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e normative grazie alle quali si è potuta diffondere la cultura teatrale nelle
scuole: ufficialmente è nato tutto dal primo Protocollo d’intesa stipulato nel
1995 tra il Ministero della Pubblica Istruzione, la Presidenza del Consiglio dei
Ministri – Dipartimento dello Spettacolo e l’Ente Teatrale Italiano, attraverso il
quale si riconosce l’Educazione al teatro come un elemento fondamentale nella
formazione dei giovani, fino ad arrivare all’ultimo impegno istituzionale
rappresentato dal “Protocollo d’Intesa sulle attività di teatro della scuola e
sull’educazione alla visione”, del 2006, firmato dal Ministero della Pubblica
Istruzione, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, l’Ente Teatrale Italiano
e l’Agita (Associazione per la Promozione e la Ricerca della Cultura Teatrale
nelle Scuole e nel Sociale). Sempre nell’ottica di rendere espliciti gli interventi
istituzionali per l’integrazione tra la scuola ed il teatro nel primo capitolo, dal
punto di vista finanziario, è stata analizzata l’attività di sostegno pubblico allo
spettacolo dal vivo attraverso i finanziamenti che il MIBAC destina agli Stabili
d’Innovazione – Teatro per l’infanzia e la gioventù, in base ai dati evinti dalla
relazione sul Fondo Unico per lo Spettacolo dell’anno 2006. Inoltre sono stati
trattati gli aspetti organizzativi e progettuali delle attività di Teatro per Ragazzi
finanziate dal FUS. In merito alle iniziative nazionali degli enti impegnati nella
promozione del Teatro Ragazzi abbiamo considerato i progetti Agiscuola,
Teatro – Giovani e IoStudio (ovvero la Carta dello studente) realizzati
dall’AGIS, mentre per quanto riguarda l’ETI si è preso in esame il Centro
Teatro Educazione, la rassegna “Palcoscenico del teatro a scuola” ed il Premio
Stregagatto (premio della critica dedicato al teatro professionale per l’infanzia e
la gioventù).
Invece nel secondo capitolo, dedicato alle manifestazione di spettacoli
realizzati nei laboratori durante l’orario scolastico (come prodotti di un percorso
formativo), si è definita la funzione e lo scopo di una rassegna di “Teatro della
Scuola” approfondendone gli aspetti organizzativi e didattico – artistici
indispensabili per realizzarla; sono state esaminate tre rassegne della regione
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Lazio (Premio “Zanni”, Teatrando e Inconsupertrafra), scelte sia per il loro
particolare rapporto con il territorio sia per i traguardi raggiunti attraverso una
motivata politica culturale. Inoltre si è approfondito il fenomeno del laboratorio
integrato attraverso due realtà molto diverse tra loro, ma comunque
emblematiche, come: il laboratorio tenuto dalla Compagnia Psicopompo Teatro,
che agisce sull’integrazione culturale; il Piero Gabrielli, che utilizza la pratica
teatrale per l’integrazione di persone disabili nel contesto scolastico, il quale è
divenuto negli anni un modello esemplare anche per il resto del mondo.
Come ultimo argomento trattato, ma non per questo di livello minore, è
l’esperienza di un progetto innovativo nel suo campo, curato dalla società
AppiaUnder – Teatro Furio Camillo, intitolato “Teatro inFormazione”:
realizzatosi nella provincia di Roma, comprende un insieme di laboratori teatrali
rivolti a diverse tipologie di utenza (ragazzi, anziani, diversamente abili, ex
detenuti) con la particolarità di essere svolti, oltre che da docenti di teatro con
esperienze professionali differenti, anche da un gruppo di allievi attori, i quali
trasmettendo la propria conoscenza hanno acquisito professionalità, creando
situazioni di scambio e di interesse culturale in zone con una forte carenza di
espressività. Questa iniziativa è stata finanziata dalla Regione Lazio e dalla
Provincia di Roma secondo la legge regionale n. 32/1978, così come modificata
dalla legge regionale 17/2007 Bando provinciale “Progetti culturali per la
promozione dei soggetti espressione del territorio”.
Per la realizzazione di questa tesi, si è condotta una ricerca bibliografica non
convenzionale, attraverso il reperimento di dati su pubblicazioni scientifiche, siti
internet e riviste on-line, per poi essere analizzati e correlati da interviste ad
esperti del settore e testimoni privilegiati.
(Ringrazio gli intervistati: Marco Adda, per progetto Teatro in Formazione; Luciana della Fornace Presidente Agiscuola;
Luigia Bertoletti, Stefania Galassi, Fausto Giancaterina, per progetto Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli”;
Alessandra Tommasi per rassegna di teatro della scuola “Premio Zanni” di Ostia; Filippo Lange per progetto del Teatro del
Lido “Così fan tutti”; Laura Buffa per rassegna di teatro della scuola “Teatrando” di Formello; Maddalena Fallucchi per
rassegna di teatro della scuola “Inconsupertrafra” di Roma; Luisa Merloni appartenente alla compagnia Psicopompo Teatro,
svolge un laboratorio integrato in una scuola nella periferia romana; Roberto Pomettini, per la Provincia di Roma; Giorgio
Testa per progetto Centro Teatro Educazione dell’ETI).
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I
GLI INTERVENTI ISTITUZIONALI PER L’INTEGRAZIONE TRA
TEATRO E SCUOLA.
1. La storia del Teatro – Ragazzi: un breve excursus sui protagonisti
nazionali ed internazionali dagli inizi del Novecento fino agli anni Ottanta.
Il teatro, momento di identificazione sociale per antonomàsia, ha nel corso
della sua storia coinvolto più o meno attivamente i giovani ponendoli a volte nel
ruolo di semplici spettatori, come dimostra l’iscrizione << posto riservato ai
bambini >> ritrovata nella cavea del teatro di Milo (IV secolo a.C.), mentre in
altre epoche come nel Medioevo i ragazzi prendevano parte alle
rappresentazioni sacre oppure nel Rinascimento i giovani attori recitavano nelle
compagnie elisabettiane. Questi brevi cenni storici ci portano a riflettere sul
connubio tra il teatro ed i ragazzi, ma soprattutto sulla valenza educatrice che il
teatro ha mantenuto sulle giovani generazioni fino ad arrivare ai giorni nostri,
divenendo in alcuni casi perfino una materia curriculare nell’istituzione
scolastica italiana.
Ponendo l’attenzione sul discorso Teatro-Ragazzi
1
, oramai divenuto un
settore qualificato, è necessario ritrovare nella storia del teatro del ’900 il
significato di questa peculiare denominazione che apparentemente non chiarisce
il tipo di spettacolarità offerta, perchè nel descrivere questo genere teatrale viene
menzionato direttamente il suo destinatario, con l’intento di sottolineare una
esclusiva partecipazione del giovane pubblico senza però specificare se tale
partecipazione è attiva o passiva. Proveremo di conseguenza a capire la
1
Nell’Introduzione alla storia del Teatro-Ragazzi, di Paolo Beneventi, la casa Usher, 1994, Firenze, l’autore cita
la prima << guida internazionale >> sul Teatro Ragazzi pubblicata da Lowell Swortrell nel 1990 negli USA,
nella quale si tende a sottolineare la distinzione tra teatro dei ragazzi (children’s theatre), che è caratterizzato
soprattutto dall’intrattenimento, e il teatro educazione (anche detto TIE, Theatre in Education).
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differenza tra Teatro per ragazzi e Teatro dei ragazzi ripercorrendo le più
importanti esperienze nazionali ed internazionali, cercando di evidenziare
l’evoluzione di questo settore rispetto ai cambiamenti socio-culturali che
l’occidente subì nel corso del XX secolo.
Facendo una rapida panoramica delle esperienze internazionali ricordiamo
che i primi corsi di teatro per giovani dai 14 ai 20 anni e per ragazzi sotto i 12
anni vennero impartiti per la prima volta in Francia, nel 1920, nel teatro-scuola
del Vieux-Colombier fondata da Jacques Copeau, che rifiutando i luoghi e le
forme istituzionali del teatro, lo propone come comunità educativa.
Quasi venti anni dopo dal punto di vista antropologico venne riconosciuta
l’importanza del gioco al punto tale da modificare l’attenzione verso la cultura
del bambino: nel 1938 il filosofo olandese Johan Huizinga pubblica “Homo
Ludens”, saggio che dimostra che l’elemento determinante della cultura
dell’uomo è il gioco, ma già due anni prima Chancerel nel suo libro Jeux
Dramatiques dans l’éducation introduce il concetto innovativo di << gioco
drammatico >>, che consiste nel fornire al bambino un mezzo per manifestare
attraverso le “azioni” i suoi sentimenti profondi, rafforzare la propria personalità
e accrescere la sua possibilità di espressione.
Un primo sviluppo di teatro dei ragazzi nelle scuole avvenne in Gran
Bretagna negli anni cinquanta, ma tale attività non entrò direttamente nei
programmi scolastici e per tale motivo non ricevette sovvenzioni. Comunque al
termine del secondo conflitto mondiale il Teatro Ragazzi ebbe un notevole
sviluppo e sembrò rispondere ad un bisogno diffuso in molti paesi (Olanda,
Austria, Brasile, Stati Uniti e tutti quelli che all’epoca appartenevano all’URSS)
e nonostante le differenze politiche, ideologiche e finanziarie gli operatori del
settore cominciarono a incontrarsi e si riconobbero come appartenenti ad uno
stesso movimento diffuso su tutto il pianeta, scrive Chancerel:
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Noi pensiamo che bisogna << ripartire dal principio >> e formare un
pubblico nuovo – e, per questo, per prima cosa istituire in ogni paese un
Teatro Nazionale per Ragazzi, che raccolga un gruppo scelto di poeti, di
musicisti, di attori, di scenografi e di tutti gli artisti e artigiani dello
spettacolo, per scopi non soltanto artistici, ma sociali e nobilmente
umani. […]
2
Questa dichiarazione venne preceduta dalla fondazione dell’Ass. ITEJ
(Associazione Internazionale del Teatro per l’ Infanzia e la Gioventù) avvenuta
nel 1965 a Parigi, la quale riprese il modello organizzativo dei paesi dell’Est
europeo, che certamente avevano maggiore considerazione del Teatro Ragazzi
praticandolo a livelli professionali.
A partire dagli anni sessanta arriva dalla Francia una nuova tendenza
denominata “animazione”, derivante dall’inedita attività di Catherine Dasté,
nipote e proseguitrice dell’opera di Copeau, e un gruppo di attori di Saint
Etienne con i quali fondò la compagnia di teatro per ragazzi “La pomme verte”.
Dopo aver realizzato spettacoli teatrali nei quali i bambini partecipavano
indirettamente fornendo le idee per i soggetti (1959), la Dasté scopre un nuovo
modo di rapportarsi con i ragazzi sollecitandogli invenzioni e creatività.
Durante lo stesso decennio si sviluppò nel Regno Unito, Canada e Australia
un altro movimento detto TIE (Theatre in Education), nel quale si combinano
apprendimento delle diverse tecniche: drammatizzazione di storie e situazioni,
improvvisazione, pratica del Problem Solving (ovvero la risoluzione di
problemi, che è la base del modello educativo anglossassone). Il TIE ebbe inizio
nel 1965 dalla formazione di un gruppo di attori che, dal Belgrade Theatre di
Conventry, spostarono la loro attività nelle scuole e ponendosi due obiettivi
principali: offrire la propria professionalità per gli allestimenti teatrali scolastici
e portare nella scuola la forza immaginativa del teatro. Da questa prima
2
Chancerel 1967 pp.232-233 con cit. da Louis Jouret, in P. Beneventi , Introduzione alla storia del Teatro-
Ragazzi, la casa Usher, 1994, Firenze, pag 145.
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esperienza si moltiplicarono le compagnie richieste dalle stesse scuole e la loro
opera venne riconosciuta attraverso finanziamenti pubblici. Negli anni settanta
le tematiche trattate dal TIE diventano più apertamente sociali e politiche, i
ragazzi vengono stimolati ad affrontare argomenti come il razzismo, il sesso ed i
rapporti di potere nella società in cui vivono quotidianamente.
Attraverso il confronto dialettico tra i teatranti-educatori ed i ragazzi si
sviluppano nuove forme del linguaggio teatrale, influenzando così la produzione
di spettacoli. Le compagnie come La pomme verte di Catherine Dasté, il Théâtre
des Jeunes Années di Maurice Yendt, il Théâtre des Jeunes Spectateurs detto
anche Compagnie Bazilier, evidenziano con l’alta qualità del loro operato la
possibilità di stabilire un legame tra la realtà infantile e l’espressione teatrale.
Nel 1967 lo stato francese riconobbe ufficialmente l’attività di 6 compagnie
qualificandole << Centro Drammatico Nazionale >>.
Alla fine degli anni sessanta ed inizi anni settanta nasce e si sviluppa anche in
Germania il teatro per ragazzi: durante la contestazione studentesca e il fervore
della sperimentazione artistica a Berlino ovest nasce il Grips Theater, la cui
attività si è svolta sempre in modo coerente e continuativo, caratterizzata da un
repertorio strettamente legato alla condizione dell’infanzia e sempre con
maggiore realismo ha trattato temi come i problemi familiari, la solidarietà tra i
ragazzi, la differenza dei ruoli tra bambini e bambine, il gioco e i giocattoli, la
pubblicità. Parallelamente agli spettacoli il Grips Theater ha realizzato proposte
rivolte agli insegnanti per favorire l’improvvisazione a scuola di sociodramma,
ottenendo così finanziamenti pubblici dal Land di Berlino.
Il Grips non fu l’unica realtà a contrapporsi a quel tradizionale atteggiamento
autoritario sull’infanzia, che offriva prodotti culturali puramente commerciali ad
un pubblico fondamentalmente non rispettato; negli anni settanta il Consiglio
Centrale degli Asili Infantili di Berlino ovest pubblicò il “Programma per un
teatro proletario di bambini” di Benjamin, mentre il Birne, compagnia di teatro
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per ragazzi, basò il proprio lavoro principalmente sui metodi di partecipazione
del giovane pubblico.
La situazione italiana dopo il secondo conflitto mondiale non si è poi tanto
modificata e presenta ancora compagnie di ragazzi attori come Zietta Liù a
Napoli e la Nuova Brigata Giocosa a Milano.
Negli anni cinquanta riaprono molti stabili chiusi durante la guerra: a Roma
riapre nel 1951 il Teatro del Fanciullo, mentre il Complesso dei Piccoli di
Franco Taddia e Marco Padovani continua la sua attività nella Capitale.
Contemporaneamente la questione cambia quando si parla di scuole di teatro
per ragazzi, le quali non esistevano sul territorio italiano fino a partire dall’anno
scolastico 1949-1950, quando l’amministrazione comunale fiorentina istituisce
una scuola di recitazione le cui lezioni pomeridiane sono frequentate da ragazzi
fra gli otto e i dodici anni, che partecipano a veri e propri corsi di recitazione,
mentre per i ragazzi fino ai dieci anni sono destinati corsi preparatori di
ginnastica ritmica, passi di danza, esercizi di dizione, mimica e gioco
drammatico. Un altro esempio di scuola di teatro istituita grazie al sostegno
degli enti pubblici è il Centro Educazione Artistica del Provveditorato agli Studi
di Roma, ma questo trend negli anni sessanta cesserà per la scarsità di iniziative,
per l’avvento della televisione e soprattutto per i gusti della gente che
cambieranno sempre più velocemente.
Negli stessi anni il teatro d’animazione non affronta un periodo positivo: il
Teatro per Ragazzi in Italia si basava fondamentalmente su spettacoli di
marionette e burattini, i quali non rispecchiavano più le esigenze del pubblico
che diminuì vertiginosamente, mentre aumentarono i costi di produzione e
distribuzione portando ad un collasso questa nobile forma di spettacolo. Tra le
figure storiche di questo genere teatrale ricordiamo: Beppe Colla al Teatro
Gerolamo di Milano; Maria Signorelli che nel 1947 fonda a Roma L’Opera dei
Burattini con un repertorio vasto e al quanto moderno grazie ai suoi burattini
dotati di personalità rispetto a quelli tradizionali; Vittorio Podrecca, un vero
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maestro nel suo mestiere perché sempre capace di rinnovarsi, ma nonostante
rimanessero invariati il successo di critica e quello di pubblico, le troppe spese
lo spinsero a dover chiedere finanziamenti statali che non gli furono concessi e
quando morì, nel 1959, giunse al termine anche tutta la tradizione del teatro
delle marionette.
Invece nel campo del teatro per ragazzi con attori in carne ed ossa si presenta
un vuoto assoluto, salvo eccezione per Sergio Tofano che porta in scena nel ’48
e nel ’53 due nuove commedie di Bonaventura.
Nel 1954, all’Angelicum di Milano, nasce il primo Teatro dei Ragazzi diretto
dal padre francescano Enzo Convalli, che ha il desiderio di allestire spettacoli
accuratamente eseguiti per far divertire i ragazzi e non far annoiare gli adulti che
li accompagnano, il quale dichiara:
Voglio creare un clima di poesia e di bellezza, nel quale l’animo dei
fanciulli possa trovare quegli elementi di gioiosa serenità e di
educazione al gusto del bello e del buono, che hanno un loro peso
sensibile nella formazione spirituale dei giovanissimi.
3
Solamente altre tre compagnie di teatro per ragazzi lavoreranno attivamente
sul territorio italiano oltre all’Angelicum fino alla metà degli anni sessanta: nel
1959 aprono il Teatro delle Dieci a Torino ed il Teatro degli Anni Verdi di
Giuseppe Luongo a Roma; mentre nel 1962 padre Raffaello Lavagna fonda il
Carro di Tiespi sempre a Roma e tre anni dopo l’Italia partecipa al congresso di
fondazione dell’Ass. ITEJ (Associazione Internazionale del Teatro per l’Infanzia
e la Gioventù), con un testo di padre Lavagna interpretato dalla sua compagnia.
Nel 1966 Maria Signorelli, Benito Biotto e Raffaello Lavagna (i principali
protagonisti del teatro per ragazzi nel nostro paese) concorrono alla fondazione
dell’Associazione Nazionale del Teatro per l’Infanzia e la Gioventù, l’ATIG,
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cit. in P.Beneventi, Introduzione alla storia del Teatro-Ragazzi, la casa Usher, 1994, Firenze, p 153.
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sezione italiana dell’Ass. ITEJ con sede a Milano, ma anche questa costituzione
formale non sembra migliorare la situazione qualitativa e quantitativa della
produzione di spettacoli per l’infanzia. Inoltre si comincia a riflettere sulla
funzione pedagogica del teatro, la quale viene introdotta da un’osservazione di
Giacomo Briano del 1967 sulla rivista salesiana << Letture Drammatiche >>:
La gente di teatro è propensa a intendere le forme sceniche come
“offerta” più che come “domanda”; questo potrebbe costituire […] un
errore di prospettiva […] che l’interesse stia più dal lato delle
compagnie e delle sovvenzioni statali che non nei bisogni dell’infanzia e
della gioventù di cui si occupa.
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Tale osservazione è una conseguenza di una riflessione più ampia che lo stesso
Briano fa sulla mancanza di un organismo analogo all’ATIG che si occupi del
teatro di ragazzi: tuttavia è da premettere che questa attività teatrale
appassionerà tanti operatori del settore solo verso la fine degli anni sessanta, in
coincidenza della rivoluzione culturale che coinvolgerà l’intera società.
Con l’avvento del ’68 in Italia i teatri stabili realizzano per primi importanti
iniziative che sdoganano il rapporto tra il teatro ed i ragazzi: lo Stabile di Torino
durante la stagione 1967-1968 allestisce uno spettacolo per le scuole elementari
intitolato Storie di Re Mida, di Gianni Rodari; nella stagione seguente il Piccolo
Teatro di Milano, come anche i teatri stabili di Genova e Bolzano, introducono
nella programmazione spettacoli per ragazzi.
Sin dall’inizio degli anni settanta si determina un movimento, il cui nome
deriva da una tendenza nata in Francia ma mai sviluppatasi, l’Animazione, che
sicuramente è definibile come un fenomeno tutto italiano nel campo teatrale,
perché caratterizzato da un atteggiamento politico e culturale che va ben oltre le
varie tecniche di lavoro con i ragazzi: gli elementi peculiari del linguaggio
4
cit. in P.Beneventi, Introduzione alla storia del Teatro-Ragazzi, la casa Usher, 1994, Firenze, p 161.
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dell’animazione sono il coinvolgimento del giovane pubblico, che a sua insaputa
si trova implicato in un gioco teatrale, e la sua partecipazione attiva in sede
laboratoriale. È sicuramente un movimento che ha fatto rinascere il teatro-
ragazzi in Italia in un momento comunque critico per il teatro in generale, che in
quell’epoca vive una << crisi di ruolo >> e la perdita della sua funzione sociale:
il teatro appare come il simulacro di una certa cultura di élite oramai
anacronistica. Di conseguenza l’animazione teatrale nasce come un movimento
di artisti, provenienti da esperienze diverse, ma che hanno in comune la volontà
di rinnovarsi per stabilire una relazione diversa tra teatro e società; in questa
trasformazione si individua il bambino come perfetto interlocutore perché
riveste una doppia identità, da un lato è uno spettatore attivo e sensibile che non
è ancora contaminato dalle rigide convenzioni del teatro ufficiale e dall’altro è
visto come un attore che esprime liberamente le proprie potenzialità. Il sodalizio
tra teatro e scuola viene celebrato dalle esperienze di Franco Passatore, Sergio
Liberovici e Remo Rostagno
5
nelle scuole torinesi. Ma ricordiamo che il
“Nuovo Teatro Ragazzi” deriva dall’attività di alcuni operatori professionisti,
che spesso venuti dalla ricerca, scelgono di rivolgersi esclusivamente ai ragazzi.
Negli anni settanta nascono diverse compagnie che rinnovano i linguaggi ed i
meccanismi del teatro italiano, sia in termini di poetica che di produzione, qui di
seguito ne elencheremo le più emblematiche:
• Il Teatro del Sole, gruppo milanese nato nel 1971, può essere
considerato a pieno titolo l’iniziatore del teatro-ragazzi contemporaneo
grazie al suo primo spettacolo intitolato La città degli animali, per il
quale sceglie come spettatori privilegiati i ragazzi, riuscendo a
sintetizzare le esperienze, le riflessioni e le ricerche in campo
pedagogico-educativo unendole a quelle più specificatamente teatrali
che all’epoca circolavano in Italia e in Europa: è significativo il fatto
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I primi due, Passatore e Liberovici, provengono dal mondo del teatro mentre Rostagno è un maestro di scuola
elementare.
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che questo gruppo era composto da un attore proveniente dalla Scuola
sperimentale dello Stabile di Torino e d’attori neodiplomati alla scuola
del Piccolo Teatro di Milano, che si unirono intorno a Iva e Carlo
Formigoni provenienti dal Berliner Ensemble di Bertold Brecht.
Grazie a questo spettacolo si evidenziò l’importanza del
coinvolgimento attivo dei ragazzi che furono parte integrante del gioco
teatrale. Poi ovviamente seguirono altri spettacoli
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che si fondavano
sempre sulla didattica Brechtiana della semplicità inventiva fin tanto
che c’era la presenza di Formigoni, una volta uscito dal gruppo la
compagnia si dirige verso un teatro antropologico con uno sguardo alle
culture orientali (Riksciò, frammenti d’Oriente, 1988; Aso una storia
africana, 1992), però prima aveva realizzato alcuni progetti legati
all’uso dello spazio ( Ey de net, 1982; Horton, 1984; Dilemma lirico,
1985).
• Il Teatro dell’Angolo fu una compagnia storica del teatro-ragazzi,
nasce a Torino alla fine degli anni sessanta e diviene uno dei centri
nazionali riconosciuti dal Dipartimento dello Spettacolo. Con le
rappresentazioni di Pigiami (1982), Robinson e Crusoe (1985) crea
una tipologia di spettacolo d’attore che si compone di gioco dialettico
e poesia dell’infanzia.
• Il Teatro delle Briciole è uno dei gruppi e centri di teatro-ragazzi più
importanti in Italia e all’estero, perché è riuscito a fondere con grande
maestria il teatro di figura con quello di attore in spettacoli memorabili
come: Nemo (1979), Genesi (1980), Il richiamo della foresta (1982),
Miracoli (1982), Lo stralisco (1991), Con la bambola in tasca (1994).
Nacque nel 1976 a Reggio Emilia ma poi si trasferì a Parma nel 1981
nello spazio polifunzionale del Teatro del Parco, dove produce i suoi
spettacoli e organizza rassegne che attirano l’interesse del pubblico.
6
Si propone un elenco dei più importanti: Vieni nel mio sogno (1974), Felice e Carolina (1975), Giochiamo che
io ero (1976), Dudù dadà il disperato vincerà (1977).