Ho preso in esame quattro differenti ristoranti di cucina italiana
della città di Pechino ed ho personalmente effettuato interviste
mirate alla clientela cinese, con il supporto di un gestore italiano ed
il personale dei ristoranti esaminati.
L’indagine vuole dimostrare l’importanza del processo di diffusione
della cucina italiana in territorio cinese e quale sia la percezione dei
consumatori locali riguardo i nostri prodotti alimentari tipici.
Hanno partecipato al questionario 100 clienti ( 42 donne e 58 uomini)
di età superiore ai 20 anni selezionati in base a fasce d’età,
professione e titolo di studio al fine di delineare i target e le tendenze
corrispondenti.
Unitamente ai risultati statistici della mia indagine, ho cercato di
utilizzare dati il più possibile recenti e, in seguito a questa esigenza,
una parte dei dati raccolti per la compilazione è stata ricavata da siti
web, articoli di quotidiani e riviste italiani e stranieri, per cercare di
garantire al lavoro la maggiore attualità possibile.
Nella prima parte ho brevemente illustrato i tratti generali delle
abitudini alimentari nonché delle tradizioni culinarie italiane e cinesi.
2
Nella parte successiva, ho analizzato la situazione attuale dei
prodotti dell’enogastronomia italiana in Cina, con particolare
riferimento alla selezione di ristoranti italiani che hanno
rappresentato il campo della mia ricerca.
In relazione all’analisi della clientela cinese, sono stati utilizzati
principalmente i dati raccolti attraverso le mie interviste a
consumatori considerati in target.
Ho successivamente svolto una breve analisi dei competitors
utilizzando un ulteriore questionario creato appositamente per
effettuare un confronto tra i prodotti della ristorazione italiana e
quelli dei fast food e l’approccio che ha con essi la popolazione
cinese.
In ultimo, ho tentato di sintetizzare le linee guida di possibili
strategie utili alla diffusione ed alla penetrazione dei prodotti
alimentari italiani sul mercato cinese.
Per lo svolgimento della mia tesi, mi sono avvalsa infine di una
selezione di testi attuali e bibliografie inerenti il tema analizzato che
hanno fornito una base teorica ai concetti esposti e mi hanno
3
permesso di rendere maggiormente completa la trattazione degli
argomenti.
In definitiva, questa tesi si pone la domanda se l’Italia è in grado di
proporre sul mercato cinese oltre all’immagine dell’Italian style anche
la realtà della ristorazione tipica del nostro Paese.
Un’ immagine fatta non soltanto di valori “tradizionali”, ma anche
innovativi come l’efficienza, il rigore nei controlli, l’affidabilità.
Se il sistema Italia dimostrerà di saper continuare a funzionare nella
promozione dei suoi prodotti in Cina, con le sue particolarità, i suoi
regionalismi e campanilismi, sarà la migliore strada per la diffusione
dei prodotti agroalimentari italiani.
Il valore sociale dell’industria alimentare verrà così percepito
all’estero adeguatamente e favorirà un radicamento più stabile dei
prodotti della ristorazione italiana sul mercato cinese.
3
Attualmente, risulta che l’immagine complessiva dell’Italian Food è
nettamente migliorata rispetto agli anni passati grazie anche alle
attività promozionali delle varie organizzazioni.
3
Indagine Censis–Federalimentare, “L’arte del cum vivere: comportamenti, attese, valori condivisi
degli italiani a tavola”, Roma, 10 dicembre 2003, p. 30
4
La qualità superiore rispetto ai prodotti di altre nazioni e le
caratteristiche distintive della ristorazione italiana sono, secondo i
risultati dell’indagine, sempre più in linea con le esigenze del
mercato cinese. La ristorazione italiana, dunque, trova oggi maggior
spazio in seguito alla crescita nei consumi della popolazione cinese
ed al consenso dei consumatori e ciò indica una buona integrazione
fra le due culture alimentari italiana e cinese.
Nota metodologica
Durante tutto lo svolgimento dell’indagine mi sono servita di dati
statistici ricevuti direttamente dall’ICE di Pechino e dalla Camera di
Commercio di Pechino. In tutti gli altri casi, ove non specificato, i
dati provengono dalla mia indagine personale.
Altre associazioni hanno offerto un contributo notevole alla mia
ricerca, quali ARDI (Associazione Internazionale Ristoranti d’Italia),
RIM (Ristoratori Italiani nel Mondo), CIIM (Confederazione
Imprenditori Italiani nel Mondo), Assocamerestero, Unioncamere e
Federalimentare.
5
Capitolo 1
Il cibo come simbolo di identità
6
1.1. Cibo e simbologia
Da sempre l’uomo mangia in base a come il contesto sociale in cui
nasce e cresce gli insegna a fare e si alimenta di ciò che la sua società
gli offre, per cui l’alimentazione è sì un prodotto di bisogni naturali,
ma soprattutto espressione di una specifica organizzazione sociale.
Parallelamente, l’arte culinaria è spesso in grado di esprimere come
una forma d’arte la cultura di ogni Paese.
Essa rispecchia la storia e le tradizioni dei popoli e, al pari di un
linguaggio, viene da loro utilizzata come strumento di
comunicazione, poiché il cibo e l’atto di mangiare sono in grado di
generare covivialità e aggregazione tra gli individui.
4
Oggi al mondo esistono variegati stili culinari, ognuno dotato delle
sue peculiarità, ognuno con una sua storia e tradizione.
A tal proposito, ho ritenuto interessante ed utile analizzare
brevemente le principali caratteristiche della cucina italiana e di
quella cinese, oggi ritenute tra le più diffuse e complete al mondo, al
fine di comprendere in toto le dinamiche di inserimento della
ristorazione italiana in Cina.
4
GUIGONI (2004) , p. 13
7
1.2. La cucina italiana
La cucina italiana è il frutto di un secolare processo evolutivo di una
società che ha sviluppato una forte tendenza ad occuparsi della
qualità della vita e ad utilizzare la tavola come strumento di
ospitalità ed accoglienza, così da assegnare al cibo un valore
profondo, alla stregua di quello generato da altre forme artistiche.
5
Le prime notizie sull’arte culinaria italiana risalgono al Trecento.
È opinione diffusa che la cucina medievale fosse poco raffinata, ma
in epoca tardo medievale mangiare era una ricerca costante di sapori,
colori, abbinamenti, il tutto finalizzato ad ottenere il massimo
piacere a tavola. Gli uomini e le donne del Medioevo erano dei forti
mangiatori e per i loro pasti, soprattutto in occasione di banchetti,
venivano realizzate enormi quantità di cibo.
6
Il gusto dell’epoca influenzò poi la cucina rinascimentale.
È proprio durante il Rinascimento che si raggiunse il culmine
dell’arte culinaria italiana, infatti l’Italia rinascimentale vanta i
5
Norma tecnica per il marchio di qualità “Ristorante italiano nel mondo”, Comitato per la
Valorizzazione della Ristorazione Italiana all’Estero, 29 Gennaio 2004, p. 3
6
REBORA (1996)
8
cuochi più abili e rinomati d’Europa che riuscirono a portare l’alta
cucina al massimo grado di raffinatezza e prestigio.
La cucina del ‘500 fu in seguito soggetta a prescrizioni religiose a
causa della Controriforma e ne conseguì lo sviluppo di una cucina
“magra”, ricca ed elaborata che visse a lungo nella tradizione
italiana.
Nel XI secolo fece la sua comparsa la celebre “dieta mediterranea”
che si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, riprendendo l’idea
di civiltà costituita dalla rivoluzione dei cereali e del vino.
7
Ben presto essa venne a rappresentare per gli italiani un ideale di
nutrizione ed un modo per vivere in buona salute.
Questo stile di vita basato sul rispetto di un preciso regime
alimentare, all’epoca simboleggiava un elemento distintivo nei
confronti di chi possedeva la “civiltà” ed è divenuto nel tempo il
cuore della nostra tradizione alimentare.
È da questa concezione di mediterraneità che discendono i cibi più
rappresentativi e tipici della cucina italiana, prodotti che mirano non
soltanto a soddisfare il palato, ma anche stimolare la vista, la fantasia
7
SCARPI (1989), p. 176
9
e la creatività ed che dimostrano la presenza di numerose varietà
regionali che consentono oggi di distinguere sulla nostra tavola una
molteplicità di piatti differenti.
La pasta, alimento italico per eccellenza, iniziò a diffondersi in Italia
alla fine dell’Ottocento e divenne in pochi decenni il principale
simbolo di riconoscimento italiano, capace di formare un tessuto di
quotidianità dal nord al sud (nonostante continuerà ad essere
considerata a lungo un vero lusso).
8
Oggi la pasta rappresenta il pasto più diffuso e completo che
provvede a soddisfare appieno non solo il corpo ma anche la mente,
in un vero e proprio “corteggiamento del gusto”, con la sua
complessità di forme che soltanto gli italiani sono in grado tradurre
in gusto, generando un vero e proprio «appetito della forma».
9
Insieme alla pasta, la pizza è un altro prodotto alimentare tipico che
ben rappresenta il logo della bandiera italiana.
Questo alimento ha determinato in Italia la frequente consuetudine
del mangiar fuori: la pizza nasce infatti come prodotto da consumare
8
CAMPORESI (1989), p. 106
9
CAMPORESI (1989), p. 89
10
per strada e soltanto intorno alla metà del ‘700 iniziarono a
diffondersi le famose “pizzerie”, per la consumazione in loco.
10
Oggi, infatti, il cibo italiano viene consumato sempre più spesso
fuori casa poiché per la nuova organizzazione socioeconomica del
nostro Paese e per il ruolo che in esso spetta alla donna i lunghi
tempi richiesti dalla cucina “casereccia” italiana non sono più
pensabili.
Infatti, la cucina italiana prevede a tavola delle regole d’ordine che
rendono i nostri pasti abbastanza lenti e prolungati: la degustazione
è scandita in momenti precisi e calcolati nei quali le portate
(caratterizzate normalmente da quattro pietanze) rispondono ad una
sorta di logica numerica.
In questa cucina “verticale”, prodotti caratteristici come la pasta, il
vino ed il caffè rappresentano in generale , da nord a sud, le costanti
di un pasto tipicamente italiano.
10
LA CECLA (1998), p. 46
11
1.3. La cucina cinese
Alle origini della cucina cinese vi è un nucleo ideologico
fondamentale che risale agli albori della sua storia: in una comunità
agricola, fortemente condizionata dal ritmo delle stagioni, dalle fasi
lunari e dalle rispettive corrispondenze biologiche, l'idea di un corso
immutabile della natura si è sviluppato di pari passo al concetto di
ordine e di armonia universale.
11
Secondo il pensiero cinese, esiste una legge alla quale l'uomo deve
attenersi per non spezzare questa armonia che è fonte di vita.
Questa legge, chiamata Tao ("la Via"), si manifesta attraverso l'azione
di due forze opposte e complementari, lo Yin e lo Yang, in base alle
quali la cucina cinese classifica le qualità alimentari dei cibi.
Ogni pasto deve costituire un equilibrio tra questi due principi
rispondendo ai cinque sapori(dolce, amaro, aspro,piccante, salato),
alle cinque consistenze (croccante, morbido, liquido, asciutto,
gelatinoso) ed alle tre temperature (freddo, caldo, bollente).
11
“La cucina cinese”, in http://www.italiacina.org/cultura/cucina /cuci.htm, (10 settembre 2005)
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