5
stand alone.. Si parte dunque dai metodi reddituali a quelli basati sui cash flow,
passando per quelli patrimoniali fino ai metodi che negli anni ha preso
fortemente credito, come quello basato sui multipli di mercato. Per ognuno di
essi si evidenziano le principali caratteristiche, i vantaggi, gli svantaggi e gli
ambiti di applicazione. Verranno messi in evidenza, in particolare, alcune
metodologie piø innovative che, soprattutto per il mercato azionario, risultano
piø rispondenti ai Valori di mercato . Si tratta d el metodo dei multipli che sta
assumendo nella prassi un forte consenso, sia per la relativa facilit di
costruzione che per l efficacia del rapporto che si va ad utilizzare come
parametro. Tale approccio, che rientra nelle c.d. valutazioni relative , accanto
al metodo del Discounted cash flow, rappresenta il riferimento per le
operazioni di Merger and Acquisitions.
Nel secondo capitolo, invece, vengono messe in evidenza le carenze
concettuali ed operative che contraddistinguono i metodi tradizionali di
valutazione , soprattutto se applicati a dati setto ri ed aziende. In un economia
globale che sospinge alla continua ricerca di dimensioni critiche, quote di
mercato, vantaggi competitivi durevoli attraverso la crescita esterna basata su
fusioni e acquisizioni, Ł imposta la considerazione di aspetti non solo
meramente quantitativi , ma anche fattori qualitat ivi che inevitabilmente
impongono un integrazione alle classiche formule matematiche.
Altrettanto interessante Ł la ricerca di potenziali latenti che potrebbero
emergere con l operazione di M&A fino a considera re, in un ottica ancora
piø evoluta, i benefici rinvenibili in termini di vantaggi differenziali.
Tutti questi aspetti devono entrare a far parte d ella valutazione in
quanto, attribuire un semplice numero basato sull attualizzazione di flussi
(siano di reddito o cash flow) pu essere fuorviant e e rischia di sottostimare il
vero valore dei soggetti interessati. Lo scenario sempre piø globalizzato e la
pressione dei nuovi principi contabili internazionali, poi, impongono
ulteriormente la ricerca di nuove ottiche valutative. Il nucleo centrale del
capitolo Ł rappresentato dall aspetto delle sinergie che, come si vedr
successivamente, entra a far parte e rappresenta una buona percentuale della
stima del valore finale di un operazione di Merger and Acquisition. Le sinergie
ed i relativi benefici, sono alla base di un processo di aggregazione e, molto
spesso, rappresentano la principale motivazione per cui il management di
un azienda possa scegliere di acquisire o di effettuare una fusione. Si vedr
6
come, soprattutto in particolari settori, le sinergie basate sul patrimonio
strategico e sulla condivisione di risorse complementari, assumono un ruolo
quasi di pari livello rispetto alle sinergie derivanti da un aumento dei ricavi o
una riduzione dei costi che in prima battuta un valutatore si trova a riscontrare.
In particolare, verr fatta anche un analisi delle sinergie rinvenibili nelle SBU,
laddove qualora ci si imbatta in imprese di grandi dimensioni, occorre tener
presente come lo sfruttamento di tale strategia sia di vitale importanza.
Nel terzo capitolo, dunque, viene presentato un nuovo approccio
valutativo che partendo dal valore stand alone, i ntegra in un ottica
sicuramente piø adeguata, la valutazione strategica e sinergica. Nell ambito
delle operazioni straordinarie di impresa, piø che mai nelle M&A, l interesse
per questo aspetto Ł particolarmente forte in quanto, piø il valutatore riesce a
sviscerare e far emergere i benefici latenti e po tenziali, piø l integrazione
diviene strategicamente appetibile .
Inevitabilmente dunque, il soggetto valutatore che voglia adottare questo
approccio, deve tenere in considerazione i budget ed i piani aziendali per avere
una adeguata conoscenza della prospettiva strategica dell impresa.
Nell ottica dei soggetti contraenti, il capitale s trategico oltrepassa il
capitale economico e diventa un identificatore piø corretto per stabilire un
prezzo di trasferimento o un rapporto di cambio congruo e adeguato se si tratta
di una fusione. L analisi delle risorse e delle competenze, in un ottica
resource based view, Ł alla base di tale visione. Il punto di partenza,
chiaramente, non pu che essere la situazione stori ca dell azienda, intesa come
la sua performance passata e i dati contabili. Ecco allora che con la definizione
proposta in dottrina di stratificazione del valore , si vuole accentuare il fatto
di come, con questo modello , si riescono a far en trare e soprattutto ad
integrare nella valutazione il valore delle sinergie e le opportunit nuove che si
possono prospettare in conseguenza dell operazione.
Si badi bene che, nelle tradizionali formule di valutazione, molto
difficilmente riusciremmo a trovare questi aspetti che, come gi detto, hanno
un importanza non minoritaria rispetto ai soli flu ssi di cassa o di reddito ,
fulcro delle classiche formule. In tale sede entrano in gioco ancora una volta le
sinergie, la cui problematica questa volta riguarda la loro stima e metodologia
di determinazione. Dopo aver esplicitato infatti, in quali aree si possono
riscontrare le sinergie, si cercher di mettere in luce come quantificare il loro
7
valore, in quanto in esse sono condensati tutti gli aspetti strategici che entrano a
far parte dei nuovi approcci valutativi.
La parte centrale e finale del capitolo, presenta la visione piø spinta ed
affascinante delle OPZIONI REALI . Il tema Ł estre mamente interessante in
quanto le opzioni reali rappresentano lo strumento ideale per coniugare
l analisi quantitativa e finanziaria con la visione e conduzione strategica. Molto
spesso le scelte aziendali possono essere assimilate ad opzioni in quanto la
scelta di acquisire o di fondersi con un altro soggetto apre la strada ad alcuni
sentieri dischiudendone altri.
Partendo dunque dal concetto base di Opzione der ivante dalla finanza, viene
prestato in particolare qual Ł il ruolo delle opzioni reali nell ambito delle
valutazioni d azienda. Spesso una valutazione basata sull attualizzazione dei
flussi di cassa sottostima il valore dell impresa non perchØ i flussi siano bassi,
ma perchØ essi ignorano le opzioni che le imprese hanno di investire di piø in
futuro se le cose andranno meglio del previsto. La fine del capitolo si conclude
con una breve presentazione del caso Tiscali, un c ase History ormai noto che
mette bene in evidenza come, in un settore particolare come quello dell TMT e
dell ICT piø in generale, adottare ad esempio come unico driver il metodo
basato sull attualizzazione dei flussi di cassa, rischia fortemente di rendere
fuorviante la valutazione dell impresa, soprattutto in un ottica di
fusione/acquisizione.
Infine il lavoro di tesi si conclude con l analisi e lo sviluppo di un caso
empirico, ovvero la fusione per incorporazione di I.Net S.p.A. in BT Italia
S.p.A. Si Ł scelto un settore quale quello dell ICT, in particolare dei servizi
telematici e di telecomunicazioni in quanto, in questo ambito, come accennato
prima per il caso Tiscali, per le condizioni e le caratteristiche delle societ
oggetto dell operazione, gli spunti per applicare il modello valutativo
integrato si prestano notevoli. Basti pensare agli scenari competitivi che si
muovono con estrema rapidit , alle sinergie che due aziende possono
beneficiare condividendo piattaforme, costi e cos via (solo per citarne alcuni).
Il capitolo finale si apre presentando brevemente le caratteristiche del
settore in Italia, e le principali motivazioni dell operazione di fusione, passando
per l analisi dei dati economici e finanziari ed i valori attribuiti dalla societ di
revisione accreditata a tale compito. Si cercher s oprattutto di capire ed
eventualmente rettificare il valore emerso in sed e di stima, considerando
8
adeguatamente tutti quegli aspetti del modello di stratificazione per dare una
valutazione piø corretta ed evidenziare le principali differenze rispetto alla
valutazione data dagli analisti e dagli Advisors.
Nella parte ultima del lavoro, mi propongo di evidenziare i riflessi
sinergici che avrebbero potuto influire sulla valutazione del rapporto di
cambio, cercando di applicare il metodo di valutazione e stima delle stesse
presentato nella parte teorica. Il caso risulta particolarmente interessante in
quanto, trattandosi di una fusione tra aziende che operano su segmenti simili e
si rivolgono ad una clientela sia omogenea che eterogenea, Ł possibile mettere
in luce una serie di aspetti interessanti. Si effettuer una sorta di comparazione
tra le valutazioni fatte dagli Advisors e ci che a lla fine sar il rapporto di
cambio scelto dal management della societ incorpor ante, rispetto poi ad una
simulazione che si effettuer in tema di esplicitaz ione di sinergie.
9
CAPITOLO I:
La valutazione stand alone come base di riferimen to nelle
operazioni di Merger and Acquisition
1.1 Il concetto di valore ed il problema della va lutazione d azienda
Negli ultimi anni in Italia, il fenomeno della valutazione d azienda sta
assumendo sempre piø una rilevanza preponderante, in considerazione della
crescita e dello sviluppo delle operazioni c.d. st raordinarie di impresa, oltre
ovviamente agli innumerevoli ambiti per i quali storicamente vi Ł la necessit
di valutare . In particolare, le operazioni di Mer ger and Acquisitions, oggetto
del presente lavoro, viste come strategie di crescita esterna, rappresentano una
risposta all aumento e alla complessit del sistema competitivo, favorendone lo
sviluppo.
Il crescente interesse alla valutazione, inoltre, Ł dovuto principalmente,
o comunque ne ha rappresentato un contributo notevole, alla diffusione del
concetto di creazione e diffusione di valore . In Italia, la dottrina economico-
aziendale vede il suo primo pioniere, in tema di creazione di valore, in Gino
Zappa1, che contrappone il concetto di capitale di bilancio o di funzionamento
a quello di capitale economico, mettendone prontamente in evidenza le
differenze. In particolare l autore afferma un concetto fondamentale che
rappresenta l elemento trainante di tutte le evoluzioni successive: il capitale
economico2 non rappresenta la somma ibrida delle singole parti del
patrimonio, ma Ł frutto di elementi complementari che possono far scaturire
un valore maggiore . Il Capitale di bilancio Ł ritenuto non idoneo ad esprimere
il vero valore di un azienda, ma solo la capacit d ella stessa di produrre
reddito.
Attorno al concetto di valore3, in seguito, sono state numerose le teorie e le
definizioni che sono state delineate negli anni dalla dottrina e dalla prassi, tra i
1
Gino Zappa, Il Reddito d impresa , GiuffrŁ, Milano 1943.
2
Sul concetto di capitale economico d impresa si veda anche: Olivotto L., La valutazione
economica dell impresa , CEDAM 1983; Paganelli O., Valutazione delle aziende. Principi e
provvedimenti , Utet, Torino 1990.
3
Vicari S., Note sul concetto di valore , Finanza, Marketing e Produzione, n 3, 1995.
10
quali si segnala Rappaport4, il cui contributo Ł stato determinante per
diffondere anche nella cultura manageriale il tema del valore . Egli infatti,
enfatizza l importanza di integrare e di ricercare i legami tra le decisioni di
Finanza aziendale e quelle di conduzione strategica, obiettivo che richiede le
leve del controllo e della gestione. In tale ottica, vi Ł la ricerca sistematica e
continua delle opportunit per accrescere il valore . Tutto ci ha portato
essenzialmente dunque, non solo da un punto di vista economico-finanziario,
ma anche gestionale, ad affermare il concetto di v alore per l azionista il
quale Ł sempre piø interessato ad una quantificazione oggettiva che trovi un
pronto riscontro sul mercato.
D altronde Copeland5, ha affermato che, soddisfare il principale
stakeholder dell impresa, che Ł l azionista, significa soddisfare anche
indirettamente tutti gli altri soggetti che hanno un interessenza nei confronti
della stessa.6
Nell ottica invece della Finanza e piø in generale del mercato dei capitali, per
gli azionisti, creare valore significa ottenere d ei benefici e dei surplus
maggiori rispetto a quelli ottenibili investendo in risorse ed attivit alternative.
Entra qui in gioco il costo-opportunit per l inv estitore, il quale spesso Ł
disposto ad investire in un attivit , come nel caso ad esempio dell investimento
in un titolo, rispetto ad un altra, in quanto il giudizio che su di essa si forma nel
mercato e la remunerazione da un punto di vista strettamente economico,
risulta maggiore e piø conveniente. Risulta evidente che il paragone che un
investitore effettua avviene a parit di rischio, p erchØ solo cos Ł possibile
attuare uno dei principi cardini della Finanza (maggior rischio, maggior
rendimento).
Spostandoci nell ottica del presente lavoro, un concetto fondamentale
che da sempre ha caratterizzato le valutazioni d azienda nell ambito di M&A, Ł
il c.d. stand alone value , che si discosta notevolmente da quello che pu
essere un valore desunto dal mercato. Potremmo definirlo come quel valore
che pu essere attribuito ad un impresa nelle sue a ttuali condizioni di gestione
ed operativit , senza considerare effetti ed eventu ali benefici rinvenibili
tramite soggetti terzi .
4
Rappaport A., Creating shareholders value. The New standard for business performance ,
The Free Press, 1986.
5
Copeland T.E., Why Value State , McKinsey Quarterly, n.4, 1994, pp.103 e ss.
6
Si sottolinea tra l altro che tale convinzione Ł alla base anche dell emanazione ed
applicazione dei principi contabili internazionali.
11
Il valore stand-alone rappresenta dunque una definizione base di valore,
rappresentando pertanto un punto di partenza per ulteriori estratti ed
elaborazioni della nozione di valore, che rappresenteranno il leitmotiv
dell elaborato. Tornando ad analizzare il mondo della Finanza, e dunque del
mercato dei capitali in genere, il valore del capitale viene misurato attraverso il
tasso di interesse, ovvero la misura del capitale attuale in vista dei benefici
futuri. In sostanza il tasso di interesse rappresenta il prezzo d uso del capitale
in un dato arco di tempo. Se assumiamo l ottica del puro investitore, vi sono
molte similitudini rispetto al valore stand-alone, in quanto colui che acquista
partecipazioni azionarie che siano irrilevanti dal punto di vista del controllo,
non Ł comunque coinvolto nella sfera gestionale, le cui scelte spettano invece
ai soci di maggioranza o delegate al management. Fino a qualche tempo fa, la
prospettiva stand alone era associabile in maniera appropriata anche al concetto
di capitale economico perchØ eventuali interventi o benefici privati risultavano
quantomeno non pertinenti con la finalit che ci si prefiggeva con la
definizione dello stesso capitale. Negli anni per , sulla spinta del mondo
anglosassone, nel quale il fenomeno fusioni e acquisizioni Ł stato sempre di
grande attualit , sono cominciate inevitabilmente a nche in Italia a farsi strada
definizioni piø vicine al prezzo di mercato , che poggiava le basi
evidentemente su altri presupposti. Ecco allora che viene a svilupparsi il
concetto di Fair market value , con il quale si cerca di avere un parametro di
riferimento per l attivit negoziale 7. Esso pu essere inteso come il valore di
scambio che pu essere attribuito ad un impresa in considerazione delle
valutazioni che potrebbero essere formulate da generici potenziali acquirenti.
La materia, dunque, Ł in constante evoluzione, e ci ha portato ad
affiancare all approccio tradizionale di valutazione elaborato dalla dottrina, una
diversificata serie di metodologie di quantificazione che per , devono ancora
raggiungere un livello adeguato di operativit , non ostante presentino un fascino
concettuale molto apprezzabile. Prima di andare ad esaminare le metodologie
di analisi, Ł opportuno andare ad evidenziare quali sono gli ambiti di
applicazione per i quali viene richiesta una valutazione dell azienda, in quanto,
7
Su queste tematiche si pu utilmente leggere: Guat ri L., Verso una nuova sistemazione
concettuale delle variet pratiche dei metodi di va lutazione delle imprese, La Valutazione
delle aziende , 7/1997, pp.3-13.
12
poi, diverger la scelta del metodo a seconda della finalit valutativa. La
valutazione d azienda pu riguardare i seguenti amb iti8.
- Cessione d azienda;
- Cessione di ramo d azienda;
- Conferimento;
- Fusione;
- Scissione;
- Scorporo;
- Trasformazione;
- Cessione di quote sociali;
- Recesso di un socio;
- Ingresso di un nuovo socio;
- Aumento di capitale sociale;
- O.P.A. (Offerta pubblica di acquisto);
- O.P.V. (Offerta pubblica di vendita);
- L.B.O. (Leverage But out);
- Emissione di prestiti obbligazionari;
- Emissione di prestiti obbligazionari con warrant;
- Emissione di prestiti obbligazionari convertibili;
- Emissione di azioni;
- Procedimenti giudiziari;
- Procedimenti stragiudiziali;
- Procedure concorsuali;
- Giudizi arbitrali;
- Esproprio per motivi di pubblico interesse:
- Richiesta di quotazione sul mercato borsisitico:
Piø in dettaglio andiamo a delineare qualche considerazione rispetto alle
operazioni piø rilevanti nei quali emerge questa esigenza di valore :
1) Quotazione sui mercati: si pensi ad esempio alle Offerte pubbliche
iniziali per la richiesta di quotazione presso un mercato regolamentato,
solitamente quello di Borsa. In tal caso, vi Ł la necessit di determinare
il prezzo di emissione per il collocamento dei titoli della societ . La
8
Tale esaustiva classificazione Ł tratta da Balducci D., La valutazione dell azienda, pag. 17
Edizioni FAG Milano, 2005
13
valutazione propedeutica alla fase di quotazione ha l obiettivo di
contribuire al processo di Pricing dei titoli da collocare presso gli
investitori. Tale momento diventa fondamentale per assicurare il
successo poi di tutta l operazione successiva. Oppure si pensi ad
investimenti nel capitale di rischio di societ non quotate (Private
Equity e Venture Capital)
2) Il secondo ambito Ł rappresentato dalle strategie di sviluppo9 e
ristrutturazione, nelle quali troviamo appunto le operazioni di Merger
and Acquisitions, le quali, pur rientrando chiaramente tra quelle viste
precedentemente, fanno parte anche di questa fattispecie. In particolare,
nelle operazioni di fusione e acquisizione, per le quali si utilizzano
solitamente, come si vedr , il metodo del DCF, dei moltiplicatori di
mercato e dei multipli di transazioni comparabili, i prezzi poi
effettivamente negoziati nei Deal , trovano la lor o giustificazione nel
valore strategico dell operazione.
3) La formazione del bilancio: l applicazione dei nuovi principi contabili
internazionali (SFAS e IAS) determina la necessit di una misura del
valore anche nella contabilit e nel bilancio. L ap plicazione del
principio del Fair value10 rispetto al costo, fa emergere inevitabilmente
l esigenza di adeguare i valori contabili ai valori di mercato. Pensiamo
ad esempio alla valutazione delle Business Units o degli Intangibles
assets). L obiettivo degli IAS/IFRS Ł quello di facilitare il
funzionamento del mercato dei capitali, agevolare le quotazioni ed
incentivare le operazioni di cross border . Lo str umento del bilancio di
esercizio diventa sempre piø uno strumento di conoscenza per
l investitore.
9
Rossi E., La Finanza della crescita esterna. Creazione e di struzione di valore nelle
acquisizioni aziendali , EGEA 1999.
10
L adozione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, obbligatori a partire dal 1
gennaio per i bilanci consolidati e dal 2006 per quelli individuali, con facolt di anticiparne
l adozione anche per questi ultimi, rappresenta senza dubbio una svolta epocale nel nostro
ordinamento. Gli standard internazionali, molto vicini ad una logica di matrice anglosassone, si
discostano spesso notevolmente dalla logica dei principi contabili nazionali del codice civile e
dell OIC (Organismo italiano di Contabilit ), tipic amente volti a proteggere i creditori sociali
in una visione appunto garantista del capitale. P er i principi internazionali, invece, l ottica Ł
focalizzata in via pressochØ esclusiva all azionista, shareholder, il principale interessato ed
utilizzatore delle informazioni desumibili dal documento di Bilancio. L assunto di base Ł che
soddisfando le attese degli azionisti, in via indiretta vengono soddisfatte anche quelle di tutti
gli altri stakeholders dell impresa. L ottica dunqu e dell investimento fa nascere l esigenza di
esplicitare tutte le Leve del valore del capitale di un azienda, anche da un punto di vista della
rilevazione e contabilizzazione, quale pu essere q uella del Goodwill.
14
4) Performance periodica delle imprese, in quanto spesso neanche gli IAS
riescono ad assolvere a questo compito. Ecco che tramite indicatori di
performance quali l EVA (Economic value added) o il REI (Risultato
economico integrato) si cerca di catturare quale Ł il valore che la stessa
azienda sta creando o distruggendo.
1.2 La crescente rilevanza delle fusioni e acquisizioni in Italia nell ultimo
decennio
In questo paragrafo, si vuole mettere in luce quanto il fenomeno delle Merger
and acquisitions stia sempre piø interessando il contesto italiano, non solo
dunque prerogativa dei mercati americani ed anglosassoni dove, soprattutto il
forte sviluppo del mercato dei capitali e del mercato azionario favorisce e
alimenta il succedersi continuo di tali operazioni.
L aspetto senza dubbio piø interessante riguarda la fattispecie che non
solo le imprese di grandi dimensioni o con un certo potere di mercato ricorrono
a strategie esterne per il proprio sviluppo e l a propria crescita, ma sempre di
piø anche imprese di medio piccole dimensioni com inciano ad affacciarsi a
tale fenomeno. C Ł da dire per che, bisogna tenere in considerazione vari
fattori che a vario titolo possono arrestarne e frenarne lo sviluppo, come sta
accadendo in questi mesi con il fenomeno dei mutui subprime11 che sta
generando una crisi finanziaria, la quale inevitabilmente produce effetti
negativi su operazioni di questo genere.
Ma quali sono le principali motivazioni che stanno spingendo le
direzioni aziendali ad avere sempre piø un crescente interesse ai fenomeni di
crescita esterna , laddove le fusioni e le acquisi zioni, molto spesso
quest ultime propedeutiche alle prime, rappresentano la massima integrazione
che pu realizzarsi tra soggetti economici ?
Prima di evidenziarne le principali motivazioni, di seguito proponiamo alcuni
dati forniti dall osservatorio M&A sull andamento i n Italia, rispetto anche
all Europa, di tali operazioni:
11
Si veda Corriere Economia del 3 settembre 2007, pag. 5
15
16
Fonte: dealogic.com
Secondo invece l ultimo rapporto di KPMG Corporate Finance12 , il 2007 Ł
stato un anno da record per le operazioni di Merger and Acquisitions,
superando il record del 1999 nel quale il controvalore delle operazioni Ł stato
pari a 135 miliardi di euro, mentre lo scorso anno ha raggiunto quota 147,7
miliardi di Euro.
Tra le 10 operazioni piø importanti, che rappresentano da sole ben il
59% del mercato, spiccano quelle di Endesa da parte di Nel,, seguita dalla
fusione di Unicredit con Capitalia, mentre tra gli aspetti piø interessanti si
segnala la vivacit del settore del consumer market che ha fato registrare 110
operazioni.
Le prime 10 operazioni effettuate in Italia nel 2007
12
KPMG CORPORATE FINANCE, Comunicato, Il Mercato M&A nel 2007 , 2008.
17
I paesi dove le aziende italiane hanno fatto piø acquisizioni
Dopo aver riportato qualche numero sulle operazioni che hanno caratterizzato
il nostro paese negli ultimi anni, andiamo a vedere quali sono state e quali sono
in generale le motivazioni che spingono ad effettuare operazioni di
acquisizione/fusione:
1) possibilit di raggiungere obiettivi di crescita in modo piø rapido e
competitivo;
2) lo sfruttamento di risorse e competenze complementari;
3) Benefici fiscali: ad esempio la possibilit di port are in deduzione le
perdite della societ che partecipa alla fusione (a rt. 123 V comma Tuir);
4) sfruttamento di sinergie, ovvero nuove opportunit strategiche che non
potrebbero verificarsi in assenza dell operazione. Talvolta la difficolt
maggiore consiste proprio nell identificare e quantificare tali aspetti
sinergici, che, indubbiamente, hanno un peso notevole quando si va ad
analizzare la convenienza o meno di una M&A.
Il tema delle sinergie13, sta assumendo, come vedremo dettagliatamente in
seguito,una rilevanza imprescindibile, conseguenza di ci Ł che non ci si pu
limitare ad una rilevazione ex-post di tali eventuali benefici, ma sempre di piø
13
Una monografia molto interessante che riguarda le sinergie e la loro stima Ł stata sviluppata
da: Taliento M. La stima del valore delle sinergie nelle acquisizioni di aziende in esercizio.
Note metodologiche e rilievi economico-contabili , RIREA 2004.
18
vi Ł la necessit di tenerne in considerazione gi in via anticipata, ossia in fase
valutativa. Vi sono stati casi emblematici di prezzi finali di acquisizioni o
valori di rapporti di cambio per le fusioni che si sono poi rivelati inadatti nella
fase successiva perchØ le valutazioni sottostimavano o a volte
sopravvalutavano i reali valori. Aspetto delle sinergie che si va ad inquadrare
in rinnovato processo valutativo che si sta diffondendo negli ultimi anni che,
partendo dalle classiche formule di valutazione d azienda basta sullo stand-
alone value , integra una serie di informazioni e d i documenti che impattano
sulla valutazione finale. Ma prima di affrontare il tema, cerchiamo di andare a
dare una sistemazione concettuale su quali sono stati e tuttora oggi
rappresentano i principali metodi utilizzati dalla dottrina e dalla prassi per la
valutazione di azienda, in particolar modo nell ambito delle operazioni
straordinarie di impresa, delle quali chiaramente le fusioni14 e acquisizioni ne
fanno parte.
1.3 I metodi tradizionali di valutazione: Asset Side VS Equity Side
La variet delle metodologie di valutazione 15 pu essere ricondotta
essenzialmente a due tipologie: i metodi indiretti16 rispetto ai metodi c.d.
diretti o di mercato. Nei metodi diretti il valor e dell impresa si basa su
informazioni di vario tipo che vanno a sintetizzarsi in ultima analisi nei prezzi
frutto delle negoziazioni. I metodi indiretti vengo detti anche analitici in
funzione di quali sono i parametri oggetto della valutazione.
In linea generale, sono due gli approcci che vengono seguiti nella
valutazione dell impresa:
• Approccio Asset side: stima il valore del capitale operativo
dell impresa (appunto degli assets), vale a dire il valore dell impresa in
funzione dello svolgimento della sua attivit opera tiva (Enterprise
value);
14
Tra i numerosi articoli sul tema: Mueller D.C., Special issue on Mergers , International
Journal of Industrial Organiziation, 1989.
15
Massari M., La Valutazione d azienda: l evoluzione della dottr ina , La Valutazione delle
aziende, dicembre 1999.
16
Si definiscono metodi indiretti perchØ i valori non vengono desunti in modo diretto dal
prezzo di mercato, ma tramite un procedimento teso a valutare l impresa in funzione dei flussi
attesi o della consistenza patrimoniale.