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La relazione delle figure con il paesaggio rivela ora un’intimità, un’intensità
che sconfina in una silenziosa meditazione protestante sui misteri dell’aldilà.
Queste figure solitarie, poste di fronte all’infinità dell’universo cercano un
unione mistica con la natura, cercano di fondersi con il mondo circostante
creato da Dio.
Questi dipinti hanno in comune con i dipinti astratti un analogia della
struttura formale che è il risultato di un analogia di sensibilità ed intenzione.
Lo storico dell’arte Georges Roque nel libro “che cos’è l'arte astratta?”
3
ricrea
una storia dell’ astrazione in pittura in cui, per comprendere il significato delle
opere astratte, attua una ricerca su come sia stata definita nel corso delle
epoche che hanno segnato la sua storia. Roque sostiene che l’avvento
dell’arte astratta non è riducibile alla scoperta di Kandinsky del 1912, ma la
realtà è più complessa, il dibattito sul concetto d’astrazione precede
l’emergere dell’arte astratta.
In questo saggio dunque, analizza i molteplici significati che ha assunto il
termine “astrazione”, innanzitutto interrogando gli artisti, basandosi sulla loro
produzione scritta, per analizzare cosa essi intendevano per arte astratta,
cominciando con Van Gogh e Gauguin, in quanto i due artisti si sono serviti
molto dei termini “astratto” e “astrazione”. Van Gogh
4
utilizza il termine
“astrazione” spesso in un senso psicologico, in particolare quello del
sognatore, crea la figura dell’“uomo astratto”,in cui si identifica, ne esalta le
virtù, anche se non considera questa astrazione come interamente positiva.
Per il pittore, però, l’astrazione non è solo un concetto psicologico, ma indica
anche una pratica pittorica: dipingere a memoria, senza avere il modello
sotto gli occhi. Una pittura, dunque, che non si emancipa dall’ imitazione della
natura, ma una pittura che non si basa sull’ osservazione diretta del modello;
e in questo senso la intende anche Gauguin
5
.
C’è astrazione nell’ allontanamento della natura, questo allontanamento è la
conseguenza di un procedimento artistico che consiste nel dar valore sia ai
colori che alle linee, e nel momento in cui la linea è considerata per se stessa,
e non più per quello che rappresenta, essa acquista un valore astratto.
3
G. Roque, Che cos’è l’arte astratta?, Una storia dell’astrazione in pittura (1860-1960), Donzelli, Roma 2004.
4
G. Roque, pag. 19-23.
5
G. Roque, pag. 23-27.
5
Questo dare un’importanza maggiore ai mezzi pittorici, piuttosto che la
rappresentazione della natura, è una delle critiche rivolte più frequentemente
ai pittori Fauves. Il critico Vauxcelles, sulla pittura fauves scriveva: “Spogliare
la pittura dai suoi elementi
vitali, per ridurla a un’ astrazione, vuol dire fare un lavoro da teorico,
simbolista, ma sicuramente non da pittore”
6
. I mezzi pittorici diventavano fini,
e i critici trovavano intollerabile la scelta di usare dei bei toni solo per il
piacere che essi procurano, senza preoccuparsi di ciò che suggerisce la
natura. Dunque il termine “astrazione” in quel periodo, acquistava un senso
negativo ed era usato per definire le opere nelle quali la “teoria” era
predominante rispetto la sensibilità.
Quando Guillaume Apollinaire diede la definizione del cubismo scrisse :”il
cubismo è l’ arte di dipingere delle composizioni nuove con elementi presi
non dalla realtà di visione, ma dalla realtà concepita… Ma non per questo si
dovrebbe rivolgere a questa pittura l’ accusa di intellettualismo”
7
. Dicendo ciò
Apollinaire cercava di non far ricadere il cubismo nelle accuse di essere un
arte troppo
“astratta”. Ma partendo
dalle operazioni di analisi
e di sintesi compiute
dalla coscienza che
effettuò Cezanne, che
trattava la natura
secondo il cilindro, la
sfera, il cono, il tutto
messo in prospettiva, si
arrivò alla scomposizione
analitica dell’ oggetto e
dello spazio secondo le
coordinate geometriche,
8
6
Citazione tratta da G. Roque, Che cos’è l’arte astratta?, pag. 40.
7
Citazione tratta da G. Roque, Che cos’è l’arte astratta?, pag. 52.
8
H. Matisse, La danza, 1909, olio su tela, Museo Ermitage, San Pietroburgo.
6
che diverrà la visione
razionale dei cubisti.
“Astrazione geometrica” fu la
definizione che Roger Fry
diede al cubismo, utilizzando
il termine astrazione con un
significato positivo in quanto
difensore della nuova
corrente. Questi diversi filoni
alternativi di ricerca,
interferendo con il contributo
determinante del recupero
delle culture primitive e
orientali, approdano alla
cosciente formulazione dei
due poli fondamentali dell’
arte astratta: quello lirico e
spiritualistico di Kandinsky,
fiorito in Germania, e quello
geometrico e razionalistico,
che fa capo a Malevic in
Russia e a Mondrian in
Olanda.
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Agli inizi del Novecento la
filosofia del progresso non aveva più il significato d’un tempo, non possedeva
più quel contenuto energico e realistico che avevano saputo darle pensatori
come Hobbes e Locke, un contenuto non privo di illusioni e tuttavia critico all’
interno del moto storico rivoluzionario della borghesia. In quegli anni era
diventata una filosofia conveniente, che dava una tinta di spirituale
entusiasmo alla società borghese nella sua fase di prepotente sviluppo
economico.
Ma neppure la predicazione positivista riuscì a coprire le contraddizioni che
covavano nel seno della società Europea e che presto sarebbero sfociate nel
9
P. Ricasso, Ritratto di Ambrosie Vollard, 1909-10, olio su tela, Museo Puskin, Mosca.
7
massacro della prima guerra mondiale. Filosofi, scrittori, artisti già sentivano
gli echi dei primi crolli. Essi tendevano a dimostrare la falsità del miraggio
positivistico, cercavano di romperne il liscio involucro per rilevare come,
dentro di esso, si agitassero soltanto malefiche insidie. Su questa base di
protesta e di critica, nasce l’Espressionismo, un’arte d’opposizione che si
manifesta in modi abbastanza numerosi e diversi.
Il fenomeno dell’espressionismo si manifestò soprattutto in Germania, dove il
regime imperiale di Guglielmo II accentuava tutte le moderne contraddizioni
sociali e politiche, una Germania che, accecata da un sogno di gloria e di
dominio, marciava verso la guerra.
Dall’ esigenza di sottrarsi alla volgarità, l’artista espressionista trasfigura tutto
lo spazio, si serve del grottesco e del caricaturale allo scopo di una maggiore
evidenza
accusatrice, indaga le cose nella loro essenza fino ad attingerne l’aspetto più
intimo che ne rivela il significato fondamentale anche a spese della
verosimiglianza. Monaco era un importante centro artistico tedesco, dove
convenivano da ogni parte d’Europa i giovani che intendevano dedicarsi
all’arte. Nel 1909 era sorta la Neue Kunstlervereinigung Munchen (la “Nuova
Associazione degli artisti di Monaco”) di cui presidente era stato nominato
Kandinsky stesso. Dalla scissione di questa prima associazione nacque il
Blaue Reiter (il “Cavaliere Azzurro”) fondato nel 1911 da Kandinsky e Franz
Marc. Il nome venne dall’amore di Kandinsky per l’immagine fiabesca dei
cavalieri e dalla preferenza del colore azzurro, il colore più spirituale. Il loro
espressionismo tendeva a una purificazione degli istinti, cercavano un modo
di cogliere l’ essenza spirituale della realtà, farla vibrare nell’ anima agendo su
di essa con la pura forza del colore liberato dalla figurazione naturalistica.
La rottura che nell’ovest europeo si era determinata parecchi anni prima, in
Russia si manifestò con uguale drammaticità solo dopo la rivoluzione del
1905. Nella seconda metà dell’ottocento l’Impero Russo si aprì verso
l’industrializzazione, concentrata però in poche grandi città. I pregressi quindi
interessarono solo una minima parte della popolazione, La situazione di
profonda arretratezza sia economica che sociale sfociò in una serie di
proteste, duramente represse, delle associazioni operaie rappresentate dal
partito socialdemocratico.
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Nel gennaio del 1905 esplosero violente ribellioni che costrinsero lo zar Nicola
II a concedere una Costituzione e un Parlamento. I rivoltosi si organizzarono
in un primo modello d’autogoverno popolare, i soviet. Questa rivoluzione fu
repressa duramente dallo zar che riuscì, dopo vari tentativi, ad ottenere
anche il controllo dell’assemblea parlamentare. In campo artistico prima del
1905 vi era in Russia un movimento chiamato gli “andulanti” artisti impegnati
politicamente che si occupavano di temi sociali.
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Dopo la rivolta socialista
questi artisti si rifugiarono in un mondo sognante e cominciò una fase
simbolista. In seguito gli artisti russi cominciarono a conoscere le opere
europee, cominciarono ad ispirarsi alle forme spigolose del cubismo e, dopo
un viaggio che nel 1907 Marinetti fece in Russia, accolsero il futurismo. Sia la
Russia degli anni che precedono la prima guerra mondiale, che la giovane
Repubblica Sovietica degli anni che seguono immediatamente la rivoluzione d’
ottobre del 1917 sono di certo il centro maggiore della cultura, della ricerca e
della elaborazione teorica dell’ astrattismo. Si sviluppano tre correnti
principali: il Ragismo, i cui promotori sono Michail Larionov e Natalia
Gonciarova, interessato all’ idea di raggio come fonte di luce e movimento, il
Costruttivismo teorizzato da Vladimir Tatlin, basato su un profondo impegno
per la costruzione di una nuova società, e il Suprematismo teorizzato da
Kasimir Malevic. Mentre in Russia si svolgevano le ricerche suprematiste e
costruttiviste, in Olanda dirigeva i suoi interessi in analoga direzione Piet
Mondrian che, insieme all’ amico Theo van Doesburg, teorizzava il “neo-
plasticismo” e fondava una rivista: il “De Stijl”.
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A. Bravo, A. Foa, L. Scaraffia, I nuovi fili della memoria. Uomini e donne nella storia dal 1900 a oggi, Laterza,
Roma 2003