Premessa
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multicampata sull’ Arno a sud di
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d’arte. Per il materiale si è scelto di privilegiare soluzioni in cemento armato che
rispetto all’acciaio presentano sicuramente un maggiore spessore ma hanno tuttavia
molti vantaggi sia in termini di costo della costruzione che di semplicità di
realizzazione (si richiedono maestranze con un minore livello di specializzazione).
Il lavoro di progettazione di un ponte si articola in fasi diverse che portano alla
definizione delle diverse parti della struttura per passi successivi, questo
procedimento è ben descritto dal diagramma a blocchi qui riportato.
0.2. Descrizione generale della variante
L’opera di attraversamento descritta in questa tesi rientra all’interno del progetto
esecutivo variante alla S.R. 69 da Levane a San Giovanni Valdarno con raccordo al
casello di Valdarno dell’Autosole, redatto dall’A.T.I. NET Engineering e Carlos
Fernandez Casado, su incarico della Provincia di Arezzo. Il Progetto Esecutivo
recepisce e sviluppa il tracciato stradale in un unico lotto funzionale che si estende
da Levane (località Cimitero) a San Giovanni Valdarno (località Acquaviva).
In base all’ipotesi progettuale approvata, il tracciato del lotto unico funzionale si
sviluppa dal raccordo alla S.R. 69, in corrispondenza della rotatoria della Variante
sud di Levane, sino all’attraversamento del fiume Arno in comune di Montevarchi. Lo
sviluppo plano-altimetrico del tracciato è stato svolto tenendo conto delle normative
vigenti per la progettazione stradale e con l’obiettivo di risolvere le problematiche
presenti e successive. In particolare sono state debitamente considerate la possibilità
di un allargamento a tre corsie della sede autostradale dal lato opposto all’Arno (in
accordo con le indicazioni ricevute dalla Società Autostrade e dalle Autorità
competenti per il fiume Arno). L’opera d’arte all’interno della variante è il ponte sul
Fiume Arno, progettato dallo studio Carlos Fernandez Casado di Madrid. In dettaglio
il ponte è caratterizzato da due campate centrali con archi inclinati che sorreggono
l’impalcato (costituito da traversi in acciaio con soletta in c.a.) e da campate laterali in
numero sufficiente per garantire la permeabilità stradale e idraulica in sinistra Arno, e
per sovrappassare l’autostrada e non interferire con il pendio in frana in destra Arno.
Dal punto di vista sismico tracciato di progetto interessa principalmente tre Comuni
Premessa
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della zona ovest della Provincia di Arezzo. In base nell’Ordinanza n° 3274 del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 20/03/03, il territorio del comune di San
Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini sono annoverati in zona 2 mentre il
comune di Montevarchi in zona 3.
1.Descrizione del sito e scelte progettuali
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CAPITOLO 1. DESCRIZIONE DEL SITO E SCELTE PROGETTUALI
1.1. Descrizione dell’opera vincitrice dell’appalto
L’ubicazione delle pile e la definizione delle luci delle campate principali e di quelle
d’accesso al ponte si adattano al meglio alla struttura e alla sezione dell’alveo del
fiume oltre a garantire la corretta intersezione con l’autostrada A1. Il ponte progettato
ha lunghezza totale di 495 m; le due campate principali in alveo del fiume hanno
rispettivamente luci di 110 m e 77 m. In sinistra Arno saranno realizzate tre campate
di luce 30 m e una di luce 25 m, che consentono di ottenere una zona sottostante
ampia e permeabile sia dal punto di vista idraulico che paesaggistico; la distribuzione
delle luci verrà poi modificata per adattare le condizioni al contorno alla nuova
tipologia di opera realizzata.
Fig. 1-1 Render della soluzione proposta da F.Casado
1.Descrizione del sito e scelte progettuali
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La piste ciclabili che dal ponte scendono al piano campagna saranno raccordate con
le opere previste per le casse di espansione nell’ambito della realizzazione delle
stesse. In destra Arno verrà realizzata una campata di 48 m, che sovrappassa
l’autostrada del Sole, 4 da 30 m e una finale da 25 m. La campata di luce 48 m è
stata dimensionata considerando l’ipotesi di allargamento a tre corsie della sede
autostradale esistente in rilevato.Le campate laterali sono state prolungate per
contenere l’interferenza con l’adiacente versante in condizioni di instabilità
geotecnica e per limitare l’altezza massima del rilevato della rampa a circa 4 m,
considerate le caratteristiche meccaniche dei terreni di posa dello stesso.
Le campate principali sono composte da due archi superiori posizionati su due piani
inclinati uniti in prossimità della chiave dell’arco e collegati da traversi intermedi.
Questi archi sostengono l’impalcato mediante tiranti disposti ogni 10 m e traversi
inferiori con passo 5 m.L’effetto visivo che i due archi inclinati consecutivi hanno sia
sui conducenti dei veicoli che sui pedoni è un riferimento importante entrando a
Montevarchi.
Fig. 1-2 Vista laterale del render della solzione di F.Casado
1.Descrizione del sito e scelte progettuali
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Questa forma avvolgente della struttura non produce nessuna interruzione visuale nè
paesaggistica considerata la snellezza degli elementi strutturali e la presenza dei
tiranti ben distanziati. Gli archi portanti delle due campate maggiori sono in acciaio.
La distanza tra i due archi, in corrispondenza dell’impalcato è di circa 21 m; l’altezza
del punto di unione dei due archi rispetto al piano stradale è di 12,90 m. Gli archi
sorreggono l’impalcato costituito da traversi in acciaio di altezza 1.15 m disposti ad
interasse di 5 m, che si appoggiano sulle travi laterali inferiori a cassone di altezza
1.90 m e larghezza 0.80 m. Completa l’impalcato una soletta di calcestruzzo che
sarà gettata con l’ausilio di una lastra tipo “predalles”.
La sezione trasversale del ponte sarà costituita dalla stessa sezione dell’asse
principale (tipo C1 - strada extraurbana secondaria) con larghezza 10.50 m allargata
per la formazione di una pista ciclabile a senso unico, su entrambi i lati del ponte,
larga 1.50 m e da marciapiedi esterni anch’essi larghi 1.50 m. La sezione
dell’impalcato, in corrispondenza delle rimanenti campate, si realizza con una
struttura in acciaio a cassone estesa a tutta la larghezza con spessore 1.40 m. La
piattaforma di calcestruzzo ha una larghezza di 17.60 m, eccetto che per le 2 ultime
campate che si allargano fino a 21.10 m, per tenere conto della presenza
dell’allargamento della sezione stradale dovuta alla corsia di immissione dello
svincolo sulla SP11, in corrispondenza della spalla Nord.
Fig. 1-3 Render della soluzione proposta da F.Casado
Per eliminare la possibilità di scalzamento delle fondazioni durante eventuali piene
del fiume, è stato previsto per le pile in alveo un doppio strato di rivestimento con
1.Descrizione del sito e scelte progettuali
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massi ciclopici non gelivi, collegati tra di loro mediante fune in acciaio e tasselli di
ancoraggio. Per accedere all’area golenale lato autostrada, realizzare le fondazioni e
montare gli elementi strutturali del ponte è necessario usufruire di un
attraversamento provvisorio del fiume Arno; esso è stato studiato in questa fase
progettuale in relazione alle quote di magra e ai frequenti rilasci della diga di Levane
(gestita dall’Enel) per garantire una sufficiente sicurezza alle lavorazioni che sono in
dettaglio sviluppate nei specifici capitoli di progetto.
Fig. 1-4 Render della soluzione di F.Casado
Fig. 1-5 Sezione della sede stradale in corrispondenza dell'opera d'arte
1.Descrizione del sito e scelte progettuali
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1.2. Esame delle diverse soluzioni progettuali
1.2.1. Descrizione delle diverse soluzioni progettuali
Passiamo adesso ad esaminare le diverse soluzioni possibili in modo da ricercare la
migliore soluzione. Date le caratteristiche della strada, che non prevede la
separazione delle due corsie di marcia, si eliminano già in fase preliminare tutte
quelle soluzioni che prevedono una separazione delle corsie di marcia in modo da
ridurre la minimo le dimensioni trasversali dell’impalcato.
Se consideriamo anche il costo come parametro per la scelta dello schema migliore
possiamo dire che non c’è una formula semplice per calcolare in una fase
preliminare il costo di un’opera di questo tipo dato il grande numero dei parametri
che entrano in gioco. E’ stata condotta una approfondita ricerca della tipologia
strutturale e della distribuzione delle luci più appropriata avendo come fine i punti
sotto elencati:
• ridurre al minimo l’ingombro in alveo e quindi il rischio idraulico ;
• massima economia;
• minore impatto paesaggistico;
• minore impatto sulle aree circostanti;
• garantire il minimo franco richiesto dall’ANAS per il passaggio dei veicoli sopra la
sede dell’autostrada considerando anche la previsione del futuro allargamento
dell’ A1;
In base alle indicazioni progettuali riportate nei documenti forniti dalla provincia
possiamo vedere come si preveda la realizzazione di un rilevato da cui parte un
viadotto che si collega al ponte centrale per poi terminare in una rampa in viadotto
che si ricollega alla viabilità esistente. Non si prendono in considerazione neanche in
fase preliminare le soluzioni che prevedono uno schema di trave appoggiata in
quanto non adatte a questa tipologia di ponti di grande luce perché porterebbero a
spessori di impalcato troppo grandi e incompatibili con l’idea di progetto che
volgiamo realizzare ( ponte con elementi snelli che turbi poco la visione del
paesaggio circostante). Le opzioni prese in considerazione sono le seguenti:
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I. Realizzazione di un ponte ad arco a via inferiore con impalcato sospeso con una
sola campata . La prima soluzione prevede di coprire la luce di 187 m tra gli assi
delle due pile estreme della soluzione scelta con un solo arco. Questa soluzione ci
consente di ridurre lo spessore dell’impalcato del ponte a circa 1.50 m. Esempi di
progetti realizzati:
Fig. 1-6 a sinistra Puente La Barqueta ; Fig. 1-7 a destra Puente Lusitania
Il punto debole di questa soluzione risulta essere l’altezza in chiave dell’arco che
data l’elevata luce aumenta l’impatto ambientale dell’opera; si stima per confronto
con ponti simili l’altezza dell’impalcato in circa 30 m. Il valore della freccia del ponte
ricavato dal confronto con ponti che hanno circa la stessa luce e struttura lo
possiamo stimare in circa 30 m anche se il valore della freccia ottenuto per
estrapolazione dei dati geometrici del progetto di Casado ci portano a trovare una
luce molto minore di circa 22 m.
1.Descrizione del sito e scelte progettuali
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Fig. 1-8 Soluzione ad arco unico proposta
II. Realizzazione di un ponte ad arco a via inferiore con impalcato sospeso su due
campate . La realizzazione di questa soluzione ci permette di limitare l’altezza della
struttura dell’arco ma impone la realizzazione di una pila in alveo da valutare con
attenzione per l’aumento del rischio idraulico. Questa soluzione probabilmente
rappresenta il miglior compromesso sia da un punto di vista ambientale che di
riduzione dei costi. La riduzione della luce libera permette infatti di diminuire
notevolmente la profondità dell’arco a fronte di un piccolo ingombro in alveo che
pur aumentando il livello di piena non crea problemi in quanto il livello
dell’impalcato è molto più alto di quello della piena duecentennale.
Fig. 1-9 Soluzione a doppio arco proposta
III. Realizzazione di un ponte strallato con uno o due piloni.
Per quanto riguarda lo studio delle soluzioni strallate diciamo che queste già da una
fase preliminare risultano essere incompatibili con le condizioni ambientali al
contorno data l’altezza prevista per le pile. Date le nozioni teoriche circa l’inclinazione
minima per l’efficienza dei cavi possiamo stimare almeno in prima approssimazione
l’altezza necessaria per le pile sopra l’impalcato sarà di circa 42 m. Lo spessore
dell’impalcato lo possiamo stimare secondo quanto riportato nei libri come 0.01 -
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0.005 della luce nel caso i impalcati in cemento armato e circa 1,5 volte più piccolo
nel caso di impalcati in acciaio; diciamo quindi che nel caso in esame lo spessore
dell’impalcato che supponiamo in c.a. sarà 1.5 m.
Fig. 1-10,1-11,1-12,1-13 Alcuni esempi di ponti strallati con uno o due piloni. In basso a destra si
riporta anche una soluzione strallata multicampata che poi è la tipologia scelta per la soluzione del
problema in esame
Inoltre per la soluzione con un unico pilone centrale si osserva che il posizionamento
di questo grosso ostacolo in alveo contrasta con quelle che sono le nostre idee e le
indicazioni della normativa che, in particolare, in una zona con un rischio idraulico
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cosi elavato consigliano di limitare la presenza di ostacoli in alveo. Decidiamo in fase
preliminare di orientarci su una soluzione strallata multicampata diverse dalle
soluzioni classiche in questo modo riducendo la luce delle campate possiamo ridurre
l’altezza delle pile e quindi l’impatto ambientale dell’opera. Descriveremo in seguito le
caratteristiche di questa soluzione nel dettaglio.
Fig. 1-14 Soluzione strallata con due piloni proposta
1.2.2. Valutazione dell’impatto ambientale
Nella concezione delle opere strutturali di attraversamento si presenta generalmente
il problema del loro inserimento nell’ambiente senza che questo ne venga turbato o
compromesso, ovvero il problema dell’impatto ambientale. L’area interessata
dall’opera ha le caratteristiche tipiche della collina toscnana appare quindi chiaro sin
da subito come la soluzione progettuale debba conformarsi alle esigenze ambientali
e di tutela paesaggistica ; il paesaggio deve rimanere il centro dell’attenzione
dell’utente e quindi una sovrastruttura emergente e massiccia comporterebbe un
rilevamente impatto ambientale e un’errata percezione dell’opera da parte degli
utenti.
Si è partiti da un’idea progettuale di un’opera di attraversamento che non preveda
pile di sostegno nel fiume in modo da scavalcarne con un'unica luce l'intero alveo.
Per minimizzare l’impatto ambientale si è adottata una soluzione che conciliasse la
massima trasparenza dell’opera con un felice ed armonico disegno prospettico. Altro
fattore tenuto in considerazione è stato quello di minimizzare l’altezza del sistema di
sospensione in modo da non creare contrasti di forme con il paesaggio circostante
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prettamente pianeggiante con sfondi collinari con pendenze particolarmente
morbide.
Si è così giunti ad una soluzione ad arco su più campate che rispetto a soluzioni
strallate convenzionali non necessita di antenne e sistemi di sospensione che nella
maggioranza dei casi necessitano di altezze che risulterebbero fuori scala con il
contesto territoriale.
Con riferimento all’impatto visivo, questa soluzione comporta la realizzazione di una
struttura che, nella parte più alta è posta a circa 25.0 ml sul livello dell’impalcato.
Tale aspetto, certamente negativo, è mitigato rispetto alla soluzione originale di
Casado da alcuni fattori positivi quali che la struttura si presenta molto leggera con
gli elementi strutturali di sezione estremamente ridotta che non costituiscono
barriera visiva consentendo la visuale attraverso lo stesso manufatto e può essere
realizzata per conci successivi in modo evitare l’utilizzo di sostegni provvisori in
alveo previsti invece per la soluzione originale;
Con riferimento all’impatto paesaggistico, la maggior parte degli impatti negativi si
avrà durante la fase di cantiere ed è legata all’occupazione di spazi per materiali,
attrezzature, dal movimento delle macchine operatrici, dai lavori di trivellazione e di
getto, dall’emissione di polveri, rumori etc.
Possono tuttavia essere adottate misure precauzionali di diversa natura idonee ad
annullare o mitigare tali impatti negativi (bagnatura dei cumuli, posizionamento delle
infrastrutture cantieristiche, stoccaggio dei materiali in aree di minore accessibilità
visiva etc.). tali impatti sono comunque reversibili e contingenti in qu
anto legati tutti all’attività di costruzione.
1.3. Descrizione delle opere nelle zone vicine
Per non realizzare un’opera che possa stonare all’interno del contesto in cui è
inserite si deve avere un’idea anche solo sulla tipologia delle opere nelle zone
limitrofe e sulle loro caratteristiche in modo da poter operare una scelta consapevole
sotto ogni punto di vista.