predomino nel deserto.
Una volta conquistato il Sahara, la Francia cercò di consolidare il suo potere attraverso una politica
coloniale che venne affidata a comandanti di prestigio come il generale Laperrine.
L’indipendenza concessa negli anni sessanta non migliorò la condizione delle popolazioni, al
contrario essi passarono sotto un dominio più severo e repressivo, che insieme alle ripetute siccità,
mise a dura prova la sopravvivenza degli uomini blu.
Le politiche di marginalizzazione e sedentarizzazione forzata, attuate dai nuovi governi, portarono
allo scoppio delle rivolte che imperversarono in Niger e Mali negli anni novanta.
Oggi, dopo una serie di accordi firmati dai governi e i ribelli, si è giunti ad una “apparente”
pacificazione, ma la situazione rimane difficile; per questo molte associazioni non governative
stanno operando per aiutare questa popolazione, che vive in condizioni non certo favorevoli, a
svilupparsi sempre nel rispetto e nella tutela della loro unicità culturale.
Con questa tesi vorrei provare a rispondere principalmente a tre quesiti.
1) È possibile parlare di una nazione tuareg? Le ambizioni e le richieste formulate dai tuareg in
particolare negli anni novanta a proposito, sono legittime e hanno delle basi storiche? .
2) Per quale motivo i tuareg sono rimasti esclusi dai posti decisionali e ai margini della società?.
3) Perché gli aiuti dati in favore di queste popolazioni vengono dirottati dai governi e non arrivano
al destinatario? C’è forse in questo un desiderio di rivincita dei nuovi governanti nei confronti di
una minoranza che un tempo era la padrona del deserto e i “neri “ erano i suoi schiavi?.
Scrivere la storia dei tuareg non è stato semplice, perché questo popolo ha una cultura orale, che si
trasmette di generazione in generazione, e la loro storia è stata scritta da altri, in particolare dai
francesi.
Le ricerche sono state effettuate anche a Parigi presso la Biblioteca Mitterand e a Londra presso la
S.O.A.S ( School of Oriental and African Studies).
7
CAPITOLO 1
La società tuareg: storia e organizzazione sociale
1.1 Le confederazioni tuareg
Figura 1: le confederazioni Kel Tamacheq precoloniali.
Il termine Tuareg deriva dalla parola araba Twāreg, plurale di Targi, tratto da Targa, nome della
provincia libica del Fezzan, dove si pensava fossero stanziati i primi Berberi giunti in Africa del
Nord. Il vocabolo berbero twāreg è stato reso per convenzione in francese con touareg e in inglese
con tuareg e viene utilizzato in modo invariabile per rendere sia il singolare che il plurale o
8
concordato al plurale aggiungendo una esse e al femminile con touaregue(s)1.
Tuareg è un termine dispregiativo, coniato dagli arabi e significa “abbandonati da Dio”.
I leggendari uomini del Sahara preferiscono chiamarsi Imohag, che significa uomini liberi.
Le denominazioni endogene si riferiscono alla lingua e/o alle regioni di provenienza, quindi Kel
Tamahaq o Kel Ahaggar, in Algeria; Kel Tamasheq in Mali; Kel Aïr o Kel Tamajaq in Niger; “quelli
della lingua tamahaq/tamasheq/tamajaq2”.
La realizzazione fonetica del termine, infatti, cambia per i locutori, secondo le regioni: se Tamajaq è
in uso presso le popolazioni Tuareg del Niger, in Mali diventa Tamasheq e in Algeria Tamahaq3 .
I tuareg sono conosciuti in occidente come “uomini blu” dal velo blu indaco che indossano, che
colora di blu la loro pelle.
Sono un popolo nomade, vengono descritti come alti, fieri e taciturni, con un fisico secco,
muscoloso e sono ospitali verso lo straniero.
Oggi i tuareg sono divisi in cinque grandi gruppi ripartiti in cinque paesi dell’area sahariana, nel sud
del Maghreb, in Algeria, Libia, nel Sahel del Niger, Mali, Burkina Faso.
Sono organizzati in confederazioni, ciascuna comprende circa cento tribù più o meno assoggettate
ad uno stesso capo.
In rapporto all’immensità del loro paese, i tuareg non sono un popolo prolifico, circa 1.000.000 di
persone, di cui 800.000 in Mali e Niger e 20.000 nella regione dell’Hoggar.
Da est a ovest si possono suddividere in questo modo:
- I KEL AJJER, che prendono il nome dal massiccio montuoso del Tassili degli Ajjer, sono ripartiti
tra Libia e Algeria.
- I KEL AHAGGAR, IHAGGAREN, o tuareg dell’Hoggar, sono strettamente algerini e gravitano
attorno al massiccio dell’Hoggar. L’Hoggar è una regione montagnosa, un massiccio le cui estremità
sono costituite dalle città di Gadames, Timbuctù e Agades. In un territorio di circa un milione di
chilometri quadrati, percorso da sei piste carovaniere, vivono duecentomila tuareg nomadi, il solo
popolo autoctono del Sahara centrale.
- I KEL AIR, il cui territorio è il massiccio dell’Air e le pianure saharo-saheliane a sud di esso. Essi
sono nigerini con espansione in Nigeria e anche in Ciad. Tra i tuareg, questi sono i più strettamente
incrociati e la principale divisione interna è tra Kel Ewi, che si trovano nella zona del massiccio e i
1
Encyclopedie de l’islam, Leiden Brill, 2002, tomo X, voce Tawarik, p. 408.
2
D. Gersi, La dernière grande aventure des touaregs, Editions Lafont, Paris, 1972, p. 236.
3
M. Aghal i -Zakara, Elements de morphosintaxe touaregue , Centre de Recherches
Berbères/GETIC, Parigi , 1996.
9
Kel Gress, che stanno a sud di Agadez , nella zona pianeggiante.
- Gli IULLIMMIDEN o Oullimmiden, stabilitesi da Bamba a Menaka, con due ramificazioni,una
nell’Azawak nigeriano(dipartimento di Tahoua e di Niamey) e l’altro, a Terà (Niger), sulla riva
destra del fiume Niger e nell’Oudalan (nel Burkina Faso).
Da essi si sono distaccati i Kel Dinnik e i Kel Adrar, i primi nomadizzavano nella zona a est del
massiccio, fino a Tahoua. Gli altri, conosciuti come Kel Ifoghas, stanziano nella zona del massiccio
conosciuto come Adrar degli Ifoghas.
Inoltre vi sono a nord dell’Algeria e a sud del Mali i Kel Tamajaq, la cui espansione è stata
contenuta da altri nomadi del Sahara come i kunte, marocchini e altri.
- I TENGUEREGUIF stabilitisi nella zona di Timbuctù, noti anche come tuareg sudanesi o del sud4.
I principali luoghi di incontro sono In-Salah e Aoulef nel Tademat; Eker, Silet, Ideles, Tamanrasset
in Hoggar; Polignac Djanet e Ghat nel Tassili; Iferrouane e Agades nell’Air, Tahoua nel Sahara del
Niger5.
Le cinque confederazioni non erano unite da alcun legame politico stabile, anche se erano frequenti
le intese militari se si dovevano difendere da un nemico comune o dall’attacco di altre tribù.
Solo in concomitanza dell’arrivo dei francesi si ebbero alleanze tra intere confederazioni, ma non si
giunse a un’unificazione dell’insieme Tuareg, infatti il loro temperamento anarchico ha fatto si che
essi non abbiano mai costituito una sola nazione, nonostante si attribuiscano una stessa origine.
La società tuareg ha una struttura complessa e stratificata, che ricorda la società feudale.
Essa comprende:
- L’amenokal, scelto all’interno della tribù dominante, fra gli aventi diritto alla successione6 ,
rappresenta il capo politico della confederazione. Egli è il detentore dell’ettebel, che significa
confederazione7, simboleggiante il comando e la sovranità sulla totalità dei suoi dipendenti.
L’amenokal nella lingua tuareg significa possessore del paese. Egli é il sovrano assoluto, il titolo è
ereditario e alla sua morte passa al fratello, altrimenti in mancanza del fratello passa a un cugino, al
4
A.Gaudio,Uomini blu,il dramma dei tuareg tra storia e futuro, Edizioni cultura della pace, Firenze, 1993, p. 37.
5
A. Gaudio, Les civilisations du Sahara, Marabut Universite’,Belgio, 1967, p. 63.
6
I l d i r i t to d’accesso al comando sembra t rasmet ters i per via matr i l ineare, nonostante le
incongruenze regis t rate da autori come J . Nicolaisen (1962) o H. Lhote. (1955), che
regis t rano casi di aménokal aff i l ia t i per via pat r i l ineare.
7
Il termine, di origine araba (da tobol,tamburo),indica sia il tamburo del comando,unica insegna del capo del
gruppo,sia il titolo del capo stesso, nonché il gruppo sotto il suo comando. Il tamburo del comando,come segno di
potere,è d’uso comune nel mondo arabo.attualmente lo si trova in uso presso molte popolazioni
africane,probabilmente in seguito alla diffusione dell’islam. Si veda H.Lhote , Les touaregs de Hoggar, Payot,
Parigi, 1955, p.191.
10
terzo grado invece passa al figlio primogenito della sorella primogenita8. Nell’Hoggar questo titolo
è conferito al capo supremo regnante su un insieme di tribù nobili e vassalle; mentre nel Mali
talvolta è riferito a semplici capi di accampamenti.
L’amenokal è eletto attraverso complicate e severe regole di successione e in virtù delle sue
personali doti, da un’assemblea comprendente tutti gli esponenti nobili, o una loro rappresentanza, e
dai capi delle tribù vassalle. In seguito all’elezione riceve l’omaggio delle tribù subordinate, che
consiste in pelli, sale, cereali, burro e cammelli.
Le carovane che attraversano il suo territorio devono pagare all’amenokal un tributo, e anche le
famiglie nobili devono offrire dei tributi al sovrano. Una volta eletto può essere sollevato dalla
carica sia dai nobili, sia per richiesta dei tributari9 .
L’effettivo potere esercitato dall’amenokal è di difficile definizione, è possibile che la reale portata
delle sue funzioni, nominalmente deboli, potesse essere ampliata dal prestigio personale di colui che
occupava la carica.
Come tutti gli altri nobili l’amenokal possiede degli scudieri che devono portare la sua lunga lancia
e il suo scudo rettangolare.Questi non garantiscono una vita sicura al loro amenokal e neanche un
trono sicuro; infatti se dimostra di avere poco coraggio ed è incapace di governare può essere
deposto e sostituito da un capo più popolare.
L’ amenokal vive in mezzo a intrighi di corte e deve fare sempre attenzione se vuole salvaguardare
il suo trono.
I suoi ordini non sono diretti ma passano attraverso gli amghar, capi tribù che spesso non rispettano
i suoi interessi10.
L’amenokal è comandante nella guerra, mentre nei periodi di pace arbitra i conflitti tra tribù, quando
si tratta di terre da pascolare o animali rubati.
Essenzialmente, la sua autorità sembra esercitarsi in tre diversi ambiti: egli può decidere ed
organizzare razzie, guidare i suoi nelle lotte contro gli altri gruppi, ma per tutte le questioni più
importanti (dichiarazioni di guerra ad altri gruppi), deve consultarsi con alcuni rappresentanti delle
tribù ad esso sottoposte;
Per quanto riguarda il territorio, sembra fosse l’amenokal stesso a decidere dell’attribuzione delle
porzioni territoriali (essenzialmente pascoli, ma anche aree di caccia o da cui è possibile ricavare
una qualche altra risorsa, come semi o bacche) alle diverse tribù che compongono l’Ettebel, e a
risolvere conflitti e litigi che da essa potevano derivare. Inoltre egli può decidere della tutela di aree
8
Jeremy Keenan , The Tuareg “people of Ahaggar”, A. Lane London, 1977, p.63.
9
H. Lhote, op. cit., p.189.
10
H.Lhote, op.cit., p. 189.
11
eccessivamente sfruttate oppure in cui la pioggia aveva fatto crescere il manto erboso, per
proteggere i germogli. In caso di mancato rispetto delle sue disposizioni, poteva esigere il
pagamento di un’ammenda1 1 .
Infine percepisce tasse e tributi annuali dai suoi tributari (tiwsé); una percentuale dei bottini di
razzie e guerre, il tributo annuale degli imghad della sua tribù, pretendendo, in alcune
confederazioni, una parte della taggalt (prezzo della sposa) per ogni matrimonio, oppure una parte
dell’eredità alla morte di ogni tributario; impone dazi sul passaggio di carovane sul suo territorio. I
beni così raccolti sono generalmente ridistribuiti fra i nobili e gli individui sprovvisti di mezzi di
sussistenza (sottoforma d’elemosine “pie”, prestiti e doni) all’interno del suo Ettebel.
La tenda dell’Amenokal, è formata da una decina di paletti di due metri di altezza, l’interno spazioso
occupa circa una trentina di metri; vi sono selle, mortai per pestare miglio e datteri, tappeti, corna di
montone dove è conservato il burro, e un grosso tamburo, il tobol che è il simbolo della dignità
regale, che viene suonato solo in determinate circostanze: quando inizia una guerra o si deve
firmare un trattato di pace oppure quando il re amministra la giustizia. Il tobol ha una forma
semisferica, viene scavato in un tronco d’albero e ricoperto di pelle di bue; da esso prende il nome
l’amenokal e la sua tribù12.
Essere privato del tobol è il più grande oltraggio che un capo possa subire e costituisce un’offesa al
suo prestigio, in particolare quando viene sottratto da un nemico.
Il primo amenokal di cui si abbia conoscenza storica precisa, fu Goma, amenokal dell’Hoggar,
morto nel 1650, le cui origini risalirebbero alla leggenda di Tin Hinan. Dopo Goma si susseguirono
11 amenokal fino ad arrivare a Bey Ag Akhamouk, che ha regnato dal 1950 fino alla sua morte
avvenuta nel 1977. Egli è stato vicepresidente del parlamento algerino fino alla soppressione del
parlamento nel 1965. Egli fu comunque considerato amenokal fino al 1969, poi si ritirò ad Abalessa
nel suo accampamento dove era considerato il capo spirituale dei tuareg. Alla sua morte la figura
dell’amenokal fu cancellata13.
- L’Amghar n tawshit (l’anziano della tribù) è il capo tribù eletto da un’assemblea composta dai
membri della tribù stessa. L’ amghar fa da intermediario tra l’amenokal e la tribù, regolando le
dispute non gravi, facendo da esattore e stabilendo le zone di pascolo.
In alcuni ettebel la sua elezione deve essere accettata dall’amenokal, almeno nel caso dell’elezione
del capo di tribù particolarmente importanti, mentre in altri, la vita politica interna alla tribù gode di
un’ampia autonomia nei confronti del potere dell’amenokal o, in generale, dei nobili.
11
A. Rybiński , “Pastoral Nomads and Conservat ion of the Natural Environment . Elements of
Ecological Consciousness among the Tuaregs”, in Hemisphèresn. 5 ,1988, pp. 45-61.
12
A. Bourgeot, Les sociétés touaregues, nomadisme, identité.resistances, Karthala, Paris, 1995, p. 344.
13
A.Gaudio, Uomini Blu…op. cit., p. 121.
12
Se Casajus (1987) parla di una carica nata essenzialmente con il colonialismo, e connessa alla
raccolta delle imposte14, H. Lhote (1955) attribuisce all’amghar altri poteri. Innanzi tutto un ruolo di
mediatore tra l’amenokal e la gente del suo gruppo: trasmissione degli ordini, raccolta del tributo
annuale, ecc. Inoltre egli deciderebbe delle porzioni di pascolo da attribuire ad ogni accampamento,
regolando i conflitti tra gli allevatori ed imponendo la difesa di aree fragili.
- Gli Imajeghan, chiamati anche ihaggaran o imouhar nell’Hoggar, formano il gruppo dominante
dell’Ettebel. Essi sono per la maggior parte bianchi; aristocratici e galanti con le donne. Detengono
il potere politico, infatti è al loro interno che viene individuato il lignaggio (i Kel ettebel, “quelli del
tamburo”), possessore del diritto d’accesso all’amenokalato, ossia alla direzione dell’Ettebel15.
Gli imajeghan sono per lo più guerrieri, possiedono un cospicuo numero di cammelli, nonché orti
presso le oasi, di cui non si occupano quasi mai direttamente. La principale attività degli imajeghan,
da cui deriva la preminenza politica, consiste essenzialmente nelle guerre e nelle razzie. Per essi
dedicarsi ad attività che non siano la guerra o il saccheggio sarebbe come perdere la propria dignità,
infatti disprezzano il lavoro manuale e questo ha portato al loro progressivo impoverimento.
La maggior parte delle attività di sostentamento viene svolta dagli schiavi neri, gli iklan, acquistati
dai mercanti arabi o catturati nel corso delle razzie dirette contro i villagi delle tribù sedentarie o
contro tribù appartenenti ad altri Ettebel.
I saccheggi contro le tribù vicine consistono nel furto di bestiame, schiavi e altri oggetti di valore.
Questa pratica è assai diffusa, in particolare nella stagione secca, quando lo stato dei pascoli obbliga
la dispersione delle tende ed è considerata un’istituzione con proprie leggi e principi.
Le guerre sono più rare e spesso nascono da contestazioni riguardo all’uso dei pascoli, da rivalità
commerciali, politiche o da questioni di predominio, tra tribù nobili.
Gli imajeghan godono della supremazia politica proprio perché hanno la preminenza nell’attività
guerriera; sono gli unici in possesso delle cavalcature, i soli capaci di condurre gli assalti contro
altri accampamenti e infine sono gli unici ad assicurare protezione dall’attacco di altre tribù
guerriere .
- Gli imghad sono essenzialmente pastori. Essi non sono autorizzati a possedere delle capre, ma
posseggono dei cammelli, anche se questo divieto, che ad esempio si segue presso i Kel Ahaggar,
non riguarda tutte le confederazioni.
La loro posizione sociale fu molto discussa, secondo Duveyrier, possono essere considerati dei servi
in quanto sono soggetti a servitù e fanno parte dell’eredità degli imajeghan, che in cambio
14
D. Casajus, La tente dans la solitude. La societé et les morts chez les touaregs kel Ferwan, Cambridge University
Press, Edition de la Maison des sciences de l’Homme, Paris, 1987, p. 59.
15
A. Deschamps, Rivolte touaregue , Du cessez le feu provissoire a la << paix definitive>>, Hamarttan, Paris, 2000,
p. 139.
13
assicurano loro protezione; secondo Padre de Foucauld, invece il termine imghad possiederebbe la
stessa radice del verbo meghed, il cui significato è “essere vassallo, plebeo”, infatti l’imghad non è
un vero e proprio servo, ma nella scala sociale si può collocare tra il servo e il vassallo, più vicino a
quest’ultimo16.
Sono organizzati, dal punto di vista politico, in tribù di cui eleggono il capo, secondo regole
matriarcali17.
Le tribù nobili non interferiscono nell’amministrazione degli affari interni e spesso alcuni imghad si
riuniscono con gli imajeghan per eleggere l’amenokal. Gli imghad possono possedere degli schiavi,
iklan.
Gli ineslimen rappresentano la classe religiosa e hanno il compito di insegnare il corano ai bambini,
ma ignorano, generalmente, l’arabo.
La loro importanza varia a seconda della confederazione d’appartenenza; in alcune confederazioni
non formano una classe vera e propria e sono considerati allo stesso livello degli imajeghan e i
matrimoni tra i due gruppi vengono accettati.
- Gli enaden formano la classe degli artigiani, lavorano il metallo, il cuoio e il legno. Essi si trovano
nel gradino più basso tra gli uomini liberi e sono disprezzati perché lavorano manualmente e non
hanno principi morali.Vengono mantenuti dal signore per cui lavorano ed esercitano spesso il
mestiere di barbieri e chirurghi comprese le estrazioni dentarie18. Sono temuti per i loro supposti
poteri magici, in quanto posseggono talismani potenti e per lavorare i metalli utilizzano il fuoco19.
Spesso vivono presso gli accampamenti degli imajeghan o degli imghad, senza costituire tribù
distinte. In genere i loro accampamenti non sono costituiti da più di due famiglie o se sono integrati
con altre categorie sociali, vivono un po’ ai margini. Essi parlano un dialetto diverso dagli altri
tuareg, il tenet, che non è comprensibile agli altri gruppi e si dice che discendano da popolazioni
nere esterne al mondo tuareg.
- Gli iklan sono gli schiavi, catturati durante le razzie o comprati dai mercanti arabi di Timbuctù.
Essi potevano essere di proprietà di ciascuna delle altre caste20. Si occupano delle attività
domestiche nell’accampamento, della manutenzione e foratura dei pozzi, della cura degli orti, della
custodia del gregge e i loro bambini crescono insieme ai figli del padrone. Possono essere assimilati
a un bene patrimoniale e quindi far parte della taggalt, il prezzo della sposa pagato al momento del
16
Padre de Foucauld, Dictionnaire abregé Tuareg-Francais, Imprimerie Nazionale, Paris, 1920, tomo II, p. 163.
17
Secondo E.Bernus il capo tribù non è una figura tradizionale, ma la sua istituzione la avrebbero ereditata
dall’amministrazione coloniale francese,che aveva istituito una figura che faceva da mediatore per la riscossione
delle imposte. E.Bernus,Touaregs Nigeriens, Unitè culturelle et diversitè regionale d’un peuple pasteur,
L’Harmattan, vol.1, Paris, p. 77.
18
H.Lhote,op.cit., p. 207.
19
H.Lhote,op.cit., p. 208.
20
Enciclopedie de l’islam, op. cit., p.406.
14
matrimonio o rappresentare l’alkhabus, un lascito patrimoniale che un fratello ancora in vita dà alla
sorella.
Lo schiavo è considerato fondamentale per la produzione, anche perché svolge lavori manuali
considerati poco dignitosi dagli imajeghan. L’iklan appartiene alla tribù del suo proprietario ed è
estraneo alla vita politica.
- Gli harratini sono i coltivatori sedentari di etnia nera, provenienti dal Touat e dal Tidikelt. Le terre
di proprietà dei tuareg vengono fatte coltivare dagli iklan, ma soprattutto, a mezzadria, dagli
harratini e dagli iborelliten, iklan liberati. Ai mezzadri i proprietari tuareg forniscono sementi,
acqua, attrezzi, trattenendosi i quattro quinti del raccolto.
I tuareg che vivono nell’Hoggar, nel Tassili e dell’Air conservano il loro modo di vivere antico,
ricco di tradizioni millenarie.
Secondo il pensiero tuareg, “nessun essere, nessun oggetto, saprebbe esistere senza la protezione di
un rifugio”21, per un nomade la tenda rappresenta quindi il cuore dello spazio abitato, in opposizione
al ténéré, il deserto sterile, che non permette la vita né degli uomini, né dei loro animali, e all’essuf,
lo spazio selvaggio abitato da spiriti malevoli.
Le tende (ehan) possono avere una forma diversa secondo l’area di costruzione: generalmente
tondeggianti, sono costruite dalle donne montando una sorta d’intelaiatura di pali e supporti
verticali o ad archetti, ricoperte da un velario di 30-40 pelli di capra cucite fra di loro ed
impermeabilizzate e rese resistenti al sole grazie a burro ed ocra rossa.
Tra gli accampamenti non esistono frontiere nette, solo dal colore delle tende si possono distinguere
i due gruppi; quelli dell’est hanno le tende giallo, bruno e bianche e quelli dell’ovest delle tende
nere e rosse.
La tenda è piantata in modo che si possa dormire con la testa verso l’est in direzione della mecca; è
composta da una sola famiglia e ognuno dei coniugi ha una parte per sè, la parte a nord è dell’uomo,
mentre quella a sud è della donna22. L’uomo sistema nel suo angolo la sella del cammello, le armi e
lo zaino delle selle, mentre la donna appende ai picchetti il suo sacco, che contiene i vestiti e gli
effetti personali e un sacco contenente i viveri di riserva e le stoviglie di cucina di cui lei è
responsabile.
Solo l’amenokal possiede un letto, mentre gli altri dormono su una o due pelli di montone cucite
insieme.
Davanti a ogni tenda si trova un focolare composto di solito da tre pietre che non serve per cucinare
ma per riscaldare. Quando il sole tramonta si riuniscono intorno al fuoco e gli anziani raccoltano
2 1
22
Enciclopedie de l’islam, op. cit., p.407.
15
delle storie ai più giovani, bevendo del thè23 .
L’accampamento è poi completato dalla costruzione di recinti per gli animali fabbricati utilizzando i
rami di acacia: di forma tondeggiante possono essere suddivisi in due parti per consentire il ricovero
separato di animali adulti e capi non ancora svezzati. Quando l’accampamento si deve spostare
spetta alla donna organizzare i bagagli e il loro trasporto. Solo i nobili viaggiano sui cammelli.
Durante gli spostamenti i tuareg non portano tutto con loro, ma ognuno porta un sacco sufficiente
per sopravvivere qualche settimana, il resto viene nascosto sulle roccie delle montagne in luoghi
difficilmente accessibili, conosciuti solo dai componenti della tribù.
Per quanto concerne l’alimentazione, la carne ha un ruolo importante, anche se viene mangiata in
occasioni particolari, mentre il cous-cous viene preparato solo per le feste, poiché nel quotidiano si
nutrono del latte e dei suoi derivati, di miglio; anche i datteri sono importanti nell’alimentazione
tuareg, invece il latte intero è un lusso riservato alle madri che allattano e ai malati.
I tuareg sono degli allevatori ed il cammello è sicuramente di estrema importanza, è il loro aiuto
quotidiano, serve da stallone, è un segno di ricchezza, perché fornisce dai 3 ai 5 litri di latte al
giorno, da dote alla donna nobile. Vi è poi il cammello mehari, cammello veloce dal pelo chiaro,
che fu usato anche dai colonizzatori.
Esso ha progressivamente sostituito il cavallo, la cui esistenza era resa difficile dal clima.
Il tuareg passa la gran parte della sua vita nel deserto, e il cammello gli permette di spostarsi con
grande facilità; dal cammello bruno prende il latte, la lana e medicamenti, in quanto l’urina viene
usata come disinfettante, inoltre il cammello nero sopporta un carico fino a 250 chili.
Un’altra caratteristica fondamentale dell’economia tuareg era il commercio carovaniero, attraverso
il quale venivano trasportati verso il sud sale, piante medicinali e pelli per ricevere in cambio
miglio, sorgo e vestiti. Le carovane, già nel Medioevo, contribuivano notevolmente
all’ampliamento della sfera d’influenza dei diversi gruppi tuareg. I tuareg, offrivano ai
commercianti una certa sicurezza durante gli spostamenti e, facendo da guida alle carovane
attraverso il loro territorio, avevano in cambio il pagamento di una tassa che costituiva un
supplemento all’economia pastorale. Spesso il passaggio di una carovana straniera nel territorio di
un Ettebel rappresentava l’occasione per riaffermare il controllo degli imajeghan sul territorio. Per
mantenere l’importante traffico, essi avevano installato nella regione sudanese un’infrastruttura
commerciale, collegata dall’altra parte del Sahara, alle oasi di Ghat e Gadames24.
23
H.Lhote, op.cit., p. 257.
24
D. Casajus, op. cit., p. 62.
16