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Capitolo 1
L’EVOLUZIONE DELLA COLTURA
1.1. ORIGINI E DIFFUSSIONE
Pianta (Solanum tuberosum) appartenente alla famiglia delle
Solanacee. Originaria della regione Andina del Perú e del Cile, la
patata fu importata in Europa già nella seconda metà del sec.
XVI ma coltivata su larga scala solo a partire dalla metà del sec.
XVIII; ignota allo stato selvatico, sembra derivare dal Solanum
andigenum, tuttora spontaneo sulle Ande. La patata è un'erba
perenne con fusto aereo angoloso, più o meno peloso, dapprima
eretto e poi prostrato, a foglie imparipennate, con foglioline un
po' asimmetriche, pelose al di sotto; i fiori sono ermafroditi,
pentameri, con calice campanulato, bianchi, rosei o violacei; il
frutto è una bacca globosa, prima verde e poi giallastra, con
molti semi piccoli e bianchi. La parte utilizzata è costituita dai
tuberi che si formano per ingrossamento apicale di rizomi che si
sviluppano dalla parte sotterranea del fusto; essi sono ricchi di
amido e servono per l'alimentazione umana e degli animali, per
la produzione di fecola e di alcool. Tutte le parti aeree della
pianta sono tossiche per la presenza di un alcaloide velenoso
(solanina), che invece è pressoché assente nei tuberi; quando
questi sono ammuffiti, germogliati o inverditi per effetto della
luce, il contenuto in solanina aumenta sensibilmente, tanto che il
loro uso può risultare nocivo alla salute. La coltivazione della
patata (vedi tab. 1.1) richiede climi temperati e terreni sciolti,
umidi, lavorati in profondità e ben concimati; la moltiplicazione
per seme viene eseguita soltanto per scopo selettivo, mentre nelle
colture si esegue la propagazione per mezzo di tuberi, che
presentano alla superficie numerose gemme.
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1.2. LA PATATICOLTURA
A livello mondiale, la produzione risulta di poco superiore ai 300
milioni di tonnellate (vedi Tab. 1.2). I principali produttori sono
Russia, Polonia, Cina, Germania, Stati Uniti, India ed Olanda.
E’ interessante osservare che l’Asia e l’Africa presentano una
produzione con andamento crescente nel tempo a differenza di
quanto riscontrato nella maggior parte dei paesi europei.
Un’ analisi più approfondita della situazione della Unione
Europea evidenzia come quattro paesi (Germania, Olanda,
Regno Unito e Francia) producono, da soli, circa i due terzi del
totale comunitario.
Tab. 1.1 – Valori dei parametri climatici per la coltivazione
della patata.
Parametri climatici Valori consigliati
Temperatura di germogliazione 14 – 16° C
Temperatura minima biologica Temperature inferiori a 2° C pregiudicano la
sopravvivenza delle piante. Evitare zone caratterizzate da
gelate tardive
Temperatura ottimale di
maturazione
18 – 20° C
Temperature massime Prolungate temperature superiori ai 30° C impediscono
accumulo dei carboidrati nel tubero con diminuzione del
peso specifico. Aumenta il rischio di tuberomania
Piovosità L'alternanza di periodi piovosi e siccitosi porta gravi
deformazioni ai tuberi. Indispensabile disporre di impianti
di irrigazione
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Fonti: elaborazione dell’autore su dati FAO
1.2.1. La Pataticoltura in Italia
Negli ultimi anni, come si può notare dalla tabella 1.3, in Italia si
è avuto un decremento della produzione dovuta alla diminuzione
della superficie coltivata.
L’esame dei dati disponibili mostra una costante tendenza al
decremento della produzione tranne nell’Italia settentrionale, in
cui l’unica regione che ha avuto un particolare aumento è stata
l’Emilia Romagna. Le rese unitarie appaiono, in generale,
costanti fatta eccezione per alcune annate caratterizzate da
avversità climatiche che hanno influenzato il risultato finale. La
produzione di patata comune, che interessa circa 60.000 Ha, è
diffusa in tutte le regioni, con una predominanza in: Campania,
Emilia Romagna, Abruzzo, Veneto, Calabria e Sicilia.
La patata primaticcia (o immatura) investe circa 28.000 Ha ed è
particolarmente diffusa nelle regioni meridionali: Campania,
Puglia, Sicilia e Calabria.
Tab. 1.2 Produzione mondiale di patate
Macro Aree 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Asia 96.259 106.066 108.304 109.241 120.913 118.279
Africa 10.026 9.436 10.294 10.541 11.591 11.776
America Latina 12.143 13.617 13.668 14.225 13.774 13.902
USA 22.618 21.116 21.851 21.691 23.297 20.174
Canada 4.084 4.171 4.329 4.268 4.555 4.030
Europa orientale 37.399 29.987 35.416 29.992 32.920 29.633
UE 51.221 48.623 43.689 49.263 49.982 45.722
Ex URSS 75.737 68.260 61.660 59.622 70.770 64.640
Oceania 1.767 1.739 1.874 1.830 1.702 1.753
(
m
i
g
l
i
a
i
a
d
i
t
o
n
n
e
l
l
a
t
e
)
MONDO 311.254 303.015 301.085 300.673 329.504 309.909
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Fonti: elaborazione dell’autore su dati ISTAT- *dati provvisori-
Nella figura 1.1 vengono riportate le produzione di patata in
complesso (in percentuale) negli ultimi 4 anni delle maggiori
regioni produttrici.
Esaminando le Regioni con maggiore produzione si può notare
che la Campania, pure avendo una produzione media elevata
(4.298.978 di quintali, media degli ultimi quattro anni, pari al
21% della produzione nazionale), presenta dei problemi di
carattere agronomico che sono legati a rotazioni troppo strette e
all’impiego di seme spesso non certificato. A livello
commerciale si riscontrano frequentemente grossi problemi
dovuti alla difficoltà di collocare la produzione che risulta spesso
non sufficientemente omogenea. L’Emilia Romagna, dopo la
Tab.1.3 Produzione Nazionale di patate (quintali)
Regioni 1999* 2000* 2001* 2002*
Piemonte 749.855 747.355 780.792 786.824
Valle d'Aosta 71.000 72.000 68.400 62.900
Lombardia 793.888 789.938 673.489 701.253
Trentino A.A. 265.697 280.050 248.360 235.150
Veneto 1.487.983 1.523.231 1.383.290 1.564.535
Friuli V. Giulia 208.016 205.600 200.400 206.450
Liguria 150.841 149.659 139.404 143.545
Emilia Romagna 2.433.830 2.438.100 2.342.035 2.754.650
Italia settentrionale 6.161.110 6.205.933 5.836.170 6.455.307
Toscana 468.135 467.280 467.968 510.238
Umbria 73.645 88.350 92.210 101.040
Marche 515.315 515.721 468.762 461.182
Lazio 1.081.152 1.014.827 968.589 909.268
Italia centrale 2.138.247 2.086.178 1.997.529 1.981.728
Abruzzo 1.484.280 1.592.330 1.565.455 1.526.210
Molise 160.023 160.529 162.022 160.777
Campania 4.505.128 4.405.230 3.801.080 4.484.475
Puglia 1.853.561 1.805.138 1.704.665 1.665.371
Basilicata 74.800 0 0 0
Calabria 1.849.496 1.696.202 1.688.532 1.566.284
Italia meridionale 9.927.288 9.659.429 8.921.754 9.403.117
Sicilia 1.811.600 2.079.546 2.260.968 1.815.527
Sardegna 647.764 499.346 554.990 550.537
Italia insulare 2.459.364 2.578.892 2.815.958 2.366.064
ITALIA 20.686.009 20.530.432 19.571.411 20.206.216
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Campania, è la seconda produttrice di patate a livello nazionale
(2.492.154 di tonnellate pari al 12% della produzione nazionale)
e presenta oggi l’organizzazione produttiva e commerciale più
sviluppata. Fra i punti di forza, si può segnalare la crescita di un
rapporto interprofessionale che ha consentito di indirizzare le
scelte di carattere sia agronomico che commerciale. In Emilia
Romagna hanno sede anche le maggiori strutture di
conservazione e trasformazione del prodotto, che consentono di
regolare durante un lungo periodo di tempo l’immissione di
prodotto sul mercato.
Fig. 1.1 Produzione media di patate nelle principali aree
produttive
Emilia Romagna
12%
Calabria 8%
Puglia 9%
Veneto 7%
Campania 21%
Abruzzo 8%
Altre regioni
25%
Sicilia 10%
Fonti: elaborazione dell’autore
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1.3. ASPETTI MORFOLOGICI E CHIMICI DEL
TUBERO
1.3.1. Morfologia
In senso botanico, il tubero può essere considerato una parte del
fusto sotterraneo adattato per l’accumulo di sostanze di riserva,
cioè uno stolone allargato. I rudimenti delle squame fogliari
alla cui ascella si generano le gemme (occhi), possono o meno
essere visibili sulla buccia. Ogni “occhio” ha più di una gemma
e la buccia è anche cosparsa di lenticelle, considerabili come
stomi del tubero.
Nel tubero si distinguono: una parte dorsale più o meno
convessa, una parte ventrale più o meno appiattita, un ombelico
(punto di attacco dello stolone) ed una testa, opposta
all’ombelico e che raccoglie le maggior parte delle gemme.
Queste sono disposte sulla superficie del tubero secondo una
spirale a spire tanto più ravvicinate quanto più ci si avvicina
alla testa. Se si sopprime qualche gemma, queste è rimpiazzata
da gemme di sostituzione. Non tutte le gemme di un tubero si
evolvono in un fusto. Le gemme più vigorose sono quelle
disposte sulla “testa”.
Taluni aspetti morfologici del tubero (forma, dimensione, poca
profondità degli “occhi”, ecc.) sono fondamentali ai fini della
qualificazione del prodotto, anche in funzione della destinazione
dello stesso prodotto (consumo diretto, trasformazione industriale,
ecc.).
1.3.2. Composizione chimica
La composizione chimica del tubero (vedi tabella 1.4) varia in
funzione delle condizioni climatiche, del terreno, della varietà,
delle condizioni colturali e delle condizioni di conservazione. Il
contenuto in materia secca può variare dal 10% al 35% ed è
distribuito in percentuale che aumenta passando dalla buccia alla
parte di polpa sottostante, per poi diminuire proseguendo verso la
parte centrale del tubero. I maggiori costituenti della materia
secca sono rappresentati dai glucidi totali il cui contenuto varia
dal 10 al 30%. Tra l’amido (il principale componente dei glucidi)
e gli zuccheri semplici esiste un equilibrio che può esser
modificato, per esempio, dalla temperatura di conservazione dei
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tuberi. Infatti durante la conservazione a bassa temperatura
l’amido si idrolizza in zuccheri semplici; al contrario, patate
conservate al freddo, se riportate a temperature più elevate
diventano più ricche di amido, in conseguenza della reazione
opposta che porta ad un aumento di polisaccaridi a spesa degli
zuccheri semplici.
* In mg/100 g.
L’amido di patata (fecola) è amido quasi purissimo che si forma
durante il giorno, alla luce; successivamente esso viene
solubilizzato, trasportato e ridepositato in forma solida nei tuberi.
La maggiore quantità di granuli d’amido si trovato in prossimità
del cambio, nella parte periferica del midollo e nella parte interna
della corteccia, la zona più interna appare spesso translucida
perchè più povera di amido. La quantità di amido presente nel
tubero di patata è inversamente correlata con la fertilità delle
patate.
L’amido di patata gioca un importante ruolo sia nell’industria
alimentare che in molti altri settori come quello cosmetico,
cartario e anche nella produzione di alcool.
Tab. 1.4 Composizione chimica dei tuberi di patata
Contenuti (%) su 100g
Sostanze Range Media
Sostanza secca 13,1-36,8 23,7
Amido 8,0-29,4 17,5
Zuccheri riducenti 0,0-5,0 0,3
Zuccheri totali 0,05-8,0 0,5
Fibre 0,17-3,48 0,71
Azoto totale 0,11-0,74 0,32
Proteine grezze 0,69-4,63 2
Proteine azotate in azoto totale 27,3-73,4 54,7
Nitrati 0,0-0,05 /
Lipidi 0,02-0,2 0,12
Ceneri 0,44-1,87 1,1
Acidi organici 0,4-1,0 0,6
Acido ascorbico* 1-54 10-25
Glicoalcaloidi* 0,2-41 3-10
Composti fenolici* 5-30 /