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L’intraprendere il corso di laurea specialistica, ad inizio 2002, è coinciso da un
lato con la prima esperienza professionale di chi scrive, come assistente
sociale all’interno di un ente locale di piccole-medie dimensioni; dall’altro con
l’avvio del processo di mutamento del sistema dei servizi alla persona, e la
relativa complessità socio-istituzionale creatasi, a seguito dell’applicazione
della normativa della legge 328.
Già alla fine degli anni Novanta i servizi stavano subendo delle profonde
trasformazioni soprattutto attraverso il processo di managerializzazione e di
aziendalizzazione, volti principalmente ad una razionalizzazione e ad un
maggiore controllo della spesa pubblica destinata al sociale e al sanitario.
Dare inizio alla professione di assistente sociale a termine del 2001 ha
richiesto quindi, in primis, essendo la prima esperienza professionale, una
maggiore comprensione del proprio ruolo, delle logiche di funzionamento
dell’ente locale, della configurazione del sistema dei servizi, in particolare per
quanto concerne le competenze istituzionali e i sistemi di finanziamento.
Nello stesso periodo però il sistema stesso stava già subendo delle repentine
trasformazioni che era necessario comprendere: l’ASL ad es. stava già
cominciando a dismettere alcune funzioni ed alcuni servizi di cui era stata
titolare fino a qualche mese prima (a termine del 2001 non offriva più ad es. il
sostegno psicosociale ai portatori di handicap in età adulta, in alcuni servizi di
Tutela Minori il personale a tempo determinato cui cessava il contratto non
veniva reintegrato, ecc.).
A metà 2002 inoltre è stato intrapreso il lavoro di costituzione degli Ambiti
territoriali al fine di effettuare una ricognizione della configurazione dei
servizi socio-assistenziali di ogni Ambito e di avviare il processo di
costruzione del piano di zona, costituendo gli organismi tecnici intercomunali
denominati Uffici di Piano.
La complessità introdotta dal recente scenario socio-istituzionale di cui
ancora oggi è difficile delineare una vision chiara, ha comportato per i servizi
alla persona una necessità di auto-analisi, auto-valutazione e un bisogno di
5
maggiore visibilità sociale, in particolare per i servizi più atricolati in termini
di struttura organizzativa, di cultura di servizio e di sistema valoriale.
La specialistica ha consentito di approcciarsi ai servizi alla persona
utilizzando il punto di vista dell’economia aziendale, del management
organizzativo strategico e della valutazione dei processi di funzionamento e
degli impatti ambientali di un’organizzazione sociale.
Trasversale alla maggior parte dei corsi accademici è stato il tema del
bilancio sociale.
Non da ultimo l’esperienza del tirocinio specialistico si è rivelata
un’opportunità molto formativa in quanto ha consentito di sperimentare
l’implementazione sinergica della cultura di servizio degli anni 80 e 90
utilizzando l’approccio di sviluppo di comunità con il management strategico
di un’organizzazione di Servizio Sociale.
Il contesto del tirocinio specialistico è stato il Servizio Sociale del Comune di
Albano Sant’Alessandro, ente locale di medie dimensioni situato nella
provincia di Bergamo.
In questo contesto la titolarità del management sociale è affidata ad
un’assistente sociale specialista con un’esperienza decennale all’interno dei
servizi specialistici dell’attuale ASL (sperimentando sia il lavoro sulla
casistica sia la progettualità sociale di territorio) ed una più breve esperienza
di management del Servizio Sociale di un ente locale, quest’ultima giocata sia
nel lavoro territoriale dello sviluppo della comunità locale sia, negli ultimi
anni, nel complesso lavoro della costruzione della gestione associata dei
servizi sociali dell’Ambito di cui il comune di Albano S.A. è parte.
L’ipotesi del presente scritto è che il bilancio sociale sia nell’attuale contesto
uno strumento innovativo utile per effettuare un’autoanalisi ed una
valutazione di un servizio alla persona, nonché di rendere maggiormente
visibile la sua attività e l’utilità sociale che quotidianamente produce.
Nell’attuale contesto è necessario che i servizi alla persona si ripensino e
ricostruiscano il senso della propria attività; ciò può essere supportato
6
dall’introduzione della rendicontazione sociale ed in particolare dello
strumento del bilancio sociale.
Il bilancio sociale introduce nuovi elementi di analisi fondamentali per un
servizio alla persona:
- percepirsi come organizzazione-sistema aperto;
- il concetto di stakeholder, portatori di interessi molteplici e con poteri di
influenza diversi di cui l’organizzazione deve tener conto;
- l’importanza di individuare la propria mission e il proprio sistema
valoriale di riferimento, per ricostruire il senso e il percorso della propria
attività;
- l’analisi, la definizione e l’acquisizione di strategie organizzative e di
azione interne ed esterne;
- i concetti di responsabilità ed l’utilità sociale.
In un’epoca di grande cambiamento e in cui le logiche prevalenti sono
l’efficacia e l’efficienza nella spesa, la razionalizzazione delle attività e dei
processi di erogazione, i servizi alla persona non possono non aver chiaro
quale è la propria mission, quali sono i propri valori di riferimento, che senso
ha l’attività che svolgono, quale è la loro responsabilità sociale e il loro ruolo.
Uno strumento che consente di implementare questo nuovo approccio nei
servizi può quindi essere il bilancio sociale, come esito del processo di
rendicontazione sociale.
Lo scritto si articola in cinque capitoli. Il primo è volto ad offrire una
definizione di bilancio sociale come strumento di rendicontazione nato
nell’ambito del mondo delle imprese profit. Il bilancio sociale fa riferimento
principalmente ai concetti di responsabilità sociale e di stakeholder. L’analisi
prosegue evidenziando finalità, valenze, potenzialità e limiti dello strumento e
richiamando brevemente il percorso storico del bilancio sociale dai suoi esordi
ad oggi. Il capitolo termina con dei brevi cenni sui modelli di rendicontazione
sociale, richiamando in particolare le esperienze di GRI e GBS, e sui concetti
di revisione e verifica sociale.
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Il secondo capitolo si propone di evidenziare le peculiarità che il bilancio
sociale assume se applicato al mondo no profit e alla pubblica
amministrazione, con particolare riferimento all’ente locale.
Il terzo analizza i servizi alla persona come organizzazioni che producono ed
erogano prodotti immateriali ad alto contenuto relazionale ed umano.
Vengono dapprima messe in luce le peculiarità del prodotto-servizio alla
persona e successivamente si analizzano alcuni processi tipici del
funzionamento aziendale applicati ai servizi stessi. Il secondo paragrafo
invece offre degli spunti di riflessione in merito all’approccio manageriale e al
tema della valutazione nei servizi alla persona, collocando il bilancio sociale
tra gli strumenti innovativi.
Il quarto capitolo fornisce delle indicazioni in merito al processo di
costruzione del bilancio sociale, collocandolo nel più ampio ciclo di
rendicontazione sociale.
Il quinto ed ultimo capitolo è un progetto di ipotesi di elaborazione del
bilancio sociale delle politiche a sostegno della domiciliarità del Comune di
Albano S.A. negli anni di esercizio 2003 e 2004.
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1. Il bilancio sociale
1.1 Definizione
Da qualche tempo anche nel nostro Paese è emersa una diffusa
consapevolezza dell’importanza dell’etica e della trasparenza nell’attività
aziendale.
Si va così diffondendo anche nelle imprese italiane il tema della responsabilità
sociale d’impresa.
Il successo dell’impresa dipende dalla sua capacità di identificare i propri
portatori di interesse, di interpretare le loro istanze, di definire azioni in
grado di soddisfare le loro aspettative e soprattutto dalla sua capacità di
comunicare i propri obiettivi, azioni e risultati delle condotte adottate.
“Il bilancio sociale è l’output principale del processo di rendicontazione
sociale. E’ il principale mezzo di gestione e comunicazione della
responsabilità verso la comunità e le istituzioni, il documento con cui si
trasmettono comportamenti, risultati e impatti attinenti alle scelte e all’agire
d’impresa in merito a questioni economiche, sociali ed ambientali”.
1
È uno strumento di rendicontazione non obbligatorio che le organizzazioni
(aziende profit, enti no profit ed enti pubblici) “utilizzano per dare conto
dell’attività compiuta, spiegare il senso non solo numerico dei loro bilanci,
illustrare il significato delle scelte adottate, valutare la portata sociale e
ambientale dell’insieme delle azioni intraprese”
2
.
E’ quindi “una rendicontazione aggiuntiva e integrativa dei consueti bilanci di
esercizio, focalizzata su responsabilità diverse da quella del presidio degli
equilibri economico-finanziari della gestione”
3
.
1
VVA (Valdani Vicari & Associati), Responsabilità Sociale d’Impresa e Bilancio Sociale in Appunti
di Maggio 2004 ed. VVA Milano, p.1
2
Rogate C., Tarquini T., Il bilancio sociale negli Enti Locali Maggioli Editore 2004 Santarcangelo di
Romagna (RN), p.15
3
Coda V., Prefazione in Hinna L. (a cura di) Il bilancio sociale ed. Il Sole 24 ore 2002 Milano, p.XIX
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Fra le ragioni che spingono un’organizzazione alla redazione del bilancio
sociale vi è quella di evidenziare la compresenza, nell'attività dell'impresa, di
funzioni economiche e sociali: funzioni che un tempo potevano apparire
coincidenti, ma fra le quali, oggi, possono emergere anche fattori di conflitto.
Per quanto attiene alla finalità, si può che il bilancio sociale ha lo scopo di
fornire notizie utili sulla dimensione sociale dell’attività organizzativa,
rendendo noti gli impegni assunti, le azioni compiute e i risultati ottenuti.
Notizie utili nel senso che si deve trattare di informazioni integrative rispetto
a quelle contenute nel bilancio di esercizio: notizie che i terzi hanno reale
interesse a conoscere, indipendentemente da quello che può avere
l’organizzazione a diffonderle. Esse devono concorrere a migliorare le
conoscenze e la possibilità di valutazione degli interlocutori, ai quali deve
essere fornito un quadro complessivo e corretto delle attività e delle
performance aziendali.
Più precisamente Vermiglio, parlando dell’applicazione del bilancio sociale
nell’impresa profit, nel suo articolo specifica che “in linea generale si può dire
che il ricorso al bilancio sociale è giustificato almeno da un triplice ordine di
motivi:
a. dalla consapevolezza che l'attività d’impresa produce effetti sociali che la
contabilità generale non raccoglie e il bilancio di esercizio non riesce a
rappresentare;
b. dal fatto che i dati riportati nel bilancio di esercizio hanno una loro
valenza sociale che non emerge da quel contesto;
c. dal nuovo modo di concepire l'impresa: questa viene oggi considerata
come un centro nel quale convergono interessi riconducibili a vari gruppi
di soggetti che intendono poterli soddisfare. L'impresa deve riuscire a
dare loro adeguata soddisfazione se intende mantenere vivo il rapporto
che ha instaurato con essi”.
4
Il bilancio sociale più precisamente è una parte o un momento di un processo
più articolato che si chiama rendicontazione sociale, quest’ultima infatti è
4
Vermiglio F., Il cantiere aperto del bilancio sociale.. Tratto da www.bilanciosociale.it
10
definita da Galliera come “una costellazione o circolo di strumenti che, seppur
implementabili in maniera autonoma, rappresentano le fasi necessarie alla
costruzione del bilancio sociale, in quanto aiutano le organizzazioni a stabilire
basi complete ed articolate di valutazione sociale”.
5
Pertanto generalmente il concetto di bilancio sociale è utilizzato:
- “sia per indicare in senso estensivo l’insieme di tutti i documenti/strumenti
propedeutici alla redazione e diffusione finale del bilancio sociale vero e
proprio, alcuni dei quali con funzioni di analisi (mappa degli stakeholder),
altri di orientamento (politica della qualità, mission, carta etica), altri
ancora di comunicazione (rapporto sociale)”;
6
- “sia per intendere in senso intensivo e circoscritto le attività di contabilità
sociale (quale raccolta e archiviazione incrementale di indicatori) e di
riclassificazione di dati economici (conto economico e valore aggiunto),
necessarie a costruire l’ossatura informativa del bilancio sociale come
documento rendicontativo”.
7
5
Galliera C., Una costellazione di strumenti per la qualità sociale: la proposta di impresa a rete.
Tratto da www.bilanciosociale.it
6
Ibidem
7
Ibidem