2
dell'unità della Chiesa contro l'antipapa Pietro di Luna, avvocato del Re di Puglia,
e altro5.
Michele, stabilitosi a Firenze intorno al 1414, acquistò subito la fama
di abile giureconsulto (era chiamato "l'Angelo"), e lo vediamo insegnarvi nello
Studio6. Rappresentò come ambasciatore in varie occasioni la città di Arezzo e fu
chiamato a governare la città di Perugia e di Volterra7; fu anche segretario della
Repubblica Fiorentina8.
Nel 1454 messer Michele doveva essere già morto, mentre monna Margherita
era ancora viva nel luglio 14579. Molto conosciuto fu anche il fratello maggiore
Benedetto, nato nel 141510.
5
L. LANDUCCI, Un celebre scrittore aretino del sec. XV, in "Atti dell'Accademia Petrarca"
in onore della Soc. Geogr. It., Arezzo, 1885, pag. 10.
6
M. MESSINA, id. op., pag. 315. Vedi pure FRANCESCO ACCOLTI, Consilia seu Responsa,
Venezia, 1572, consiglio LXXVII, in principio.
7
L. LANDUCCI, id. op., pag. 11.
8
F. SEVERI, Intorno al giureconsulto Francesco Accolti Aretino, Pisa, 1835, pag. 15.
9
Infatti il MESSINA (op. cit., pag. 315) fa notare come nella portate al Catasto di tale anno
del Comune di Arezzo, la denunzia è fatta dai quattro figli maschi; mentre Monna Margherita
il 31 luglio del 1457 denunziava l'acquisto di beni fatti per suo conto.
10
Egli fu storico, letterato e giureconsulto; fu lettore nello Studio fiorentino e Ambasciatore
di Arezzo presso la Repubblica di Firenze, della quale fu anche segretario.
3
Oscura é la data della nascita di Francesco; molti pensano che nacque
circa nel 1418 (ne sarebbe prova una lettera del Filelfo del 1468 che dice: "cum
sis quinquagenarius aut paulo amplius")11, sembra a Firenze 12;altri lo ritengono
nato tra il 1416 e il 141713.
Suo maestro negli studi "dell'amena letteratura" ("nelle umane lettere")
fu il Filelfo14, che "udì l'Accolti dopo essersi abbellito nella stessa Costantinopoli
del greco sapere" .
11
TIRABOSCHI, op. cit., pag. 700; F.C. V. SAVIGNY, Storia del diritto romano nel Medio
Evo, vol. II, Torino 1857, pag 718; MAZZUCHELLI, Scritt. Ital., vol. I, P. 1, pag. 69; ma tutti
questi Autori si rifanno esclusivamente a quella lettera del Filelfo sopra citata.
12
Sulla sua nascita a Firenze non vi sarebbero prove , anche soprattutto per il fatto che in
tutti i documenti a noi conosciuti il Nostro si è sempre detto "di Arezzo".
13
L. LANDUCCI, op. cit., pag. 15; Anonimo, Francesco Accolti, in "Dizionario Biografico
degli Italiani", pag. 104; MAFFEI, La donazione, 1964, pag. 294; C. PIANA, Scritti polemici
fra conventuali e osservanti, in Archivium Franciscarum Historicum, 72 (1979), pag. 96. Il
MESSINA, op. cit., pag. 293, ed il CORSO, Francesco Accolti d'Arezzo lettore di diritto nello
Studio di Siena, in Bull. Sen. di Storia Patria, 62-63 (1955-56), pag. 22, portano a sostegno
della propria tesi un documento dell'Archivio di Stato di Firenze (Catasto del 1427, filza 201,
Arezzo, vol. II, f°351) nel quale il padre dichiarava l'avvenuta nascita del figlio undici anni
prima.
14
Se ne ha la prova da alcune lettere dello stesso Filelfo.
4
Il Filelfo insegnò a Firenze dal 1429 al 1434 - 1435; passò poi a
Siena dove rimase fino al 1438-39, quindi a Bologna dal 16 gennaio 1439 per sei
mesi, e poi a Milano15. Nell'ultimo anno del Filelfo a Firenze l'Accolti doveva
avere 17 anni, e può darsi che allora cominciò lo studio "delle belle lettere",
seguendo poi il maestro a Siena16; ma é più probabile che abbia avuto per lettore
di oratoria e lettere greche e latine il Tolentinate a Siena17, applicandosi nello
stesso tempo alle leggi sotto i celebri giureconsulti Antonio Mincucci da
Pratovecchio e Lodovico Romano.
Il Mazzuchelli ed il Borsetti dicono che Francesco verso il 1443 stava
a Siena scolaro in giurisprudenza di Antonio Mincucci da Pratovecchio e di
Ludovico Pontano (Romano). I due Maestri furono sì a Siena, ma nel 1433 circa
(per es. l'8 luglio 1433 i Sapienti dello Studio erano autorizzati dal Concistoro a
condurre a leggere Lodovico Romano col salario di 800 fiorini)18, e in quegli anni
doveva esservi come studente l'Aretino; nè il Romano poté esservi dopo quella
data perché l'11 aprile del 1436, in seguito alla richiesta del Re di Aragona, fu
15
TIRABOSCHI, op. cit., pag. 700; C. CORSO, op. cit., pag. 23.
16
C. CORSO, op. cit., pag. 24; C. PIANA, op. cit., pag. 96; C. PIANA, Il "liber secretus iuris
Pontificii" dell'università di Bologna, pag. 19*.
17
C. CORSO, op. cit., pag. 24.
18
TIRABOSCHI,id. op., pag. 701; C. CORSO, id. op., pag. 24.
5
inviato al concilio di Basilea, dove morì il 19 luglio 1439 all'età di 36 anni 19. E'
probabile poi che Francesco si trasferì a Bologna (a studiare legge dopo essere
stato a Siena ) insieme ad Antonio da Pratovecchio20. Quest'ultimo infatti, lasciata
Bologna nel 1429 per andare a Padova, poi nel '31 a Firenze e nel '32 a Siena
fino al 31 marzo 1433, per tornare nuovamente a Firenze ed essere poi (5
ottobre 1434) nominato dai senesi a sindacare i giudici dei malefizi, dopo una
breve parentesi nel napoletano chiamato da Re Alfonso21, vi tornò circa nel
143822, dove risulta che insegnò ininterrottamente sino al 146823.
Francesco, nel 1443 già dottore in legge, si trovava a Firenze, e
avrebbe dovuto partecipare al secondo certame Coronario del 1442 proposto
dall'Alberti ( poi non avvenuto )24, per il quale scrisse le terzine del capitolo
sull'invidia. E' però molto probabile che abbia preso la laurea a Bologna, ed ivi
19
TIRABOSCHI, id. op., pag. 701; C. CORSO, id. op., pag. 25.
20
Come sostiene il LANDUCCI, id. op., pag. 16.
21
MACCIONI, osservazioni concernenti Antonio da Pratovecchio, Livorno, 1764, pagg. 38,
40, 44, 47, 49.
22
E non nel 1456 come sostiene il TIRABOSCHI, id. op., pag. 701.
23
DALLARI, Rotuli dello Studio Bolognese, Bologna, 1888, vol. I, pagg. 11-15.
24
M. MESSINA, id. op., pag. 295; C. CORSO, id. op., pag 25; Anonimo, Diz. Biog. Ital., pag.
104, il quale sottolinea come questo Certame non sia poi avvenuto.
6
abbia intrapreso il suo noviziato di insegnante25; tesi avvalorata dal fatto che a
Bologna si addottorò nel 1435 il fratello Benedetto, e dalla circostanza che il
padre, dopo aver vigilato sui due figlioli al cominciare dei loro studi per scoprirne
attitudini e tendenze e per aiutarli nelle prime difficoltà, non doveva avere problemi
a mandarli a Bologna dove insegnavano ottimi maestri; nè doveva avere problemi
a mandarvi Francesco, stando già lì Benedetto, ed essendo il primo più versato
nelle arti legali26.
2- Comunque, molti autori ritengono che Francesco abbia insegnato a
Bologna27, tesi sostenuta dalla circostanza che Nicolò Burzio, nella sua "Bononia
illustrata", afferma di averlo avuto a suo maestro28 (sembra che il Burzio in quegli
anni studiasse a Bologna); e poiché Francesco dopo il 1450 occupò sempre altre
cattedre, doveva esservi tra il 1440 e il 144529. Il Messina sostiene che vi insegnò
25
L. LANDUCCI, id. op., pag. 16; M. MESSINA, id. op., pag. 295.
26
M. MESSINA, id. op., pag. 294.
27
TIRABOSCHI, id. op., pag. 701; F. SEVERI, id. op., pag. 16; SAVIGNY, id. op., pag. 718;
M. MESSINA, id. op., pag. 295.
28
BURZIO, Bononia illustrata, Bologna, 1494, f° 6iij; secondo il MESSINA questo è l'unico
indizio che colloca l'Accolti a Bologna all'inizio della sua carriera, mancando per il resto
qualunque tipo di fonte documentale.
29
Il PIANA ( Il "liber secretus .", pagg.19*,20*) al contrario sostiene che l'A ccolti fu sì a
Bologna, ma alla fine della sua carriera (v. nota 120).
7
subito dopo la laurea, ma non oltre il 1438, anno in cui sarebbe andato a Padova,
dove insegnava lo zio materno Antonio Roselli, e dove rimase non oltre il 144130.
Dopo questa data é certo che visse tra Firenze ed Arezzo 31, e nel 1444 lo
troviamo estratto dai Capitani di Parte nel magistrato del collegio di Arezzo32. Di
lì passò a Ferrara ove "certamente vi era alcuni anni prima del 1450"33, "e certo
30
M. MESSINA, id. op., pag. 295: tesi minoritaria non confutata da alcun documento. Vi
sono molte incertezze anche riguardo al periodo in cui l'Accolti avrebbe insegnato a Padova:
il PAPADOPOLI (Hist. Gymnasii pat., t. I, pag. 222) lo annovera fra i lettori di quello Studio
nel 1472, mentre il FACCIOLATI ( Fasti Gymn. pat., par. II, pag.45) nel 1452. In effetti la
Repubblica Veneta invitò l'Accolti ad assumere l'insegnamento a Padova (come ci risulta da
una lettera del Filelfo del libro XXXI datata da Milano il 30 aprile 1470), ma l'invito pare che
non ebbe risposta ( come si può dedurre dal fatto che in quegli anni l'Accolti leggeva a
Siena).
31
M. MESSINA, id. op., pag. 295.
32
Arch. di Stato Arezzo, Estrazioni, libro IX, pag. 41, in MESSINA, id. op., pag. 295.
33
Infatti un decreto del Marchese Leonello dell'11 maggio del 1450 ( Arch. di Stato Modena,
Leonelli et Borsii decreta, 1447-1454, A. c. 63) conservato negli Atti della Computisteria di
Ferrara ci mostra che l'Accolti era lì professore in legge già da alcuni anni: "Quare cum is,
qui per superiores annos conductus ad legendum in hoc nostro almo Studio Ferrariensi,
ecc."
8
almeno fin dal 1448"34. Il Messina ve lo trova sin dal 144535, mentre il Corso
ritiene che vi sia andato subito dopo il dottorato, poiché nel 1444 consolava la
vedovanza di Isotta d'Este con aggraziati componimenti in rima 36. Il Piana, invece,
ve lo colloca "sicuramente già all'inizio del 1444", come sostenuto anche dal
Pardi37.
Il marchese Leonello gli affidò infatti delicati incarichi: per es. il 1
dicembre 1447 é nominato giudice della Curia ed il 2 agosto 1449 é nominato
giudice delle appellagini del comune di Ferrara38.Egli figura nell'anno 1450 come
professore, con lo stipendio di 900 lire, che fu portato a 1200 da un decreto di
Leonello d'Este dell'11 maggio 145039(Francesco era già salito a grande fama).
Con lo stesso decreto, che ne tesse gli elogi, e ci mostra che Francesco doveva
essere lì già da qualche anno, venne destinato per altri cinque anni alla lettura del
Diritto Civile con lo stipendio annuale di 1200 lire di marchesini (circa 500
zecchini veneti). Sempre con lo stesso decreto vennero determinati i fondi coi
34
DIPLOVATACCIUS: " Ferrariae legit lib. 6, C. a. d. 1448."
35
id. op., pag. 295.
36
id. op., pag. 26; BORSETTI, Historia almi Ferrariae Gymnasii, Ferrariae, 1735, vol.I, pag. 56,
vol. II, pag. 32.
37
C. PIANA, Il "liber secretus.." , pag. 19*; PARDI, Titoli dottorali, pagg. 17-19.
38
Arch. di Stato Modena, Camera ducale, Mandati, c. 104 r., 1447, Ferrara.
39
Vedi nota 33.
9
quali pagarlo e venne disposto che nel caso in cui lo Studio dovesse per qualche
ragione disciogliersi, gli venisse nondimeno pagato lo stipendio per i cinque anni
pattuiti40. Morto in quell'anno Leonello, il 20 gennaio 1451 il successore Borso
confermò il decreto.
Ma prima del compimento di quei cinque anni Francesco aveva già
lasciato Ferrara.
Secondo il Corso egli era a Siena nel 1451, come risulterebbe dalle
deliberazioni del Concistoro41: non era lettore ordinario, leggeva solo nei giorni
festivi; ma con una deliberazione del 3 agosto 145142, il Concistoro lo conduceva
a leggere diritto canonico per due anni, a partire dal 18 ottobre di quell'anno, col
salario di 550 fiorini di quattro libbre al netto di ogni gabella. Ne sarebbe ulteriore
prova il fatto che nel 1452 Borso d'Este , constatando che lo Studio ferrarese
andava decadendo, cercò di riavere l'Accolti, inviando una lettera ai Priori di
Siena (1° agosto 1452)43; ma gli fu opposto un rifiuto per gli stessi motivi della
40
Decreto riportato in buona parte dal TIRABOSCHI, id. op., pag. 702.
41
Arch. di Stato Siena, Concist., Deliber., n. 510, c. 20t.; si trattava del pagamento della
seconda rata a favore dei professori dello Studio, e abbiamo: "Magister Franciscus d'Aretio
pro paga sue lecture scolastice diebus festis.", in CORSO, id. op., pag. 26.
42
Arch. di Stato Siena, Concist., Deliber., n.511, c. 21t., in CORSO, id. op., pag. 52 , doc. I.
43
Arch. di Stato Siena, Concist., Lettere, filza 1971, c.83, in CORSO, id. op., pag. 52, doc. II.
10
richiesta44. L'8 agosto 1455 l'Accolti veniva confermato a Siena per un altro
biennio con lo stesso salario precedente45.
Nel frattempo il Comune doveva avere alcuni problemi finanziari
perché il Concistoro deliberò che il Camerario di Gabella pagasse a Francesco, e
non ad altri, tutti i denari delle gabelle delle podesterie per il futuro semestre46.
Sembra però che la disposizione non fosse stata eseguita perché l'11 ottobre
l'Accolti era ancora creditore di una grande somma47.
Il 3 giugno 1457 veniva riconfermato per altri due anni48 ma, terminato
il 145749, lasciò Siena per tornare a Ferrara. Sicuramente quindi l'Aretino stava a
Siena nel biennio 1454-1455: se ne ha un'ulteriore prova (oltre ai documenti del
Concistorio di Siena) da una lettera dell'Abate Girolamo Aliotti, scritta il 20
dicembre 1460 ai rettori di quella città, in cui si narra che cinque anni prima, ad
istanza di Francesco, ivi allora professore, essi avevano liberato dalla morte un
44
Arch. di Stato Siena, Concist., Copialettere, n. 1673, in CORSO, id. op., pag. 53, doc. III.
45
Arch. di Stato Siena, Concist., Deliber., n. 533, c. 38r., in CORSO, id. op., pag. 55, doc. VII
46
Arch. di Stato Siena, Concist., Deliber., n. 537, c. 19r., in CORSO, id. op., pag. 56, doc.
VIII.
47
Come risulta da alcune deliberazioni del Concistoro che assegnavano all'Accolti alcune
somme di denaro. V. CORSO, id. op., pag. 29.
48
Arch. di Stato Siena, Concist., Deliber., n.544, c. 14r., in CORSO, id. op., pag. 57, doc. XI.
49
CORSO, id. op., pag. 29.
11
giovane di Arezzo50. Secondo alcuni l'Accolti, nonostante i senesi lo avessero
confermato per un altro biennio (con deliberazione del Concistoro dell'8 agosto
1455)51, poiché non pagato (come appare da una sua lettera inviata da Ferrara
agli Ufficiali di Balìa52) fece ritorno a Ferrara.
Comunque Borso non si dette per vinto al rifiuto dei senesi del 145253,
e con un decreto del 19 agosto del 1456 lo nominò professore di diritto
ecclesiastico e civile, per due anni a partire dal 18 ottobre 1457, con lo stesso
stipendio precedente54. Lo nominò anche suo consigliere, con l'autorità di
intervenire al consiglio, e con l'obbligo per gli altri consiglieri di seguire il suo
50
"Abhinc enim circiter quinque annos, quum Dominus Franciscus Civis noster apud
florentissimum Licaeum vestrum mercede conductus iura et leges publicitus legeret, ecc.",
ALIOTTI, Epistolae, Arezzo, 1769, lib. 5, ep. 25; TIRABOSCHI, id. op., pag. 703.
51
Vedi nota 45.
52
Arch. di Stato Siena, Balìa, 461, n. 23, lettera inviata il 13 settembre nella quale manca
l'indicazione dell'anno: il MESSINA, id. op., pag. 296, la data intorno al 1456 ; mentre il
CORSO, id. op., pag. 31, ritiene che sia del 1458.
53
Vedi nota 43.
54
Decreto conservato nella Biblioteca Estense di Modena, cod. a H. I. 13, doc. n. 3, in
MESSINA, id. op., pag. 297.
12
parere55, e per effetto di detta nomina l'Aretino partecipò ai negoziati per la
determinazione dei confini tra gli Estensi e Venezia (1459)56.
Francesco probabilmente lasciò Siena perché era creditore di una
forte somma di denaro di difficile esazione.
Del fatto fu interessato anche il Marchese di Ferrara, che scrisse alla
Balìa di Siena. Questa, infatti, il 10 gennaio 1458 dava facoltà ai "Tre sopra la
moneta" di rispondere al Marchese di Ferrara ed a Francesco57; cosa che
avvenne il successivo giorno 14 dando assicurazione che presto si sarebbe
provveduto58. Altro motivo del suo trasferimento probabilmente fu il salario di
700 fiorini, superiore a quanto guadagnava a Siena. Da un chirografo del Duca
Borso datato 5 giugno 1459 fu poi confermato per altri due anni59, anche se alla
fine del 1459 i senesi, interponendo i buoni uffici di Pio II affinché Borso
concedesse il suo benestare, provarono a richiamarlo nel loro Studio, con uno
55
"Praeterea conferimus sibi hanc specialem pre rogativam, auctoritatemque quod si quando
aliquid dubii, vel diversitatis inter alios Collegas emergerit super iis, que coram suo
Magistratu agerentur, ipse inter eos primus sit, et esse debeat; ecc.", vedi nota precedente.
56
Diz. Biog. degli Ital., pag. 105.
57
Arch. di Stato Siena, Balìa, Deliber., n. 6, c. 126t., in CORSO, id. op., pag. 58, doc. XII.
58
Arch. di Stato Siena, Balìa, Copialettere, n. 377, c. 6r.t., in CORSO, id. op., pag. 58, doc.
XIII.
59
TIRABOSCHI, id. op., pag. 704; CORSO, id. op., pag. 32.
13
stipendio di 700 fiorini annui, e gli dettero un acconto di 200 fiorini sul suo credito
(deliberazione del Concistoro del 6 settembre 1459)60. Fecero poi un altro
tentativo l'8 maggio del 1460, a condizione che accettasse entro quel mese61; ma
Francesco preferì finire il suo secondo biennio a Ferrara anche perché "i senesi
pagavano col contagocce , e solo dopo molte insistenze"62.
Difficile é stabilire dove Francesco si recasse dopo quel secondo
biennio a Ferrara: probabilmente fu per qualche tempo a Roma e a Firenze prima
di andare a Milano63.
3- Il 6 luglio 1466 il duca Borso gli concesse un passaporto che gli
permetteva di far passare senza alcuna gabella i suoi libri e le altre sue cose da
Ferrara a Bologna, e questo ha fatto pensare che egli fosse stato per alcuni anni a
60
Arch. di Stato Siena, Concist., Deliber., n. 558, c. 6t., in CORSO, id. op., pag. 31.
61
Arch. di Stato Siena, Concist., Copialettere, n. 1684, cc. 43t. e 44r., in CORSO, id. op., pag.
62, doc. XVIII.
62
Il Marchese di Ferrara dovette aver posto un veto, perché l'Accolti il 30 gennaio 1461
costituì suo procuratore speciale Niccolò Martinozzi per accettare la cattedra senese per
due anni col salario non più basso di 700 fiorini; in seguito a ciò il Concistoro lo nominò il 7
febbraio, ma l'Aretino a Siena non vi andò.
63
TIRABOSCHI, id. op., pag. 705; SAVIGNY, id. op., pag. 719.
14
Milano o a Pavia64; ma una prova certa la si ha dalle parole di Felino Sandeo,
aggiunte ad un codice della Lettura dell'Accolti sopra le Decretali, prodotte a
Mons. Mansi65.
L'Accolti il 22 maggio 1461 sicuramente si trasferì a Milano,
chiamato dal Duca Francesco Sforza come pubblico lettore, e vi restò per cinque
anni, fino al 146666. Durante quel periodo (1462) lo stesso Duca lo nominò suo
segretario (consigliere segreto), e nel 1464 lo inviò a Roma come ambasciatore
per complimentarsi con il nuovo pontefice Paolo II, ed in tale occasione
Francesco recitò una famosa orazione67. Il Pontefice lo ricompensò nominandolo
cavaliere e nel 1465 gli concesse la liberazione di Francesco Filelfo, incarcerato
64
"Habet licentiam conducendi ex partibus Lombardiae omnes libroscuiuscumque
conductionis, et omnes vestes cum omnibus et singulis aliis rebus omnis generis versus
Bononiam libere, et sine ulla solutione Datii, et Gabelle Civitatis Ferrariae", in MESSINA, id.
op., pag. 297; TIRABOSCHI, id. op., pag. 704.
65
MANSI, Bibl. med. et inf. Latin., t. 2, pag. 193; t. 6, pag. 344.
66
TIRABOSCHI, id. op., pag. 705; MESSINA, id. op., pag. 297; CORSO, id. op., pag. 33; Diz.
Bibl. Ital., pag. 104.
67
Orazione data alla luce da Mons. Mansi compresa in: BALBUZII, Miscellanea, Lucae,
1762, vol. III, pag. 166; vol. IV, pag. 510.
15
dal cardinale Nicolò Forteguerri a punizione degli epigrammi scritti contro Pio II
dopo la sua morte68.
Una prova della sua permanenza a Milano fino al 1466 la si ha da una
lettera che il Concistoro di Siena gli scriveva il 21 febbraio 1466, con la quale
chiedeva il suo giudizio (al quale si teneva molto) sopra una questione sorta tra il
Comune e il Cardinale di Spoleto69.
4- Morto il Duca l'8 (o il 4 ?) marzo 1466 70, Francesco, "sdegnando
di rimanersi presso il degnere Galeazzo"71(forse si sentiva a disagio sotto
quest'ultimo) lasciò Milano; l'8 maggio 1466 infatti rinominò suo procuratore
speciale Nicolò Martinozzi con l'incarico di accettare in suo nome "qualunque
condotta e con qualunque salario in Siena" (come aveva già fatto il 30 gennaio
68
Si avrebbe notizia di questo avvenimento da una lettera dell'Accolti datata 6 giugno 1465 (
e compresa nel Cod. Riccard. 834, f.° 43); vedi anche: L. DE FEO, Il Filelfo in Siena, in Bull.
Sen. di Storia Patria, N.S. XI.
69
Arch. di Stato Siena, Concist., Copialettere, n.1684, cc. 43t. e 44r., in CORSO, id. op., pag.
62, doc. XVIII.
70
Sembra che la notizia giunse a Firenze l'11 di marzo: S. ROMAGNOLI, Lorenzo il
Magnifico, in "I Protagonisti della Storia Universale", vol. V, pag. 214; Diz. Biog. degli
Italiani, pag. 104.
71
SEVERI, id. op., pag. 18; Diz. Bibl. Ital., pag 105; CORSO, id. op., pag. 34.