L’obiettivo della presente tesi di dottorato è di completare la
ricerca iniziata con l’attività di laboratorio nel Master
Universitario in Management of Durability and Maintenance in
the Building Process, presso il Dipartimento BEST del Politecnico
di Milano. L’ambizione è di proporre un fascicolo tipo capace di
governare la conoscenza tecnologica dell’oggetto edilizio,
ottimizzando la complessità processuale sia nella fase ante
all’esecuzione dell’intervento edilizio e sia nella fase successiva
ad opera ultimata.
L’attenzione data alla qualità caratteristica (al tempo zero),
alla qualità utile (durabilità), alla qualità operativa (di messa in
opera) ed infine alla qualità di manutenibilità (nelle operazioni
manutentive) è fondamentale per garantire la qualità globale
dell’opera edilizia. Infine un’ulteriore attenzione si è rivolta ai
criteri di sostenibilità per incrementare la qualità prestazionale
dell’opera edilizia attraverso i parametri della certificazione
energetica della Regione Liguria (L.R. 22/07 e Reg. del
8/11/2007 n° 6) utilizzati nella sperimentazione del caso studio
patrocinato dall’ARTE di Imperia.
Dunque, l’obiettivo di questo lavoro di ricerca è di tracciare
delle linee guida per la realizzazione di un fascicolo del
fabbricato tipo, in cui la successiva attività di controllo della fase
esecutiva consenta di ottenere gli as builts conformi
all’intervento edilizio, questi fondamentali per la
programmazione della vita utile dell’intervento edilizio.
1
Abstract tesi
II
ABSTRACT TESI
IL FASCICOLO DEL FABBRICATO, uno strumento di supporto al
controllo e alla gestione dell’intervento edilizio attraverso
procedure di reingegnerizzazione
Marco Cuomo
Abstract tesi
III
(…) La realizzazione di un documento tecnico per la gestione
e il controllo della qualità del patrimonio immobiliare esistente ha
coinvolto in questi ultimi anni molti paesi europei nel cercare di
definire modelli o ambiti operativi del fascicolo del fabbricato. In
questo senso l’analizzare e comprendere quanto sia già stato
fatto nelle rispettive realtà territoriali di altri paesi europei
rappresenta un ipotesi di studio comparativo indubbiamente
interessante per migliorare e affinare un modello legato alla
realtà costruita italiana. In questa direzione esistono esperienze
significative quali il metodo HSF (Health and Safety file) proposto
già nel 1984 dal Regno Unito e che è costituito da macroaree
tematiche in cui si attivano procedure basate su check-list
valutative, strutturate in modo da evidenziare lo status
dell’organismo edilizio sia nelle specificità sia nella globalità
sistemica informativo-gestionale (…) (pag. 14 tesi). (…) Dunque,
la (…) check-list oltre a servire da promemoria ai tecnici,
garantisce l’uniformità nella rilevazione delle patologie che
vengono annotate su appositi modelli, gli Inspections Record
Sheet (...); inoltre i dati rilevati vengono inseriti in schede
denominate Defect and Failure Report che vengono (…)
utilizzate, in ciascuna fase del processo, dal direttore dei lavori
durante la costruzione o dagli stessi tecnici della manutenzione
in fase di gestione (…). Il concetto introdotto dal fascicolo del
fabbricato è quello di creare un metodo di riferimento sistemico
attraverso l’impiego di check-lists predefinite, ovviamente
implementabili, per perfezionare i dati di ritorno provenienti dalle
specifiche realtà costruite (…) (pag. 18 tesi).
(…) Per la prima volta in Italia si introducono strumenti
valutativi con le assessment check-list in cui si opera in funzione
della tipologia, della destinazione d’uso e della vita utile
dell’organismo edilizio. Successivamente si intraprende una
procedura weighting per l’attribuzione dei pesi in funzione dei
singoli criteri. Infine si chiude la procedura di validazione con la
fase di benchmarking, (…) ovvero la definizione di una scala di
valori di riferimento. Per ogni indicatore prestazionale
individuato, relativamente ai criteri che contribuiscono alla
valutazione oggettuale dell’edificio, si definisce una scala di
valori (da un livello sufficiente a uno di best practice) con la
quale confrontare le diverse soluzioni tecnologiche e costruttive
dell’edificio oggetto di controllo (…).
1
Il sopraddetto approccio è
delineato dalle tre fasi dell’apprendimento che gli anglosassoni
1
AA. VV. (2006), La sostenibilità ambientale degli edifici, op. cit., pag. 148. (…)
In pratica, ogni passo compiuto dal valutatore, progettista o consulente per la
valutazione viene guidato in maniera univoca affinché il risultato finale, ovvero
il livello di sostenibilità (…) attribuito all’edificio, sia effettivamente un
parametro capace di qualificarlo sul mercato immobiliare (…);
Abstract tesi
IV
individuano con understanding, knowledge, skill, ovvero
comprensione, conoscenza, abilità. Specificatamente questo
modello è di riferimento al lavoro di ricerca presentato
nell’elaborare il fascicolo del fabbricato quale strumento
d’ottimizzazione processuale e gestionale. (…) (pag. 8 tesi).
(…) Oggi, l’attenzione si è di fatto spostata sui contenuti
effettivi del progetto, verificando:
1. la sua adeguatezza al quadro esigenziale, normativo e
vincolistico;
2. la sua completezza;
3. la coerenza dei suoi dati informativi;
4. la ripercorribilità delle scelte progettuali.
Quest’ultimo punto per lo scrivente è certamente di
maggiore rilevanza e conglobante per molti aspetti rispetto ai
precedenti. Dunque l’utilizzo dell’azione di controllo attraverso la
verifica dei parametri oggettivi indicati dalla norma consente la
validazione del progetto definitivo ed esecutivo e ne predispone
le condizioni di conformità e corrispondenza all’intervento edilizio
realizzato.
2
(…) (pag. 10 tesi). (…) L’attenta gestione e
programmazione delle prestazioni d’efficienza energetica, di
durabilità, di manutenibilità dell’organismo edilizio non sono altro
che l’attuazione pratica dei contemporanei criteri di sostenibilità
(...) (pag. 13 tesi).
(…) Progettare la qualità dell’organismo edilizio è il risultato
atteso dal processo edilizio. Tale obiettivo è raggiungibile
attraverso la qualità del progetto esecutivo e la sua corretta
esecuzione; infatti il passaggio tra il pensare alla costruzione e il
costruire è il momento di maggiore rischio della fase
processuale. Dunque (…) la gestione evoluta del progetto
prevede una risposta (…), capace di trasformare le aspettative
espresse dalla committenza in fase di programmazione in regole
certe per l’ingegnerizzazione del processo di costruzione (…).
(pag. 81 tesi).
3
(…) Nel procedere nell’individuazione di una definizione di
fascicolo del fabbricato è necessario chiarire una forte ambiguità
legislativa causata dal D.lgs. 494/96 (art. 4) che introduce il
fascicolo tecnico o dell’opera quale documento obbligatorio a
seguito di interventi di opere edilizie sia per la nuova costruzione
sia per la riqualificazione dell’edilizia esistente. Lo scopo di
questo strumento è di programmare di fatto la gestione dei
2
La Legge Quadro, e le successive modifiche, fino a quelle introdotte dalla
166/02 e dai regolamenti attuativi, hanno introdotto i presupposti per gestire la
qualità nell’edilizia e garantirla nel tempo, ma lasciano ancora aperta la
questione sulla controllabilità degli as builts;
3
R. Ruggero (2007), La validazione del progetto, la verifica della qualità tecnica
nella progettazione, Libreria CLUP, Milano, pag. 88;
Abstract tesi
V
cantieri quali luoghi di lavoro e di valutare il relativo rischio
ambientale per le attività manutentive future; contestualmente si
obbliga il proprietario dell’immobile alla tenuta, aggiornamento e
verifica del documento, con conseguenze penali in caso di
adempienza (…) (pag. 163 tesi). La definizione di fascicolo quale
“(…) strumento di metaprogettazione, controllo e gestione, non
solo per un progetto edilizio, ma per l’intero ciclo di vita utile
dell’organismo edilizio, è obiettivo primario al fine di rendere
adattabile il tipo alle variazioni esigenzial-prestazionali del
processo edilizio (…)” (prof. G. Giallocosta) (pag. 69 tesi).
(…) L’uso di un modello di controllo alla progettazione
dell’intervento edilizio il quale verifica l’esecutibilità dell’opera ed
indirizza la programmazione della vita utile dell’opera, diventa
elemento innovativo rispetto ai precedenti approcci.
4
Infatti fino
ad oggi le due questioni sono sempre state trattate in modo
separato. La prima attraverso la validazione introdotta
obbligatoriamente dalla normativa sulle opere pubbliche; la
seconda attraverso la programmazione della manutenzione
(programma di manutenzione, manuale di manutenzione,
manuale d’uso), sempre cogente ai sensi della normativa sulle
opere pubbliche, ma scissa dalla precedente fase processuale.
Sostanzialmente ad oggi risulterebbe possibile, ed ovviamente
contrario al concetto di qualità, ottenere una conformità
sull’intervento edilizio in fase progettuale e poi avere una non
conformità nella fase gestione dell’opera edilizia, o vice versa;
per il semplice fatto che non sono state controllate
contestualmente le potenziali criticità, le potenziali patologie
delle scelte tecnologiche costruttive adottate in fase progettuale
(…) (pag. 164 tesi). (…) L’introduzione nel presente fascicolo di
check-lists, quale strumento, semplice ed efficiente, per
effettuare le azioni di controllo, consente di assicurare la qualità
dell’intero processo edilizio nei sui tre momenti primari:
concezione – costruzione – gestione al fine di realizzare
4
La regione Liguria con la L. R. 31/2007 prevede e promuove la verifica della
qualità della progettazione, aggiungendo un ulteriore tassello di completamento
al DPR 554/99. Infatti all’art. 13 si prevede:
(…) 1. Per i contratti relativi a lavori la Regione, nel rispetto della normativa
vigente, adotta linee guida al fine di promuovere:
a) la qualità della progettazione;
b) la conformità con la normativa vigente prescritta per lo specifico oggetto
dell’appalto, in relazione al livello progettuale;
c) la compatibilità con le esigenze e/o prestazioni determinate dallo studio di
fattibilità o dal documento preliminare della progettazione o dagli elaborati
progettuali già approvati;
d) la completezza, la chiarezza e la coerenza dei documenti costituenti il
progetto ai fini dell’avvio delle procedure di appalto, con particolare riferimento
alla congruità dei prezzi, alla corretta determinazione quantitativa delle opere
ed alla quantificazione degli oneri per la sicurezza (…);
Abstract tesi
VI
un’intervento edilizio attraverso i principi della qualità operativa
(…) (pag. 177 tesi).
5
(…) Il presente sistema di controllo vuole essere una sintesi
operativa per consentire una prevalidazione del progetto
architettonico nella fase antecedente alla cantierabilizzazione
dell’intervento edilizio. La metodica e le procedure adottate sono
un’elaborazione che segue le linee guida della normativa
cogente (D.P.R. 554/99); ma si avvale anche dell’esperienza
professionale dello scrivente nel rilevare le principali criticità e le
non conformità del progetto architettonico. Si ricorda che, la
complessità nell’individuare un sistema di controllo efficace ed
esaustivo senza cadere nella ridondanza delle procedure, è
oggetto tutt’oggi di ricerche ed approfondimenti della comunità
scientifica. Infatti è ancora assente in Italia un protocollo
condiviso per l’effettuare delle verifiche sul progetto edilizio, in
quanto lo stato dell’arte è legato solo alla capacità ed
all’esperienza del singolo progettista.
6
L’obiettivo dei reports di controllo è di rispondere
chiaramente ai tre quesiti a cui deve riferirsi chi fa una controllo
ed una successiva approvazione della documentazione
progettuale, ovvero: Il progetto c’è? La norma è rispettata? Il
progetto è eseguibile? (…) (pag. 212 tesi)
(…) Il diaframma spaziale (involucro edilizio) tra le unità
abitative e i luoghi non riscaldati dall’impianto termico
dell’organismo edilizio, oggi rappresenta il luogo tecnologico
5
P. N. Maggi (1994), Il processo edilizio, Volume secondo Metodi e strumenti di
ergotecnica edile, Ed. CittàStudi, Milano, pag.35. (…) la qualità operativa del
sistema tecnologico previsto nel progetto di un organismo edilizio si può
sinteticamente definire come l’attitutine dell’intero sistema tecnologico
applicato all’edificio a consentire livelli adeguati di economicità nella messa in
opera dei vari subsistemi che lo compongono (…). A tal fine (…) è dunque
importante che il progettista nell’operare le scelte tecnologiche, al fine di
subottimizzare anche sul versante della qualità operativa, assuma dette
informazioni analitiche intervenendo a correggere le valutazioni di qualità
operativa “a catalogo” in funzione dello specifico problema di intervento (…). Il
modello di riferimento (…) per valutare la qualità operativa delle scelte
tecnologiche effettuate durante la redazione del progetto, si possono
individuare tre diversi livelli di analisi. Ogni livello corrisponde a un diverso
momento decisionale del processo di progettazione, e in particolare:
- nel primo livello, si considera la qualità operativa dei prodotti semplici;
- nel secondo livello, si considera la qualità operativa più complessa delle
soluzioni tecniche, dove i prodotti intermedi vengono tra loro assemblati;
- nel terzo livello, si considera la qualità operativa generale del progetto, dove
le soluzioni tecniche, già esaminate separatamente, si devono integrare dal
punto di vista operativo nella realizzazione dell’organismo edilizio (…);
6
R. Ruggero (2007), La validazione del progetto, la verifica della qualità
tecnica nella progettazione, Libreria CLUP, Milano, pag. 117. (…) È molto
probabile che un RUP che affronta per la prima volta la validazione di un
progetto si trovi in condizione di non avere tempo a disposizione per meditare
sul come fare, su come pianificare e organizzare le azioni di controllo (…);
Abstract tesi
VII
dell’innovazione del sistema edilizio in cui la complessità dei
moderni involucri richiede una progettazione mirata e coerente.
Negli ultimi anni lo stato dell’arte della ricerca ha visto
l’approfondimento attraverso studi specifici portati avanti con
buoni risultati all’interno del Dipartimento BEST del Politecnico di
Milano specificatamente sulle soluzioni tecnologiche delle
chiusure verticali opache realizzate con prodotti in laterizio.
7
Il presente lavoro di tesi ha dimostrato attraverso l’analisi
del caso studio che i fattori: di localizzazione dell’edificio (zona
climatica e orientamento), di destinazione d’uso e di
progettazione dell’involucro edilizio sono di forte significato per il
contesto in cui si è realizzato l’interveto edilizio. Infatti la
necessità di trovare una soluzione tecnologica capace di
ottimizzare le prestazioni energetiche delle chiusure verticali nel
contesto climaticamente temperato quale è quello della Riviera
Ligure dell’imperiese (zona climatica C all’allegato D.Lgs.
192/05), ha evidenziato una preferenza nell’usare delle chiusure
murarie massive quale risposta a soddisfare i parametri
d’efficienza energetica rispetto alle soluzioni tecnologiche
tradizionali quali sono le murature in laterizio doppio e
monostrato con isolante. Infatti prestazionalmente quest’ultime
sono superiori nei contesti in cui il clima invernale è più rigido,
ovvero dove la presenza di un buon isolamento termico risulta
indispensabile a garantire la prestazione d’efficienza energetica,
ma decisamente meno performanti nelle zone temperate oltre
ad avere uno sbilanciamento nel rapporto costi benefici.
8
Di
conseguenza sono state comparate due soluzione tecniche per la
realizzazione dell’involucro edilizio: la prima realizzata con
elementi di calcestruzzo autoclavato; la seconda in doppio
tavolato con isolante in quanto soluzione costruttiva
maggiormente conosciuta dagli operatori dell’edilizia.
7
Le principali criticità delle chiusure verticali in laterizio sono rappresentate
sostanzialmente da un prodotto di costruzione non omogeneo, con geometrie
complesse (es blocchi forati in laterizio) e con modalità di posa in opera
estremamente variabili (es. spessore e tipo di giunti). Inoltre le attuali norme
riferite ai laterizi fanno riferimento a metodi di calcolo teorici assai complessi
(UNI 10355). Comunque al di là delle ipotesi semplificate più o meno
ragionevoli che occorre adottare per svolger concretamente questi calcoli,
rimane sempre alto il rischio nel trasportare un modello teorico di calcolo nel
contesto reale. Nel caso dei laterizi, infatti la stessa definizione dei dati in
ingresso, quali la conducibilità termica dell’impasto, è ricavata su provini
speciali (per esigenze di prova) che non corrispondono nella sostanza agli
standard di produzione e quindi già questo dato rappresenta il primo elemento
di discordanza nella definizione finali dei risultati;
8
J. Gajda (2001), Energy use of single-family houses with varios exterior walls,
Pca R&D n. 2518. (…) primi risultati emersi confermano l’incidenza della massa
termica ai fini di un risparmio energetico sia in estate sia in inverno (…);
Abstract tesi
VIII
L’analisi del caso studio ha dimostrato il superamento
dell’impiego tradizionale del laterizio (scelto nella fase
progettuale iniziale dall’ufficio tecnico dell’ARTE) con l’uso del
calcestruzzo autoclavato, validando così la chiusura verticale
monostrato in Gasbeton al fine di ottimizzare pienamente le
prestazioni attese derivanti dalle caratteristiche morfologiche
dello stesso materiale, le quali, tra l’altro, richiamano la cultura
storico tecnologica delle murature massive dell’ancien regime del
costruito ligure rivierasco.
9
(…) (pag. 246 tesi).
(…) Individuare un latente errore genetico in fase di
metaprogettazione attraverso un’azione di prediagnosi è
passaggio irrinunciabile; infatti le procedure d’analisi del sistema
di controllo costituiscono una forma di prediagnosi introdotta dal
presente fascicolo. Pertanto, se (…) la vita utile di una soluzione
tecnica o di una sua parte risulta inferiore alla vita utile attesa
dallo specifico comparto tecnologico (…) ci troviamo davanti ad
una (…) condizione patologica e quindi da uno stato morboso
geneticamente predisposto in fase di progettazione (…).
10
Un ulteriore strumento di controllo progettuale è l’albero
degli errori il quale (…) descrive la catena di eventi e le
fenomeniche correlate che portano dall’errore al guasto (…).
11
In ragione di quanto detto, è risultato certamente utile fare
tesoro per la formazione del presente fasciolo della collaudata
esperienza di Oltre Manica eseguita da P.S.A. (Property Services
Agency), (…) l’ente inglese che progetta, costruisce e gestisce
buona parte degli edifici di proprietà dello Stato (…) e che
sottopone periodicamente, (…) generalmente ogni due anni, uno
se si tratta di edifici storici e otto per le parti strutturali (…), le
costruzioni edilizie una volta ultimate ad (…) un controllo molto
accurato da parte di squadre di tecnici dei vari District Works
Officers (…). In particolare l’aspetto interessante in questa
metodica gestionale è l’avere costituito una procedura
standardizzata per la realtà costruita Britannica che (…)
suddivide l’edificio in sottosistemi, dalle fondamenta al tetto, per
ciascuno dei quali sono riportati nel dettaglio i difetti che
possono presentarsi. Pertanto il presente fascicolo è articolato
9
G. V. Galliani e G. Franco (2001), Una tecnologia per l’architettura costruita,
forme, strutture e materiali nell’edilizia genovese e ligure, Ed. Alinea, Firenze.
10
C. Molinari e S. Croce (2003), La qualità edilizia nel tempo, Op. cit., pag.
78-79. (…) L’elemento costruttivo geneticamente e quindi progettualmente
sano, la cui vita utile sia inferiore a quella programmata, sarà a questo punto
certamente interessato da fattori di disturbo (patogenetici in quanto attivatori
anch’essi di patologie) generatisi da errori commessi (…)” al processo edilizio e
alla sua fase gestionale quale la manutenzione programmata;
11
S. Croce (2004), Patologie di progetto influenzanti la durabilità dei
componenti edilizi, Dispense modulo 12 del Master M.D.M.B.P. presso il
Dipartimento BEST, Milano, pag. 28;
Abstract tesi
IX
proprio dalla stesura dei Reports di rilievo ed analisi del degrado
che costituisco l’analogia tra l’approccio anglosassone e una
possibile metodica di governace italiana. La check-list sempre
quale punto di riferimento, per perfezionare attraverso i dati di
ritorno gli intereventi manutentivi futuri (…) (pag. 412 tesi).
(…) L’obiettivo del fascicolo è dare una risposta al secolare
problema è “a regola d’arte”, conditio sine qua non per il
mantenimento delle prestazioni dell’edificio nel tempo. In
qualche modo con la stesura del fascicolo del fabbricato si è
definito uno strumento per restaurare i progetti prima di
costruirli, dunque si è accolto il suggerimento di G. K. Koening.
“(…) giudicare dallo stato di conservazione di molti edifici di
nuova costruzione non sembra un paradosso l’ipotesi di
creazione di un nuovo campo di attività disciplinare, ovvero
quella del restauro dei progetti, con lo scopo di correggere gli
errori prima che gli edifici siano eseguiti (…)”.
12
E proprio questa
motivazione ha spinto lo scrivente ha ampliare il sistema di
controllo al fine di bloccare l’eventuali criticità e carenze
progettuali prima che l’intervento edilizio sia eseguito, e
soprattutto consegnato all’utente. Un fascicolo capace non solo
di programmare la manutenzione; ma di controllare nella
delicata fase di progettazione esecutiva la congruità dei requisiti
del sistema edilizio attraverso l’analisi comparativa della
casistica dell’albero degli errori redatta da S. Croce per
consentire la correzione genetica dell’organismo edilizio prima
della sua nascita, ovvero un azione di vera reingegnerizzazione
edilizia (…) (Conclusioni tesi).
12
C. Cecchini (1989) Strategie di manutenzione edilizia, Ed. Alinea, Firenze,
pag. 122;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
CAPITOLO 1
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
3
1 L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
Il progetto è luogo di controllo dell’intero processo?
Certamente si; per questo gli obiettivi della fase progettuale sono
di garantire la corretta traducibilità delle informazioni contenute
nella documentazione e negli elaborati grafici al fine di consentire
l’ottimizzazione dell’intervento edilizio.
1
Oggi, l’edilizia
tradizionale si fonda sulle metodiche ormai consolidate
nell’esperienza umana le quali necessitano solo di un
aggiornamento tecnologico. Al contrario l’edilizia innovativa si
applica alle nuove trasformazioni tecniche ed alle tecnologie più
evolute. E’ sempre necessario rilevare la presenza di continuità
metodologica-costruttiva tra l’edilizia ex-ante
all’informatizzazione (non informatizzata) e post-ante.
Il know how tecnico è partito dal binomio tradizionale orale-
regola dell’arte ed è arrivato all’accoppiata innovativa Internet-
manuale interattivo.
2
Si è passati da un’informazione tecnica
fondata sull’abilità ad una basata sulla comprensione. Infatti
nelle tecniche tradizionali l’abilità dell’operaio che posa il
mattone è fondamentale (affidabilità esecutiva) ed è
indissolubilmente connessa con l’esperienza dell’operatore.
Contrariamente il montaggio di prodotti edilizi innovativi si
supporta sulla conoscenza puntuale dell’informazione tecnica la
quale consente l’esecuzione dell’opera a regola d’arte, in questo
modo l’abilità soggettiva dell’operaio non è rilevante.
Un aspetto non secondario a monte dell’esecuzione
dell’opera edilizia è la comprensione del progetto nei relativi
livelli di approfondimento (preliminare, definitivo ed esecutivo)
introdotti dalla legge Merloni (109/94) attraverso la
rappresentazione di qualità, ovvero la leggibilità delle
informazioni di cui è portatore l’elaborato grafico e il documento
di progetto. Pertanto è necessario come evidenziato P. Boltri che
“(…) i disegni di progetto comunicano le loro informazioni e i loro
messaggi più ampi attraverso l’uso di codici differenti (…)”,
supportati da base codificata ed interoperabile. Invece per “(…)
1
R. Ruggero (2007), La validazione del progetto, la verifica della qualità
tecnica nella progettazione, Ed. Libreria CLUP, Milano, pag. 32. Alla fine degli
anni settanta il CIRIA (Construction Industry Research and Information
Association) intraprese una ricerca incentrata su alcuni ricorrenti problemi
legati allo scarso livello di costruibilità di molti progetti. Si evidenziavano le
difficoltà di molti progettisti nel governare i processi di costruzione. Già nel
1983 quando il quadro normativo sia cogente e sia volontario era ancora
arretrato rispetto ad oggi, sempre in un documento del CIRIA intitolato
Costruibilità: una valutazione, si affermava il concetto: “(…) una buona
costruibilità conduce a maggiori benefici in termini di costo, per il cliente,
progettisti e costruttori (…)”;
2
S. Pone e F. Figlia (2005), L’informazione tecnica e il progetto, in Costruire
n° 271 dicembre, Milano, pag. 68;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
4
la comunicazione grafica delle informazioni possiamo parlare di
codici veri e propri, cioè di un complesso di regole atte a
disciplinare la comunicazione attraverso un linguaggio specifico
(…)”.
3
Dunque si può dire che è necessario da parte degli
operatori usare una corretta “grammatica del disegno” (P.
Boltri), soddisfacendo così “(…) le esigenze di comunicazione
delle qualità potenziali dell’edificio progettato (…)”.
4
Figura 1. Il processo di controllo della qualità nella progettazione. Fonte
immagine: R. Ruggero (2007), La validazione del progetto, Op. Cit., pag. 34
(elaborazione Marco Cuomo, 2008).
3
P. Boltri (2006), Rappresentazione della qualità del progetto, in Codici del
disegno di progetto, Ed. Universitarie Udinese, Udine, pag. 316;
4
P. Boltri (2006), Op. cit., pag. 320. La norma UNI 10722_1 definisce (…) la
qualità del progetto: insieme delle caratteristiche di progetto che ne
determinano la capacità di soddisfare (conformità) in modo chiaro, completo
adeguato e affidabile le esigenze espresse e implicite della committenza
contenute in un documento preliminare alla progettazione (…);
Sistema di controllo
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
5
Dunque, risulta necessario evidenziare il “(…) ruolo
fondamentale che assume l’informazione nel processo edilizio,
intesa come veicolo normalizzato ed affidabile, capace di
consolidare l’equilibrio del processo stesso e di fornire un
background culturale nel senso più operativo e decisionale
possibile (…).”
5
Infatti l’utilizzo di un modello sistemico il quale
genera una sequenza logica d’azioni che formano una catena di
procedure operative in cui sono contenute l’istruzioni associate al
flusso dei controlli è fondamentale per una corretta gestione del
processo. L’andamento dell’operazione by step by step la quale
attiva la procedura di risposta conforme o non conforme che
porta alla validazione e proseguimento o alla ripetizione
dell’operazione (feedback) a monte o il suo scarto nella fase di
progettazione definitiva (pre-cantierabile) è concetto chiave del
Sistema Qualità oggi normato dalla ISO 9001/01.
Dunque, oggi si può affermare che norma e progetto
possono avere un ruolo di supporto reciproco attraverso la
messa appunto di strumenti di programmazione e gestione della
vita utile dell’organismo edilizio. In questa direzione il sistema
informativo tracciato da Edoardo Benvenuto trova risposte
operative nel riconoscere la norma quale “(…) strumento di
decisione, atto politico-progettuale, ora in vista d’un progetto più
ampio rispetto alle singole realizzazioni costruttive, ora in vista
della creazione di un prototipo il cui progetto sia in sé normativo
(…).”
6
Altro aspetto significativo è il rinnovato ruolo del cantiere
il quale si pone al centro del processo costruttivo evidenziando la
necessità di introdurre tecniche disciplinari operative forti e
capaci di rispondere alle richieste sempre più pressanti
dell’impiego dei nuovi materiali evoluti, che impongono nuove
metodiche costruttive o ne riscoprono nel contempo di antiche.
Dunque, l’industrializzazione del processo edilizio ha
consentito di cambiare concettualmente rispetto al passato il
ruolo del cantiere inteso quale fucina di concezione e di
costruzione dell’opera edilizia-architettonica.
5
P. N. Maggi (1994), Il processo edilizio, Volume primo Metodi e strumenti di
ergotecnica edile, Ed. CittàStudi, Milano, pag. 157. “(…) L’informazione tecnica
non svolge quindi il ruolo di semplice comunicazione o presa di coscienza, ma,
accompagnata dalla normativa, diventa strumento integrato per la guida e il
controllo del processo edilizio. (…)”;
6
E. Benvenuto (1999), Il sistema informativo: norma e progetto, in Ambiente
Costruito n° 1/99, Editore Maggioli, Rimini, pagg. 64-69. “(…) Progetto e norma
provengono entrambi dal luogo dell’identità, dove ancor nulla è deciso ed è
soltanto delineato un indistinto campo di equivalenze possibili; ma la loro
provenienza dal quel luogo descrive due momenti contrari. Il progetto sale
dall’identità intesa come caos, la norma scende dall’identità come sfero. Il
progetto tende a un ordine nel quale trionfano i singoli; la norma tende a un
ordine nel quale le singolarità scompaiono. Il progetto è essenzialmente
affermazione, la norma è per sua natura negazione (…)”;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
6
Figura 2. Organizzazione di un cantiere preindustriale. Fonte
illustrazione: Diderot e d’Alembert (1751-1772), Encyclopédie, Architecture,
Maconnerie. Paris.
Esempi, quali la ricerca sviluppatasi attraverso il
programma Growth dell’Unione Europea sono casi studio
particolarmente interessanti sia nei risultati e sia nel tracciare
degli indirizzi processuali. L’utilizzo del sistema IFD
(Industrialized, Flexible, Durable) per la realizzazione di case
residenziali ha consentito di proporre un approccio di
progettazione integrata, industrializzata e partecipativa.
Infatti partendo da un pacchetto di soluzioni disponibili a
catalogo, il sistema IFD prevede la possibilità, da parte
dell’utente, di configurare la propria abitazione selezionando il
tipo e la disposizione delle unità ambientali. Una matrice di
combinazioni possibili consente all’utente di selezionare il tipo
base e di modificarne ulteriormente layout in base alle specifiche
esigenze.
7
Aspetto interessante quest’ultimo, già a suo tempo
introdotto e sperimentato con successo dal metodo Casco
7
AA. VV. (2004), IFD, Industrialized, Flexible, Durable, allegato al n. 24 riv.
d’Architettura, Milano, pag. 3. “(...) L’elemento strategico nella concezione
degli edifici IFD è la riduzione drastica delle attività di cantiere dovuta alla
trasformazione di buona parte di tali lavorazioni in operazioni di pre-
assemblaggio in officina. (…) Dunque (…) il sistema prevede
l’industrializzazione del processo costruttivo, la flessibilità dello schema
tipologico, l’intercambiabilità dei componenti del sistema tecnologico e la
smontabilità delle parti dovuta all’impiego di tecniche di assemblaggio a secco
(…). Inoltre risulta strategico (…) l’abbattimento dei costi di manutenzione
grazie alla facilità di smontaggio, riparazione e sostituzione dei componenti edili
ed impiantistici (…)”;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
7
avanzato
8
nel consentire agli utenti operazioni di scelte
progettuali attraverso la simulazione della realtà costruita.
Figura 3. Il framework dell’approccio progettuale IFD (Industrialized,
Flexible, Durable & Demountable) si articola intorno a tre macromoduli:
il Core, le Unità ambientali, lo Shell, ovvero l’involucro edilizio che
costituisce essenzialmente i sub-sistemi chiusure verticali e copertura.
(…) Il Sistema Tecnologico di ciascun macromodulo è scomponibile, a
sua volta, in sottosistemi edilizi e impiantistici a ciascuno dei quali fa
capo un repertorio di componenti compatibili (…). Fonte immagine: AA.
VV. (2004), IFD, Industrialized, Flexible, Durable, Op. Cit., pag. 6.
Tale operazioni sono eseguite on-line, e il risultato delle
varie opzioni progettuali è verificato mediante un modello
virtuale il quale consente di visualizzare l’edificio e visitarne
dettagliatamente gli spazi interni.
9
Inoltre unitamente alla
8
Si tratta di una procedura finanziaria molto conosciuta in Olanda negli ultimi
decenni. E’ paragonabile ad un prêt-a-finir che la società degli alloggi pubblici
vende, affinché l’acquirente (utente) possa terminare la sua casa secondo le
proprie esigenze. Questa potrebbe essere un primo modo per dare una risposta
alle recenti esigenze di alloggi pubblici; consentendo tra l’altro agli utenti di non
incorrere nelle trappole dei mutui a tasso variabile che stanno inginocchiando
intere famiglie davanti al un silenzio assordante della classe politica;
9
Un esempio d’autoprogettazione, che consente una composizione degli arredi
dell’unità spaziali interne sia in 2D e sia in 3D è proposto alla propria clientela
dalla multinazionale IKEA attraverso un software di facile utilizzo quale è Home
Planner;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
8
soluzioni prescelte c’è un manuale tecnico di regole per le
possibili modalità di trasformazione e di gestione nel tempo
dell’unità abitativa creata.
10
Un altro strumento d’ottimizzazione
del processo edilizio, ad oggi, in continua fase di
perfezionamento che vede impegnati i maggiori enti di ricerca sia
nazionali e sia internazionali è il GB Tool.
11
Per la prima volta in
Italia si introducono strumenti valutativi con le assessment
check-lists in cui si opera in funzione della tipologia, della
destinazione d’uso e della vita utile dell’organismo edilizio.
Successivamente si intraprende una procedura weighting per
l’attribuzione dei pesi in funzione dei singoli criteri. Infine si
chiude la procedura di validazione con la fase di benchmarking,
(…) ovvero la definizione di una scala di valori di riferimento. Per
ogni indicatore prestazionale individuato, relativamente ai criteri
che contribuiscono alla valutazione oggettuale dell’edificio, si
definisce una scala di valori (da un livello sufficiente a uno di
best practice) con la quale confrontare le diverse soluzioni
tecnologiche e costruttive dell’edificio oggetto di controllo (…).
12
Il sopraddetto approccio è delineato dalle tre fasi
dell’apprendimento che gli anglosassoni individuano con
understanding, knowledge, skill, ovvero comprensione,
conoscenza, abilità. Specificatamente questo modello è di
riferimento al lavoro di ricerca presentato nell’elaborare il
fascicolo del fabbricato quale strumento d’ottimizzazione
processuale e gestionale.
Un’ulteriore fase processuale cardine rispetto alle
metodiche del passato ai fini di stabilire la qualità dell’intervento
10
AA. VV. (2004), IFD, Industrialised, Flexible, Durable, Op. Cit., pag. 8. (…)
Lo schema tipologico è fortemente caratterizzato dalla presenza del Core, un
blocco a sviluppo lineare, articolato su due livelli, composto da elementi
modulari contenenti gli spazi per la circolazione orizzontale e verticale, gli spazi
di servizio e i vani tecnici per la distribuzione delle reti impiantistiche (…). Gli
spazi di servizio possono variare in relazione alle esigenze; oltre ai servizi base,
cucina e bagni, si possono scegliere combinazioni diverse degli altri spazi
8ripostigli, spazi di lavoro, sauna, piccola palestra, etc) (…);
11
AA. VV. (2006), La sostenibilità ambientale degli edifici, GB Tool in pratica, in
Costruire n° 281 Lug/Ago, Milano, pag. 148. Gli enti impegnati a sviluppare lo
strumenti GB Tool quale strumento di certificazione sono: Itc-Cnr, l’Istituto per
le tecnologie del Consiglio Nazionale delle ricerche, e Lisbe Italia, sezione
nazionale dell’International iniziative for a sustainable built environment. (…) La
valutazione e la certificazione del livello di sostenibilità ambientale degli edifici
(…) attraverso la (…) funzione di un numero elevato di criteri. Inoltre,
diversamente dagli altri strumenti analoghi, può essere caratterizzato in
relazione al contesto territoriale in cui si inserisce (…);
12
AA. VV. (2006), La sostenibilità ambientale degli edifici, op. cit., pag. 148.
(…) In pratica, ogni passo compiuto dal valutatore, progettista o consulente per
la valutazione viene guidato in maniera univoca affinché il risultato finale,
ovvero il livello di sostenibilità (…) attribuito all’edificio, sia effettivamente un
parametro capace di qualificarlo sul mercato immobiliare (…);
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
9
edilizio, si avvale del supporto della normativa cogente sulle
opere pubbliche di cui al comma 6 dell’art. 30 della legge
109/94 e agli art. 47-48 del D.P.R. 554/99.
13
Figura 4. Grafico di processo di progettazione integrata. (Fonte
immagine: AA. VV. (2006), La sostenibilità ambientale degli edifici, Op.
Cit., pag. 148).
Infatti il ruolo strategico della verifica e controllo dell’opera
edilizia ha già trovato la prima esecutibilità attraverso l’attività
di controllo dell’osservatorio delle opere pubbliche in alcune
legislazioni regionali. Nel recente passato, la stazione appaltante
13
M. Moroni (2004), in rivista AL Architetti Lombardia, n. 12 Dicembre, Milano.
La ratio della norma indica, attraverso la verifica/validazione del progetto, una
drastica riduzione del rischio che possibili omissioni, incoerenze o errori di
progetto possono compromettere il buon esito dell’opera edilizia. Dunque
risultano controlli strategici:
- Un puntuale raffronto del rispetto di tutta la normativa applicabile alla
fattispecie;
- La verifica dell’acquisizione delle autorizzazioni, dei pareri e approvazioni
necessarie e della loro validità;
- La verifica della completa ricognizione dello stato dei luoghi;
- La verifica delle possibili interferenze e la loro risoluzione;
- La verifica che lo schema di contratto d’appalto affinché esso non contenga
clausole incongrue o illegittime, oppure lasci lacune nella gestione dei rapporti
tra l’appaltatore e la stazione appaltante;
- La verifica che il computo metrico sia effettivamente esaustivo di tutte le
lavorazioni e forniture previste, dei costi e oneri connessi alla costruzione
dell’opera, che il capitolato descriva con precisione, congiuntamente e non
fraintendibile le voci di lavoro e che queste siano inequivocabilmente
rintracciabili nel progetto e riconducibili al computo metrico.
- La ripercorribilità delle scelte progettuali;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
10
(committente) si limitava solo al controllo formale dei requisiti
atti a garantire il corretto affidamento e svolgimento
dell’appalto.
Oggi, l’attenzione si è di fatto spostata sui contenuti effettivi
del progetto, verificando:
1. la sua adeguatezza al quadro esigenziale, normativo e
vincolistico;
2. la sua completezza;
3. la coerenza dei suoi dati informativi;
4. la ripercorribilità delle scelte progettuali.
Quest’ultimo punto per lo scrivente è certamente di
maggiore rilevanza e conglobante per molti aspetti rispetto ai
precedenti. Dunque l’utilizzo dell’azione di controllo attraverso la
verifica dei parametri oggettivi indicati dalla norma consente la
validazione del progetto definitivo ed esecutivo e ne predispone
le condizioni di conformità e corrispondenza all’intervento edilizio
realizzato.
14
Come visto, la realizzazione dell’intervento edilizio
attraverso le fasi processuali può essere semplice, ma allo
stesso tempo complessa. Infatti l’insieme d’operazioni finalizzate
alla realizzazione di un prodotto finale, e cioè, l’organismo
edilizio, è un sequenza logica d’azioni processuali. La variabile
tempo è frequentemente tralasciata, ma è necessario rilevare
già da subito che il suo peso è fondamentale per comprendere
metodi, procedure e scelte gestionali del processo. Il trascorrere
del tempo interessa l’opera anche “(…) come frutto del sapere
tecnico (…)”
15
il quale è soggetto al fenomeno dell’innovazione
tecnologica che incide sui processi costruttivi.
È giusto evidenziare che nel passato la produzione edilizia
tendeva ad evolversi durante lunghi periodi di tempo ed era
condizionata da un numero ristretto di fattori tecnici. La lentezza
delle trasformazioni tecnologiche sembrava assicurare una
fascia ristretta di rischi per errori, in quanto i problemi tecnici, in
numero ridotto, si presentavano in modo ricorrente ed erano
superati facendo ricorso alle regole fissate dalla tradizione e
dall’uso.
16
L’approdo alla terza fase dell’innovazione edilizia che
14
La Legge Quadro, e le successive modifiche, fino a quelle introdotte dalla
166/02 e dai regolamenti attuativi, hanno introdotto i presupposti per gestire la
qualità nell’edilizia e garantirla nel tempo, ma lasciano ancora aperta la
questione sulla controllabilità degli as builts;
15
R. Raiteri (1992), Trasformazioni tecnologiche dell’architettura, BE-MA
Editrice, Milano. “(…) Il trascorrere del tempo si intreccia in vari modi con
l’ambiente costruito (…)”;
16
M. Cuomo (1990), La lettura dei modelli architettonici, Tesi di laurea presso il
Dip. DIPARC, Università di Genova, Genova. Alla fine del XVIX i progressi
teorici-scientifici che caratterizzeranno il costruire edilizio trovano spazio
all’interno degli insegnamenti delle neonate scuole politecniche le quali si erano
ispirate al modello dell’ecole polytéchnique di Paris. Tale innovazione culturale
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
11
condiziona il contemporaneo modo di fare la produzione edilizia,
passa dalla cultura post-industriale approdando ai “(…) nuovi
regimi di complessità, propri della fase tardo-industriale della
storia del costruire, delineando in effetti significative estensioni
negli stessi modi di concezione e rappresentazione
dell’architettura, nei suoi processi operativi, e anche nel novero
di criteri e parametri solitamente assunti per valutazioni di
merito su caratteri e qualità delle opere (…).”
17
Figura 5. Grafico dei flussi principali di gestione del processo edilizio,
fonte UNI 7867 parte 4.a.
Per le sopraddette ragioni, le prospettive dei processi
tecnologici sono in continua evoluzione e si sono allargate al
campo della competizione per il livello di complessità richiesto
dall’ottimizzazione del risultato finale, in relazione come detto,
alla molteplicità delle variabili che concorrono alla governace
cambiera completamente il concetto di produzione edilizia, staccandosi dalla
pietra miliare del modello Vitruviano dei trattati e manuali. Definizioni quali (…)
construire, pour l’architecte, c’est employer les matériaux en rason de leur
qualités et de leur nature propre, avec l’idèe préconcue de satisfaire à un
besoin par les moyens les plus simplex et les plus solides (…) (Viollet-Le-Duc),
risultano non sufficienti per governare la complessità dell’innovazione
costruttiva;
17
G. Giallocosta (2004), Riflessioni sull’innovazione, Architettura e produzione
edilizia nei regimi di complessità delle fasi storiche di sviluppo del costruire,
ALINEA Editrice, Firenze, pag. 41;
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
12
dell’intervento edilizio. In questo senso la costruzione dell’opera
edilizia, in quanto prodotto edilizio finale, è la sintesi delle
sinergie di conoscenza multidisciplinare che governano il
processo edilizio. Attuare i criteri di controllo nella fase
esecutiva consente di ottimizzare le attività che costituiscono
l’intera filiera processuale.
Conseguentemente le attività di gestione e di
manutenzione, ad opera conclusa, hanno un ruolo ed un peso
certamente non secondario alle fasi di concezione e costruzione.
In sintesi il ciclo di vita del prodotto edilizio si presenta
strutturato in “(…) tre grandi eventi-periodi:
- il processo di concezione del manufatto, che comprende le
attività di programmazione e promozione e d’analisi del mercato,
scelta di un suolo, individuazione delle esigenze, scelta del
progettista) e progettazione;
- il processo costruttivo vero e proprio, che comprende le attività
di scelta del costruttore, di costruzione, di messa a disposizione
del manufatto per il suo fruitore;
- il processo d’esercizio che comprende le attività d’uso e
gestione del manufatto e quelle d’adeguamento funzionale e
tecnologico, di demolizione e riuso del suolo e dei prodotti
(…).”
18
È altresì vero che i tre momenti processuali sopraddetti
devono tenere conto: dei rischi e delle criticità delle connesse
strutture organizzative, dei successivi metodi di gestione dei
costi di realizzazione e dei costi di conduzione; questi ultimi
raramente nel contesto edilizio attuale vengono adeguatamente
considerati e valutati con pesanti conseguenze subite nel corso
della vita utile di edifici, componenti e strutture.
Alla luce di quanto affermato oggi più di ieri, è necessario
definire una tecnologia responsabile, “(…) attenta ai problemi del
dopo (smaltimento, riciclaggio) e che produca una serie di
oggetti adattabili nello spazio e nel tempo. Con questa
tecnologia sarà possibile costruire edifici, (…) a cui si possono
applicare tecniche sia artigianali e sia industriali (…).”
19
L’attenta
gestione e programmazione delle prestazioni d’efficienza
18
N. Sinopoli (1997), La tecnologia invisibile, il processo di produzione
dell’arhitettura e le sue regie, Francoangeli, Milano, pag.24. “(…) Il termine di
processo edilizio, in definitiva, è un termine dotato di valenza generale. Quando
si voglia, invece, riferirsi ad un particolare tipo di processo che abbia come
oggetto la realizzazione di un singolo manufatto, si posso adottare i termini di
processo di intervento edilizio, di vicenda costruttiva, di iniziativa edilizia,
oppure con francesismo molto usato ed efficace, di operazione (…)”;
19
L. Kroll (2001), Ecologie urbane, Franco Angeli Editore, Milano, pag 20. L.
Kroll individua una tecnologia responsabile nell’architettura in cui (…)
partecipazione, ecologia e recupero siano strettamente integrati (…) attraverso
(…) un’adeguata strumentazione tecnologica (…);
L’intervento edilizio e l’ottimizzazione costruttiva
13
energetica, di durabilità, di manutenibilità dell’organismo edilizio
non sono altro che l’attuazione pratica dei contemporanei criteri
di sostenibilità.
20
20
C. Buccolieri e G. Giallocosta (1999), Progetto e produzione nello scenario
edilizio contemporaneo, questione e contributi, ALINEA Editore, Firenze, pag.
27. “(…) La sostenibilità nel campo della produzione edilizia non comporta solo
la salvaguardia di risorse minerali o vegetali, ma anche la protezione di un
patrimonio sociale, culturale e territoriale. Pertanto si tratta di risolvere in
modo globalmente responsabile e quindi con tecnologie sostenibili (…)” le
questioni sulla qualità edilizia.