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legale e finanziario, veri e propri mafia-managers, cercano in tutto il mondo i
punti di “minore resistenza” e tendono ad investire, o almeno a far
transitare, i propri soldi in quei paesi che presentano legislazioni di
contrasto lacunose o addirittura prive di legislazione antiriciclaggio. Proprio
per questi motivi, l’esistenza di centri offshore, che non solo evitano di
penalizzare il riciclaggio, ma mancano anche di qualsiasi legislazione
efficace di controllo sulle società commerciali e sui sistemi bancari,
costituisce una minaccia per tutte le altre nazioni: il passaggio attraverso
una società o una banca di questi paesi rende estremamente difficoltosa la
ricostruzione dell’origine del denaro.
A seguito del perfezionarsi delle tecniche di politica antiriciclaggio, le
organizzazioni criminali si sono rivolte anche ad Internet per riciclare la
sempre crescente massa di capitali illeciti. In questo settore la criminalità
non teme l'azione di contrasto poiché non esistono ancora norme in
materia. Attraverso Internet vengono offerti servizi d’ogni genere che vanno
dall'apertura di depositi bancari, tramite i quali si ottengono libretti al
portatore elettronici, alla possibilità di acquisire banche offshore, le così
dette "banche in vetrina"; dall'offerta di servizi d’ogni genere da parte di
compagnie finanziarie collocate presso istituzioni offshore. Nel momento in
cui il riciclatore utilizza la rete Internet, riduce la forza della legislazione
antiriciclaggio, poiché, materialmente, il sito non compie nulla d’illegale,
poiché offre semplicemente servizi finanziari, senza essere informato
dell'eventuale origine illecita dei capitali investiti. Allo stesso tempo, il reato
non potrà essere imputato nemmeno all'intermediario finanziario, che
gestisce conti o carte di credito anonimi, in quanto non ha nulla a che fare
con i clienti che acquistano i suoi servizi on line. Le organizzazioni, sulla
base di tali presupposti, ricorrono ad Internet sfruttando il "denaro
elettronico" e la "moneta elettronica", infatti, tali strumenti, non avendo
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nessun supporto materiale, garantiscono sia l'anonimato dei soggetti
coinvolti, che una più semplice e veloce circolazione dei capitali.
L’industria dell'illecito gestisce così un potere economico , politico,
sociale senza dubbio superiore a quanto s’immagini, poiché esso è andato
estendendosi nei settori più diversificati della vita associata. Di qui la
difficoltà oggettiva dell’identificazione dell'origine criminosa di un’attività
economica esteriormente del tutto legale e che da essa si differenzia per
l'illiceità occulta diretta alla finalizzazione dell'attività attraverso
concorsualità di rapporti interni ed esterni. In modo sempre più invasivo
l'economia legale viene intaccata dall'organizzazione del crimine tanto da
determinare effetti disastrosi riguardo alla concorrenzialità dei mercati e la
stabilità della struttura dei tassi. In un contesto così complesso, poiché la
liquidità d’origine illecita non può essere né spesa né reinvestita prima di
venire ripulita, l'operazione di riciclaggio assume un ruolo di fondamentale
importanza .
La fase di riciclaggio rappresenta il momento cruciale di contatto fra
attori illegittimi e legittimi; colpirla con tempestività significa eliminare la
possibilità d’investimenti illegali, evitare inquinamenti pericolosi
all'economia, operare per un futuro economico migliore e più equo. Allo
scopo sono necessari gli sforzi congiunti d’organismi internazionali e
nazionali, delle imprese, del sistema finanziario stesso, dei cittadini, e, in
primis, del legislatore.
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CAPITOLO I
IL RICICLAGGIO DEI CAPITALI ILLECITI
SOMMARIO: 1.1 Quadro generale sul riciclaggio. – 1.2 Il ruolo degli intermediari - 1.3
L’intermediario inconsapevole ed il rischio riciclaggio; l’intermediario inquinato ed il rischio
riciclaggio
1.1 Quadro generale sul riciclaggio
Di recente si è sviluppata una particolare attenzione ai temi finanziari legati
all’analisi economica della criminalità, finora completamente assente nel
panorama internazionale. Il riciclaggio di denaro proveniente da azioni
illegali rappresenta uno dei più gravi fenomeni criminali nel mercato
finanziario ed è un settore di specifico interesse per la criminalità
organizzata. Esso costituisce un fattore di forte inquinamento per l'intero
sistema economico: il reinvestimento dei proventi illeciti in attività legali e la
presenza d’operatori e d’organismi economici collusi con la criminalità,
alterano profondamente i meccanismi di mercato, riducono l'efficienza e la
correttezza dell'attività finanziaria, indeboliscono lo stesso sistema
economico.
1
La globalizzazione dell'attività finanziaria e il rapido sviluppo delle
tecnologie dell'informazione aprono nuove opportunità operative e
possibilità di crescita dell'economia, ma aumentano nel contempo i rischi
d’inquinamento connessi con il riciclaggio di capitali illeciti. Alla complessità
e pericolosità del fenomeno gli intermediari devono rispondere in modo
responsabile, dedicando maggiore attenzione agli strumenti di contrasto,
nella consapevolezza che la ricerca della redditività e dell'efficienza va
coniugata con la tutela continua ed efficace dell'integrità della struttura
1
Donato L , Masciandaro D. (2001) Moneta, Banca, Finanza. Gli abusi del mercato, ULRICO
HOEPLI, Milano.
7
aziendale. Per comprendere la relazione esistente tra la tipicità dell’industria
bancaria e finanziaria e la vulnerabilità all’illecito, occorre partire da una
visione delle peculiarità delle funzioni svolte dall’intermediazione finanziaria,
rispetto ad altre attività economiche.
Essi soddisfano essenzialmente tre bisogni ricorrenti dei diversi operatori
economici:
ι ridurre i costi delle transazioni, in termini di capacità dimensionali e di
raccolta delle informazioni;
ι ridurre il rischio;
ι coordinare le diverse preferenze temporali.
Gli intermediari finanziari, riducendo complessivamente i costi delle
transazioni per gli agenti economici, migliorano le capacità di quest’ultimi di
allocare le proprie scelte d’allocazione del potere d’acquisto in termini di
consumo, risparmio ed investimento. Gli intermediari finiscono così per
animare un’industria in cui i servizi offerti e venduti sono intrinsecamente
immateriali, con un contenuto informativo che è nello stesso tempo elevato
e non distribuito uniformemente tra tutti i partecipanti al mercato.
Le diversità delle caratteristiche degli operatori vengono così
conosciute e coordinate dalle imprese finanziarie, attraverso l’offerta e la
vendita dei propri servizi, e proprio attraverso la gestione e l’accrescimento
del proprio patrimonio informativo ciascun intermediario persegue la
massimizzazione del profitto. Per cui le imprese finanziarie finiscono per
connotarsi per un patrimonio informativo maggiore, diverso e peculiare
rispetto a tutte le altre.
L’industria finanziaria finisce per distinguersi, rispetto alla vulnerabilità agli
atti illeciti, per due caratteristiche fondamentali:
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ι un elevato grado d’asimmetria informativa, poiché gli scambi vengono
coordinati e gestiti da operatori specializzati;
ι una posizione privilegiata di tali intermediari;
Passando all’analisi degli specifici reati di natura finanziaria, particolare
importanza è stata data al fenomeno del riciclaggio dei capitali illeciti, infatti,
lo svolgimento di una qualunque attività illegale può dover far fronte ad una
categoria di costi di transazione, legati al fatto che l’utilizzo dei proventi
aumenti la probabilità di scoperta del reato e quindi d’incriminazione. Tali
costi di transazione possono essere minimizzati da un’efficace azione di
riciclaggio, attività la cui funzione economica principale è proprio quella di
trasformare potere d’acquisto potenziale in effettivo.
Chi soddisfa la domanda di ripulitura originata dai costi di transazione
legati ai ricavi d’attività illegali e criminali?
Esiste in generale una funzionalità degli intermediari bancari e
finanziari all’attività di riciclaggio, a prescindere dalla loro consapevolezza.
Un ruolo particolare viene svolto dalle banche, intermediari contrassegnati
dall’offrire contemporaneamente contratti di deposito e contratti di credito.
La banca emerge così come intermediario speciale, in quanto sia i suoi
contratti di debito che quelli di credito le consentono notevoli economie di
scala e di diversificazione nella gestione delle informazioni, perciò essa
diviene, una depositaria d’informazioni riservate, sia sui beneficiari dei
prestiti che sugli utilizzatori dei servizi di pagamento. La gestione dei
pagamenti, inoltre pone le banche in una posizione cruciale rispetto alle
finalità d’occultamento, esso sarà tanto più efficiente quanto più minimizza i
costi che gli operatori affrontano per trasformare le proprie scelte potenziali
d’allocazione del potere d’acquisto in scelte effettive. Ma tale sistema può
essere un veicolo potenzialmente ottimale ed efficiente per trasformare il
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potere d’acquisto potenziale dei proventi illeciti in potere d’acquisto effettivo,
quindi assolvere in modo efficace funzioni di riciclaggio.
In altri termini la gestione dei pagamenti ha un valore positivo per la
società legale, in quanto la agevola nella scelta delle allocazioni delle
risorse; tuttavia, può risultare rilevante anche per i soggetti illegali, i quali
sono alla ricerca non solo di abbattere i costi di transizione, ma soprattutto
di minimizzare i rischi di scoperta, quindi i rischi delle sanzioni e delle
punizioni.
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L’analisi economica del riciclaggio non può non partire da una sua
specifica definizione economica, che ne mette in luce le caratteristiche
fondamentali:
ι l’illegalità, in quanto l’attività di riciclaggio riguarda qualunque
provento originato da azioni criminali o illegali;
ι l’occultamento, poiché lo scopo primario di tale attività è quella di
occultare l’origine illecita di tali proventi;
ι la specificità, in quanto l’attività di riciclaggio viene posta in atto
utilizzando uno o più intermediari finanziari o bancari, il cui
atteggiamento può essere passivo o inconsapevole, attivo o
consapevole.
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Si ha un’operazione di riciclaggio ogniqualvolta un dato flusso di potere
d’acquisto potenziale, cioè non direttamente utilizzabile in scelte di consumo
e d’investimento poiché frutto di una qualunque attività illegale, viene
trasformato in potere d’acquisto effettivo. Avremo un soggetto che,
commesso un reato che ha prodotto accumulazione di proventi illeciti,
movimenta flussi da riciclare, al fine di accrescere successivamente le sue
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Donato L.- Masciandaro D. (2004), Putting the Crooks out of Banking. The role of integrity in
financial regulation and supervision. THE ITALIAN CASE
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Donato L , Masciandaro D. op. cit.
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disponibilità finanziarie, attraverso un’attività d’investimento nel settore
legale. E’ opportuno mettere sotto osservazione l’attore più importante di
tale attività, l’organizzazione criminale, con cui intendiamo un insieme
d’individui e di beni strumentali, associati tra loro con lo scopo di scambiare
o produrre in modo esclusivo servizi e beni di natura illecita, ovvero servizi e
beni di natura lecita ma con mezzi di natura illecita. Nel momento in cui si
parla d’organizzazione criminale, si deve fare riferimento ad entità simili ad
un'impresa, potendo ravvisare non poche somiglianze, specie per quel che
attiene alla raffigurazione economico-aziendalistica dei sodalizi criminali.
Tali soggetti, al pari di qualsiasi operatore economico, perseguono un
obiettivo d’efficienza allocativa delle risorse, nell'intento di massimizzare
l'utilità delle scelte d’investimento compiute e di cogliere nuove opportunità
d’affermazione e crescita. La somiglianza ripone anzitutto nel fatto che il
crimine organizzato, nel programmare la sua "gestione", opera come una
normale impresa: dopo aver trovato i fondi iniziali per costituire la propria
struttura operativa, fornisce "beni" e "servizi" (illeciti) ad una platea di
consumatori/vittime degli stessi, e per tali attività di "cessione sul mercato"
riscuote un "prezzo". La differenza, sta nel fatto che tali proventi, in quanto
frutto di condotte criminose non possono essere prontamente goduti come
utilità, da qui l'esigenza di allontanare quanto più possibile la provenienza
illecita di tali fondi (in altri termini, il riciclaggio).
La tendenza ad immettere e disperdere nel mercato legale i proventi
derivanti da attività illecite è un processo complesso, che può essere
suddiviso in un triplice livello di manifestazione:
ι la fase iniziale del collocamento, ossia l'ingresso dei fondi provenienti
da attività illecite nel sistema finanziario;
ι la fase successiva della pulitura vera e propria, consistente nel
mascherare la provenienza illecita dei fondi "occultandoli" nel sistema
finanziario;