mentre la popolazione civile, come bambini, donne ed anziani, veniva
risparmiata dalle barbarie. Solo recentemente, i conflitti hanno subito un
processo di cambiamento che tende sempre più a coinvolgere violentemente i
cittadini.
Per definire e rappresentare più concretamente questo fenomeno è di grande
utilità dare uno sguardo ai dati statistici. Nella Prima Guerra Mondiale si è
registrata una percentuale del 5% di morti fra i civili delle nazioni coinvolte nel
conflitto, mentre tutti i combattimenti che si sono sviluppati dopo la Seconda
Guerra Mondiale, e si parla di 127 conflitti, hanno visto un crescente aumento di
morti fra la popolazione civile raggiungendo, in quelli più recenti, il picco
massimo del 90% di morti fra la popolazione indifesa (Zwi A., 1991). Questa
percentuale diventa un dato allarmante quando si confrontano il numero di
vittime; la Seconda Guerra Mondiale ha visto più di 20 milioni di morti mentre
tutti i conflitti temporaneamente successivi ne hanno visti 40 milioni e, come
detto prima, su questo dato pende un’altissima percentuale di civili (Nijhoff M.,
1993).
Un altro dato sulle guerre riguarda la disposizione geografica degli scontri, che
vede, sempre dopo la Seconda Guerra Mondiale, la maggioranza di questi
concentrati nei paesi in via di sviluppo (Dyregrov A. and Raundalen M., 1996).
Le conseguenze dirette a questo coinvolgimento del popolo nelle guerre sono che
bambini, donne ed anziani vivono avvenimenti estranei alla loro quotidianità,
quali la partecipazione forzata alla guerriglia, la fuga, l’abbandono del loro luogo
di origine, la visione di eventi traumatici, e non ultimo, l’impatto che tutto questo
può avere sulla loro salute mentale.
L’impatto psichico della guerra, in senso stretto, riguarda le conseguenze che
l’evento guerra ha sul minore. Il grado di penetrazione di tali conseguenze nel
soggetto dipende dalla capacità di resistenza ed elaborazione individuale e
7
sociale all’evento e da altri fattori che spiegheremo nei prossimi capitoli e, se non
sufficiente, può portare ad un disturbo mentale che necessità di assistenza
psicologica.
L’impatto in senso lato raggruppa tutte le esperienze che possono portare a delle
conseguenze psichiche nel minore e condurre a profondi cambiamenti nella sua
vita: dal semplice mutare delle relazioni con le figure primarie fino alle
esperienze di soldato, di rifugiato, di sfollato dal proprio luogo di origine, o
ancora di bambino separato, abbandonato e non accompagnato dai propri genitori
o parenti.
In base alle conseguenze psichiche che l’evento ha comportato nel bambino
possiamo individuare diverse tipologie di intervento e diversi strumenti che
aiutano il soggetto (e anche la comunità) ad affrontare e superare le esperienze
che lo hanno segnato dal punto di vista sia fisico che psicologico.
METODO DI RICERCA DELLE INFORMAZIONI
Il recupero di informazioni, in una società come quella attuale basata sullo
scambio di notizie e dati, non è difficile e spesso può succedere di essere
sopraffatti dalla quantità di stimoli informativi così da esserne disorientati. La
scelta, se non la selezione, dei canali a cui attingere per ottenere nuove
informazioni è fondamentale e rappresenta un punto critico per la costruzione, in
questo caso di una tesi, ma in generale dei lavori di ricerca.
La partecipazione ad un incontro organizzato da un’associazione di studenti
dell’Università di Padova, chiamata “Fuori Programma”, avente come tema:
“Anche gli psicologi si sporcano le mani: La Psicologia delle Emergenze in
1
ambito internazionale e nazionale” (relatori il dott. Luigi Ranzato e il dott.
1
Psicologo volontario in Ruanda per un anno (1995), consulente e volontario in Kossovo nel 2000-2002
nei progetti della Caritas Nazionale.
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2
Antonio Zuliani) ha dato un’identità ad un contesto che fino a quel momento, da
parte mia, non era molto conosciuto. Grazie a tale incontro ho potuto conoscere
degli psicologi professionisti con delle esperienze personali nel campo delle crisi
ed emergenze internazionali.
Dopo aver conosciuto questo ambito della psicologia sono passato alla ricerca di
informazioni sulle emergenze e ho cercato libri e articoli nell’OPAC
dell’Università di Padova e attraverso il programma WINSPIRS. Una
documentazione di questo tipo, cioè poco orientata e aperta a tematiche molto
ampie (“Lo psicologo nelle emergenze” per esempio), è risultata subito poco
fruttuosa se non frustrante visto che non è stata foriera di dati rilevanti. Per
questo motivo ho sentito l’esigenza di confrontarmi con una persona che, sia per
preparazione concettuale che per esperienza diretta, potesse seguirmi e aiutarmi
nell’ampliare le mie conoscenze nell’ambito delle emergenze e ho trovato questa
figura di esperto in materia nella persona del dott. Ranzato. Contestualmente è
stata coinvolta la Professoressa Vanna Axia, docente presso l’Università degli
Studi di Padova, grazie alla quale è stato possibile individuare meglio il campo
d’indagine e orientare le mie intenzioni di ricerca in una tesi per la conclusione
del corso di laurea.
Attraverso l’interazione con queste persone è cominciato il mio processo di
recupero delle informazioni per la costruzione della tesi. Le conoscenze di chi
aveva lavorato e lavora tuttora nell’ambito delle emergenze sono state utili sia
per ottenere riferimenti bibliografici riguardanti libri di autori italiani e stranieri
sia per decidere le linee guida su cui muovere la ricerca in internet.
2
Presidente nella regione Veneto dell’Associazione Psicologi per i Popoli.
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LA RICERCA IN INTERNET
Per ottenere informazioni riguardanti i bambini e la guerra ho utilizzato, in ordine
cronologico, quattro strumenti principali:
• OPAC – Catalogo in Linea dell’Università degli Studi di Padova;
• WINSPIRS – Programma per la consultazione di banche dati
bibliografiche;
• CBT – Il catalogo unico integrato di oltre 100 biblioteche pubbliche e
private del Trentino;
• MOTORI DI RICERCA – Google®;
Per un utilizzo efficace dei primi due metodi di ricerca si possono frequentare i
corsi gratuiti messi a disposizione degli studenti dell’Università di Padova, per il
catalogo trentino si possono chiedere informazioni ai responsabili delle
biblioteche mentre; l’ultimo strumento, il motore di ricerca, non è stato ancora
oggetto di una disciplina che divulghi i concetti e criteri attraverso i quali
ricercare efficientemente le informazioni presenti nella rete.
Muoversi nei motori di ricerca, tanto quanto muoversi all’interno di un sito
internet di un’organizzazione, associazione o università, è un’azione complessa
principalmente per due motivi:
1. Difficoltà nell’interrogare il motore;
2. Eterogeneità della struttura dei siti internet;
Per ovviare a queste complicanze è importante seguire alcuni suggerimenti che
possono rendere il recupero di dati, documenti, notizie ed in generale
informazioni, più rapido e proficuo.
1. DIFFICOLTA’ DI INTERROGAZIONE. Il motore di ricerca, quando
viene interrogato, risponde con una quantità di documenti in base alla rilevanza
dell’argomento, parola, categoria, organizzazione o altro, che stiamo cercando.
10
3
Più l’argomento è conosciuto e soprattutto discusso nelle pagine web maggiore
sarà la risposta che otterremo dal motore di ricerca e maggiore sarà quindi la
difficoltà nell’individuare l’informazione utile da quella inutile.
Nella ricerca in internet sono fondamentali non solo la scelta della parola o
sistema di parole adeguate, ma anche le modalità di recupero con cui vogliamo
rintracciare le informazioni.
La scelta della terminologia adatta è collegata al tipo di informazione che stiamo
ricercando. Pare ovvio che se ricerchiamo notizie riguardanti il Post traumatic
stress disorder (in italiano - Disordine post traumatico da stress - d’ora in avanti
con la sigla in inglese “PTSD”), utilizzeremo questo termine nel motore di
ricerca.
Nel caso il risultato della ricerca comporti un numero eccessivo di documenti da
esaminare, risulta indispensabile circoscrivere e articolare ulteriormente il campo
della nostra indagine aggiungendo altri termini e utilizzando diverse modalità di
recupero.
Nel caso opposto, in cui la quantità di documenti riguardante l’argomento della
nostra ricerca risultasse scarsa o insufficiente, dovremmo però essere capaci di
utilizzare termini che fungono da surrogati o complementari e in questo modo
rendere più ricca la quantità di risposte alla ricerca. In questa attività non è
precluso l’utilizzo della creatività e dell’intuito finché da essi possiamo trarre
documenti e notizie utili per il nostro argomento di studio.
E’ opportuno, a questo punto, introdurre una riflessione sulla lingua utilizzata ai
fini della ricerca. Scrivere “Disordine post traumatico da stress” non sempre ci
può portare alle informazioni che desideriamo e così possiamo utilizzare la sua
traduzione in inglese “Post traumatic stress disorder” e vedere se otteniamo una
più utile risposta. La ricerca di documenti, allo stato attuale, vista la
3
Termine surrogato che si può utilizzare al posto di “rete” e “internet”.
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predominanza di culture anglofone che caratterizzano sia l’utilizzo che i
contenuti di internet, può dare maggiori e migliori risultati se compiuta con
termini in inglese. Non sempre, però, questo paradigma è vero. Infatti, la ricerca
di informazioni su un fenomeno tipico di una cultura che utilizzi un idioma
diverso dall’inglese, ci obbliga ad operare con quella lingua.
Un altro suggerimento utile da seguire, prima di entrare nei documenti che ci
sono stati forniti in risposta alla ricerca, è quello di aprire i diversi documenti
come nuove finestre (utilizzare il tasto destro del mouse e cliccare, nel caso di
Windows Xp Home Edition®, “Apri in un'altra finestra”) in modo che la pagina
principale dei risultati della ricerca sia sempre a disposizione se vogliamo
spostarci in un altro risultato o se vogliamo modificare i termini di ricerca.
Recuperare informazioni nella rete tramite l’uso di più parole o termini (per
esempio, nel caso in cui vogliamo ridurre il numero di documenti) può essere
affrontato attraverso due modelli di recupero, che possono essere suddivisi in due
grandi famiglie (Agosti M. e Melucci M., 2001):
• Exact match: vengono individuati in modo esatto i documenti che
soddisfano l’interrogazione e quelli che non la soddisfano; la collezione
risulta quindi divisa in due sottoinsiemi distinti: i documenti che
soddisfano l’interrogazione e gli altri. Rientra in questa categoria il
modello booleano;
• Best match: viene effettuata una stima della rilevanza di un documento
rispetto ad una data interrogazione. I documenti vengono ordinati per una
misura di similarità con l’interrogazione e sono proposti quelli sopra una
prefissata soglia. Fa parte di questa categoria il modello vettoriale;
I modelli di recupero si distinguono per la funzione di recupero che viene
utilizzata, cioè i criteri secondo cui un documento è giudicato rilevante
12
all’interrogazione e gli operatori disponibili. Qui di seguito un esempio di exact e
uno di best match.
Modello Booleano.
I termini dell’interrogazione, in questo modello, sono collegati mediante
operatori booleani (AND, OR, NOT) e con questa procedura vengono recuperati
solo i documenti che soddisfano esattamente l’espressione booleana introdotta.
AND sta per il recupero di informazioni dove compaiono entrambi i termini cioè
l’intersezione tra gli elenchi, OR sta per il recupero di tutti i documenti, sia degli
elenchi separati che della loro intersezione e NOT sta per il recupero di dati
riguardanti un termine escludendo l’altro. Utilizzando AND NOT recupereremo i
documenti che contengono un termine e non un altro termine. Nel modello
booleano è possibile ricorrere anche ad operatori di prossimità, utilizzati per
ricercare documenti che contengono termini distanti tra loro al massimo un
numero desiderato di termini, e ad operatori di troncamento, usati per cercare
sottostringhe tra i termini indice della collezione (ad esempio “PTS” fa
recuperare documenti che contengono “PTSD”, “PTSL”, “PTSP”, etc.).
Questo modello richiede un alto addestramento dell’utente, permette uno scarso
controllo sulla dimensione dell’insieme dei documenti recuperati, non rende
possibile la pesatura dei termini e nemmeno l’ordinamento secondo criteri di
similarità (Agosti M. e Melucci M., 2001).
Modello vettoriale.
Nel modello vettoriale, documenti e interrogazioni, sono vettori di uno spazio
multidimensionale, la cui dimensione è il numero di termini/parole che
costituiscono l’interrogazione. I vettori sono costruiti in questo modo: ad ogni
elemento del vettore è associato uno dei termini dell’interrogazione ed il valore
di quell’elemento nel vettore è dato dal peso del termine corrispondente nel
documento (ibidem).
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All’interno dei più importanti motori di ricerca, tra cui Google®, c’e’ la
possibilità di utilizzare modalità di ricerca “avanzate”. Una di queste funzioni,
utile quando si usano più termini di ricerca, si effettua attraverso l’utilizzo delle
virgolette (“) che vincola la ricerca ai soli documenti che presenteranno le due
parole una seguente all’altra (per esempio, scrivendo “PTSD, depressione” il
motore ricercherà solo i documenti che presenteranno i due termini vicini).
2. ETEROGENEITÀ DELLA STRUTTURA DEI SITI INTERNET. I siti
internet sono caratterizzati da una grande eterogeneità nella struttura e ognuno di
questi tende ad utilizzare un’interfaccia con l’utente e una modalità di
esplorazione diversa. Molte volte, pur sapendo a quale indirizzo attingere le
informazioni che ci servono, facciamo difficoltà a recuperarle perché il sito
corrispondente è troppo complesso e poco intuitivo nella navigazione.
Termini diversi, spesso, in siti differenti vengono utilizzati per esprimere la
stessa categoria o gruppo di informazioni e questo obbliga il navigatore ad essere
flessibile e capace di adattarsi alle differenze che ogni sito può presentare. Un
aiuto all’esplorazione del sito sono le “Mappe del Sito” (“Sitemap”) e la “Ricerca
nel sito” (di solito “Research”), che servono quali mezzi per orientare e
descrivere all’utente quali sono le informazioni e come recuperarle all’interno del
sito stesso. Soprattutto lo strumento di “ricerca nel sito” ci permette di
velocizzare il recupero del materiale a cui siamo interessati e nella maggior parte
dei casi questo mezzo funziona in modo molto simile a tutti i motori di ricerca, di
cui si è parlato al numero 1. Nei siti che contengono informazioni scientifiche,
come potrebbero essere i siti delle università o alcuni siti delle Nazioni Unite, è
utile ricordarsi che i lavori o paper si trovano spesso sotto categorie come
“Pubblicazioni – Publications”, “Ricerche – Researches”, “Lavori – Works” e
sotto “Papers” (siti anglofoni).
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Grazie a questi suggerimenti, la procedura di recupero delle informazioni, è
plausibilmente più snella, efficace e porta a maggiori risultati.
E’ opportuno annotare, man mano che si procede nella ricerca, la fonte (cioè il
sito o il link/collegamento) di provenienza delle informazioni, in modo da poter
in seguito recuperare rapidamente il materiale ai fini di una citazione o per
un’ulteriore ricerca. Per fare questo possiamo salvare il nome del sito/fonte
all’interno del documento se si tratta di un documento word (programma di
scrittura di Windows®) o nel nome di salvataggio del documento se si tratta di
un Pdf (programma di lettura e scrittura di Acrobat®).
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