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Lo squilibrio territoriale che a volte consegue
all’eterogeneità delle destinazioni e la possibile scarsità
della domanda turistica finale, comportano la creazione di
gruppi di comuni che rimangono ai margini dei processi di
investimento e di modernizzazione, nei quali, per la
mancanza di idonee politiche competitive, si determina
una fatale cristallizzazione di ogni strategia di sviluppo.
Ed in questi termini si può sicuramente parlare per
determinate realtà della provincia salernitana, ma non per
il territorio considerato nel suo complesso, che al
contrario vanta la presenza di ricchezze e attrattive
turistiche capaci di richiamare ogni anno milioni di
visitatori.
Per la vastità, la complessità e la diversificazione del
territorio, comprendente diverse “regioni” storico-
geografiche, Salerno è sicuramente una delle provincie più
varie d’Italia, ed è proprio la varietà di cui può godere
quest’area la principale fonte di attrattiva turistica, ma
rappresenta sicuramente anche un fattore di debolezza per
quelle realtà in cui non viene gestita adeguatamente e
sfruttata al massimo delle sue potenzialità.
A tale scopo, dotare le amministrazioni locali e gli
operatori del settore di strumenti di programmazione
appropriati può consentire un rilevante sviluppo turistico
della zona attraverso l’utilizzo delle risorse locali. È
proprio in questa ottica che si va ad inserire lo studio
territoriale proposto. Uno studio partito dalla realizzazione
di una indagine sul campo per censire le attività
produttive, commerciali, turistiche, di servizio, fino ad
arrivare ai luoghi di aggregazione, i monumenti, le
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bellezze paesaggistiche, artistiche, culturali e naturali
della zona. Si può a ragione etichettare il presente lavoro
come sperimentale, una indagine complessiva, da un lato
sui dati relativi alle varie attività che operano nel settore
“turismo e tempo libero”, realizzato attraverso la
costruzione di un database, dall’altro i flussi turistici locali
messi a confronto con il trend turistico regionale e
nazionale.
Anche lo sviluppo economico della provincia è stato
in parte condizionato da un territorio vasto ed eterogeneo
e da un’elevata frammentazione comunale ma anche dalla
concorrenza internazionale e dalla maturità del ciclo di
vita delle produzioni, fattori questi che accomunano gran
parte delle aree produttive del Mezzogiorno.
Seppure negli ultimi anni si avvertano timidi segnali
di ripresa, la provincia di Salerno continua purtroppo a
rappresentare una realtà in ritardo sul piano dello
sviluppo, con un sistema industriale che ha risentito in
misura rilevante degli effetti della globalizzazione dei
mercati. L’economia salernitana oggi si basa
fondamentalmente su commercio e terziario essendo,
infatti, gran parte delle attività manifatturiere non
sopravvissute alla crisi degli ultimi anni che ha causato la
perdita di intere filiere di produzioni e di saperi
professionali che avevano caratterizzato lo sviluppo degli
anni ’70.
Nell’ambito del settore terziario, che pesa per il
76,7% sul valore aggiunto totale della provincia (Fonte:
Istat, 2007), l’economia salernitana si basa
prevalentemente sulla filiera turistica, che fa perno su
10
un’offerta ricettiva variegata (con hotels sparsi su tutto il
territorio, ma anche aziende agrituristiche e Bed and
Breakfast nelle zone interne e campeggi sulla costa), ma
che stenta ancora ad esprimere il suo pieno potenziale.
Proprio l’analisi della turisticità della Provincia è
stato l’oggetto di studio e di analisi del lavoro di seguito
svolto, il quale ha lo scopo di offrire, attraverso la raccolta
e l’analisi di un ampio gruppo di indicatori di carattere
economico, territoriale, sociale e culturale, una radiografia
ragionata e selettiva delle singole realtà comunali.
Purtroppo, la difficoltà nel reperire i dati per ogni
singolo comune ha condizionato quello che sarebbe potuto
essere il lavoro da un punto di vista più analitico; tuttavia,
la conoscenza diretta e alcune esperienze sul campo,
hanno comunque permesso di realizzare un database
relazionale aperto, nel quale implementare, di volta in
volta, eventuali cambiamenti. Ciò consente
l’aggiornamento delle informazioni con continuità, dato
che un’entità territoriale modifica nel tempo le proprie
caratteristiche sia di offerta che di domanda turistica.
Una nuova lettura del fenomeno turistico nella
provincia di Salerno è tra i risultati attesi di questa
applicazione.
Il metodo scelto deve essere collocato all’interno di
un disegno più ampio che osservi le manifestazioni del
turismo in una logica di tipo microeconomico,
consentendo una visione integrata e trasversale del
medesimo fenomeno.
Questo approccio può risultare determinante per
valutare ed analizzare correttamente la performance del
11
turismo sul territorio e, infine, fornire utili informazioni
agli organi preposti al monitoraggio della stesso per gli
opportuni interventi di sviluppo.
La scelta di quest’area geografica non è certo priva
di significato, in quanto la sopravvivenza di alcune sue
aree interne è oggi più che mai in forse.
Il lavoro è stato suddiviso in tre capitoli.
Il primo di questi fornisce un quadro descrittivo del
territorio provinciale che, per scopi di indagine, è stato
suddiviso in aree geografiche secondo il criterio della
morfologia del territorio; si sono poi esaminati molteplici
aspetti (storico, artistico, morfologico, culturale,
economico, ecc.) soffermandosi in particolare sul profilo
demografico e procedendo ad uno studio approfondito
dello stesso, sia a livello macroaggregato dell’area che a
livello del singolo comune (grazie all’utilizzo di appositi
indicatori statistici come il tasso medio annuo di
variazione, l’indice di invecchiamento, di carico sociale,
di attività, e di gioventù).
Il secondo capitolo propone un’analisi di grande
interesse rispetto alla capacità ricettiva dei comuni in cui
si articola il territorio provinciale, suddividendola per
tipologia di strutture ed approfondendone lo studio
attraverso la costruzione di una serie di indicatori (tasso
composto funzione ricettiva (1) e (2), posti letto esercizio,
indice di variabilità del tipo di alloggio (1) e (2), camere
per esercizio) che permettono di sintetizzare i dati raccolti
ottenendo informazioni sicuramente più significative.
Inoltre, nello stesso capitolo si è osservato il movimento
clienti che caratterizza la provincia, realizzando il
12
confronto, rispetto alla stessa variabile, con le altre
province campane.
Il lavoro si chiude con il capitolo terzo che procede
alla costruzione, per ogni comune della provincia di
Salerno, di un indicatore di turisticità particolarmente
significativo: il TII (Tourist Impact Index), e
soffermandosi sull’analisi di un caso di grande interesse
come quello del Vallo di Diano, di cui sono state
osservate caratteristiche, potenzialità, risorse, ma anche
problematiche e difficoltà di sviluppo, che da sempre
hanno confinato quest’area ai margini della Provincia, per
scarsità di contributo in termini economici.
Negli ultimi tempi, però, il Vallo di Diano sta
mostrando una tendenza evolutiva crescente, sia per
effetto degli interventi istituzionali che stanno realizzando
numerosi progetti integrati allo scopo di promuovere il
territorio, ma anche grazie all’ impegno dei numerosi
imprenditori che nel Vallo svolgono le loro attività e che
desiderano potenziare e valorizzare tutte le grandi
ricchezze di cui tale area si può fregiare.
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CAPITOLO 1
IL TERRITORIO SALERNITANO:
UN’ANALISI DESCRITTIVA
1.1 Le principali caratteristiche del
sistema provinciale
La provincia di Salerno, con un territorio
particolarmente vasto ed un’orografia che alterna la
pianura alla collina e alla montagna, vanta storie e
tradizioni, folklore e costumi differenti.
Il Golfo omonimo su cui si affaccia, colloca Salerno
in una posizione geografica strategica; il suo clima
mediterraneo favorisce produzioni alimentari tipiche e di
prestigio per una cultura dei “sapori” e delle migliori
qualità enogastronomiche, ereditate da quel “regimen
sanitatis salernitanum” che ha ispirato la più recente dieta
mediterranea.
Area cerniera e principale snodo nelle
comunicazioni nord-sud d’Europa, Salerno ha messo in
campo progetti e infrastrutture capaci di designare ruoli di
eccellenza nei futuri scenari economico-sociali.
Un sistema integrato nei trasporti terra-mare-ferro-
avio, orienta la struttura produttiva verso lo sviluppo
endogeno e auto propulsivo, favorendo la creazione di
14
condizioni di sicuro vantaggio competitivo nel medio-
lungo periodo.
Il porto commerciale e quello turistico, l’aeroporto
di Salerno-Pontecagnano, l’interporto, la tangenziale, la
bretella di scorrimento veloce e la metropolitana,
costituiscono un sistema volto ad alimentare un circuito
intermodale capace di favorire e accelerare la mobilità
collettiva di persone e cose.
Una dimensione ottimale ed omogenea trova nel
comprensorio lo stimolo necessario alla cooperazione, per
determinare le condizioni di aree sistema, capaci di
integrare in una logica di divisione organizzativa del
lavoro, le risorse per uno sviluppo compatibile con le
vocazioni naturali e con l’ambiente, che preserva le
fondamentali caratteristiche di questo territorio
potenzialmente considerato tra i più ricchi del mondo.
Certo una ricchezza non pienamente fruita, ma
sicuramente rivalutabile in uno scenario di maggiore
progettualità e produttività.
La descrizione delle potenzialità salernitane è volta
ad individuare le risorse valorizzabili ai fini turistici:
paesaggio e natura, luoghi ameni, complessi storici e
monumentali, ovvero razionale intervento umano,
manuale e intellettivo, che combina il sapere storicamente
acquisito con il terziario avanzato e il post-industriale
1
.
L’esteso territorio viene generalmente suddiviso in
aree sistema. A Salerno si collega l’area sistema dell’Irno
1
CCIAA di Salerno, La Provincia di Salerno. Territorio, economia,
società. Salerno, 2000.
15
e del Picentino: due Valli che integrano l’area
metropolitana con ambiziosi programmi di assetto
strutturale ed infrastrutturale a beneficio delle mobilità e
della stessa vivibilità rilanciando prerogative mercantili e
turistiche ma soprattutto di ricerca scientifica e di
innovazioni tecnologiche. In tale area sistema ha un ruolo
importante la città di Cava dei Tirreni.
Nella valle Metelliana, al Borgo Scacciaventi sono
insediate le botteghe ed i laboratori artigianali, mentre nei
laboratori e nei villaggi di Cava operano rinomate imprese
tra agricoltura e industria, con importanti insediamenti
turistico-ricettivi.
Alla badia di Cava i padri Benedettini conservano la
più ricca collezione bibliografica del mondo.
La seconda area sistema, comprende l’agro
Nocerino-Sarnese e la Costiera Amalfitana.
Già sedi di rilevanti impianti di trasformazione
agricola, tali da configurare un importante distretto
industriale, l’Agro mantiene il suo primato nel comparto
del pomodoro pur in presenza della crisi strutturale che ha
investito l’industria conserviera; al suo indotto tra officine
meccaniche e fabbriche di contenitori metallici, fa da
contorno il comparto tessile che esprime una grande
capacità produttiva sul piano del terzismo e della
subfornitura.
Più affermata, copiata ma sempre unica nel suo
genere, e la moda Positano esclusiva per la sua originalità,
fatta di colori vivaci, di balzi, trini e merletti. Un design
che nell’ultimo ventennio ha ispirato e forse fatto la
16
fortuna di famosi stilisti, che a Positano hanno appreso
tecniche e accostamenti multicolori.
È proprio sulla Costiera Amalfitana, celebrata e
divina, laboriosa e ospitale tra riti antichi e funzioni
suggestive, conviene un concentrato di attrazioni
irripetibili tra Positano e Praiano, il fiordo di Furore e
Conca dei Marini, Amalfi e Ravello e poi Atrani, Minori,
Maiori, Cetara e Vietri sul Mare.
In questo territorio si produce lo “sfusato
amalfitano”, un limone dalle innumerevoli proprietà
terapeutiche.
Sui caratteristici terrazzamenti la paziente opera
dell’uomo ha sottratto alla roccia “fazzoletti” di terra per
coltivare i famosi limoni, che sono stati anche l’essenza
dell’affermato “Limoncello”. Ma altri dolcissimi liquori
conquistano i turisti perché associano fantasia, qualità e
sapori. Sullo stesso territorio si coltivano alcune delle più
importanti produzioni di serra; con piante grasse e
succulente importate dal resto del mondo, che qui trovano
l’habitat ottimale per esaltare le più belle prerogative
ornamentali.
Un’antica cartiera produce ancora la carta e le
pergamene, tratte dai papiri, secondo procedimenti e
tradizioni millenari.
La produzione di vino proveniente da vitigni nobili
e rigorosamente controllati intende riprodurre l’antico
nettare di Bacco, per i più raffinati palati, capaci di
apprezzare l’inconfondibile “bouquet”.
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La ceramica artistica di Vietri richiama l’arte del
manufatto ed i segreti di colori straordinari che si
richiamano ai valori mediterranei più nobili.
La Valle del Sele è la terza area del sistema, un
comprensorio ricchissimo di attrattive turistiche e
ambientali, in cui convive la storia millenaria dei templi
dorici a Paestum con percorsi di ampio pregio
naturalistico nell’oasi di Persano gestita dal WWF.
Al complesso termale di Contursi, con le ricche
sorgenti dalle eccezionali proprietà terapeutiche, fanno
riscontro le attrazioni montane degli Alburni che
ispirarono il Monte Calvo del celebre musicista
Mussosky. Altri percorsi e attrazioni speleologiche sono
rinvenibili nelle grotte di Pertosa e di Castelcivita, con
camminamenti per decine di chilometri che consentono di
ammirare uno scenario dantesco.
Il Cilento-Vallo di Diano è la quarta area del
sistema. La sua selvaggia natura attrae ed innamora, tra
contrasti di luci e di macchia mediterranea; di un mare
limpido e cristallino che lambisce una costa fragilissima.
Sul versante interno si estende il Vallo di Diano, a
completare il perimetro ideale del più grande parco
d’Europa per circa 300 ettari
2
.
Dalla costa all’entroterra è un susseguirsi di attività
agro-pastorali, di zootecnica, di antichi mestieri;
caratteristici tratti di alcuni centri storici mantengono
ancora intatti costumi e folklore in ambiti paesaggistici
2
CIONE A., FERRARA F., Il turismo in provincia di Salerno-Analisi
dei flussi turistici e studio del territorio, Holiday net, Salerno, 2001.
18
medievali, con genuine tradizioni che allungano la vita,
semplicemente con l’aria salubre e un’alimentazione
essenzialmente naturale, in totale assenza di additivi
chimici.
Ad alimentare un’economia non proprio fiorente
contribuiscono, peraltro, la pesca, alcune attività
manifatturiere con preziosità alimentari e, soprattutto, il
turismo specialmente nell’arco della stagione estiva che,
talvolta comprende la primavera e l’inizio dell’autunno.
Che il Cilento sia luogo privilegiato, per il turismo
residenziale e non esclusivamente vacanziero, è provato
dalla presenza di illustri clinici e scienziati; primo fra tutti
il Prof. Angel Keys, padre della dieta mediterranea, ospite
della località marina di Pioppi. Qui Keys ha scoperto la
sensazionale assenza di colesterolo in soggetti, residenti
nel Cilento, in ragione di un’alimentazione considerata
povera, ma certamente idonea a sconfiggere questa
preoccupante patologia dell’uomo moderno, e dei suoi
ritmi di vita, che possono provocare lo stress.
Pasta, olio d’oliva, pesce, pomodoro e mozzarella,
rappresentano il più rilevante valore aggiunto
dell’economia provinciale.