4
E’ di primaria importanza oggi una conoscenza dei processi cognitivi indotti dai
media, intendendo come tali gli odierni mezzi di comunicazione (televisione, radio,
telefoni cellulari, internet, etc).
Il medium è un prodotto estremamente sofisticato e complesso, perché non tocca tanto
la materialità dell’essere umano, quanto piuttosto si insinua attraverso i suoi canali
percettivi, depositandosi all’interno della mente
4
, in quanto prodotto
dall’immaginazione di singoli individui e della comunità.
L’equilibrio tra l’acquisizione del messaggio e la sua elaborazione e risposta è
estremamente sottile. Ai due poli del processo comunicativo abbiamo i soggetti
produttori, che elaborano e ‘realizzano’ le idee, e i soggetti recettori. Allo stesso
modo si può parlare di emittente che, attraverso un mezzo, comunica e trasmette il
messaggio al recettore. L’uso sempre più largo e diffuso della tecnologia implica
l’interattività come valore aggiunto, ossia l’effettiva capacità di risposta da parte
dell’utente (feed-back).
Jeremy Rifkin, a sottolineare questo concetto, ha definito la nostra società ‘era
dell’accesso’
5
, poiché in questa epoca si è reso possibile che i cittadini accedano e
fruiscano delle opportunità di informazione, partecipazione e iniziativa in tutti i campi
del sapere e della conoscenza. Non ultima, ma determinante nota positiva di questo
processo oggi in atto, è il fatto che anche gli strati sociali meno abbienti abbiano, in
questo senso, le medesime opportunità.
Nota negativa è invece il fatto che gli esseri umani corrano il rischio di
diventare dei meri ‘accessori’, servomeccanismi della macchina
6
. (Come appare con
tutta evidenza ogni volta che ci troviamo incapsulati in un ingorgo e il nostro
problema non è quello di liberare noi stessi, potremmo andarcene a piedi, ma di non
abbandonare il mezzo). I media consolidano immagini ricorrenti che appartengono
all’immaginario collettivo, inteso in senso Junghiano come repertorio di simboli,
fantasie, miti, mode e percezioni comuni. Questo viene a sua volta alimentato dal
4
Op.c., p.18.
5
J. RIFKIN, The age of access, Tarcher-Putnam, New York, 2002;
ed. italiana Mondatori, Milano 2000.
6
G. GAMALERI, L’impresa radiotelevisiva, Ed. Ex Libris 1997, p. 8.
5
fenomeno dell’implosione, concetto mutuato da Marshall McLuhan,che consiste
nell’introiezione di messaggi che penetrano attraverso i meccanismi subliminali dei
canali elettronici a cui siamo esposti, senza una vera elaborazione da parte delle
persone.
Si viene così a delineare l’Iperuranio, universo mentale dell’uomo
contemporaneo, che non riesce più a discernere quanto sia frutto di una sua personale
elaborazione e quanto invece derivato dalle pressioni mediatiche provenienti
dall’esterno. Sarebbe d’altro canto auspicabile un feed-back da parte del recettore-
fruitore del messaggio comunicativo: la capacità cioè di rispondere al messaggio con
autonomia e consapevolezza, avviando un dialogo con la fonte o emittente
7
.
Caratteristica più importante della società dell’Informazione, il fatto che la mente
domini la materia, con una conseguente smaterializzazione dell’economia
8
, dalla
produzione al consumo. Quest’ultimo infatti riguarda sempre più l’universo
simbolico, perché i desideri e le esigenze del consumatore riguardano sempre più la
mente e l’interazione sociale. La produzione di conseguenza impiega sempre più
risorse immateriali per offrire al cliente il prodotto o servizio. Conoscenze e relazioni
acquisiscono un ruolo decisivo nella produzione di valore per il cliente e nella
creazione di un vantaggio per il produttore.
Esempio più che evidente dei processi messi in atto dall’ economia della
comunicazione il fatto che, nel mondo della televisione, siano soprattutto le idee ad
essere tutelate e ricercate, molto più delle persone che le realizzano. Con la
rivoluzione del digitale, che consiste in una compressione del segnale da 4 a 10 volte
superiore rispetto a quello analogico, la trasmissione dei dati è altrettanto superiore:
ne conseguono ingenti risparmi di tempo e una maggiore qualità dell’immagine.
Questo implica un’offerta di informazione estremamente vasta e diversificata, la tv
digitale moltiplica le possibilità espressive, offrendo una ampia scelta di canali
tematici.
7
G. GAMALERI, La fabbrica dell’immaginario, Ed. Kappa, Roma
2004, p.22.
8
Op.c., p.51.
6
L’offerta necessariamente è quindi sempre più caratterizzata da una specializzazione
sempre più mirata per generi, target e gruppi di interesse.
Le fasi di realizzazioni di un programma televisivo sono molteplici, con i
connessi aspetti organizzativi. In una emittente televisiva la produzione trasforma le
idee e i progetti della redazione in trasmissioni, occupandosi dell’organizzazione
delle riprese (anche di quelle cosiddette esterne e del montaggio), degli aspetti
economici e di quelli tecnologici, che rientrano nella lavorazione di un prodotto.
9
La
redazione diviene così una sorta di ‘fucina delle idee’ dove i programmi vengono
curati dal punto di vista dei contenuti. A seconda del genere di trasmissione è
composta da giornalisti o autori, affiancati da segretarie; nei programmi di
intrattenimento la divisione dei ruoli è meno rigida: autori, artisti ed elementi della
produzione, registi e produttori lavorano a stretto contatto con reciproci scambi di
compiti e mansioni.
10
Nel nostro lavoro andremo ad analizzare quali siano nel dettaglio i meccanismi e i
processi della produzione del cinema e della televisione, soffermandoci in particolare
su quanto concerne la ‘macchina selettiva’ dei protagonisti e delle comparse
(generici o più semplicemente definiti pubblico o spettatori) che popolano il piccolo
ed il grande schermo, senza peraltro trascurare il mondo della pubblicità.
9
A. GRASSO, Enciclopedia della televisione,Garzanti Milano 2003,
p.559.
10
Op. c., p.605.
7
CAP 1 - I RUOLI DELLA PRODUZIONE
1.1 La convergenza produttiva
“Le conoscenze e le relazioni hanno acquisito un ruolo decisivo nella produzione di
valore per il cliente e nella creazione di un vantaggio competitivo per il produttore.
L’economia dell’immateriale produce, scambia, consuma prodotti virtuali che
possono poi essere convertiti e associati ad una esperienza fisica, materiale. La
virtualità è il regno del possibile, del reversibile, del replicabile nello spazio e nel
tempo, attraverso la conoscenza
11
.
La rivoluzione digitale è il fattore determinante e trainante della rapida
evoluzione che, nel campo dei media e della telecomunicazione, caratterizza oggi la
nostra società. Da un punto di vista tecnico-pratico il segnale da trasmettere è stato
tradotto in codice binario, scomponendolo durante la trasmissione e ricomponendolo
durante la ricezione.
Aldo Moro nel riferirsi al mondo politico utilizzò l’espressione ‘convergenze
parallele’. Oggi nel campo della comunicazione possiamo a pieno titolo parlare di
‘parallele convergenti’
12
: mezzi e processi che in precedenza avevano campi d’azione
diversi l’uno dall’altro si trovano ad essere improvvisamente sovrapposti, televisione
e telecomunicazioni sono legati a doppio filo dal punto di vista dei canali di
trasmissione e sotto il profilo economico – imprenditoriale denominato ‘new
economy’; insieme all’editoria, all’elettronica e ad Internet in tutte le sue
applicazioni. I media (mezzi di comunicazione), con l’avvento delle tecnologie
digitali, tendono ad una convergenza produttiva sempre più marcata, oltre che
all’unificazione dei linguaggi,
13
favorendone sempre più l’integrazione.
Le immagini sintetiche in movimento, riprodotte sullo schermo di internet o su
quello televisivo sono gli aspetti della realtà virtuale che più ci toccano
quotidianamente. La loro ideazione, produzione e distribuzione costituiscono oggi un
11
G. GAMALERI, La fabbrica dell’immaginario, Ed. Kappa, Roma 2004, p.51.
12
G. GAMALERI, L’impresa radiotelevisiva, Ed. Ex libris, p.55.
13
G. GAMALERI, La fabbrica dell’immaginario, Ed. Kappa, Roma
2004, p.23 e 58.
8
settore di fondamentale importanza economica e sociale, un ponte tra gli apparati del
cinema e della televisione e la new economy.
14
La riproduzione digitale dei supporti
in un numero illimitato di esemplari e la loro distribuzione attraverso cavo e satellite
(reti di telecomunicazione) richiedono contenuti sempre più ricercati. Abbiamo oggi a
disposizione centinaia di canali televisivi tematici, che trasmettono incessantemente,
24 ore su 24, in un panorama caratterizzato da proposte sempre più competitive. Si
rende quindi necessario costruire nuovi contenuti, con caratteristiche brillanti e
formati diversi, (come il corto, il videoclip, lo spot o la sigla televisiva), caratterizzati
sempre più dall’uso di effetti speciali, musiche, colori.
La fornitura dei contenuti da parte di chi dispone di una rete di diffusione (ad
esempio una piattaforma digitale per la tv o un portale internet) o content providing
costituisce un settore competitivo del tutto nuovo. In controtendenza rispetto al
produrre all’interno della struttura i contenuti che poi questa avrebbe utilizzato
(l’azienda Rai), oggi si tende a separare il net working, o fornitura di connessione, dal
content providing, la produzione dei materiali da distribuire sulle reti.
Anche i settori della produzione e della post-produzione dei programmi si
trovano oggi a coincidere, per quanto riguarda gli effetti elettronici (sigle televisive,
cinema, stampa, etc). Stiamo passando oggi dal trattamento al trasferimento delle
immagini, ossia dalla sua applicazione al campo della produzione a quello della
diffusione dei programmi. Già dagli anni ’90-’92 gli industriali americani di
televisione, telecomunicazioni e informatica hanno concordato l’adozione di uno
standard numerico ad alta definizione in alternativa al sistema HD-Mac, che ha avuto
poi effetto anche su altre applicazioni, facilitando la trasmissione di ogni tipo di dati.
Viene così introdotto sul mercato un nuovo linguaggio, integrato, flessibile e
soprattutto universale. Per la tv si comincia così ad utilizzare il sistema MPEG2, che
elimina le vecchie barriere di questo settore, legate ai vecchi strumenti e programmi.
La digitalizzazione ha portato alla moltiplicazione delle reti televisive, (oltre al
miglioramento della qualità dei segnali), con importanti effetti sul piano economico,
14
E. MENDUNI, A.CATOLFI, Le professioni del video, Ed…, p7.
9
consentendo economie di larga scala, oltre che sul piano politico e culturale,
implicando l’allargamento dei soggetti in gioco.
Mediante il trattamento informatico dell’immagine e la sua successiva compressione,
l’offerta dei programmi sugli stessi canali aumenta esponenzialmente (da 4 a 10
volte), con un enorme risparmio sull’affitto di un canale (ad ex. Satellitare)
15
.
A partire dalla formulazione dei primi palinsesti, si assiste oggi ad una totale
commistione dei generi, da cui la denominazione di tv generalista, in opposizione a
quella tematica (suddivisa e compartimentata per aree di interesse); un’unica
trasmissione può quindi contenere elementi educativi, di informazione e di
intrattenimento. E’ possibile tuttavia individuare alcune categorie di programmi,
prima fra tutte di informazione, che comprendono notiziari e rubriche di
approfondimento, di intrattenimento (varietà e talk-show), programmi culturali
(documentari e concerti), fiction, animazioni, tv movie, sceneggiati e infine i film
prodotti per la sala e successivamente diffusi in tv.
16
L’offerta dei prodotti tv diviene così estremamente ricca e diversificata, il che
comporta una fruizione nuova e più matura da parte dello spettatore. Possiamo parlare
di una progressiva ‘soggettivizzazione d’uso’ dei media, se non propriamente di un
uso più consapevole del cittadino del proprio tempo libero, almeno di una scelta più
consapevole del tempo da dedicare, dal programma da scegliere col telecomando,
districandosi tra le varie offerte e segnando una chiara tendenza a creare un
‘palinsesto personale’
17
.
La combinazione della dialettica tra soggetto utilizzatore e industria dei media
trovano attuazione nel contesto del mercato, caratterizzato purtroppo da una lotta per
la sopravvivenza del più forte, mentre sarebbe, al contrario auspicabile l’esistenza di
un reale pluralismo che desse voce ai differenti soggetti. In Italia ad oggi le tendenze
dominanti sono state da un lato quella di lasciare la situazione non regolamentata da
leggi o normative, dall’altro quella di instaurare un vero e proprio totalitarismo
statalista, che ha creato per i cittadini una situazione di controllo e di asfissia. Come
scrive Baudrillard:
15
G. GAMALERI, L’impresa radiotelevisiva, Ed. Ex libris, p. 57.
16
S. DI LEO, I mestieri della televisione, Ed cineteca, p.79.
17
G. GAMALERI, L’impresa radiotelevisiva, Ed. Ex libris, p.58.
10
“Bisognerebbe parlare della luce fredda della televisione, del motivo per cui è
inoffensiva per l’immaginazione (compresa quella dei bambini), perché non veicola
più alcun immaginario, e questo per il semplice motivo che ‘non è più un’immagine’;
bisogna contrapporla al cinema, dotato ancora (ma sempre meno perché sempre più
contaminato dalla televisione) di un intenso immaginario – perché è un’immagine.
Vale a dire non solo uno schermo e una forma visiva, ma un ‘mito’, una cosa che ha
ancora a che fare con il doppio, il fantasma, lo specchio, il sogno, ecc. Niente di tutto
questo nell’immagine ‘televisiva’ , che non suggerisce niente, che magnetizza, che è
solo uno schermo, o che addirittura non lo è affatto: un terminale miniaturizzato che,
in realtà, si trova immediatamente nella vostra testa – voi siete lo schermo, e la
televisione vi guarda, - ne transistorizza tutti i neuroni e si srotola, gira come un
nastro magnetico – un nastro, non un’immagine’
18
.
E ancora, a proposito degli inganni insiti nella società dell’immaginario:
“Seduzione/simulacro: la comunicazione e il sociale funzionano allo stesso modo in
un circuito chiuso, che raddoppia attraverso i segni una realtà introvabile. E il
contratto sociale è divenuto un patto di simulazione, suggellato dai media e
dall’informazione. Del resto, nessuno si lascia più ingannare: l’informazione viene
vissuta come ‘atmosfera’ come servizio, come ologramma del sociale. E una sorta di
simulazione inversa risponde tra le masse a questa simulazione di senso: alla
dissuasione si risponde con la disaffezione, alla lusinga dei vari specchietti per le
allodole si risponde con una credenza enigmatica. Il tutto circola e può creare
l’effetto di una seduzione in atto. Ma qui la seduzione non ha più senso di quanto ne
abbia il resto: il termine non fa che connotare questa sorte di adesione ludica a
un’informazione simulata, e di pregnanza tattile dei modelli”.
Andiamo adesso ad analizzare più nello specifico ciò che concerne i
meccanismi di produzione nel campo della produzione televisiva e cinematografica.
18
BAUDRILLARD J., Della Seduzione, Se srl, Milano 1997, pgg. 168 - 169.