2
stato imbarcato, cos fu ordinato a Riccardi di andare al suo posto. Carlo
non voleva andare perchØ non aveva mai fatto una fotografia professionale,
ma doveva andare e basta, cos gli misero in mano una Rolleicord.
All epoca mettere a fuoco significava: impostare l obiettivo su una certa
distanza, con un metro si misurava la distanza dal soggetto e ci si
posizionava, quindi si era pronti per scattare la fotografia. Tutto era gi
pronto, anche l orario era molto importante, alle 10:30 doveva scattare le
foto perchØ in quel momento la luce era perfetta. Una volta l , i reclusi si
sedevano e Carlo scattava una fotografia di fronte e di profilo:
praticamente le sue prime fotografie furono detenuti.
Questo grande fotografo ha vissuto moltissime esperienze, non sempre
belle come quando una volta alla Stazione Termini nel 1941, mentre faceva
delle fotografie venne arrestato poichØ a quel tempo la libert era un bene
raro e la fotografia era un’espressione di libert non consentita. Venne
rinchiuso in una cella insieme ad altre persone che gli raccontarono come
altri loro compagni di prigionia erano stati chiamati fuori e non erano mai
piø ritornati. Quando fu chiamato Carlo, senza sapere il perchØ, si fece
riconoscere e una volta fuori cap che era stato liberato grazie al suo
superiore che era appunto il maggiore fascista. Quella esperienza fece
comprendere a Riccardi quanto miserabile era il periodo storico che stava
vivendo, dove la libert poteva costare molto cara.
Dopo la Liberazione di Roma, Carlo fece un viaggio molto particolare.
Un giorno mentre camminava tranquillo per Roma vide un truck pieno di
soldati americani che chiedevano indicazioni per arrivare a Livorno, che
ancora attendeva di essere liberata. I passanti non capivano cosa
chiedevano tranne Carlo che sapeva qualche parola di inglese, insegnatagli
dalla madre. Si avvicin e disse loro che quella er a la strada sbagliata
3
dando l’indicazione sulla giusta via da seguire. I soldati, rendendosi conto
che una persona che conoscesse l’inglese era una cosa rara, decisero che
era meglio portarlo con loro e quindi lo presero letteralmente di peso e lo
portarono con loro eleggendolo navigatore. Arrivati a Ladispoli si
cominciavano gi a vedere i cartelli con l indicazi one per Livorno e Carlo,
che non voleva andare con loro fin lassø, con la scusa di dover andare al
bagno riusc a dileguarsi. Ma adesso aveva il problema di trovare un modo
per tornare a casa, quindi si rimise sulla strada per fare l’autostop. Si ferm
un truck americano che andava a Napoli e Carlo accett il passaggio ma il
truck prosegu fino a Napoli. Il camionista era diretto al porto e perci
lasci l Carlo. Arrivato al porto partenopeo,
Carlo chiese cosa doveva fare e un napoletano
gli chiese a sua volta se voleva fatic e cos
lavor come scaricatore di porto (Fig. 1). A
diciassette, diciotto anni portava pesi di mezzo
quintale sulle spalle.
Figura 1 - Tessera di scaricatore di porto
Tornato a Roma venne contattato dal fotografo dove lavorava, in quanto
serviva una persona che facesse le fotografie e che sapesse colorarle con le
aneline perchØ gli americani avevano scoperto queste fotografie colorate e
le volevano cos , non era commercializzata ancora la fotografia a colori per
loro era una novit . 3
3
Da intervista a Carlo Riccardi del 12 settembre 2006
4
In quegli anni Riccardi frequentava il Gran CaffŁ Italia situato sotto i
portici di Piazza della Repubblica allora Piazza dell Esedra, dove nel 1945,
aveva sede il piø sofisticato centro di ristoro per i soldati americani, che nei
loro giorni di riposo a Roma avevano occasione di comprare quegli oggetti
cos detti di conforto. Questi posti di ristoro erano chiamati P.X. In questi
locali Carlo svolgeva il suo lavoro, lavoro che gli era stato insegnato da
Saro Mirabella maestro di Renato Gottuso. Il suo lavoro di ritrattista al
P.X. era intenso, vi erano giorni in cui non si trovavano dieci minuti per
mangiare. Accanto a lui c era il pittore Grazioso David. Le ore di riposo le
passava a parlare con i ragazzi venditori ambulanti, fuori del Gran CaffŁ
Italia. Erano ragazzi che svolgevano le piø svariate attivit : vi erano gli
schoe schine (i venditori di sigarette) o gli accompagnatori (piccole guide
che si prestavano ad accompagnare i soldati in visita alla citt ). I soldati
americani quando arrivavano a Roma come prima cosa volevano far
sviluppare le fotografie che avevano scattato al fronte, Carlo ebbe cos
l occasione di vedere le prime fotografie di Mussolini e della Petacci dopo
la fucilazione di Piazza Loreto.
Durante il suo lavoro aveva spesso occasione di fare amicizia con i
soldati americani, e migliorava cos il suo inglese (aveva con sØ un
libricino dove annotava le parole piø difficili). Una di queste parole era
fischio, wistle non riusciva proprio a pronunciarla bene. Un giorno gli
capit un sergente, cui chiese di spiegargli la pr onuncia di wistle. Per tutta
la sera andarono nei locali di Trastevere, in visita notturna ai Fori
Imperiali, alla Fontana di Trevi, al Colosseo e a San Pietro. Insomma una
serata indimenticabile per il sergente americano, e la sera quando si
lasciarono, lo chiamava Fischio ossia wistle, anc he se fino alla fine Carlo
5
aveva dimenticato il patto che in cambio della guida gli avrebbe insegnato
a dire fischio in inglese.
Il giorno dopo Carlo si affrett per andare via pri ma dal lavoro, prese una
carrozzella a Piazza dell Esedra e stava per dare l indirizzo al cocchiere
quando arriv Fischio: Ah, ben, molto bene, questa sera andiamo in giro
in carrozzella , 4 e per tutta la serata andarono in giro per Roma. Prima
Trastevere, dove tutti i locali aperti ricevettero una loro visita, da Cesaretto
alla Cisterna. Trastevere era il quartiere di Carlo, abitava in via della Scala
al 75, ci pass piø volte davanti nella speranza di mollare Fischio, ma
questi non ne voleva sapere. Erano le cinque del mattino e stavano ancora
parlando seduti sui gradini della fontana di piazza Santa Maria in
Trastevere. La bella piazza con la chiesa creava uno scenario perfetto:
aspettare l alba prima che Fischio tornasse al fronte. Ogni tanto Fischio gli
diceva qualcosa che aveva a che fare con la guerra, con i suoi parenti, ma
questo per Carlo era arabo ; il cocchiere gli chie deva se poteva andarsene
a casa, era stanco anche lui. Cos mentre li accompagnava verso il Foro
Italico, dove dormiva Fischio, si addorment piø vo lte. Anche Carlo si
addorment piø volte.
Un pomeriggio mentre Riccardi stava eseguendo degli acquarelli, entr
un gruppetto di soldati che lo chiam Fischio e g li disse che Fischio
aveva detto loro che poteva accompagnarli a visitare la citt e che sapeva
come far passare una bella serata a Roma. Carlo cerc di spiegare che per
Fischio era stato una cosa tra amici e che non era un accompagnatore di
nottambuli. Si offesero e gli dissero che in cambio gli avrebbero insegnato
a fischiare, cioŁ a dire fischio in inglese.
4Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob. (a cura di), Carlo Riccardi I Tempi Belli Della Vita, Roma,
2006
6
Accompagnare un americano in giro per Roma era stata una cosa pesante,
ma ora accompagnare un plotone era piø difficile, comunque cominciarono
il giro partendo da Piazza Colonna, dal CaffŁ Berardo sotto la Galleria, che
era stata requisita ed adibita a Centro di Informazioni per gli americani, poi
Piazza Venezia, il balcone di Mussolini, via dei Fori Imperiali dove
avevano sfilato per Hitler i soldati italiani, il Colosseo e quindi il Lungote-
vere, San Pietro e ancora fontana di Trevi. Li port in giro senza itinerario,
partiva da una parte e andava da un altra.5 Carlo spiegava loro la storia
studiata sui libri che suo padre vendeva sulla sua bancarella. Infatti era lui
che doveva leggere almeno poche pagine dei libri che arrivavano, poichØ
suo padre aveva l abitudine di dire ai clienti cosa c era scritto.6
A notte alta, gli americani lasciarono Riccardi in piazza Trilussa,
dandogli 20$ e un minuscolo pacchetto e gli dissero: Te lo manda
Fischio , scart il pacchetto e c era un fischietto , si mise a ridere e torn a
casa. Di questi gruppetti ne vennero molti, tutte le volte: Fischio e Carlo
doveva accompagnarli in giro per Roma.7 Ad un certo punto gli venne
un idea: fotografare i monumenti e stampare le fotografie in un formato
piccolo (6x9), tipo cartoline, legarle insieme e metterle nello studio, cos
gli americani le avrebbero comprate per spedirle a casa.8 Una sera ad un
gruppetto che lo lasciava per andare al fronte Carlo chiese: Ma Fischio
quando viene?
Chi Fischio? dissero
Ma come non vi manda Fischio?
Non capire pais ? 9
5
Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 40
6
Conti S. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 70
7
Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 41
8
Da intervista a Carlo Riccardi del 12 settembre 2006
9Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob., Carlo , op. cit., pag. 41
7
Fischio era morto, glielo disse un sergente dopo tre gruppi. Forse Ł cos ,
ma Carlo ancora oggi crede che Fischio sia vivo e che gli avevano detto
che era morto poichØ non sapevano chi fosse Fischio.
Finita la guerra, Carlo Riccardi in maniera molto particolare continuava a
fare la guida turistica , infatti un giorno un cer to Carrani si avvicin a lui
e gli chiese se aveva voglia di fare un viaggio a Cassino, Riccardi visto che
era tanto tempo che non vedeva il Monastero, accett e si diedero
appuntamento alla Stazione Termini.
Questo Carrani si present con un camioncino vecchi o e malandato con a
bordo sessanta polacchi, probabilmente erano i primi polacchi che
visitavano i loro caduti al cimitero di Cassino; Carlo doveva illustrare i
monumenti di Roma. Questo Carrani, in seguito torn , con un vero
pullman turistico con su scritto CARRANI e anche questa volta chiam
Riccardi per fare da guida.
Cos tutti volevano Carlo Riccardi, che inoltre fotografava i turisti vicino
ai monumenti e visto che nel periodo subito dopo la guerra i fotografi
erano rari, Carlo con la sua macchina sempre attaccata al collo, era
praticamente conteso.
L Anno Santo 1950 Riccardi lo dedic a fotografare turisti.
A Riccardi e ad altri fotografi del suo tempo spetta il merito (anche se
non riconosciuto ufficialmente) di aver portato Roma nel mondo.
Infatti lui insieme ad altri raccoglievano le fotografie di tutti i monumenti
di Roma, le mettevano insieme e andavano sui treni a venderle. Una volta
Riccardi arriv addirittura in Germania, per far co noscere Roma e tutto
questo ancora prima della comparsa dei primi depliant. A conferma di tutto
questo, Riccardi conserva molto gelosamente, una targa mandatagli da un
8
canadese con su scritto: A Carlo Riccardi che ha c ontribuito a portare la
cultura italiana nel mondo .
Le fotografie di Carlo non sono arrivate solo in Germania, in America e
in Canada, ma addirittura in Giappone. Infatti un giorno un giapponese
chiam Riccardi e gli chiese di mandargli le fotogr afie che aveva di Roma
per farne una guida turistica. Qualche tempo dopo gli arriv questa guida
turistica in giapponese e Riccardi vi riconobbe il suo nome sotto le
fotografie10.
Era il periodo dei primi anni della Repubblica, del boom economico, del
neorealismo, delle grandi produzioni di Cinecitt , della Dolce Vita .
Carlo Riccardi quegli anni li vive da protagonista fotografando tutti i
personaggi famosi che passavano per la citt etern a: artisti, intellettuali,
attori, re e regine. E l in Via Veneto, via Condotti, piazza di Spagna, che
comincia l avventura del primo paparazzo della Do lce Vita, ma anche
della documentazione di un epoca.11
Per Riccardi la dolce vita era: Una rivoluzione me ntale. Si doveva
scordare la guerra, il fascismo. E poi era un occasione per lavorare. Gli
americani avevano i soldi e tutto ruotava intorno a quella via. Se un attrice
voleva farsi notare doveva venire l . Lo stesso per aspiranti scrittori e
registi. Per tutti Via Veneto era tutta Roma . 12
Carlo Riccardi alla domanda come nasce la Dolce Vita risponde che se
non ci fossero stati Ennio Flaiano, il suo fotografo Carlo Riccardi e
Cardarelli al CaffŁ Strega nel 1946-47-48, il film la Dolce Vita non
sarebbe mai esistito. E una storia che parte da tre soggetti: un poeta,
Cardarelli che attirava i giornalisti, Ennio Flaiano, uno scienziato della
10
Da intervista a Carlo Riccardi del 12 settembre 2006
11
www.carloriccardi.it, note biografiche
12
Saletti S., Carlo Riccardi, in: Italiani, 1994, pag. 39
9
parola, amico del pap di Carlo, che lo prende come suo fotografo e una
contessa che Ł stata a via Veneto dal 1944-45 fino a che gli americani
partirono. Questa contessa organizzava feste, faceva delle riunioni per
portare un po di gioia ai soldati che tornavano dal fronte e che Riccardi
fotografava a Villa Borghese, via Veneto, via Condotti e poi le pubblicava
su un giornale che si chiamava Le tour de Rome . 13
Riccardi era un vero gentiluomo della fotografia che prima di fare uno
scatto ad un attrice faceva e fa tutt ora il baciam ano, ne Ł testimone Sophia
Loren. Per questo non pu essere considerato un pap arazzo, semmai un
pappatacio, come lo chiam Amintore Fanfani che us questa parola per
indicare Carlo e alcuni suoi colleghi mentre lo assediavano durante una
cerimonia. Piø tardi fu Ennio Flaiano, l alter ego cinematografico di
Federico Fellini, a coniare paparazzo un termine che la Dolce Vita rese
famoso. Il pappatacio ha spiegato Flaiano a Carlo Ł un moscone, tipo
mosca cavallina, che se pizzica porta due giorni di febbre alta e in certi
dialetti questo insetto viene chiamato paparazzo . 14
Il re dei paparazzi ha praticamente fotografato t utti, Rossellini, Fellini,
Visconti, De Sica, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Tot ,
Mastroianni e molti altri, i piø grandi, alcuni di loro conosciuti e
fotografati ancora prima che diventassero famosi, come la prima foto che
scatt a Sophia Loren, quando aveva diciotto anni.
Un giorno arriv con l autobus in via Veneto per f are un servizio
fotografico e quando Riccardi si present , rispose: Ah! ti chiami Carlo.
Ne ho appena conosciuto un altro che, se mi va bene 15
13
Da intervista a Carlo Riccardi del 27 settembre 2006
14
Conti S. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 42
15www.carloriccardi.it, il re dei paparazzi
10
Si riferiva all incontro con il noto produttore Carlo Ponti con il quale, di
l a poco, inizi la famosissima storia d amore, ta nto celebre e scandalosa
per l Italia dell epoca. Un giorno per fotografarli insieme, Carlo sal su un
aereo con loro e riusc ad immortalare un loro bacio con l obiettivo della
Rolley, nascosto tra i sedili.16
¨ bello ricordare anche l incontro con Federico Fel lini. Carlo lavorava in
un piccolo locale di Via Condotti messogli a disposizione da un dipendente
di Bulgari. Su quelle strade c erano molte persone in fila per farsi fare un
ritratto a matita da un ritrattista ambulante e Riccardi amava fotografarle
per poi correre nel suo studio, sviluppare queste fotografie, colorarle e poi
rivenderle. La cosa irrit non poco il tizio , ma il fotografo lo conquist
con la sua simpatia facendosi perdonare con caffŁ, latte e dolcetti .
Questo simpatico tizio altri non era che il grand e Fellini. Da allora
diventarono buoni amici, tanto Ł vero che molte volte Fellini gli chiese di
andare a lavorare insieme a lui, ma questo tipo di lavoro non faceva per
Carlo. Avrebbe fotografato solo vip e non tutte le sfaccettature del mondo
romano che tanto lo incuriosivano. Fu una amicizia duratura, interrotta solo
dalla morte del grande regista. La sua ultima fotografia gli fu infatti
scattata proprio da Riccardi.17
Molto curiosa Ł anche la foto di Tot che fotografa Riccardi con la sua
piccola Canon perchØ il principe gli confess , che stava diventando
cieco e non poteva fare fotografie, cosi Carlo gli fece da maestro e con
quella minicamera permise a Tot di vantarsi fotogr afo con Edoardo De
Filippo.18
16
www.carloriccardi.it, il re dei paparazzi
17
Da intervista a Carlo Riccardi del 12 settembre 2006
18Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 26
11
Il suo archivio (un patrimonio preziosissimo in cui Ł facile e
meraviglioso perdersi) conta oltre un milione di immagini, che ritraggono
divi dello spettacolo, personaggi politici e
intellettuali, ma anche scene di vita quotidiana
che possono raccontare gli ultimi sessant anni
di vita del Bel Paese: dai lavoratori sparsi per
l Italia alle donne benzinaio (Figura 2) del
dopoguerra, passando attraverso capi di Stato,
cerimonie, scene piø o meno ufficiali, mezzi di
trasporto, oggetti d epoca, dettagli a non finire.
E non Ł tutto; il fascino dell opera di Riccardi
non si esaurisce nella bellezza dello scatto nØ
tanto meno nello scoop.
Ogni fotografia ha un racconto inciso nella memoria del fotografo, una
descrizione anagrafica . Come la scatt , dove, qua ndo e perchØ, cosa
succedeva in quel posto o cosa diceva il personaggio; annotazioni da
cronista, da vero fotoreporter di attualit che sa cogliere tutti gli elementi
come un fotografo di scena e un diarista di costume.19
Carlo Riccardi ha poi lavorato per diversi giornali come il Giornale
D Italia, il Tempo, Famiglia Cristiana e tanti altri.
Riccardi pu essere definito oltre che l uomo dell a camera oscura ,
anche l uomo dei sei papi , in quanto la sua maest ria di fotoreporter lo ha
portato ad immortalare sulla pellicola fotografica Pio XII, Paolo VI,
Giovanni XXIII, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.20
Uno dei papi piø fotografato da Carlo Ł stato Giovanni XXIII fin da
quando era il cardinale Angelo Roncalli. Un gustoso aneddoto racconta che
19
www.carloriccardi.it, il re dei paparazzi
20
www.carloriccardi.it, note biografiche
Figura 2 - Prima donna gommista
12
un giorno il Cardinale Roncalli lo chiam da una pa rte e gli disse: cosa
mai ci fai con tutte quelle fotografie che mi scatti? gli rispose che tutte le
persone che erano accanto a lui compravano le sue fotografie. Dovresti
darmi una percentuale 21 disse il Cardinale bonariamente e con un sorriso
paterno gli porse la mano, e mentre Carlo si chinava per baciargliela, la
ritrasse, prese quella di Carlo e la strinse.
Nei giorni precedenti il Conclave, che lo avrebbe proclamato papa, il
Cardinale Roncalli abitava alla Domus Mariae, in Via Aurelia, dove
Riccardi era il fotografo ufficiale.
Il Cardinale scendeva le scale, salutava e partiva per il Vaticano. Il giorno
prima del Conclave il giornale commission a Carlo un servizio sul
Cardinale. Hai visto mai, diventasse Papa! Quel giorno, erano circa le due,
Riccardi lo incontr vicino l ascensore, era solo, lo saluta: Buongiorno
Eminenza. Come sta?
Un po stanco , rispose.
Gli chiese con insistenza se poteva fargli delle altre fotografie,
azzardando: Potrebbe diventare Papa...
Papa io? Ma stai scherzando! Non sia mai , 22 rispose.
Nei giorni successivi Carlo rimase in Piazza San Pietro in attesa del
risultato del Conclave. Finalmente vi fu la fumata bianca. Chi era il nuovo
Papa? Angelo Roncalli, Giovanni XXIII. Le sue fotografie fecero il giro
del mondo.
Questo straordinario fotografo ebbe la fortuna di conoscere un altra
eccezionale persona Karol Woytyla. Lo conobbe quando ancora studiava
teologia e a met degli anni settanta inizi a freq uentare le lezioni di
Nuova Catechesi , tenuto dallo stesso cardinale po lacco nella parrocchia
21Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 54
22Riccardi Ros., Riccardi M., Riccardi Rob. (a cura di), Carlo , op. cit., pag. 55
13
San Pio V all Aurelio. Negli incontri si parlava della Bibbia, del Vecchio
Testamento, un argomento rivoluzionario per quei tempi, quando si
sentiva parlare solo di Vangelo. Intanto fotografava il cardinale polacco in
ogni occasione finchØ nel 78 divenne Papa. Da quel giorno Carlo l ha
seguito in tutta Italia come un ombra: quindicimila scatti in totale,
nonostante non fosse il fotografo ufficiale del Pontefice. Ma c Ł di piø nel
suo archivio ci sono circa settecento foto che lo ritraggono insieme a
Giovanni Paolo II. A questo Pontefice Carlo Ł stato legato in maniera
particolare e il giorno del suo funerale era l alle cinque del mattino pronto
come sempre, con la macchinetta al collo, a svolgere il suo servizio e,
soprattutto, a salutare un uomo straordinario.23
La vena artistica di Carlo non si Ł espressa solo tramite la fotografia, ma
anche attraverso la pittura. Il colore, la luce, la forma sono state le fonti di
tutto il percorso artistico e professionale di Carlo Riccardi. La pittura Ł
l altra arte in cui Ł cresciuto per la presenza di tanti pittori stranieri ospitati
dal padre Mario, che gli diedero l occasione di avvicinarsi a questa forma
d espressione.
L’incontro e la frequentazione di alcuni importanti pittori, destinati di l a
poco a divenire piø che famosi: Cagli, Gottuso, Monachesi, Fazzini,
Montanarini lo spingono ad approfondire le proprie conoscenze del
disegno e della pittura.
Nel periodo della maturit entra in contatto con i pittori futuristi come
Saro Mirabella, Marasco e Gentilini, fotografa i loro quadri e lavora per
Marco Monachesi.
23
www.carloriccardi.it, re dei paparazzi
14
Gottuso concesse a Riccardi grande stima e gliela dimostr quando,
presidente della Giuria del Premio Via Condotti, gli assegn il premio 50
Pittori per un Manifesto .
Carlo Riccardi Ł pittore di quadri astratti e figurativi; dipinge usando
indifferentemente colori a tempera, acrilici e ad olio. Se i suoi paesaggi, le
case, gli interni paesani sono abbastanza riconoscibili Ł anche vero che i
suoi cerchi, le aste infisse in una dimensione spaziale, gli astrattismi spinti
fino ai limiti dell assurdo colgono impreparati.
Si sente - commenta Massimo Grillandi - che in Ric cardi, pittore dai
cromatismi sobri e pertinenti al tema senza inutili azzardi, la tendenza alla
conservazione del disegno, la tenace capacit di pe rsistenza in una certa
area tradizionale, vanno di pari passo con una marcata tendenza
innovatrice . 24
La sua originalit di pittore-filosofo, il suo sape r provocare e suscitare
interessi sempre nuovi, lo hanno reso protagonista di nuove tendenze; la
sua Idea di Quinta Dimensione che egli stesso definisce semplicemente
spontaneit fu ripresa da un manifesto e ebbe i s uoi poeti che la
definirono in modo vario: Oltrepassare immuni il l imitare Ł cogliere nel
vero delle cose (Ronci); E’ un modo diverso di pe nsare (Conti); Il
mondo pittorico di Riccardi Ł in contraddizione perpetua con se stesso e
con le forme costruite con la logica interiore di una sintassi pittorica
sempre sul punto di fare e disfare (Grillandi). 25
Particolarmente attento ai problemi sociali Riccardi viene nominato
Segretario Generale del Sindacato degli Artisti aderenti alla CISL, carica
che mantiene per quasi dieci anni.
24
www.carloriccardi.it, quinta dimensione
25
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