2
le best practice messe in luce dal modello, al fine di favorire la cultura dell efficienza e
ridurre gli sprechi ed i disservizi che si registrano ancora diffusamente nel nostro Paese.
Questo lavoro si articola nelle seguenti 4 sezioni fondanti, corrispondenti ad altrettanti
capitoli.
Nel primo viene effettuata una disamina della domanda di long term care e della relativa
offerta di servizi socio-sanitari. In particolare viene fornita una tassonomia dei servizi
assistenziali con riferimento alla normativa. L approfondimento dei vari servizi si esplica
attraverso il confronto tra l Italia e gli altri Paesi Europei. L attenzione Ł posta precipuamente
sull organizzazione e sui servizi delle RSA, in particolare di quelle lombarde.
Il secondo capitolo Ł dedicato al confronto critico delle varie metodologie utilizzate per la
misurazione dell efficienza ed all individuazione d ei vantaggi e degli svantaggi differenziali
delle diverse tecniche. Dalla declinazione del concetto di efficienza si passa poi ad una
rassegna della letteratura di natura applicativa, esaminando diverse analisi empiriche,
condotte con metodi differenti.
Nella terza sezione vengono illustrati gli obiettivi dell analisi empirica condotta, si
descrive il campione di analisi e si illustrano le caratteristiche salienti delle fonti informative
utilizzate.
Il quarto capitolo Ł imperniato sulla descrizione delle ipotesi assunte, sui modelli adottati
per lo svolgimento dell analisi empirica e sulla discussione dei risultati emersi e delle
derivanti implicazioni operative.
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
3
Capitolo 1
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
Negli ultimi anni il fenomeno dell invecchiamento, soprattutto in Italia, Ł stato molto rapido
ed intenso, infatti il numero degli ultra 80enni dalla met del secolo scorso ad oggi si Ł quasi
quadruplicato. Il trend Ł in continua espansione e ci comporta un notevole incremento della
spesa per l assistenza agli anziani, che incider s empre maggiormente sul PIL. PoichØ in Italia
il costo Ł il principale deterrente per una politica di promozione della long term care, Ł
necessario, per garantire la sostenibilit nel futu ro, che il sistema socio-sanitario sia piø
efficiente. Nel capitolo si riconosce, infatti, la necessit di una gestione delle risorse orientata
all eliminazione degli sprechi e delle inefficienze, all adozione di modelli organizzativi tali da
aumentare la produttivit in tutte le strutture soc io-sanitarie. In particolare, un primo step, a
livello di sistema, nella direzione del recupero di efficienza Ł costituito dal potenziamento dei
presidi per la lungodegenza, in modo da alleggerire la pressione di domanda sugli ospedali,
destinati, per converso, alla cura di pazienti in fase acuta.
1.1 Trend demografico degli anziani
Da un indagine conoscitiva sulle condizioni delle famiglie in Italia, approvata dalla
Commissione Affari Sociali e presentata alla Camera dei Deputati il 3 maggio 2007, emerge
che in un decennio (dal 1995 al 2005) la quota delle famiglie con cinque componenti Ł scesa
dall 8,4% al 6,5%, mentre sono in aumento le persone sole e le coppie senza figli. Si Ł creato
un grande squilibrio tra le generazioni, poichØ nascono pochi bambini e c Ø un
invecchiamento della popolazione molto piø esteso rispetto agli altri Paesi, con un aumento
consistente soprattutto della classe di persone con oltre 80 anni. A ci si aggiunge anche il
numero di persone con problemi di non autosufficienza: 9,7% nella fascia di et tra 70-74
anni, 17,8% nella fascia tra 75-79 e infine 44,5% in quella over 801. Secondo gli ultimi dati
1
L indagine affronta anche i problemi principali per le coppie italiane, dalle difficolt di gestione del rapporto
famiglia-lavoro all aggravarsi della posizione della donna nello svolgimento delle funzioni lavorative e familiari.
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
4
Istat
2
, anche nel 2006, come negli anni passati, si registra un aumento della vita media della
popolazione, da ascriversi a molteplici fattori, fra cui in primis il progresso in campo medico e
le migliori condizioni igieniche ed alimentari. La stima della speranza di vita per la prima
volta nella storia supera i 78 anni per gli uomini (78,3 anni) e raggiunge gli 84 anni per le
donne, con una crescita di 0,5 e 0,6 anni, rispettivamente, in comparazione con il 2005.
Dall indagine emerge che dal 1980 gli ultrasessantacinquenni sono aumentati
considerevolmente, arrivando ad una popolazione di 12 milioni di unit al 2006, contro gli 8,5
milioni di 25 anni fa. A met del 2006 gli individ ui con 65 anni e piø rappresentano il 20%
della popolazione (erano il 17% nel 1996), gli over 80 sono il 5,1% del totale, ossia circa 1
ogni 20, mentre i minorenni sono soltanto il 17% (18% nel 1996). I giovani fino a 14 anni
sono il 14% (15% nel 1996), la popolazione in et a ttiva, ossia 15-64 anni, Ł pari all incirca ai
due terzi del totale. L et media della popolazione sfiora i 43 anni, aumentando di due anni
rispetto al 19963. Cresce altres il rapporto tra generazioni in et non attiva (minori fino a 14
anni e anziani over 65 anni) e generazioni in et a ttiva (15-64 anni), che passa dal 46% al
51%. L invecchiamento Ł un processo demografico allargato a tutte le aree del Paese, anche
se il fenomeno Ł particolarmente avanzato nel Centro-Nord, dove la popolazione over 65
supera quota 20% e quella con 80 anni e oltre raggiunge il 5%. Nel Sud giovani e anziani
sono numericamente ancora abbastanza in equilibrio, ma con una chiara tendenza verso un
ulteriore processo d invecchiamento. Le regioni piø longeve nel 2006 sono: per gli uomini,
Marche (79,3 anni), Toscana (79,1), Umbria (79) e Puglia (78,8); per le donne, Marche (85
anni), Veneto (84,9), Toscana (84,8) e Sardegna (84,7). La regione dove risiede il maggior
numero di anziani ultrasessantaquattrenni in rapporto al totale Ł la Liguria, con il 27%, per
converso quella dove risiede il maggior numero di minorenni Ł la Campania con il 21%. Con
il passare degli anni i cluster della popolazione, suddivisa secondo la dimensione dell et ,
sono destinati a modificarsi gradualmente per un ulteriore invecchiamento secondo le seguenti
previsioni4. Entro il 2030 la frazione di giovani fino a 14 anni passer dal 14,2% al 12,2%,
mentre parallelamente aumenter sensibilmente, dal 20 % al 27%, il peso delle classi di et
sopra i 65 anni e, all interno di questa macroclasse di et , quello degli 85enni e piø, dal 2% al
Secondo le rilevazioni statistiche pubblicate nel testo, circa 564 mila donne cercherebbero lavoro se avessero un
adeguato supporto da parte dei servizi sociali.
2
I dati dell Istat (banca dati http://demo.istat.it , Popolazione residente e Cittadini stranieri ) sono stati diffusi il
30 aprile 2007.
3
Se nel 2006 si Ł registrato un ulteriore incremento del grado di invecchiamento della popolazione, al 1 gennaio
2005 l indice di vecchiaia Ł stato pari al 137,7 % con un costante aumento rispetto agli anni precedenti: 135,9 %
per il 2004, 133,8 % per il 2003, 131,4 % per il 2002 e 129,3 % per il 2001.
4
cfr. Verso un piano strategico per la salute degli anziani, 13-4-2007, Ministero della Salute
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
5
4,7%. In sintesi, il rapporto tra anziani con piø di 65 anni e popolazione complessiva passer
da 1 ogni 5 del 2005 a 1 ogni 4 nel 2030. Nello stesso periodo, per quanto concerne gli 85enni
e piø, il rapporto analogo passa da 1 ogni 50 ad 1 ogni 20 individui. Entro il 2050 l incidenza
delle classi di et sopra i 65 anni aumenter ulter iormente raggiungendo in percentuale il
valore del 33,6% e, all interno di questa classe di et , quello degli 85enni ed oltre, passer dal
al 4,7% al 7,8% . Ci vuol dire che circa 1 italian o su 3 avr piø di 65 anni. Altre proiezioni
suffragano le evidenze dei dati precedenti, fra cui, in particolare, uno studio condotto dalle
Nazioni Unite (2004). La tabella 1.1 mostra l evoluzione della popolazione italiana suddivisa
in cluster lungo la dimensione et , l orizzonte temporale di riferimento Ł 2005-2050 e 100
rappresenta il valore di riferimento per le varie classi di et nel 2005.
Range
di et
2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050
0-59 100,0 95,8 91,5 86,3 79,8 72,9 66,5 61,6 57,5 54,2
60-79 100,0 104,2 106,6 110,3 119,3 126,2 131,5 128,5 117,3 104,4
80-99 100,0 116,0 127,3 137,7 141,0 154,6 162,4 174,4 196,1 215,5
≥ 100 100,0 155,6 226,5 228,1 393,1 500,0 603,6 732,8 820,3 1060,8
≥ 60 100,0 106,5 110,6 115,6 123,6 131,8 137,7 137,5 132,8 126,2
Tab. 1.1: andamento previsto della popolazione italiana per classi di et
Come risulta dalla tabella 1.1, nel 2050 le Nazioni Unite prevedono per la realt italiana una
significativa progressione del processo di invecchiamento. Si stima che la popolazione con
meno di 60 anni si dimezzi all incirca, mentre quella con piø di 60 cresca oltre il 26%.
All interno della fascia di popolazione over 60, rimane sostanzialmente invariato il gruppo di
et 60-79 (cresce con una percentuale modesta), men tre il cluster di et 80-99 incrementa di
piø del doppio e decuplica il gruppo costituito dagli ultracentenari. L invecchiamento della
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
6
popolazione, se Ł accompagnato, come in Italia, da un basso numero di nascite, desta
preoccupazione su vari versanti: sulla crescita della spesa sanitaria, sulla forza lavoro
necessaria per la competitivit del Paese nel quadr o della globalizzazione e sul problema delle
pensioni. Basti pensare, per quest ultimo aspetto, all introduzione di nuove disposizioni
promulgate da parte del Legislatore per quanto concerne lo sviluppo del secondo pilastro della
previdenza, definito previdenza complementare.
Dal 1 gennaio 2007, infatti, Ł entrato in vigore il D. Lgs. 252/2005 che prevede una nuova
disciplina delle forme pensionistiche complementari. I lavoratori dipendenti, in particolare,
hanno la facolt di scegliere se destinare il propr io TFR alle forme pensionistiche
complementari, ossia fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti, contratti di
assicurazione sulla vita con finalit previdenziali . La ratio del decreto Ł proprio da ascrivere
all esigenza ineludibile di corroborare la previdenza complementare, stante il passaggio dal
sistema retributivo a quello contributivo, dovuto all incremento dell old-age dependency
ratio. Quest ultimo rappresenta il rapporto, espresso in percentuale, tra le persone con et
maggiore od uguale a 65 anni e quelle in et compre sa fra 15 e 64 anni. L Italia Ł destinata ad
incrementare tale rapporto, attestandosi su tassi superiori rispetto ad altri paesi OCSE. Inoltre
su un orizzonte di lungo periodo il trend delineato dovrebbe corroborarsi come si evince dalla
tabella 1.25.
Nazione 1960 2000 2040 ∆ 1960-2000 ∆ 2000-2040
Francia 20,8 27,5 50,0 6,7 22,5
Giappone 10,6 27,9 59,9 17,4 31,9
Italia 15,9 29,1 63,9 13,2 34,8
USA 17,6 21,1 37,9 3,4 16,8
Media OECD 15,9 22,9 46,3 6,9 23,5
Tab. 1.2: andamento dell old-age dependency ratio
5
The OECD Health Project, Long Term Care for older people, 2005
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
7
1.2 La domanda di Long Term Care
Nel campo sanitario, cos come in quello socio-assistenziale, il sistema degli interventi
pubblici Ø ancora troppo incentrato sulla medicina specialistica, sulla cura della malattia
acuta, in quanto Ł stato realizzato ipotizzando situazioni di criticit risolvibili in tempi medio-
brevi.
La long term care Ł stata definita dall OECD come ogni forma di cura fornita lungo un
periodo di tempo esteso, senza data di termine predefinita . Un sistema sanitario fortemente, e
quasi esclusivamente, imperniato su strutture ospedaliere, progettate per allocare le proprie
risorse verso la cura di pazienti con malattie acute, non Ł spesso in grado di rispondere in
maniera soddisfacente in un contesto di assistenza continuativa. Al fine di garantire il
continuum terapeutico ed assistenziale rivolto agli anziani Ł necessaria l integrazione fra gli
erogatori di prestazioni sanitarie e socio-assistenziali in un modello organizzativo a rete. Ci
viene realizzato progettando ed implementando un managed care delivery system,
rappresentato in figura 1.1, in grado di favorire una transitional care efficace ed efficiente
(Salvioli, 2006).
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
8
Fig. 1.1: managed care delivery system per persone anziane
che necessitano di assistenza socio-sanitaria
Dal momento che l assistenza di lungo periodo Ł spesso caratterizzata anche da una
compartecipazione di servizi ospedalieri, pu esser e utile fare riferimento alla definizione di
long term care (LTC) data dall Institute of Medicine (1986) di Washington. Si tratta di una
variet di servizi sanitari e sociali forniti agli individui che necessitano di assistenza su una
base continuativa a causa di disabilit fisica o me ntale. I servizi possono essere forniti in
un istituzione, in casa od in comunit ed includono servizi informali forniti dalla famiglia o
dagli amici cos come servizi formali forniti da professionisti o da agenzie .
Da questa definizione si possono evincere talune importanti riflessioni.
In primis, Ł difficile separare in modo netto la responsabilit pubblica da quella privata.
Un secondo problema deriva dalla variet dei serviz i medici e sociali che questo tipo di
assistenza richiede. I diversi operatori hanno obiettivi, cultura e stili di lavoro differenti che
Medico di
Medicina
Generale
Unit di
ricovero
per acuti
Unit di
riabilitazione
cure
domiciliari
cure
in
RSA
cure in strutture
semiresidenziali
fase di prevenzione a domicilio
fase acuta in ospedale
fase post-acuta in ospedale
long term care a domicilio
od in strutture extra-ospedaliere
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
9
rendono difficile la collaborazione ed, inoltre, la loro differenziazione nell organizzazione e
nei finanziamenti crea delle difficolt a livello i stituzionale. L aumento della popolazione
anziana, la minor incidenza delle patologie acute e l aumento delle malattie croniche hanno
influenzato i bisogni sanitari, aumentando la domanda di LTC al fine di prevenire e rallentare
la perdita di autonomia causata dalle patologie dell et anziana. Negli ultimi anni, inoltre,
stiamo assistendo sempre piø all emergere di tutta una nuova serie di bisogni socio-sanitari
che si caratterizzano proprio per la loro cronicit e durata prolungata. Le patologie croniche,
infatti, sono sempre piø diffuse nel nostro Paese. La percentuale di cittadini affetti da cronicit
Ł arrivata a toccare il 36,6%, quando nel 2001 era il 35,9%.
¨ quanto segnala il rapporto sulle politiche della cronicit del Coordinamento nazionale
Associazioni Malati Cronici-Cittadinanzattiva, presentato a Roma il 21 giugno 20076.
Le realt piø colpite sono quelle del centro Italia con il 40,1%. Il dato diventa ancora piø
macroscopico se si guarda la popolazione anziana, dove l 80,7% del totale Ł colpito da
cronicit . Almeno il 35% degli uomini al di sopra d ei 60 anni presenta due o piø malattie
croniche, con una situazione che si aggrava con l et , soprattutto tra le donne. Secondo il
rapporto annuale sull attivit di ricovero ospedali ero, realizzato dal Ministero della Salute, in
base alle informazioni delle schede di dimissione ospedaliera (SDO), relative al 2004, diffuso
il 9 maggio 2007, i ricoveri negli ospedali italiani sfiorano i 13 milioni l anno, per un totale di
78.750.000 giornate di degenza. Queste ultime sono fortemente correlate con l et : si calcola
che la media di 6,7 giorni aumenta nelle classi di et piø anziane, 8 giorni dai 65 ai 74 anni, 9
giorni oltre i 75 anni. I ricoveri in lungodegenza durano in media 26 giorni7.
Le prime cause di ricovero sono le malattie cronico-degenerative, sia per il progressivo
invecchiamento della popolazione sia, rileva il Ministero in una nota, per il ruolo ancora
centrale dell assistenza ospedaliera nella diagnosi e nella cura. Emerge quindi la necessit di
6
La situazione del sistema sanitario italiano per la gestione delle cronicit e lo stato dei diritti d ei malati cronici
Ł ancora oggi preoccupante: lo dimostrano i dati dell ultimo Rapporto sulle Politiche della Cronicit , un indagine
condotta da Cittadinanzattiva Coordinamento nazio nale Associazioni Malati Cronici sul rispetto dei 14 diritti
della Carta Europea dei diritti del malato che ha mostrato come ci sia una reale difficolt ad attuare , a livello
regionale e nazionale, una politica in favore delle cronicit che favorisca una gestione integrata del la patologia,
la continuit assistenziale, la multidisciplinariet , la deospedalizzazione delle cure .
Su 14 diritti, quelli piø negati sono, infatti, il diritto all accesso, il diritto all informazione, i l diritto al rispetto di
standard di qualit e il diritto al tempo.
Per quanto riguarda il diritto alla prevenzione, solo una porzione relativamente ristretta del budget del sistema
sanitario Ł dedicata alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie croniche, malgrado la
normativa richieda una destinazione del 5 per cento. Secondo gli ultimi dati, infatti, la media nazionale si attesta
al 3,87 per cento, con i valori piø alti in Molise (7,10 per cento), Valle D Aosta (5,97 per cento), Sardegna (5,22
per cento) e Calabria (4,75 per cento), e quelli piø bassi nel Lazio (1,83 per cento), in Sicilia (2,72 per cento), e
in Friuli Venezia Giulia (2,81 per cento).
7
Il numero dei ricoveri varia da regione e regione: dai 107,8 ricoveri per mille abitanti in Piemonte ai quasi 190
in Abruzzo. In generale, valori superiori a quello medio nazionale (141,5) si osservano in quasi tutte le regioni
centro-meridionali.
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
10
realizzare dei risparmi notevoli incrementando l offerta di strutture piø idonee, rispetto al solo
network ospedaliero, al fine di rispondere ai bisogni di assistenza per patologie croniche, che
colpiscono soprattutto la popolazione anziana.
L aspettativa di vita alla nascita, negli ultimi 40 anni, Ł cresciuta notevolmente. Infatti la
sola popolazione over 80 anni, quella che potenzialmente incide di piø sulla spesa sanitaria
per gli anziani, eccede il 3% sul totale della popolazione. Inoltre gli anziani over 65 sono gi
il 20% della popolazione italiana. Si presenta, quindi, il problema di un importante e
numerosa categoria, che richiede risposte complessive ed al tempo stesso specifiche8.
L influenza dei fattori socio-culturali ha generato infatti nuovi bisogni, spesso legati anche
alla condizione di isolamento e di emarginazione dell anziano. Le cause vanno ricercate
essenzialmente sia nell uscita dal ciclo produttivo da parte dell anziano, sia nel passaggio da
una famiglia di tipo patriarcale ad una mononucleare, che, parallelamente all incremento del
lavoro femminile fuori casa, ha ridotto le possibilit di accudire l anziano in famiglia. Ai
fattori socio-culturali si aggiungono quelli di natura psico-fisica: il declino biologico e
psicologico riduce le capacit dell individuo, le m alattie croniche ed invalidanti, che sono in
continuo aumento, possono portare alla non autosufficienza.
Inoltre, la diminuzione del numero di persone giovani rispetto a quelle in et avanzata non
rende possibile continuare a far ricadere sull assistenza in ambito familiare quasi tutto l onere
di cura degli anziani nel prossimo futuro. Si pu , quindi, prevedere uno scenario in cui la
spesa per la long term care in Italia aumenter decisamente, non solo a causa dell effetto
dell invecchiamento demografico o dell aumento del tasso di disabilit , ma anche, e
soprattutto, per il mutamento del contesto sociale e per la carenza di strutture assistenziali
appropriate.
La situazione sembra molto simile a quella che ha costretto il Giappone nel decennio
scorso ad abbandonare la millenaria cultura tradizionale, secondo cui il rigido principio del
rispetto verso gli anziani garantiva loro un assistenza in ambito familiare, e a convertirsi ad un
programma sociale obbligatorio, in cui l assistenza di lungo termine viene assicurata in modo
professionale. Allo stesso modo in Italia si dovr seguire l esempio del Giappone e sviluppare
uno schema sociale di long term care che permetta anche alle attuali generazioni di guardare
con maggiore tranquillit al proprio futuro di anzi ani.
8
La specificit della questione inerente gli anzian i esige conoscenze, attenzioni, programmi, priorit e decisioni
appropriate. ¨ noto, ad esempio, che si invecchia s oprattutto al femminile e questo richiede interventi specifici,
cos come Ł risaputo che il lavoro usurante, la povert e l emarginazione portano donne e uomini ad un a
vecchiaia che moltiplica i problemi e le sofferenze.
Assistenza agli anziani ed integrazione socio-sanitaria
11
La long term care e la sua sostenibilit finanziaria, perci , devono essere oggi uno dei
principali problemi da affrontare. ¨ soprattutto il costo il principale deterrente per i governi di
tutti i paesi verso una politica di espansione della LTC.
1.2.1 Sostenibilit di politiche di Long Term Care
Uno studio del giugno 2006 dell OECD9 offre dei dati interessanti sul costo complessivo della
LTC in termini comparativi fra Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna. La ricerca Ł molto
dettagliata e sviluppa un analisi sullo scenario sanitario e sulla LTC fino al 2050 a partire da
dati del 2005. La spesa sanitaria italiana, secondo questo studio, Ł prevista raddoppiare: dal
6,6% del 2005 al 13,2% nel 2050, a meno che non vengano attuate misure specifiche di
contenimento e recuperi di efficienza. In questo ambito si pone l attenzione crescente sul
performance measurement nel settore delle organizzazioni sanitarie.
L analisi si sviluppa seguendo due prospettive alternative: cost-pressure (CP - pressione
dei costi), secondo uno scenario pessimistico, e cost-containment (CC - contenimento dei
costi), secondo uno scenario ottimistico. Come si vede dalla tabella 1.3 l obbiettivo dello
studio Ł imperniato sulla distinzione fra costi sanitari e quelli della LTC.
Spesa sanitaria Spesa LTC Spesa totale
2005 2050 2005 2050 2005 2050 Paese
CP CC CP CC CP CC
Francia 7,0 10,6 8,7 1,1 2,8 2,0 8,1 13,4 10,8
Italia 6,0 9,7 7,9 0,6 3,5 2,8 6,6 13,2 10,7
Germania 7,8 11,4 9,6 1,0 2,9 2,2 8,8 14,3 11,8
Regno Unito 6,1 9,7 7,9 1,1 3,0 2,1 7,2 12,7 10,0
Tab. 1.3: costo sanitario pubblico e di long term care (costo % sul PIL)
[ ]
9
Projecting OECD Health and Long-Term Care Expenditures: What are the Main Drivers?, Economics
Department.
Le metodologie per la misurazione dell efficienza
12
2.7 Analisi empiriche in ambito sanitario mediante DEA
Nella letteratura scientifica di natura metodologica per mettere a fuoco il concetto di
efficienza in ambito sanitario nel contesto della DEA si Ł soliti utilizzare il modello ICOM.
Tale modello, rappresentato in figura 2.5, contempla 4 classi di variabili:
1. INPUT: elementi in ingresso ad un processo, sottoprocesso, fase o attivit , destinati ad
essere trasformati.
2. CONTROLLI: metodi/vincoli/procedure che controllano come un attivit debba
essere eseguita per generare l output desiderato. Si tratta di politiche, strategie, regole,
norme.
3. OUTPUT: prodotti e/o informazioni generate dall erogazione dei servizi.
4. MECCANISMI: risorse/strumenti che permettono l esecuzione dell attivit e la
realizzazione dell output. Questi elementi sono rappresentati dalle persone, dalle
strutture fisiche ed organizzative, dalle macchine, attrezzature e dai software.
Fig. 2.5: modello ICOM (rielaborazione; Lee e Menon, 2000)
La letteratura di natura applicativa in ambito sanitario mediante DEA Ł estremamente vasta.
Si Ł ritenuto utile distinguere 2 filoni di ricerca in base all unit di analisi considerata, elencati
di seguito in ordine decrescente di dimensione e di gerarchia di responsabilit :
1. efficienza a livello macroeconomico di sistema sanitario (ASL)
2. efficienza a livello microeconomico di impresa sanitaria (ospedali, nursing home)
[ ]
SERVICE DELIVERY
SYSTEM
CONTROLS
MECHANISMS
INPUTS OUTPUTS
Obiettivi e metodologia dell analisi empirica
13
Capitolo 3
Obiettivi e metodologia dell analisi empirica
Nel capitolo si definiscono gli obiettivi dell analisi empirica e viene presentato il campione
utilizzato. Successivamente viene descritta la metodologia seguita per lo svolgimento
dell analisi empirica. Inoltre viene fornito un dettaglio sulle caratteristiche del settore in cui
operano le RSA della Provincia di Cremona. Si Ł anche ritenuto opportuno descrivere le fonti
informative che hanno permesso l analisi, illustrandone le caratteristiche salienti.
3.1 Obiettivi
Le domande di ricerca a cui si intende rispondere svolgendo un analisi empirica sulle RSA
della Provincia di Cremona sono:
determinare il livello di efficienza delle RSA e quantificare i target per il recupero di
efficienza;
tenere in considerazione nell analisi i fattori di qualit , determinandone l incidenza
sull efficienza. Ci sembra essere particolarmente rilevante, anche in chiave di policy-
making, stante l imposizione, da parte delle Regioni, di standard minimi per
l accreditamento delle RSA;
individuare il peer group per le RSA inefficienti e le modalit operative ec cellenti da
condividere;
determinare se il comparto delle RSA Ł caratterizzato da effetti di scala rilevanti;
valutare l impatto degli obiettivi specifici di politica socio-sanitaria, perseguiti dal
policy-maker, sull efficienza delle RSA.
Valutando in maniera comparativa tecniche parametriche e DEA si ritiene piø utile adottare la
seconda per conseguire gli obiettivi di cui sopra e per condurre l analisi di benchmarking
dell efficienza nelle Residenze Sanitarie Assistenziali. In particolare la scelta Ł da ascrivere ad
una molteplicit di fattori. In primis la possibili t di identificare i punti di forza e di debolezza
delle diverse strutture residenziali. Da quest analisi Ł possibile individuare quali strutture
Obiettivi e metodologia dell analisi empirica
14
presentano una specializzazione su specifiche prestazioni e quali, per contro, mostrano un
comportamento uniforme sulle diverse prestazioni. Inoltre la Data Envelopment Analysis
consente di individuare per ogni processo le good practice e permette la condivisione delle
modalit operative efficienti, migliorando consegue ntemente le prestazioni complessive del
settore. Un informazione di questo tipo Ł utile al policy-maker, cioŁ la ASL e la Regione, che
pu individuare dove concentrare i propri sforzi in termini di politica socio-sanitaria. Si
intende altres stabilire quali RSA sono piø efficienti nell erogare prestazioni sanitarie e quali
nell erogare prestazioni alberghiere. Tuttavia, in funzione delle rilevanti implicazioni di
carattere sociale, Ł opportuno analizzare l efficienza delle diverse strutture residenziali senza
trascurare l efficacia delle prestazioni. In letteratura il benchmarking delle nursing home
mediante DEA sta emergendo soprattutto in applicazioni effettuate su realt internazionali, al
di fuori dell Italia. In questo senso si ritiene utile approfondire un campo d indagine che
probabilmente Ł destinato a svilupparsi nel tempo.
3.2 Campione analizzato
L analisi empirica Ł stata condotta su un campione costituito da tutte le RSA ubicate sul
territorio di competenza della ASL della Provincia di Cremona. Alla ASL afferiscono 3
distretti socio-sanitari, con le seguenti caratteristiche peculiari:
Crema
150.305 abitanti e 48 comuni;
572 Km2 di estensione territoriale;
Cremona
154.677 abitanti e 47 comuni;
830 Km2 di estensione territoriale;
Casalmaggiore
37.807 abitanti e 20 comuni;
364 Km2 di estensione territoriale.
Dalle rilevazioni Istat10 risultano 29 RSA operanti nella Provincia di Cremona, come si
evince dalla tabella 3.1.
[ ]
10
I dati sono stati diffusi il 4 maggio 2007.
Svolgimento e risultati dell analisi empirica
15
Capitolo 4
Svolgimento e risultati dell analisi empirica
L analisi empirica, suddivisa in tre stadi, a cui corrispondono altrettanti modelli, viene
descritta analizzando gli step che ne hanno permesso la conduzione. Per ogni modello si
illustrano le variabili selezionate, motivandone la scelta ed esplicitando le ipotesi sottostanti.
Vengono quindi discussi i risultati ottenuti, fornendo un analisi di sensitivit . Inoltre si
individuando le good practice delle diverse RSA ed i target da raggiungere per le RSA
inefficienti. Nel primo modello si intende valutare l efficienza tecnica delle RSA. Nel
secondo modello si determina l efficienza tecnica tenendo conto del fattore qualit e si
comparano i risultati con il primo modello. In questo modo si pu determinare la componente
di inefficienza imputabile ai differenziali competitivi di attrattivit . In seguito viene condotta
un ulteriore analisi applicando un terzo modello con una diversa specificazione degli output
ed imponendo una restrizione sui pesi. In tabella 4.1 viene fornito un quadro sinottico dei
modelli predisposti per l analisi empirica, evidenziando gli obiettivi di cui sopra, gli input ed
output considerati.
Modelli
Obiettivi
Input
Output
costi sanitari
costi alberghieri
costi amministrativi
primo
stadio
misurazione
dell efficienza tecnica
numero di letti
case-mix
costi sanitari
costi alberghieri
case-mix
costi amministrativi
secondo
stadio
determinare la perdita
di efficienza
dovuta ad una
maggiore qualit
del servizio numero di letti
ore di assistenza
erogate
costi sanitari
costi alberghieri
numero di ospiti
in classi pesanti
costi amministrativi
terzo
stadio
valutare l impatto
sull efficienza di
obiettivi specifici di
politica socio-sanitaria
numero di letti
numero di ospiti
in classi leggere
Tab. 4.1: i modelli utilizzati per l analisi empirica