Introduzione
I nomi cui tengo a citare – soprattutto perché la loro chiarezza
espositiva mi ha fatto recuperare del tempo prezioso – sono quelli
autorevoli di Henri Mitterand che ha versato fiumi di inchiostro in
onore di Zola, Yves Chevrel (docente alla Sorbona di Parigi),
Armand Lanoux che ha dedicato a Zola una biografia utilissima agli
appassionati di questo scrittore: Bonjour Monsieur Zola
2
ed ultimo,
ma non meno importante, François-Marie Mourad il quale ha voluto
dare un resoconto efficace della critica zoliana.
3
Inoltre, desidero ringraziare (anche se può sembrare una cosa formale,
ma non lo è affatto) la Société Littéraire des amis de Zola
4
che,
grazie alla fondazione di una rivista, « Les Cahiers Naturalistes »
5
in
collaborazione con le Éditions Fasquelle, hanno fornito tanto
materiale documentario riportando, di volta in volta, testi di
conferenze, parti di corrispondenze e scritti saggistici che mi sono stati
di grandissimo aiuto e mi hanno fatta aprire verso una conoscenza più
minuziosa e volutamente più profonda delle cose. La pagina di
presentazione ai « Cahiers » è riportata qui di seguito: “Les amis
d’Émile Zola, organisateurs du Pèlerinage de Médan, éditent Les
2
Edito dalla Librairie Hachette, l’edizione consultata è del 1962. Ma la prima edizione risale al
maggio 1954, Amiot-Dumont; poi l’edizione del Club des librairies de France si ebbe
nell’ottobre dello stesso anno.
3
Vedi François-Marie Mourad, Zola- Critique littéraire, Paris, Honoré Champion, 2003.
4
La società indica la sua sede al momento della costituzione: « Siège social, 61, rue des Saints-
Pères, Paris VI, Administration: 12, rue de Marly, 78620, L’Etang-la Ville ».
5
Rivista letteraria fondata nel 1955.
2
Introduzione
Cahiers Naturalistes, collection d’histoire littéraire, qui paraît à raison
d’un volume par an et reproduit les discours prononcés à Médan.
Les Cahiers Naturalistes ne limitent pas leur activité à l’étude de la
vie et de l’œuvre d’Émile Zola. Ils se consacrent également à l’étude
du mouvement naturaliste et à l’histoire de l’affaire Dreyfus. Ils ne
publient que des articles inédits. Ils publient également, en
exclusivité, une bibliographie annuelle des travaux consacrés à Zola
et au Naturalisme.
La collection des Cahiers Naturalistes est épuisée jusqu’au n° 30 en
édition originale. Les trente premiers numéros, réedités, sont diffusés
par Dawson-France, service Antiquariat, B.P. 40, 91211, Palaiseau.”
6
Voglio, inoltre, ricordare che lo studioso Henri Mitterand è
attualmente il presidente della Société Littéraire des amis d’Émile
Zola.
Mitterand è considerato come il migliore specialista dell’opera e
conoscitore della vita di Zola. A questo scrittore egli ha dedicato più
di quarant’anni di lavoro, dall’edizione dei Rougon-Macquart della
Pléiade, fino alla pubblicazione del III tomo della biografia a lui
consacrata. Docente presso varie università e ricercatore appassionato,
6
La presentazione è riportata, di volta in volta, su ogni numero della rivista.
3
Introduzione
dopo aver insegnato a Vincennes, è passato all’università Columbia di
New York.
Mitterand ha cominciato a leggere qualche romanzo di Zola negli anni
del liceo e si è subito appassionato a questo scrittore che ha prodotto
un’opera sterminata e quasi enciclopedica.
Grazie ad un professore della Sorbona, al momento di dover scegliere
l’argomento della sua tesi, Henri Mitterand ritenne che Zola fosse
stato poco studiato dal mondo accademico negli ultimi cinquant’anni.
Così, anche grazie alla segnalazione di Robert-Léon Wagner, scoprì
un gran numero di manoscritti conservati alla Bibliothèque
Nationale, depositati – dalla vedova dello scrittore – nel 1904.
L’interesse per Zola è andato a coincidere con il lancio di importanti
edizioni commentate. Poi, tutto ciò è stato agevolato dalla “génération
structuraliste”. Molti esponenti dello strutturalismo hanno compreso
che era possibile studiare Zola non solo come “testimone del suo
tempo” ma come grande “tecnico” del romanzo e come “grande
sognatore”. Questo ha dato materia di studio anche a psicanalisti,
semioti, specialisti del campo stilistico.
Tutto questo fervore ha permesso anche di realizzare lavori
impegnativi, come è dimostrato dall’edizione della Correspondance,
pubblicata in dieci volumi tra il 1978 e il 1995.
4
Introduzione
Un ringraziamento speciale va a tutti quei bibliotecari che hanno
svolto e svolgono – anche in questo momento in cui sto scrivendo – il
loro lavoro con paziente umiltà.
Ringrazio anche la cortesia dimostrata dal mio tutor (in Francia) del
progetto Erasmus, Roger Bozzetto (docente di Letteratura Comparata
all’Università di Aix-en-Provence), che mi ha indicato dei percorsi di
ricerca e anche l’Ufficio del turismo della città di Aix-en-Provence
che mi ha fornito abbondante materiale sull’argomento “Zola”, sul
movimento impressionista e, non ultimo, sul pittore Paul Cézanne.
Doveroso è un saluto alla mia relatrice, la prof.ssa Rita Stajano che è
stata molto paziente nell’aspettare “la fioritura” del mio lavoro perché
ha dovuto più volte prendere visione di bozze sommarie.
V.B.
5
Émile Zola a 35 anni di età
Foto di Carjat, Paris, Bibliothèque Nationale
Capitolo Primo
Émile Zola: l’autore e la sua opera
“Zola, ces deux syllabes, il me semble que tout romancier ne peut les
prononcer qu’avec une fascination un peu méditative, comme on rêve,
dans une sorte d’étonnement où se mélent à la fois le respect et
l’incrédulité.”
7
Émile-Édouard-Charles-Antoine Zola nasce a Parigi il 2 aprile 1840
dall’ingegnere veneziano Francesco Zola e da una francese, Françoise-
Émilie-Orélie Aubert di Dourdan, nell’Ile-de-France.
Quando il futuro scrittore viene al mondo, suo padre si trova ad Aix-
en-Provence: “François Zola sur son agenda dont il fait un livre de
raison, a écrit: « 2 avril 1840. À onze heures est né le petit Émile-
Édouard-Charle-Antoine, notre fils. »”
8
Il neonato viene battezzato e vaccinato (si teme la peste): “Émile Zola
sera baptisé le 30 avril, vacciné le 16 mai. Sa mère et son père sont en
règle avec l’ancienne religion et la jeune science. Autour d’eux, la
ville braille ses nouvelles, tirant sur ses machines neuves, à deux cents
7
Max Gallo, François Labadens, Naomi Schor, Allocution de Max Gallo, François Labadens et
Naomi Schor - Les réponses de Zola - in « Les Cahiers Naturalistes », n° 56, 1982, p. 5.
8
Armand Lanoux, Bonjour Monsieur Zola, Hachette, 1962, p. 10.
Capitolo Primo
exemplaires à l’heure, « Les Siècle » et « La Presse ». On se passionne
pour l’Algérie. […] Monsieur Thiers gouverne, pour six mois.”
9
La sua amicizia con l’allora ministro degli interni, Adolph Thiers, gli
facilita il progetto e la realizzazione del “canale Zola” che servirà a
portare l’acqua ad Aix-en-Provence ridando vita alla città.
La famiglia del padre dello scrittore vanta origini veneziane: “Depuis
des siècles, il y a des Zola, à Venise, officiers de fortune ou
missionnaires. Le grand-père de François Zola, Antoine, était
capitaine des Fanti, au service de la République. Son fils, Demenius-
Charles, s’est épris de Nicoletta Bondioli et de cette union est né, le 8
août 1795, à Venise, le François Zola qui vient de découvrir
tardivement la paternité.”
10
La madre dello scrittore è: “… tendre, sensible et nerveuse”, mentre il
padre risulta essere “ un bel aventurier stendhalien, passionné et fou de
travail”
11
, come sostiene Armand Lanoux.
Nel 1843 tutta la famiglia si stabilisce ad Aix, dove Francesco Zola ha
costituito una società per azioni dopo aver ottenuto ufficialmente
l’appalto.
9
Armand Lanoux, op. cit., p. 10.
10
Ibid., p. 11.
11
Ibid., p. 14.
2
Capitolo Primo
La morte dell’ingegnere giunge quattro anni dopo, in seguito ad una
forte polmonite contratta sul cantiere di lavoro.
Per la vedova e per suo figlio si prospetta una vita fatta di ristrettezze
economiche, dopo aver vissuto un passato da agiata famiglia borghese.
Émile è : “Précoce physiquement, […] retardé intellectuellement.”
12
A sette anni, il bambino non conosce ancora l’alfabeto! Ha dodici anni
quando la madre e la nonna si decidono a farlo passare dalla “Pension
Notre-Dame” al collegio di Aix: “c’est l’austère et froid collège
Bourbon, baptisé depuis lycée Mignet.”
13
Zola, dapprima nel convitto di Notre-Dame, poi nel collegio
governativo di Aix, stringe amicizia con alcuni coetanei di spirito
romantico: tra questi c’è anche il futuro pittore Paul Cézanne, il quale
gli resterà legato da profonda amicizia fino alla pubblicazione del
romanzo L‘Œuvre (1866), avendo riscontrato nella rappresentazione
del protagonista – Claude Lantier – alcuni suoi tratti.
14
Lo scrittore ricorda: “Nos tendresses, en ce temps-là, étaient surtout
les poètes. Nous ne flânions pas seuls. Nous avions les livres dans nos
poches ou dans nos carniers. Pendant une année, Victor Hugo régna
sur nous en monarque absolu. Il nous avait conquise avec ses fortes
12
Ibid., Cap. II, p. 20.
13
Ibid., pp. 20-21.
14
Vedi Émile Zola, L’Œuvre, Gallimard, 1983.
3
Capitolo Primo
allures de géant… Nous savions de mémoire des pièces entières, et,
quand nous rentrions, le soir, au crépuscule, nous réglions notre
marche sur la cadence de ses vers, sonores comme des souffles de
trompettes.”
15
Zola da ragazzo divora letteralmente i romanzi di Chateaubriand,
Scott, Balzac, Flaubert, i saggi di Taine, i versi di Lamartine.
Bisogna notare che “le passage de ce romantisme initial au
naturalisme construit sera progressif, avec des incohérences, des
reculs, des contradictions.”
16
Ha solo quattordici anni quando mette in versi alcuni brani di
Chateaubriand e scrive un romanzo sulle crociate.
In realtà i suoi interessi non si limitano soltanto al campo letterario.
Egli è molto affascinato dalle scienze. Un amico di Aix lo avvia allo
studio sulle problematiche legate all’ereditarietà, una serie di questioni
che avranno uno spazio teorico fondamentale nella “dottrina” del
naturalisme del narratore e nel metodo del “Roman expérimental”.
A causa delle difficoltà economiche, Zola e la madre decidono di
trasferirsi a Parigi.
Nella Parigi luminosa, capitale del Secondo Impero e avanguardia per
eccellenza di ogni progresso tecnico e scientifico, il giovane Zola non
15
Armand Lanoux, Bonjour Monsieur Zola, Hachette, 1962, p. 26.
16
Ibid., p.62.
4
Capitolo Primo
spera certo di trovare conforto e calore umano – in una grande città il
male si manifesta in tutta la sua brutalità – ma lì avrebbe potuto
cogliere delle occasioni, sviluppare delle opportunità.
La città vecchia, fatta di vicoli tortuosi su cui si affacciano edifici
nobili ma spesso fatiscenti, cede il passo a quella nuova, progettata da
George-Eugène Haussmann (l’urbanista caro a Napoleone III), il
quale, dopo aver demolito il passato, traccia vie lunghe e rettilinee che
si aprono a un’attività e ad un traffico sempre più intensi. Attraverso
quelle vie – espressione visibile del trionfo economico della borghesia
– faranno il loro ingresso la nuova economia capitalistica e il nuovo
modo di pensare, in poche parole il mondo moderno.
In quella città si stava compiendo una vera e propria rivoluzione
culturale, cominciata qualche anno prima e chiaramente visibile
all’epoca del trasferimento dello scrittore nella capitale.
Si stava consumando, come scriverà il filosofo napoletano Bertrando
Spaventa, “il regno dell’apriori” che cedeva il passo a quello
“dell’aposteriori, delle entità concrete, del Positivismo.”
17
Sappiamo che Zola è ormai diciottenne quando si iscrive al liceo
Saint-Louis e prepara un “baccalauréat” in scienze, ma il corso di studi
darà esiti negativi.
17
Vedi scritti di Bertrando Spaventa, Opere, Firenze, Sansoni, 1972.
5
Capitolo Primo
Nella città di Marsiglia, di fronte ad una commissione di provincia,
sarà deludente per la seconda volta. Costretto ad abbandonare gli studi
dagli esiti fallimentari, deve cercarsi un lavoro.
Dalle lettere scambiatesi con gli amici durante questo periodo, si
alternano nell’animo del giovane i momenti di gioia ed esaltazione a
quelli tristi e malinconici.
Finalmente decide di metter mano ad un racconto autobiografico
sentimentale e nostalgico, Les Grisettes de Provence: si tratta della sua
prima opera in prosa e ricalca molto lo stile di Musset.
Leggiamo un pensiero di H. Mitterand: “Émile Zola a vécu une
adolescence romantique, comme tous les jeunes gens de son âge,
lecteurs des poésies de Musset et de Hugo.”
18
Nella primavera del 1860 si impiega alla dogana in cambio di una
misera paga. Ne risulta un’esperienza abbastanza frustrante: dopo
appena due mesi di lavoro, si licenzia, disposto ad affrontare un
periodo da “bohèmien”.
Comincia, così, a vivere miseramente in una mansarda: “La vie de
bohème qu’il fut contraint de mener lui faisait horreur. Il dut vivre
d’emprunts, ne pas manger à sa faim et ainsi qu’il le confia plus tard à
18
Henri Mitterand, Zola, Fayard, 2001, p. 13.
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