3
Introduzione
I diamanti esistono in natura in tutti i colori dell’iride. In gioielleria la
maggioranza dei diamanti venduti è tendente all’incolore (tecnicamente si
dice che appartengono alla gamma di colore normale), ma pochi, anzi
rarissimi cristalli possiedono un colore inconsueto, tanto per rarità, quanto
per bellezza.
Rarità,vera unicità e bellezza, sono proprio le caratteristiche che un
numero sempre crescente di persone apprezza in questi diamanti, conosciuti
commercialmente sotto il nome di “Fancy Color” (diamanti con colori
fantasia).Stesse caratteristiche che sono alla base delle strategie di
marketing attuate negli ultimi anni dalla Rio Tinto, ovvero il maggior
provider mondiale di Fancy Color,che possiede il 100% di Argyle, cioè la
miniera piø importante per la produzione dei diamanti di colore.
Solo negli ultimi anni, queste pietre sono entrate a far parte del mercato
uscendo dal ristretto contesto del collezionismo puro. Da quando questo è
successo,l’interesse per i diamanti di colore è cresciuto sempre di piø,fino a
generare un fenomeno di grossa portata,un fenomeno di moda.
Principale obiettivo di questo lavoro è proprio circoscrivere il fenomeno
della “Moda dei Fancy Color”, indagarne cioè i limiti spazio-temporali di
diffusione ovvero il luogo di origine e il momento cruciale dal quale si può
iniziare a parlare di vera e propria moda,ma anche gli sviluppi e le
prospettive future.
Il secondo obiettivo è quello di analizzare la struttura del mercato attuale
di questi diamanti attraverso l’analisi della domanda,dell’offerta,
dell’andamento dei prezzi, delle strategie di marketing e dei bilanci della
Rio Tinto,dell’offerta e della domanda dei diamanti di colore sintetici e
trattati, disponibili in commercio solo da pochi anni e prodotti dalla
4
Sundence Diamonds e dalla Lucent Diamonds che in associazione con la
New Diamonds of Siberia (NDS) produce gli Imperial Reds.
Terzo ed ultimo obiettivo è quello di mettere in luce la straordinaria
importanza dei Fancy Color come prodotto di extralusso, in questo
momento storico in cui si sta ridefinendo il concetto stesso di lusso. Infatti
il lusso accessibile o democratico,che ha caratterizzato gli ultimi anni e che
nel settore dell’oreficeria e gioielleria ha portato pessimi risultati,lascia
spazio a una nuova interpretazione del lusso,che è un lusso per pochi,non
per tutti,basato principalmente sul concetto di unicità,caratteristica propria
dei Fancy Color. L’analisi di tutti questi elementi mi ha concesso di
dimostrare la tesi che i Fancy Color sono un fattore critico della ripresa
del settore orafo-gioielliero e un fattore critico nella costruzione
dell’offerta dei marchi che vogliono posizionarsi o riposizionarsi nel
settore del lusso. L’approccio multidisciplinare che ho adottato per
svolgere queste analisi spazia dalla gemmologia, alla sociologia, all’analisi
microeconomica. Tra le fonti di cui mi sono avvalsa ,un ciclo di conferenze
tenute da Marco Fasoli, Stefano Ricci e Claudio Franchi, nell’ambito di un
corso organizzato dalla Promo.ter di Roma, “La comunicazione e il
marketing nell’impresa orafo gioielliera:strumenti per competere”.Queste
conferenze,in cui è stata discussa la situazione attuale del comparto orafo-
gioiellero, sono state fonte di informazioni preziose per la stesura del terzo
capitolo della mia tesi,dedicato appunto al rapporto tra Fancy Color e
nuovo lusso. Per la realizzazione del primo capitolo,la fonte principale è
stata sicuramente il libro Gems&Gemology in Review, pubblicato dal GIA
nel 2006, in lingua inglese,che raccoglie tutti gli articoli sui diamanti di
colore pubblicati dal periodico Gems&Gemology (del GIA),dal 1935 al
2006. Questo primo capitolo vuole introdurre al mondo dei Fancy Color,
soffermandosi sui meccanismi di formazione, sui principali siti estrattivi,sul
sistema di classificazione messo a punto dal GIA e adottato come
5
riferimento anche per la stesura delle norme U.N.I. del 2003. Il secondo
capitolo è quello centrale, in cui ho analizzato il fenomeno della “Moda”
dei diamanti di colore e il mercato nel suo assetto attuale. Per questo
capitolo il lavoro è stato enorme perchØ il materiale che ho utilizzato, tutto
in lingua inglese,consiste in bilanci,previsioni,dichiarazioni dei manager
delle varie funzioni aziendali della Rio Tinto,della De Beers,della BHP,di
Alrosa,insomma di tutti gli attori principali del mercato mondiale dei
diamanti. Inoltre ho utilizzato articoli del GIA, dell’NCDIA, e le
informazioni tratte dal sito on-line della Lucent Diamonds che è stata una
fonte preziosa per la trattazione dei diamanti trattati.
L’attività di ricerca che ho svolto per questo lavoro è stata ampia ma
appassionante e spero di aver reso interessante questo mio elaborato
almeno tanto quanto è stato interessante realizzarlo.
Ringraziamenti
Ringrazio il Prof. Ciro Paolillo per la sua umanità, per la sua disponibilità
e per avermi fatto scoprire l’affascinante mondo dei diamanti.
Ringrazio tutte le persone che passando nella mia vita sono state in grado
di lasciare il segno, permettendomi di essere quella che sono oggi,
nel bene e nel male.
6
CAPITOLO I
I DIAMANTI NATURALI DI COLORE
FANTASIA
1. Il diamante.
Storicamente simbolo di magnificenza e potere,poi di romanticismo e
d’amore
1
,il diamante è la piø dura di tutte le sostanze naturali.
Fu conosciuto per la prima volta in India. In realtà si sa poco dei primordi
della sua estrazione
2
,ma in base alle affermazioni contenute in un antico
manoscritto indiano del I secolo a.C., si ritiene che i diamanti siano stati
scoperti per la prima volta nel distretto di Golconda intorno al 2000 a.C.
3
.
Furono però gli antichi Greci che dettero alla gemma il nome "diamante".
Lo chiamarono "adàmas", che significa l'inconquistabile, perchè nessuno
sapeva come tagliarlo essendo un materiale molto duro. E così rimase per
circa 2000 anni finchè qualcuno scoprì che si poteva usare un altro
diamante per tagliarlo.
Il diamante è un minerale costituito quasi interamente da carbonio puro
che cristallizza nel sistema isometrico, cioè gli atomi che lo formano hanno
essenzialmente la stessa disposizione in tutte le direzioni. Può presentarsi
con diversi abiti cristallini (forma ottaedrica, forma stellare, forma cubica,
1
A partire dal 1477,anno in cui l'Arciduca Massimiliano del Sacro Romano Impero regalò un anello con
diamanti alla sua futura sposa.,Maria di Borgogna, per celebrare il loro fidanzamento. Egli volle mostrare
a lei e al mondo che la loro unione sarebbe stata altrettanto duratura quanto il diamante sul suo anello.
2
Il primo europeo a descrivere la miniere e le tecniche d’estrazione indiane fu un gioielliere francese,
Jean Baptiste Tavernier, che visitò l’oriente tra il 1630 e il 1668 per ben sei volte. I suoi resoconti
rappresentano inoltre la descrizione diretta piø antica dei gioielli che hanno catturato la fantasia di molti
potenti.
3
Małgorzata Biniecka, Gemme e oro,Aspetti tecnologici,qualitativi,economici e sociali Consiglio
nazionale delle ricerche- Roma 2004 pag. 117.
7
rotondeggiante , rombododecaedrica ) il piø comune dei quali è l’ottaedro,
rappresentato da due piramidi a base quadrata congiunte per le basi (fig. 1).
Essendo costituito quasi interamente da carbonio (tetravalente),la sua
formula chimica è C. Ma all’interno della sua struttura cristallina il
diamante può incorporare,seppure in una piccolissima percentuale
4
, circa
trenta diversi elementi che possono influenzare il colore e la forma del
cristallo. ¨ la combinazione tra composizione chimica e struttura cristallina
che differenzia tra loro i vari minerali e che dona ad essi le particolari
proprietà fisiche e ottiche ,che nel caso del diamante lo rendono una
gemma meravigliosa,duratura e preziosa.
Fig.1-Struttura ottaedrica del diamante.
1.1. Proprietà fisico ottiche del diamante.
Il peso specifico del diamante è 3,52. Questo valore, abbastanza costante,
permette di distinguere facilmente il diamante da tutte le imitazioni e dai
piø importanti materiali sintetici, i quali presentano di solito una densità
molto piø alta. E il minerale piø duro conosciuto,di durezza dieci nella
scala di Mohs ,inattaccabile dagli acidi e dagli alcali ma per contro assai
fragile e polverizzabile. L’alto indice di rifrazione (2,418) e un notevole
4
Analisi di laboratorio effettuate dal GIA (Gemological Institute of America) hanno dimostrato che nel
diamante da gemma l’ammontare del carbonio è pari al 99,95%.
8
potere dispersivo
5
(0,044) gli conferiscono un aspetto smagliante e
cangiante. Otticamente monorifrangente ,a volte presenta una birifrangenza
anomala a causa di inclusioni o difetti reticolari. E fluorescente
6
.
Sublima ad una temperatura di 850 °C, trasformandosi in anidride
carbonica. Inoltre è un pessimo conduttore di elettricità ma un buon
conduttore di calore.
1.2.Genesi del diamante.
L’età dei diamanti rinvenuti è compresa tra i 3,3 miliardi e i 990 milioni di
anni,perciò la loro genesi è collocabile tra Arcano e Protozoico
7
.Essi si
sono formati nelle profondità della Terra, ad una distanza tra i 150 e i 200
Km dalla superficie terrestre,dove esistono le condizioni di temperatura e di
pressione di cui il carbonio necessita per cristallizzare, ovvero una
temperatura compresa tra i 1250 °C e i 1300 °C e una pressione tra le
40.000 e le 60.000 atm. Durante i movimenti tettonici e con le eruzioni
vulcaniche,il magma incandescente,contenente i cristalli in accrescimento,
è arrivato dalle profondità della Terra negli strati piø alti e piø freddi della
crosta terrestre e si è solidificato,formando dei giacimenti nei camini
vulcanici (giacimenti primari). Successivamente si è verificata una forte
erosione durante la quale si sono formate le rocce basiche kimberliti e
lamproiti (rocce incassanti i diamanti,presenti come xenocristalli) dalle
rocce eclogiti e peridotiti
8
.
Approfondite ricerche in campo geologico hanno dimostrato infatti che
Kimberlite e Lamproite costituiscono solamente l’agente trasportante i
5
La dispersione della luce non è altro che la scomposizione dello spettro del visibile nelle varie lunghezze
d’onda che la compongono e quindi nei vari colori fondamentali.
6
Il grado di fluorescenza è definito dall'intensità dell'emissione luminescente di un diamante sottoposto a
sorgente UV con lunghezza d'onda di 365 nm. e viene determinato per paragone con dei diamanti di
confronto.
7Małgorzata Biniecka, Gemme e oro,Aspetti tecnologici,qualitativi,economici e sociali Consiglio
nazionale delle ricerche- Roma 2004 pag. 130.
8
Ibidem, pag. 129.
9
diamanti attraverso i camini vulcanici e che le rocce madri dei diamanti
sono invece le Eclogiti e le Peridotiti: l’età dei diamanti rinvenuti nella
kimberlite e nella lamproite infatti è molto piø alta di quella delle rocce
stesse, che non supera l’1,2 milioni di anni (vedi Tab.1).
Provenienza Età del diamante
(milioni di anni)
Età della roccia
(milioni di anni)
Kimberley e
Finsch (Sudafrica)
3300
100
Finsch (Sudafrica) 1580 100
Premier (Sudafrica) 1150 1100 ÷ 1200
Argyle (Australia) 1580 1100 ÷ 1200
Orapa (Botswana) 990 100
Tab. 1-L’età del diamante. (Fonte:G.G.Spring, 1991)
Negli ultimi 200 milioni di anni poi, molte rocce di Kimberlite si sono
disgregate a causa dell’azione degli agenti atmosferici e l’azione dilavante
dell’acqua ha trasportato una gran quantità di diamanti nelle sabbie e
ghiaie dei fiumi,costituendo così i depositi alluvionali. In alcuni casi poi, le
pietre sono state trasportate per chilometri e chilometri dai corsi d’acqua
prima di depositarsi sulla costa e anche sul fondo oceanico,come è successo
ad esempio in Sud Africa,dove esistono depositi localizzati tanto sulla costa
quanto sul fondo oceanico. Giacimenti marini e depositi alluvionali sono
denominati giacimenti secondari.
Alcuni diamanti,generalmente di aspetto simile alla varietà carbonado
9
,
sono stati ritrovati anche nei meteoriti caduti sulla Terra dagli spazi celesti
(in un meteorite rinvenuto in Russia nel 1886 , in un altro rinvenuto ad
9
Il carbonado è una varietà di diamante a struttura porosa,opaco e di colore scuro (nero).
10
Arva (Magura) in Ungheria e nel 1891 in un meteorite caduto vicino al
cratere di un vulcano presso Can on Diablo in Arizona)
10
. In particolare nel
meteorite dell’Arizona è stato trovato il diamante esagonale,caratterizzato
cioè da una struttura cristallina esagonale,che è stato denominato
Lonsdaleite,in riferimento alla celebre cristallografa londinese,Dr. Kathleen
Lonsdale
11
. Il diamante di origine meteoritica si trova,a differenza di quelli
dei giacimenti primari, nell’ambiente in cui si è formato ovvero nella sua
roccia madre.
2. Genesi dei diamanti di colore fantasia.
Durante il lungo processo di formazione del diamante, descritto nel
paragrafo precedente,possono verificarsi eventi diversi,come l’inclusione di
elementi differenti dal carbonio all’interno del reticolo cristallino,
deformazioni della struttura cristallina, accrescimenti anomali o
l’assorbimento di radiazioni. Questi fenomeni sono alla base della
formazione dei diamanti di colore,in quanto responsabili della tinta che i
Fancy Color assumono. Prima di esaminare i singoli colori è opportuno fare
una premessa,spiegare cioè la classificazione dei diamanti in tipo I e tipo II.
Infatti in base allo spettro d’assorbimento nell’infrarosso e alla loro
trasparenza all’ultravioletto,e quindi in base al tipo di elementi inclusi nel
reticolo cristallino, i diamanti vengono classificati in due tipi,a loro volta
suddivisi in 2 sottotipi:
• Il tipo I (98% di tutti i diamanti): sono diamanti contenenti azoto (N)
come impurità principale. Il sottotipo Ia, che rappresenta il 98% di
10
Cavenago-Bignami Moneta Gemmologia: pietre preziose ed ornamentali naturali,trasparenti,
semitrasparenti ed opache , perle, cammei di conchiglia, opercula,ammoniti e conchiglie
varie,coralli,avorio,tartaruga,pietre sintetiche ,imitazioni,perle di coltura (con e senza nucleo).Cenni di
mineralogia. Metodi di analisi per le pietre preziose e le perle,Editore Ulrico Hoepli ,Milano.
11
Ibid. pag.252