Il mio lavoro si basa essenzialmente sugli studi di Andreas Musolff (1996, 2000,
2001, 2003, 2004) che sono stati una valida guida per l’analisi linguistica ma
soprattutto per capire il contesto che ha determinato ogni citazione. Le citazioni
analizzate nel presente lavoro sono tutte raccolte in databases molto ampi: Bank
of English, COSMAS e soprattutto EUROMETA I e II. Saranno descritte le modalità
di costituzione dei databases e il metodo di ricerca delle espressioni metaforiche
(cfr. § 4.3).
Il quarto capitolo passa in rassegna le varie citazioni, accompagnate da brevi
cenni al contesto politico e storico da cui esse sono emerse. Soprattutto ci si
soffermerà sulle espressioni metaforiche appartenenti a due importanti domini e ai
relativi scenari. Il primo dominio è quello VITA-CORPO-SALUTE (cfr. § 4.4), in
base al quale l’Europa è concepita come un corpo che ha il suo ciclo di vita (cfr. §
4.4.1), ha delle precise condizioni di salute (cfr. § 4.4.2), ed ha gli organi di cui
anche l’uomo è composto (cfr. § 4.4.3).
Anche il secondo dominio, quello del MOVIMENTO-PERCORSO-VELOCITÀ si basa
su un’esperienza basilare nella vita di ognuno, il movimento. Gli scenari relativi a
questo dominio sono quello del percorso comune degli Stati europei e del viaggio
nei vari mezzi di trasporto: treno, nave, auto e bici (cfr. § § 4.5.2, 4.5.3, 4.5.4).
Al termine dell’analisi delle varie espressioni metaforiche del dibattito politico
sull’Europa, si giunge alla conclusione che queste facilitano la comprensione del
discorso politico e soprattutto lo rendono più efficace e più accessibile a tutti,
proprio grazie al fondamento esperienziale delle metafore.
6
LA LINGUISTICA COGNITIVA
1.1. INTRODUZIONE
La lingua è uno dei mezzi principali usati dall’uomo per esprimere idee e pensieri
e comunicare con i suoi simili e, in queste pagine, essa sarà presentata, appunto,
in primo luogo come mezzo d’espressione di idee e pensieri. Questa linea di
pensiero si ritrova all’interno della linguistica cognitiva di corrente olistica – che
rappresenta il quadro teorico di riferimento del presente lavoro – nella quale la
lingua è una parte dell’intero sistema cognitivo di cui l’uomo dispone. Ciò
significa che la lingua è interattivamente connessa con il modo in cui l’uomo
percepisce, costruisce categorie e forma concetti, con la sua capacità di astrarre, di
vivere sentimenti e di perseguire intenzioni e, in generale, con il pensare e il
ragionare. Ci sono collegamenti molto intensi fra la lingua e le altre attività dello
spirito umano: tutte interagiscono con la lingua, le conferiscono la loro impronta e
ne sono influenzate. In questo senso anche la scienza della lingua si occupa del
modo in cui noi trasferiamo le nostre sensazioni, immagini, pensieri e desideri in
una forma che ci consente di esprimerci e comprenderci a vicenda.
In questo primo capitolo si illustrerà l’origine del quadro teorico di riferimento
della linguistica cognitiva, nonché l’impatto che questo ha avuto sull’ambito degli
studi linguistici (cfr. § 1.2 del presente lavoro). Si proseguirà dando una scorsa a
quelle che sono le caratteristiche principali ed innovative della Linguistica
Cognitiva, come le Categorizzazioni (cfr. § 1.3), gli Immagini-Schema (cfr. §
1.4), nonché la Metafora (cfr. § 1.5) ed i Modelli Cognitivi Idealizzati (cfr. § 1.6).
Una volta presentata la Linguistica Cognitiva nelle sue generalità, si analizzerà il
ruolo che essa ha avuto nello studio della mente (cfr. § 1.7), i progressi che essa
ha fatto, a partire dalla critica della filosofia cartesiana (cfr. § 1.8), alla ri-
definizione del concetto di Categoria Concettuale, di Prototipo (cfr. § 1.9) fino a
giungere alla Neuroscienza Cognitiva e al mondo di pensare alla 'corporeità': una
nuova chiave di lettura del modo in cui l’uomo usa la lingua e soprattutto
comprende il mondo e se stesso (cfr. § 1.10).
8
1.2 IL CONTESTO STORICO E LE CARATTERISTICHE DELLA LINGUISTICA
COGNITIVA OLISTICA.
Attorno alla metà degli anni ’70 alcuni linguisti, tra cui Lakoff, Johnson, Putnam,
Langacker, iniziarono a verificare che l’insieme delle assunzioni fondamentali del
Generativismo
1
non costituiva più un’ipotesi di spiegazione linguistica adeguata.
Alcuni fenomeni in particolare non erano più spiegabili attraverso un approccio
formale all’espressione linguistica.
Buona parte di questi studiosi, fra cui spiccano Langacker
2
(1987) e Lakoff
(1978), diede poi vita alla Linguistica Cognitiva di indirizzo olistico, e iniziò
l’elaborazione di un modello di grammatica denominato 'Space Grammar' che si
distingue dalla Linguistica Cognitiva chomskiana di stampo modularista
3
.
L’approccio cognitivo olistico pone in stretta relazione le esperienze fisiche e la
loro rappresentazione mentale e/o linguistica. Per esempio, nello studio dei casi
grammaticali e delle preposizioni, vengono elaborate teorie olistiche, che vedono
il significato concreto come base delle forme grammaticali sulle quali poi si
costruisce il significato astratto
4
.
Sono stati soprattutto gli studi sulla categorizzazione prototipica e radiale da parte
della psicologa Rosch (1973, 1987), oltre che un approccio alla lingua dove la
semantica più che la sintassi risulta centrale (la cosiddetta 'semantica generativa'
5
)
nonché il ricorso alla conoscenza enciclopedica, per spiegare il significato delle
espressioni linguistiche, a determinare la nascita di teorie oggi denominate
1
La Grammatica Generativa, scuola di analisi avviata dal ricercatore Noam Chomsky verso la
metà degli anni ’50, ha come presupposto fondamentale l’idea che la linguistica deve oltrepassare
la descrizione delle strutture del linguaggio. Per spiegare come le frasi di ogni lingua vengono
formate – ovvero generate - da chi parla e successivamente interpretate da chi ascolta. Questa
scuola dà, infatti, grande importanza alla capacità dei parlanti di una lingua di generare un numero
infinito di frasi corrette. La spiegazione a questo fenomeno è il riconoscimento, da parte di
Chomsky, dell’esistenza di un livello superficiale della lingua, e di uno profondo, generato dal
livello sintattico e lessicale della lingua.
2
Per ulteriori approfondimenti cfr. Langacker, R. W. 1987, Langacker, R.W. 1991.
3
Il ‘modularismo’ è la teoria neuropsicologica fondata sull'idea della centralità del cervello quale
organo di base della mente, cui si riconosce un’organizzazione modulare, vale a dire suddivisa per
ambiti, responsabili di specifiche aree funzionali pur non escludendo forme di interconnessione
(Cfr. H. Gardner, 1988)
4
Per ulteriori approfondimenti a riguardo cfr. Brugman, 1983.
5
La Semantica Generativa è un indirizzo sviluppatosi all’interno del Generativismo, da cui
tuttavia si distingue per il ruolo attribuito alla semantica, da cui è generata la struttura della frase.
9
complessivamente 'Linguistica Cognitiva', che danno ragione del linguaggio
umano a partire dai processi cognitivi che motivano l’espressione verbale.
Un altro importantissimo principio della Linguistica Cognitiva è costituito
dall’idea dell’esistenza di un continuum fra lessico, morfologia e sintassi, anche
questo in contrasto con le posizioni assunte dalla grammatica generativa.
La Linguistica Cognitiva viene definita dai suoi rappresentanti antioggettivista e
ulteriormente specificata come realismo esperienziale. I linguisti cognitivi, infatti
portano avanti una linea di pensiero in contrasto con la convinzione oggettivista,
secondo cui il pensiero è separato dal corpo, dall’immaginazione e dalla cultura
degli esseri umani. Nell’ottica oggettivista la grammatica viene descritta senza
nessun riferimento al significato e la realtà (esterna) non ha alcun collegamento
con l’individuo che la percepisce. La mente stessa viene considerata una struttura
precostituita, indipendente dall’esperienza umana. La prima dimostrazione del
contrasto tra l’Oggettivismo e la Linguistica Cognitiva è l’assunto, di
quest’ultima, in base al quale esiste un forte legame fra la realtà e i soggetti che la
percepiscono e in virtù di questo legame la mente umana può creare nuovi
significati che permettono, a loro volta, di comprendere e di agire secondo
parametri rinnovati.
All’interno di questa prospettiva teorica la struttura del corpo umano assume un
ruolo centrale anche per lo studio della lingua, svolgendo un ruolo primario nella
caratterizzazione del significato dei concetti. Già lo psicologo Jean Piaget (1967),
ad esempio, aveva ipotizzato la continuità tra la base senso-motoria dei concetti
(soprattutto spaziali) e le strutture cognitive più complesse del ragionamento e del
linguaggio. La Linguistica Cognitiva mostra come alcune caratteristiche della
categorizzazione e della percezione sono riflesse nel linguaggio sia a livello
lessicale sia a livello grammaticale. Ad esempio lo studioso Carlo Serra Borneto
(1995) illustra in uno dei suoi articoli (ibidem) la base corporale e fisica che
sottostà ai verbi di posizione in tedesco
6
. Serra Borneto osserva che le posizioni
del corpo influenzano l’uso di verbi di posizione come stehen (stare in piedi) e
liegen (stare distesi). I due verbi non sono usati solo in relazione al corpo umano,
ma si riferiscono anche a diversi oggetti. Per cui in tedesco dirò: “Die Flasche
6
Cfr. C. Serra Borneto, 1995, p. 459-474
10
stehen auf dem Tisch”
7
(Le bottiglie sono – verticalmente - sul tavolo), ma “Die
Zeitung liegt auf dem Tisch”
8
(Il giornale è – orizzontalmente – sul tavolo) [trad.
mia]. L’uso di questi due verbi posizionali è legato ad una visione antropocentrica
che l’uomo ha del mondo circostante e alla percezione della posizione
dell’oggetto nello spazio. Per le bottiglie la dimensione saliente è la verticalità, il
verbo scelto sarà quindi stehen, per il giornale la dimensione saliente è
l’orizzontalità, si sceglierà quindi liegen.
I seguenti paragrafi approfondisco e illustrano gli assunti principali della
Linguistica Cognitiva, dando particolare rilievo alla posizione innovativa che
questa disciplina assume riguardo a quelli che sono considerati i suoi pilastri.
1.3 CATEGORIZZAZIONE
Gli studi compiuti dalla psicologa Eleonor Rosch
9
nel corso degli anni ’70 sulla
categorizzazione offrono un importantissimo spunto alla Linguistica Cognitiva,
perché costituiscono la prova empirica del continuum categoriale: la mente umana
non separa le entità in categorie discrete, ma prototipiche.
Nella maggior parte dei casi, le categorie concettuali prototipiche sono o categorie
nelle quali alcuni aspetti sono determinati dalla natura del corpo umano o
categorie nelle quali l’aspetto immaginativo della mente gioca un ruolo decisivo
nella natura della categoria.
Secondo il punto di vista oggettivistico, le categorie risiedono nel reale, sono
discrete e riconoscibili in maniera indipendente dalle proprietà cognitive della
mente umana. L’appartenenza di un’entità ad una categoria dipende dalla
condivisione di una serie di proprietà tutte necessarie e sufficienti, pertanto le
entità esistenti, condividendo proprietà oggettive, formano categorie dotate di
esistenza oggettiva. Ciascun membro di una categoria ne è membro allo stesso
titolo e le categorie non hanno struttura interna.
Secondo il punto di vista che si evince dagli esperimenti di Rosch (1971/1973),
invece, le proprietà che definiscono i membri di una categoria non devono
7
Ibidem, p. 461
8
Ibidem, p. 461
9
Per ulteriori approfondimenti cfr. E. H. Rosch, 1971/1973; 1987
11
necessariamente essere tutte condivise, in altre parole, in ogni categoria ci sono
membri più centrali, o più prototipici, e altri membri marginali. Così, se
esaminiamo la categoria “uccello”, troviamo rappresentanti prototipici, come
l’usignolo o il passero, e altri che lo sono meno, come il pinguino. I membri
prototipici sono anche i primi che ci vengono in mente come esempi della
categoria: i membri prototipici sono membri più centrali.
Le categorie hanno quindi una struttura interna organizzata intorno ai membri più
prototipici e non sono separate da margini netti ma piuttosto da un continuum sul
quale si situano membri via via meno prototipici. Fra i membri di una categoria
viene riconosciuta quella che Wittgenstein (1953) chiamava “una somiglianza di
famiglia”
10
: i membri di una categoria condividono qualcosa, ma si tratta di volta
in volta di caratteristiche diverse. Wittgenstein (1953) afferma infatti che le
categorie concettuali non sono strutturate secondo una lista di caratteristiche,
condivise da tutti gli elementi costitutivi della categoria, ma sembrano essere
caratterizzate da una rete di somiglianze. È in questo senso che la categoria si
comporta un po’ come una famiglia, i cui membri condividono uno o più attributi,
ma non esiste alcun attributo comune a tutti i membri della categoria.
Un altro aspetto centrale riguardante il modello di categoria prototipica è dato dal
ruolo attivo della mente umana: le categorie corrispondono sì a qualcosa di
esistente nel mondo esterno alla mente, ma sono conoscibili solo attraverso la
mediazione attiva di quest’ultima. Per la Linguistica Cognitiva la mente non è,
come nella tradizione filosofica occidentale, qualcosa di astratto e separato dal
corpo, ma è embodied
11
, inserita cioè in una dimensione corporea, o meglio, è
tutt’uno con la dimensione fisica dell’essere umano.
Con il rifiuto del modello classico di classificazione delle entità in categorie fisse
e l’adozione della Prototype Theory
12
la Linguistica Cognitiva ha rifiutato le
affermazioni oggettiviste in base alle quali si concepisce la semantica come basata
esclusivamente su un’oggettiva corrispondenza fra simboli ed entità della realtà e
la grammatica è considerata pura forma.
10
Per ulteriori approfondimenti cfr. L. Wittgenstein, 1953
11
Cfr. G. Lakoff – M. Johnson 1998, p. 29
12
Cfr. J. R. Taylor, 1989, pp. 38-75
12
Nei successivi paragrafi saranno esposti i principali processi cognitivi, Immagini-
Schema
13
(cfr. § 1.4), Metafora (cfr. § 1.5), Modelli Cognitivi Idealizzati (cfr. §
1.6), che spiegano la concettualizzazione così come la intendono i maggiori
rappresentanti della Linguistica Cognitiva: Lakoff, Johnson, Langacker,
Fauconnier.
1.4 IMMAGINI SCHEMA
La Linguistica Cognitiva distingue all’interno della struttura linguistica un livello
cognitivo (di organizzazione dell’esperienza) da uno concettuale (mentale), da
uno semantico (linguistico), prima di ottenere quello sintattico o formale
dell’espressione compiuta, verbale o scritta (o di altra natura, come ad esempio la
rappresentazione iconica). Per “livello cognitivo” si intende il livello su cui
l’uomo organizza, attraverso la sua struttura corporea, il suo rapporto con la realtà
(la sua esperienza). Per “livello concettuale” si intende il livello sul quale
l’esperienza viene categorizzata grazie alle strutture di cui è dotata la mente
umana. Quello “semantico” è poi il livello che precede immediatamente quello
compiuto dell’espressione linguistica, e nel quale un contenuto viene associato ad
una forma. A livello semantico l’esperienza umana viene ulteriormente
organizzata per poter essere comunicata.
Le immagini schema (Johnson, 1987) sono meccanismi che appartengono al
livello cognitivo del fenomeno linguistico e vengono considerate da alcuni
linguisti (ad esempio Johnson, 1987) parte dell’oggetto della linguistica allo
stesso modo della forma sintattica, in quanto sottendono l’organizzazione del
significato linguistico. Le immagini schema sono schemi o modi di costruire il
significato e sono costituiti da un’immagine che proviene dall’esperienza della
realtà che l’uomo fa in virtù del fatto di vivere in un corpo umano fatto in un certo
modo, e nell’ambiente terrestre.
Le immagini schema principali sono quelle del Contenitore (Container), della
Parte/Tutto (Part/Whole), del Legame (Link), del Punto di
13
“Immagini-schema” è la traduzione di Images schemata (Johnson 1987) proposta nella versione
italiana di “Elementi di linguistica cognitiva”, (1998). Nel presente lavoro sarà adottata questa
traduzione.
13
partenza/Percorso/Destinazione (Source-Path- Goal), del Sopra/Sotto (Up/Down),
del Davanti/Dietro (Front/back), dell’Ordine Lineare (Linear Order), del
Centro/Estremità (Centre/Periphery)
14
.
A titolo esemplificativo verrà mostrata la logica della prima Immagine Schema,
quella del contenitore.
Noi esseri umani siamo “esseri fisici delimitati e separati dal resto del mondo
mediante la superficie della nostra pelle”
15
e l’esperienza che abbiamo del mondo
circostante è di qualcosa di esterno a noi. Ognuno di noi è un contenitore, il cui
corpo ne delimita i confini. Analogamente gli altri oggetti fisici sono concepiti
come contenitori, pur non essendo tali in termini veri e propri. Un bosco, ad
esempio, non è un contenitore propriamente detto, ma è visto dall’uomo come
dotato di una superficie che ne delimita i confini, per cui l’uomo può trovarsi nel
bosco, o fuori da esso
16
.
Grazie al suo alto grado di astrazione il modello del contenitore è uno schema che
ci permette l’organizzazione di tante e diverse esperienze umane, ad esempio
eventi, azioni, attività, come se si trattasse di tanti oggetti contenitori.
Gli schemi dimostrano come la ragione non sia astratta, bensì basata
sull’esperienza corporea, ma a partire da domini dell’esperienza concreti,
attraverso proiezioni metaforiche, essa permette anche la concettualizzazione dei
domini più astratti. è proprio questo processo che rende la metafora uno strumento
indispensabile per l’uomo, come si evince dal paragrafo seguente, dedicato
proprio a questa preziosa figura retorica.
1.5 METAFORA
La linguistica cognitiva distingue la “metafora”, che è un’attività cognitiva,
dall’”espressione metaforica”, che è l’occorrenza verbale di questa attività
17
.
All’unitarietà del modo di concettualizzare una realtà, infatti, corrisponde molto
spesso una molteplicità di espressioni verbali. Nel suo complesso un testo
metaforico coinvolge entrambi i livelli concettuale e verbale. A livello concettuale
14
Per la spiegazione delle Immagini Schema sopraccitate cfr. M. Johnson, 1987
15
Cfr. G. Lakoff- M. Johnson, 1980, trad. it. 1998, p. 49
16
Ibidem, p. 50
17
Cfr. G. Lakoff- M. Johnson, (1998), p. 15
14
viene istituita una corrispondenza ontologica (Mapping)
18
tra un’entità che
appartiene ad un dominio mentale di base (Basic)
19
, dal quale procede la
corrispondenza, e un’altra entità che appartiene ad un dominio più astratto al
quale si conclude la corrispondenza. Pressoché ogni concetto astratto del pensiero
e del linguaggio quotidiano è metaforico (esempio “tempo”, “quantità”, “stato”,
“azione”, “causa”, “intenzione” e “aspetto”) come dimostrano gli esempi 1-7:
(1) [tempo]: Si sta solo perdendo tempo.
(2) [quantità]: Ho una montagna di pratiche da sbrigare.
(3) [stato]: E’ caduto in depressione.
(4) [azione]: Nel lavare i vetri, ha rovesciato l’acqua a terra.
(5) [causa]: Il peso delle sue responsabilità ha causato la sua crisi.
(6) [intenzione]: Il mio piano è di studiare fino all’ora di pranzo.
(7) [aspetto]: Il lato negativo del suo carattere viene fuori raramente
A livello espressivo invece si hanno una o più rese verbali della medesima
corrispondenza concettuale. Ad esempio le frasi “Si sta solo perdendo tempo”,
“Così guadagneremo più tempo” derivano entrambe dalla metafora concettuale IL
TEMPO È UNA RISORSA PREZIOSA
20
.
La metafora è quindi la strategia che la ragione adotta per comprendere un
dominio mentale nei termini di un altro
21
.
Le corrispondenze concettuali sono corrispondenze ontologiche tra le entità del
reale, la metafora non è dunque parte né della grammatica, né del lessico, ma del
sistema concettuale. Essa è uno dei modi ordinari e convenzionali che gli uomini
hanno di concettualizzare la realtà.
L’esistenza della metafora è testimoniata dalla polisemia. Esistono, infatti, parole
che hanno significati relativi a domini concettuali diversi, ad esempio parole usate
per descrivere il trasferimento di oggetti fisici vengono usate anche per descrivere
la comunicazione
22
:
18
Ibidem, p. 15
19
Ibidem, p. 15
20
Cfr. G. Lakoff- M. Johnson, 1980, trad. it. 1998, p. 88
21
Per ulteriori approfondimenti a riguardo cfr. § 2.5 del presente lavoro.
22
Per ulteriori approfondimenti a riguardo cfr. Reddy, 1979, Conduit Metaphor
15