5
utilizzate e sfruttate per i loro poteri, a volte divinizzate, senza che si avesse ovviamente
alcuna conoscenza farmaco-tossicologica sulla chimica dei principi attivi in esse
contenuti.2
Le finalità e gli usi delle sostanze chimiche in grado di modificare la coscienza da
parte delle società tradizionali e dei Paesi industrializzati sono molto diversi, così come
sono diversi i modi con cui le sostanze stesse sono vissute e gli effetti che ne derivano.
Spesso, come diretta espressione della globalizzazione delle droghe, queste
sostanze di origine naturale, provenienti da tutto il mondo e vendute principalmente
negli "smart drugs shops", vengono inserite nella categoria delle "smart-drugs" o "droghe
furbe"3 e rappresentano una nuova tipologia di droghe psicoattive, sempre più
personalizzate, che aumentano l'efficienza mentale (il loro termine medico è nootropici),
con proprietà stimolanti, allucinogene e narcotiche.
L'aggettivo smart indica, nei paesi anglosassoni, una serie di prodotti stimolanti ed
energizzanti, simili ad integratori dietetici, e nella sua accezione di furbo si riferisce al
fatto che le "smart drugs" e le "natural drugs" spesso non sono proibite per legge: la
normativa giuridica varia di paese in paese. 4
Queste sostanze provocano una radicale e repentina modificazione o soppressione
degli ordinari confini fra reale e fantastico, cosa che può essere fonte di gioia ma anche
di terrore allo stato puro. I pericoli sono appunto legati alla difficoltà di integrare
l'esperienza della trasformazione del mondo interno ed esterno nella realtà ordinaria e
quotidiana.
I popoli cosiddetti primitivi conoscevano molto bene questi pericoli, e non a caso
considerevano queste sostanze sacre, nel significato originario della parola. "Sacro"
deriva infatti dal latino sacer e indica "ciò da cui si deve stare lontani".5
2 Marozzi E. - Mari F. - Bertol E. "Le piante magiche - viaggio nel fantastico mondo delle droghe vegetali" Ed. Le Lettere - FI 1996
3
tratto da: http://www.comune.bolzano.it/giovani_itsup2u_info.jsp?area=176&ID_LINK=2401&page=7
4
Seminario “Smart-drugs e smart-shops: un nuovo fenomeno italiano”- Bologna, 13 dicembre 2004
5
Camilla G. "Le piante sacre - Allucinogeni di origine vegetale" Ed. Nautilus - Torino 2003
6
La storia insegna che, sempre e ovunque, l'uso di sostanze psicoattive è stato
regolato da norme più o meno definite e che ogni società ha sviluppato metodi di
autocontrollo nel consumo "normale" di queste sostanze, e metodi di controllo dei
consumi "devianti".
Fatti anomali e imprevisti - come l'introduzione di nuove sostanze o di nuove
modalità d'uso - hanno spesso determinato l'adozione più o meno improvvisata di nuove
e più severe regole, fino all'estremo della proibizione. Ma la storia insegna anche che
quasi mai all'aumento del controllo e della severità è corrisposta una riduzione dei
comportamenti devianti. Anzi, focalizzarsi sui comportamenti più devianti per definire i
sistemi di controllo e le sanzioni per la generalità dei cittadini, si è regolarmente
dimostrato inutile e anche controproducente.6
Attualmente la distinzione tra uso lecito e illecito di sostanze e preparazioni
stupefacenti è in sostanza determinata dall'impiego terapeutico o meno di prodotti
farmaceutici che le contengono.
La disciplina e il controllo delle sostanze stupefacenti hanno origine dalla
cooperazione internazionale, e trovano giustificazione nella logica di sottoporre a
regolamentazione e vigilanza ogni attività attinente le operazioni di coltivazione,
produzione, fabbricazione, estrazione, preparazione, detenzione, offerta, messa in
vendita, distribuzione, acquisto, vendita, consegna a qualsiasi scopo, mediazione, invio,
trasporto, importazione, esportazione e transito, in modo che le violazioni siano
considerate infrazioni punibili in ogni Paese.7
6
Capuccino C. "Felicità chimica - storia delle droghe" Ed. Nuovi Equilibri - Viterbo 2004
7
Minghetti P. - Marchetti M. "Legislazione Farmaceutica" Ed. Ambrosiana - Milano 2002
7
Scopo della Ricerca
Oggi, l'uso degli allucinogeni si va sempre più diffondendo, tanto da assumere
proporzioni allarmanti; tuttavia tale diffusione, soprattutto fra i giovani nel mondo
occidentale, è relativamente recente, così come lo è, di conseguenza, l'interesse della
scienza per queste sostanze.
Attualmente la Tossicologia Forense esplica la propria attività soprattutto
nell’ambito dello studio di tutte quelle sostanze modificatrici dell’omeostasi del sistema
nervoso, stupefacenti e/o allucinogene, che sono di estrema rilevanza da un punto di
vista sociale quanto penale.
Dopo una panoramica generale sulle tipologie e gli usi delle sostanze
allucinogene, il presente lavoro si propone di sviluppare un'analisi su alcune sostanze,
attualmente classificate come allucinogene, delle quali, tuttavia, il mondo politico in
diversi Paesi non valuta appropriatamente la pericolosità, nonostante gli esiti raggiunti
da numerose e recenti ricerche scientifiche, soprattutto in campo tossicologico,
farmacologico, fisiologico.
8
Considerazioni di carattere storico
Dalle prime civiltà ai tempi nostri
Fin dai tempi più remoti l'uomo ha sempre ricercato sostanze in grado di rendere
la vita bella e possibilmente eterna, ma che non provocassero danni fisici e psichici e
tantomeno la dipendenza. Sostanze in grado di guarire le malattie e di agire
favorevolmente su psiche e corpo, anche per migliorare le prestazioni, per indurre
piacere ed euforia, annullare ogni sgradevole sensazione quale ansia e dolore, procurarsi
il sonno, evadere dalla realtà; per facilitare l'esplorazione della mente e il contatto con la
divinità, e quindi stabilire una mistica unione; per stimolare energie, modificare reazioni
affettive, aumentare percezioni e approfondire la conoscenza del reale e dell'irreale.
Per queste sostanze le varie civiltà hanno elaborato rituali che attualmente
definiamo culture. Ne veniva così regolamentato l'uso ed erano sottolineati i pericoli,
fornite eventuali avvertenze e modalità per evitarli, spesso creando un tabù.
L'uso indiscriminato veniva riservato alle classi dirigenti che di frequente
strumentalizzavano le droghe per esercitare e mantenere un potere.
Nelle civiltà primordiali e fino al XIX secolo d.C. l'uso della droga è quindi
autocratico, in quanto viene gestito dal potere con proprie modalità e per i propri fini
mistici, religiosi, terapeutici, bellici, politici, e perfino come strumento di delitto o di
genocidio. Chi le usa fuori di tali modalità e fini viene considerato strega o mago,
allontanato dalla comunità e talora condannato alla perdita della vita.
Nell'Ottocento l'uso libero delle droghe si è diffuso in tutto il mondo occidentale,
soprattutto negli ambienti artistici e alla moda.
Infine, mentre le tossicomanie erano tradizionalmente di solito confinate in
ambienti legati alla delinquenza o ristrette a gruppi di élite, oggi si sviluppano tra i
giovani indipendentemente dalle condizioni sociali.
9
Nel XX secolo gli Stati occidentali le hanno proibite dichiarandole illecite,
confinandole nella clandestinità.8
Il proibizionismo moderno nasce a cavallo fra il XIX e il XX secolo negli Stati Uniti
d'America e assume la sua forma definitiva nel 1914 con la prima vera legge in materia
di stupefacenti, l'Harrison Narcotic Act americano, che era stato comunque preceduto dal
Pure Food and Drugs Act (1906), che poneva già limitazioni all'uso di alcune sostanze
nei cibi: è stata questa legge che ha proibito l'uso della cocaina nella Coca Cola, e per
questo sostituita dalla caffeina.
Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, in quella che negli Stati
Uniti fu chiamata Era Progressista, si sperò di poter trovare soluzioni pratiche per tutti i
problemi dell'umanità. Per quanto riguarda "le droghe", la soluzione più semplice
apparve quella di proibirne ogni uso "non strettamente medico". La proibizione di queste
sostanze, grazie all'egemonia politica americana, fu esportata con successo in tutto il
mondo e successivamente consolidata con una serie difficilmente attaccabile di
convenzioni internazionali, ratificate da quasi tutti i paesi. 9
Nella prima metà degli anni 1970 in tutto il mondo occidentale si diffuse con
vertiginosa rapidità quella corrente di pensiero, l'antiproibizionismo, che stigmatizza
come illiberale e inopportuna la proibizione dell'uso e della circolazione delle droghe, in
particolare di quelle cosiddette leggere, la canapa indiana e i suoi preparati, nonché di
quelle aventi effetti psicodislettici e dispercettivi.10
8
Malizia "Le droghe" Tascabili Economici Newton - Roma 1994
9
Capuccino C. "Felicità chimica - storia delle droghe" Ed. Nuovi Equilibri - Viterbo 2004
10
Ronco M. "L'antiproibizionismo"
10
Le piante magiche nella letteratura classica
Gli scrittori di medicina del passato non erano soliti indagare su basi scientifiche
le proprietà medicinali delle erbe, considerate un dono degli dei da accettare senza
indagarne le cause.
Il primo trattato sistematico di botanica farmaceutica, De Historia Plantarum, fu
scritto da un allievo di Aristotele, Teofrasto (372-288 a.C.), considerato il "padre della
botanica scientifica".
I Greci avevano ereditato dai Persiani il sapere delle antiche civiltà orientali e per
lungo tempo la terapeutica greca si basò sulla magia e sulla superstizione.
E' con Ippocrate (460-377 a.C.), il fondatore della scuola di Cos, che l'arte di
curare le malattie diviene una scienza. Fu chiamato "padre della medicina" e, come
testimonia il Corpus Hippocraticum, si afferma che egli facesse uso di più di 230 piante.
Anche l'antica Roma è ricca di testimonianze sull'uso terapeutico delle piante.
Nell'opera De Re Rustica, Catone il Censore (234-149 a.C.) descrisse le 120 piante che
coltivava nel suo giardino per le loro proprietà medicinali.
Galeno (131-200 d.C.) fu un altro grande maestro della medicina. Godette di
grande autorità fino al Medioevo e fu definito "padre della farmacologia".
L'Europa visse a partire dalla caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) un periodo di
oscurantismo scientifico. La tradizione terapeutica fu tuttavia in qualche modo
conservata dal clero; i monaci eruditi, infatti, ricercavano, trascrivevano e copiavano gli
scritti dei maestri greco-romani, e coltivavano erbe «semplici» per ricavare composti utili
per i loro medicamenti.
Seguendo queste vie, l'arte medica antica soccorse l'uomo in ogni sua necessità. Le
superstizioni scomparvero nel tempo, e il secolo dei Lumi portò a una nuova
interpretazione dei principi che stanno alla base delle leggi naturali. 11
11
La Paglia R. "Le erbe magiche" Ed. Xenia - Milano 2005
11
Miti e leggende
Tra gli esseri umani e il mondo vegetale intercorre uno straordinario legame
integrativo. Molte piante furono oggetto di culto, essendo ritenute antropogoniche, cioè
generatrici della specie umana.
A conferma di ciò esiste un repertorio mitologico con numerosi esempi: l'eroe
riceve la forza e l'energia morale abbracciando il tronco di un albero; la donna è
agevolata nel parto chiedendo aiuto a una pianta e sdraiandosi presso le sue radici...12
Per una medesima pianta possono esistere differenti miti relativi alla sua origine, e
per ciascuno di questi possono essere state riportate differenti versioni: ciò avviene
soprattutto in base alla diffusione geoetnografica dell'utilizzo della pianta.13
Ancora oggi, alcune di queste piante sono al centro del sistema religioso e sono
fulcro del sistema interpretativo dei diversi aspetti della realtà e della vita di numerose
popolazioni e sono amministrate da sciamani e curanderos, perché vengono utilizzate
anche per scopi curativi, sebbene tale uso non sia separabile da un più generale contesto
spirituale-religioso.
12
La Paglia R. "Le erbe magiche" Ed. Xenia - Milano 2005
13
Samorini G. "Gli allucinogeni nel mito - racconti sull'origine delle piante psicoattive" Ed. Nautilus - Torino 1995
12
Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi
Si definisce sciamano un uomo di medicina e di religione; si tratta di una figura
rinvenibile originariamente presso le culture dei cacciatori-raccoglitori scarsamente
strutturate, tecnologicamente poco evolute e omogenee.
La parola sciamano viene dal sanscrito sramana o dal pali samana e significa
"uomo ispirato dagli spiriti" - "portatore di energia" - "uomo saggio" - "colui che vede
nell'oscurità".14
Lo sciamanesimo, fenomeno religioso di origine siberiana e centro asiatica, è
diffuso non soltanto presso le culture orali dell'Asia centrale, dell'America settentrionale e
dell'Oceania, ma anche presso culture e religioni più strutturate, come la religione cinese
e lo scintoismo giapponese.
Lo sciamano, generalmente di sesso maschile, occupa una posizione sociale ed
economica elevata. E' essenzialmente un medium, un portavoce degli spiriti nel cui
mondo entra al momento dell'iniziazione, durante la quale egli affronta numerose prove
che dovrebbero indurre sogni e visioni.
Le conoscenze degli sciamani del passato erano essenzialmente basate
sull'esperienza e sull'osservazione fortuita degli effetti di un prodotto naturale
sull'evoluzione di una malattia. Questo sapere conferiva loro un prestigio paragonabile a
quello di un capo o di un re; e non di rado queste funzioni coincidevano davvero nella
stessa persona: un esempio è Tatanka Iyotanka (ca.1831-1890) noto come Toro Seduto.
I principali compiti dello sciamano sono la guarigione e la divinazione, ottenute
mediante la possessione spiritica o il trasferimento dell'anima dello sciamano fino al cielo
o agli inferi. Inoltre, lo sciamano officia i riti di passaggio: propizia la stagione della
caccia e svolge funzione di guida delle anime dei morti nell'aldilà.
Lo sciamanesimo è stato da altri interpretato semplicemente come anticipazione di
un sistema religioso più organizzato o come tecnica per il raggiungimento dell'estasi.15
14
http://it.wikipedia.org/wiki/Sciamanesimo