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CAPITOLO I
ALCUNE CONSIDERAZIONI SU DUE CATEGORIE LETTERARIE:
IL “FANTASTICO” ED IL “GOTICO”
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I.1 IL “FANTASTICO”
Sappiamo quanto sia difficile per gli studiosi dare una
definizione esaustiva del concetto di “fantastico” ,studiato e
descritto dai critici in modi diversi e, a volte, addirittura
contrastanti.
Ci sembra significativa,a questo proposito,l’ osservazione
fatta da Irène Bessière nel suo saggio Le récit fantastique
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del 1974,secondo cui il “fantastico” ha un carattere polisemico
perchè introduce verità molteplici e contraddittorie al tempo
stesso e, sebbene tenda a rappresentare ciò che è distante dal
reale, tuttavia rimane strettamente legato ad esso.
Il “fantastico”,dunque,può essere facilmente definito come un
ossimoro in quanto in esso coesistono due concetti opposti.
Come osserva la Bessière,il racconto fantastico è tetico perchè
pone la realtà di ciò che rappresenta. Fantasia e realtà vivono
in un rapporto simbiotico tra di loro, giacchè il “fantastico”
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Bessière I., Le récit fantastique, Paris,Larousse,1974.
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può essere definito tale solo in relazione a quella realtà che
esso deforma ed altera.Questo processo di trasformazione è
stato ben rappresentato dalla studiosa Rosemary Jackson
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che
parla di un’ area “parassiale” in cui si manifesta questa
categoria letteraria.
In ottica,quest’area è il punto in cui i raggi di luce
sembrano riunirsi dopo la rifrazione , pertanto l’ oggetto
(il reale) e l’immaginario(l’irreale)apparentemente coincidono,
anche se in effetti in quel luogo c’è il nulla.
Il “fantastico” si trova,dunque, in un spazio indeterminato che
può essere così rappresentato:
lenti
immagine oggetto
area parassiale
(o specchio)
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Jackson R., Il fantastico.La letteratura della trasgressione,(a cura di R.
Berardi),Napoli,Tullio Pironti editore,1986,pag.18.
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Spiega la Jackson:“...il fantastico gioca sulle difficoltà di
interpretare gli eventi/cose come oggetti o come immagini,
disorientando così la categoria del <reale> posseduta dal
lettore.
L’etimologia della parola <fantastico> indica un’ ambiva-
valenza basilare: è non-reale.
Come il fantasma che non è nè morto nè vivo,il fantastico è una
presenza spettrale sospesa tra l’essere ed il nulla”.
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Ci chiediamo,quindi se esso debba essere considerato come
mera illusione dei sensi - e definito, quindi, come“strano”-
o possa avere una spiegazione razionale - in tal caso
parleremmo di “meraviglioso”.
Lo studioso Tzvetan Todorov
4
,non a caso,postula come
prima condizione del “fantastico” l’esitazione del lettore di
fronte ad un avvenimento apparentemente inspiegabile secondo le
leggi che governano il nostro mondo.
3
Jackson R., cit.,pag.19.
4
Todorov T., La letteratura fantastica,Milano,Garzanti editore,1977,pag.26.
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Il “fantastico” esige il dubbio.
L’incertezza,però,può trovare una sua spiegazione logica.
Ricordiamo,a tale proposito,quanto affermava Sigmund Freud nel
saggio dal titolo Il perturbante
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in cui adoperava la parola
unheimlich [perturbante]come opposta ad heimlich [confortevole,
familiare, da heim = casa]e, dunque, se ne deduce che qualcosa
appare spaventosa quando è sconosciuta.
Freud,però,sviluppa questo concetto studiando tutte le sfumatu-
re di significato del termine,arrivando ad affermare che ciò
che avviene nell’ambito familiare esige anche una certa segre-
tezza,deve rimanere celato.Si conclude, pertanto, che heimlich
contiene al tempo stesso un significato ed il suo esatto
contrario.Schelling
6
è a tal proposito illuminante affermando
che unheimlich è tutto ciò che sarebbe dovuto rimanere
5
Freud S., Il perturbante, (a cura di Cesare Musatti), Roma, Edizioni
Theoria, 1984,pag.60.
Studioso di psicoanalisi, Freud elaborò una teoria secondo cui nella forma-zione
della personalità umana concorrerebbero tre diverse istanze indicate
con i nomi di “id”(inconscio),“ego”(io), e “super-ego”(super-io).
6
Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling (1775-1854), filosofo tedesco,
insegnò in molte università della Germania. La sua dottrina filosofica
presenta dei toni fortemente romantici e irrazionalistici.S’interessò,oltre
che di filosofia,anche di religione.
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segreto e nascosto e che invece è riapparso, causando un turba-
mento.Un fatto noto che viene rimosso dalla nostra coscienza e
posto in un mondo“altro”,nel momento in cui ritorna diventa per
noi perturbante.Il legame tra la fantasia e la realtà è quindi
indissolubile.
I racconti fantastici sono ricchi di elementi perturbanti
che appaiono soprannaturali ed incredibili. La presenza dei
morti,ad esempio,dei cadaveri che si rianimano,dei fantasmi,
suscita un forte timore in noi perché,secondo una mentalità
primitiva, il morto è nemico dei viventi in quanto mira a
portarli con sé all’al di là. L’idea di morte viene rimossa
dall’ animo umano e nel momento in cui riappare diventa
perturbante.
7
Il motivo del sepolto vivo ,poi, richiama alla mente la
condizione intrauterina dell’uomo precedente alla nascita.
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Considerando il fatto che il “fantastico”,il più delle
7
Freud S., cit., pag.60.
8
Freud S., cit., pag.64.
8
volte,introduce delle assenze,quali appunto i fantasmi o i
morti,si può ben comprendere il motivo per cui esso viene
descritto come tendente alla non-significazione.
Interessante,poi,è il richiamo ai temi della mutilazione
e dell’accecamento,spesso presenti negli scritti di carattere
fantastico. Da un punto di vista psicoanalitico essi richiamano
alla mente l’ossessione dell’evirazione che è tipica dell’ in-
fanzia.
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Altro esempio di perturbante è la comparsa del doppio,
tramite lo specchio o il sosia,che ci riconduce a quella fase
di narcisismo infantile superato,poi,con l’età adulta. L’idea
di duplicazione ricorre anche nel verificarsi di eventi
pensati,nella ripetizione casuale di alcuni fatti,nel ritorno
di episodi analoghi.
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9
Freud S., cit., pag.63.
10
Freud S., cit., pagg.43-47.
Il motivo della moltiplicazione della personalità è anche spiegato da
Todorov in La letteratura fantastica come conseguenza immediata del passag-gio
tra materia e spirito;siamo diverse persone mentalmente e lo diventiamo anche
fisicamente.I cosiddetti“temi dell’io”, dunque, trattano i problemi della
coscienza,della percezione,della realtà esterna,rappresentano la rot-tura del
confine tra soggetto ed oggetto e si esprimono attraverso il moti-vo della
metamorfosi e del pandeterminismo, quest’ultimo inteso come accet-tazione di una
causa soprannaturale degli eventi.I“temi del tu”(dell’altro, del non-
io)trattano,invece,i problemi generati dal desiderio e dall’incon-scio quali
il sadismo, l’incesto, la necrofilia: essi hanno un carattere trasgessivo.
9
Posto, dunque, che il “fantastico” è espressione di uno
stato dell’animo umano, ci si chiede quale sia la sua effettiva
funzione.
Ci spiega ancora Todorov
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che con il soprannaturale si possono
descrivere delle cose che mai si sarebbero potute rappresentare
in termini realistici.La censura pubblica o i tabù personali di
uno scrittore a volte impediscono l’esplicita ammissione di una
verità.In questo caso il“fantastico”assume una funzione sociale
in quanto fa conoscere,spiega,chiarisce.
Non si può escludere, però, in alcuni casi, una funzione
meramente letteraria dell’elemento fantastico dal momento che
esso può essere utilizzato anche con la scopo di risolvere una
situazione narrativa particolarmante intricata, per dare una
svolta all’azione,per creare maggiore interesse ed attesa nel
pubblico.
* * * *
11
Todorov T., cit., pag.161.
10
La letteratura fantastica europea ebbe la sua massima
espressione all’indomani del crollo delle certezze illuministe
del XVIII secolo.L’uomo si trovò nuovamente avviluppato da quei
timori e quei dubbi che il pensiero illuminista aveva tentato
di combattere con la ragione.
Se teniamo conto che il “fantastico” nasce all’ interno di
un preciso contesto sociale, possiamo anche spiegarci perché
questo tipo di letteratura sia fiorito in un periodo in cui il
processo di industrializzazione aveva profondamente trasformato
il mondo occidentale causando, tra l’ altro, degli effetti
psicologici devastanti.
In tal modo si comprende il carattere fortemente trasgressivo
del genere, dal momento che rappresenta l’ infrazione di un
codice morale,considerato falso ed utilitaristico,al quale non
si vuole aderire e, al tempo stesso ,è anche espressione del
desiderio di riconquistare qualcosa che manca o che è andata
perduta.
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I.2 IL “GOTICO”
Il concetto di“gotico”,in campo letterario,cominciò a de-
finirsi intorno al 1700 quando si adoperava tale termine per
indicare l’ insieme di cose medioevali precedenti la metà del
XVII secolo.L’idea di“gotico”come sinonimo di barbaro,eccessivo
si oppone all’ordine e alla semplicità della cultura classica.
Tale idea ebbe origine in una Inghilterra che stava
vivendo un’epoca di grandi trasformazioni economiche, sociali e
culturali.La rivoluzione industriale in corso determinava, tra-
mite lo sfruttamento di nuovi mezzi di produzione, la creazione
di grandi ricchezze.Sorgevano numerose fabbriche, s’inventavano
nuove macchine da lavoro e tutto avveniva all’insegna del pro-
gresso e dell’evoluzione meccanica.
Era il trionfo della borghesia in Europa.
Nel momento in cui la società inglese iniziò a sentire gli
effetti di un’eccessiva industrializzazione, cominciò a manife-
starsi anche un nuovo orientamento letterario che vide fiorire
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il genere“gotico”, in un mondo paralizzato dagli schemi e dalle
regole.
Lo studioso David Punter
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ha incentrato la sua attenzione
sui modi in cui questo nuovo gusto si espresse nella produzione
letteraria del tempo e ha identificato nella riscoperta della
cultura popolare del passato un tema comune a molti romanzi
inglesi del XIX secolo.La maggiore fioritura di narrativa
gotica in Inghilterra si ebbe tra il 1760 ed il 1820 e si pose
come modello per la letteratura degli altri paesi europei.
I racconti di questo genere sono ambientati,di solito,nel
passato medioevale e spesso sono volutamente ricchi di descri-
zioni selvagge e barbariche per provocare un effetto di turba-
mento sul pubblico.Da qui deriva l’accusa rivolta agli scritto-
ri che produssero narrativa gotica,per l’uso eccessivo che essi
fecero di immagini crude e raccapriccianti quali quelle dei
cadaveri che si rianimano o dei fantasmi minacciosi.
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Punter D., Storia della letteratura del terrore.Il “gotico” dal Settecento
ad oggi, Roma,Editori Riuniti,1985,[cfr.Introduzione].