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Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise attualmente è una delle aree più
rappresentative in Italia del conflitto predatori-allevatori, ma certamente il problema
sorge ovunque ci sia questo tipo di coesistenza, in Italia come nel resto del mondo.
Il Life Coex è un progetto che nasce proprio per far fronte a questo problema. Esso
coinvolge cinque paesi della Comunità Europea (Italia, Francia, Spagna, Portogallo
e Croazia) e in Italia, oltre che nel PNALM, è attivo in Abruzzo nel Parco della
Maiella, in quello del Gran Sasso e in Umbria, nelle Province di Perugia e Terni.
Il Coex si propone di trovare nuove forme di tolleranza ed accettazione portando,
anche con l’aiuto di nuove tecnologie, ad una coesistenza sostenibile i grandi
carnivori e l’uomo, in modo che possano continuare ad occupare i medesimi
ambienti.
In questo contesto deve necessariamente rientrare la difesa del bestiame dai
predatori.
Nelle zone dell’Appennino centrale, per il fatto che i predatori, se pur in numero
ridotto, sono rimasti presenti nel corso dei secoli, sono sempre state utilizzate
pratiche per la protezione del bestiame, al contrario di altre zone d’Italia dove il
ritorno dei predatori ha trovato gli allevatori impreparati perchè avevano
abbandonato tali tecniche in seguito alla scomparsa di tale pericolo.
Ma soprattutto, in Abruzzo e in altre zone dove storicamente sono esistiti lupo ed
orso, i pastori hanno sempre potuto contare sull’aiuto di cani capaci di scoraggiare
gli attacchi al bestiame. In particolare, la razza più utilizzata per questo tipo di
lavoro, e duramente selezionata nei secoli, è quella attualmente conosciuta col nome
di Pastore Maremmano-Abruzzese.
Lo scopo di questa tesi, inserita nell’ambito del progetto Coex, è stato quello di
analizzare il comportamento di difesa del gregge di un campione di cani da Pastore
Maremmano-Abruzzese nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
I dati raccolti possono essere molto importanti per capire se allo stato attuale le
perdite di capi subite dagli allevatori del parco può essere attribuita ad una scarsa
capacità di questi cani nel difendere il gregge.
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2. Il progetto Life-Coex
Fig. 2.1 Logo del progetto
Il progetto COEX (Improving coexistence of large carnivore and
agricolture in S-Europe), avviato nell’ottobre 2004, è nato allo scopo di migliorare
la convivenza fra grandi carnivori ed agricoltura nell’Europa meridionale e si
concluderà nel settembre 2008.
Coinvolge 17 partners diversi e si svolge in 5 paesi europei che condividono
l’interesse per lo stesso problema: Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Croazia.
Il capofila del progetto è l’Istituto di Ecologia Applicata di Roma. Esso infatti è il
beneficiario e coordinatore generale per le cinque nazioni coinvolte.
In Italia i partners sono:
ξ Provincia di Perugia,
ξ Provincia di Terni,
ξ Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga,
ξ Parco Nazionale della Majella,
ξ Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise,
ξ Legambiente onlus.
Per quanto riguarda gli altri Paesi:
ξ Fundaciòn Oso Pardo (Spagna),
ξ Grupo Lobo ed Escola Superior Agraria de Castelo Branco (Portogallo),
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ξ Facoltà di Veterinaria dell’Università di Zagabria e Ministero dell’Agricoltura e
Foreste (Croazia),
ξ WWF France, Associazione Ferus, Associazione Adet, Associazioni ACP e
FIEP (Francia).
Tra i co-finanziatori del progetto: la Junta di Castiglia e Léon (Spagna), il WWF
Francia ed il Ministero dell’Ambiente Francese.
2.1 L’obiettivo
L’obiettivo è quello di sviluppare le condizioni legali e socio economiche
necessarie per la conservazione dei grandi carnivori in aree sensibili, riducendo,
attraverso un approccio partecipativo, le situazioni di conflitto che minacciano tanto
le specie animali quanto le attività economiche locali.
2.2 Aree italiane interessate
Le zone interessate dal progetto sono quelle dell’Appennino del centro Italia,
ovvero i Parchi Nazionali del Gran Sasso-Laga, d’Abruzzo, Lazio e Molise e della
Majella.
Nonostante non siano geograficamente adiacenti, i tre parchi possono essere
considerati un ampio corridoio naturale lungo l’Italia centrale. Per questo motivo
l’intera area rappresenta un importante centro vitale per i grandi carnivori.
Queste aree sono in prevalenza rurali o montuose e caratterizzate da allevamenti
estensivi principalmente di ovini. In Italia si contano circa 500 esemplari di lupi,
attualmente in espansione, ed una piccola popolazione isolata di orsi (30-50
individui).
Le altre zone interessate riguardano le province di Perugia e Terni.
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L’Umbria è una delle regioni in cui il lupo si sta maggiormente espandendo; in
questa area gli allevatori, in considerazione della scomparsa di predatori selvatici,
hanno abbandonato nel corso degli anni qualsiasi tecnica di protezione del
bestiame.
2.3 Le azioni
Il progetto è finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma LIFE
Natura. Tale programma rappresenta lo strumento finanziario per l’attuazione della
Rete Natura 2000 e la Direttiva 92/43 CEE (Habitat).
In Italia, il progetto Life Coex si focalizza sull’applicazione e sull’uso di efficaci
metodi di prevenzione.
A tale scopo i parchi ricevono dei finanziamenti, i quali vengono utilizzati per:
ξ l’acquisto di recinzioni elettrificate e di cani da guardia del gregge (Pastore
Maremmano-Abruzzese) da donare agli allevatori in difficoltà;
ξ effettuare azioni di monitoraggio delle popolazioni di lupo ed orso, in modo da
comprendere l’entità potenziale del conflitto;
ξ attuare azioni di sensibilizzazione per mostrare ad agricoltori ed allevatori i
sistemi di difesa ed i benefici economici che derivano dalla presenza dei grandi
carnivori.
I risultati di queste azioni sono monitorati costantemente sulla base dell’analisi dei
danni causati dai carnivori al bestiame, dell’uso di strumenti di prevenzione ed
infine delle cause di vulnerabilità riscontrate nelle differenti aziende.
Poiché gli strumenti di prevenzione non elimineranno completamente i danni
provocati dai carnivori, sono definite e applicate, in collaborazione con le autorità
responsabili, misure di risarcimento e compensazioni efficaci.
Tale progetto include, inoltre, un controllo della presenza e della distribuzione dei
grandi carnivori nelle aree di intervento.
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Tutti i dati rilevati sono raccolti in uno specifico database ed analizzati con tecniche
di informazione geografica territoriale (GIS) al fine di definire un modello per
l’individuazione delle aree a maggior rischio.
2.4 Risultati attesi
I più importanti risultati che si spera di ottenere con l’attuazione di queste azioni
sono:
ξ Diminuzione dei danni al bestiame, alle colture agrarie e agli alveari;
ξ Conoscenza da parte della maggioranza degli agricoltori e allevatori delle
misure tecniche di prevenzione;
ξ Sensibilizzazione di agricoltori, allevatori e grande pubblico alla coesistenza
con i grandi carnivori ed ai vantaggi economici potenziali legati alla loro
presenza;
ξ Diminuzione degli orsi confidenti;
ξ Un piano d’azione per la gestione dei cani vaganti.
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3. Introduzione
3.1 I cani da guardia del bestiame
3.1.1 I “cani da pecora”
Nel mondo pastorale sono usati due diversi tipi di cani per il lavoro con il bestiame.
Ci sono quelli da conduzione del bestiame, o “toccatori” (herding dogs sensu
Coppinger & Coppinger, 2001), ovvero quelli che fanno muovere il bestiame da
una zona all’altra, e ci sono i cani da guardia (livestock guarding dogs sensu
Coppinger & Coppinger, 2001), il cui compito è quello di proteggere il gregge dai
predatori.
I due tipi di cani sono allevati nello stesso ambiente, ma svolgono tipologie di
lavoro completamente differenti. Anche le razze utilizzate sono diverse poiché sono
state selezionate geneticamente dall’uomo, nel tempo, per svolgere l’uno o l’altro
compito. Le pecore riconoscono i diversi tipi di cani e rispondono secondo il loro
comportamento. Imparano, infatti, ad ignorare un cane da guardia che si avvicina ad
esse quietamente, ma si allontanano da un toccatore, il quale, al comando del
pastore, le rincorre cercando di morderle per farle spostare in una precisa direzione.
In questo studio ci si soffermerà sulle caratteristiche dei cani da guardia perché
l’oggetto di studio, il Pastore Maremmano-Abruzzese è una delle razze appartenenti
a quest’ultima categoria.
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Fig 3.1 e 3.2 A sinistra: cani “toccatori”. In Abruzzo, la razza più usata per questo tipo di lavoro è
il Pastore Belga. A destra: un bel esemplare di Pastore Maremmano-Abruzzese.
3.1.2 La guardia del gregge: un lavoro antico
I cani da guardia del gregge sono probabilmente tra i primi cani da lavoro utilizzati
dall’uomo. L’uomo ha cominciato a servirsi dell’aiuto di questi praticamente da
quando è iniziato l’allevamento ovino e caprino, ovvero circa 8.000 anni fa.
Nel suo “Voyage of the Beagle”, a proposito del suo viaggio in Uruguay nel 1833,
Charles Darwin scrisse: “When riding, it is a common thing to meet a large flock of
sheep guarded by one or two dogs, at the distance of some miles from any house or
man. I often wondered how so firm a friendship had been established.”
Quando Darwin si trovò davanti quei cani che facevano la guardia al gregge ne fu
molto divertito e non avrebbe mai immaginato che quella realtà fosse la stessa in
tutto il mondo, dal Portogallo alla Cina, dalla Russia al Sudafrica (Coppinger &
Coppinger, 2001).
3.1.3 Caratteristiche comportamentali
Secondo Coppinger & Coppinger (1996) ciò che distingue un cane da guardia del
gregge da uno da conduzione è la caratteristica del primo di essere fermo
geneticamente ad uno “stato adolescenziale” (neotenia o pedomorfismo) che fa sì
che lo sviluppo del cane sia arrestato prima che questo possa sviluppare un
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comportamento predatorio completo. Un toccatore, al contrario, presenta sequenze
predatorie nell’ approccio con le pecore, anche se, generalmente, queste sono
incomplete o inibite.
3.1.3.1 La teoria della neotenia
Nel 1983 Coppinger pubblicò una tabella (Grafico 3.1) che riportava l’ ipotesi
scientifica secondo la quale la diversa morfologia dei cani corrisponderebbe a gradi
differenti di neotenia.
Questo grafico è piaciuto molto ai cinofili, che lo hanno prontamente adottato.
Il grafico 3.1 confronta i diversi stadi di sviluppo di un canide selvatico con razze
che hanno un aspetto differente da adulte.
Grafico 3.1 La teoria della neotenia (Coppinger, 1983)