migliorare l’assistenza e, quindi, la qualità delle prestazioni erogate all’utente/paziente della
struttura sanitaria, sia essa pubblica o privata.
Il crescente sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha, infatti, portato alla creazione di sistemi e
dispositivi di diagnosi e terapia di comprovata efficacia, di sempre più ridotta invasività e di
maggiore accettazione da parte del paziente. Tuttavia a questo importante traguardo tecnologico-
assistenziale si sono accompagnate una serie di problematiche nuove in termini di gestione ed
utilizzo delle apparecchiature.
Inoltre le profonde trasformazioni strutturali e organizzative, che il settore sanitario vive
attualmente sono dovute anche ad altri fattori, come la volontà di collocare il paziente al centro del
processo di cura e di favorirne la continuità assistenziale, ed il cambiamento di quelli che sono i
bisogni di buona parte dei pazienti (dovuto all’invecchiamento della popolazione ed il conseguente
aumento delle malattie croniche).
Per cercare di trovare il giusto equilibrio tra la spinta della tecnologia, che inevitabilmente conduce
all’incremento dei costi della sanità, e le nuove politiche sanitarie che puntano sulla centralità del
paziente diventa necessario fornirsi di un quadro interpretativo il più completo possibile che vada a
toccare una serie di aspetti cruciali: gli strumenti che le tecnologie informatiche offrono, le reali
esigenze informative delle strutture sanitarie e come le tecnologie cercano di soddisfare tali
esigenze, le problematiche organizzative che l’implementazione di nuovi sistemi informativi
comporta, la loro valutazione e monitoraggio nell’ottica della razionalizzazione delle risorse.
L’obiettivo che mi pongo con questa tesi di laurea è in primo luogo valutare in che modo il settore
sanitario si sia avvalso del crescente uso di tecnologie informatiche per cercare di organizzare e
gestire al meglio i servizi erogati al cittadino, mantenendo o migliorando la qualità di tale servizio
ed allo stesso tempo cercando di ottimizzare l’utilizzo delle risorse necessarie, per evitare inutili
sprechi (come spesso consuetudine nella società italiana).
Inoltre in secondo luogo sarà quello di analizzare e descrivere, quelli che sono i metodi migliori per
valutare l’impatto delle nuove tecnologie in sanità.
Per cui svolgerò questa tesi, con la consapevolezza che capire l’attuale organizzazione del sistema
sanitario trovandone i difetti, ed allo stesso tempo studiare lo stato di informatizzazione della sanità
italiana ed in particolare i miglioramenti da esso derivati possa servire come base per conoscere in
che modo si possa procedere verso un miglioramento della sanità nel prossimo futuro.
Infatti, a causa dell’eccessiva velocità di evoluzione delle tecnologie e dei bisogni sanitari, diviene
doveroso valutare nella maniera più efficiente possibile le conseguenze (sottoforma di efficacia,
utilità e costi) che una determinata tecnologia applicata ai servizi sanitari comporta. Solo in questo
modo si potrà in seguito valutare se una determinata tecnologia potrà apportare un reale
miglioramento ai servizi ad un costo contenuto, e quindi decidere di investire su di essa, o se al
contrario l’aumento dei costi dovuto all’introduzione di detta tecnologia non sia supportato da un
adeguato aumento di benefici, e quindi decidere di investire su altre tecnologie.
Nel primo capitolo dopo aver definito, spero, nella maniera più esauriente possibile i servizi sanitari
e il loro ruolo nella società, cercherò di descrivere come il settore sanitario italiano è inserito nel più
ampio contesto europeo per mettere in risalto quali sono gli obiettivi alla luce delle strategie
dell’unione europea. Dopo una breve introduzione sulla sanità elettronica (E-Health), nella seconda
parte del capitolo cercherò di svolgere un’analisi descrittiva e critica delle caratteristiche più
importanti del settore sanitario italiano, inserendolo nel contesto socio economico nazionale ed
evidenziandone punti critici e deficienze; l’ultimo paragrafo sarà dedicato alla descrizione della
sanità calabrese.
Il secondo capitolo tratterà nei primi paragrafi lo stato dell’arte della sanità elettronica in Italia, in
particolare descrivendo il contesto strategico nazionale e regionale, il sistema sanità elettronica ed il
piano di sanità elettronica (PSE), inoltre sarà descritto il possibile scenario futuro della sanità
elettronica in Italia. Nella seconda parte del capitolo saranno invece riportate alcune delle
applicazioni più innovative utilizzate dal nostro sistema sanitario, saranno descritti: il nuovo sistema
informativo sanitario nazionale (il modello concettuale, gli obiettivi strategici e l’organizzazione),
l’applicazione “object-oriented” J-Hospital ed il progetto calabrese denominato “P2P-CKMS-
SSDS” (basato sull’architettura peer to peer per la connessione tra i nodi del sistema sanitario).
Infine il terzo capitolo sarà composto da una parte introduttiva nella quale saranno descritti l’Health
Technology Assessment (HTA o valutazione delle tecnologie sanitarie) e la valutazione economica
in sanità, ed in seguito il capitolo prosegue con quelli che sono i principali metodi di valutazione
quantitativa: l’analisi di minimizzazione dei costi (CMA), l’analisi costo-efficacia (CEA), l’analisi
costo-utilità (CUA) l’analisi costi-benefici (CBA). Per ogni metodo saranno descritti il
funzionamento, i metodi di misurazione dei costi e di identificazione dei benefici, le unità di misura
dei benefici ed i limiti. Inoltre verrà presentato un modello di valutazione economica dei servizi di
telemedicina
Capitolo 2 Organizzazione gestione e controllo dei servizi sanitari
2. ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO DEI SERVIZI
SANITARI: ANALISI DEI PROBLEMI
Una società civile, moderna ed avanzata, si misura dalla qualità della vita dei cittadini e ciò viene
influenzato dalla qualità dei servizi che vengono erogati. Poiché la salute è il bene più prezioso a
disposizione di ciascuno, risulta chiaro che nell’ambito dei servizi erogati, quelli sanitari non
possono non assumere un ruolo di primissimo piano.
La sanità pubblica è un complesso di organi e attività, caratterizzati da una struttura architetturale e
funzionale estremamente articolata, mediante i quali lo stato si propone di tutelare la salute dei
cittadini.
Nell'ordinamento italiano, il Servizio sanitario nazionale (SSN) è il complesso delle funzioni e
delle attività assistenziali svolte dai servizi sanitari regionali, dagli enti e istituzioni di rilievo
nazionale e dallo Stato, volte a garantire la tutela della salute come diritto fondamentale
dell'individuo ed interesse della collettività, nel rispetto della dignità e della libertà della persona
umana (art. 1 del D.Lgs. 502/1992).
La caratteristica principale dell’attuale Servizio sanitario nazionale è l’universalità, esso è, cioè, un
sistema rivolto a tutta la popolazione di riferimento senza distinzioni di genere, residenza, età,
reddito, lavoro. In particolare l'accessibilità deve essere garantita per l'attività di prevenzione,
diagnosi, cura e riabilitazione soprattutto alle fasce economicamente più deboli, in quanto una
mancata previsione di erogazione corrisponderebbe alla negazione del diritto alla tutela della salute.
Tra le altre caratteristiche fondamentali dell’attuale Servizio sanitario nazionale si hanno: la
sostanziale gratuità per l’accesso a prestazioni appropriate uniformemente assicurate nel Paese, il
rispetto della libera scelta e il pluralismo erogativo basato sul ruolo delle strutture pubbliche, delle
strutture private accreditate no profit e di quelle private accreditate profit.
Poiché l’erogazione di tali servizi implica un ingente uso di risorse, di tipo umano, strumentale e
finanziario, i servizi sanitari danno origine ad un’industria di importanza considerevole, in valore
assoluto, in percentuale del PIL e come numero di occupati.
A questo riguardo bisogna ricordare che il Servizio sanitario nazionale è un sistema pubblico
finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali,
derivanti dai ticket sanitari (cioè delle quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e dalle
prestazioni a pagamento.
Prima di poter descrivere quali sono i problemi che affliggono il settore sanitario nazionale, è
doveroso inserirlo nel contesto europeo, occorre quindi capire in che maniera esso si colloca
rispetto quelli che sono i programmi e gli obiettivi dell’unione europea che riguardano la sanità.
2.1 IL SETTORE SANITARIO ITALIANO NEL CONTESTO EUROPEO
Nel consiglio europeo di Lisbona nel marzo del 2000 alla luce dei cambiamenti risultanti dalla
globalizzazione e dalle sfide presentate da una nuova economia basata sulla conoscenza,si è
presentata una nuova sfida per l’Unione Europea, quella di modellare tali cambiamenti in modo
coerente con i propri valori e concetti di società.
Considerato quindi il ritmo rapido e sempre crescente dei mutamenti ed il conseguente bisogno
dell'Unione di sfruttare appieno i vantaggi derivanti dalle opportunità che si presentano, ne è
conseguita la necessità per l'Unione di stabilire un obiettivo strategico chiaro e di concordare un
programma ambizioso al fine di creare le infrastrutture del sapere, promuovere l'innovazione e le
riforme economiche, e modernizzare i sistemi di previdenza sociale e d'istruzione.
L'Unione si è quindi prefissata un nuovo obiettivo strategico per il nuovo decennio:
“diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica
del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con
nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”
Il raggiungimento di questo obiettivo richiede una strategia globale volta a:
- predisporre il passaggio verso un'economia e una società basate sulla conoscenza
migliorando le politiche in materia di società dell'informazione e di ricerca e sviluppo,
nonché accelerando il processo di riforma strutturale ai fini della competitività e
dell'innovazione e completando il mercato interno;
- modernizzare il modello sociale europeo, investendo nelle persone e combattendo
l'esclusione sociale;
- sostenere il contesto economico sano e le prospettive di crescita favorevoli applicando
un'adeguata combinazione di politiche macroeconomiche.
Il passaggio a un'economia digitale, basata sulla conoscenza, indotta da nuovi beni e servizi, metterà
a disposizione un potente motore per la crescita, la competitività e l'occupazione. Inoltre sarà in
grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini e l'ambiente.
Il modello sociale europeo, con i suoi progrediti sistemi di protezione sociale, deve fornire un
supporto alla trasformazione dell’economia della conoscenza.
Affinché si possa trarre il massimo vantaggio da queste opportunità, la Commissione Europea ha
elaborato:
ξ il piano d’azione, “eEurope 2002”, adottato nel giugno 2000 al vertice di Feira;
ξ l’iniziativa “eEurope+”, che integra il piano d’azione “eEurope 2002”, in risposta all’invito
del Consiglio Europeo di adottare la strategia di Lisbona;
ξ il piano d’azione “eEurope 2005: una società dell’informazione per tutti” (approvato nel
giugno 2002 dal Consiglio Europeo di Siviglia) con il seguente obiettivo;
“creare un contesto favorevole agli investimenti privati e alla creazione di nuovi posti di
lavoro, accrescere la produttività, modernizzare i servizi pubblici e garantire a tutti i
cittadini la possibilità di partecipare alla Società dell’Informazione globale, attraverso la
promozione di servizi, applicazioni e contenuti sicuri, basati su un’infrastruttura a banda
larga ampiamente disponibile”.
Il piano d’azione 2002 dà la priorità a Internet, mentre il piano d’azione 2005 si concentra
sull’accesso effettivo, l’uso e la disponibilità di Internet: l’iniziativa del 2005 pone gli utenti al
centro, perché, a tutti i livelli ed in tutte le misure di attuazione, si sottolinea la necessità di
informatizzazione, anche per le persone con esigenze speciali.
Tutti i servizi “chiave” devono essere disponibili non solo tramite personal computer, ma anche
tramite televisione digitale interattiva, telefoni mobili della terza generazione e reti via cavo.
Gli elementi fondamentali del piano sono stati:
ξ la disponibilità e l’uso diffuso delle reti a banda larga in tutta l’Unione entro il 2005;
ξ l’e – Government;
ξ l’e – Learning;
ξ l’e – Health;
ξ l’e – Business.
(1)
2.2 LA SANITÀ ITALIANA
2.2.1 Il contesto socio economico nazionale
La ricostruzione del contesto socio economico, in cui va a collocarsi la programmazione sanitaria
2006-2008, non può che partire dalla presa d’atto dell’indubbia fase di grave difficoltà che l’Italia si
trova oggi ad affrontare. In un contesto di rallentamento che riguarda certamente l’Europa nel suo
complesso, l’Italia cresce da diversi anni assai meno degli altri paesi europei.
Il Piano sanitario nazionale, dunque, si iscrive in una situazione economica nella quale la prevista
ripresa dell’economia del nostro Paese non si è ancora materializzata, anzi la tendenza a breve è
ancora quella di una crescita molto limitata, al di sotto delle previsioni e in, alcuni momenti, vicina
a valori pari allo zero. In questa situazione, un primo approccio per verificare quali problemi al
settore sanitario derivano da questa situazione di contesto può consistere nel raffrontare
l’andamento del PIL rispetto alle disponibilità finanziarie messe a disposizione del Servizio
sanitario nazionale e alla spesa sanitaria effettivamente registrata tra gli anni 2000 e 2005.
Tabella 2.1: raffronto tra Prodotto Interno Lordo, disponibilità finanziarie per il S.S.N. e
spesa del S.S.N. (variazioni percentuali annue)
Come si vede la dinamica di crescita della spesa sanitaria e del finanziamento garantito è fortemente
più accelerata rispetto a quella del PIL. Di fronte a questi dati un’analisi superficiale potrebbe
spingere ad orientare la valutazione dell’impatto che il contesto socio economico potrà esercitare
sull’organizzazione sanitaria solo verso la tematica del contenimento dei costi dell’assistenza
sanitaria per conseguire una compatibilità con la situazione economica del Paese. In realtà tale
semplificazione sarebbe erronea in quanto non tiene conto degli elementi che vengono di seguito
descritti. In prima approssimazione si può fare riferimento ad alcuni principali aspetti:
1. sanità come “azienda” impegnata nella gestione di un numero rilevante di risorse
umane e di rapporti con un “indotto” formato da imprese fornitrici, atto a garantire il
funzionamento corrente delle strutture sanitarie;
2. sanità come impulso alla realizzazione di infrastrutture sul territorio con una
mobilitazione di risorse finanziarie considerevoli e di soggetti imprenditoriali
coinvolti nel processo attuativo degli investimenti strutturali;
3. sanità come creatore di nuovi soggetti economici, erogatori di servizi socio sanitari
volti alla copertura della crescente domanda proveniente dalle dinamiche
demografiche legate all’aumento dell’età media e dal conseguente incremento della
non autosufficienza e della dipendenza a livello di territorio e di domicilio;
4. sanità come settore di impulso all’innovazione tecnologica attraverso l’utilizzo di
nuove pratiche assistenziali e tecnologiche, di attrezzature e strutture di
comunicazione innovative e di telecomunicazione, nonché attraverso lo sviluppo del
settore delle biotecnologie sanitarie;
5. il settore salute come settore attivo nella valutazione degli effetti sulla popolazione e
sul territorio derivanti dall’adozione delle altre politiche di sviluppo (i.e. industriale,
ambientale, agricolo, ecc) e dalle valutazioni di eventuali azioni correttive da porre in
essere allo scopo di garantire uno sviluppo economico equilibrato.
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