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Nel secondo capitolo si affrontano, invece, gli aspetti tecnici del Servizio
Bibliotecario Nazionale. Si parte dalle due tappe fondamentali per la costruzione
della futura rete di biblioteche: gli esempi di modelli di reti internazionali e lo
studio di fattibilità, attraverso il quale sono poi gettate le definitive basi del
sistema. Si passa quindi ad esaminare l’attuale architettura di rete. Alla sua
descrizione fa poi seguito il funzionamento, e qui entrano in gioco gli applicativi
distinti in procedure centrali e periferiche.
Tutta la massa d’informazioni immagazzinate nel sistema rappresentano
un altro importante aspetto del funzionamento della rete, e sono quindi descritte,
a seguire, struttura e composizione delle basi dati. Nell’ambito poi dei nuovi
sviluppi tecnologici, nell’ultima parte del capitolo, sono mostrare le diverse
modalità d’accesso approntate per consultare le basi dati anche attraverso
Internet, ed inoltre è illustrato il progetto della nuova architettura di rete: SBN
client/server. Iniziativa ambiziosa, ancora in fase sperimentale, che punta al
superamento dell’attuale rete, ormai obsoleta, per realizzare un sistema flessibile
ed aperto verso l’esterno.
“L’automazione delle biblioteche” è il terzo capitolo, ed è quella parte
della tesi dedicata all’esame critico del processo d’automazione avviato da SBN.
Punto di partenza è la constatazione di una scommessa: il Servizio Bibliotecario
Nazionale per cogliere la famosa “occasione storica” punta tutto
sull’innovazione tecnologica. Le argomentazioni che seguono, concernono poi i
modi usati e i risultati ottenuti nel portare avanti una tale decisione. In
5
particolare, sono messe in evidenza, attraverso dei riscontri critici, talune lacune
nell’impostazione del progetto, nello stesso tempo sono rilevati alcuni squilibri
nel suo impianto come il prevalere delle ragioni tecniche su quelle bibliotecarie
o la mancanza di un efficace governo del progetto ed infine, esaminando la
questione dei costi, è messa in evidenza un’assenza di programmazione foriera
di frequenti esborsi di denaro e di pochi e deludenti risultati.
Nell’ultima parte del capitolo abbiamo voluto, invece, soffermarci su due
fondamentali aspetti dell’automazione: le procedure di catalogazione e quelle
dei servizi. Fondamentali, non solo per l’importanza che rivestono nell’ambito
del funzionamento di SBN, ma anche perché rappresentano, con i loro esiti
opposti, la contraddizione e lo sdoppiamento in cui si dibatte la rete, divisa tra
bibliotecari e utenti, o meglio tra il successo della catalogazione e il fallimento
dei servizi.
Il quarto e ultimo capitolo s’intitola: “SBN in Internet”. Rappresenta, in
un certo senso, il punto d’arrivo del lungo percorso iniziato circa vent’anni fa
con la “Conferenza nazionale delle biblioteche italiane”. In tutti questi anni, le
biblioteche sono cambiate e nelle tecnologie c’è stata una vera rivoluzione. La
rete SBN è invece rimasta pressappoco la stessa. Tuttavia, il successo d’Internet
ha costretto il Servizio Bibliotecario Nazionale ha rivedere la propria strategia in
funzione di essa. Il capitolo illustra i nuovi progetti per attivare una serie di
servizi tramite Internet, ed oltre a ciò tratteggia una SBN inedita: quella
costituita dai tanti siti Web aperti dalle biblioteche e dai Poli SBN. E se nella
6
distribuzione sembrano ricalcare gli schemi della vecchia rete di fatto ne
superano già i limiti per flessibilità ed apertura, ma specialmente per quanto
riguarda i servizi, presentando quella ricca offerta informativa che alla vecchia
SBN è sempre mancata.
- Storia di un progetto -
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CAPITOLO PRIMO
Storia di un progetto
1. Dallo sfascio all’occasione storica: la Conferenza per “l’attuazione
del sistema bibliotecario nazionale”
Il 22 gennaio 1979 sono aperti, alla Biblioteca Nazionale Centrale di
Roma, i lavori della “Conferenza Nazionale delle Biblioteche Italiane”. Angela
Vinay, presidente dell’AIB ( Associazione Italiana Biblioteche), ente stimolatore
del convegno, nel suo intervento di saluto esordisce davanti all’assemblea
sottolineando che:
“è la prima volta dal lontano 1929, data dell’ultimo congresso mondiale delle
biblioteche, che le forze di governo si fanno promotrici di un pubblico dibattito sui problemi
del servizio bibliotecario del paese
1
”.
Effettivamente, in quegli anni, qualcosa sembra muoversi. S’intravedono
segnali di cambiamento. La classe politica, sicuramente pungolata da un società
in rapido mutamento, sembra mostrare interesse per la cultura. Non a caso, solo
pochi anni prima era stato, finalmente, costituito il ministero “per i beni culturali
ed ambientali
2
”. Voluto fortemente da uno studioso prestato alla politica:
Giovanni Spadolini, primo, tra l’altro, a ricoprire, nel dicembre 1974, la carica
di Ministro nel nuovo dicastero.
L’apertura della conferenza è, dunque, un evento non da poco, tenendo
1
Atti della conferenza delle biblioteche italiane sul tema “per l’attuazione del sistema bibliotecario nazionale” in: Accademie e
biblioteche d’Italia, anno 47, n. 1-2, gennaio-aprile 1979, p. 40
2
Istituito con d.l. 14 dicembre 1974 n. 657, convertito con legge 29 gennaio 1975, n. 5. Tra le attribuzioni, si legge all’art.2:
relativamente alle antichità e belle arti, accademie e biblioteche, diffusione della cultura e sicurezza del patrimonio culturale.
- Storia di un progetto -
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anche conto della scarsissima considerazione, da sempre, riservata in Italia alle
biblioteche, assimilate, spesso, ad una sorta di mondo a parte, lontano anni luce
dal cittadino, percepite come immerse in una coltre polverosa, stantia; e per
reazione da parte loro altrettanto maldisposte, chiuse, scostanti, gelose della loro
“diversità” e “cripticità” ma nel contempo frustrate per mancanza di adeguati
riconoscimenti e di strutture moderne.
In questo diverso contesto, pare, così, aprirsi una nuova stagione anche
per questo settore. I progetti, le proposte per modernizzare la struttura
bibliotecaria italiana cominciano, a poco a poco, ad arrivare sul tavolo dei
politici. La parte del leone, in questo ruolo esortativo e propositivo, la fa, come
già accennato, l’associazione dei bibliotecari italiani. Ancora la Vinay, nel suo
discorso d’apertura, ripercorre le tappe attraverso le quali si giunge alla
conferenza:
“Fu l’Associazione a proporre al Ministro Pedini
3
in sede di conferenza dei
dirigenti del Ministero dei Beni Culturali un convegno nazionale sulle biblioteche nella
convinzione che fosse ormai maturo il tempo di far uscire dal chiuso dei discorsi ripetitivi il
problema biblioteca rimasto ai margini del dibattito che accompagnò la nascita del nuovo
ministero
4
”.
Gli obiettivi che cominciano a prendere forma, sono ambiziosi. Si
comincia a parlare di creare un nuovo sistema di biblioteche, un sistema capace
di raccogliere tutta la conoscenza disponibile per poi, equilibratamente e
capillarmente, ridistribuirla per l’intero paese. Una sorta di potente motore, in
3
Ministro dall’11/03/1976 al 29/06/1976 nel V governo Moro, e dal 29/06/1976 all’11/03/1978 nel III governo Andreotti.
4
Op.cit., Atti, pag. 40
- Storia di un progetto -
9
grado di trascinare la cultura italiana fuori della sua endemica crisi. Giorgio
Spitella
5
, Sottosegretario ai beni culturali, apre i lavori della conferenza con
parole impegnative ed altamente suggestive:
“ solo una rete di biblioteche modernamente organizzate, può garantire, stimolare,
alimentare, lo sviluppo delle conoscenze delle scienze esatte, delle scienze naturali e sociali,
delle scienze dell’uomo ed infine delle conoscenze tecnologiche
6
”.
Ma, è tutta la sua relazione, intitolata “La biblioteca nella società
contemporanea”, a fornire tracce, schemi e spunti interessanti per ricostruire
quella primigenia fase concettuale, da “stato nascente”, del progetto di rinascita
delle biblioteche italiane. Si parte, dalla presa d’atto della situazione presente: la
struttura bibliotecaria del paese, così com’è, non funziona. Quasi alle soglie del
terzo millennio, nell’era dell’automazione e dei calcolatori elettronici, si
presenta obsoleta, inefficiente, improduttiva. Sempre da più parti si parla, senza
mezzi termini, di una situazione allo sfascio. Per poi, subito dopo, passare,
all’analisi storica, nel tentativo di spiegare le cause che hanno favorito una tale
situazione. Un Paese, spiega il sottosegretario, unificato da poco e con alle
spalle un lunghissimo passato fatto di piccole patrie, di culture locali, di
provincialismi, ma anche, per contrasto, di tradizioni culturali di dimensioni
mondiali. Una storia unitaria, evidentemente, troppo breve rispetto all’enorme
patrimonio ereditato dalla storia passata.
5
Nel IV governo Andreotti, dall’11/03/1978 al 20/03/1979
6
Op.Cit, Atti, pag. 7
- Storia di un progetto -
10
Compito, del resto, reso ancor più complicato, dal poco controllo
esercitato su tale capitale, pressoché disperso, se non addirittura dimenticato, in
una miriade di enti, istituti, pubblici, locali, privati, religiosi ecc. Discorso
particolarmente vero per il patrimonio librario: antiche storie di piccoli stati,
regionalismi, ordini religiosi, burocrazie ed altro, hanno fatto nascere una
quantità enorme di biblioteche, in larga parte molto piccole, ma detentrici spesso
di tesori unici ed inestimabili.
Più avanti, il sottosegretario spiega come il giovane Stato italiano ha
cercato di porre riparo a tali e tanti problemi. Tentando, in particolare, di
rimediare ad uno dei più gravi, ossia la frammentazione del patrimonio librario.
E proprio a questo fine sono state costituite diverse biblioteche nazionali che,
come recita il regolamento, emanato da Ruggero Bonghi
7
nel 1879:
“hanno per fine di rappresentare, nella sua continuità e nella sua generalità, il
progresso e lo stato della cultura nazionale e forestiera. Ciascheduna provvederà di riuscire
il più possibile compiuta nel rappresentare specialmente la cultura della regione nella
quale ha sede
8
”.
Si tratta di una sorta di modello policentrico, sicuramente moderno
rispetto ai tempi in cui è stato progettato, tanto da essere ripreso, testualmente,
dal regolamento del 1967. Ma, a tutte queste cause storiche e strutturali, viene,
in tempi più recenti, ad aggiungersi, un altro fondamentale problema: il
decentramento alle regioni delle competenze in materia di biblioteche
9
.
7
Letterato e uomo politico. Ministro della pubblica istruzione dal 1874 al 1876, fondò a Roma la Biblioteca Nazionale Vittorio
Emanuele
8
Op.cit., Atti, pag. 12
9
In base al DPR 14 gennaio 1972 n. 3
- Storia di un progetto -
11
E’ opportuno ricordare le aspettative suscitate dalla prima legislazione
(1972-1977) regionale per ciò che concerne la struttura bibliotecaria del paese.
Un quinquennio salutato come “occasione storica” per una radicale revisione e
modernizzazione di un sistema ormai sclerotizzato. Ed anche rispetto a questo
problema, l’AIB ha un ruolo di protagonista nella conferenza. Per Angela Vinay
è indispensabile, per avere ben chiari i problemi e poter così individuare
soluzioni future, fare un bilancio di questi primi cinque anni. Bilancio, che
secondo le parole della stessa Vinay, è fatto più di ombre che di luci:
“ Non possiamo non registrare che in troppi casi il fervore legislativo è stato fine a
se stesso e non ha prodotto né una ristrutturazione organica del già esistente né un
realistico inserimento del nuovo
10
“.
Da queste parole, si ricava la sensazione di “un’occasione persa”: il
decentramento regionale sembra, nella sostanza, aver solo aggravato i problemi.
In pratica si è ridotto ad un frenetico attivismo legislativo fine a se stesso,
disorganico e privo di risultati concreti, sommandosi così a tutti gli altri
problemi. D’altronde, anche il sottosegretario Spitella evidenzia, parlando di
tutela
11
, le inadempienze di Regioni e Comuni, denunciando l’urgenza:
“ di una organica impostazione del problema, se non vogliamo vedere vanificato
anche quello, che sia pure in misura limitata e in maniera non sempre soddisfacente ha
realizzato lo Stato nel suo secolo e più di vita unitaria
12
“.
10
Op.Cit., Atti, p. 40
11
Dopo il decentramento regionale, solo poche Regioni mantengono la Soprintendenza ai beni librari, e spesso non sono
neanche ricostituiti gli uffici esportazione con gravi conseguenze sull’esodo incontrollato di molti beni librari.
12
Op.Cit., Atti, p. 15