Nelle economie moderne, l’obiettivo principale delle politiche attive in favore
delle imprese consiste nel creare un ambiente idoneo alla nascita e allo
sviluppo dell’imprenditorialità, sia nel settore privato che in quello pubblico.
La traduzione pratica di tale obiettivo richiede un approccio sistemico,
capace di coinvolgere tutte le variabili del contesto nel quale le imprese
operano:
- la dotazione delle infrastrutture di base
- la natura giuridica
- il quadro finanziario, occupazionale, fiscale nel quale si inseriscono.
A fronte della complessità dei problemi che vengono posti dall’evoluzione
economica e produttiva, gli interventi pubblici di incentivazione alle imprese
stanno subendo delle profonde evoluzioni, soprattutto nel Mezzogiorno.
A partire dagli anni novanta si è assistito ad una progressiva abolizione
dell’ intervento straordinario, ed alla sostituzione di quest’ultimo con un
complesso di aiuti strutturati nell’ambito delle politiche regionali dell’Unione
Europea, diretti non solo alle regioni meridionali, ma anche alle aree
depresse del centro - nord.
Il presente lavoro è dedicato allo studio degli incentivi di tipo fiscale, con i
rispettivi vantaggi e svantaggi, che rappresentano, in base alle più recenti
linee guida Comunitarie in materia di innovazione, uno dei metodi più
innovativi ed efficaci in una politica integrata verticalmente cui siano fatti
partecipi tutti gli organismi politici: dalle istituzioni comunitarie fino alle
amministrazioni territoriali.
Cos’è la Finanza Agevolata?
• In un contesto economico sempre più dinamico e competitivo, diventa
di importanza fondamentale per tutte le imprese la capacità di poter reperire
e gestire le risorse finanziarie in linea con l'evoluzione tecnologica e le
esigenze dei mercati.
• La scelta delle migliori strategie finanziarie rappresenta quindi una
delle variabili che influenzano direttamente le performance economiche
e reddituali delle imprese di qualsiasi dimensione.
• Tra gli strumenti finanziari a disposizione dell'impresa per far fronte
alle esigenze sia di lungo che di breve periodo, assumono particolare
valenza strategica le agevolazioni per le attività economiche previste dalle
normative esistenti.
• In termini economici tali incentivi si traducono in una riduzione
dell'onere finanziario dell'impresa, sia attraverso riduzioni dei saggi di
interesse, sia attraverso la corresponsione di contributi diretti alla riduzione
del costo di determinati investimenti, sia attraverso la concessione di altri
benefici (garanzie, preammortamenti, tempi di rimborso, ecc).
• La Finanza Agevolata è quindi una specializzazione della più ampia
disciplina della Finanza Aziendale, volta ad individuare e reperire risorse
finanziarie a condizioni pro-tempore più economiche di quelle ottenibili
sui mercati di riferimento, in particolare facendo ricorso agli strumenti
legislativi di incentivazione alle attività economiche.
Le forme di agevolazione
Le norme in materia di agevolazione finanziaria prevedono forme tecniche diverse
attraverso le quali erogare gli incentivi.
9 Contributo a Fondo Perduto: forme di agevolazione per le quali è prevista l’erogazione
di una somma di denaro a titolo di liberalità, a fronte della quale non è richiesta alcuna
restituzione. L’entità del contributo è in genere stabilita come percentuale dei
costi dell’investimento giudicati ammissibili, viene erogato in una o più quote a stato di
avanzamento lavori.
Dal punto di vista contabile e fiscale è possibile classificare tale agevolazione come:
contributo in conto capitale
contributo in conto esercizio
contributo in conto impianti:
Dal punto di vista tecnico, invece, è possibile ricondurre alla categoria del contributo a
fondo perduto altre due tipologie di incentivo che si distinguono in base alle modalità
di erogazione:
credito d’imposta: agevolazione assimilabile ad un contributo a fondo perduto,
ma esigibile solo in sede di pagamento delle tasse ed in particolare dell’IVA,
dell’IRPEG, e dell’IRPEF;
bonus fiscale: tipologia di contributo in conto capitale che può essere utilizzato dal
beneficiario in una o più soluzioni
9 Finanziamento a Tasso Agevolato: credito concesso ad un tasso < rispetto alle
condizioni applicate sul mercato dei capitali a clientela primaria,per operazioni similari.
9 Contributo in Conto Interessi
NB: altre formedi agevolazione sono: Concessione di Garanzia, Locazione Finanziaria,
Prestito Partecipativo, Voucher, Capitale di rischio
» Considerando invece lo scenario normativo della
Regione Lombardia, possiamo considerare i
seguenti incentivi regionali:
9 Misura A “ Investimento Singolo” (Lombardia)
Artigianato – DOC. U.P. Ob. 2
9 L.R. 1266/99 (Lombardia)
9 L.R 21/03 – Fondo di Rotazione (Lombardia) L.R
34/96 mis. 1,2,3 (Lombardia)
9 L.R. 35/96 art. 7 mis. & 35/96 art. 7 mis. E1 e mis
ICT New Economy (Lombardia)
9 L.R. 35*96 INTEC 7 (Lombardia)
9 L.R. 65/96 INTEC 3- (Lombardia)
9 Contributi alle PMI (Brescia e Provincia)
9 Contributi alle nuove Società Cooperative (Brescia
e Provincia)
9 Contributi alle Imprese del Commercio, Turismo e
servizi per siti web (Brescia e Provincia)
9 Contributi per la dotazione di apparecchiature di
sicurezza (Brescia e Provincia)
9 Contributi alle Imprese per la formazione interna
professionale (Brescia e Provincia)
9 Contributi alle imprese per adeguamenti strutturali
e realizzazione infrastrutture (Brescia e Provincia)
Considerando lo scenario normativo italiano, le
più importanti agevolazioni finanziarie cui le
imprese hanno mpotuto accedere sono stati:
9 contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati
e incentivi fiscali per programmi di Ricerca
Applicata, aree depresse,Innovazione Tecnologica
e Formazione di Ricercatori (Legge 297/99, Legge
n. 488/92 Ricerca, Legge n.140/97
9 contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati
e incentivi fiscali per nuovi insediamenti produttivi
nelle aree depresse del Mezzogiorno e declino
industriale del Centro - Nord, ampliamenti e
ammodernamenti della capacità produttiva di
impianti industriali (Lg.341/95, art. 8 Lg. 388/00
9 finanziamento agevolato per la penetrazione
commerciale nei paesi extra-europei
9 contributo a fondo perduto per i corsi di
formazione professionale, sia per riqualificazione
di personale già occupato che per l'inserimento di
giovani alla ricerca di prima occupazione
9 (contributi a fondo perduto per la riduzione
dei consumi energetici e l'utilizzo di fonti
alternative di energia contributo a fondo perduto
per la creazione e lo sviluppo delle imprese
femminili
Un quadro complessivo del sistema agevolativo: relazione sugli interventi di sostegno alle
attività economiche e produttive
La Relazione 2008 del Ministero dello Sviluppo Economico presenta l’evoluzione del sistema degli incentivi per il
periodo 2000-2007: le politiche pubbliche a sostegno del sistema produttivo sono ad una fase di svolta: la struttura
produttiva italiana si trova di fronte a una crisi di competitività, per cause strutturali, a causa della specializzazione
italiana, orientata, verso settori a bassa tecnologia, meno elevato capitale umano e dominati da imprese
di piccole dimensioni. Bisogna adattare la struttura produttiva alle nuove condizioni dei mercati e ai nuovi fattori di
successo. Deve realizzarsi un rapido, diffuso e pervasivo processo di innovazione della base produttiva.
Un’analisi generale di medio periodo: fase di Transizione e necessità di cambiamenti
Si sta chiudendo una fase delle politiche pubbliche a sostegno delle imprese,nata negli anni ‘90
Si deve mettere in atto un processo di riordino complessivo del sistema degli incentivi alle imprese.
Il sistema degli incentivi alle imprese infatti è andato in parte semplificandosi
Il 2007 rappresenta l’anno in cui questa fase di transizione delle politiche di sostegno alle attività produttive
è più chiaramente percepibile, e ciò per una serie di motivi:
9 la chiusura, con il 31.12.06 del periodo di programmazione dei fondi strutturali 2000-2006 e quindi del PON “sviluppo
imprenditoriale locale”
9 la scadenza dei regimi di aiuto a finalità regionale
9 l’avvio del QSN e quindi della nuova programmazione 2007-2013 della Politica Regionale in particolare con il nuovo
PON “Ricerca e competitività”
9 la definizione da parte della Commissione Europea delle nuove regole (inquadramenti) per l’attuazione di regimi
di aiuto e l’approvazione della nuova carta degli aiuti
9 l’individuazione, con la finanziaria 2007, di nuovi interventi a sostegno delle imprese e della competitività del sistema
produttivo
Esistono alcune condizioni favorevoli per avviare questo processo di cambiamento:
a) da un punto di vista della programmazione
b) da un punto di vista finanziario
c) da un punto di vista della strumentazione
Caratteristiche e struttura del sistema agevolativo: criticità e necessità di riforma
La numerosità degli strumenti agevolativi rappresenta uno degli elementi di maggiore criticità del sistema, il più
rilevante per gli effetti sul piano della sovrapposizione e duplicazione degli interventi e delle diseconomie nella
destinazione e nell’utilizzo delle risorse finanziarie.
Nel periodo 2000-2007 sono stati censiti complessivamente 849 interventi, di cui 96 a livello nazionale.
Il sistema agevolativo italiano è ancora fortemente incentrato su strumenti di tipo valutativo, che sono utilizzati
anche quando si tratta di interventi che concedono incentivi di modesto valore, per i quali, probabilmente, non
è necessaria e neanche utile e opportuna un’attività di valutazione, che evidentemente incide sui tempi delle
procedure e quindi sui costi per l’Amministrazione.
Nel periodo 2000-2007,l’86% delle agevolazioni concesse attraverso l’intero sistema agevolativo è stato
assegnato alle imprese utilizzando strumenti di tipo valutativo (includendo in questa tipologia anche quelli
negoziali), mentre solo la restante parte (14%) ha utilizzato strumenti di tipo automatico. Anche dal punto di
vista finanziario, per quanto riguarda la tipologia degli strumenti, non si hanno differenze fra interventi
nazionali e regionali, nonostante gli interventi regionali siano di importo mediamente molto più basso di quelli
nazionali.
Nel periodo 2000-2007, all’importo medio di agevolazioni per ciascuna domanda/iniziativa (approvata), pari
a 56 mila Euro, corrispondono valori sensibilmente differenziati in relazione agli interventi nazionali (127 mila
Euro) e regionali (21 mila Euro): questa differenza, nel periodo considerato, è andata aumentando, fino a
raggiungere, nel 2007, il delta massimo. .
Si evidenzia una sorta di fenomeno di “autoregolazione” del sistema degli incentivi, indirizzato a concentrare
sugli interventi regionali le domande/iniziative delle imprese di minore entità finanziaria e sugli interventi
nazionali le domande/iniziative finanziariamente più consistenti. Ciò pare particolarmente interessante, se si
considera l’assenza quasi totale di un momento di coordinamento delle politiche ai diversi livelli di Governo,
anche se occorre osservare che un’influenza rilevante su tale fenomeno deve essere attribuita al processo di
decentramento, che ha fatto uscire dall’ambito delle competenze statali, trasferendola a livello regionale,
una serie di interventi, prevalentemente indirizzati al sostegno di investimenti di modesta entità. Questo
processo di autoregolazione del sistema trova conferma in altri due elementi di valutazione: uno di carattere
procedurale, che riguarda la consolidata distinzione fra strumenti automatici e valutativi; l’altro che attiene più
specificamente alla individuazione degli obiettivi di politica industriale.
L’analisi della convenienza ad investire
La decisione di un individuo o di un’impresa se effettuare un investimento o no, dipende dalla
convinzione di poter in tal modo accrescere la propria ricchezza: in condizioni di piena certezza, un
investimento verrà effettuato qualora il valore al presente dei redditi futuri sia superiore al costo
dell’investimento.
Gli investimenti, derivano dai costi e dai redditi promessi, e dal tasso di interesse al quale vengono
scontati i redditi netti futuri attesi per riportarli al presente.
dove I = investimento iniziale, Y= reddito netto del periodo t = 1, 2,…..n. , r = tasso di interesse
Le imposte influiscono diversamente sui vari elementi dell’equazione e quindi sulla convenienza ad
investire. L’imposta sul reddito riduce i ricavi netti, ma allo stesso tempo consente all’ impresa una
qualche riduzione delle perdite e delle deduzioni che riguardano gli ammortamenti dell’investimento
effettuato e gli interessi passivi.
In linea generale, l’effetto dell’imposta sulla convenienza ad investire sarà nullo quando il valore
attuale dei ricavi netti attesi viene ridotto in misura percentualmente uguale alla contrazione del
costo dell’investimento; se il primo diminuisce in una percentuale superiore al a quello del secondo,
l’imposta costituisce un disincentivo all’investimento, in caso contrario un incentivo.
La presenza di incentivi fiscali può modificare le precedenti considerazioni, e anche invertirne gli
effetti. Possiamo distinguere tra due diversi tipi di incentivi fiscali:
9 quelli che costituiscono un metodo di anticipazione degli ammortamenti e, quindi si configurano nella
sostanza un prestito senza interessi;
9 quelli che si configurano come un sussidio offerto all’impresa.
Quest’ultimo può essere costituito sotto varie forme, concesso su una frazione dell’investimento, con
un’aliquota che può essere pari a quella dell’imposta, nel caso di esenzione da tale imposta per gli
utili rinvestiti.
L’effetto combinato dell’imposta e degli incentivi può provocare una riduzione, un aumento, o lasciare
invariata la convenienza ad investire, a seconda della rilevanza dell’uno o dell’altro fattore.
I
r1
Y
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r1
Y
r1
Y
n
n
2
21
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Il posizionamento della Provincia di Brescia nel contesto
regionale e nazionale
Brescia è la più grande provincia lombarda per superficie e la 9° per
dimensione demografica. Si estende su un territorio costituito per più
della metà da zone montane,per quasi 1/3 da pianura e per la parte
restante da aree collinari.
Livello di urbanizzazione:degli oltre 200 Comuni della Provincia
solo 3 superano la soglia dei 20.000 abitanti ( Brescia,
Lumezzane e Desenzano sul Garda).
Reddito pro capite disponibile: 25° posto della graduatoria delle
province italiane; a livello regionale la provincia registra un valore >
della media,superata dalle province lombarde dell’area nord-orientale.
Effetti della dimensione demografica: Brescia è una delle prime
regioni in Italia per livello assoluto di consumi.
Il settore terziario, invece, registra un valore tra i minori in Italia.
Il sistema locale non è esente da alcuni ostacoli allo sviluppo, dovuti
al livello di disomogeneità interno alla provincia. La provincia è
caratterizzata da forti squilibri dovuti alla presenza di aree a diverse
velocità di sviluppo.
Popolazione: circa 1.195.000 unità
Imprese: circa 107.600 nel 2007,
Graduatoria a livello nazionale:
6° posizione (24,2% commercio,
6,5% industriale in senso stretto,
16,2% costruzioni,11,5% agricolo).
Dalla distribuzione settoriale degli
occupati emerge la quota elevata
di occupazione industriale ed un
settore agricolo che può assorbire
occupazione in proporz. maggiore
rispetto alla media regionale.
Ci sono forti connotati artigianali.
Il 2,45% del VA prodotto in Italia
deriva dalle attività del sistema
imprenditoriale bresciano.
Brescia: infrastrutture,impianti e reti energetiche:
Particolarmente mediocre appare la situazione relativa
alla dotazione d’infrastrutture, specialmente in relazione
alle altre province del N/O; Brescia si colloca infatti, nella
relativa graduatoria nazionale, appena in 51° posizione.
Positivo risulta essere il livello di dotazione degli impianti
e delle reti energetico-ambientali (16°) e quello relativo
alle strutture ed alle reti per la telefonia e la telematica
(32°). Discreta appare anche la rete stradale e la
dotazione delle reti bancarie e dei servizi vari.
In merito al numero di sofferenze bancarie rapportate agli
impieghi della clientela ordinaria, Brescia presenta
l’11° valore più basso a livello nazionale (2,3%), con una
raggiunta stabilità, sicurezza e serietà.
Il mercato del lavoro bresciano nel ‘06 ha mostrato una
flessione nei livelli della disoccupazione: nel corso del
2007 il livello di inoccupazione è passato in 12 mesi dal
3,2% al 3,5%,mentre nella rilevazione relativa al 2006 ci
si attestava al 4,2%. Attualmente la performance è 3,7%
confermandosi comunque in linea con il dato regionale
(3,7%)e decisamente inferiore a quello nazionale (6,8%).
Finanza agevolata e consulenza aziendale
nella provincia di Brescia
I principali strumenti di finanza agevolata tuttora
operativi o conclusisi negli ultimi anni nella provincia
sono:
9 Legge 488/92
9 Legge 388/00
9 E-commerce, quick response
9 Legge 377/2000, art.5 (Bando per la promozione
delle fonti rinnovabili per la produzione di energia
elettrica e/o termica tramite agevolazioni alle PMI, ai
sensi del D.M. n. 337/2000, art. 5.)
9 Investimenti in Ricerca e Sviluppo
9 Bonus R&S: Legge Finanziaria 2008
9 L.R. alle Imprese di Brescia e Provincia
Il DocUP Obiettivo 2
Il (DocUP) Obiettivo 2 per il periodo 2000 - 2006 è il principale strumento con cui si attua la politica di Coesione in Lombardia.
L’Obiettivo generale è quello di “avviare e sostenere percorsi e processi di sviluppo sostenibile in grado di valorizzare il potenziale
endogeno locale, rilanciare l’occupazione e tutelare l’ambiente” e si basa sull’ipotesi che, veicolando adeguatamente gli strumenti, le
tecnologie, le competenze e conoscenze, sia possibile rimettere in moto lo sviluppo dei sistemi locali delle aree Obiettivo, superando il
divario che esse denotano con le aree più forti della Regione.
Il Complemento di Programmazione
In coerenza con il DocUP viene redatto il Complemento di Programmazione (CdP), documento che attua la strategia e gli assi prioritari
dell’intervento. Esso contiene gli elementi dettagliati a livello di Misure (modalità di attuazione, tipologia di beneficiari, piano finanziario).
Rdatto dall’Autorità di Gestione, può essere adattato dalla stessa di propria iniziativa o su richiesta del Comitato di Sorveglianza.
Le aree Obiettivo 2 e Sostegno Transitorio
Con i fondi del DocUP Ob. 2 sono finanziabili interventi compresi all’interno delle aree del territorio regionale definite “Obiettivo 2” o
“A sostegno transitorio (phasing out)”. L’individuazione delle aree Ob. 2 è stata oggetto di negoziazione con la Commissione Europea.
Queste aree sono disposte ai margini del territorio regionale e del sistema economico e sono localizzate nell’Oltrepò Pavese, nella
bassa pianura del mantovano, lungo alcuni tratti costieri dei laghi Maggiore, di Como e di Garda, e nei relativi retroterra ,in alcune tratti
di fondovalle della fascia alpina o prealpina. I comuni ammissibili al programma sono 349 di cui 243 in obiettivo 2 e 106 in sostegno
transitorio; la popolazione coinvolta è di 1.045.933 di abitanti (dati 1996).
Gli Assi e le Misure
L’Obiettivo generale del Programma è stato declinato in tre macro aree di intervento riconducibili a tre assi prioritari:
9 Asse I “Sviluppo della Competitività del sistema economico lombardo”
9 Asse II “Qualificazione e valorizzazione del territorio”
9 Asse III “Valorizzazione delle Risorse ambientali”
Ogni asse prevede, a sua volta, una serie di interventi specifici (Misure). Per essere attivate e consentire la presentazione di progetti,
per le Misure vengono emanati dei bandi, all’interno dei quali, di volta in volta, sono dettagliati i criteri di selezione degli interventi e
le modalità di finanziamento. Un ulteriore asse (IV “Assistenza tecnica”) concerne l’attuazione di azioni volte a supportare la gestione, il
monitoraggio, la sorveglianza, la valutazione e la pubblicità e a garantire una efficace ed efficiente implementazione del Docup.
La Dotazione Finanziaria
La dotazione finanziaria del programma ammonta a Euro 421.037.469,00 di cui:
Euro 209.091.853,00 finanziati dall’Unione Europea attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
Euro 145.852.064,00 a carico dello Stato Italiano
Euro 62.063.102,00 stanziati dalla Regione Lombardia
In linea generale è emerso che il 2007 è stato un anno positivo, rispetto a quanto rilevato al 31.12.06, le risorse impegnate sono
aumentate e sono stati attivati investimenti pari a oltre 980 milioni di Euro.
Il Questionario alle imprese: Il Comune di BS
Il 1° quesito sottoposto all’attenzione delle aziende ha
consentito di valutare i motivi che hanno determinato una
variazione degli investimenti tra il 1994 ed il 2006.
Le alternative evidenziavano come possibili cause di tali
mutamenti tre diverse motivazioni:
9 incremento nel fatturato
9 investimenti programmati da tempo
9 utilizzo di qualche incentivo fiscale.
Delle 100 imprese analizzate il 48% hanno attuato i
propri investimenti in relazione alla variazione % di
fatturato.Per quanto riguarda quelli programmati, questi
presentano una percentuale notevolmente inferiore, solo
il 19%, coerente con il tessuto imprenditoriale locale il
quale presenta infatti una % valida di Spa e Srl, spesso
di grandi dimensioni, le quali elaborano tendenzialmente
previsioni di lungo periodo sulla base delle quali vengono
poi prese le decisioni strategico – gestionali.
Sono invece le piccole realtà ad adottare delle decisioni
di breve periodo, guidate per l’appunto da risultati avuti
nell’immediato, i quali inducono ad attuare investimenti in
funzione degli incrementi di fatturato realizzati.
Dall’elaborazione dei dati raccolti è stato possibile fare
una panoramica temporale molto estesa, con la quale si
è evidenziata la diversa evoluzione degli investimenti
con riferimento al settore di appartenenza delle imprese,
nonché alla natura giuridica delle stesse.
motivi della variazione degli investimenti
48%
33%
19%
incremento nel fatturato utilizzo di qualche incentivo fiscale
programmati da tempo
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
variazione degli investimenti in base al settore di attività
agricoltura industria terziario commercio
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
variazione degli investimenti in base alla natura giuridica
società d i capitali società di persone ditta dindividuale
Un’analisi dell’operatività della Finanza d’Impresa tramite l’utilizzo della Legge 1329/65 & della
Legge 598/94 dal 2000 al 2004
Il campione di 100 imprese, alle quali ho sottoposto la visione del questionario ha reso possibile la raccolta di
dati che, opportunamente elaborati hanno consentito di tracciare una panoramica d’insieme di quelle che sono
le normative, e quindi le agevolazioni, maggiormente utilizzate. Il criterio adottato per selezionare le aziende mi
ha portato ad individuare una composizione del campione che rispondesse il più fedelmente possibile a quello
che è l ’effettivo tessuto imprenditoriale bresciano: per individuare tale ripartizione mi sono ispirata alle
informazioni fornitemi dalla CCIAA, realizzando così una prima classificazione sulla base di quella individuata
dall’Ateco / Istat.
Il report, riguarda l’operatività degli interventi agevolati tramite le leggi 1329/65 e 598/94 ( Sabatini “Agricola” e
“Innovazione tecnologica, tutela ambientale, innovazione) dal 01/07/2000 fino all’ultimo trimestre del 2004.
Le elaborazioni si riferiscono al n° di domande accolte, agli investimenti ammessi,ai contributi concessi confrontati
su base trimestrale al fine di evidenziare l’andamento dell’operatività in maniera più puntuale.
Le tre variabili di cui sopra, per le leggi 1329/65 e 598/94, sono aggregate per settore di attività e dimensione,
per provincia e per banca proponente.
Per i prodotti Investimento singolo, Progetti di sviluppo aziendale e Finanza d’Impresa e’ presente un’ulteriore
aggregazione per Distretto, il tutto come di seguito presentato:
9 Investimento singolo
9 Progetti di sviluppo aziendale e Finanza d’Impresa
9 Dettaglio per settore merceologico di attività e dimensione
9 Dettaglio per provincia
9 Dettaglio per banca proponente
9 Dettaglio per distretto
L'obiettivo del report è quello di offrire un'informazione di servizio ai responsabili ed a gli operatori dei governi
e delle amministrazioni regionali, agli organismi rappresentativi delle imprese e a tutti gli operatori interessati,
facendo circolare sistematicamente le informazioni in materia di agevolazioni alle imprese.
9 Industrie Saleri Italo: la ricerca al servizio dell’industria automobilistica
9 WICTOR: lo sviluppo di un modello produttivo integrato nel settore degli adesivi per calzature
9 AIGNEP Spa: investire in una nuova sede di azienda
9 Hotel Gardenia al Lago : come rilanciare l’offerta turistica sul Garda
9 Serafino Zani: “Numa” ridisegna il paesaggio domestico
9 Copan Italia: crescere all’estero
9 “Il Grande Sogno”: il collegamento Temù - Ponte di Legno – Tonale
9 Agroindustria Medeghini : qualità e sicurezza nel formaggio di filiera
9 Lombardini Holding Spa: un portale per l’E-commerce
9 La Via del Ferro: Il PISL della Comunità Montata della ValTrompia
9 Energia TSN: a Sellero la Centrale per il Teleriscaldamento
9 Sistema Turistico:“La sublimazione dell’acqua”
9 Toscolano Maderno: il Centro di eccellenza per la filiera della Carta
CASES HISTORY
E’ possibile creare un ambiente idoneo alla nascita e allo sviluppo
dell’imprenditorialità bresciana sia nel settore privato che in quello
pubblico? La risposta al quesito è certamente positiva.
Tanta certezza si desume da una crescente vivacità che sta
caratterizzando il tessuto imprenditoriale, favorita non solo dalle
capacità professionali, ma anche dalle opportunità normative
sviluppate da un’attenta e sensibile Commissione Europea di
concerto con il Governo Italiano.
Merito delle imprese è l’aver saputo cogliere prontamente i benefici
di tali strumenti normativi, cosa questa che ha reso possibile il
concretizzarsi delle potenzialità estremamente creative della realtà
industriale.
Le leggi che hanno ottenuto un maggior riscontro nell’arco temporale
analizzato, esteso dal 1994 al 2006, sono la prima Tremonti, la
Tremonti bis, i cui contenuti, da un punto di vista soggettivo e
oggettivo ben si sposano con le esigenze del tessuto imprenditoriale
lombardo.
In particolare la realtà della provincia di Brescia è costituita sia da
piccole e medie imprese che da imprese di ampie dimensioni,le quali
hanno quindi potuto usufruire di tali aiuti messi loro a disposizione.
Visti questi presupposti è ragionevole concludere che il trend positivo
dell’ economia locale, non deve essere considerato un fenomeno
temporaneo e occasionale, bensì come una conferma che segna
la consolidata realtà economica.
CONCLUSIONI: