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Attuare una strategia competitiva imperniata sull’innovazione e
sul trasferimento tecnologico significa perseguire progetti ad
alto contenuto tecnico-scientifico, definire linee di sviluppo
congruenti con le diverse tipologie di domanda imprenditoriale
e di competenza, sostenere la capacità e la volontà di ricerca
ed innovazione offrendo valide opportunità di avanzamento
tecnologico.
Per reggere il confronto sul mercato globale, si adottano
strategie che applicano i risultati della ricerca a prodotti e
servizi innovativi, in modo da progettare l’avvio di spin-off, un
nuovo modo di fare impresa.
Gli spin-off possono essere aziendali o accademici; in questo
lavoro viene illustrato un caso del secondo tipo, in quanto la
società spin-off presa in esame scaturisce da un’idea nata nel
contesto della ricerca universitaria.
Il lavoro è mirato a presentare il Business Plan dello spin-off
“ECO RECYCLING”, alla cui elaborazione e stesura finale la
sottoscritta ha collaborato nell’ambito di uno stage. La nuova
società, coopartecipata dall’Università di Roma “La Sapienza”,
rappresenta la sintesi del trasferimento tecnologico dei risultati
ottenuti da studi dedicati allo sviluppo di processi innovativi per
il recupero delle pile a secco esauste. Tali studi hanno dato
luogo ad un brevetto a titolarità congiunta tra l’Università di
Roma “La Sapienza” (50%) e gli inventori (50%).
Il primo capitolo esamina la formulazione di una strategia di
trasferimento del know-how, evidenziando l’avvio degli spin-off
in generale ed in particolare di “ECO RECYCLING”.
Attraverso un’analisi interna della società e con il supporto del
Business Plan, presentato nei capitoli successivi, si intende
altresì denotare come il processo messo a punto sia il migliore
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tra quelli esistenti, da un punto di vista sia ambientale che di
efficienza di recupero.
Nel secondo capitolo si effettua un’analisi esterna, andando ad
evidenziare il settore di riferimento, ovvero l’ambiente in cui si
vuole operare. Nel caso in questione si tratta del riciclaggio dei
RAEE (Rottami di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche)
che non possono essere gettati in discarica per il contenuto di
sostanze, organiche ed inorganiche, di potenziale o riconosciuta
nocività.
Inoltre, si fa un’analisi dell’offerta, ovvero la descrizione di ciò
che si intende realizzare con l’aiuto di due società che hanno
aderito all’iniziativa imprenditoriale: Gruppo Servizi Ambientali
Srl (GSA) e Nova System Roma Srl; un’analisi della domanda,
andando ad evidenziare quali potrebbero essere i possibili
clienti; un’analisi dell’ambiente competitivo, ove si evidenziano
altri distributori di prodotti chimici (in Italia) ed altri impianti di
tipo idrometallurgico (in Europa), con particolare attenzione
agli aspetti legislativi in materia di impatto ambientale.
Nel terzo capitolo si analizzano i principali piani operativi del
Business Plan (tra cui il piano di marketing, il piano degli
investimenti, il piano del personale, il piano tecnico-produttivo)
e si procede ad una dettagliata analisi economica e finanziaria.
Nel piano di marketing si vanno ad evidenziare gli obiettivi di
vendita fino al 2013, in modo da tradurre le strategie di
marketing in obiettivi quantitativi atti a conferire credibilità ed
affidabilità all’intero Business Plan ed a rendere significativa la
valutazione di fattibilità.
Nel piano degli investimenti sono previste una serie di voci che
vanno a coprire le necessità delle fasi di avvio e di produzione.
Si possono distinguere tre aree di investimento, associate alle
6
rispettive strutture: amministrativa, commerciale e produttiva
(impianti).
Nel piano del personale si identifica il fabbisogno di unità di
lavoro per realizzare le attività identificate negli altri piani
operativi, in modo da ottenere una struttura organizzativa
adeguata ad affrontare il business che la nuova iniziativa
imprenditoriale intende sviluppare.
Nel piano tecnico-produttivo si progetta e si realizza un
processo il cui risultato sono prodotti/servizi rispondenti ai
requirement dai quali ha tratto ispirazione la nuova idea
imprenditoriale; si presenta, inoltre, un’accurata analisi del
piano dei costi.
L’analisi economica e finanziaria, sezione nodale del Business
Plan, consente di effettuare una valutazione ex-ante della
convenienza dell’investimento. Si analizzano, infatti, la
fattibilità economica e finanziaria, gli indici di valutazione
aziendale ed il break even point, importante soprattutto in fase
di avvio, che permette di valutare la convenienza o meno
dell’idea imprenditoriale.
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CAPITOLO 1
La strategia
competitiva
del trasferimento
del know-how
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Con l'espressione "trasferimento tecnologico" si indica la
condivisione di conoscenze, tecniche e strumenti fra centri di
ricerca, laboratori e imprese. Le parole chiave sono:
valorizzazione, disseminazione, sfruttamento di know-how e di
risultati della ricerca in applicazioni industriali innovative.
La necessità di promuovere il trasferimento dell’innovazione
tecnologica dal mondo della Ricerca a quello dell’Industria si è
fatta sempre più pressante, soprattutto in questi ultimi dieci
anni, in cui si è andata affermando la globalizzazione dei
mercati.
1
L'assunto di partenza è che il trasferimento tecnologico avvenga
attraverso l'interazione di un sistema di attori, che intervengono
a sostegno dei puri meccanismi di mercato qualora l'incontro tra
domanda e offerta di tecnologia non avvenga spontaneamente.
Il trasferimento tecnologico è un flusso che sposta tecnologia (o
conoscenza, in generale) dalla fonte (enti pubblici e privati di
ricerca, università, ecc.) all’utilizzatore (imprese produttrici di
beni e servizi), in un certo intervallo di tempo, attraverso
appositi canali (di comunicazione, logistici, distributivi).
Il trasferimento di tecnologia deve anzitutto poggiarsi su una
rete di comunicazione e di scambio d’informazioni tessuta dagli
attori interessati.
Il trasferimento tecnologico non è interpretabile come un
processo lineare tra detentore e destinatario delle conoscenze
(scientifiche e tecnologiche), né si può ritenere che l’efficacia di
del trasferimento dipenda, sostanzialmente, dalla mancanza di
asimmetrie informative.
1
http://www.ipzs.it/bdtt/bdtt/.
9
Piuttosto, si tratta di un processo bidirezionale, che implica una
relazione tra gli attori, la cui efficacia dipende anche dai
contesti e dai linguaggi utilizzati dai soggetti coinvolti.
2
Le problematiche relative al trasferimento tecnologico sono
essenzialmente legate alla individuazione dei potenziali
destinatari, alla capacità di comunicare le funzioni assolte dalla
tecnologia e alla capacità di appropriarsi del valore della
tecnologia trasferita.
L’efficacia del trasferimento tecnologico dipende, in buona
misura, dalla qualità del know-how nonché dai processi di
apprendimento avviati all’interno dell’organizzazione che ne
determinano, in ultima analisi, le opportunità di accesso alle
fonti esterne dell’innovazione.
Le dinamiche e gli esiti del trasferimento di conoscenza
dipendono, in larga parte, dalle caratteristiche della conoscenza
stessa; in particolare, si fa, qui, riferimento alla dicotomia tra
conoscenza tacita e conoscenza esplicita o articolabile.
3
In generale, si suppone che la conoscenza sia tanto più
facilmente articolabile, e dunque trasferibile, quanto più essa si
muova ad alti livelli di generalità.
Al contrario, quanto più la conoscenza è localmente prodotta,
tanto più essa sarà di difficile codificazione, rendendo così
arduo ogni tentativo di trasmissione del sapere.
Pertanto, il trasferimento della conoscenza risulta anzitutto
legato al contesto in cui essa ha origine.
La valorizzazione economica della ricerca rappresenta uno
strumento fondamentale per promuovere l'affermazione
dell’innovazione e accelerare la diffusione della conoscenza. Ma
2
http://economia.unipr.it/mktg/2006/Baglieri-paper.pdf.
3
http://odl.casaccia.enea.it/FADIIIGen/documentazione/
Tesi%20Calderaro.pdf.
10
quali sono le strategie più efficaci per applicare i risultati
dell'attività di ricerca a prodotti e servizi in grado di affrontare,
con successo, le sfide competitive del mercato globale?
E’ questa la domanda fondamentale alla base della
progettazione e dell'avvio degli spin-off, espressione, come
detto, di un modo nuovo di "fare impresa".
4
In campo economico-aziendale, lo spin-off identifica
l’operazione di scorporo di un’azienda, che si rende
indipendente da un’altra, generalmente di dimensioni maggiori.
Nel campo della tecnologia, lo spin-off identifica l’applicazione di
una nuova tecnologia ai fini dello sviluppo e della messa a
punto di un nuovo prodotto, di un nuovo servizio o di un nuovo
processo.
Lo spin-off delle Università identifica invece una società di
capitali che nasce con l’obiettivo di dare uno sbocco industriale
ed una ricaduta di mercato ad un’idea originata nel contesto
della ricerca accademica.
I rapporti tra Università e spin-off sono regolati da apposita
convenzione, che disciplina l'utilizzo di spazi, attrezzature e
personale, nonché gli impegni di trasferimento tecnologico.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il Business
Plan dello spin-off “ECO RECYCLING”, alla cui elaborazione e
stesura finale la sottoscritta ha contribuito fattivamente nel
corso di uno stage trimestrale effettuato presso il Dipartimento
di Chimica dell’ Università “La Sapienza” di Roma.
La proposta di spin-off si basa sulla possibilità di costituire una
società a partire dal trasferimento di risultati scaturiti dallo
studio, ad elevato contenuto tecnologico, di processi industriali
innovativi per il recupero di materie prime (dalle pile a secco
4
Compagno C., Pittino D., “Ricerca scientifica e nuove imprese”, Torino Isedi,
2006.
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esauste) e dalle competenze del gruppo di progetto nel settore
dell’impiantistica industriale.
L’iniziativa ha avuto come elemento costitutivo per la sua
nascita la copertura brevettale - effettuata da “La Sapienza” di
Roma (50%) e da inventori afferenti all’Università dell’Aquila e
all’Università di Ancona (50%) - di un processo idrometallurgico
per il recupero di materiali di valore da pile alcaline esaurite.
Il progetto, denominato inizialmente “Pile Verdi”, è stato
dapprima supportato dalla Filas, che ha permesso di effettuare
una approfondita analisi di mercato e di sviluppare un
dettagliato Business Plan, e, poi, promosso e finanziato dal
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica.
Presso “La Sapienza” si è formato un gruppo di studio che ha
affrontato questi problemi ed è stato messo a punto un
processo chimico completamente ingegnerizzato, brevettato,
per lo smaltimento delle pile, con recupero di Zinco e
Manganese, in condizioni ottimali sotto il profilo economico e
della sicurezza.
Il processo è estendibile ad altre tipologie di rifiuti.
La costituenda società spin-off ha come scopo principale il
trasferimento tecnologico, dal mondo accademico al mondo
imprenditoriale, dei risultati della ricerca svolta nelle sedi di
afferenza delle componenti universitarie coinvolte nell’iniziativa
imprenditoriale.
In particolare, si tratta dello sviluppo di processi industriali
innovativi per il recupero, mediante trattamento
idrometallurgico, di materie prime da materiali di rifiuto di
origine industriale e non.