7
L’unione doganale comporta una maggiore politica di cooperazione e di
coordinamento, infatti essa prevede l’adozione di una politica commerciale estera
comune (i paesi membri dell’unione doganale adottano una tariffa comune estera).
Il mercato comune prevede in aggiunta la libera circolazione dei fattori produttivi
ed inoltre prevede la libertà d’ingresso nei mercati per le aziende. Per il
raggiungimento di tali fini è previsto l’abbattimento di qualsiasi ostacolo o
barriera, tarriffaria e no.
L’armonizzazione delle politiche ecomoniche prevede la graduale convergenza
delle politiche monetarie e fiscali per il raggiungimento di valori prefissati di
alcuni dei più importanti indicatori economici.
L’armonizzazione è affidata ad autorità centrali che si occupano della definizione
di linee guida cui i paesi membri devono uniformarsi.
L’unione economica completa rappresenta lo stadio finale della fase precedente e
potrebbe essere, allo stesso tempo, punto di partenza per il raggiungimento di
un’unione politica completa: nasce un nuovo stato sovrano.
Bisogna però essere prudenti e ricordare come afferma Tsoukalis
1
che: “I diversi
stadi sono presentati come una scala che deve essere salita gradino per gradino e
che conduce allo stadio finale di eterna beatitudine, ovverossia la completa
integrazione economica. Questa categorizzazione, tuttavia, e la tradizionale teoria
del commercio internazionale, sono molto fuorvianti in quanto ambedue ignorano
fondamentalmente la realtà delle economie miste, dove l’intervento dello Stato
1
Tsoukalis, La nuova economia europea, Il Mulino, Bologna, 1994.
8
non si limita ai controlli di frontiera o alla politica macroeconomica”.
A questo si aggiunga che all’interno di ogni forma di integrazione può essere
presente una maggiore collaborazione settoriale che si configura come forma di
collaborazione e coordinamento tra i paesi.
Nella realtà delle integrazioni economiche esistenti si ravvisano due elementi
indispensabili :
- vicinanza geografica
- affinità culturali.
9
2. Da Montevideo ad Asunciòn
2
.
L’idea di un Cono del Sud integrato economicamente risale agli inizi del
nostro secolo (1909), esso prevedeva la nascita di un’unione doganale tra gli stessi
Paesi che oggi costituiscono il Mercosur.
Dopo la seconda guerra mondiale, ed in conseguenza della nascita della CECA
(1954) e della CEE (1957), il primo passo verso un’integrazione regionale
dell’area fu compiuto con la stesura del trattato di Montevideo nel 1960.
Il trattato di Montevideo diede vita all’Alalc (Asociacion Latinoamericana de
Libre Commercio). L’Alalc si presentava come una zona di libero scambio cui
aderirono undici Paesi ed aveva come obiettivo principale la graduale riduzione
delle tariffe che avveniva attraverso negoziati degli Stati membri.
La scelta di affidare una tale materia ad organi nazionali, la mancata previsione di
un meccanismo automatico di riduzione, le difficoltà dei negoziati dovute
all’eterogeneità dei paesi coinvolti, il“… prevalere, in tutta l’area, di un modello
di politica commerciale basato sulla sostituzione delle importazioni con prodotti
locali e quindi nettamente antitetico rispetto all’apertura agli scambi con altri
paesi”
3
furono causa della completa stagnazione del processo nell’area intorno
agli anni ’70.
2
Andrea Goldstein –Mercosur at seven-Goals, achievements, and outlook –S.Papandrea –Milano
1998.
3
Tratta da: Quaderni di ricerca – n° 9; “Effetti della creazione del Mercosur sui rapporti economici
e gli scambi commerciali tra i paesi dell’area e il resto del mondo”; di E. Mazzeo, E. Morganti, M.
Saladini a cura dell’ICE; marzo 1999.
10
Il progetto fu ripresentato nel 1980 dall’Asociaciones Latinoamericanas de
Integracion (ALADI), il cui mandato era quello di favorire la creazione nell’area
di un Mercato Comune.
Con l’eccezione del Mercosur, di cui si parlerà tra breve, il progetto più ambizioso
fu il Patto Andino cui aderirono nel 1969 Bolivia, Cile, Ecuador, Perù e
Venezuela. Esso rappresentò l’ultimo vano tentativo di dar vita ad
un’industrializzazione forzata come segno di indipendenza economica e politica
(aveva come obiettivo la sostituzione delle importazioni provenienti da paesi terzi
e per questo prevedeva una T.C.E. elevata).
I cambiamenti furono dettati dalle persistenti crisi economiche degli anni 80 cui
andarono incontro tali Paesi (persistenti disavanzi della bilancia commerciale
dovuta all’insufficiente competitività dell’industria nazionale, peggioramento
delle ragioni di scambio, inflazione ai massimi storici, svalutazioni delle propie
monete, etc.). Invece di chiudersi ed occuparsi delle vicende interne alcuni di
questi paesi intrapresero la strada della cooperazione.
In quest’ambiente favorevole, nel dicembre del 1985, all’interno dell’ALADI,
Argentina e Brasile giunsero alla Dichiarazione di Foz de Iguazù; i cui caratteri
generali furono approfonditi sette mesi più tardi (29 luglio del 1986) e portarono
alla ratifica degli “Acta para la Integracion Argentino-Brasilena”.
Seguì nel 1988 un trattato vero e proprio tra i due Paesi - il Trattato di
integrazione, cooperazione e sviluppo - che s’impegnavano alla realizzazione di
un mercato comune entro il 1998 attraverso l’eliminazione di tutte le barriere
11
tariffarie e non tariffarie al commercio di beni e servizi e la convergenza graduale
delle politiche macroeconomiche (intanto si era aggiunto anche l’Uruguay).
Il trattato, approvato dai Congressi di entrambi i paesi nel 1989, recepiva i
ventiquattro protocolli dell’Accordo del 1986 in un unico strumento: l’Accordo di
collaborazione economica firmato nel dicembre del 1990.
Il 26 marzo 1991 l’ingresso del Paraguay portò alla stesura del trattato di
Asunciòn, istitutivo del Mercato Comune del Cono del Sud, firmato
simbolicamente nella capitale dell’ultimo Paese aderente.
A. Goldstein evidenzia l’importanza che le riforme commerciali avviate a partire
dalla metà degli anni ‘80 in tutti i Paesi dell’area hanno avuto per il processo di
integrazione
4
.
Le riforme agirono in due direzioni:
a) determinarono le riduzioni di dazi e restrizioni agli scambi tra i Paesi
dell’area, contribuendo in misura decisiva all’affermazione di una cultura
incentrata sul libero scambio;
b) aggiunsero neutralità alle politiche commerciali in accordo con i principi Gatt
(basti pensare alla rivalità commerciale che è esistita tra Argentina e Brasile per
diversi anni).
Il processo di liberalizzazione è iniziato in Argentina nel 1989, dapprima molto
lentamente, poi ha subito una forte accellerazione nei due anni successivi. Nel
1994 la tariffa massima era passata dal 50% al 22% e le autorità argentine
4
A.Goldstein, op.cit., pag. 3
12
cercavano di attestare le tariffe su di una media del 15% (42% in meno rispetto al
1989).
Le barriere non tariffarie (NTB) sono state quasi completamente eliminate, sono
ancora in vigore nel settore automobilistico, farmaceutico ed altri settori di scarso
rilievo.
Il Brasile ha seguito un cammino del tutto analogo, è stato lentamente eliminato il
concetto di “ Brazilian company of national capital ” e in più il governo brasiliano
ha favorito la nascita d’alcune aree strategicamente rilevanti ai fini dell’ingresso
nel paese d’investitori stranieri.
Le tariffe sono passate ,in media, dal 22,2% del 1992 al 12,5% del 1996
5
.
5
Fonte WTO 1996, riportata in A. Goldstein op. cit. pag 3.
13
3. Obiettivi.
Il trattato di Asunciòn siglato il 26 marzo 1991 ha istituito tra i Pesi membri
una zona di libero scambio e un’unione doganale che ha caratterizzato tutto il
periodo di transizione
6
. Durante il periodo di transizione è stato adottato un
Programma di Liberalizzazione commerciale che istituiva un meccanismo
semestrale di riduzione automatico delle tariffe, con la finalità di rimuovere tutti
gli ostacoli tariffari intra-Mercosur entro il 31 dicembre del 1994
7
.
Per facilitare il processo di transizione e per assicurare la realizzazione di quanto
previsto dal trattato istitutivo, la seconda riunione presidenziale, tenutasi a Las
Lenas tra il 26 e il 27 di giugno del 1992, adottò un piano di azione: il
Cronogramma de Medidas.
Il Cronogramma de Medidas diede nuovi impulsi al Mercosur, stabiliva infatti un
calendario ristretto sia per la coordinazione delle politiche macroeconomiche
settoriali e instituzionali dei quattro paesi membri e sia per la adozione delle
misure ritenute decisive per il mercato comune.
Nessuno dei quattro paesi poteva sottrarsi alle decisioni prese, potendo solo in via
eccezionale prorogarne l’attuazione per un periodo non superiore ai tre mesi.
A Las Lenas i paesi previdero anche l’adozione di politiche comuni nel campo dei
6
Il periodo di transizione è terminato il 31 dicembre del 1994 (trattato di Asunciòn all’articolo 3).
7
Al Paraguay e all’Uruguay era stato concesso un programma di proroga speciale che prevedeva
tra l’altro la proroga di un anno per la soppressione delle restrizioni commerciali.
14
trasporti. Tale cooperazione
8
ha portato alla realizzazione di alcune infrastrutture
strategicamente importanti per gli scambi regionali (ad esempio l’idrovia
Paraguay-Paranà sulla quale transita il 25% delle esportazioni argentine e la quasi
totalità di importazioni petrolifere del Paraguay).
Nel 1993, in seno alla terza riunione presidenziale tenutasi a Montevideo tra il 26
e il 28 dicembre del 1992, fu adottata una tariffa comune estrera (Arancel Externo
Comun).
Il Mercado Comun del Sud (Mercosur) è nato ufficialmente il 1 gennaio del 1995.
Gli obiettivi
9
del Mercosur sono :
ξ la libera circolazione di beni, servizi e fattori produttivi tra gli stati membri;
ξ la determinazione di un politica commerciale estera comune;
ξ il coordinamento delle politiche macroeconomiche e settoriali con lo scopo di
favorire la libera concorrenza tra e nei Paesi;
ξ la modifica delle leggi interne allo scopo di favorire il processo di
integrazione.
In più il trattato contiene anche provvedimenti per l’adozione della clausola della
nazione più favorita (art. 4 del Trattato), in accordo con le norme Gatt, ed inoltre
ritiene la democrazia requisito indispensabile all’integrazione economica.
Infine il Mercosur, secondo quanto stabilito dall’articolo 20, è un trattato aperto
all’ingresso di altri paesi dell’ALADI (si rinvia al par.9 di questo capitolo).
8
Non nuova in quanto già nel 1969 i quattro paesi insieme con la Bolivia avevano ratificato un
accordo simile : il trattato della Cuenca del Plata
9
Vedi al riguardo il Trattato di Assunciòn art.1-8.