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suggeriscono risultati interessanti, tra i quali: una forte correlazione negativa tra la
soddisfazione sul lavoro e il tasso d’assenza e tra le retribuzioni e il comportamento
assenteista; incidenza delle caratteristiche individuali e dell’ambiente di lavoro: sesso, età,
stato civile ecc. sembrano essere importanti determinanti dell’assenteismo, in particolare i
lavoratori di sesso femminile, quelli sposati, i più giovani e i più anziani tendono ad avere
tassi d’assenza più elevati, così come la dimensione delle imprese appare essere correlata
positivamente con l’assenteismo.
Infine, nella terza parte viene eseguito uno studio empirico sulle determinanti
dell’assenteismo in una piccola banca calabrese, composta da 75 dipendenti distribuiti tra
la sede centrale e le diverse agenzie, che operano anch’esse nel territorio calabrese.
Per ogni dipendente si hanno diverse informazioni che vanno dai dati personali e
demografici tradizionali quali età, sesso, titolo di studio, residenza e sede di lavoro, alle
caratteristiche lavorative, che includono la tipologia contrattuale, la retribuzione annuale
lorda, il tasso medio d’assenza, l’anzianità media di servizio, e l’anno d’assunzione.
Inoltre, si hanno informazioni circa le caratteristiche del posto di lavoro quali il numero di
sportelli operativi e la dimensione di ciascuna sede allo scopo di verificare se le
caratteristiche del posto di lavoro summenzionate hanno un’incidenza sul tasso d’assenza:
si ipotizza un assenteismo più alto nella sede centrale, la quale avendo un numero di
dipendenti maggiori rispetto alle filiali si presume sia in grado di diversificare il rischio di
assenza più facilmente, a differenza delle sedi più piccole che dovrebbero registrare, per
ipotesi contraria, un numero di assenze più basso.
Inoltre, ai fini di un’analisi per unità stati utilizzati l’età media dei responsabili, la
frequenza media delle assenze dei responsabili e l’assenza media dei subordinati, per
osservare l’influenza di queste variabili sul comportamento assenteista dei lavoratori
(effetti di interazione di gruppo).
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La letteratura economica è stata considerata per la formulazione delle ipotesi di base del
nostro modello, molte delle quali, come vedremo, saranno confermate dai risultati ottenuti.
Le congetture prevedono: una correlazione positiva tra età e assenteismo, in quanto
all’aumentare dell’età aumenta l’assenza per malattia del lavoratore; una correlazione
negativa tra l’assenteismo e l’anzianità di servizio del lavoratore: all’aumentare degli anni
di tenure si presume che un lavoratore registri tassi d’assenteismo più bassi, dovuto agli
effetti degli aumenti salariali sul comportamento assenteista e, quindi, si ipotizza altresì
una correlazione negativa tra assenteismo e salari; un’influenza determinante dell’età e
della frequenza d’assenza dei responsabili sul comportamento d’assenza dei lavoratori, in
quanto il comportamento del manager può essere visto come un importante modello
comportamentale con un notevole impatto sulla cultura dell’assenza che si diffonde in un
gruppo; un tasso d’assenteismo maggiore delle donne rispetto ai maschi e dei cassieri
rispetto agli altri occupati, si pensa dovuto principalmente alle maggiori responsabilità
(familiari per i primi e lavorative per i secondi) di cui sono investiti e, per i soli cassieri, a
un alto livello di stress lavorativo, che li induce ad assentarsi con maggiore frequenza.
Come detto in precedenza, molte delle ipotesi summenzionate sono supportate dai risultati
ottenuti, dimostrando come le caratteristiche individuali, dell’ambiente di lavoro e di
gruppo svolgano un ruolo importante per i lavoratori sulla frequenza di assenza.
Il presente lavoro, dunque, può fornire un valido contributo all’analisi incentrate sulle
cause e sugli effetti dell’assenteismo del lavoratore nel settore privato.
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CAPITOLO I
ANALISI ECONOMICA DEI CONTRATTI
1.1
Incompletezza contrattuale:
razionalità limitata, opportunismo, asimmetria informativa
L’economia tradizionale o neoclassica assume che gli individui abbiano informazione
perfetta, razionalità illimitata e le transazioni tra gli agenti siano istantanee e senza costi, si
suppone cioè che esse siano regolate da un contratto completo. Quest’ultimo viene definito
tale se sono soddisfatti i seguenti requisiti:
- perfetta razionalità: le parti sono in grado di prevedere e specificare nel contratto tutte le
possibili circostanze che si verificheranno nel corso della transazione e stabilire le azioni
future;
- osservabilità: il rispetto degli obblighi contrattuali viene assicurato grazie alla capacità di
verifica di un’autorità esterna, giudice o tribunale (enforcement);
- sanzionamento dei soggetti inadempienti, in modo tale che ciascuna parte sia sicura di
ottenere la prestazione stabilita.
Tuttavia, rispetto a questo mondo ideale, nella realtà si contrappone un mondo diverso, in
cui i soggetti hanno razionalità limitata, che implica la presenza di lacune nei contratti e il
sostenimento di costi di transazione ex ante, per la raccolta e l’elaborazione delle
informazioni e, ex post per la misurazioni delle prestazioni e la verifica della corretta
applicazione del contratto; informazione incompleta e asimmetrica, e questo fa sì che le
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azioni degli agenti non siano perfettamente osservabili e/o verificabili e, per quanto
riguarda il sanzionamento, quest’ultimo dipende dal contesto istituzionale.
Dunque, in queste circostanze diventa impossibile realizzare contratti completi e, in
presenza di incompletezza contrattuale, i soggetti economici tendono a comportarsi in
modo “opportunistico”, cioè perseguono egoisticamente il proprio interesse, ma ricorrendo
anche alla violazione di prescrizioni se ciò si rivela utile per il raggiungimento del proprio
obiettivo. Tuttavia, il rischio di subire costi connessi all’opportunismo della controparte
può indurre le parti a non entrare in relazione, per cui la cooperazione e la realizzazione
dello scambio possono essere conseguite solo attraverso contratti incentivanti e vari
meccanismi istituzionali e organizzativi che inducono i soggetti economici ad adottare
comportamenti efficienti e, quindi non opportunistici, e a garantire il reciproco
adempimento contrattuale.
Come si vedrà, infatti, esistono diversi sistemi di incentivazione adottati dalle
organizzazioni che inducono il lavoratore a compiere l’azione che massimizza i benefici
economici della transazione.
Il capitolo è organizzato nel modo seguente: dopo aver definito la selezione avversa e
azzardo morale, viene presentato il modello standard principale-agente, che rappresenta il
fondamentale strumento formale per l’analisi dei problemi d’incentivazione, in quei
contesti caratterizzati da asimmetrie informative. Di questo modello vengono presentati
non solo gli aspetti generali e le caratteristiche, ma anche i limiti in quanto, come si vedrà
in seguito, il livello di efficienza associato alla situazione ideal-tipica di informazione
perfetta, nota come situazione di first best, risulta difficile da conseguire e, date queste
condizioni, il contratto d’agenzia permette di raggiungere un risultato di efficienza di
secondo best, inferiore al quello previsto dalla situazione ideale; nel quinto paragrafo viene
illustrata una delle tipologie contrattuali di incentivazione più diffuse, “gli schemi di
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remunerazione lineare”, a cui segue una descrizione dettagliata degli altri sistemi di
incentivazione effettivamente utilizzati nella realtà, visto che in molte situazioni i contratti
stipulati presentano caratteristiche diverse rispetto a quanto previsto dal modello
tradizionale: “contratti espliciti” che possono essere fatti rispettare tramite ricorso ad una
autorità esterna (multitasking, tornei e team) e, “contratti auto-vincolanti” o “contratti
impliciti” che delineano i comportamenti a cui ciascuna parte deve attenersi e, in caso di
opportunismo, sono previste infatti sanzioni economiche generalmente basate sulla
minaccia di licenziamento e sulla rinuncia ad ogni forma di collaborazione futura (salari di
efficienza, profili salariali crescenti con l’anzianità e valutazione soggettiva della
performance).
Il capitolo si conclude con un’analisi descrittiva circa i diversi interventi legislativi e
istituzionali che di fatto limitano i suddetti sistemi di incentivazione, nonché la libertà
dell’impresa a porre in essere “comportamenti opportunistici” nei confronti dei lavoratori:
si fa riferimento ai Regimi di protezione dell’impiego (RPI), al Contratto Collettivo
Nazionale del Lavoro (CCNL) e ai Sindacati, la cui finalità essenziale è disciplinare e
tutelare gli interessi dei lavoratori.
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1.2
Problemi tipici dell’economia dell’informazione:
azzardo morale e selezione avversa
Mentre nei modelli tradizionali si suppone che i soggetti economici abbiano a disposizione
informazioni perfette e distribuite in maniera simmetrica, sui mercati esistono asimmetrie
informative, per cui gli individui che entrano in relazione non dispongono delle stesse
informazioni.
Le due tipologie di asimmetria informativa sono l’azzardo morale e la selezione avversa.
Secondo l’economia dell’informazione
1
si ha un problema di selezione avversa (adverse
selection) o di opportunismo pre-contrattuale quando una delle due parti, definita agente,
prima della stipulazione di un contratto, dispone di migliori informazioni sulle proprie
caratteristiche o sulle caratteristiche del bene oggetto di transazione, rispetto all’altra parte
coinvolta nella relazione economica, detta principale.
Gli agenti in base alle loro caratteristiche vengono classificati in tipi, “migliori e peggiori”,
per cui quelli appartenenti ad una certa categoria tentano di farsi passare per qualche altro
tipo con caratteristiche migliori, danneggiando il principale. Con questo genere di
asimmetria informativa sul mercato tende ad essere scambiata solo la qualità peggiore
2
.
Si parla, invece, di azzardo morale (moral hazard) quando, successivamente alla
stipulazione del contratto, l’agente compie un’azione non osservabile dal principale che
1
L’economia dell’informazione è il primo dei due approcci dell’economia dei contratti, l’altro approccio è
noto come l’economia dei costi di transazione, che assume che le parti condividano le stesse informazioni,
ma queste non siano verificabili da un giudice. Il primo approccio, invece, pur mantenendo l’ipotesi di
perfetta razionalità degli agenti, si discosta dal modello neoclassico perché considera l’esistenza di
asimmetrie informative tra le parti coinvolte nella relazione economica.
2
Le implicazioni dell’asimmetria informativa sulla qualità del prodotto sono state analizzate per la prima
volta da George Akerlof (1970) , da cui il famoso modello di selezione avversa “modello di Akerlof” , noto
anche come modello “del mercato dei bidoni”, che dimostra come in presenza di asimmetria informativa, i
beni di bassa qualità allontanano dal mercato quelli di alta qualità: alla fine sul mercato vengono scambiate
solo auto di cattivo stato. Questo fenomeno rappresenta una rilevante causa di fallimento del mercato.
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influenza l’utilità di entrambi. L’agente pone in essere un comportamento sleale
perseguendo i propri fini a danno del principale, dal momento che quest’ultimo non può
osservare il comportamento dell’agente.
L’espressione azzardo morale nasce nell’ambito del mercato assicurativo e si riferisce al
fatto che una persona in possesso di copertura assicurativa ha meno incentivi a prendersi la
cura necessaria degli oggetti assicurati di una persona senza copertura
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.
Problemi di azzardo morale si riscontrano oltre che in questo mercato, anche all’interno
delle organizzazioni, ad esempio si può pensare ad un’impresa che assume un lavoratore e
che non ha la possibilità di controllare le sue azioni costantemente: il lavoratore, invece di
impegnarsi, potrebbe “fare shirking” ossia lo scansafatiche, magari leggendo il giornale o
quant’altro.
Altri problemi di azzardo morale possono sorgere anche in presenza di informazione
simmetrica, ma con l’impossibilità da parte di un’autorità esterna, responsabile
dell’enforcement del contratto, di verificare alcune delle variabili fondamentali.
In questo caso il principale, non potendo provare davanti un tribunale il comportamento
effettivo dell’agente, non può imporre il rispetto del contratto.
L’utilità del principale viene ridotta, così, dal comportamento dell’agente.
Da qui in avanti ci occuperemo solo di uno dei due problemi di asimmetria informativa,
ossia dell’azzardo morale nell’ambito del modello di agenzia.
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Pietro Garibaldi “Economia delle risorse umane” (Cap. VI pag. 119)