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Il nepotismo, come termine, nasce nel medioevo, quando alcuni papi e vescovi
cattolici, che avevano fatto un voto di castità, allevavano i loro figli illegittimi come
“nipoti” e concedevano loro alcuni favori. Diversi papi sono noti per aver elevato
nipoti ed altri parenti al cardinalato. Spesso, tali nomine erano usate come mezzo
per portare avanti una "dinastia" papale. Ad esempio, Papa Callisto III, della
famiglia Borgia, rese cardinali due dei suoi nipoti; uno di loro, Rodrigo, in seguito
usò la sua posizione di cardinale come punto di lancio verso il papato, divenendo
Papa Alessandro VI . Coincidentalmente, Alessandro elevò Alessandro Farnese,
fratello della sua amante, al cardinalato; Farnese sarebbe in seguito diventato Papa
Paolo III. Anche Paolo III si impegnò nel nepotismo, nominando ad esempio
cardinali due suoi nipoti di 14 e 16 anni. La pratica venne infine cessata quando
Papa Innocenzo XII emise una bolla nel 1692. La bolla pontificia proibiva ai papi di
concedere proprietà, incarichi o entrate a qualsiasi parente, con l'eccezione che un
parente qualificato (al massimo) poteva essere nominato cardinale.
Il concetto di nepotismo viene fuori ogni qualvolta il parente di un personaggio
potente ascende ad un livello simile apparentemente senza averne la qualifica.
Ad esempio nel Regno Unito, la popolare espressione "And Bob's your uncle" (E
Bob è tuo zio) ebbe origine quando il Primo Ministro Robert Cecil Lord Salisbury,
nominò suo nipote Arthur Balfour, ad un prestigioso incarico. La frase era in origine
un motteggio sarcastico del nepotismo, ma oggigiorno significa semplicemente
"nessun problema".A tale proposito, L'attuale record di nepotismo tra i capi di stato
è detenuto dal Presidente Maumoon Abdul Gayoom delle Maldive, che conta
almeno undici parenti e amici nel suo gabinetto, oltre a numerosi altri nei più alti
incarichi di governo. In Cina, il nepotismo è visto in luce positiva come un motivo
legittimo per essere assunti. Infatti, alcuni cittadini cinesi fecero causa al governo
cinese per via delle migrazioni forzate del grande balzo in avanti, sostenendo tra le
altre cose che questa separazione dalla famiglia influenzò le possibilità di essere
assunti.
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Ritornando alla meritocrazia; i suoi presupposti teorici si svilupparono con
l’illuminismo:le critiche alla metafisica, all’innatismo, al metodo deduttivo,
portarono all’affermarsi di empirismo e razionalismo. La concretezza
dell’esperienza, la dignità del pensiero umano, la laicità e il rifiuto del principio
ereditario dell’autorità rappresentarono le radici storiche e culturali per l’affermarsi
di una dimensione in cui tutti gli uomini sono uguali e hanno uguali diritti alla
nascita. La possibilità di partire da condizioni uguali permetteva all’uomo di
crescere e di affermarsi attraverso il proprio pensiero ed il proprio lavoro. Dalle
stesse radici “illuministiche” nascono la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati
Uniti (1776) e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino (1789) in
Francia. Di un certo rilievo filosofico la differenza di prospettiva tra le due
Dichiarazioni;la prima parla del diritto alla “ricerca della felicità”: ogni individuo
ha questo diritto, che non promette la felicità, ma assicura a ognuno la possibilità di
cercarla; la seconda parla della felicità di tutti gli uomini. “Questa differenza
costituirà una delle radici culturali dei diversi approcci alla meritocrazia, quello
europeo e quello americano, tra l’egualitarismo europeo e il “sogno americano” che
ognuno ha la possibilità di coronare” ( Giovanni Floris, “Mal di merito”, Rizzoli
2007 ).
Anche la rivoluzione industriale comportò un generale stravolgimento delle
strutture sociali dell'epoca, attraverso un’impressionante accelerazione di mutamenti
che portò nel giro di pochi decenni alla trasformazione radicale delle abitudini di
vita, dei rapporti fra le classi sociali e anche dell'aspetto delle città, soprattutto le più
grandi. La rivoluzione industriale, a lungo andare, ha permesso comunque di
elevare le condizioni di benessere di una sempre più vasta percentuale della
popolazione, conducendo già dalla fine del XIX secolo a: un generale
miglioramento delle condizioni sanitarie, l’estendersi del processo di
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alfabetizzazione, la disponibilità per un maggior numero di persone di beni e servizi
che in altre epoche erano totalmente preclusi alle classi più povere.
Le numerose e importantissime novità tecnologiche hanno avuto un ruolo decisivo:
l'avvento di grandi invenzioni come la macchina industriale a vapore, la ferrovia,
l'energia elettrica, l'illuminazione a gas e quella elettrica, il telegrafo, la dinamite e,
nella seconda fase della rivoluzione, il telefono e l'automobile, ha rapidamente
trasformato la vita della popolazione e coinvolto l'intero quadro sociale dei paesi
industrializzati, modificando alla radice secolari abitudini di vita e contribuendo ad
un rapidissimo cambio di mentalità e di aspettative degli individui.
Anche i rapporti fra le classi sociali furono profondamente modificati: l'aristocrazia,
già messa in crisi dalla Rivoluzione francese, perse definitivamente, con la
Rivoluzione industriale, il suo primato a favore della borghesia produttiva.
Parallelamente si formò per la prima volta una vasta classe, che sarà definita da Karl
Marx "classe operaia":
“La disponibilità di istruzione, beni e servizi per un maggior numero di persone
aumenta le opportunità e, con esse, le aspettative individuali; nascono così i
presupposti attuali della meritocrazia”.
Ma com’è stato premiato il merito in passato?
Ai tempi del medioevo Papa Giovanni XXII istituì l’ Ordine Supremo del Cristo. Il
Papa poteva conferire onorificenze solo ai nobili dopo un noviziato di 3 anni nelle
campagne militari contro gli “infedeli” e dopo che essi, pronunciavano i voti di
povertà,obbedienza e castità.
La nobiltà non era un requisito essenziale alla corte di Napoleone. Egli il 19 Maggio
1802 creò un ordine cavalleresco che chiamò: la Legion d’Onore. Si tratta
dell'onorificenza più alta attribuita dalla Repubblica Francese, in passato, veniva
conferita a donne ed uomini, sia cittadini francesi che stranieri, per meriti
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straordinari nella vita militare e civile; oggi l'ordine è conferito, oltre che a militari,
anche ad imprenditori di alto livello, impiegati della pubblica amministrazione
francese, campioni sportivi etc., che hanno saputo dimostrare il proprio valore
secondo valori propri della meritocrazia.
Simile alla Legion d’Onore è la Medal of Honor.
La Medal of Honor è la più alta decorazione militare assegnata negli USA ed è stata
istituita da George Washington il 7 Agosto 1782. E’ concessa ai membri delle forze
armate che si distinguono per un “atto coraggioso e ardito a rischio della propria
vita ed al di là del rischio, ma del dovere mentre impegnati in uno scontro con un
nemico degli Stati Uniti”. Molto spesso è assegnato alla memoria.
Più recente ( 1934 ) è l’Ordine di Lenin. Intitolata al leader della Rivoluzione
Russa, questa onorificenza è assegnata: ai membri delle forze armate che si sono
distinti, ai civili per i servigi resi allo Stato ed a chi promuove amicizia e
cooperazione tra i popoli rafforzando la pace. Tra gli encomiati si annoverano:
Fidel Castro (leader cubano), Jurij Gagarin (astronauta), Mikail Gorbaciov (premier
russo), Josip Braz Tito (pesidente jugoslavo) e Primo Gobelli ( italiano che dopo
essersi rifugiato in URSS si arruolò nell’ esercito comunista).
Ed in Italia?
Col Regio decreto N° 195 del 1 Maggio 1898, Umberto I sovrano del Regno d’
Italia, “battezzava” l’ ordine al Merito del lavoro, che assegnava onorificenze a
cittadini italiani, anche residenti all’estero “ che si siano resi singolarmente
benemeriti” segnalandosi nell’ agricoltura, nell’ industria, nel commercio, nell’
artigianato nell’attività creditizia. E’ un ordine ancora tutt’ oggi in vita di cui il
Presidente della Repubblica ne è a capo, ed è retto da un apposito consiglio. Ogni
anno il Ministro dell’ industria, del commercio e dell’artigianato sceglie 40
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candidati da proporre al presidente della Repubblica che ne seleziona 25 e li fregia
del titolo di cavaliere del lavoro il 1° maggio di ogni anno.
I requisiti per accedere al titolo sono: essere cittadini italiani, anche se residenti all’
estero;specchiata condotta civile e sociale, essere imprenditori, operare per 20 anni
con autonoma responsabilità ed aver compiuto gli obblighi tributari, previdenziali e
assistenziali a favore dei lavoratori. Incorre nella perdita delle onorificenze l’
insignito che se ne renda indegno.
Tra gli insigniti: Silvio Berlusconi, Giovanni Rana, Karl Zuegg, Francesco Sensi,
Corrado Passera, Cesare Romiti, Alessandro Profumo, Ernesto Illy, Antonio
d’Amato.
Sempre in Italia ma di recente istituzione è l’ Ordine al Merito della Repubblica
Italiana. Nasce con legge n° 178 del 3 Marzo 1951 e reso operativo nel 1952. Il suo
scopo è “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle
lettere, delle arti, dell’ economia e nel disimpegno di pubbliche cariche sociali,
filantropiche e umanitarie, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili
e militari”.
L’ ordine e suddiviso nei seguenti gradi onorifici: Cavaliere di Gran Croce decorato
di Gran Cordone, Cavaliere di Gran croce, Grande Ufficiale, Commendatore,
Ufficiale e Cavaliere della Repubblica. A nessuno può essere conferita, per la prima
volta, un’ onorificenza di grado superiore a quella di Cavaliere della repubblica, a
parte qualche rarissima eccezione.
Le concessioni delle onorificenze hanno luogo il 2 Giugno (ricorrenza della
fondazione della Repubblica Italiana) ed il 27 Dicembre (ricorrenza della
promulgazione della Costituzione Italiana). Non può essere insignito il Senatore o il
Deputato, nel corso del loro mandato parlamentare.
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Il Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone è la massima onorificenza
prevista dalla Repubblica Italiana, ed è di solito conferita ai Capi di Stato.
Il problema è che il merito non si riconosce soltanto con l’onorificenza, il merito va
riconosciuto e ricompensato in quelle piccole cose che non balzano agli occhi
dell’opinione pubblica. È facile premiare ci ha il merito di essere arrivato al
successo, ma è di gran lunga più difficile premiare chi ha il merito lontano dagli
obiettivi. Non si può essere invisibili agli “occhi” della meritocrazia per chi non si
mette in evidenza (anche involontaria). Il merito può essere premiato anche con
qualcosa distante da una medaglia. Già riconoscere il merito è un premio, ma la
realtà, nel mondo del lavoro, è molto distante dalla fantasia…
Spesso per trovare un lavoro nella “Repubblica fondata sul Lavoro”, abbiamo
bisogno di un parente o di un amico dell’ amico.
Non sono pochi gli articoli di giornale, le interviste, i commenti, i programmi
elettorali, le trasmissioni televisive, i forum telematici, canzoni, manifesti, libri,
congressi e quant’altro che osannano, promettono, ironizzano, commentano,
dibattono e lanciano veri e propri sos meritocratici.
Ma dov’ è il sottile confine tra la realtà e l’ orizzonte della retorica?
Si dice spesso che ogni mondo è paese, ma di sicuro non è così; in Italia la
meritocrazia è più latente che in tanti altri paesi sviluppati o occidentalizzati.
Pensiamo alla Francia, agli USA, ai Paesi scandinavi, e a tante altre nazioni che
hanno fatto della meritocrazia, o per lo meno della sua parziale applicazione, la
propria fortuna. In Italia abbiamo smesso di parlare di emigrazione e abbiamo
iniziato a fare demagogia sulla fuga di cervelli. E’ dovuta solo ad una questione
economica? Non credo.
In una realtà dove l’autoelogio supera la fantasia e gli stipendi d’oro dei manager
pubblici scavalcano la stessa produttività; dove il gancio spesso conta più delle
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nostre innumerevoli capacità, è estremamente difficile parlare di merito: è più facile
parlare della sua mancanza.
Quanti di noi credono che per fare un concorso pubblico non si può fare
affidamento esclusivamente sulle proprie capacità, che ereditare una professione
familiare sia molto più facile che guadagnarsi la propria passione lavorativa? Quanti
di noi faranno un mestiere che non abbiamo scelto per passione ma per
accessibilità? A quanti concorsi siamo stati “trombati” per far posto ad un
raccomandato?
In questa tesi sarebbe più facile fare un copia\incolla di articoli di giornali che
riuscire a capire il perché siamo predisposti alla “segnalazione”.
E’ questo il caso dell’ università di Bari e dei test truccati per l’accesso alla facoltà
di medicina. E’ assurdo che a vent’anni ci ritroviamo a cambiare le regole della
“carta” con quelle della sopravvivenza lavorativa; perché in quel caso i figli dei
medici potevano accedere a questa facoltà? Vi fareste operare da un medico che non
è bravo in quanto tale, ma solo perché è “figlio d’arte”? Non credo, anche se molti
di quei ragazzi ha dichiarato che non è giusto questo sistema, ma che in mancanza
d’ altro ci si adatta per sopravvivere. Sempre restando in ambito medico, si
potrebbero citare molteplici casi sospetti nelle ASL e nelle dirigenze ospedaliere, e
discutere sulle mobilità verticali a carriere di dirigenti medici. Un esempio è
rappresentato dall’ “insurrezione” del personale responsabile del Sant’ Orsola-
Malpighi avvenuta nel Giugno del 2002. I responsabili erano scontenti della
valutazione a cui erano stati sottoposti, sia dal personale medico, che da quello non
medico (cioè biologi, chimici, statistici, informatici), perché riguardavano una
nuova metodologia di valutazione per il passaggio di carriera.
Queste valutazioni alla fine premiarono, per la stragrande maggioranza personale
dotato di un modesto curriculum e bocciato altri con una lunga anzianità e con una