abbisogna di approcci e strumenti attraverso i quali il fruitore è anche creatore di
contenuti.
La comunicazione quindi è alla base del progresso ed essa stessa innesca un ciclo
virtuoso poiché dal sapere condiviso si generano conoscenze nuove, come ad
esempio nell’ambito dell’ICT (Information and Communication Technology).
Infatti, Internet, il digitale e gli hypermedia network, segnano un percorso di
innovazioni radicali in campo economico e sociologico, laddove ne è stato
possibile l'accesso. Difatti il continuo succedersi di innovazioni nel settore
dell'ICT ha condotto ad un profondo cambiamento del sistema economico
ridefinendo i confini dei mercati e generando nuovi schemi competitivi; in questo
contesto clienti e aziende divengono a pari merito gestori principali del processo
di creazione del valore. Tutto ciò porta all'affermazione dell'impresa boundary-
less, ossia all'annullamento delle linee di demarcazione dall'ambiente esterno per
focalizzarsi sul processo d'integrazione con i partner e i clienti, tanto da poter
consentire all’impresa stessa vantaggi competitivi durevoli. D’altra parte, proprio
attraverso la Rete, il marketing acquista nuova enfasi come disciplina che si
occupa dello scambio di informazione e conoscenza nella relazione tra attori
economici; la conversazione con il pubblico del Web modifica il comportamento
degli attori nell’ecosistema delle imprese: dal monologo si passa al DIALOGO a
più voci con i consumatori, come sintetizza il motto del Clutrain Manifesto “I
mercati sono CONVERSAZIONI”.
Benetton, operante nel settore tessile-abbigliamento, è una di queste imprese; ha
percepito il cambiamento in atto nel mercato, perseguendo quell’innovazione
strategica che da sempre le ha consentito di affrontare con successo i
cambiamenti.
Da quanto qui esposto, lo scopo del presente lavoro sarà volto a mettere in
luce il particolare approccio strategico rappresentato dalla comunicazione
integrata che, attraverso l’utilizzo capillare delle Rete in sinergia con i mezzi di
comunicazione tradizionali, sviluppa una posizione di leadership in un
determinato segmento di mercato. Da qui deriverà l’interesse per quella classe di
imprese, le aziende relazionali, capaci di utilizzare le tecnologie al fine di creare
5
esperienza insieme ai propri consumATTORI, fondata sul reciproco
coinvolgimento informativo - non a caso il vantaggio competitivo di queste
imprese è generato sostanzialmente dalla creazione di conoscenza attraverso le
relazioni -.
In rapporto alle suddette considerazioni, l’elaborato è stato suddiviso in due
parti.
La prima parte riguarda l’analisi del cambiamento sperimentato attraverso il
marketing sia dal punto di vista empirico, ossia relativamente alla pratica
aziendale, sia da quello teorico. Ne è emerso come dato evidente che è proprio la
struttura relazionale, interfaccia tra impresa, clienti e partner, a connotare
l’orientamento attuale al marketing.
Vedremo quindi come si sviluppa questa relazione a partire dal concetto di
Customer Orientation, fino all’ipotesi di gestire il consumatore, singolarmente,
come controparte dell’impresa, si parla infatti di prosumer: l’azienda, entrando in
un rapporto di scambio con il cliente, mira a trasformarlo in un interlocutore
“solidale” per cui la sua fidelizzazione ne diventa quasi naturale.
Nel contesto in esame il piano di comunicazione, parte integrante del piano di
marketing mix, deve essere programmato congiuntamente da tutti i dipartimenti
aziendali per poter trasmettere l’immagine e l’equity dell’impresa stessa ai vari
stakeholders o al singolo consumatore/utente, on e off-line.
Si è notato che l'integrazione tra le strategie di comunicazione consuetudinarie e
quelle innovative mediante il Web (l'espressione attuale delle tecnologie
ipermediali di Rete) dà luogo ad un processo di internazionalizzazione, dove le
relazioni con i clienti e i partner divengono fattore strategico di sopravvivenza e
di crescita in un contesto globale e ipercompetitivo.
I principi del relationship e conversational marketing trovano quindi, nel nuovo
medium, un terreno fertile di implementazione.
Da qui emerge il riconoscimento del patrimonio rappresentato dal cliente. Questo
non è più soggetto passivo delle azioni di marketing, ma attore consapevole che
contribuisce, grazie alle possibilità di interazione offerte dalla Rete, alla
definizione delle strategie. Difatti il potenziale interattivo della tecnologia
6
impone relazioni centrate sul dialogo e sullo scambio di conoscenze per
potenziare i processi di innovazione e fidelizzazione reciproca.
Poi, partendo dagli effetti che Internet ha sul sistema aziendale, vengono trattati
nello specifico i seguenti aspetti: la pianificazione strategica in Rete, anche in
ottemperanza alle logiche del marketing classico, ed il conseguente processo
realizzativo del sito web, analizzandone le peculiarità tecniche sia a livello di
gestione dei contenuti che nel layout grafico ed usabilità considerato il rapporto
con la mission aziendale e le esigenze degli utenti.
La seconda parte invece è stata dedicata alla descrizione di un caso aziendale
volto ad integrare la precedente discussione teorica.
Benetton Group è l’azienda illustrata in qualità di caso esemplificativo circa lo
sviluppo delle “meta-competenze” che presidiano la traduzione della conoscenza
in azione, condivisione e relazione attraverso specifiche strategie di
comunicazione integrata di impresa. Vengono individuate quelle competenze
firm e network specific, definite “needed to win” che hanno un impatto diretto
sulle performances delle attività di comunicazione e che pertanto consentono alla
Benetton di differenziarsi dai concorrenti e di raggiungere un vantaggio
competitivo sostenibile.
L'obiettivo principale di questa case study è di porre in evidenza come l'impresa
in questione cerchi di creare un vantaggio competitivo attraverso l'instaurazione
di legami relazionali con i clienti, finalizzati alla co-progettazione del sistema
d'offerta anche e soprattutto mediante le tecnologie digitali.
7
I PARTE
L’ECONOMIA DELLA
CONOSCENZA E
L'AFFERMAZIONE DEL
MARKETING RELAZIONALE
8
♦ PRIMO CAPITOLO ♦
L’AZIENDA COSTRUITA INTORNO AL CLIENTE
1.1 L’orientamento delle imprese in rapporto all’evoluzione del
mercato
Negli ultimi decenni aziende ed organizzazioni si sono trovate a dovere
operare in un ambiente caratterizzato da crescente instabilità e turbolenza che
loro stesse, in effetti, hanno contribuito a creare.
Tale situazione si è dispiegata attraverso fasi precise, in un contesto di mercato
caratterizzato dalla globalizzazione e dal cambiamento repentino degli scenari
competitivi, per cui è divenuta crescente l’importanza del marketing e della
comunicazione integrata di impresa nella gestione aziendale.
Cercola parla di: orientamento al prodotto, orientamento alla vendita,
orientamento al marketing e, infine, orientamento al mercato
1
.
Con l’orientamento al prodotto e alla vendita la produzione è l'area più
importante dell'organizzazione d'impresa, mentre l’orientamento al marketing si
riferisce soprattutto ad una realtà dove i bisogni e le esigenze del mercato
divengono più rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Ad ogni modo solamente nell’ultima fase le aziende pongono attenzione in
maniera sistematica alle esigenze del mercato. In tal senso il marketing non è un
compito esclusivo dell'omonima funzione; questo perché generare con profitto un
prodotto o un servizio, di valore superiore a quello offerto dalla concorrenza, è
1
R. Cercola, Marketing, Milano, ETAS, 1995, p. 18
9
un compito che spetta all'intera organizzazione
2
. Pertanto le imprese prendono
coscienza del fatto che il mercato e l'ambiente di riferimento non sono delle
realtà "esterne" poiché contribuiscono a definire la stessa organizzazione.
Se l'obiettivo primario è la creazione di valore per i clienti, l’impresa
promuoverà allora un piano organico di relazioni coinvolgendo ogni sorta di
stakeholder onde conseguire vantaggi competitivi rispetto la concorrenza.
È possibile isolare una serie di fattori che posti in relazione reciproca di
causa-effetto, descrivono il legame tra l’evoluzione dell’ambiente/mercato ed il
rinnovato orientamento delle aziende.
Ipercompetizione, globalizzazione, evoluzione delle tecnologie ed evoluzione
socio-politica
3
, sono i “motori del cambiamento” individuati da Perrone.
Grafico 1.1 La matrice dei motori del cambiamento
GLOBALIZZAZIONE IPERCOMPETIZIONE
Fonte: V. PERRONE, Evoluzione organizzativa: crisi dei modelli dominanti e nuovi modelli di
cooperazione, in “Economia & Management”, n. 2, 1996, pp. 87-104
2
In realtà Cercola introduce cinque diverse fasi dell'orientamento delle imprese: l'orientamento al
prodotto, alla vendita, al marketing, al cliente e alla relazione. Nella suddivisione delle diverse fasi
adottata nel testo, invece, l'orientamento al cliente e alla relazione sono elementi costitutivi
dell'orientamento al mercato, concetto ampiamente diffuso nella letteratura di marketing.
3
V. Perrone, Evoluzione organizzativa: crisi dei modelli dominanti e nuovi modelli di cooperazione,
“Economia & Management”, n. 2, 1996, pp. 87-104
TECNOLOGIA
Riduce le distanze
geografiche quasi fino ad
annullarle
possibilità di comunicazione
Aumenta la qualità e la
L’innovazione tecnologica
favorisce una flessibilità in
azienda
La velocità dell’innovazione
rende complicata la difesa dei
vantaggi competitivi
Abbatte le barriere non
geografiche tra le diverse
regioni del globo
Favorisce l’omogeneizzazione
culturale
Favorisce la nascita di nuove
imprese grazie alla diffusione di
modi produzione
Apre nuovi mercati/segmenti
attraverso l’equità dei redditi
CAMBIAMENTO
SOCIO/POLITICO
10
La dimensione verticale della matrice (globalizzazione, ipercompetizione)
caratterizza la fase attuale: le imprese, infatti, si trovano ad operare in un mercato
che assume, in maniera crescente, connotati di accentuata globalità; d'altronde
alla globalità del campo di azione corrisponde uno scontro competitivo intenso
che rende sempre più arduo conquistare e difendere un vantaggio competitivo
durevole.
Di conseguenza viene ad instaurarsi una relazione ciclica tra globalizzazione e
ipercompetizione da un lato, ed evoluzione tecnologica e socio-culturale
dall'altro. Mentre la tecnologia consente di ridurre le distanze geografiche
definendo un unico mercato globale dove la competizione basata sul tempo
(time-based competition) è l'elemento caratterizzante, la moltiplicazione dei
contatti tra aree diverse del globo ottenuti grazie al progresso tecnologico,
permette un confronto costante tra realtà e culture diverse.
La spinta che fa registrare il processo di globalizzazione è riconducibile alla
superiore disponibilità di capitale, associata ai progressi ottenuti nel campo delle
tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni.
Il risultato finale è un mercato globale che risulta costituito da una serie di
mercati nazionali interconnessi. Paradossalmente però, il processo descritto non
sfocia in una offerta standardizzata di prodotti e servizi; si nota al contrario, una
spinta alla individualizzazione dei consumi che decreta la fine dei mercati di
massa. Proprio per questo le aziende avvertono l’esigenza di concentrare i propri
sforzi di marketing sul segment of one.
La globalizzazione, l'evoluzione tecnologica e socio-politica acuiscono la sfida
competitiva tra le imprese. A tale merito Valdani afferma: "nell'ultima decade del
nostro secolo si stanno manifestando eventi e segnali di grande portata che
evidenziano l'affermazione di una nuova concorrenza: la concorrenza estrema o
ipercompetizione [….] l'elemento di spinta della ipercompetizione trova origine
in un confronto competitivo tra imprese:
sfidanti verso dominanti;
innovatrici rispetto a ritardatarie;
11
creative e immaginative rispetto a inerziali"
4
.
A causa di questo scontro serrato, nessun vantaggio competitivo rimane stabile
nel tempo. “[…..]L'attenzione del management si deve perciò focalizzare su
quelle fonti interne di energia, le conoscenze, che possono sostenere l'impresa in
questo processo di innovazione continua"
5
.
Pertanto il capitale umano, il patrimonio delle conoscenze aziendali, le attività di
ricerca e sviluppo ed in generale, tutti gli intagible asset rappresentano il nucleo
centrale di ogni impresa PROATTIVA, in grado di guidare lo sviluppo dei
mercati in cui opera.
Vedremo nei paragrafi a seguire, come il marketing in sinergia con i differenti
dipartimenti aziendali sia efficiente nell’usufruire e nel creare gli strumenti
necessari a tramutare l’informazione in conoscenza e la conoscenza in
relazione per il conseguimento del vantaggio competitivo.
4
E. Valdani, Dalla concorrenza all'ipercompetizione, dall'evoluzione alla coevoluzione, “Economia e
Management”, n. 3, 1997, p. 68
5
V. Perrone, op.cit., p. 88
12
1.2 Il nuovo ruolo del marketing nelle aziende: orientamento al
mercato
Si impone alle aziende una nuova visione del mercato. Ciò richiede una
completa rivisitazione del marketing sia a livello teorico che applicativo.
Figura 1.1 I componenti dell’orientamento al mercato
Fonte: J. J. Lambin, Marketing strategico: una prospettiva europea, Milano, McGraw-Hill libri
Italia, 1996, p. 20
Partendo da una definizione della materia, si può dire che: “Il marketing è la
disciplina che fornisce agli imprenditori e ai manager i principi, i modelli e gli
strumenti per elaborare strategie e piani competitivi finalizzati alla conquista,
alla soddisfazione e alla fidelizzazione delle crescenti attese del cliente (area
delle opportunità), in contrapposizione con le azioni della concorrenza (area delle
minacce)”
6
.
Il marketing, oltre ad occuparsi dello studio descrittivo del mercato, della
relazione dei potenziali clienti e delle strategie di core business, deve essere
inteso come processo sociale e manageriale che individua, genera e fornisce
valori superiori per soddisfare un mercato di riferimento realizzando un profitto.
Persegue tali finalità attraverso la scelta di una delle tre strategie chiave definite
da Porter, o di tutte e tre qualora l’impresa operi in contesti estremamente
6
A.A V.V, Marketing & Comunicazione: Conoscere il marketing:scenari in piena evoluzione, Milano,
edizione Il Sole 24 Ore, Milano, 2007, p. 15
13
competitivi
7
, più precisamente:
la leadership di costo fa riferimento alla gestione dei costi e all’offerta di
beni e servizi che abbiano un livello qualitativo pari alla concorrenza ma a
prezzi inferiori, senza compromettere i margini;
la leadership di differenziazione è caratterizzata da un vantaggio
competitivo tanto da conseguire un premium price entro un determinato
segmento di mercato;
la leadership di focalizzazione riguarda una politica di differenziazione o di
costo, indirizzata solo su segmenti limitati di competizione.
Tuttavia in un contesto globalizzato e contraddistinto da un eccesso di offerta, ma
anche da domanda sostanzialmente stabile e da una forte capacità di imitazione,
le strategie sopra citate non sono sufficienti a garantire la redditività degli
investimenti.
Oggi è la relazione interpersonale, con il riconoscimento del cliente quale
persona portatrice di bisogni soggettivi, sociali ed emotivi, la principale strategia
di differenziazione.
La valorizzazione di questa leva va a modificare un principio di marketing che si
trasforma da transazionale in relazionale e richiede profondi interventi
sull’organizzazione e sulle competenze aziendali stesse.
È un approccio che si fonda su una conoscenza approfondita e aggiornata del
potenziale economico, dei comportamenti e delle aspettative relazionali del
cliente: le aziende passano da offerte differenziate per gruppi omogenei ad
offerte personalizzate per mezzo della relazione. Questo perché l’adozione del
mass marketing ha allontanato il produttore dal consumatore, rendendo più
fredda e labile la componente “umana” della vendita. Di conseguenza è emersa la
necessità di integrare l’offerta del prodotto con il dialogo, al fine di
recuperare competitività sia in fase di conquista che di fidelizzazione.
Ma per usufruire pienamente dei contributi positivi derivanti da una strategia di
marketing relazionale, è necessario fare in modo che la relazione tra impresa e
7
Ibidem
14
cliente divenga effettivamente un vantaggio competitivo, perciò occorre che tutte
le risorse umane dell’azienda
8
:
siano coscienti del valore che il cliente effettivamente incarna, e quindi
sentano come doveroso eccellere nel servirlo;
dispongano delle conoscenze necessarie per agire in modo efficiente;
sviluppino dei progetti interfunzionali che rendano coesa tutta l’azienda nel
fornire al consumatore messaggi i cui contenuti siano costantemente coerenti
e motivanti.
Si tratta di una precisa scelta di indirizzo che nella sostanza reinterpreta il
ruolo del marketing e che produce effetti più incisivi tanto all’interno
dell’impresa - integrazione tra le funzioni aziendali; minacce e opportunità di un
mercato dinamico; creazione di una cultura costumer driver - che del mercato.
Difatti come afferma Houston: “Il marketing non rappresenta più un insieme di
tecniche funzionalmente specializzate, ma assume uno spessore ben più
consistente, divenendo una “filosofia comportamentale”, un “modo di pensare
aziendale” che permea tutti i componenti dell’impresa e […] contribuisce alla
definizione della strategia”
9
, con l’obiettivo di permettere al cliente di divenire
il valore principale della cultura di impresa.
Da qui si evince che il lessico dei manager preveda che una azienda debba
essere customer oriented.
“La customer orientation consiste nella capacità dell’organizzazione di
rispondere, ed in alcuni casi superare, le aspettative del cliente”
10
.
Risulta pertanto importante essere coscienti del valore che il cliente fedele
rappresenta e, in effetti, l’azienda consegue simile processo di fidelizzazione nel
momento in cui instaura con il consumatore un rapporto nuovo, connesso proprio
al valore globale che egli rappresenta.
Su queste basi l’impresa dovrà anche procedere ad un diverso assetto aziendale,
perché il consumatore non valuta solo il prodotto acquistato ma l’organizzazione
8
Ibidem, p. 21
9
G. Lugli, Comunicazione e pubblicità: analisi economica e dinamiche competitive, Milano, EGEA,
1993, p. 270
10
A.A. V.V., op. cit., p. 45
15