Innanzitutto si è cercato di definire, facendo riferimento anche alla
letteratura legata all'argomento, le caratteristiche di questi nuovi media e il
rapporto con la comunicazione politico – elettorale. Ci si è poi concentrati
sulla “novità” del web 2.0, e successivamente sulla “novità delle novità”, il
sito ormai noto a tutti: YouTube. Dopo aver fatto un excursus generale sul
rapporto tra questo mezzo e la comunicazione politico- elettorale nel paese
che più utilizza Internet, gli Stati Uniti, si è poi passati al caso italiano. La
particolarità delle elezioni del 2008, con due nuovi grandi partiti e tutti questi
nuovi mezzi a disposizione rappresentavano una occasione interessante
per poter approfondire l'argomento. Dopo aver definito la situazione e le
forze in campo, ci si è addentrati nella ricerca empirica. Sono stati visti e
catalogati gran parte dei video apparsi sul sito di YouTube nel mese e
mezzo prima delle elezioni, e di questi si sono studiate le caratteristiche, i
protagonisti, il successo di pubblico, le tematiche trattate. Sono stati studiati
poco meno di un migliaio di video, controllando anche il rapporto tra questi
e l'attenzione data nello stesso periodo dai principali quotidiani.
Le conclusioni a cui si è giunti hanno in qualche modo “sfatato” il
mito di YouTube come viene spesso presentato: in Italia l'utilizzo di questo
mezzo è certamente ancora agli albori, e l'uso di “vetrina” per condurre una
sorta di “pavonismo politico” sembra vada per la maggiore. In generale, più
che fucina di novità sembra uno specchio del reale, della campagna
condotta sui media tradizionali, cui aggiunge alcune funzioni ormai
fondamentali, ma ancillari alla comunicazione per le vie “classiche”.
In generale, è sembrato che il web non fosse certo inutile alla
comunicazione (ed alla partecipazione democratica), ma nemmeno del tutto
utile: paradossalmente per la democrazia, nell'anarchia della Rete sembra
che comunque esista una gerarchia nelle opinioni e nelle tematiche più
rappresentate, e che questa sia costruita a specchio, appunto, di quelle del
“mondo reale”.
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Non è nemmeno il caso di essere del tutto pessimisti: cercando di vedere
“più in là” del caso di YouTube, si può scorgere che i passi verso la
convergenza tecnologica potrebbero portare delle novità magari più utili per
la comunicazione politica. Le nuove tv che uniscono satellite e web,
contributi degli utenti e contesto ben organizzato, potrebbero aprire nuove
vie alla comunicazione, se riusciranno a uscire dalla nicchia.
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CAPITOLO 1
I New Media e la comunicazione politico – elettorale:
definizioni, teorie ed esempi.
1.1 I New Media
Con il termine “New media”, “nuovi media”, si identificano una serie
di mezzi abbastanza eterogenei tra loro: da Internet alla televisione via
satellite, alle reti civiche, alla pay-tv, ai numeri verdi, ai talk-show ecc.
(Mazzoleni, 2004)
Tutti questi mezzi, rispetto ai media tradizionali, hanno caratteristiche
peculiari che permettono, in generale, ai cittadini di accedere più
agevolmente all'informazione pubblica, alla comunicazione politica, e a
quella elettorale. Viceversa sono anche un mezzo molto utilizzato dai
comunicatori politici proprio per raggiungere più facilmente, rapidamente e
direttamente i propri pubblici.
Soprattutto Internet è un mezzo che ha rivoluzionato molti aspetti
della comunicazione politica, permettendo di ampliare gli spazi di
informazione, aggregazione e mobilitazione, che in alcuni casi sono
addirittura sfociati in occasioni di creare forme di democrazia diretta. Ma ha
anche messo sia politici che cittadini, comunicatori e giornalisti, davanti a
diverse sfide.
Vi sono alcune caratteristiche generali che i nuovi media hanno
aggiunto alla comunicazione politica tradizionale, anche se gli studiosi si
sono poi divisi sulla loro interpretazione in termini di utilità ed effetti positivi
e negativi sulla comunicazione stessa.
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1.2 Caratteristiche del nuovo spazio comunicativo offerto dai
new media
1. economicità. Se con i media tradizionali la visibilità degli esponenti
politici è collegata alla loro capacità di acquisto degli spazi (ad
esempio pubblicitari), con conseguenze sul piano della parità di
accesso, la Rete permette una diminuzione dei costi e di
conseguenza garantisce la presenza di più soggetti.
Infatti, la costruzione e la gestione di un sito, per esempio, o la
predisposizione di una newsletter da inviare ai propri sottoscrittori, o
l'organizzazione di una mailing list, o ancora, la pubblicazione di un
video su di un canale online, sono attività che richiedono un
investimento economico anche minimo. In alcuni casi, se si può
contare sul lavoro di militanti e volontari le spese possono davvero
essere quasi zero.
Ovviamente le differenze di investimento e di competenza si
noteranno poi nella qualità del prodotto sulla Rete, come verrà
sottolineato anche nei paragrafi successivi.
2. velocità. La comunicazione offerta sulla Rete raggiunge in tempo
quasi reale tutti gli individui interessati, consentendo anche di
intervenire, organizzare, aggiornare tutte le informazioni.
3. assenza di confini. Il web permette di sviluppare flussi comunicativi a
livello mondiale, consentendo, così, l'organizzazione di soggetti, di
movimenti, o di partiti residenti in aree geografiche molto distanti tra
loro. Si sviluppa quella che si potrebbe definire come una sorta di
comunità mondiale, capace di organizzarsi e comunicare per
conseguire i propri obiettivi, come ad esempio è accaduto nel caso
dei movimenti di protesta contro il WTO.
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4. mancanza di intermediazioni. È una delle caratteristiche più
rivoluzionarie rispetto al modello tradizionale. Si elimina
l'intermediazione dei giornalisti e dei vari passaggi presenti nei mezzi
di comunicazione classici, sottraendo il messaggio alla media logic
tradizionale e ai criteri di rilevanza canonici, con i politici che
possono riappropriarsi del controllo del flusso comunicativo. Anche
dal punto di vista dell'accesso a molte fonti informative, esso è
spesso libero per qualunque utente di Internet.
5. Interattività. È una delle caratteristiche più feconde a livello di
potenzialità per un possibile miglioramento della partecipazione
democratica dei cittadini alla cosa pubblica. I politici hanno spesso
cercato di aprire più vie di contatto con i cittadini attraverso questi
sistemi, ma questi stessi sistemi vengono utilizzati anche dagli
stessi utenti per scambiarsi opinioni e informazioni, come avviene ad
esempio nei forum online di discussione su di un determinato
argomento.
6. Compresenza della comunicazione verticale e orizzontale. Legato
all'elemento dell'interattività è quello della compresenza della
comunicazione verticale ed orizzontale.
Il flusso di comunicazione verticale, in questo caso, sarebbe quello
originato dai soggetti politici che informano i cittadini su iniziative,
interventi, prese di posizione. La comunicazione è sempre verticale,
anche nel caso in cui il cittadino sia la fonte di messaggi che sono
rivolti direttamente all'esponente politico, che diventa destinatario.
Invece, nel caso in cui i soggetti si trovino in situazione di parità, ed
alternano il ruolo di emittenti e destinatari, si ha una comunicazione
di tipo orizzontale, come ad esempio quella permessa dai forum di
discussione.
(Bentivegna, 1999; Gaudiano e Pira 2007)
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1.3 Nuovi media e comunicazione politica
Per l'impatto che ha sul mondo della comunicazione, tra i nuovi
media nati in questi ultimi decenni, il più significativo è certamente Internet.
Qui di seguito si riportano una serie di teorie sul rapporto tra Internet, la
politica, la comunicazione politica ed elettorale, e la democrazia.
Innanzitutto è necessario sottolineare come sia ancora molto
difficile per la letteratura giungere a conclusioni e teorie fisse e soprattutto
supportate da studi empirici. Questo discorso vale soprattutto per quanto
riguarda gli studi sui pubblici, i cittadini-elettori. L'infinita ampiezza e la
continua mutevolezza di uno strumento come il web per ora non ha
permesso di definire in modo certo gli effetti di questi mezzi sul pubblico dei
suoi consumatori-spettatori-utenti.
Si possono però definire, rifacendosi alla divisione proposta da Pippa Norris
(2001) due filoni relativi agli atteggiamenti e alle teorie che studiano il
rapporto tra i media, la democrazia, ed Internet: si possono chiamare, per
semplificare, “ottimisti” e “pessimisti”.
1.3.1 Gli ottimisti
Il web come nuova propaggine della sfera pubblica
Quelli che Norris (ibidem:12) definisce i Cyber-ottimisti, vedono le
tecnologie digitali come la novità più importante di questi anni, che possono
solamente migliorare la democrazia.
La piazza elettronica dove è possibile incontrarsi navigando in Rete è stata
da più parti considerata come una possibile traduzione moderna del
concetto di sfera pubblica elaborato da Habermas (1962,1989, in
Bentivegna, 1999: 16), inteso come “la sfera dove i cittadini si incontrano
pubblicamente per impegnarsi in una discussione su caratteri di interesse
generale”.
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I sostenitori del web come nuova propaggine della sfera pubblica
mettono in evidenza l'ampliamento delle possibilità che questo mezzo offre
per fare intervenire tutti i soggetti nel discorso pubblico, anche singole
persone. La maggior possibilità di intervento per i gruppi minoritari si ha
anche grazie alla virtualità della discussione ed alla possibilità
dell’anonimato che offre il web, e si può assistere ad una reale creazione di
una comunità sociale tradizionale attraverso la nascita di relazioni
interpersonali tra i membri, mettendo in contatto persone di culture e visioni
del mondo totalmente diverse. È quello che avviene nei cosiddetti social
network come il nuovo MySpace, ma anche con i vecchi sistemi di
iscrizione alle newsletter legate ad un argomento, o lo scambio di email.
Per quanto riguarda i pubblici partecipanti alla discussione, anche
se gli studi sono ancora limitati, si può dire che chi sostiene il carattere
positivo del web lo vede come una “nuova” risorsa comunicativa per
coinvolgere soggetti nuovi, che prima non sarebbero intervenuti. Quasi
come la vecchia attività delle sezioni i partito: rinsaldare legami e
organizzarsi tra i partecipanti attivi, ma nel contempo ricerca per attivare
legami all’esterno. (Bentivegna, 1999)
Le distanze si accorciano: coinvolgimento, accesso e advocacy
La Rete, per il fatto di essere un canale di comunicazione “a due
vie”, cioè in cui i contenuti possono essere prodotti da tutti i soggetti che vi
fanno parte, le nuove tecnologie possono ridurre la distanza tra soggetti
politici e cittadini, intendendo qui per soggetti politici sia i partiti sia i gruppi
di interesse, sia i movimenti sociali, sia singoli personaggi.
Internet potrebbe erodere alcune delle barriere alla partecipazione politica,
specialmente per alcuni gruppi marginalizzati dalla politica mainstream e
potrebbe essere un forum dove si creano collegamenti e si mobilitano
comunità, dove rappresentanti di interessi emergenti, non ancora incanalati
nel sistema politico, possono rivolgersi all’opinione pubblica, cercando di
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guadagnare consensi. (Norris, 2001; Bentivegna,1999).
Sono diversi gli esempi di personaggi o movimenti che, almeno all'inizio,
hanno soprattutto utilizzato il web per affermare le proprie idee e costruire
consenso: senza entrare nel dettaglio pensiamo al candidato alle primarie
democratiche Howard Dean, che si definiva proprio “il candidato della
Rete”, oppure ai primi esempi di mobilitazione globale come i movimenti di
protesta contro il WTO auto-organizzatisi soprattutto attraverso la Rete.
In questo senso Internet potrebbe svolgere molto più di altri media il
ruolo di advocacy degli interessi più deboli, con la possibilità di eludere i filtri
che altri mezzi di informazione hanno, con i giornalisti a fare da gatekeeper
e i valori – notizia a dominare i criteri di scelta delle testate.
Internet potrebbe facilitare addirittura momenti di democrazia diretta, ad
esempio promuovere votazioni online per certi tipi di decisioni, e quindi
ridare respiro all'impegno civico.
Un altro effetto globale positivo, conseguenza della diminuzione
della distanza tra politica e cittadini potrebbe essere quello di rallentare la
progressiva disaffezione verso la politica e i partiti registrata in tutti i paesi
negli ultimi decenni (Bentivegna, 1999).
Informazione e controllo
Un altro effetto diretto sulla politica potrebbe essere la capacità di
controllo dei governati sui governanti che verrebbe dalle infinite possibilità
offerte da Internet per reperire informazioni: dalla possibilità di accedere alla
lettura di quotidiani, alla possibilità di trovare dati in archivi, istituzionali o
meno, a quella di leggere (e nel caso del nostro studio vedere) direttamente
coi propri occhi gli interventi di qualche politico o scoprire addirittura i suoi
atteggiamenti. (Bentivegna, 1999)
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Internet e la comunicazione politico-elettorale
Internet potrebbe essere utile anche alla comunicazione politica
tipica delle campagne elettorali, ma anche alle varie tappe della campagna
e del ciclo elettorale.
Proprio per la possibilità per Internet di essere un mezzo di
advocacy di interessi più deboli, e per la possibilità di veicolare nuove
issues che non facciano parte della politica mainstream, si può anche
pensare che Internet sia un mezzo utile per coloro che vogliono entrare
nella politica tradizionale, ad esempio candidarsi alle elezioni, o cercare di
fare entrare determinati temi all'interno del dibattito elettorale.
Nelle campagne elettorali dei paesi tecnologicamente più avanzati,
le nuove tecnologie della comunicazione, ed Internet in particolare, stanno
diventando sempre più importanti.
I primi strumenti di Internet a servizio della comunicazione politica ed
elettorale, anche nel nostro Paese, sono stati i cosiddetti “portali”, pagine
Internet molto ampie, che offrono informazioni di vario tipo su candidati e
programmi.
Il web che oggi si definirebbe “tradizionale”, cioè quello che esisteva fino ai
primi anni Duemila (caratterizzato da una prevalenza di contenuti scritti ed
una minore interattività da parte degli utenti rispetto ad oggi) ha poi offerto
mezzi come i News Group, i forum di discussione via Internet, e la
possibilità di creare siti ad hoc per eventi e candidati.
Da quei primi esperimenti web si è iniziato a notare come a volte fosse
possibile per i new media arrivare in certi casi a bypassare la mediazione
giornalistica, arrivando a pubblici ben definiti, la cui domanda informativa
spesso non viene soddisfatta dai mezzi di massa.
Proprio questo elemento di comunicazione mirata (su di una issue e
su di uno specifico gruppo) può essere sfruttato in vista del miglioramento
di un messaggio elettorale.
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1.3.2 I pessimisti
Il web come nuova propaggine della sfera pubblica?
Un altro filone di pensiero invece fa notare che, pur in presenza
delle potenzialità e delle opportunità che abbiamo descritto, l’ingresso della
politica in Rete non ha dato vita a quelle trasformazioni così profonde come
si era pronosticato ai suoi esordi. La distanza tra dimensione politica e
cittadini non sembra essersi ridotta, la partecipazione alla vita politica è
rimasta sostanzialmente stabile e i rapporti di scambio e di confronto tra
cittadini continuano ad essere di identica intensità rispetto al passato.
Questi limiti, secondo questi cyber – scettici, seguendo la definizione di
Norris (2001), continueranno ad essere presenti anche nel futuro. Secondo
i più pessimisti, anzi, la tecnologia potrà solo ampliare il divario tra i cittadini
impegnati, o almeno in qualche modo coinvolti dalla politica, e quelli che si
possono definire apatici.
Norris cita Margolis e Resnick (2000, in ibidem: 98), che hanno concluso
che le speranze di una rinascita della democrazia generata da Internet sono
scomparse nel momento in cui gli interessi istituzionali, compresi quelli dei
maggiori partiti, dei tradizionali gruppi di pressione, e quelli delle grandi
corporation dei media, sono riusciti a riaffermare la loro supremazia nel
mondo virtuale, producendo di nuovo “politics as usual”, la solita politica.
In più lo stesso cyberspazio continua ad essere dominato da multinazionali
come AOL, Yahoo!, e si potrebbe aggiungere anche Google, che di poco si
differenziano nei criteri di rilevanza di ciò che mettono online, sia tra di essi
che con i mass media tradizionali.
Il cambiamento non sarebbe avvenuto, o solo parzialmente, e il
fatto di coinvolgere sempre lo stesso ristretto gruppo di cittadini poterebbe
in realtà alla creazione di una “parziale sfera pubblica”, fatta di pochi e per
pochi, non di una propaggine di una sfera più ampia, che coinvolga tutti i
cittadini di una democrazia.
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Le distanze si accorciano: coinvolgimento, accesso e advocacy?
Quanto all'efficacia della comunicazione, Putnam (in Norris, 2001)
suggerisce che le forme di comunicazione politica e sociale virtuale o
mediata potrebbero essere comunque sostitute inadeguate dei tradizionali
network sociali “faccia a faccia” che si creano nelle comunità locali, poiché il
contatto virtuale potrebbe precludere appunto i segnali tipici del contatto
“faccia a faccia” che costruiscono l'affidabilità sociale.
Per quanto riguarda la partecipazione, Norris fa notare che il divario
globale e sociale nell'accesso ad Internet significa che le risorse
tecnologiche sono lontane dall'essere equamente distribuite e la politica
online potrebbe per questo amplificare la voce di coloro che hanno già
risorse economiche, culturali, nonché interesse, abilità cognitive e tecniche
per utilizzare le nuove tecniche di comunicazione; ma potrebbe anche
ulteriormente marginalizzare gli apatici e i non privilegiati.
Gli Americani che partecipano ai gruppi di discussione online potrebbero
essere una minoranza atipica, dominata da gruppi di pensiero simile, che di
conseguenza rinforzano le loro visioni ma non scambiano idee come
dovrebbe accadere nella democrazia, e soprattutto in quella deliberativa, la
tipologia democratica maggiormente associata al web. La democrazia
diretta attraverso il voto istantaneo ed elettronico potrebbe anche provare di
non essere niente di più che una semplice “conta di teste”, senza le
opportunità di un dibattito deliberativo e ponderato, garanzia di base per il
funzionamento di questo tipo di democrazia.
Si tratterebbe di una sorta di “paradosso della democrazia” (Mutz,
2006: 53), in cui l'esposizione a diversi punti di vista non porterebbe
davvero ad una reale partecipazione democratica, ma solo all'allineamento
alla posizione dominante, o alla ricerca di confronto con individui i pensiero
simile. In questo senso però non produrrebbe di nuovo nessun dibattito che
possa essere in qualche modo deliberativo.
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Informazione e controllo?
Il fatto che attraverso Internet si trovi molta informazione di ogni
tipo, e quindi anche politica, non è direttamente la dimostrazione che
questa sia veramente fruibile da tutti allo stesso modo. Persone senza
adeguate conoscenze ed interessi pregressi potrebbero semplicemente
trovarsene sommerse.
Il grande accesso all'informazione può trasformarsi in eccesso di
informazioni che radicalizzano la distanza e il disinteresse da parte di
cittadini. Più in generale si può dire anche che il semplice accesso ad una
quantità infinita di informazioni, senza un filo conduttore per interpretarle, di
per sé annulla quasi la presenza di queste ultime.
Norris (2001: 98) spiega che l'analogia più vicina alla politica sul web
potrebbe essere C-Span, un canale su American TV, che si può ricevere in
due terzi delle case americane, in cui porta seminari di affari pubblici,
discorsi di campagna elettorale in diretta o inediti e commenti informati. Gli
spettatori che ne possono fruire con vantaggio, però, sono soprattutto un
piccolo nucleo di affezionati alla politica, già in possesso di conoscenze
legate alla politica e già coinvolti in questo contesto comunicativo.
Per quanto riguarda il contenuto dell'informazione e della
comunicazione, poi, questo potrebbe essere di poco differente a quello
presente negli altri media come i giornali o la televisione, anzi potrebbe
essere la sua riproposizione, ne cambierebbe solo di poco la forma.
Inoltre, sebbene ognuno possa compiere un proprio percorso per ottenere
informazioni tramite il web, l'informazione attivata selettivamente ha molto
probabilmente sempre bisogno di rientrare nel contesto creato dai news
media tradizionali, che svolgerebbero ancora la funzione di arbitro della
comunicazione politica (Mazzoleni 2004).
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Un altro problema è anche quello della qualità dell'informazione: la
grossa quantità di informazioni fornita via Internet non sempre può essere
sottoposta a verifica. L'anonimato che consente il web può, oltretutto,
facilitare la presenza di interventi diffamatori o di diffusione di false notizie.
Date queste premesse, anche il controllo da parte dei governati sui
governanti assume tutta un'altra importanza: si tratta di una possibilità di
azione minima, se non addirittura in certi casi potrebbe essere essa stessa
diretta dall'alto, attraverso la manipolazione di determinate informazioni.
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