dalla loro prima apparizione fino
ai giorni nostri può vantaggiosamente essere divisa in tre fasi, parzialmente sovrapposte, che
si differenziano sia per le soluzioni tecnologiche adottate che per la diversa complessità dei
sistemi realizzati, la Figura 4 mostra quale sia stata l’estensione temporale di ciascuna fase ed
indica alcuni delle principali innovazioni.
Figura 4 Evoluzione storica dei dispositivi elettronici
FASE I
Durante questa prima fase l’utilizzo dell’elettronica era limitato alla realizzazione di
singoli dispositivi isolati che dovevano sostituire i loro equivalenti meccanici, realizzando le
stesse funzioni, con lo scopo di incrementare l’affidabilità e diminuire la manutenzione
necessaria. Le soluzioni costruttive adottate in questo periodo erano essenzialmente
caratterizzate dall’utilizzo di componenti discreti come diodi e transistor e di circuiti integrati
analogici.
Soprattutto in questa prima fase la realizzazione di tali dispositivi progredì piuttosto
lentamente, a causa della presenza di numerose resistenze di vario tipo che ostacolavano
l’ingresso dell’elettronica, citiamo le principali:
¾ costi inizialmente elevati;
¾ comportamento conservativo dei costruttori;
¾ insufficienti garanzie di affidabilità;
¾ mancanza di specifiche e norme;
¾ elevata ostilità per l’elettronica dell’ambiente in vettura.
In particolare per quanto riguarda questo ultimo punto, si trattava di un problema di
recente introduzione; i settori che sfruttavano da più tempo l’elettronica infatti erano
caratterizzati da condizioni ambientali favorevoli se non addirittura appositamente realizzati.
Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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La Tabella 2 da alcune indicazioni riguardo quali siano le condizioni ambientali nelle diverse
zone che caratterizzano un autoveicolo.
Tabella 2Condizioni ambientali sull'autoveicolo (Automotive electronic: where are we going?, R.
dell'Acqua, F. Forlani)
Posizione Temperatura Umidità a 40°C Vibrazioni
Cofano nei pressi del radiatore -40/200°C 95% 20g,1kHz
Cofano nei pressi dell’aspirazione -40/125°C 95% >100g
Telaio posizione isolata -40/80°C 98% 2g,2kHz
Telaio posizione calda -40/125°C 80% 2g,2kHz
Telaio posizione estrema -40/175°C 98% >100g
Abitacolo, pannello strumentazione -40/85°C 98% 1g,20kHz
Abitacolo, fondo -40/85°C 98% 1g,20kHz
Abitacolo, baule -40/105°C 98% 1g,20kHz
FASE II
La seconda fase cominciò quando l’introduzione dei circuiti digitali ed in particolare
del microprocessore, rese possibile la realizzazione di sistemi che collegando i singoli
dispositivi permettessero di realizzare funzioni più complesse, in grado non solo di sostituire
la soluzione meccanica ma anche di fornire nuove prestazioni.
Gli stimoli alla ricerca in questo campo non furono più dovuti alla ricerca di maggiore
affidabilità, quanto più che altro alla necessità di ottemperare alle recenti normative sulle
emissioni; oltre a questo fattore che senza ombra di dubbio fu il principale, stimoli per lo
sviluppo di innovativi sistemi elettronici provennero anche: dagli innovativi risultati ottenuti
per mezzo dell’elettronico in altri settori quali aeronautico, spaziale e militare, dalla riduzione
in atto dei costi unitari dei dispositivi elettronici e dalla crescente familiarità con l’elettronica
in genere.
L’utilizzo di elettronica di tipo digitale
ed in particolare del microprocessore portarono
all’introduzione dei primi software, la
definizione del comportamento del sistema
infatti non era più determinata dalla
realizzazione hardware ma necessitava di un
codice di controllo; questa nuova introduzione
incrementò notevolmente la flessibilità del
sistema, facilitando il lavoro di armonizzazione
con le caratteristiche dell’intero veicolo; la
flessibilità subì poi un progresso ulteriore con
la sostituzione delle memorie ROM, di sola
lettura, con EPROM, E
2
PROM, FLASH che
potevano essere riprogrammate in modo via via
più semplice. I vantaggi della programmazione
software ne causarono un costante aumento
della complessità come è evidenziato dal grafico
in Figura 5, incrementando notevolmente i costi
per lo sviluppo di questo codice che, per
assicurare sufficienti garanzie di sicurezza, deve essere realizzato con particolare cura.
FASE III
Figura 5 Evoluzione software di controllo della
centralina di controllo motore Ford (Automotive
electronics in th year 2000, G.Rivard)
Cronologia
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In questa ultima fase di sviluppo dell’elettronica nel autoveicolo si è passati alla
realizzazioni di sistemi integrati di controllo veicolo; in questa fase i miglioramenti
prestazionali non sono da ricercarsi nella introduzione di nuovi impianti a controllo
elettronico, che comunque continuano ad essere sviluppati, quanto piuttosto a innovative
logiche di controllo integrato degli impianti a controllo elettronico presenti. L’introduzione di
un sistema integrato non richiede quindi l’installazione di nuovi dispositivi, se si escludono
alcuni sensori, ma la realizzazioni di validi modelli del comportamento del veicolo e di
logiche di controllo.
L’importante aumento della complessità del software necessario al corretto
funzionamento di questi sistemi richiedeva alcune determinanti innovazioni hardware:
disponibilità di memorie capienti, superiori capacità di calcolo; questi sistemi cominciarono a
essere sviluppati solo dopo l’introduzione di microprocessori a 16 bit, e la possibilità di
comunicare tra le diverse centraline, la realizzazione negli anni ’90 delle reti CAN diede un
forte stimolo in questa direzione.
Con l’inizio di questa nuova fase sono cambiati anche gli obiettivi di sviluppo, pur
rimanendo infatti un vincolo determinante la riduzione delle emissioni inquinanti, il maggiore
interesse sulla sicurezza a partire dagli anni ’90, evidente confrontando i grafici in Figura 2 e
Figura 3, e la crescente attenzione ai consumi in questi ultimi anni, sono i principali stimoli
alla ricerca.
In Tabella 3 è indicato l’anno di uscita in commercio dei principali dispositivi
elettronici ed in parallelo le principali evoluzioni tecnologiche nel campo dell’elettronica. E’
importante tenere in considerazione il fatto che la data di introduzione nel mercato di un
dispositivo non è direttamente connessa con quella della sua affermazione, che a seconda
degli indirizzi legislativi e delle tendenze di mercato e dei costi realizzativi, può essere
avvenuta in tempi estremamente brevi come per l’iniezione elettronica, oppure non essere
avvenuta affatto come nel caso della ruote posteriori sterzanti, tecnologia applicata solo su un
limitato numero di vetture.
Tabella 3 Cronologia applicazioni elettroniche nei veicoli di serie
Evoluzione tecnologica Anno Sistema elettronico
Invenzione transistor 1948
Produzione industriale
transistor
1952
1956 Semiconduttori per regolatori di alternatori
Circuiti integrati 1959 Alternatori con diodi integrati
1959 Accensione a transistore
Transistor MOS 1961
Transistor MOS in circuiti
integrati
1965
1967 Iniezione elettronica con misurazione di
pressione
1968 Regolazione elettronica tensione circuito
elettrico
Microprocessore 4 bit
mono-chip, EPROM
1971 Accensione elettronica analogica
Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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Evoluzione tecnologica Anno Sistema elettronico
Microprocessore 8 bit 1973 Iniezione elettronica con misurazione di
portata
1974 Accensione elettronica digitale
Microprocessore 8bit
mono-chip,16 k DRAM
1976 Controllo in loop chiuso del coefficiente di
eccesso d’aria
1977 Controllo elettronico del minimo
64k DRAM 1978 Impianto frenante antibloccaggio
1979 Motormanagement elettronico
E
2
PROM, Ethernet
standard
1980 Controllo elettronico detonazione
1981 Sospensioni adattative “adaptative damper”
Microprocessore 16 bit
mono-chip, 256k DRAM
1983 Sospensioni adattative “load levelling”
1983 Trasmissione meccanica automatizzata
1984 Accensione elettronica statica
1M DRAM 1985 Sistema antislittamento ruote
Microprocessore 32 bit 1985 Controllo elettronico sterzatura ruote
posteriori
1987 Controllo elettronico servosterzo
1987 Controllo elettronico cambio variabile con
continuità
Memoria FLASH 1988 Iniezione elettronica Diesel a pompa assiale
1988 Comando elettronico acceleratore
1989 Variazione fasatura a comando elettronico
1989 Differenziale a controllo elettronico
1991 Protocollo per reti CAN
1992 Controllo elettronico ricircolo gas di scarico
Circuiti microibridi 1994 Sospensioni semiattive
1994 Controllo elettronico valvola di wastegate
1995 Servosterzo elettrico
1995 Controllo elettronico della stabilità
1997 Iniezione elettronica Common Rail
1998 Sospensioni Slow-active
1999 Protocollo per reti LIN
2000 Regolazione elettronica ripartizione frenata
2000 Iniezione diretta benzina
2000 Adaptative Cruise Control
Cronologia
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Evoluzione tecnologica Anno Sistema elettronico
Microprocessore 64 bit 2001 Controllo elettronico fasatura
2002 Impianto frenante elettro-idraulico
Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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Elettronica nel motore ad accensione comandata
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Elettronica nel motore ad accensione comandata
L’ingresso e la prima fase di sviluppo dell’elettronica nell’autoveicolo si è
essenzialmente dedicata al controllo del motore ad accensione comandata e dei suoi ausiliari.
Sebbene le condizioni che hanno portato all’introduzione sempre più massiccia di dispositivi
elettronici siano state numerose, la necessità di limitare le emissioni nocive, in modo da
rispettare le normative in vigore (Tabella 4) è stato senza dubbio il fattore preponderante, il
rispetto di limiti sempre più stringenti, prima negli USA poi in Europa, ha infatti imposto
l’introduzione dell’iniezione elettronica scavalcando le resistenze dovute a problemi di costo e
di affidabilità ed incrementando notevolmente gli investimenti, in questo modo si è impressa
una notevole accelerazione a tutto il settore elettronico non solo quello dedicato al controllo
degli inquinanti.
Tabella 4 Evoluzione dei valori limite alle emissioni per le auto passeggeri in g/kg
1990 Inquinante
concentrazione in g/km
1978 1980 1987
<1400cc >1400cc
1993
EURO1
1997
EURO2
2001
EURO3
2005
EURO4
Monossido di carbonio
(CO)
33,3 27,1 21,2 11,1 7,4 2,72 2,2 2,3 1
Idrocarburi
(HC)
22,2 1,9 - - - - - 0,2 0,1
Ossidi di azoto
(NO
x
)
3,61 3,03 - - - - - 0,15 0,08
Massa complessiva
(HC+NO
x
)
- - 5,8 3,7 2 0,97 0,5 - -
A partire dal 1993 è introdotto un nuovo ciclo di prova con inclusione della partenza a freddo
Anche altri fattori prendono parte allo richiesta di nuove soluzioni elettroniche in
particolare: la ricerca di soluzioni sempre più affidabili che richiedessero una minore
necessità di manutenzione ordinaria; la continua ricerca di soluzioni che forniscano
prestazioni migliori a pieno carico, a carichi parziali e durante i transitori; infine la necessità
di ridurre i consumi, la cui centralità nei piani di ricerca è sempre più importante a causa:
della probabile emanazione di future norme sulla limitazione delle emissioni di CO
2
, e della
crescente concorrenza dei motori Diesel che proprio nella loro economicità d’uso hanno il
loro punto di forza.
Generatori
Per fornire al veicolo l’energia elettrica necessaria al suo funzionamento, e per
mantenere una riserva di tale energia nella batteria, è necessario collegare al motore un
generatore di corrente continua, che assorbendo potenza meccanica dal motore la converta in
potenza elettrica. Per dare un’idea di quali siano le potenze richieste si mostrano nella Figura
6 i consumi delle più comuni attrezzature elettriche installate generalmente su un comune
autoveicolo in moto.
Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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Come si nota, quindi, in particolari circostanze le condizioni di carico del generatore
possono essere particolarmente gravose; per sostenere questo compito fino alla fine degli
anni cinquanta si erano utilizzati generatori di corrente continua che, pur svolgendo
discretamente il compito loro richiesto presentavano i seguenti difetti:
¾ Limitato intervallo di velocità angolari consentite
¾ Difficoltà a fornire potenza utile quando il motore è al minimo regime di
rotazione
¾ Necessita di regolare manutenzione dovuta alla presenza del collettore
¾ Rapido incremento di peso e ingombro al crescere della potenza richiesta
Con il passare del tempo, questi difetti incrementarono i loro effetti negativi a causa
della crescente richiesta di energia da parte dei sempre più numerosi dispositivi elettrici
installati Figura 7, e dalla crescente quota di tempo che il motore, a causa del traffico cittadino
in aumento, passava al minimo con veicolo fermo Figura 8; rendendo necessario installare
generatori di dimensione sempre maggiori.
Componenti elettrici
Attivi per lunghi
periodi
Sempre attivi Attivi per brevi
periodi
Accensione
20W
Pompa carburante
50…70W
Iniezione elettronica
70…100W
Autoradio
10…15W
Luce laterale
4W
Luce strumentazione
2W
Luce targa
10W
Luce parcheggio
3…5W
Anabbagliante
55W
Abbagliante
60W
Riscaldamento
20…60W
Indicatore direzione
21W
Fendinebbia
35..55W
Stop
18…21W
Luce interna
5W
Motore avviamento
800…3000W
Accendisigari
100W
Tergicristallo post.
30..65W
Clacson
25..40W
Antenna elettrica
60W
Tergicristallo
60…90W
Finestrini elett.
150W
Ventola radiatore
200W
Scalda lunotto
120W
Terzo stop
21W
Candeletta
preriscaldo per
diesel
100W
Figura 6 Consumi dei carichi elettrici installati sul veicolo
Elettronica nel motore ad accensione comandata
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Potenza generatore installato in auto di media clindrata
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1950 1960 1970 1980 1990 2000
Anni
W
Figura 7 Grafico potenza generatore installato in auto di media cilindrata
Evoluzione tempo medio di attesa nelle guida cittadina
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
1950 1960 1970 1980 1990 2000
Anni
P
e
r
c
e
n
t
u
a
l
e
t
e
m
p
o
d
i
a
t
t
e
s
a
Figura 8 Grafico tempo medio di attesa nella guida cittadina
Alla fine degli anni cinquanta, la presenza sul mercato di diodi a semiconduttore
sufficientemente affidabili, potenti ed a prezzi accettabili, ha permesso di utilizzare generatori
di corrente alternata in serie con un raddrizzatore elettronico, che rendesse compatibile la
corrente alternata trifase prodotta con la richiesta di corrente continua, secondo apparati aventi
lo schema mostrato in Figura 9.
Evoluzione dell’elettronica nell’autoveicolo
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Descrizione sistema
Figura 9 Schema alternatore con raddrizzatore a diodi
1 Batteria
2 Interruttore accensione
3 Spia di avvertimento
4 Circuito autoeccitazione
5 Statore
6 Rotore
7 Raddrizzatore
Interruttore accensione: Il campo magnetico residuo che rimane, a motore spento,
all’interno del rotore non è sufficiente ad eccitare il circuito in partenza, risulta quindi
indispensabile predisporre un circuito di pre-eccitazione all’avviamento.
Spia di avvertimento: Questa spia rimane accesa fin tanto che il circuito di pre-
eccitazione rimane attivo, per informare il conducente che il generatore non è ancora in
funzione.
Circuito di autoeccitazione: Passato il primo avviamento, questo circuito permette
all’alternatore di autosostenersi, e a motore spento impedisce che la batteria induca un inutile
passaggio di corrente all’interno dello statore.
Statore: Componente fissa dell’alternatore dalla quale viene prelevata la corrente
alternata prodotta; è costituito da tre avvolgimenti collegati a stella sfasati di 120° che
generano una corrente trifase con andamento mostrato in Figura 11.
Rotore: Componente mobile dell’alternatore che attraversato da corrente genera il
campo magnetico rotante che induce la F.E.M. all’interno dello statore