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In terzo luogo ci si propone di osservare il processo traduttivo grazie
al quale gli insulti vengono trasposti nel nostro doppiaggio e di vedere
a quali risultati portano certe scelte traduttive.
0.2 Rapporto del film e del doppiaggio con la
glottodidattica
Prima di parlare dell'importanza dello studio del doppiaggio per la
glottodidattica, vorrei soffermarmi a spiegare quanto sia fondamentale
l'impiego dello strumento filmico proprio per lo studio di tutta quella
parte del linguaggio che viene censurata, o filtrata in varia misura, e
della quale gli insulti sono parte.
I film sono serviti infatti non solo per monitorare il processo di
trasposizione ma anche come fonti da cui trarre esempi di ingiurie,
dato che non è possibile, o quasi, trovare testi scritti in cui vi siano
riportate. L'alternativa è quella di recarsi direttamente sul posto e
riprendere le conversazioni con una telecamera, ma il film appare di
gran lunga lo strumento meno costoso e più semplice da reperire.
Oltre a ciò in un film è possibile reperire insulti agilmente, dato che
ial cinema vengono messi in scena sentimenti forti come la paura, la
rabbia, l'odio, l'amore, pulsioni che più facilmente portano un
individuo ad utilizzare quella parte di linguaggio detta emozionale e di
cui gli insulti sono parte costitutiva. Se per trovare termini tecnici che
si riferiscono per esempio alla botanica dovremmo probabilmente fare
una selezione accurata di quali film ne possiedano e quali no, sono rari
gli esempi opere cinematografiche che non contengano almeno un
insulto, tanto è vero che anche quelle destinate ai bambini ne
possiedono, pur in forma mitigata.
Inoltre, dedicarsi all'apprendimento di un fenomeno linguistico
attraverso lo strumento filmico alleggerisce il peso dello studio.
L'interesse verso l'opera filmica sprona infatti a rintracciare il motivo
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legato ad ogni scelta linguistica, dato che anch'esse fungono da
veicolo di messaggi importanti; olte a ciò, come è stato dimostrato in
vari studi, la motivazione intrinseca è un fattore fondamentale
nell'apprendimento delle lingue, così come del resto
nell'apprendimento in generale.
Da un punto di vista strettamente psicolinguistico, è un dato di fatto
che la memorizzazione di elementi linguistici viene favorita se ad essi
vengono associate immagini visive. Secondo la Teoria della doppia
codifica (Dual-Coding Theory) di Paivio
1
, la capacità di ricordare un
item linguistico migliora perché l'elemento da richiamare alla mente
viene immagazzinato sotto più codici di memoria (visivo e uditivo);
questi due codici sono indipendenti l'uno dall'altro, nel senso che si
può dimenticare un codice senza per questo dimenticare l'altro. Se ad
esempio viene memorizzata sia la parola libro, sia l'immagine di un
libro, l'elemento è rievocabile sia sulla base della parola ma anche per
mezzo dell'immagine cui la parola è associata.
Da un punto di vista strettamente linguistico, il film offre la possibilità
di sviluppare una piena competenza comunicativa relativa agli insulti:
nell'opera cinematografica l'insulto è inserito in un contesto specifico;
ciò offre l'opportunità di comprendere i vari significati che esso può
acquisire a seconda delle funzioni che assume e di comprendere in
quali situazioni comunicative può essere usato o meno. Idiot e shit for
brains, ad esempio, sono epiteti che esprimono lo stesso concetto, vale
a dire "persona di scarse capacità intellettive"; non è possibile però
usarli in maniera interscambiabile (come vedremo al par. 2.4.5
Parasinonimia e polisemia degli insulti).
1
Paivio A. (1975). "Coding distinctions and repetition effects in memory". The psychology of
learning and motivation, Bower G. H. (Ed.). Academic, New York: 179-214.
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Ma non solo, il film rende anche possibile l'ascolto della pronuncia e
di tratti sovrasegmentali (come il tono, ad esempio) e l'osservazione
della mimica corporea e facciale abbinate all'ingiuria, tutte
informazioni importanti per comprendere fino in fondo l'intenzione
comunicativa sottesa all'insulto e per imparare ad usarlo e che non
sono disponibili sulla pagina scritta.
In particolare lo studio del doppiaggio è molto importante ai fini
dell'insegnamento delle lingue per due motivi principali: prima di tutto
perché porta l'attenzione dello studente verso il processo tramite cui
avviene una traduzione; permette di riflettere sugli ostacoli che
regolano il rapporto tra immagini e parole e su come superarli,
rivelandosi pertanto uno strumento prezioso per la formazione di
traduttori ed interpreti. In seconda istanza, il confronto fra la versione
originale e quella doppiata permette di analizzare due lingue in
prospettiva contrastiva: è possibile cioè rilevare somiglianze e
differenze sia linguistiche che culturali fra i due idiomi. In questo
modo non solo si accresce la competenza linguistica e comunicativa
nella lingua straniera d'interesse, ma è possibile anche sviluppare la
competenza di mediazione, che consiste proprio nell'essere
consapevoli di come una lingua si differenzi dalla nostra.
Relativamente al nostro campo d'indagine, quindi, nella versione
originale è possibile trovare esempi di insulti inglesi ed osservare il
loro funzionamento, e poi, analizzando la versione doppiata, li si può
mettere a confronto con quelli italiani e rilevare punti in comune così
come punti di distacco.
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0.3 Articolazione della tesi
La tesi si articola in tre capitoli e due parti, una teorica ed una
sperimentale. La prima parte, quella teorica, comprende i primi due
capitoli e la seconda, quella sperimentale, comprende il terzo capitolo.
Il primo capitolo introduce la questione del rapporto fra traduzione e
doppiaggio. Questa sezione è tesa a spiegare il motivo di certe scelte
traduttive con cui gli insulti vengono trasposti: quella del doppiaggio
non si configura infatti come una "normale" traduzione, ma si
distingue per essere una trasposizione difficoltosa perché condizionata
da vincoli di varia natura, tra cui il più limitante è senz'altro quello
della sincronizzazione delle battute ai movimenti labiali. Analizzerò in
seguito attentamente uno per uno questi vincoli, i quali fanno parlare a
proposito del doppiaggio di adattamento piuttosto che di traduzione
vera e propria. Si fa riferimento inoltre anche alla questione
dell'italiano del doppiaggio come lingua caratterizzata da un alto
grado di convenzionalità, fattore anch'esso che influenza notevolmente
la traduzione degli insulti.
Il secondo capitolo tenta di definire la natura degli insulti: se l'
obiettivo è di analizzare la loro traduzione, non si devono avere dubbi
su quale categoria linguistica sia da identificare come insulto.
Per prima cosa abbiamo operato una distinzione tra insulto come atto
linguistico ed insulto come elemento linguistico. Poi, per delimitare
ancora più nettamente il fenomeno da indagare, l'atto di insultare
viene differenziato da vari atti linguistici simili ad esso e con i quali
spesso viene confuso, vale a dire imprecazioni, bestemmie e
maledizioni. Oltre a ciò viene considerata anche la differenza fra
l'insulto e certi termini che di solito sono usati come suoi sinonimi:
offesa, ingiuria ed oltraggio. Saranno poi riportati esempi di insulti
linguistici tratti dai film che verranno in seguito classificati in
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categorie. Essendo gli insulti usati non solo con l'intenzione di
offendere, come vedremo nel testo, analizzeremo anche le varie
funzioni che essi assumono a seconda dell'intenzione comunicativa di
chi li usa.
Nel terzo capitolo, il nucleo della tesi, l'insulto originale viene
confrontato con la sua traduzione nella versione doppiata; poi sono
state rilevate le tecniche per mezzo delle quali gli insulti vengono
trasposti: ad analisi conclusa verrà proporrà un metodo per tradurre in
maniera efficace le ingiurie.
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PARTE I
9
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1. Traduzione e doppiaggio
1.1 Introduzione
Per analizzare la traduzione degli insulti nel doppiaggio
cinematografico, è necessario premettere un capitolo che introduca la
questione del rapporto tra doppiaggio e trasposizione linguistica in
generale.
Questa sezione intende spiegare come mai spesso certi insulti inglesi
non siano resi con il loro corrispondente semantico italiano.
Ciò accade innanzitutto perché la traduzione per il doppiaggio deve
sottostare a parecchi vincoli, primo dei quali l’adeguamento al
sincronismo labiale. E’ proprio per questa ragione che a volte vengono
preferiti epiteti insultanti meglio sincronizzabili sui movimenti labiali,
a ingiurie che nella lingua d'arrivo corrispondono semanticamente e
funzionalmente in maniera perfetta a quelle della lingua di partenza.
Per di più, in certi casi -come vedremo in seguito- manca un vero e
proprio corrispettivo italiano di alcuni insulti inglesi; ciò va al di là del
discorso doppiaggio, in quanto è un dato di fatto che in ogni tipo di
traduzione non esistano veri e propri equivalenti.
Infine, solitamente la lingua utilizzata nel doppiaggio è caratterizzata
da un alto grado di artificiosità, e di conseguenza le ingiurie che vi si
ritrovano suoneranno in certi casi inusuali: è il caso ad esempio di
verme, scarafaggio, bastardo, pallone gonfiato
2
i quali sono usati nel
2
Alcuni di questi epiteti, come pallone gonfiato o verme, sono utilizzati con l'intenzione di
offendere quando si parla male di una persona assente ad un interlocutore, soprattutto se si
intrattiene una relazione di tipo asimmetrico con quest'ultimo. Se dovessi comunicare al mio
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linguaggio della quotidianità per lo più per fini comici. Sarà
improbabile anche trovare in un film gli improperi più elaborati e
coloriti che si sentono per strada; prevedibile invece la presenza degli
epiteti insultanti più comuni come idiota o stronzo.
1.2 Il Doppiaggio: un caso particolare di traduzione
multimediale
Fodor definisce doppiaggio quella procedura tipica della
cinematografia che consiste nel registrare nuovamente il testo di un
film tradotto nella lingua del paese in cui deve essere proiettato;
questo nuovo testo, aggiunge l’autore, deve essere poi sincronizzato al
meglio sui movimenti delle labbra degli attori.
That procedure of cinematography which consists of a separate and new
sound recording of the text of a film translated into the language of the
country in which it is to be shown. This new recording of the sound,
apart from the original background noises and the film music, has to be
matched with the picture in a way that the new speech sounds coincide
with the visible movements of the articulatory organs as perfectly as
feasible. This process is known as 'dubbing' or 'synchronization' (Fodor,
1976: 9).
Ci troviamo quindi di fronte ad un caso di traduzione, e nella
fattispecie di trasposizione del parlato di un film, che permette ad un
pubblico di lingua e di cultura diversa di poter usufruire del prodotto
come se stesse guardando l'originale.
datore di lavoro che un collega è troppo pieno di sè, ad esempio, gli direi preferibilmente "x è un
pallone gonfiato"; questo perché l'epiteto è ingiuriante, ma non è troppo volgare ed è quindi
adeguato al rapporto che intercorre fra un datore di lavoro ed il suo dipendente. Solo in rare
occasioni questi insulti vengono impiegati per offendere direttamente un interlocutore come nelle
seguenti frasi: "Sei un pallone gonfiato!", "Brutto Verme/Verme!". Ciò accade perché epiteti del
genere suonano troppo formali ed eufemistici per poter essere usati con lo scopo di offendere
qualcuno, dato che non sono particolarmente volgari; in queste situazioni infatti di solito si usano
epiteti come schifoso/pezzo di merda al posto di verme, e al posto di pallone gonfiato un
appellativo come spocchioso.
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Non si tratta però di un "regolare" processo di trasposizione, come
quella letteraria, ma di un caso di traduzione multimediale: il testo
multimediale è particolare perché consta non solo di elementi
linguistici, ma anche di immagini e di suoni. Il significato di questo
tipo di testi è dunque veicolato dalla percezione simultanea di tutti gli
elementi che lo compongono. Nel caso invece si traduca un’opera
letteraria, il senso può essere individuato tenendo conto solamente del
testo scritto; come dice infatti Heiss
[…] la traduzione multimediale va intesa qui come traduzione di testi
con collocazione multimediale, cioè traduzione di componenti
linguistiche appartenenti ad un "pacchetto" di informazioni percepite
contemporaneamente in maniera complessa. Intendiamo cioè che
l’impiego contemporaneo di diversi media per la realizzazione di un
prodotto comunicativo implichi che il destinatario attivi
simultaneamente almeno due canali di percezione (generalmente quello
visivo e quello uditivo), ottenendo informazioni strettamente
interconnesse. Questa interdipendenza è una caratteristica fondamentale
di prodotti come il film e le rappresentazioni sceniche […] (1996: 14).
Nel testo filmico, dunque, i dialoghi traggono significato dalle
immagini e dai suoni; ne consegue che, per restituire appieno il senso
dell'originale, le battute devono essere tradotte solo dopo aver
individuato il loro significato rispetto agli altri elementi che
costituiscono il film.
Per interpretare il testo filmico, non è sufficiente leggere la lista dei
dialoghi; occorre metterla in relazione con immagini e colonna sonora e
il campo semantico del dialogo viene individuato dallo spettatore in base
a tutte e tre le componenti (Taliani, 1996: 33).
Nel film la componente linguistica tra tutti gli elementi costitutivi del
film è comunque l'unica a poter essere tradotta:
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la traduction affecte toujours des situations verbales ou linguistiques
[…]. seul les éléments linguistiques sont traduits (Gautier, 1981 : 106);
La lingua svolge ovviamente un ruolo capitale per la comprensione
del testo filmico, poiché rende chiaro ciò che avviene nelle immagini e
orienta lo spettatore verso la giusta interpretazione del messaggio che
il regista ci trasmette:
Gli oggetti vengono infatti definiti con termini linguistici e la lingua
stessa ci suggerisce delle metafore che collocano le emozioni nello
spazio (avere potere significa essere "nelle alte sfere", essere triste
"sentirsi a terra", ecc.). Il discorso verbale struttura la formazione delle
immagini. Gli spettatori capiscono le metafore visive solo se esistono
espressioni metaforiche corrispondenti nella lingua (Taliani: 34).
Nel tradurre un testo multimediale inoltre si ha a che fare con un
passaggio intersemiotico: quando si traduce un’opera letteraria si
rimane all’interno dello stesso sistema semiotico, la scrittura, e ciò che
cambia è solo il codice usato, vale a dire la lingua; se invece si ha a
che fare con un testo multimediale la trasposizione avviene da lingua
scritta a lingua parlata o recitata (nel caso del testo teatrale), il che
chiaramente rende l’operazione più complicata.
Quando si parla di traduzione si pensa normalmente ad un testo scritto
traslato da una lingua ad un'altra; il messaggio contenuto nel testo di
partenza viene trasferito utilizzando un altro codice (una lingua diversa,
appunto), pur restando all'interno dello stesso sistema semiotico: la
lingua scritta. Appare subito evidente, a questo punto, la prima difficoltà
dell'adattamento di un film. Il copione originale (scritto per essere
recitato dagli attori) viene tradotto e i nuovi dialoghi verranno poi
recitati dai doppiatori. Si ha dunque un ulteriore passaggio, dalla lingua
scritta alla lingua parlata […] (Ibidem: 31).