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magine del mezzo pubblico, la penalizzazione dell'uso del mezzo privato
ecc.
Altri strumenti che costituiscono la politica dei trasporti delle aree
urbane consistono nello sviluppo di alcune modalità di trasporto. Ci rife-
riamo all'estensione della rete di metropolitane (modalità che si rivela di
notevole efficacia) ed alla tendenza (influenzata dall'esperienza di altre
città europee) a riconvertire il trasporto su gomma (autobus) verso il tra-
sporto in sede propria o su ferro (linee tramviarie) per quel che riguarda il
trasporto in superficie. Inoltre si osserva, almeno per quel che riguarda la
città di Roma, un'estensione dell'uso delle cosiddette "linee collettrici" e
"unilinee" che hanno lo scopo di raccogliere gli utenti di diverse linee
(linee adduttrici) e convogliarli appunto su di esse in modo da eliminare la
sovrapposizione di più linee su un'unica direttrice.
In questo lavoro esamineremo, tramite l'uso dell'Analisi Costi-
Benefici e l'effettuazione di una ricerca empirica, un intervento realizzato
nell'ambito dei trasporti urbani della città di Roma in occasione della
manifestazione dei Mondiali di Calcio "Italia '90" tenutasi nel giugno del
1990 e rientrante nelle caratteristiche delle politiche dei trasporti sopra
descritte.
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L'intervento consiste in una linea tramviaria veloce realizzata in
sede protetta all'interno del quartiere Flaminio (II Circoscrizione) ed ha lo
scopo di collegare due nodi di scambio localizzati in P.za Antonio Mancini
e P.le Flaminio, assumendo in tal modo le forme di linea collettrice e
rendendo possibile l'eliminazione di linee autobus che in precedenza si
sovrapponevano lungo quello che attualmente è il suo percorso.
Apriremo il lavoro con una trattazione, peraltro riassuntiva, della
teoria dell'Analisi Costi-Benefici illustrandone i principi ed i metodi
applicativi.
Nella seconda parte analizzeremo l'intervento sotto diversi aspetti:
nel primo capitolo verrà effettuata una descrizione della linea tramviaria,
della sua localizzazione della situazione dei trasporti (rete, domanda, of-
ferta di posti - chilometro) esistente precedentemente e della situazione
attuale; nel secondo capitolo illustreremo la ricerca empirica (le popola-
zioni, i campioni i dati che ne emergono) realizzata al fine di rilevare l'at-
teggiamento dei diversi soggetti nei confronti dell'intervento in esame; in-
fine nel terzo capitolo ci serviremo dell'Analisi Costi-Benefici per effettuare
una valutazione economica dell'intervento ed individuare così i soggetti
beneficiati e quelli svantaggiati dal punto di vista economico.
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PARTE I
L'ANALISI DEI COSTI - BENEFICI: UN'ESPOSIZIONE TEORICA
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CAPITOLO I: L'ANALISI COSTI-BENEFICI
1. Nascita dell'Analisi Costi-Benefici
La nascita ufficiale dell'Analisi Costi-Benefici (ACB) viene general-
mente fatta risalire al 1936, quando il Congresso degli Stati Uniti d'Ame-
rica emana la legge sul controllo delle acque (Flood control act) il cui
primo articolo delinea il contenuto di questo tipo di analisi: "...il Governo
Federale dovrebbe apportare migliorie ... alla rete navigabile ... se i bene-
fici, comunque si distribuiscano, sono superiori ai costi previsti e se, in
caso contrario, ne venissero pregiudicate la vita e la sicurezza della col-
lettività".
Ben presto il principio delineato in questo articolo ("se i benefici,
comunque si distribuiscano, sono superiori ai costi previsti" venne
applicato a progetti che esulavano dal controllo delle acque e che ri-
guardavano numerose altre attività di investimento del Governo degli S.
U. d'A. e dei governi di molti altri paesi.
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2. Analisi Finanziaria ed analisi economica
Cominciamo a vedere di cosa parliamo quando citiamo l'ACB. Per
far questo dobbiamo vedere come ci si comporta nel settore privato
quando si tratta di prendere una decisione di investimento.
L'imprenditore privato, prima di prendere la decisione di investire, si
preoccupa di vedere se l'investimento che realizzerà massimizzerà la
differenza tra costi totali e ricavi totali (R-C = max).
Si preoccupa cioè di massimizzare il profitto, senza prestare molta
attenzione agli eventuali danni che il suo investimento provocherà ad altri
soggetti (inquinamento, rumori, danni al paesaggio, ...) e senza riuscire ad
avere un ricavo per i vantaggi che il suo investimento arrecherà ad altri
soggetti in maniera indiretta, siano essi soggetti privati o la società stessa.
La valutazione dell'operatore privato è e può essere solo una valutazione
finanziaria.
Al contrario, l'ACB vuole essere un metodo di valutazione
economica dei progetti di investimento. Cerca cioè di individuare e di
tenere in conto tutti i benefici e tutti i costi scaturenti dal progetto di
investimento: sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista
sociale. Essa costituisce un metodo usato soprattutto per la valutazione
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degli investimenti pubblici. Questi vengono posti in essere dalle autorità
pubbliche che, al contrario degli operatori privati, hanno esigenze di
tenere in conto, oltre agli effetti finanziari, anche gli effetti indiretti che il
progetto avrà sul resto della società. L'ACB vuole quindi essere un criterio
di scelta tra diversi progetti; un metodo per stabilire che cosa la società
preferisce.
In linea teorica, questa analisi dovrebbe registrare le preferenze
individuali e ridurle ad un solo dato che esprima il beneficio netto per la
società.
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3. Principio dell'analisi costi benefici
L'espressione capace di racchiudere in sé il principio dell'ACB é la
seguente:
1)
S
0
T
t
S
0
i
n
P
ti
·dq
ti
-
S
0
j
m
b
ti
·df
tj
P
0
T
t
(1+r)
> 0
i = 1, 2, ..., n
j = 1, 2, ..., m
t = 0, 1, ..., T
dove "t" indica gli anni, "T" é la vita del progetto, "dqti" é la variazione
della quantità del prodotto iesimo e "dftj" é la variazione dell'impiego del
fattore jesimo entrambe verificatesi al tempo "t" e determinate dall'inve-
stimento; P
ti
e b
tj
rappresentano i prezzi (non necessariamente di mer-
cato), rispettivamente del prodotto iesimo e del fattore jesimo, vigenti al
tempo "t"; "r
t
" é il tasso di sconto vigente al tempo "t".
Quando il tasso di sconto resta immutato nel tempo, la relazione
precedente può essere semplificata come segue:
- 9 -
2) S
0
T
t
S
0
i
n
P
ti
·dq
ti
-
S
0
j
m
b
ti
·df
tj
P
0
T
t
(1+r)
t
> 0
r = r
0
= r
1
= ... = r
T
ponendo
S
0
i
n
P
ti
·dq
ti
= B
t
e
S
0
j
n
b
tj
·df
tj
= C
t
si ha:
3) S
0
T
t
B
t
-C
t
(1+r)
t
> 0
Se questa disuguaglianza sarà rispettata, il progetto, in base alla
tecnica di analisi che qui stiamo esaminando, avrà luogo. Naturalmente,
per rendere applicabile questa relazione, occorre dare un valore agli ele-
menti che ne fanno parte. Occorre cioè identificare, quantificare e valutare
i costi ed i benefici derivanti dall'investimento in esame.
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4. Obiettivi di politica economica
Prima di passare all'identificazione, quantificazione e valutazione
dei benefici e dei costi, occorre dire alcune cose su quelli che sono gli
obiettivi che ci si prefigge di raggiungere con la realizzazione del progetto,
in quanto é sulla base di questi obiettivi che si può dare la qualifica di
costo o di beneficio ad un effetto derivante da un investimento. Ed é
sempre in base agli obiettivi che si da' maggiore o minore peso a questo o
quel beneficio, a questo o a quel costo.
Tramite la realizzazione di un investimento pubblico, generalmente
ci si propone di:
a) espandere il consumo aggregato, in quanto indice del benessere
della collettività;
b) incrementare il tasso di crescita del reddito nazionale (tradizionale
obiettivo di politica economica);
c) migliorare la distribuzione del reddito: tra consumo e risparmio, tra
reddito privato e reddito pubblico oppure, e qui entriamo più pro-
priamente nel problema distributivo, tra diverse regioni e tra diverse
classi sociali;
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d) ridurre il livello di disoccupazione;
e) ridurre la dipendenza dall'estero;
f) produrre beni meritori (beni che, a giudizio dei governanti, hanno
un alto valore sociale).
Solitamente il consumo aggregato é l'obiettivo primario di un pro-
getto, essendo gli altri obiettivi suscettibili di essere espressi in termini di
incremento di tale grandezza.
5. Identificazione e quantificazione dei costi e dei benefici
Quando ci proponiamo di identificare e quantificare fisicamente i
costi ed i benefici derivanti da un progetto, vogliamo determinare gli ele-
menti "dq
ti
" e "df
ti
" della (1) che appaiono rilevanti ai fini dell'accetta-
zione o del rifiuto del progetto in esame.
La realizzazione di un investimento provoca una sottrazione di ri-
sorse al resto dell'economia nella misura in cui tali risorse vengono utiliz-
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zate dal progetto ed una crescita dell'offerta dei beni e servizi che costi-
tuiscono la produzione del progetto stesso.
Ai fini dell'individuazione dei benefici e dei costi, rilevano, rispetti-
vamente, gli outputs fisici che accrescono la disponibilità totale e gli inputs
fisici, che accrescono la domanda (e diminuiscono la disponibilità) dei
beni e servizi esistenti in economia. Quindi, per avere rilevanza ai fini
dell'ACB, l'offerta e la domanda imputabili al progetto non debbono sosti-
tuirsi all'offerta ed alla domanda esistenti; qualora questo avvenisse non si
potrebbe parlare di effetti netti sull'economia ma solo di sostituzioni, di
trasferimento di risorse da un operatore all'altro, da un settore all'altro
dell'economia.
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6. Classificazione degli effetti di un progetto
Quando un progetto viene realizzato provoca effetti di varia natura
che possono essere classificati in vari modi.
6.1. Effetti economici e trasferimenti o effetti reali ed effetti monetari
Vengono definiti effetti reali quelli relativi all'impiego di risorse reali.
Rientrano tra essi, dal lato dei benefici, l'aumento di produzione derivante
dal progetto e la riduzione di impiego di materie prime e fattori produttivi a
parità di produzione; dal lato dei costi, l'aumento di utilizzazione di materie
prime e di fattori produttivi e la distrazione di risorse da impieghi alter-
nativi. Questi, come già accennato in precedenza, saranno i benefici ed i
costi che verranno presi in considerazione ai fini della valutazione dei
progetti.
Sono effetti monetari quelli che si risolvono in trasferimento di po-
tere d'acquisto da un operatore all'altro, da un settore all'altro dell'eco-
nomia, ovvero da una classe sociale ad un'altra. Il trasferimento non im-
piega risorse reali, non rappresenta quindi un beneficio o costo econo-
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mico e non provoca aumenti né riduzioni di risorse reali a disposizione
delle società.
Se però l'obiettivo che ci si propone di raggiungere tramite il pro-
getto é quello della redistribuzione del reddito tra soggetti economici, al-
lora, ai fini dell'accettazione o del rifiuto dell'investimento, verranno presi
in considerazione anche gli effetti monetari.
6.2. Effetti diretti ed effetti indiretti
Normalmente un investimento viene realizzato al fine di produrre
determinati beni o servizi utilizzando determinate risorse: sono questi gli
effetti che possono essere considerati diretti. Al fine della loro identifica-
zione e quantificazione si tratterà di stabilire l'aumento di produzione di
beni e servizi finali direttamente imputabili all'investimento e la variazione
nell'utilizzazione diretta delle risorse e dei fattori necessari alla produzione
di cui sopra.
Quelli che qui consideriamo come indiretti sono quegli effetti che
l'investimento produce sull'intera economia, che non rientrano tra gli effetti
denominati diretti e che sono noti per essere considerati nella teoria
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keynesiana del moltiplicatore. Per tenerne conto si deve ricorrere al si-
stema delle interdipendenze settoriali, tramite le tavole input-output ed alla
struttura dei consumi dei percettori dei redditi distribuiti dal progetto,
tramite la considerazione della loro propensione al consumo.
6.3. Effetti interni ed esterni al mercato o effetti tangibili ed intangibili
Vengono considerati effetti interni al mercato o effetti tangibili
quegli effetti che possono essere ricondotti a beni o servizi scambiati sul
mercato. Vengono considerati effetti esterni al mercato o effetti intangibili
quegli effetti dovuti a beni e servizi non scambiati sul mercato. La ragione
che determina l'assenza di possibilità di commercio per tali effetti può es-
sere per esempio, l'inappropriabilità: l'essere, questi effetti, offerti con-
giuntamente ed interamente a tutti gli elementi della società.
Gli effetti intangibili si riscontano in ogni attività economica e, nel
caso di alcuni progetti, esauriscono l'intera produzione. Tra essi, quelli più
importanti che un progetto può produrre si riferiscono al miglioramento o
danneggiamento delle risorse ambientali ed al miglioramento o danneg-
giamento della qualità di vita. Poiché tali effetti possono essere rilevanti
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per quanto riguarda il perseguimento degli obiettivi che ci si propone di
raggiungere e, più in generale, per l'incremento del benessere sociale,
analizzando i progetti non é possibile non tenerne conto.
Tuttavia, proprio perché intangibili, questi effetti sono spesso di dif-
ficile quantificazione e di ancor più difficile valutazione. Il più delle volte
l'unica via, ancorché approssimata, per giungere a quantificarli é una via
indiretta. Alternativamente si può ricorrere a sondaggi di opinione diretti a
vagliare la disponibilità a pagare degli individui per un effetto positivo ag-
giuntivo o per un effetto negativo in meno.