6
ato avvio ad una nuova imponente ripresa dell’attività ri-
fo
rada nella quale si sta
incamminando la nuova Francia di Nicolas Sarkozy.
blica e soprattutto dalla stampa, senza eccezioni. Per superare questa
situazione si è proceduto ad un minirimpasto governativo ed in segui-
to, in un’intervista alla tv pubblica, il Capo dello Stato ha fatto le sue
scuse ai francesi riconoscendo di aver commesso errori di vario tipo ed
infine si è d
rmatrice.
Ritengo, ad un anno e mezzo dalla sua elezione, che i tempi siano
maturi per tentare un’analisi dell’attività presidenziale di Sarkozy, alla
luce della sua trentennale carriera politica, del suo pensiero
pragmatico e gollista, del suo particolare stile comunicativo che lo ha
portato a vincere le elezioni ed ovviamente del suo operato all’Eliseo.
Sarà prestata la dovuta attenzione al contesto politico-istituzionale,
figlio dell’esito elettorale del 2007, nel quale il Capo dello Stato si trova
ad agire e si andrà alla ricerca del filo conduttore che lega tra loro il
pensiero e l’attività riformatrice di costui. Si cercherà di valutare
l’ampiezza di respiro di queste riforme e la loro effettiva capacità di
incarnare la rupture sarkozyste. La politica internazionale sarà
anch’essa oggetto del nostro interesse. Saranno ripercorsi i momenti
più importanti nei quali il Presidente francese è salito sul palcoscenico
della diplomazia mondiale e si procederà ad un’analisi dei criteri in
base ai quali vengono oggi impostate le relazioni internazionali del
paese transalpino. In definitiva, l’obiettivo è quello di fornire una
panoramica, nei limiti del possibile, completa del presente, fatto di
tante sfide da affrontare e di individuare la st
7
CAPITOLO I
LA LUNGA ASCESA DI NICOLAS SARKOZY
1. Instabilità, deficit, astensionismo e voto di protesta. La
crisi della Francia di Chirac.
Il secondo quinquennio Chirac (2002-2007) è stato accompagnato,
sin dal suo preludio, da una serie di anomalie e scandali che hanno
messo a dura prova la credibilità e la tenuta del sistema politico fran-
cese. Nel primo turno delle presidenziali del 2002, che ha determinato
il passaggio al ballottaggio di Chirac e del leader del Front National (Fn)
Le Pen, è parso evidente il distacco tra i cittadini e la politica. Il basso
livello di partecipazione e la divisione dell’elettorato di centrosinistra
tra molti candidati avevano sicuramente favorito il successo di questo
movimento di estrema destra, ma non ne costituivano le ragioni prin-
cipali e profonde. Già allora erano presenti le preoccupazioni, le in-
quietudini e l’insicurezza che l’apertura economica, sociale, culturale e
politica della società francese ha generato (e genera) in larghi strati
della popolazione. Ma il timore di ritrovarsi con un presidente, giudica-
to dalla stragrande maggioranza dei cittadini, razzista e xenofobo ave-
va portato ad una partecipazione di massa al secondo turno ed alla ri-
conferma con percentuale bulgara (82,2%) di Chirac. Un successo de-
terminato dunque più dal sentimento anti-lepenista che da meriti di
Chirac stesso. Durante il suo ultimo mandato, costui ha vissuto un
momento d’oro in cui ha avuto al suo fianco la quasi totalità
dell’opinione pubblica, non solo in Francia. Grazie all’opposizione alla
guerra in Iraq, all’inizio del 2003, il livello di fiducia verso la classe po-
litica era leggermente risalito. Ma nuove crisi erano alle porte: alle ele-
zioni regionali del 2004, la destra venne sonoramente sconfitta, con 21
regioni su 22 al Ps e alleati
1
. Ancor più pesanti per Chirac furono la
“rivolta” delle Banlieues nell’Ottobre e nel Novembre del 2005, le criti-
che crescenti a causa delle difficoltà economiche, del crescere delle di-
suguaglianze sociali, del cattivo funzionamento delle istituzioni e
dell’aumento della disoccupazione, la perdita di fiducia nei valori re-
pubblicani col timore di perdita d’identità nazionale di fronte
all’immigrazione, le proteste seguite all’emanazione della legge sul velo,
l’affaire Clearstream
2
e soprattutto il no al referendum
1
Baldini G. e Lazar M. (a cura di), La Francia di Sarkozy, Il Mulino, Bologna, 2007,
pag 9.
2
Clearstream è una banca situata a Lussemburgo, accusata in passato di essere
stata utilizzata per riciclare denaro sporco. Il suo nome diventa d’attualità in
Francia quando si diffonde il sospetto che siano state pagate sostanziose tangenti
8
sull’approvazione della costituzione europea
3
. Così, all’inizio del 2006,
la sfiducia, il distacco, ed il rancore erano i sentimenti prevalenti che i
sondaggi registravano nell’opinione pubblica, ad un anno dalle elezio-
ni. Al centro del dibattito pubblico vi era il tema del declino della
Francia e l’identificazione nei partiti tradizionali era a livelli bassissi-
mi. Si rifaceva sotto lo spettro di Jean-Marie Le Pen e della sua politica
populista, antieuropea e sciovinista, sempre più in voga tra le file degli
scontenti. Piero Ignazi descriveva così il contesto politico, all’inizio del
2007: «Una situazione di umore nero, con un elettorato in fuga dalla
politica, pieno di sfiducia e rassegnazione, e anche di rancore e rabbia,
con un sentimento montante di esclusione e di non rappresentanza
che intacca soprattutto il nocciolo duro dell’elettorato socialista, gli
impiegati, gli insegnanti, i giovani, i possessori di titoli di studio supe-
riore, le donne»
4
. Dunque la crisi politica non riguardava solo Chirac,
il Governo ed il partito di maggioranza, l’Ump, ma anche la sinistra,
già divisa in un gran numero di piccole formazioni e con un Ps ancora
privo, dopo il disastro del 2002, di un leader in grado di mantenere
quantomeno il consenso della sua base elettorale tradizionale.
su sei fregate vendute a Taiwan all’inizio degli anni 90. Inoltre viene recapitato ai
3
ito al risultato referendario Chirac dimissionò il governo Raffarin e lo
magistrati che indagano sulla vicenda un cd-rom contenente la lista dei conti a-
perti presso la banca. Tra i nomi spunta anche quello di Sarkozy. Le indagini
compiute dai magistrati e dai servizi segreti arrivano alla conclusione che si tratta
di una calunnia e passano ad un altro livello: quello di scoprire gli autori di que-
sta calunnia. Lo scandalo scoppia quando, nella primavera del 1996, «Le Monde»
pubblica i verbali degli interrogatori del generale Rondot che si era occupato della
questione. Costui ha raccontato di essere stato convocato dall’allora ministro degli
Esteri De Villepin, nel Gennaio del 2004, affinché gli venissero riferite «le istruzio-
ni ricevute su questo affare da parte di Jacques Chirac». Gli sarebbe stato chiesto
di indagare sui politici per verificare la veridicità dei nomi contenuti nella famosa
lista per sapere se costoro possedevano veramente dei conti in quella banca. Cla-
moroso il ritrovamento di una nota scritta da Rondot stesso che recita: «Posta in
gioco politica: N. Sarkozy. Fissazione su N. Sarkozy (rif. conflitto J. Chirac/N. Sar-
kozy)». Questo, insieme ad altri documenti ritrovati nel corso delle indagini hanno
fatto sorgere l’idea, nell’opinione pubblica e nella stampa, che Sarkozy sia stato
l’obiettivo di un complotto volto a screditarlo dal punto di vista politico, nel quale
De Villepin e Chirac hanno avuto un ruolo. Come vedremo, questa vicenda, non
ancora conclusasi, segnerà la fine politica di entrambi e spianerà la strada alla
candidatura per le presidenziali alla “vittima” Sarkozy. Fonti: Martinotti G., Parigi,
bufera su Chirac e Villepin, «La Repubblica», 29 aprile 2006, p. 25. L'assistante du
général Rondot confirme le témoignage visant M. de Villepin, rintracciabile su
www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3224,36-934143@51-922601,0.html. Les
protagonistes, L'affaire Clearstream, portraits, «Le Nouvel Observateur», 30 aprile
2006.
In segu
sostituì con un altro presieduto dall’ex ministro dell’Interno e degli Esteri, De
Villepin.
4
Ignazi P., La nouvelle France di Ségolène, «Il Mulino» n. 1/2007, p. 142.
9
ialmen-
te
che nel 2005 avevano investito Romano Prodi quale candidato premier
È a questo punto che due figure in ascesa quali Ségolène Royal e
Nicolas Sarkozy irrompono sulla scena come candidati alla presidenza,
presentandosi entrambi sotto il segno del cambiamento e, spec
nel caso di Sarkozy, della rottura con un presente fatto di aspirazio-
ni frustrate, immobilismo e mancanza di speranza nel futuro.
La Royal
5
ha mosso i suoi primi passi in politica sotto l’ala protettri-
ce di François Mitterrand
6
ma era conosciuta ai più per essere la com-
pagna del segretario del partito socialista François Hollande
7
. La sua
ascesa comincia nell’Aprile del 2004 quando, in occasione delle elezio-
ni regionali, il Ps ottiene una inaspettata (vista la disfatta di due anni
prima alle presidenziali ed alle legislative) vittoria guadagnando il con-
trollo di 21 regioni su 22. Ségolène era stata fondamentale nella con-
quista della regione Poitou-Charentes, feudo dell’allora Primo Ministro
Jean-Pierre Raffarin. «Sorridendo con i suoi denti ancora aguzzi, poi
limitati da un delicato intervento di estetica odontoiatrica, la Royal di-
venta una beniamina dei media, sempre alla ricerca del nuovo perso-
naggio su cui attirare l’attenzione del pubblico. E lei entra ben presto
nel ruolo»
8
. Nell’estate del 2005 lancia l’idea della propria candidatura
alla leadership del Ps per le presidenziali e, nell’inverno del 2006, par-
tecipa alle primarie del partito (ispirate da quelle italiane dell’Unione
della coalizione di centrosinistra) sfidando Dominique Strauss-Kahn
9
e
arie-Ségolène Royal (Nata a Dakar in Senegal il 22 Settembre 1953), figlia del te-
nente colonnello della marina Jacques Royal, e di Helena Dehaye, quarta di otto
fratelli, vanta studi economici e si è laureata a Science Po. Ha poi frequentato la
scuola nazionale dell’amministrazione ed ha iniziato a fare carriera prima come
magistrato al tribunale amministrativo di Parigi e poi come avvocato. Alla fine de-
gli anni ‘70 incontra François Hollande cui darà quattro figli. Nel 1978 aderisce al
partito socialista ed inizia presto la sua carriera politica con vari mandati a livello
locale. Nel 1988 entra in parlamento ed in seguito ricoprirà incarichi ministeriali
durante i governi Bérégovoy e Jospin negli a
5
M
nni ‘90. Attualmente, dopo la sconfit-
6
F
protagonisti della
7
F
livello locale
a regione Correze), nazionale ed europeo. Attualmente è
8
Ig
9
D
ta alle presidenziali del 2007, è stata eletta presidente del consiglio regionale di
Poitou-Charentes alle municipali del 2008.
rançois Maurice Adrien Marie Mitterand (1916-1996), eroe della seconda guerra
mondiale, durante la Quinta Repubblica è stato uno dei grandi
politica francese. Presidente per ben due mandati consecutivi, dal 1981 al 1995 è
stato inoltre uno dei padri fondatori del Ps. www.mitterand.org
rançois Hollande (nato il 12 Agosto 1954 a Rouen nella regione Seine-maritime),
anch’egli uscito dalla scuola nazionale dell’amministrazione, inizia la sua carriera
politica sostenendo Mitterand di cui diverrà consigliere per le questioni
economiche. Pure lui ha esercitato la professione di avvocato ed è stato
magistrato della corte dei conti. Ha ricoperto incarichi elettivi a
(sindaco di Tulle, nell
deputato, membro del consiglio comunale di Tulle e segretario del Ps.
www.francoishollande.fr
nazi P., op. cit. p 139.
ominique Gaston Andrè Strauss-Kahn, nato il 25 Aprile del 1949 a Neuilly-Sur-
Seine (Hauts-de-Seine), ha fatto i suoi studi all’istituto di studi politici di Parigi
10
Laurent Fabius
10
, due dei suoi principali dirigenti. Dopo una campa-
gna brillante, grazie ad un’elevata partecipazione degli iscritti, viene
designata con il 60% dei voti al primo turno. A suo favore hanno sicu-
ramente giocato l’insoddisfazione dei socialisti francesi verso i soliti
leader (basti pensare che il segretario, Hollande, aveva abbandonato la
competizione per lo scarso sostegno di cui godeva nel partito e
nell’opinione pubblica) e di conseguenza, la domanda di rinnovamento
delle élite che ha fatto sì che Royal, una faccia nuova, una (bella) don-
na con idee nuove di cambiamento che «rompevano con l’ortodossia
socialista»
11
(tanto che spesso entra in polemica con i quadri dirigenti),
si trovasse al posto giusto al momento giusto.
2. L’investitura a candidato Presidente: la svolta di una
carriera trentennale.
Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa è nato a Parigi nel
17° arrondissement, il 28 gennaio 1955. Il padre, Paul Sarkozy de
Nagy-Bocsa, è un immigrato ungherese naturalizzato francese, scap-
pato dalla madrepatria in occasione dell’espropriazione avvenuta con
l’arrivo dell’armata rossa nel 1944. La madre, Andrée Mallah, è france-
se, figlia di un uomo d’affari di origine ebraica sefardita e di una in-
fermiera cattolica di origine savoiarda. Nicolas crebbe nella casa del
nonno materno poiché suo padre abbandonò la famiglia per trasferirsi
negli Stati Uniti ed in seguito si risposò per ben tre volte. Fu dunque il
nonno, cattolico e sostenitore di De Gaulle, ad avere un ruolo fonda-
mentale nell’educazione del futuro presidente
12
.
Sarkozy compie i suoi studi a Parigi dove, nel 1973, prende il diplo-
ma di liceo (Baccalaureat B). Nel frattempo la sua famiglia si stabilisce
(attualmente vi insegna), ma ha frequentato anche la scuola nazionale
d’amministrazione. È professore di economia, socialista, tre volte ministro negli
anni 90 sotto i governi Cresson (Industria e commercio estero), Bérégovoy (stesso
t.
logia.
incarico) e Jospin (Economia, Finanze ed Industria). È stato sindaco di Sarcelles
(Val d’Oise) dal 1995 al 1997. Attualmente, grazie alla politica di apertura di Sar-
kozy che ne ha proposto e sostenuto la candidatura, è Direttore Generale del
Fondo Monetario Internazionale.
http://fr.wikipedia.org/wiki/DominiqueStrauss-Kahn
10
Laurent Fabius, nato il 20 Agosto del 1946, ha studiato a Science Po, alla scuola
nazionale dell’amministrazione, uomo di Mitterand è stato suo Primo Ministro dal
luglio 1984 al marzo 1986. Ha una sua corrente all’interno del Ps del quale è
stato segretario negli anni 80 ed è nuovamente in corsa per la leadership in vista
delle prossime presidenziali. www.laurent-fabius.ne
11
Grunberg G., I paradossi dei socialisti francesi, in Baldini-Lazar, op. cit. 2007, p.
134.
12
Nicolas ha due fratelli: Guillaume, nato nel 1951, futuro capo d'impresa nel
settore tessile (vicepresidente del MEDEF tra 2000 e 2006) e François, nato nel
1957, che diviene pediatra e poi ricercatore in bio
11
nuncerà ad esercitarla du-
ra
lo, momentaneamente ricoverato per un ernia: il suo caro amico Char-
a Neuilly-sur-Seine, la cittadina più ricca di Francia con il minor nu-
mero di case popolari, alle porte di Parigi
13
. Consegue la laurea in Di-
ritto Privato nel 1978 all’università Paris X Nanterre e poi svolge il ser-
vizio militare. Entra all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi ma non
termina il percorso di studi a causa di problemi con l'inglese. Ottiene
nel febbraio del 1980 un dottorato in scienze politiche con una tesi sul
referendum del 27 aprile 1969. Nel 1981, dopo avere considerato il
giornalismo, arriva il Certificato d'idoneità alla professione di avvocato,
ed inizia così a seguire le tracce della madre. Diventa il collaboratore
dell'avvocato Guy Danet, poi uno dei tre partner dell'ufficio di legge pa-
rigino "Leibovici-Claude-Sarkozy", che conta undici avvocati specializ-
zati nel Diritto immobiliare. Essendo però l'esercizio di questa profes-
sione incompatibile con ogni altra attività, ri
nte i suoi periodi d'attività governativa
14
.
Nicolas Sarkozy, prima di diventare Presidente della Repubblica, ha
percorso sin da giovane tutti i gradini del cursus honorum sia partitico
(nello schieramento gollista) che istituzionale, dagli incarichi locali a
quelli nazionali. A partire dal 1974 milita nell’Union des Démocrates
pour la République (Udr) a sostegno di Jacques Chaban-Delmas ed ini-
zia la sua carriera a livello giovanile. Nel 1975 aderisce, sotto il patro-
cinio di Charles Pasqua, al Rassemblement pour la République (Rpr),
da poco creato in luogo dell’Udr. In breve tempo diventa responsabile
della direzione del partito e poi consigliere comunale a Neuilly-sur-
Seine. Nel 1980 è presidente del comitato giovanile che sostiene la
candidatura di Chirac. A soli 28 anni, nel 1983, viene eletto sindaco di
Neuilly-sur-Seine, ruolo che coprirà fino al 2002 quando diviene presi-
dente del consiglio generale del Hauts-de-Seine. Succede al deceduto
Achille Peretti di cui aveva sposato la nipote e, si racconta che appro-
fittò della situazione per prendere alla sprovvista il pretendente al tito-
13
Diamanti I., Francia contro Francia, «L’Espresso», n. 18, 10 maggio 2007, p 42.
14
Il 23 settembre 1982, Nicolas Sarkozy sposa Marie-Dominique Culioli, figlia di un
farmacista corso di Vico, ma anche nipote di Achille Peretti, allora sindaco di
Neuilly. Il suo testimone di matrimonio è Charles Pasqua. Due figli nascono da
questa unione, Pierre (nato nel 1985) e Jean (nato nel 1986). Nel 1984, incontra
Cécilia Ciganer-Albéniz, quando, in qualità di sindaco di Neuilly-sur-Seine, la
sposa all'animatore televisivo Jacques Martin. Comincia presto una relazione
segreta. Nel 1989, i due amanti lasciano i rispettivi coniugi e si mettono insieme.
Dopo aver ottenuto ciascuno il rispettivo divorzio si sposano nell’ottobre del 1996
ed un anno più tardi nasce il loro primo ed unico figlio, Louis. Dopo una prima
separazione temporanea nel 2005 contornata da vari scandali di cui la stampa
francese si è ampiamente occupata, annunciano, in un comunicato ufficiale
dell'Eliseo, il 18 ottobre 2007, la loro separazione, prima di rendere ufficiale il loro
divorzio per mutuo accordo. Verso la fine del 2007 inizia la frequentazione con
Carla Bruni con la quale è attualmente sposato. Ma su questa parte torneremo
più avanti.
12
la professione di avvocato
16
.
les Pasqua
15
. Inizia molto presto a svolgere incarichi per conto del Go-
verno e, a 34 anni, diventa deputato all’Assemblea Nazionale (eletto
nel 1988, 1993, 1997 e 2002). Ministro del Bilancio e portavoce del
Governo Balladur nei primi anni ‘90, è in questo periodo che Nicolas
arriva ad occupare, per la prima volta, le prime pagine dei giornali. Il
13 maggio del 1993, Eric Smith, alias “Bomba umana”, carico di e-
splosivi, pistola alla mano, e cagoule (il passamontagna) in testa, entra
in una classe dell’asilo di Neuilly-sur-Seine (cittadina di cui, ricordo,
Sarkozy era allora sindaco) e prende in ostaggio 21 bambini. Il primo
cittadino interviene nella vicenda, meritandosi tra l’altro una medaglia,
andando a negoziare personalmente con Schmitt che sarà poi ucciso
in seguito ad un raid delle forze armate.
Nel 1995, Nicolas si dimette da portavoce del governo per assumere
la direzione della campagna elettorale di Eduard Balladur, candidato
contro Jacques Chirac il quale avrà poi la meglio mentre Balladur u-
scirà al primo turno. Inizia qui un periodo difficile per Sarkozy che pa-
ga il fatto di essersi schierato contro il neopresidente Chirac, e viene
fischiato ed insultato ai congressi del Rpr. Per questo stesso motivo
non gli viene assegnato alcun incarico ministeriale nel governo
presieduto da Alain Juppé. Ma nel 1997 la vittoria della gauche alle
legislative dà inizio alla lunga coabitazione tra maggioranza
presidenziale, di segno prevalentemente gollista, e maggioranza
parlamentare principalmente socialista con Jospin Primo Ministro. Si
creano dunque nuove opportunità per ricominciare la scalata al vertice
del partito fortemente indebolito dalla debacle elettorale. Così, nel
1999, Sarkozy diventa presidente del Rpr ed è capolista della
formazione gollista alle europee di quell’anno nelle quali però ottiene
un disastroso 12,82% dei voti. Decide allora di dimettersi dalla
presidenza del partito e ritirarsi per qualche tempo dalla vita politica.
Riprende
Nel 2002, dopo un lungo periodo di riflessione, si candida nuova-
mente nella sua regione di appartenenza ed ottiene un risultato ina-
spettato ed importante. È infatti il deputato di destra più votato
dell’intera nazione, con il 68,78% dei voti. Il 2002 è l’anno in cui entra
in vigore la riforma costituzionale che ha ridotto la durata del mandato
presidenziale da 7 a 5 anni ed ha invertito il calendario elettorale visto
che da ora in poi le elezioni presidenziali anticipano quelle legislative.
Alle prime Sarkozy sostiene la candidatura di Chirac contro il sociali-
sta Jospin ed è uno dei papabili al posto di Primo Ministro. Ma Chirac
15
http://fr.wikipedia.org/wiki/Sarkozy
16
«Dopo il 1999 e la mia sconfitta alle elezioni europee, avevo riflettuto a lungo sulle
condizioni del nostro Paese, della nostra famiglia politica, sulla nostra maniera di
governare e sul nostro modo di fare politica». Sarkozy N., Testimonianza, Nuove
idee, Roma, 2007, trad. it. (orig. Témoignage, Xo, Paris, 2006), p. 28.
13
non lo ha mai amato particolarmente: i due hanno idee divergenti sul
modo di affrontare i problemi che affliggono il paese ed in passato Ni-
colas aveva sostenuto il rivale Balladur proprio contro di lui. Così, il
capo dell’Eliseo nomina a Matignon il semisconosciuto Jean-Pierre Raf-
farin mentre Sarkozy è il nuovo Ministro dell’Interno. «A dir la verità,
non ero affatto deluso di non essere stato nominato Primo Ministro,
dato che già all’epoca dubitavo della volontà del Presidente di propor-
mela. Da un certo punto di vista, lo capivo. S’era battuto durante la
campagna elettorale per vincere. Aveva vinto, voleva governare. Nomi-
narmi Primo Ministro avrebbe voluto dire spartire, dividere il potere, e
questo non è nel suo carattere. D’altra parte, però, volevo partecipare
alla nuova azione di governo»
17
. È la svolta della sua carriera. Da que-
sto momento prende corpo e si esplicita il suo modo di intendere la po-
litica e la sua strategia nell’affrontare i problemi. Diventa in questi an-
ni uno dei principali protagonisti della politica francese, facendosi co-
noscere in tutta Europa per il suo decisionismo, le sue battute, il suo
stare sempre «sul campo»
18
ed il suo modo rude e senza fronzoli o
temporeggiamenti di affrontare le crisi.
All’indomani della vittoria di Chirac contro Le Pen, Sarkozy inizia un
lavoro frenetico, non solo in parlamento ed al ministero, consistente
nel prendere decisioni, stilare disegni di legge e leggere rapporti, ma
anche e soprattutto per la strada. Si reca spesso nei commissariati,
presso le brigate della gendarmeria della regione di Parigi ed in genera-
le nelle sedi amministrative per controllarne il funzionamento e sorve-
gliare sul modo in cui vengono recepite ed attuate le decisioni ministe-
riali. È l’esperienza diretta quella che il politico parigino predilige:
«Nessuna nota amministrativa riesce a documentare e spiegare real-
mente la realtà vissuta»
19
. Una delle sue prime iniziative ha riguardato
il villaggio di Sangatte, sulla costa settentrionale, nel quale era situato
un centro di accoglienza per immigrati. Si trattava in gran parte di
persone respinte dal Regno Unito che non potevano essere rimpatriate
nei rispettivi paesi d’origine poiché privi dei documenti necessari. La
situazione era in stallo da anni ed era diventata pericolosa: da una
prevista accoglienza iniziale di 200 posti si era passati a 3000. Ben ol-
tre la capacità dell’impianto. Dopo essersi recato sul posto (nessun al-
tro ministro, né di destra, né di sinistra vi era mai stato) iniziò una
trattativa diplomatica con l’Inghilterra e l’Afghanistan affinché acco-
gliessero ciascuno una parte di questi rifugiati. I primi ne accettarono
la metà, i secondi reintegrarono gli afgani ospiti nella struttura ed il
centro di Sangatte chiuse i battenti entro la fine di quell’anno (il 2002),
addirittura 15 giorni prima della data prevista. Importante è stato lo
17
Sarkozy N, Testimonianza, op. cit., pp. 28-29.
18
Ibidem, p. 32.
19
Ibidem, p. 33.
14
sforzo profuso in quegli anni nella lotta alla prostituzione ed alle vio-
lenze domestiche contro le donne con, oltre alle numerose operazioni,
sempre sul campo, l’introduzione del reato di adescamento «non già
per penalizzare le prostitute extracomunitarie, che sono delle vittime,
ma per permettere alle Forze dell’ordine di condurle in commissariato
e utilizzare i tempi della custodia cautelare per cercare di convincerle a
denunciare i loro protettori in cambio del permesso di soggiorno»
20
. Si
occupa di creare dei centri atti ad accogliere gli studenti che necessi-
tano di un luogo dove poter studiare, ma è la sicurezza il campo nel
quale il Ministro dell’Interno si prodiga maggiormente. In primis la lot-
ta alla delinquenza ed all’immigrazione, con riunioni continue coi pre-
fetti, fissazione di obiettivi in materia di attuazione dei provvedimenti
di espulsione e di rilascio dei visti consolari. Si è proceduto ad un va-
sto ampliamento dello schedario delle impronte digitali e di quello ge-
netico, sono stati creati gruppi d’intervento regionali a competenza
multipla, si è portata a compimento un’ampia riforma strutturale in
tema di sicurezza che ha portato ad un sensibile miglioramento in
termini di calo della delinquenza, tasso di crimini risolti e numero di
persone arrestate e processate. È questo, un risultato di cui il leader
gollista si è vantato durante la scorsa campagna elettorale
21
. Nel 2004
ricopre l’incarico di Ministro delle Finanze
22
nel terzo Governo Raffa-
rin. Anche in questo caso, da subito, ha le idee molto chiare su cosa è
necessario fare: ridurre il deficit (otterrà il riconoscimento da parte
dell’Ue della conformità della Francia al patto di Stabilità nel 2005) e
far abbassare i prezzi, raggiungendo un efficace accordo in questo
senso con gli industriali ed i grandi distributori
23
. Inoltre, per rilancia-
re la crescita, abolisce la tassa di successione ed interviene a più ri-
prese nell’economia, facendo persino irritare i tedeschi per l’ingerenza
statale in occasione del salvataggio di Alstom, una grande impresa
francese che opera nel campo dei trasporti e dell’energia
24
.
del 20%.
mesi.
.59.
20
Ibidem, p. 36.
21
Il 10 gennaio del 2007 l’”Express” ha pubblicato i dati sulla criminalità dal 2001 al
2006 confermando solo in parte le affermazioni di Sarkozy. Infatti ad essere
diminuiti sarebbero solamente gli attentati ai beni mentre le violenze sulle
persone sarebbero persino aumentate
22
Per la precisione: Ministre d'Etat, Ministre de l'Economie, des Finances et de
l'Industrie. Ricoprirà quest’incarico per 9
23
«Si è detto che, durante quella famosa notte del giugno 2004 in cui giungemmo ad
un accordo, avessi minacciato i grandi gruppi industriali di andare in televisione e
denunciare le loro pratiche tariffarie se non avessero firmato. È vero ed era
precisamente ciò che avrei dovuto fare». Ibidem, p
24
In quell’occasione Sarkozy intervenne chiedendo l’autorizzazione alle autorità eu-
ropee per entrare nel capitale sociale di Alstom, in grave crisi finanziaria, ed aiu-
tarla ad uscirne per poi procedere ad una ristrutturazione. A causa
dell’insufficiente tempo a disposizione restavano due soluzioni: o fondere la Al-
stom con la Areva o lasciar acquistare Alstom ai tedeschi della Siemens. «Un solo