Si generò uno straordinario circuito di mutuo scambio tra la scienza teorica e la
scienza applicata alla tecnologia. Le nuove tecnologie, basate sulle scoperte
scientifiche, fornirono alla scienza pura gli strumenti per investigare la natura più
profondamente e giungere a nuove scoperte.
Anche le scienze mediche trassero dalle scienza fisiche e dalle nuove
tecnologie strumenti e concetti che permisero lo sviluppo della moderna medicina.
I nuovi paradigmi ed i metodi scientifici delle scienze fisiche furono adottati
anche dalla neurologia e dalla nascente psicologia moderna.
La vita di Freud ( Jones, 2000) e la sua attività professionale e scientifica si
situano in quest’epoca culturalmente e scientificamente così feconda e per
comprenderne alcuni aspetti chiave, quale appunto la prospettiva energetico
dinamica che costituisce uno dei cardini del modello della psiche da lui sviluppato,
è importante considerare anche il contesto scientifico e tecnico in cui è sorta e che
ha offerto alla nuova scienza psicologica non solo l’insieme delle conoscenze già
prima di lui raggiunte dai suoi predecessori, ma anche metafore, paradigmi,
concetti e prospettive interpretative che Freud ha utilizzato frequentemente per
costruire il suo modello della psiche.
Nella seconda metà del ventesimo secolo nuove discipline scientifiche hanno
approfondito lo studio della dinamica dei sistemi complessi. Sono stati introdotti e
perfezionati nuovi strumenti matematici per lo studio ed il trattamento di alcuni
aspetti dei fenomeni naturali prima trascurati anche a causa della prospettiva
deterministica, che aveva caratterizzato precedentemente tutte le discipline
scientifiche.
La massiccia diffusione e l’aumento esponenziale delle prestazioni dei
calcolatori elettronici ha reso possibile lo studio dei sistemi caotici e della dinamica
dei sistemi lontani dall’equilibrio.
Ne sono sorte nuove prospettive di studio e nuovi paradigmi che possono dare
un contributo all’analisi ed allo sviluppo di nuove teorie e modelli in psichiatria
dinamica.
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SINOSSI CRITICA: PREMESSE, ASSUNTI, OBBIETTIVI
L’oggetto di studio della Psicologia è la psiche, ma è interessante osservare che
non vi è una definizione semplice e diretta di che cosa si intenda per psiche.
Se ne dà generalmente una definizione funzionale, si specificano sotto campi
fenomenici che vengono studiati dalle varie psicologie: psicologia sociale,
psicologia giuridica, psicologia cognitiva, psicologia delle diverse età ( evolutiva,
dell’adolescenza, senile, etc. ) e, naturalmente, psicologia dinamica.
Di fatto, la psiche dell’uomo è un campo fenomenico vastissimo, che può
essere esplorato solo suddividendolo in sottoinsiemi relativamente omogenei e
coerenti con una specifica prospettiva d’indagine.
In particolare la psicologia dinamica studia un insieme di fenomeni psichici
che esprimono una dinamica complessa.
Proprio quest’aspetto dinamico ha suggerito agli studiosi, primo fra tutti Freud,
l’opportunità di modellizzare la psiche quale un insieme di strutture, di forze ed
energie in mutua interazione.
E’ evidente la prospettiva meccanicista centrata sull’adozione del concetto di
energia in psicologia dinamica.
Freud stesso, nel suo scritto conosciuto sotto il titolo “Progetto per una
psicologia”, afferma esplicitamente che ” l’intenzione di questo progetto è di dare
una psicologia che sia una scienza naturale, ossia di rappresentare i processi
psichici come stati quantitativamente determinati di particelle materiali
identificabili, al fine di renderli chiari e incontestabili.”
Freud riteneva necessario, affinché la psicoanalisi avesse il diritto di definirsi
scienza naturale al pari della fisica, della chimica, della biologia, che essa non solo
assumesse a modello le altre scienze naturali, ma si uniformasse ai loro sistemi, alle
loro categorie, al modo di procedere del loro ragionamento, cioè alla loro logica. In
una parola alla loro prospettiva epistemologica.
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Per la psicologia, i traguardi di certezza si sarebbero potuti raggiungere
allorché i processi psichici (normali e patologici) avessero trovato una spiegazione
“naturale”, cioè una descrizione del loro funzionamento come meccanismi operanti
secondo leggi fisse, regolati secondo sistemi di forze, agenti in un luogo ( il
cervello, il sistema nervoso ) la cui struttura complessa desse ragione della diversità
e della varietà dei fenomeni e dei comportamenti.
Si può ritenere che Freud, immerso nel suo tempo e spettatore della piena
affermazione di tutte le scienze moderne, prima fra tutte la fisica, cercasse di
applicare alla nascente psicologia dinamica i paradigmi e le categorie esplicative
delle scienze “ di successo”.
Occorre inoltre ricordare che l’origine degli assi della scienza occidentale, il
suo punto d’appoggio, è costituito dall’insieme dei concetti di materia, forza ed
energia.
Lo studio della psiche, il cui unico strumento d’indagine era ( ed è a tutt’oggi )
lo stesso osservatore, lasciava forse la sgradevole sensazione della difficoltà di
definire in modo oggettivo l’oggetto di studio e le sue caratteristiche.
Se non posso misurare, pesare, calcolare, come posso affermare di occuparmi
di un fenomeno reale e non di un mero frutto della mia speculazione, di una
costruzione fittizia della mia mente?
La prospettiva epistemologica adottata da Freud gli permetteva quindi di
allearsi con un proposito scientifico proprio del suo tempo (e così anche
liberandolo dalla solitudine intellettuale).
A mio parere vi è, antecedente a quelle sopra esposte ed anzi in un certo modo
più “primaria”, una ragione ulteriore che probabilmente ha ispirato a Freud il punto
di vista psicodinamico: chi ha esperienza diretta dei fenomeni psichici, secondo il
metodo psicoanalititico, non può sfuggire alla precisa impressione che sottostanti
alle manifestazioni psichiche vi siano processi caratterizzati e causati da forze di
implacabile potenza ed energia, anche se non quantificabili e misurabili
strumentalmente.
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La mente umana pare adottare automaticamente categorie esplicative, metafore
ed analogie tratte da aree conosciute del sapere operativo e concettuale per
organizzare in un quadro coerente e comprensibile le nuove esperienze fattuali.
Di fronte al determinismo quasi "meccanico" che la dinamica psichica esibisce,
e che noi percepiamo come nostro stato mentale interno ed esterno nelle
manifestazioni corporee e comportamentali, è spontaneo vedere la manifestazione
di forze psichiche interne che in qualche modo si impongono a noi "con forza", che
ci inducono uno stato di "tensione", che ci impediscono di fare certe cose e magari
ci obbligano a farne altre.
Inoltre non abbiamo parole specifiche per indicare questi fenomeni. La lingua
che adottiamo per descrivere le cose ci offre solo parole che rimandano al mondo
fisico.
E quindi Freud ha usato le parole e i concetti della scienza del suo tempo per
descrivere la realtà dei fenomeni psichici che nessuno prima di lui aveva studiato
così a fondo.
Dai tempi di Freud il panorama scientifico e tecnico si è allargato e
diversificato e si sono individuati nuovi punti di osservazione sulla Natura e sulla
sua complessità.
La stessa psicoanalisi moderna pare sentirsi a disagio nella prospettiva
deterministica e materialista che Freud adotta nel suo modello della psiche e perciò
lo ha, almeno operativamente, in parte abbandonato per adottare un modello ed una
prassi operativa, se non concettuale, più centrata sugli aspetti della relazione ( con
sé stessi, con gli altri, nel transfert ).
Abbandonando la prospettiva psicodinamica su cui Freud aveva fondato tutta
la sua psicologia si rischia di perdere i vantaggi scientifico/operativi che essa offre.
Però, nelle scienze della natura accanto alla posizione fisico materialista, oggi
si sta facendo strada una prospettiva olistica, interazionista, nella quale ai processi
fisici di scambio energetico si associano necessariamente processi di flusso
dell’informazione.
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Si parla sempre di più di processi computazionali diffusi, di comportamento
"intelligente" esibito dalle strutture viventi, non solo da quelle dotate di un sistema
nervoso centrale.
La termodinamica dei sistemi lontani dall’equilibrio e lo studio dei fenomeni
biologici e dei processi di scambio dell'informazione tra strutture biologiche
complesse portano alla luce numerosi indizi di una complessità sistemica
inimmaginata e forse inimmaginabile.
Lo studio della psiche può trarre numerosi spunti e vantaggi dall’adozione di
queste nuove prospettive epistemologiche.
Si prospetta l'opportunità, anzi la necessità, di liberarsi dalle catene del
meccanicismo materialista che limitano la possibilità di descrivere e modellizzare
più finemente la complessa dinamica dei fenomeni psicobiologici.
Lo scopo di questo lavoro è quello di illustrare il tentativo di trovare una
soddisfacente risposta al dilemma per il quale, da un lato, l’utilizzo in psicologia
dinamica del termine energia, implicitamente inteso come rappresentante la
grandezza fisica energia (come già Freud aveva fatto), può essere improprio se non
addirittura scientificamente errato, e, dall’altro, che la dinamica dei processi
psichici non può essere compiutamente descritta se non ricorrendo appunto al
concetto di energia .
A mio parere l’opportunità e la legittimità dell’utilizzo di concetti, analogie e
metafore tratte dalla fisica derivano dall’essere la psiche e il soma due aspetti
dell’entità psicobiologica che sottostà a precise leggi fisiche che si esprimono nei
processi vitali psicofisici.
Le entità viventi sono espressione di processi termodinamici ad entropia
decrescente o, almeno, non crescente.
Un'entità biochimica è viva se mantiene la capacità di opporsi attivamente alla
seconda legge della termodinamica, preservando la propria struttura in opposizione
ai processi destrutturanti che caratterizzano la dinamica energetica del mondo
fisico.
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Questo è possibile perché, per essere vive, secondo la definizione sopra
riportata, le entità viventi operano sul flusso di energia e materia che proviene
dall'ambiente esterno secondo processi di straordinaria complessità che, a spese di
un aumento dell’entropia dell’intero universo, producono diminuzioni locali
dell’entropia.
In altre parole sostengono ed anzi aumentano la complessità ( l’ordine ) delle
proprie strutture biochimiche utilizzando, secondo le leggi della termodinamica, il
flusso di energia che proviene dall’ambiente.
Per tentare d’intuire la complessità di questi processi è necessario considerare
che le entità viventi devono gestire gli scambi energetici con l’ambiente non solo
nella dimensione fisico/materiale/energetica ma anche per il contenuto
d’informazione, sullo stato energetico dell'ambiente esterno e di quello interno,
veicolata dal flusso di scambio di materia ed energia.
Questo significa che ogni processo psicobiologico può essere osservato dal
versante psichico oppure da quello fisico materiale, o meglio somatico, e che i due
versanti sono appunto espressione dello stesso processo energetico/informativo.
Io ritengo che non vi sia corrispondenza biunivoca tra i processi di gestione
del flusso di materia/energia e quelli di gestione dell'informazione. L’intensità di
una pulsione non è esprimibile in joule, ma le pulsioni, come già Freud aveva detto,
sono entità al confine tra la psiche e il soma e possono essere caratterizzate da
attributi rappresentabili su scale ordinali di valore piuttosto che di intensità
(Enciclopedia della psicoanalisi, Laplanche&Pontalis, voce "economico").
I processi informativi operano al livello di realtà dei significati e, per esempio,
l’elaborazione di un’informazione che veicola un significato “di grande
importanza” non richiede necessariamente un grande ammontare di energia fisica.
Alle pulsioni, quali rappresentanti informativi di processi somatici, è utile
applicare il concetto di energia intesa come quantità finita soggetta a trasformazioni
e scambi.
Non si intende con ciò che le pulsioni siano solo rappresentanti di processi
somatici.
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La pulsione viene intesa come un generale elemento dinamico psichico, ossia
operante al livello di realtà dei significati e dei processi di gestione
dell'informazione; sono perciò concepibili pulsioni rappresentanti "forze psichiche"
operanti tra "oggetti psichici".
INTRODUZIONE ALL'INDICE
Questo lavoro si articola in quattro capitoli
Nel primo capitolo si vuole illustrare la nascita e l’evoluzione del concetto di
energia nella scienza occidentale attraverso l’opera degli studiosi che più hanno
contribuito alla sua attuale concettualizazione.
Di concerto, si cercherà anche di ripercorrere il filo dei ragionamenti fisico
matematici che i più famosi scienziati e filosofi del passato hanno seguito per
giungere alla formulazione del moderno concetto di energia che rappresenta il
perno di tutta la scienza fisica occidentale.
Il procedimento di dimostrazione di una legge fisica segue una logica
stringente e mi sembra interessante illustrarne alcuni esempi affinché risulti
evidente la necessità di utilizzare il concetto di energia con cautela e proprietà in
ambiti diversi da quello della fisica.
Nel secondo capitolo si illustrerà la nascita della psichiatria dinamica con
Freud e per questo si parlerà dei personaggi straordinari che lo hanno
immediatamente preceduto nell’esplorazione dell’universo dei fenomeni psichici.
Si cercherà di evidenziare che il concetto di energia è stato sempre utilizzato dagli
studiosi della psiche e da coloro, sin dai tempi più remoti, che si sono occupati
dell’aspetto “spirituale” dell’uomo.
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Nel terzo capitolo seguiremo Freud nell'opera di costruzione della nuova
scienza psicoanalitica.
Freud è stato un autore di straordinaria fecondità, la sua opera è vastissima e
non è facile individuare un unico filo conduttore, un tema fondamentale. Anzi
spesso Freud è ambiguo, oscuro, a volte contraddittorio. Frequentemente lascia in
sospeso il discorso sui punti più controversi, quasi egli stesso si rendesse conto che
la sua opera non aveva esaurito la complessità della psiche, che moltissime cose
ancora restavano da scoprire e che il suo modello non poteva essere considerato
definitivo.
L’opera di Freud può essere letta secondo diverse chiavi: in questo capitolo
vorrei seguire le tracce della prospettiva dinamico/energetica che trascorre, quale
trama di base, in tutta la metapsicologia psicoanalitica Freudiana.
Questa prospettiva è essenzialmente fisicalista e meccanicista, ossia
rappresenta la psiche come un insieme meccanico di strutture, di oggetti e sistemi
inter connessi, in mutuo scambio energetico.
Nel quarto capitolo si illustreranno vari contributi interdisciplinari sui problemi
mente-corpo e psiche-soma che sono attualmente oggetto di ampio dibattito nelle
scienze dell'uomo.
Si cercherà di dimostrare come, dall'incontro di questi contributi, sia possibile
trarre una prospettiva epistemologica di ordine generale che può utilmente essere
applicata al modello della psiche elaborato da Freud, recuperando la validità
dell'approccio energetico psicodinamico.
Un riassunto generale e le considerazioni conclusive chiuderanno il lavoro
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1) L’evoluzione del concetto di energia nella scienza occidentale
Introduzione.
L’energia è un grandezza fisica, posseduta dai corpi materiali, che viene tra
questi mutuamente scambiata nei processi dinamici.
Il concetto di energia è il mezzo per rendere conto dei cambiamenti che
avvengono in un sistema fisico. L’energia è ciò che nel cambiamento rimane
costante nella sua quantità.
Secondo la prospettiva epistemologica adottata in questo lavoro, l’energia è sia
una grandezza fisica sia un concetto, ossia il modo di adottare lo stesso approccio
utilizzato per comprendere il cambiamento non solo in un sistema fisico ma in un
qualsiasi campo fenomenico che si decida di studiare applicando un’analogia con
sistemi fisici.
Il concetto di energia può essere applicato, anzi necessariamente deve essere
applicato, quando si adotta un modello meccanicista per scrivere le leggi che
rappresentano le relazioni di causa ed effetto tra i fenomeni appartenenti ad uno
specifico insieme omogeneo ossia quando utilizziamo analogie con sistemi fisici
composti da parti meccaniche in reciproca interazione.
Per esempio, potremmo rappresentare il funzionamento della dinamica di un
ecosistema o del sistema finanziario mondiale con l'analogia con un sistema di pesi
e di molle interconnessi. Calibrando l'entità delle masse e la forza delle molle si
avrebbe la possibilità di conoscere lo stato futuro del sistema reale compiendo
esperimenti sul modello meccanico. La forza di una certa molla rappresenterebbe
ad esempio il valore di un dato ammontare di denaro. Il concetto di energia sarebbe
applicabile all'entità di un flusso di denaro.
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