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Introduzione
Gli scenari economici sono sempre stati caratterizzati da una notevole instabilità, questi ultimi
anni ne sono stati un esempio visto il fulmineo affermarsi della tecnologia, dell‟informatica e
del commercio elettronico.
I confini geografici ed economici sono stati completamente stravolti dall‟avvento di internet,
dalla globalizzazione e tutto questo ha significato per le imprese, come sistemi aperti, di dover
fare i conti continuamente con il mutato ambiente esterno. Soprattutto le piccole e medie
imprese (PMI) hanno avuto la necessità di riformulare l‟atteggiamento, volgendo il proprio
campo d‟azione verso prodotti, oppure processi, specializzati e di alta qualità.
Il tessuto imprenditoriale italiano è da sempre caratterizzato dalla massiccia presenza di realtà
imprenditoriali di medie e piccole dimensioni.
Il ruolo delle PMI nel sistema economico è stato oggetto di un acceso dibattito che, solo nel
corso degli ultimi anni ha portato al riconoscimento, a favore delle realtà di medie e piccole
dimensioni, dell‟azione di rafforzamento dell‟economia e della loro attitudine ad incorporare
innovazioni.
Si è avuta una rappresentazione delle PMI come un universo in movimento in grado di influire
sul sistema innovativo e generare idee per lo sviluppo e la nascita di nuove imprese.
In questo mondo in continua evoluzione, le piccole imprese per sopravvivere devono
individuare le necessità del mercato per poter sopravvivere e crescere. Ciò e possibile
attraverso una politica d‟innovazione che permetta all‟impresa di ottenere delle competenze
distintive al fine di generare un vantaggio competitivo che faccia percepire l‟impresa migliore
delle altre e, in questo modo, migliorare la redditività.
All‟interno di questo lavoro s‟individuerà, in primo luogo, il ruolo chiave dell‟innovazione
aziendale attraverso un breve excursus sul pensiero economico del processo innovativo.
8
Sempre all‟interno del primo capitolo saranno anche individuate le principali problematiche che
caratterizzano il sistema della ricerca in Italia.
Il secondo capitolo sarà sostanzialmente dedicato alla piccola impresa, alla sua definizione, al
suo ruolo nel sistema economico, nonché alla possibilità di generare innovazione al suo interno.
Ci si soffermerà, in particolar modo, alla definizione del fabbisogno di risorse e competenze
che caratterizza i processi innovativi, fabbisogno che può essere colmato attraverso una politica
di integrazione (per ciò che riguarda le conoscenze e le competenze), oppure attraverso un
miglioramento nel sistema della “politica” dei finanziamenti pubblici (per ciò che riguarda il
fabbisogno finanziario).
Nel terzo capitolo sarà chiarito il ruolo della funzione finanza nello sviluppo di innovazione,
precisando che cosa significa effettuare un investimento, e più in particolare, un investimento in
innovazione. Ci si soffermerà sulla sua valutazione attraverso due principali paramenti, vale a
dire il rischio e il rendimento. Sarà, altresì, evidenziato il processo di pianificazione
dell‟investimento attraverso la definizione di un business plan, contenente un‟analisi
economico - finanziaria preventiva e pluriennale.
Il capitolo successivo servirà a chiarire quali sono le modalità di finanziamento utilizzate per
sostenere le piccole e medie imprese innovative, sottolineando le differenze tra il sistema
europeo e quello statunitense. Saranno definiti i metodi di finanziamento “tradizionali” e quelli
“avanzati”, che sono perlopiù derivanti dalla cultura anglosassone. Si cercherà anche di definire
un quadro generale del sistema italiano di finanziamento alla ricerca, attraverso l‟illustrazione
dei principali fondi nazionali, regionali ed europei che vengono utilizzati per finanziare la
ricerca industriale.
Il quinto capitolo sarà dedicato ad un caso studio. In particolare, si parlerà del parco scientifico
e tecnologico (PST) Moliseinnovazione, mettendo in evidenza il suo ruolo di propulsore di
innovazione per le piccole imprese. Dopo una breve premessa sull‟importanza dei PST nel
sistema italiano, si metteranno in risalto le principali attività del PST del Molise, dei casi di
successo e dell‟apertura verso il mondo imprenditoriale che, invece, è ancora , troppo spesso,
contraddistinto da una eccessiva chiusura alle novità.
Si cercherà, poi, di individuare delle possibili soluzioni alle tematiche chiave delle PMI, alla
possibilità di sviluppo delle stesse e alle opportunità di avvicinamento tra il mondo accademico
e quello imprenditoriale.
9
1. L’INNOVAZIONE AZIENDALE COME FONTE DEL VANTAGGIO
COMPETITIVO
1.1 Premessa
Il rapporto tra l‟imprenditorialità e l‟idea imprenditoriale è riassumibile, in termini scarni e
semplificatori, in una constatazione suffragata da esperienze e risultati di ricerca empirica: “o si
diviene imprenditori perché si ha già un’idea, o si cerca un’idea perché si è già imprenditori
1
”.
In generale, è possibile affermare che molte imprese, oggi importanti, sono nate da idee che si
sono presentate, in modo quasi fortuito, a persone fantasiose e intraprendenti che hanno saputo
utilizzare una competenza tecnica o un know - how particolare, sfruttando un‟opportunità
offerta dall‟ambiente circostante
2
.
Ad ogni modo, indipendentemente da quelli che sono i fattori che generano la scelta
imprenditoriale, è sempre l‟idea che fa l‟impresa, modificando, così, il concetto stesso di idea
che viene interpretato come un‟opportunità da individuare e cogliere.
I concetti di imprenditorialità ed innovazione risultano, tra loro, strettamente collegati e
necessari per dare una risposta concettuale al problema della ricerca e della selezione della
business idea
3
.
Le fonti di opportunità innovative sono le fonti delle idee nuove: un‟idea di business per avere
prospettive di successo deve produrre un cambiamento, rispetto all‟esistente, del modo di
produrre valore a partire dalle risorse esistenti, siano esse finanziarie, umane, tecnologiche.
Così il concetto di idea nuova coincide con il concetto di idea innovativa diventando il fulcro di
tutto il sistema, nucleo attorno al quale ruotano tutte le future valutazioni di convenienza e di
fattibilità.
1
Cfr. Testa F., Dall’idea all’impresa: concetti e metodi per lo sviluppo del micro – business, Cedam, Padova,
1992, p. 34.
2
Cfr. Caspar P., Grinda J. R., Viallet F., Creez vous-même vôtre entreprise, Les editons d‟organisation, Paris,
1973, p. 56 - 57
3
Cfr. Drucker P. F., Innovazione e imprenditorialità, Etas Libri, Milano, 1986
10
Riguardo alle nuove idee, si può affermare che se si è già imprenditori, si cercano idee
innovative oppure ipotesi di crescita derivanti da opportunità offerte dall‟ambiente circostante.
Questa ricerca deriva da uno stato di insoddisfazione per la situazione aziendale contingente,
derivante da minacce ambientali, o da un intensificarsi della concorrenza
4
. Al contrario quando
non si è imprenditori, l‟idea può nascere casualmente e diventare un successo mondiale.
1.2 Che cos’è l’innovazione?
Nel corso degli ultimi venti anni, l‟innovazione ha giocato un ruolo sempre più rilevante per le
imprese che si trovano confrontarsi in un ambiente sempre più competitivo e globalizzato. Essa
è diventata la religione industriale della fine del XX secolo, essendo vista dalle imprese come
lo strumento chiave per ottenere un vantaggio competitivo, per aumentare le quote di mercato
ed i profitti.
Per sottolineare la sua posizione fondamentale all‟interno del sistema economico, basti pensare
che tutti i governi si affidano ad essa al fine di migliorare l‟economia.
L‟innovazione è, insomma, in grado di influire sul modo di agire, competere e crescere delle
imprese e degli attori economici.
Prima di tutto è utile dare una definizione al concetto di innovazione. Essa è sinonimo di
cambiamento, di processo evolutivo in cui agiscono meccanismi di selezione e apprendimento,
che consentono alle organizzazioni di sopravvivere e di svilupparsi
5
.
Per molto tempo il significato di “innovazione” è stato considerato limitatamente alla creazione
di una nuova impresa, o all‟introduzione di una nuova macchina, successivamente è divenuta
una funzione rilevante alla stregua della funzione marketing, commerciale o finanziaria, anzi, si
può sicuramente affermare che essa è diventata una funzione trasversale che pervade tutte le
altre funzioni dell‟impresa (Ciciotti, Perulli, Bellon, 1994)
6
.
4
A tale proposito, è utile confrontare il ciclo di sviluppo della business idea di R. Normann, in cui si parla di
stadio del sensore per indicare quella attività dell‟impresa volta alla ricerca di opportunità di crescita di probabile
successo. R. Normann, Le condizioni di sviluppo dell’impresa, Etas Libri, Milano, 1979
5
Frey M., (2001) Economia e gestione dell‟innovazione aziendale: flessibilità interazione e integrazione nei
processi evolutivi, CEDAM, Padova
6
L‟imprenditore deve, quindi, prendere coscienza del processo innovativo, non perché questo sia legato ai grandi
cambiamenti tecnologici ma, soprattutto, perché questa è un‟attività in cui egli è esplicitamente o implicitamente
coinvolto. Bisogna quindi conoscere il processo per affrontarlo in maniera attiva e no subirlo passivamente
11
Al di là di questi aspetti, ciò che caratterizza l‟innovazione è di essere un fattore chiave nella
competizione e, contemporaneamente, di essere alla portata di tutte le tipologie aziendali,
indipendentemente dalla loro dimensione
7
.
Si sostiene, infatti, che siano proprio le imprese di piccole e medie dimensioni, in questo
contesto, a svolgere una funzione di propulsore, spodestando quelle imprese più grandi che per
moltissimo tempo hanno occupato questa importantissima posizione.
Sul ruolo delle piccole imprese nel processo di innovazione si discuterà più avanti, in questo
capitolo, verranno delineati gli aspetti generali del processo di innovazione.
1.3 L’innovazione del pensiero economico
Nella storia del pensiero economico l‟innovazione e il cambiamento tecnologico hanno
occupato una posizione di crescente importanza. Numerosi sono stati gli economisti che hanno
affrontato lo studio del processo innovativo e del suo impatto sugli attori del sistema
economico;
di seguito saranno accennati brevemente alcuni interessanti contributi per meglio comprendere
l‟argomento principale dello studio.
Un primo importante contributo è dovuto a Adam Smith, che nel suo saggio La Ricchezza delle
Nazioni, pubblicato nel 1776, considera l‟innovazione da un punto di vista particolare, in altre
parole osservando la relazione tra cambiamento tecnologico, divisione del lavoro e
cambiamento strutturale dell‟economia.
Egli, si concentra non sulla generazione delle innovazioni, bensì sull‟incorporazione del
progresso tecnologico nei beni capitali e sui suoi effetti sulla produttività del lavoro, sulla
specializzazione e sull‟occupazione (Smith, 1776).
Anche David Ricardo, nel suo Principles of Political Economy, del 1817, concentra il suo
interesse sulle conseguenze del processo tecnologico e sul progresso tecnico incorporato
(Ricardo 1817).
Karl Marx enfatizza il ruolo chiave della tecnologia nelle moderne economie e pone l‟accento
sul ruolo degli incentivi al cambiamento tecnologico, affermando che lo stimolo ad innovare
proviene dalla pressione competitiva capitalistica e dall‟ampiezza dei mercati.
7
Cfr. Ciciotti, Perulli, Bellon, (1994), Innovazione come strategia: un manuale per le piccole e medie imprese,
Milano, Franco Angeli
12
Ma colui che, per primo, ha discusso ed esaminato in modo ampio, sistematico ed approfondito
il ruolo dell‟innovazione nelle moderne economie industriali è stato Joseph Schumpeter.
Egli ha fornito numerosi contributi rilevanti riguardanti l‟innovazione ed il mutamento
tecnologico.
1.3.1 La teoria schumpeteriana dell’innovazione
Joseph Schumpeter considera l‟innovazione come la determinante principale del mutamento
industriale.
Un primo importante contributo dell‟economista austriaco riguarda la distinzione tra
innovazione ed invenzione. L‟invenzione non è mai definita in maniera esauriente, ma è
identificata come qualcosa di puramente scientifico e tecnologico.
L‟innovazione, invece, secondo il pensiero schumpeteriano, consiste nel “far qualcosa di
nuovo” nel sistema economico e non deriva necessariamente da un‟invenzione (Schumpeter,
1939).
L‟innovazione consiste in nuove combinazioni di mezzi di produzione, in altre parole
nell‟introduzione di nuovi beni o nuovi sistemi di produzione, nella creazione di nuove forme
organizzative, nell‟apertura a nuovi mercati e nella conquista di nuove fonti di
approvvigionamento (Schumpeter, 1971).
Vista in questo modo, quindi, l‟innovazione non è altro che una risposta creativa che si verifica
“ogniqualvolta l‟economia, o un settore, o alcune aziende di un settore fanno qualcosa di
diverso, o comunque, qualcosa che è al di fuori della pratica esistente” essa, però non va in
nessun modo confusa con le soluzioni adattative che, invece, si verificano “ogniqualvolta che ci
si adatta a mutamenti della situazione come previsto dalla teoria tradizionale” (Schumpeter,
1967, p. 68).
1.3.2 La teoria dell’espansione dell’impresa secondo Edith T. Penrose
La teoria si fonda sul presupposto che l‟impresa, come è noto, sia un sistema aperto, che
interagisce con l‟ambiente esterno e ne è fortemente influenzata.
Penrose prende in considerazione il fatto che l‟azienda sia in grado di produrre qualsiasi
tipologia di bene di cui sia possibile suscitare la domanda. Le idee produttive sono governate
dalle “opportunità” di produzione, cioè tutte quelle possibilità produttive che si presentano agli
imprenditori e da cui sia possibile trarre vantaggio (Penrose, 1959, p. 51), tali opportunità non
13
esistono se l‟impresa non riesce a rendersi conto delle possibilità di espansione o se non è in
grado di utilizzarle.
Ne “La teoria dell’espansione dell’impresa”, viene sottolineato il ruolo fondamentale della
ricerca industriale, che è definita come “la volontaria ricerca delle proprietà ancora sconosciute
dei materiali o delle macchine usate nel processo produttivo, con lo scopo esplicito di
migliorare i prodotti e i processi produttivi esistenti o di crearne di nuovi”( Penrose, 1959, p.
151).
La redditività e la sopravvivenza stessa dell‟impresa sono messe in pericolo dai mutamenti che
possono intervenire nella domanda del tipo di beni prodotti dall‟impresa oppure, dalla maggiore
concorrenza posta in essere dagli altri produttori.
Le innovazioni industriali provengono, per la maggior parte, dalle imprese industriali e, le
imprese che le introducono per prime avranno verosimilmente dei vantaggi concorrenziali in
quanto, otterranno dei brevetti o, in qualche modo, riusciranno ad impedire l‟imitazione da
parte dei concorrenti, o semplicemente, perché saranno le prime ad immettere sul mercato
nuovi prodotti
8
.
1.4 Lo sviluppo delle imprese secondo Richard Normann
Uno degli autori più illustri che si è occupato del processo di “rinnovamento”, è stato Richard
Normann, che nel suo “Le condizioni di sviluppo delle imprese” dedica un ampio studio al
“bisogno di innovazione” crescente che colpisce le imprese, in un‟epoca di profondi
cambiamenti che, sempre più spesso, presentano caratteri di irreversibilità
9
.
Questo bisogno di rinnovamento, più o meno radicale, può investire sia il profilo gestionale, sia
l‟assetto organizzativo e può costringere, talvolta, ad un riesame della stessa ragion d‟essere
dell‟impresa.
Fin dal suo apparire, lo scritto di Normann, ha avuto il merito di sensibilizzare studiosi e
uomini d‟impresa sul processo di crescita delle organizzazioni e sui pre – requisiti che possono
orientare un decorso imprenditoriale favorevole
10
.
Alcuni “temi chiave”, ancora oggi enfatizzati, sono quelli dell‟apprendimento organizzativo e
delle competenze, concetti che possono essere compresi appieno soltanto focalizzandosi sul
8
Cfr. Penrose E. T., (1959), The theory of tha growth of the firm, Basil Blacwell & Mott, Ltd, Oxford; trad. in
italiano (1973), La teoria dell’espansione dell’impresa, Franco Angeli, Milano.
9
Cfr. Coda V., introduzione all‟edizione italiana in Le condizioni di sviluppo delle imprese, Richard Normann,
Etas libri Milano, 1979, p. 3
10
Cfr. A. Lipparini, G. Lorenzoni, Imprenditori e imprese. Idee, piani, processi, Il Mulino, Bologna, 2000, p. 18
14
processo, sul percorso che porta l‟impresa a raggiungere ed a mantenere una posizione di
superiore efficienza nei confronti dell‟ambiente in cui opera e dei concorrenti che ne fanno
parte.
Normann considera l‟azienda come un sistema aperto, che interagisce con l‟ambiente in cui
vive. Differenti tipi di input sono trasformati in output, questo processo è definito “processo di
scambio” in cui, l‟efficienza può essere ottenuta mediante la realizzazione di una relazione, il
più favorevole possibile, tra il costo di quanto è immesso nel processo ed il ricavo che ne
deriva; l‟impresa deve inoltre sviluppare meccanismi per proteggere il processo di scambio da
disturbi, variazioni ed altre minacce che possono portare ad una riduzione dell‟efficienza.
L‟efficienza del processo di scambio, deriva dalle condizioni che l‟impresa è riuscita ad
assicurarsi all‟interno del proprio “spazio ambientale”, in altre parole, quella parte
dell‟ambiente in cui l‟azienda detiene un continuo rapporto di scambio, e dal grado di successo
con cui è stata progettata la struttura dell‟azienda a supporto del processo di scambio.
Il processo fin qui evidenziato non è l‟unico che ha luogo nel sistema azienda, in quanto, le
condizioni interne e le relazioni con lo spazio ambientale variano continuamente e, con esse, la
qualità del processo di scambio; l‟impresa allarga il suo spazio ambientale, si avviano nuove
aree d‟affari e quindi, in altre parole, l‟impresa cambia la sua struttura ed il suo sistema di
relazioni con l‟esterno, determinando, così, un “processo di sviluppo”.
1.4.1 Il principio della consonanza
Uno dei concetti cruciali del pensiero di Normann, riguarda il “principio della consonanza”, in
quanto, la struttura d‟impresa è vista come un insieme di sottosistemi interdipendenti e, questa
suddivisione, svolge un‟importante funzione analitica, rende possibile, cioè, descrivere le
relazioni fra i sottosistemi in modo da mettere in evidenza la presenza di efficienza o di
inefficienza
11
.
Le relazioni tra i diversi sottosistemi si analizzano attraverso il grado di consonanza o
sintonia
12
.
Quando i sottosistemi sostengono mutuamente le proprie funzioni, in vista di un
raggiungimento di un obiettivo generale d‟impresa, si dice che fra loro esiste, appunto, un certo
11
L‟efficienza aziendale consiste nella capacità dell‟impresa di raggiungere i risultati previsti con il minore
dispendio di risorse. In genere è un concetto che viene utilizzato insieme a quelli di efficienza e produttività.
L‟efficacia consiste nella capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati, e la produttività, invece consiste nella
capacità di ottenere la medesima quantità di output, con una minore quantità di input, oppure, al contrario di
ottenere una quantità maggiore di output, con la medesima quantità di input.
12
Cfr. Normann R. Le condizioni di sviluppo dell’impresa, 1979, Etaslibri, Milano, p. 28