mantenere i tassi ad un livello basso (Marvin Goodfriend, 2006).
I grandi afflussi di capitale e la volontà di tenere fisso il cambio hanno portato ad un brusco
incremento degli aggregati monetari tramite la sterilizzazione. In risposta alla sostenuta
crescita di M2 la PBC ha incrementato i tassi di riferimento sui depositi e sui prestiti
bancari. Nonostante l'inefficacia di tali decisioni nel controllare la crescita degli aggregati
monetari, la banca centrale è riuscita a contenere le variazioni nelle riserve in eccesso a
partire dal 2005.
Le autorità hanno cercato di sterilizzare parte degli afflussi in valuta, e hanno fatto ricorso
ai coefficienti di riserva obbligatoria e a controlli amministrativi per controllare il credito.
La PBC è riuscita a contenere i costi della sterilizzazione grazie alle restrizioni sui capitali
che ancora persistono e che permettono ai tassi d'interesse cinesi di divergere
significativamente dai tassi internazionali. Questo ha permesso alla banca centrale di
vendere i propri titoli alle banche commerciali statali a tassi d'interesse strettamente
correlati a quelli dell'interbancario interno, a loro volta minori di quelli sulle riserve
internazionali (Bernard J. Laurens).
Il settore bancario sta crescendo anche grazie all'alto tasso sui risparmi, alla fiducia dei
depositanti e alla carenza per questi ultimi di alternative di investimento (i mercati
obbligazionari e azionari cinesi sono tra i meno sviluppati al mondo). Come risultato, la
percentuale del credito rispetto al Pil è tra le più alte1.
Data l'importanza del settore bancario nell'efficace funzionamento del meccanismo di
trasmissione, è fondamentale che la transizione verso un modus operandi più orientato alle
dinamiche di mercato avvenga con decisione e sotto la supervisione di autorità che
regolino le scelte degli intermediari per evitare fenomeni di moral hazard.
L'attuale allocazione dei capitali sembra essere sub-ottimale. Le imprese statali e a
partecipazione statale continuano ad assorbire gran parte dei fondi forniti dal settore
finanziario, mentre le imprese private ricevono solo una bassa percentuale del totale del
credito2 (solamente il 27%). Inoltre, la scarsa capitalizzazione del mercato azionario e le
poche emissioni obbligazionarie delle società non aiutano un efficiente allocazione dei
capitali3.
La crescente apertura e consistenza dell'economia cinese nello scenario internazionale ha
reso ancor più importante il mantenimento della sua stabilità attraverso politiche
economiche opportune che tengano presente le difficoltà finanziarie e le circostanze
istituzionali nelle quali opera. L'esistenza di sopravvenienze fiscali passive, nonostante i
livelli di deficit e di debito pubblico a bassi livelli rispetto alla media dei paesi sviluppati,
rende difficile attuare un efficace politica fiscale (Eswar Prasad, 2006). L'utilizzo della
politica monetaria diventa, dunque, strumento prioritario nel gestire la politica economica
del paese, sia in condizioni normali, sia in caso di shocks esterni o interni. Considerando
essenziale per l' indipendenza (e quindi efficacia) della politica monetaria un regime di
cambi flessibili, analizzeremo nel primo capitolo lo stato attuale, a questo riguardo, di un
paese come la Cina. Sempre nel primo capitolo daremo un rapido sguardo al sistema
bancario e al mercato interbancario come parti essenziali per il buon funzionamento di una
politica monetaria.
Nel secondo capitolo prenderemo in considerazione l'enorme afflusso di capitali esteri
(capitali speculativi americani prima e surplus commerciale a partire dal 2004) che ha reso
negli ultimi anni difficile il perseguimento di una politica monetaria indipendente e,
simultaneamente di un tasso di cambio fisso4. In tale situazione, se viene data priorità
1 Alla fine del 2002, la quota di credito interno rispetto al Pil era circa al 160% in Cina, mentre era al 140%
in Giappone e a meno del 100% negli USA.
2 Le imprese private sono il motore della crescita cinese, contribuendo al 52% del Pil).
3 Uno studio della McKinsey&Company (2006) evidenzia come l'efficienza degli investimenti cinesi stia
diminuendo. Lo studio stima che l'investimento necessario per un dollaro americano di output è cresciuto
da 3.30 dollari nella prima metà degli anni 90, a 4.90 dollari a partire dal 2000.
4 IMF Survey, July 24, 2006. “China explores options for improving monetary policy” . “...Barry Topf
(Bank of Israel) observed that efforts to pursue an independent monetary policy while simultaneously
all'aggiustamento del tasso di cambio, la stabilità dei prezzi può essere in pericolo. Se,
invece, sarà permesso al cambio di apprezzarsi ci saranno complicazioni per la
competitività e l'attività economica (Marvin Goodfriend, 2006).
Le difficoltà finanziarie ed istituzionali sono i limiti (piuttosto stringenti) nei quali si deve
muovere una politica monetaria “costretta” proprio nell'ambito di quel canale prioritario
che serve alla trasmissione degli effetti delle decisioni di politica sul livello del prodotto e
dei prezzi : il mercato finanziario5. In questo difficile quadro la People's Bank of China ha
scelto l'utilizzo di una serie di strumenti diretti ed indiretti che analizzeremo nel secondo
capitolo inquadrandoli all'interno dei limiti al loro utilizzo.
Sempre nel secondo capitolo prenderemo in considerazione il differenziale dei tassi
d'interesse sui titoli emessi dalla PBC per la sterilizzazione degli afflussi in valuta e quelli
esteri per comprenderne le caratteristiche. Il favorevole differenziale sposta il costo della
sterilizzazione sulle banche nazionali che acquistano i titoli della banca centrale cinese a
tassi superiori dei tassi sui depositi, tutto questo in un contesto di cambi fissi.
Nell'ultimo capitolo daremo una visione d'insieme delle attrattive offerte dal mercato
bancario cinese e della condizione di liquidità sovrabbondante che caratterizza il mercato
monetario.
maintaining a fixed exchange rate are unlikely to be successful”.
5 G.Ciccarone, C.Gnesutta, “L'economia e la politica monetaria” (Carocci editore, Roma 2005). Cap.16,
pp.219. “...il meccanismo di trasmissione si articola in tre fasi : 1. la variazione della base monetaria, o
dei tassi d'interesse ufficiali, determina modifizazioni nelle condizioni del mercato finanziario che si
riflettono sui tassi d'interesse di mercato, sui prezzi delle attività, sul tasso di cambio e sulle condizioni
generali di liquidità e di credito dell'economia;2. Le variazioni delle condizioni del mercato finanziario
determinano cambiamenti della spesa nominale per beni e servizi da parte delle famiglie e delle
imprese;3. Il livello della domanda rispetto alla capacità produttiva influenza, anche tramite le condizioni
del mercato del lavoro, l'evoluzione del prodotto e, tramite la pressione inflazionistica all'interno, quella
dei prezzi” .
Capitolo 1. Regime dei cambi e sistema finanziario.
Negli anni recenti l'economia cinese ha vissuto importanti cambiamenti a partire dalla
riforma del sistema dei cambi del 21 Luglio 2005. Nel lungo periodo, l'intenzione delle
autorità cinesi è quella di regalare maggiore flessibilità al renminbi, questo garantirebbe
alla People's Bank of China la possibilità di porre in essere una politica monetaria
indipendente, allo stato attuale stretta nell'impossible trinity teorizzata da Mundell. In linea
con questa volontà i flussi dei capitali stanno diventando sempre più aperti, senza però aver
ancora raggiunto un livello di totale apertura, soprattutto per quanto riguarda i deflussi di
capitale. Nei primi due paragrafi analizzaremo lo stato attuale di questi due aspetti
dell'economia cinese e nel terzo ci soffermeremo sugli effetti di una rivalutazione della
valuta cinese nei confronti del dollaro americano e vedremo, basandoci su diverse opinioni,
quanto una rivalutazione del renminbi influirebbe sul deficit federale degli USA.
Con un sistema finanziario dominato dal sistema bancario, la Cina si trova di fronte alla
sfida della modernizzazione del settore, necessaria per rendere agile un sistema finanziario
non ancora sufficientemente sviluppato. Considerando fondamentale per il meccanismo di
trasmissione della politica monetaria il settore finanziario, analizzeremo negli ultimi due
paragrafi il settore bancario e il mercato interbancario.
1.1 Il sistema dei cambi.
All'inizio degli anni '90 in Cina vigeva un doppio regime di cambio, con un cambio
ufficiale e uno per le esportazioni. I due tassi furono unificati nel 1994 e, dall'anno
successivo la valuta cinese, il Renminbi, venne agganciata al dollaro americano. In
principio questo regime era classificato come controllato ma, successivamente, la banda di
oscillazione intorno al valore centrale fu ristretta fino a rendere il cambio praticamente
fisso. Possiamo, comunque, considerare il Renminbi agganciato al dollaro americano dalla
metà degli anni novanta. Le fluttuazioni del cambio nominale e reale occorse negli anni
sono state, dunque, la conseguenza dei movimenti del dollaro americano rispetto alle altre
valute nazionali di riferimento.
La riforma del regime dei cambi è del Luglio 2005 6. Il 21 di quel mese il Renminbi è stato
6 Da un annuncio della People's Bank of China del Luglio 2005 : “With authorization of the State Council,
China will reform the RMB exchange rate regime by moving into a managed floating exchange rate
rivalutato rispetto al dollaro americano del 2.1% e il governo ha comunicato che il valore
della moneta sarebbe stato da quel momento definito con riferimento a un paniere di valute
principali. Le autorità hanno indicato quali valute sono incluse nel paniere, ma non il peso
relativo di ciascuna nel determinare il cambio.
Successivamente alla riforma del cambio la PBC ha posto in essere una serie di azioni per
migliorare l'efficienza del mercato valutario:
1. è stato introdotto un sistema di market-maker7 e transazioni over the counter sui
cambi a pronti, conservando un sistema di determinazione del cambio all'interno
del Shanghai Foreign Trading System;
2. sono stati emessi swaps in valuta estera e nazionale;
3. è stato consentito l'accesso al mercato dei cambi a più operatori;
4. è stato introdotto un primary dealer system8 per le transazioni in valuta estera della
PBC.
Questi cambiamenti dovrebbero consentire alla banca centrale di manovrare il tasso di
cambio con maggiore flessibilità. La conseguente maggiore incertezza sul tasso di cambio
insieme alle transazioni over the counter (OTC)9 dovrebbero fornire un incentivo agli attori
del mercato di munirsi di strumenti per la gestione del rischio di cambio.
regime based on market supply and demand with reference to a basket of currencies, effective on July 21,
2005” .
7 Un market-maker garantisce l'acquisto di parte dell'emissione di titoli da parte di una società. Ogni
market-maker compete con gli altri per l'acquisizione dei titoli dichiarando la propria disponibilità
all'acquisto in relazione al prezzo e alla quantità. Nel caso della Cina i market-makers operano spesso
come controparti prioritarie della PBC durante i suoi interventi ufficiali.
8 Un primary dealer system definisce gli operatori finanziari autorizzati ad acquistare nuove emissioni di
titoli statali.
9 Si tratta di transazioni concluse a livello bilaterale tra le parti interessate, e dunque fuori quotazione
ufficiale. In genere, per ogni asset scambiato sul mercato OTC vi è un certo numero di market maker che
fanno mercato per l'asset in questione, indicando le quotazioni denaro/lettera ai quali sono disponibili
rispettivamente ad acquistarle e venderlo.