2
Ma oggi gli strateghi occidentali cosi come i leader arabi e palestinesi , temono che
le battaglie del futuro esploderanno per il possesso e il controllo di un altro liquido
prezioso e di colore cristallino anziché nero : l’acqua.
Il Medio Oriente è forse l’esempio migliore di regione in cui l’approvvigionamento
idrico ha avuto chiare implicazioni strategiche. In effetti, quest’area, oltre ad essere
terreno di dispute ideologiche , religiose e geografiche, è anche una zona
estremamente arida. La scarsità d’acqua aumenta anno dopo anno a causa del
continuo aumento della popolazione, dell’eccessivo sfruttamento e dell’inquinamento
delle risorse esistenti.
La soluzione della crisi idrica sicuramente non è una condizione sufficiente per la
definitiva pace in questa regione ma è sicuramente indispensabile.
La nostra ricerca è stata stimolata dalla constatazione della complessa situazione
presente oggi in Medio Oriente , del fatto che dopo circa ottanta anni di conflitto
arabo- israeliano il problema dell’acqua e delle risorse idriche torna a pesare sia per
quanto riguarda lo sviluppo socio- economico dei paesi di quest’area che per il futuro
del processo di pace iniziato a Madrid nel 1991 tra arabi e israeliani in generale e tra
palestinesi e israeliani in particolare.
E’ proprio questo il tema del nostro lavoro che si occupa dei problemi giuridici delle
risorse idriche come radice di conflitto e fattore di sicurezza li’ in Terrasanta , culla e
centro di fedi , culture e civiltà diverse tra di loro.
Nel nostro studio ci siamo occupati in modo particolare di dare una definizione della
nozione di corso d’acqua internazionale e dei due principi consuetudinari di diritto
internazionale ad essa connessi: l’equa utilizzazione delle risorse e del divieto di
cagionare danno ad altri.
Abbiamo cercato di vedere se e dove tali principi hanno trovato applicazione e sono
stati rispettati dalle parti del conflitto mediorientale.
Il termine “regione” è stato usato in senso politico e idrografico ( bacino fluviale del
Giordano) : in via generale , si riferisce alla parte meridionale dell’area che veniva
chiamata Levante e comprende Israele , le alture del Golan , la Cisgiordania , la
3
striscia di Gaza e i paesi con i quali Israele condivide risorse idriche e frontiere :
Egitto, Giordania e Libano .La Siria anche se confina con Israele si trova in una
situazione particolare a causa delle condizioni idrologiche ; solo le alture del Golan ,
il cui limite nord- orientale è lo spartiacque del lago di Tiberiade e non la Siria nel
suo complesso , appartengono alla regione cosi definita.
Abbiamo analizzato le caratteristiche idriche del bacino in questione la situazione e
l’approvvigionamento idrico di ciascuno Stato parte della controversia su tali risorse
condivise, cercando di evidenziare i diversi interessi di ciascuno di essi e la
diseguaglianza nella distribuzione delle acque di questo bacino.
Abbiamo dato particolare enfasi agli accordi sul fiume Giordano tra gli Stati
rivieraschi alla luce dei principi di diritto internazionale e al processo di pace in
Medio Oriente.
Abbiamo analizzato come il problema dell’acqua è stato considerato nella
Dichiarazione di Principi tra Israele e l’Olp nel settembre 1993 , nel seguente accordo
di Gaza e Gerico e nel Trattato di pace israelo-giordano del 1994. Mentre terminiamo
questo lavoro, il primo ministro israeliano Barak e il leader palestinese Yasser Arafat
firmano a Sharm el Sheick il Wye plantation due continuazione del Memorandum
Wye firmato a Washington tra Nethanyahu e Arafat.
Nel corso del lavoro i dilemmi e le difficoltà non sono state poche: sul periodo da
prendere in considerazione , sulle fonti da valutare , sulla validità degli indicatori ,
sulla lettura di processi economici- sociali estremamente complessi , ed infine
l ’ affidabilità di alcune informazioni e sulla traduzione di testi in arabo e in inglese.
Circa la scelta delle fonti, sono state consultate quelle di entrambe le parti , israeliana
e palestinese. E’ importante sottolineare a questo proposito che solo dal 1994 i
palestinesi hanno cominciato a produrre loro stessi dati sulla situazione e quindi si
può parlare realmente di “fonti palestinesi” .La quantità di studi e pubblicazioni sul
processo di pace è peraltro infinita , ma non tutti hanno una connotazione scientifica ;
molti lavori sono ancora oggi essenzialmente influenzati dal giudizio politico.
4
Questo lavoro dunque non presenta solo un notevole interesse generale , perché tratta
un tema che in tutta la storia dell’umanità ha avuto e avrà sicuramente anche nel
futuro prossimo una grande rilevanza ma anche perché è anche di grande attualità,
aiutandoci a capire un aspetto decisivo e a volte trascurato di un conflitto che ha
avuto tanta parte nella storia recente .
5
CAPITOLO I
LA DISTINZIONE TRA IL CORSO D’ACQUA INTERNAZIONALE, IL
FIUME INTERNAZIONALE E IL BACINO DI DRENAGGIO
INTERNAZIONALE.
Premessa.
L’acqua è una risorsa naturale vitale , pur non essendo un minerale strategico né un
prodotto agricolo di alto valore commerciale .L’acqua è importantissima per ogni
forma di vita e ha ispirato o contemplazione e speranza , o frustrazione e guerra. Le
leggi e la scienza hanno dimostrato come questa è la materia prima della vita
dell’uomo.
1
Come recita il Corano , “è dall’acqua che abbiamo creato ogni cosa” per indicare che
l’acqua è la risorsa naturale per eccellenza.
2
Il mondo è soprattutto acqua, ma di questa il 97 % è salata .Senza tenere conto di
ghiacciai , calotte polari e falde acquifere non sotterranee , il genere umano ha a sua
disposizione uno scarso 1 % di acqua dolce formato da laghi, fiumi , sorgenti e
atmosfera. Tale quantità sarebbe comunque sufficiente per coprire la domanda di
tutta l’umanità se fosse distribuita in modo omogeneo nei cinque continenti e non
invece in modo molto diseguale tra paesi e regioni confinanti.
3
Per comprendere la gravità del problema basta menzionare alcuni dati .Se nel 1950
20 milioni di persone erano prive di acqua potabile , nel 1995 ammontavano già a
300 milioni e nel 2050 si prevede saranno 7 miliardi , cioè il 65% della popolazione
mondiale. In cinquant’anni la disponibilità d’acqua è diminuita di 3/4 in Africa e di
1
ASSAF,”Our shared Environment”,Israel/Palestine,Centre for Research and Information,Dic.1994,p.279;
“Management of International water Resources:Insitutional and Legal Aspects in Natural Resources , Water Series
n.1,U.N,1975,p. 5 e ss.
2
CORANO, Sura 21 AL ANBIYYA,I Profeti,verso 30.
3
AMBROGGI ,Acqua, Le Scienze , vol.XXV,n.147,novembre 1980,p.47.
6
2/3 in Asia . Attualmente , un uomo su cinque non dispone di acqua da bere e uno su
due vive in ambienti privi di sistemi igienico sanitari sufficienti.
4
La quantità d’acqua
potabile del pianeta si sta esaurendo ,ce ne è meno di un milione di chilometri
cubici. Una quantità sufficiente nel ‘700 quando meno di un miliardo di persone si
divideva il pianeta , e alla fine dell’Ottocento quando i miliardi di persone erano due.
Ora che la popolazione mondiale ha superato i sei miliardi , lo sfruttamento delle
riserve d’acqua dolce viene spinto verso il limite.
Le regioni a maggior “rischio” di penuria idrica sono sicuramente l’Africa del Nord
ed il Medio Oriente: 45 milioni di persone senz’acqua potabile , una disponibilità
lorda pro - capite dimezzata dal 1960 al 1990 ed in diminuzione dell’80 % da qui al
2020.
5
Non bisogne dimenticare che l’acqua non solo è necessaria per la sopravvivenza
dell’uomo ma per tutte le attività produttive sia agricole che industriali.
Si comprende allora come alcune dispute tra Stati per il controllo delle acque
possono rappresentare dei “casus belli” e come , secondo alcuni ,
6
la materia presenti
una sua autonomia disciplinare e meriti un nome proprio : idropolitica o
idrogeopolitica.
Il termine illustrerebbe “complessi e molteplici casi , spesso situazioni nuove o
latenti, che emergono con grandi tensioni , a varie scale in diverse aree del pianeta a
proposito dell’uso delle acque , per uno sviluppo diverso, o diversamente orientato”.
Come è stato affermato , l’idropolitica “ non va confusa ovviamente con la politica
delle acque , che presuppone una corretta gestione e una programmazione seria e
coordinata tra risorse ( superficiali , sotterranee e di altra produzione) e esigenze
(agricole , energetiche , civili , della navigazione , antincendio ...) e tra zone
idrologicamente eccedentarie e zone deficitarie”.
7
4
LIZZA, “Territorio e Potere”,ROMA,1997, pp 137-139.
5
CLARKE, The international crisis , London , 1991,p.45; World Watch Institute , State of the World,
Isedi,Torino,1994,p.54.; “La Repubblica” del 10-3-1998.
6
MAURY, “L’idropolitica:un nuovo capitolo della geografia politica ed economica” in Riv.Geogr.Ital , n.99 ,1992,
pp 712-727;GLEICK, “Water and conflict”in International Security,vol.18,n.1,pp 79-
112;HOMER,DIXON,BOUTWELL,Scarsità di risorse e degrado come causa di violenti conflitti, Le Scienze,vol.
L,n.296,aprile 1993,pp 16-23.
7
MAURY , op.cit., p.721.
7
L’acqua inoltre acquista un valore strategico –militare , essendo presente nelle scelte
politiche e militari degli Stati per quanto riguarda i casi avvenuti in passato come ad
esempio le interruzioni dei flussi degli acquedotti e le deviazioni dei corsi di fiumi e
torrenti.
Il Medio Oriente per le sue condizioni di penuria e per i contrasti politici tra le
popolazioni è ovviamente l’area dove queste tensioni sono più acute.Tutti i paesi
della regione si chiedono come riusciranno a soddisfare i bisogni dovuti all’aumento
della popolazione , all’urbanizzazione e allo sviluppo industriale , la cui conseguenza
diretta è l’aumento drammatico della domanda d’acqua per uso civile , irrigazione ,
energia e consumi industriali.
8
Oggi la risonanza di tale problema è data da recenti e autorevoli iniziative su questo
tema ,alcune a carattere mondiale come la conferenza Internazionale sull’Acqua nel
1977 a Mar de Plata organizzata dalle Nazioni unite o il Decennio Internazionale
dell’acqua potabile inaugurato alle Nazioni Unite con l’obbiettivo di migliorare i
sistemi di fornitura idrica per uso domestico , altre a carattere regionale , come
l’inclusione di discussioni specifiche all’interno del Piano Baker per la pace in Medio
Oriente , altre ancora a carattere generale , come il Global Summer Water Initiative
promosso nel 1991 dal Centre for strategic and International Studies e la creazione di
un “Tribunale internazionale dell’acqua con sede nei Paesi Bassi”.
9
L’acqua è stata ribattezzata “ il petrolio del XXI° secolo” e , come per il petrolio ,
per essa nascono tensioni e si combattono guerre.
“Conflitti sull’acqua, guerre sia internazionali che civili rischiano di diventare un
elemento chiave del problema del XXI° sec ” sostiene a riguardo Hans van Ginkel,
rettore dell’università delle Nazioni Unite e responsabile del Rapporto Unep.
10
Nonostante tali sforzi si è ancora lontani dalla soluzione definitiva del problema della
scarsità delle risorse idriche in quanto non esiste ancora una adeguata
regolamentazione giuridica dello sfruttamento delle acque.
8
AL-ABDALLAH, “La sécurité hydraulique arabe ”,Centre d’Etudes stratègiques et de documentation,
Beyrouth,1992;GLEICK, Water and peace in the Middle East , “Environment”, vol.XXXVI,n.3,aprile 1993,p.96.
9
LIZZA, op.cit. pp 138 ss.
10
MATTERA, “La guerra dell’acqua” in Rivista “Liberal”, 21 Ottobre 1999.
8
Questi brevi cenni possono fornire una prima percezione dei complessi problemi che
la materia della utilizzazione dei corsi d’acqua pone a livello di diritto internazionale.
1.1 Il diritto fluviale internazionale.
Occorre prendere atto dell’ esistenza di un ramo del diritto pubblico internazionale
che è consacrato alla problematica delle acque interne : “il diritto internazionale delle
acque interne” (International Wasserrecht ) o anche “diritto fluviale internazionale”
(droit fluvial international ) , intesa questa espressione in senso ampio tale da
comprendere potenzialmente tutte le categorie di acque interne.
Oggetto di questa materia è lo studio dei principi e delle norme internazionali che
presiedono alla delimitazione del territorio degli Stati con riguardo alle proprie acque
interne e che stabiliscono i diritti , le facoltà , gli obblighi reciproci degli Stati in
ordine alle diverse utilizzazioni possibili delle acque medesime.
11
Come meglio si vedrà , il diritto internazionale non contiene vere e proprie norme
generali : quello ora enunciato e le regole per la delimitazione delle frontiere in
rapporto a fiumi e laghi sono piuttosto principi strutturali che norme o se si vuole ,
corollari di principi strutturali della comunità e dell’ordinamento internazionale quali
quello della uguaglianza e della sovranità degli Stati . E se quei principi costituiscono
anch’essi oggetto , e meglio presupposto , del diritto internazionale fluviale , è però
evidente che questo , come materia scientifica , trova ragione di autonomia solo in
presenza di un complesso di vere e proprie norme internazionali, conferente dei diritti
e degli obblighi reciproci agli Stati per quanto riguarda le utilizzazioni delle acque
interne.
Tali norme esistono ma si tratta di norme convenzionali o derivanti da consuetudini
particolari. E’ attraverso esse che , sul fondamento ma anche in deroga ai principi che
regolano la coesistenza tra gli Stati sovrani , sono risolti i conflitti di interesse e le
11
Fiumi , in Enciclopedia del diritto vol.XVII,p.697.
9
esigenze di collaborazione tra gli Stati , situazioni per le quali i principi generali di
coordinamento delle sovranità territoriali sono di solito inadeguati.
Si profila dunque per gli Stati l’opportunità, e spesso la necessità, di regolare con
apposite norme convenzionali , nei rapporti reciproci , le utilizzazioni delle acque
interne .
Sono precisamente queste norme l’oggetto precipuo del diritto internazionale fluviale
(lato sensu ) o delle acque interne.
1.2 L’utilizzazione dei corsi d'acqua per fini connessi alla navigazione.
Il processo storico di sviluppo del diritto internazionale fluviale ha seguito i bisogni
politici, economici, sociali e tecnici che si presentavano nel corso del tempo, così ,
mentre fino alla fine del secolo scorso gli usi dei fiumi più importanti erano quelli
connessi alla navigazione e al trasporto fluviale, nel XX secolo l’attenzione si è
spostata verso nuove forme di utilizzazione dell’acqua.
Già negli antichi documenti legislativi risalenti al Diritto romano si fa riferimento alla
libertà di navigazione alla cui base vi è il concetto di aqua profluens intesa come res
communis omnium.
12
Tale regime di libertà venne interrotto completamente nel Medio Evo , quando la
navigazione divenne pericolosa a causa degli eventi storici dell’epoca soggetta a
ogni tipo di molestia e a misure fiscali che ne impedivano lo sviluppo , fino al punto
in cui gli stati decisero attraverso trattati di chiudere alla navigabilità alcuni fiumi
come per esempio nel caso dello Schelda con il trattato di Munster del 1648.
13
Dalla Rivoluzione francese e sotto l’impulso delle sue idee , la libertà di navigazione
ricominciò a essere presa in considerazione soprattutto dalle classi potenti di allora
desiderose di poter sfruttare le opportunità di scambio e l’espansione coloniale offerte
da tale libertà.
12
In relazione al fiume, l’ aqua profluens viene intesa come res publica il cui uso è aperto a tutti i cittadini “Et quidem
naturali jure communia sunt omnium haec:aer, aqua profluens et mare, et per hoc litora maris” (Inst,II,1.1) in
KAECKEN BERG, International rivers: a monograph based on diplomatic documents , New York ,1962,p.7 ;
CAPONERA,”The Law of International Water resources” in Legislative Study n.23,FAO,Roma,1980, p.6.
13
Ibidem, p.7; KAECKENBERG,op.cit,ult.,p.71.
10
Inizialmente il principio della libertà di navigazione venne considerato per favorire
gli Stati rivieraschi (Atto finale del Congresso di Vienna) e successivamente a favore
di tutte le nazioni , non ancora in termini universali ma in riferimento a specifici corsi
d’acqua , per esempio nel trattato del 1885 per il Niger e il Congo.
14
Un certo numero di testi riserva un posto preminente alla navigazione. E' così che
l'Articolo 113 dell'Atto finale del Congresso di Vienna prevede che ciascuno Stato
rivierasco si caricherà dei lavori necessari da effettuare nel letto del fiume, per evitare
ogni ostacolo alla navigazione .La Convenzione di Parigi del 23 luglio 1921 sul
Danubio, nel suo articolo 6, incarica la Commissione internazionale di vegliare
affinchè nessun ostacolo venga messo alla libera navigazione sul fiume. L'articolo 14
afferma la preminenza della navigazione in rapporto all'utilizzazione idroelettrica e
gli esempi si potrebbero moltiplicare.
Anche la dottrina evidenzia questa preminenza della navigazione nell’uso dei corsi
d’acqua.
15
Gli articoli 1 e 2 della Dichiarazione di Madrid del 1911 sulla regolamentazione degli
usi dei corsi d'acqua internazionali , emanata dall'Istituto di Diritto internazionale,
affermano tale preminenza
16
. Il primo tentativo di codificare la libertà di
navigazione e il bisogno di formare gruppi e commissioni comuni per lo sfruttamento
dei fiumi internazionali avvenne durante la Conferenza convenuta dalla Lega delle
Nazioni a Barcellona nel 1921.Risultato di questa fu l’adozione di uno Statuto sul
regime dei fiumi navigabili e una dichiarazione che impegnava gli stati a estendere la
libertà di navigazione anche ai fiumi geograficamente nazionali .
Ora, la Convenzione di Barcellona del 20 Aprile 1921 apporta un certo
cambiamento.
17
Essa ha, in effetti, completato la nozione tradizionale di navigazione
introducendone una nuova, quella di principale “funzione economica” dell’uso di un
corso d’acqua. Secondo la Convenzione di Barcellona è la principale funzione
economica che deve essere salvaguardata, mentre una volta doveva esserlo la
14
GIANNINI, Le Convenzioni internazionali del diritto fluviale,Roma,1933,p.8; KAECKENBERG, International
rivers.,op.cit.,p.143.
15
COLLIARD,”Régime des fleuves internationaux”,in RdC, 1968,3,p.363.
16
Annuaire IDI,1911,pp 365-366.
11
navigazione.
18
La Convenzione di Barcellona non afferma la preminenza della
navigazione se essa non costituisce la principale funzione economica del fiume
considerato. Si tratta dunque di una trasformazione intellettuale interessante. Essa è
inserita nell'articolo 10, paragrafo 6, che prevede,sia pure a titolo eccezionale, un uso
diverso della via navigabile se la navigazione è troppo poco sviluppata o se lo Stato
rivierasco che chiede di adibirlo ad uso diverso, lo giustifica con un interesse
economico chiaramente superiore a quello della navigazione. Di conseguenza la
preminenza della navigazione viene rimessa in causa. Comunque, la procedura di un
uso diverso urta contro alcuni ostacoli. L'uso diverso non può verificarsi se non dopo
il preavviso di un anno ed è prevista la possibilità di ricorso davanti ad un tribunale
internazionale da parte di un altro Stato rivierasco. Si può trovare un ' illustrazione
della Conferenza di Barcellona nel rapporto della Commissione preliminare secondo
cui l'evoluzione tecnica ed economica dopo il Congresso di Vienna ha comportato
diverse conseguenze. Il rapporto indica che 100 anni fa la principale utilizzazione
delle vie navigabili era la navigazione, prendendo in considerazione, è vero, solo i
fiumi europei. Non è lo stesso oggi: le vie navigabili servono attualmente a bisogni
diversi da quelli della navigazione. Alcuni di loro sono diventati o possono diventare
(siamo nel 1921) una preziosa fonte di energia elettrica. Per ciò che la concerne, la
priorità assoluta della navigazione non può più essere ammessa, si devono prevedere
dei casi, o saranno leciti dei lavori che , di conseguenza, porteranno danno alla
navigazione.
La Convenzione di Ginevra del 9 Dicembre 1923, che è consacrata all'utilizzazione
idroelettrica dei fiumi, tratta nel suo articolo 8 il problema delle vie navigabili di
interesse internazionale.
19
Il testo di Ginevra prevede che i diritti e gli obblighi che
potrebbero risultare da accordi considerati sulla base della Convenzione del 1923
non dovranno essere ascoltati se non con riserva dei diritti e degli obblighi risultanti
dalla Convenzione generale di Barcellona e degli atti particolari conclusi o da
17
GIANNINI, op.cit,p.10.
18
COLLIARD, op.cit.p.364.
19
Cfr. FAO,Legislative Study n.23,op.cit.p.47
12
concludere che disciplinano le vie navigabili.
20
E' una formula che, di conseguenza,
dissocia i due problemi ma ,nella misura in cui essa riserva i problemi della
navigazione, ci si può domandare se essa non sia molto meno rivoluzionaria di quella
del 1921 constatando , in realtà, la posizione più antica della preminenza della
navigazione sull'utilizzazione idroelettrica.
Ai nostri giorni, la preminenza del tema della navigazione non si riscontra quasi più,
anche se la Convenzione del 1954 riguardante il Mekong la consacra .
21
Essa
costituisce l'oggetto essenziale di questa Convenzione il cui articolo 3 prevede:
"Ciascuna delle Alte Parti Contraenti si impegna ad astenersi da ogni misura
suscettibile di arrecare danno direttamente o indirettamente alla navigabilità, o da
rendere quella più difficile in modo permanente".
22
Il riconoscimento della
navigazione sembrava uno degli interessi principali dello statuto del Mekong; i lavori
di pianificazione del fiume devono , per questo fatto, essere realizzati in modo da
rispettare questo imperativo.
23
Nella dottrina , si può dire che si considera ancora oggi la navigazione come avente
carattere prioritario. La risoluzione di Madrid del 1911 dell’ ILA esprime questa
preminenza agli art. 2 e 4: "Il diritto di navigazione , in virtù del titolo riconosciuto
in diritto internazionale, non può essere violato da un uso qualunque di esso".
24
Una
formula analoga è contenuta nella Risoluzione del 1961. D'altronde, per ciò che
riguarda la ILA, l'articolo 8 delle regole di Dubrovnik prevede: "Gli Stati devono
mettersi d'accordo sull'utilizzazione completa delle acque internazionali , dal punto di
vista della maggiore possibile varietà di usi dell'acqua per il profitto comune".
20
Recueil Sdn,vol.36.,p.75.
21
Per una analisi approfondita di tale Convenzione e delle caratteristiche di questo fiume v: CHOMCHAI,Managment
of transboundary water resources: a case study of the Mekong”in International Environment Law and Policy
Series,London, 1995,pp 245-261; MENON , “The Mekong river and international development of natural Resources”
in International Lawyer , n.5; MALCOLM, “Legal aspects of the integrated Development of the Lower Mekong Basin
in Lawasian Journal of the Association for Asia and Western Pacific , 1971 , pp.80 e ss.
22
I firmatari dell’Accordo per il Mekong sono Cambogia,Laos,Thailandia e Vietnam.China e Myanamar sono Stati a
monte del fiume Mekong.
23
JAYANAMA,”L’aménagement du Mékong infèrieur en droit international public”,Toulouse,1965.
24
Annuaire de l’Institut de droit International , Session de Madrid , 1911.
13
Inoltre, nelle regole di Helsinki, il testo relativo alla navigazione è nel capitolo 4 che
tratta della libertà di navigazione, dopo il problema dell'inquinamento che è trattato
con priorità nel capitolo 3.
E' così che si deve affrontare ora il problema della molteplicità degli usi e quello
della loro classificazione.
1.3 Pluralità e classificazione delle utilizzazioni di un corso d’acqua per fini
distinti dalla navigazione.
La molteplicità degli usi di un corso d’acqua diversi dalla navigazione si trova in
maniera estesa nei testi moderni e qualche volta , vi è operata una classificazione.
25
Essa si trova sicuramente nei testi africani ; così l'articolo 3 dello Statuto del Niger ,
come era stato previsto dalla Convenzione di Niamey del 1963, indica la pluralità
degli usi. Lo Statuto di questo disciplina lo sfruttamento in comune del fiume e
dichiara: "Lo sfruttamento del suddetto fiume si intende in senso lato e dopo,
sicuramente, si avrà l'utilizzazione agricola e industriale, la raccolta dei prodotti
della sua flora e della sua fauna. La sua utilizzazione come via navigabile è retta dalle
disposizioni del titolo III° del presente Statuto".
26
La navigazione viene dunque garantita ma non ha più carattere fondamentale e
prioritario. D'altronde, la pluralità degli usi appariva a proposito di un altro bacino
africano, il bacino del Chad. Le norme della Convenzione del 22 maggio 1964
dispongono all’ art 4: "Lo sfruttamento del bacino del lago Chad e in particolare
l'utilizzazione delle acque di superficie e sotterranee si intende nel senso più ampio e
si riferisce, in particolare, ai bisogni dello sviluppo domestico, industriale e agricolo e
alla raccolta dei prodotti della sua fauna e della sua flora".
27
Qui, il problema della navigazione non si pone.
25
Per maggiori dettagli riguardanti questi usi differenziati dei corsi d'acqua internazionali v.SILLS, “International
Encyclopedia of Social Science”,1968,vol.16,pp.477-481; FINK,”Water and Man”,ibid,pp.389 e 477;AIDI,1959,vol.I ,
pp 222-224.Esposizione preliminare di Andrassy.
26
COLLIARD,op.cit.,p.366.
14
Bisogna ora menzionare i testi che prevedono non solo le utilizzazioni multiple di un
corso d’acqua ma in più prevedono una gerarchia a tali utilizzazioni. Bisogna inoltre
notare che l'ordine di priorità, se appare in certi testi, è un ordine molto variabile. Nel
documento, che è stato elaborato per il Segretariato generale dell'Organizzazione
delle Nazioni Unite, da parte di un gruppo di esperti designato per questo compito dal
Consiglio economico e sociale, e che riguarda lo sviluppo integrato dei bacini
fluviali, un ordine di priorità è indicato in modo molto relativo con la seguente
fondamentale annotazione :
"L'ordine di priorità può variare secondo la stagione e secondo che si tratti di una
regione arida o di una regione ben irrigata ". Così viene preconizzata la relatività
secondo il tempo e le condizioni climatiche. Tutto ciò conferisce all'ordine di priorità
ravvisato dagli esperti un valore del tutto particolare che non bisogna sottovalutare.
Questa priorità è la seguente:
- usi domestici;
- navigazione;
- lotta contro le inondazioni;
- usi idroelettrici;
- usi agricoli ed irrigazione.
28
Citiamo alcuni esempi di classificazione che sono operati nelle differenti
utilizzazioni. Il testo più antico in materia sembra essere il Trattato di Washington
dell'11 gennaio 1909, trattato stipulato tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti e relativo
alla pianificazione dei corsi d'acqua che formano la frontiera tra gli Stati Uniti e il
Canada. Esso stabilisce un ordine di preferenza nel suo articolo 8 :"Le due parti
27
Per il testo di tale Convenzione vedi:Revue juridique et politique.Indépendance et coopération,1965,p.302;SAND,
Development of international water law in the Lake Chad Basin”,1974:per i fiumi e i laghi africani in generale vedi:
ANDRE’ , “L’evolution du statut des fleuves internationaux d’Afrique noire” in Revue Juridique…,1965,p.285.
28
Raccolta Seg.Gen. N.U,n.79,p.260.
15
contraenti hanno ,ciascuno dai due lati della frontiera, dei diritti simili e uguali
all'impiego delle acque descritte dal trattato come acque di frontiera".
29
La gerarchia considera prima i fini domestici e sanitari, poi , i fini della navigazione,
compreso il servizio dei canali, infine l'utilizzazione per la produzione di energia
idroelettrica così come ai fini d'irrigazione.
La navigazione si vede dunque relegata al secondo posto, essendo riservato il primo
ai fini domestici e sanitari in ragione della vicinanza dei grandi laghi e del problema
di alimentazione delle enormi città nordamericane. In questo contesto, la produzione
di energia idroelettrica è classificata per ultima , allo stesso rango dell’irrigazione; il
problema dell'irrigazione si pone , evidentemente, in maniera diversa in queste
regioni rispetto ad altre regioni come l'Africa.
L ' utilizzazione idroelettrica appare in certi testi come estremamente importante ;
essa alle volte è un oggetto a parte di una convenzione internazionale.
L'utilizzazione idroelettrica apparirà al primo posto nella Convenzione conclusa a
Lisbona dell'11 agosto 1927 tra la Spagna e il Portogallo a proposito del fiume
Douro.
30
In effetti il testo cita l'utilizzazione idroelettrica per prima e gli Stati
dichiareranno che essi non riconosceranno il Douro , nella sua parte internazionale, il
carattere di fiume navigabile se questo carattere è incompatibile con la sua buona
utilizzazione.
31
I lavori di pianificazione idroelettrica si vedono dunque riconoscere la
priorità in ragione del loro carattere di pubblica utilità e di urgenza. Spesso d'altronde
i trattati che riguardano l'utilizzazione idroelettrica vengono conclusi per dei fiumi o
per dei corsi d'acqua che non sono navigabili.
29
U.N. Legislative Series, “Legislative texts and treaty provisions concerning the Utilization of International rivers for
other purposes than navigation”,New York,1963 ,p.260.
30
Convention between Spain and Portugal to regulate the hydro-electric Development of the International section of
River Douro , August,11,1927 arts. 14 , 19,82,LNTS (League of Nations Treaty Series).Il relativo testo in Legislative
Texts,n.248,pp 911-918 ,citata anche dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa (ECE),Comitato
per l’Energia,Legal Aspects of the hydro-electric Development of Rivers and Lakes of Common Interest, Geneve
1952:E/ECE/136;E/ECE/EP/98 Riv.1,pp 167-168;KAECKENBERG,op.cit.,pp 200 e ss.
31
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