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GLOSSARIO
Allodinia; sensazione dolorosa evocata da uno stimolo normalmente
non algogeno.
Analisi: metodo di studio che consiste nello scomporre un insieme
nelle sue componenti per esaminarle singolarmente al fine di trarre
delle conclusioni.
Ancillare: subordinato, ausiliare.
Breaktrough pain; dolore acuto che insorge in una situazione di
dolore cronico.
Burn out: viene tradotto con “bruciato”, “scoppiato” o “esaurito” e
con esso si intende un forte stato di insoddisfazione lavorativa. La
definizione data al termine è:“Sindrome caratterizzata da esaurimento
emotivo, depersonalizzazione e riduzione delle capacità personali”.
Codice deontologico: un corpo di regole che i professionisti si
autoimpongono.
Concetto: affermazioni simboliche che descrivono un fenomeno.
Costrutto: concetto derivato da una teoria che rappresenta
comportamenti non osservabili.
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GLOSSARIO
Diagnosi infermieristica: è l’individuazione di un problema reale o
potenziale di una persona, correlato con le possibili cause che lo
hanno determinato.
Dipendenza: Comparsa di sindromi specifiche all’improvvisa
sospensione del principio attivo.
Disestesia; sensazione abnorme spiacevole spontanea o provocata.
Dolore acuto: dolore di durata inferiore a 3 mesi
Dolore cronico: dolore di durata superiore a 3 mesi
Dolore cronico maligno: dolore causato da una patologia
cancerogena o correlato con essa, di durata uguale o superiore a 3
mesi.
Dolore incident: dolore provocato dai movimenti.
Equipotenza antalgica: farmaci differenti che possono avere
un’identica efficacia antalgica seppur a dosaggi diversi.
Emivita antalgica: è il tempo nel quale la potenza antalgica si
dimezza.
Effetto tetto: la dose massima, superata la quale non è più possibile
incrementare la potenza terapeutica.
Ergoterapia: processo di riapprendimento di funzioni compromesse.
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GLOSSARIO
Etica: insieme di principi o norme che regolano la condotta umana.
Indice terapeutico: è il rapporto fra la dose letale di un farmaco nel
50% dei soggetti e la dose efficace nel 50% dei soggetti.
Eutanasia: Un’azione o un’omissione che procura la morte allo scopo
di eliminare ogni sofferenza.
Eutanasia attiva : procedimento per cui si provoca attivamente la
morte del malato.
Eutanasia passiva : procedimento per cui si provoca la morte del
malato attraverso la sospensione del trattamento assistenziale.
Iperalgesia; dolore eccessivo ad uno stimolo algogeno.
Iperestesia; esagerata risposta dolorosa a stimoli nocicettivi o non
nocicettivi.
Ipoestesia; ridotta sensibilità agli stimoli.
Linguaggio del dolore: risposta comportamentale somatica, espressa
attraverso il corpo, dovuta alla percezione del dolore.
Lock-out time: tempo durante il quale l’erogazione del farmaco è
bloccata.
Misura del dolore: consiste nell’applicazione di un determinato
strumento metrico ad una specifica componente del dolore.
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GLOSSARIO
Neurolesione: distruzione irreversibile delle vie nervose a scopo
terapeutico.
Parestesie; sensazioni abnormi non dolorose
Pianificazione: processo attraverso il quale si stabilisce la priorità, gli
obiettivi, le strategie d’intervento fissando i risultati da raggiungere.
Residenze sanitarie assistenziali (RSA): strutture che ospitano per un
periodo temporaneo persone non autosufficienti, che non possono
essere assistite in casa e che necessitano di specifiche cure mediche
di più specialisti e di una complessa assistenza sanitaria.
Sistema algico: parte del sistema nervoso, centrale e periferico,
coinvolto nel dolore e nel suo controllo.
Scala dei grigi: variante della scala visivo-analogica utilizzata da
pazienti con deficit cognitivi.
STAI(State-Trait- Anxiety- Inventory): scala per il trattamento dello
stato d’ansia.
To care: prestare attenzione ai bisogni fisici, psicologici, spirituali del
paziente e il sostegno psicologico alla famiglia.
Suicidio assistito: procedimento con cui al malato sono forniti i
mezzi per porre termine alla propria esistenza in modo non doloroso.
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GLOSSARIO
Tolleranza: Adattamento biologico verso la ripetuta esposizione ad
una sostanza chimica, caratterizzata da una diminuita risposta quindi
è obbligatorio l’aumento progressivo della dose per ritrovare gli
effetti della quantità prescritta iniziale.
Tolleranza crociata: fenomeno che si instaura quando una sostanza
produce tolleranza sia per la sostanza somministrata che per altre
sostanze.
Valutazione: è quel processo attraverso il quale si accertano i
caratteri qualitativi e/o quantitativi relativi a qualcosa o a qualcuno.
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CAPITOLO I° : COSA E’ IL DOLORE___________________________________________.
CAPITOLO I°
COSA E’ IL DOLORE.
IL DOLORE NON È UNA FATALITÀ: SI PUÒ EVITARE
Il dolore è un campanello d’allarme che ci avverte che qualcosa non
va nel nostro corpo, è l’espressione di un disagio vitale,
un’alterazione dello stato di benessere.
L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore lo definisce:
“Una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva, associata ad un
effettivo o potenziale danno tissutale o in ogni modo descritta come
tale. Un’ altra definizione che rende bene l’idea è: << “Il dolore è
quello che il paziente lamenta ed esiste ogni volta che il paziente lo
avverte”>>. Non è altro ciò che al paziente fa male, è sempre
un’esperienza soggettiva ed ogni individuo apprende il significato di
tale parola attraverso le esperienze correlate ad una lesione durante i
primi anni di vita. Sicuramente si accompagna ad una componente
somatica, ma ha anche carattere spiacevole, quindi “una carica
emozionale”.
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CAPITOLO I° : COSA E’ IL DOLORE___________________________________________.
Il dolore rappresenta uno dei più grandi problemi di salute pubblica
ed è considerato dall’OMS fra le sei priorità da affrontare nel 21°
secolo.
Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente processo di
sensibilizzazione e di presa di coscienza del diritto a non soffrire. Il
dolore, in passato considerato sinonimo di sintomo, oggi invece si
ritiene una malattia.
Si può considerare UTILE se è finalizzato ad allertare il corpo sulla
presenza di stimoli, pericolosi o potenzialmente tali, presenti
nell’ambiente o nell’organismo stesso. Prima di affrontarlo e trattato
va capito, interpretato e inserito nel corretto nesso etiopatogenetico
per un adeguato, quando possibile, trattamento etiologico.
A volte la condizione patologica che provoca il dolore è nota e in
buona parte non aggredibile, il dolore è persistente nel tempo, la sua
presenza continua instaura un circolo vizioso di disturbi emotivi, e
diviene sindrome autonoma con pesante impatto sulla vita di
relazione e sugli aspetti psicologici e sociali caratteristici della
persona, assumendo connotati di sintomo INUTILE; da meccanismo
di difesa diventa d’offesa e va trattato nel modo più tempestivo e
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CAPITOLO I° : COSA E’ IL DOLORE___________________________________________.
completo possibile. In quest’ottica, assume caratteristiche qualitative
completamente diverse, che rende opportuno un approccio mentale,
culturale e professionale specifico.
Prendersi cura della persona che ha bisogno d’assistenza significa
considerare la malattia non soltanto un evento biologico, ma
un’esperienza vissuta, considerarne anche gli aspetti di sofferenza, di
dolore fisico e psicologico, per molto tempo considerati fattori
secondari, quasi un tributo necessario.
La sofferenza acuta e cronica non è inevitabile: le terapie del dolore
possono dare sollievo, contribuendo a migliorare la qualità della vita
in un determinato momento e con una distinta patologia.
Alcuni tipi di dolore si legano a situazioni di disagio nei rapporti con
gli altri: ne scaturisce una situazione che si deve riconoscere come
problema e trattarla, se necessario non solo farmacologicamente, ma
anche attraverso il to care che comprende il prestare attenzione ai
bisogni fisici, psicologici, spirituali del paziente ed il sostegno
psicologico alla famiglia.
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CAPITOLO I° : COSA E’ IL DOLORE___________________________________________.
Spesso il dolore si associa alla paura di ciò che può accadere(un
esame invasivo, un intervento chirurgico, un distacco dal proprio
ambiente di vita….).
Il dolore non fa differenza d’età, di ceto sociale, di sesso, di razza:
colpisce tutti ed ognuno. In qualsivoglia modo s’interpreta, si accetta
o rifiuta, si finalizza o si fatalizzi il dolore esiste e pur nelle forme più
impensate, rimane. Quando si cerca di minimizzare il dolore degli
altri, i segni o sintomi, dandone le solite ed abusate definizioni, si
dice, “ognuno sente il suo!”.
E’ pur vero che la facoltà del paziente di decidere liberamente di
vivere il proprio dolore o di preferirlo a qualunque, anche minimo,
effetto collaterale della terapia antalgica va rispettato, ma
ordinariamente si deve presumere che ciascuna persona, in assenza di
diversa esplicita dichiarazione, desideri essere libera da dolore e
trattata in modo tale da conseguire quanto più possibile tale
fondamentale obiettivo.
In realtà ci s’interroga su qual è il confine tra dolore come sintomo e
come malattia, su come e quando avviene questo “passaggio”, su
quali siano gli elementi necessari affinché questo mutamento
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CAPITOLO I° : ASPETTI EPIDEMIOLOGICI .
avvenga. Allo stato attuale non vi sono risposte univoche a questi
interrogativi. Il dolore richiede, quindi, una quantificazione ed una
valutazione obiettiva ed accurata e rende indispensabile un
inquadramento diagnostico di segni e sintomi. A differenza della
maggior parte delle malattie, è poi necessario che il trattamento del
dolore si fondi sui meccanismi patogenetici che lo determinano,
piuttosto che su fattori causali.
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI DEL DOLORE
I dati più precisi provengono dagli USA dove le assicurazioni ci
affermano che 70.000.000 (settanta milioni) di persone soffrono di
dolore cronico, le stime mondiali ritengono che il 10% della
popolazione mondiale soffre di dolore cronico e l1,1% della
popolazione mondiale è resa invalida a causa del dolore. Molti
pazienti affetti da tumore, avvertono dolore fin dall’inizio della
malattia, il 70% dei pazienti affetti da tumore arrivano alla fine della
malattia con dolore, spesso di grave entità circa il 20%.
Possiamo affermare che molte persone muoiono nel dolore e ancora
di più vivono nel dolore.
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CAPITOLO I° : ASPETTI EPIDEMIOLOGICI .
• Nel mondo 17 milioni di persone sono affette da tumore e i decessi
si quantificano in circa 7 milioni l’anno.
• Inoltre il 30-70% dei pazienti oncologici presenta due o più dolori
importanti, in sedi diverse ed il 60% manifesta un “breakthrough
pain”. A Modena e provincia i dati sono poco confortanti vista l’alta
incidenza di tumori e vista la grande industrializzazione del
territorio che purtroppo aggrava l’incidenza di malattie croniche e
tumori e quindi sindromi dolorose.
Studi epidemiologici sul dolore nell’anziano riportano che dal 25 al
50% degli anziani non istituzionalizzati riferisce importanti
manifestazioni di dolore. La sintomatologia dolorosa interessa anche
tra il 45 e lo 80% dei residenti in Residenze Sanitarie
Assistenziali(RSA), dove spesso risulta sottotrattata. Un’indagine
telefonica condotta negli USA ha riportato che uno su cinque anziani
(18%) assume farmaci analgesici più volte la settimana e che ben il
63% è in terapia da più di 6 mesi. Il 45% degli anziani che
assumevano tali farmaci aveva consultato, a causa del dolore, almeno
tre medici nei tre anni precedenti, il 79% dei quali erano medici di
medicina generale.
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CAPITOLO I° : CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE .
Gli studi di prevalenza effettuati negli Stati Uniti, in Canada, in
Inghilterra e in Olanda, indicano che la percentuale di malati con
dolore durante il ricovero varia dal 45% al 79%. Questi risultati,
confermati in Italia da una ricerca realizzata negli ospedali della
Liguria al momento della rilevazione il 40% dei malati aveva dolore,
di cui il 56.6% nelle ultime ventiquattro ore, e di questi il 61% e il
29% rispettivamente avevano un’intensità massima e media superiore
a cinque su una scala da zero a dieci. Questi dati sono preoccupanti,
se assumiamo il controllo del dolore come un indicatore di qualità
delle cure.
CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE
IN BASE AL CRITERIO DEL TEMPO D’INSORGENZA
Acuto; che dura fino a 3 mesi, ha lo scopo di avvisare e di
promuovere alcune reazioni organiche di difesa, generalmente pronte
e fugaci, le quali interessano prevalentemente il sistema nervoso di
relazione e hanno per scopo l’allontanamento della causa dolorosa e
lo smorzamento del dolore. Nella gran maggioranza dei casi è una
risposta ad uno stimolo dannoso e rappresenta un segnale d’allarme
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CAPITOLO I° : CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE .
che contribuisce alla protezione dell’organismo assolvendo una
finalità biologica.
Come il dolore acuto, anche quello cronico, di durata superiore a 3
mesi, promuove reazioni organiche orientate verso e contro la causa
algogena, si svolgono, però, per un tempo maggiore e sono più lente.
Queste reazioni interessano prevalentemente il sistema nervoso
vegetativo e l’apparato neuroendocrino e hanno lo scopo di
combattere il processo patologico che si accompagna alla
sintomatologia dolorosa, più che la sua causa o la stessa percezione
dolorosa. Il dolore cronico è un patogeno, poiché capace esso stesso
di provocare un processo patologico, non ha alcuna funzione utile ed
è soltanto deleterio per l’organismo, è da considerare quindi una
malattia. È generalmente accettato che la persistenza del dolore
contribuisce per se a trasformarne i meccanismi iniziali. Un dolore,
causato inizialmente da un insulto fisico, per esempio un trauma, può
essere mantenuto da fattori secondari: neurofisiologici (tracce
mnesiche), psicologici e comportamentali (disturbi del sonno,
depressione…).