A seguito di ricerche, sia bibliografiche sia effettuate sul campo, ho cercato con
questa tesi di illustrare i più importanti gruppi etnici delle aree di montagna,
partendo dai due principali tipi di classificazione, quella geografica e quella
etno-linguistica, delle minoranze etniche per arrivare agli Akha, alla loro
organizzazione linguistica, territoriale, politica e sociale.
In questo percorso di studio ha destato il mio interesse il legame tra alcune
delle minoranze e la produzione e il traffico dell’oppio. La coltivazione del
papavero da parte dei vari gruppi etnici, che proprio nell’utilizzo rituale
dell’oppio trovano un comune denominatore culturale, è stata sempre più
sfruttata da organizzazioni criminali, che hanno approfittato delle condizioni di
povertà di queste etnie e della loro facilità di movimento attraverso i confini
per ottenere oppio a bassissimo costo, facendo ricadere responsabilità e
sanzioni sui coltivatori.
Nel corso dei miei soggiorni, soprattutto nelle province del nord del Laos, sono
stata particolarmente colpita, per non dire affascinata, dagli Akha, per il loro
essere sempre pronti al sorriso, aperti e disponibili al dialogo con l’“altro”.
Attualmente questa etnia affronta problemi di vario tipo legati alla coltivazione
dei terreni e alla richiesta da parte del governo di convertire il tipo di colture (il
che comporta una modifica radicale del loro sistema di produzione), alla salute
(la prevenzione della malaria è ancora quasi inesistente e la gran parte dei
villaggi non dispone nemmeno di zanzariere), alla povertà che stenta ad essere
ridotta. Nonostante ciò, gli Akha riescono a mantenere un atteggiamento
cordiale, pacifico e sereno, sostenuti dal possesso di un codice morale ben
radicato.
La ricerca si è basata sia su testi scritti, sia sull’osservazione diretta che
sull’uso dell’intervista con persone che in modo diverso sono coinvolte con gli
Akha.
Per quanto riguarda i testi scritti alcuni sono stati reperiti in Italia, mentre la
maggior parte sono stati consultati e/o acquistati nelle varie biblioteche della
Thammasat University di Bangkok (Thailandia) e del suo Campus a Rangsit
(Pathum Thani). In Laos, materiale cartaceo molto interessante mi è stato
5
fornito dagli uffici dell’UNDP e dal dr. Ratthanavong del Ministero
dell’Informazione e della Cultura.
L’osservazione diretta è avvenuta durante i viaggi già citati. Nel corso del
primo viaggio mi sono recata nel Nord del Laos, dove ho visitato una zona
oggetto di un progetto di cooperazione internazionale, gestito dall’unica ONG
italiana che all’epoca operava nell’area, e villaggi Akha, Yao e H’mong del
distretto di Sing, provincia di Luang Nam Tha. A seguito degli studi effettuati,
delle lacune emerse e dei contatti avviati con personalità vicine alla
popolazione Akha, grazie anche all’interessamento del prof. G. Bamonte, nel
secondo viaggio ho concentrato l’attenzione sui villaggi Akha del distretto di
Muang Sing.
Durante questo secondo viaggio ho realizzato numerose interviste con soggetti
che, con le parole di Margaret Mead, potrei definire “informatori privilegiati”,
in quanto sono direttamente coivolti con questa popolazione, pur non
appartenendo ad essa.
Mi auguro di contribuire a dare un quadro il più possibile esauriente di questo
gruppo ancora poco conosciuto, anche se l’argomento richiederebbe di
dedicare molto più tempo alla ricerca sul campo e agli approfondimenti
bibliografici.
Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a realizzare questo
lavoro di ricerca, in particolare la prof.ssa F. Giacalone, che mi ha sempre
incoraggiato e fornito interessanti spunti di riflessione, il dr. Matthew
McDaniel che mi ha dedicato tempo prezioso e che mi ha assisita
costantemente per circa quattro mesi, il prof. G. Bamonte che mi ha presentato
alla delegazione laotiana
2
, il dr. Ratthanavong e il dr. Phothiboupha per la loro
disponibilità in situ.
2
Durante il IV Seminario Internazionale 2005 “Uno sguardo tra le Minoranze Etniche del
Sudest asiatico continentale” organizzato dal “Laboratorio di ricerca sul campo”, coordinato
dallo stesso Bamonte
6
CAPITOLO PRIMO
METODOLOGIA DELLA RICERCA
1.1 Ricerca bibliografica
Nell’estate del 2004, in vista del viaggio in Laos che avevo deciso di
intraprendere per visitare il progetto dell’unica ONG italiana operante in quella
zona, il Cesvi di Bergamo, ho letto la classica guida turistica della Lonely
Planet, Laos, che come sottotitolo aveva, nell’edizione del 2003, Mosaici di
etnie sulle rive del Mekong. Partendo da questa mi resi conto che avrei avuto
difficoltà nel reperire in Italia molti testi di approfondimento etnografico e
quindi chiesi a degli amici di rintracciare a Bangkok, in Thailandia, l’edizione
in inglese di L’atlas des ethnies e des sous-ethnies du Laos, di Laurent Chazée,
pubblicato a Bangkok da White Lotus nel 1995, e di Stephen Mansfield, Lao
Hill Tribes: Traditions and Patterns of Existence, Oxford University Press,
2000.
3
Il primo è basato su una ricerca etnografica condotta tra il 1988 e il 1994 da L.
Chazée, agronomo francese approdato in Laos per un progetto di sviluppo
rurale a cui è seguita la corposa ricerca etnografica svolta in tutte le aree
laotiane abitate da minoranze etniche. Coadiuvato da un gruppo di ricercatori, è
riuscito a classificare gli oltre 100 gruppi etnici e sub-etnici che popolano la
regione, realizzando una ricerca sul campo basata sullo studio di due villaggi
Akha. In seguito ho affrontato la lettura di parte di due testi di Wilhelm
Credner per meglio comprendere le classificazioni delle minoranze etniche che
si sono applicate fino al 1990, ed in certi casi fino ad oggi.
4
Il secondo testo illustra in linea generale le principali caratteristiche delle tribù
di montagna.
3
Dello stesso autore anche, 1997, Culture Shok! Laos, Singapore , Times Books International,
e, 1998, Laos, Times Books International, Singapore,
4
CREDNER W. 1935, Cultural and Geographical Observations made in Tali (Yunnan) Region
with special regard to the Non-Chao Problem, Siam Society, Bangkok; CREDNER W., 1935,
Siam, das Land der Tai: Eine Landeskunde auf Grund eigener Reisen und Forschungen,
Engelhorns Nachfolger, Stuttgart.
7
Nelle librerie di Bangkok, seguendo le indicazioni del project manager del
Cesvi, l’Architetto Massimo Marafatto, mi è stato facile reperire altri testi, in
inglese, come: Loas: Culture and Society a cura di Grant Evans, edito
dall’Institute of Southeast Asian Studies, Singapore, 2000 che raggruppa vari
saggi scritti da esperti del Laos e dedicati ad alcuni aspetti della cultura
laotiana. Particolare attenzione per la mia ricerca è stata rivolta a 2 saggi scritti
dallo stesso Evans: Ethnic change in the northern highlands of Laos in cui si
affronta l’attuale problema dell’accesso alle risorse per i popoli delle montagne
e quello conseguente della tai-cizzazione intesa come cultura tai (non thai) che,
favorita dai programmi del governo di far spostare gli abitanti delle zone alte
verso le pianure ed indurli ad altri sistemi di produzione, permea e modifica
rapidamente le loro tradizioni; e il saggio: Apprentice ethnographers, Vietnam
and the study of minorities in Laos, in cui partendo dagli scritti di Benedict
Anderson (1987) si affronta il problema del tribalismo, cultura e nazionalismo
illustrando brevemente l’antropologia in Laos mettendo in evidenza le
difficoltà che gli antropologi locali possono incontrare nell’affrontare le
dispute che si possono creare tra governo laotiano e ONG sugli effetti della
realizzazione di grossi progetti e che insistono su vaste aree.
Il saggio di Khampheng Thimpmuntali: The Tai Lue of Muang Sing in cui
l’autore illustra vari culti e riti locali, non trascurando anche la presenza e
quindi, talvolta, la convivenza con il buddismo. Ed infine un saggio di Ing-Britt
Trankell: Royal Relics, ritual and social memory in Luang Prabang, in cui i riti
e il rapporto della popolazione con gli spiriti è messo a confronto tra gli anni
che vanno dall’indipendenza dal protettorato francese e il 1975, e, dalla
rivoluzione in poi.
La ricerca bibliografica è continuata anche in Italia dove purtroppo sono
riuscita a reperire poco materiale. Tra i testi che ho potuto studiare in occasione
di esami sostenuti durante il mio percorso formativo: Economie e Culture di R.
Wilk; Potere, gioco di spazi di M. Abélès; Fabietti, Malighetti, Matera, Dal
tribale al globale: introduzione all’antropologia; U. Fabietti, Storia
8
dell’Antropologia; B. Hours e M. Selim, Il Laos contemporaneo, Saggio di
antropologia politica;
5
sono stati un valido punto di riferimento.
L’Università di Milano in collaborazione con il Cesvi Cooperazione e Sviluppo
e il Cespi (Centro Studi Problemi Internazionali) ha pubblicato una collana con
materiali di lavoro, ricerche e studi sul sottosviluppo elaborati nell’ambito delle
attività seminariali organizzate dalla Cattedra di Storia e Istituzioni dei Paesi
Afro-Asiatici I, tra questi ho trovato di estremo interesse il saggio del Prof.
Francesco Montessoro
6
e Veronica Porro
7
nei quali, partendo da una
panoramica storica, si arriva a delineare l’argomento“oppio” in modo chiaro ed
esaustivo.
Avendo poi contattato personalmente il Prof. Montessoro nella primavera del
2005, seguendo alcune sue indicazioni ho potuto rintracciare parecchi testi a
Bangkok in Thailandia; presso le varie biblioteche della facoltà di Scienze
Politiche della Thammasat University di Bangkok e il Rangsit Campus della
stessa università a Rangsit (Pathum Thani). Alla biblioteca Pridi ho svolto la
ricerca sia per autore sia per area di studio.
Ho voluto procedere per ambiti di formazione dei vari autori perciò
inizialmente ho privilegiato gli studi di L. Chazée: Guide méthodologique pour
le développement des communautés rurales au Laos : Amélioration des
systèmes de production basée sur l'approche participative, l'aménagement des
terroirs et la conservation de la biodiversité, del 1994 e Evolution des systèmes
de production ruraux en République Démocratique Populaire Lao - 1975-
1995, del 1999, che, in quanto scritti da un agronomo, mi hanno dato una
panoramica tecnica delle problematiche legate al sistema di produzione dei
popoli della montagna.
5
È un saggio che mette a fuoco il Laos fra socialismo di mercato, industrializzazione e
buddhismo.
6
MONTESSORO FRANCESCO, 1994, Oppio ed eroina in Asia Sud-orientale, Milano;
MONTESSORO FRANCESCO, PORRO VERONICA, 1997,Le Tribù dell’Oppio, Abbiategrasso.
7
PORRO V.in: MONTESSORO FRANCESCO-PORRO VERONICA, 1994, Triangolo d’oro: Politica
ed economia della droga, Milano, Università degli Studi di Milano, (collana Ricerche sul
sottosviluppo).
9
Ho poi analizzato i testi scritti o curati dall’“onnipresente” Grant Evans: Asia’a
cultural mosaic: an anthropological introduction, 1993; A short history of
Laos: The Land in Between, del 2002; Lao peasants under socialism, del 1990,
in cui l’autore propone una rigorosa analisi del comunismo laotiano basata su
un’accurata ricerca sul campo e conclude constatando il fallimento del
tentativo attuato dalla leadership laotiana di far uscire il paese da una
condizione feudale per condurlo a qualche forma di socialismo ; The politics of
ritual and remembrance: Laos since 1975, del 1998 ; e di Evans Grant-Hutton
Christopher-Kuoh Khun Eng, Where China meets Southeast Asia: social &
cultural change in border regions, del 2000; questi mi hanno offerto una
visione generale della cultura laotiana e delle tante minoranze etniche che la
compongono e la plasmano. Inoltre due testi di Martin Stuart-Fox,
8
in
particolare Laos, Politics, Economics and Society che è una raccolta di
monografie, come un manuale multidisciplinare sulla politica, economia, forma
di governo e società del Laos.
Alcuni studi antropologici realizzati con il patrocinio dell’Università di
Uppsala da Jan Ovesen
9
e da Ing-Britt Trankell
10
mi sono stati utili per capire
con che tipo di approccio e in che modo sia opportuno redigere un progetto di
cooperazione; gli autori, inoltre, illustrano le difficoltà incontrate soprattutto da
parte delle minoranze etniche residenti nelle aree oggetto degli interventi.
Nella ricerca sono stata aiutata, supportata e sostenuta da Luigi Pighetti di
Napoli al quale devo dare il merito di aver rintracciato presso la sessione
“documenti” della Pridi Library, presso la Thammasat University di Bangkok,
il diario di Jane Richardson Hanks, Rito e Cosmo: un diario Akha.
11
8
STUART FOX MARTIN, 1986, Laos, Politics, Economics and Society, Frances Pinter, London.
STUART FOX MARTIN, 2000, Buddhis Kingdom, Marxiste State: the making of modern Laos,
White Lotus, Bangkok.
9
OVENSEN JAN, 1993, Anthropological reconnaissance in central Laos-A Survey of local
communities in a Hydropower Project Area-Department of Cultural Anthropology Uppsala
University, Uppsala- Research Reports in Cultural Anthropology, n°13.
10
TRANKELL ING-BRITT, 1999, An Anthropological Study of Road Construction and Rural
Communities,White Lotus Press, Bangkok.
11
Vedi in allegato la traduzione completa. Dalla prefazione: “Questo diario presenta una parte
dei risultati di cinque mesi di lavoro nelle colline ad ovest di Mae Chan nella regione di
Chiengrai, Tailandia, nei pressi del confine birmano, tra gli Akha, Lahu, Lisu, Karen, Shan e i
10
A questo è seguito il ritrovamento, presso la biblioteca Puey del Rangsit Campus,
di un altro breve diario, sempre degli anni ’60, di Friedhelm Scholz, Preliminary
report on the results of the ethnological field research in the Akha village Ban
Alum, May 1966 – December 1966, documento dattiloscritto, per conto del
Sudasien Institut der Universität Heidelberg Seminar für Etnologie;
12
purtroppo
la busta che avrebbe dovuto avere gli allegati conteneva solo una malridotta
cartina della zona e quindi la suddivisione in mappa delle households che
componevano il villaggio e la loro pianta e descrizione è andata perduta.
13
Dello stesso periodo sono anche gli scritti di Osborne, Government and hill
tribes of Laos,
14
di Bernatzik e Nagler, Akha and Miao: problems of applied
ethnography in farther India;
15
altro testo, di Margaret Campbell, di qualche
anno più tardi è From the Hands of the Hills, del 1978.
16
Alla Library of Faculty of Social Administration and Faculty of Sociology and
Athropology, della succitata Thammasat University, il libro di Grundfeld,
Wayfarers of the Thai forest: The Akha,
17
mi ha affascinato per le splendide
illustrazioni a tutta pagina della vita quotidiana di un villaggio Akha.
Ancor più ricco di illustrazioni, a supporto di un testo molto interessante per la
dettagliata descrizione degli Akha è, l’ormai introvabile, libro di Goodman,
The Akha: guardians of the forest, sempre suo è Meet the Akhas.
18
Presso la Pridi Library ho rinvenuto la pubblicazione del Simposio,
19
svoltosi a
Chiang Mai in Thailandia nel 1967, a cura del Tribal Research Centre, che
superstiti dell’esercito cinese del Kuo Ming Tang”. La ricerca sul campo riguardante gli Akha
si è tenuta dall’autrice da gennaio a marzo del 1964.Il lavoro è stato svolto con il patrocinio
dello Bennington-Cornell Anthropological Survey of Hill Tribes of Northern Thailand, un
progetto finanziato dalla National Science Foundantion.
12
Vedi in allegato la traduzione completa.
13
Nella stessa biblioteca ho potuto ricevere copia di un dattiloscritto di Ruth Benedict del
1943, Thai culture and behavior.
14
OSBORNE G.M.T., 1967, Government and hill tribes of Laos, Princeton N.J., Center
International Studies.
15
BERNATZIK HUGO ADOLF, NAGLER ALOIS, 1970, Akha and Miao: problems of applied
ethnography in farther India, New Haven, Human Relations Area Files.
16
CAMPBELL MARGARET , 1978, From the Hands of the Hills, Media Transasia Limited, Hong
Kong.
17
GRUNDFELD FREDERIC V., 1982, Wayfarers of the Thai forest: The Akha, Time-Life Books,
Amsterdam.
18
GOODMAN JIM, 1997,Meet to the Akhas, White Lotus Press, Bangkok, 1996, Goodman Jim,
The Akha: Guardians of the Forest, Film House, London.
11
partendo da un’introduzione di Peter Hinton, raccoglie la sintesi delle ricerche
di vari studiosi tra cui quella di Robert W. Kickert: Akha Village Structure che
ha calamitato la mia attenzione in quanto è riuscito a fare un quadro della
struttura socio-politica di un villaggio Akha conciso ma esauriente.
Sempre alla Pridi Library era disponibile uno studio basato sulle interviste con
la popolazione delle colline di sei etnie del nord della Thailandia raccolto nel
libro: A Life Apart, Viewed From The Hills di Jon Boyes e S.Piraban; le
interviste divise in sei sezioni (una anche per l’etnia Akha) e tratta di temi quali
il sesso, l’amore, il lavoro, l’istruzione e la detenzione in carcere.
Per ciò che concerne l’ambito storico ho potuto consultare di G. Gunn,
Rebellion in Laos. Peasant and Politics in a Colonial Backwater, del 1990;
l’autore offre una lettura in chiave storica della rivolta contadina, considerando
le varie etnie, di particolare interesse per il mio studio è stato il capitolo 5: The
political Economy of the Kha. Altro libro importante per capire le dinamiche di
rapporti economici e politici internazionali, che si sono sviluppate durante il
periodo della guerra del Vietnam e negli anni successivi è Codename Mule:
fighting the secret war in Laos for the CIA, di J.E. Parker del 1997, che
raccoglie una serie di racconti di guerra basati sull’esperienza dell’autore,
membro del corpo operativo speciale della CIA in Laos.
Nel contesto più ampio del tema del colonialismo, ma soprattutto per meglio
capire i processi di assimilazione e di assoggettamento, un saggio illuminate è
stato quello di Enrica Collotti Pischel (1995), Considerazioni su Colonialismo
e Razzismo.
Per la conoscenza di indicatori socio economici recenti l’“Atlas of Laos” è stato
un ottimo supporto con dati e grafici suddivisi per settore di analisi.
Ho voluto approfondire le mie conoscenze sulla coltivazione dell’oppio, in
quanto a seguito delle letture fin qui effettuate e da ciò che personalmente
avevo riscontrato nel corso dei viaggi precedenti, mi sembra che l’argomento
sia stato e sia tuttora di fondamentale importanza per l’economia dei villaggi
19
Proceedings of the First Symposium of the Tribal Research Centre: Tribesmen and Peasants
in North Thailand, Chiang Mai, Thailand, 1969.
12
Akha, e per quelli di altre minoranze etniche di montagna. Per gli aspetti
politici, economici e storici dell’oppio : The Politics of Heroin in Southeast
Asia, di Alfred Mc Coy che descrive minutamente i legami tra mafia, CIA e
cinesi nazionalisti nel commercio mondiale di oppio ed eroina negli anni tra il
1960 e il 1970. Utile è stata la pubblicazione di Chouvy, Les Territories de
l’Opium, Conflicts et trafics du Triangle d’Or et du Croissant d’Or, sua tesi di
laurea che analizza le problematiche legate alla produzione dell’oppio e al
narcotraffico.
20
A questo si aggiunge l’importante resoconto di un lavoro,
finanziato dalla fondazione Rockfeller e dalla Macquaire University che ha
impegnato per circa due anni studiosi laotiani e americani nei distretti di Sing
e Long nel nord del Laos. Nella sezione dedicata all’oppio si ritrovano molti
grafici che raccolgono dati riguardanti le etnie residenti nell’area, e quindi
anche gli Akha. Uno dei ricercatori per il Lao Institute for Cultural Research è
il dr. Ratthanavong.
21
Durante uno degli incontri avuti con il dr. Ratthanavong ho potuto avere una
copia di un libro pubblicato recentemente che già avevo consultato presso il
Museo di Luang Nam Tha, purtroppo il testo è in lao, ma la seconda parte del
libro raccoglie le piante e le descrizioni dettagliate in base ai principali
indicatori sociali di tutte le famiglie del villaggio Akha oggetto della ricerca sul
campo di un gruppo di studiosi giapponesi.
22
Resami conto che, nell’ambito dei lavori femminili degli Akha, anche la
tessitura è una componente importante, i testi di riferimento sono stati
essenzialmente quelli di Patricia Cheesman e di Mary F. Connors. La
Cheesman, dopo aver vissuto e lavorato in Laos dal 1973 al 1981, soprattutto
nelle ragioni del nord, ha raccolto una serie di dati riguardanti le fasi della
lavorazione tradizionale dei tessuti considerando soprattutto gli aspetti
20
Altro testo: LATIMER D.- GOLDBERG J.,1983, Fiori nel sangue. Storia dell’oppio, Cesco
Ciapanna Editore, Roma.
21
Watermelons, bars and trucks: dangerous intersections in Northwest Lao PDR, an
ethnographic study of social change and health vulnerability along road through Muang Sing
and Muang Long, Rockfeller Foundantion and Macquarie University, 2004.
22
Mi è impossibile riportare titolo e nome degli autori del libro, ma la ricerca che descrive è
stata condotta dall’Hata Laboratory of Shibaura Institute of Technology, Vientiane, 2005.
13
culturali.
23
Mary F. Connors si concentra, invece, su come il tessuto e, ciò che
tramite esso si esprime, sia presente nella vita quotidiana, nei riti di passaggio e
religiosi.
24
1.2 Ricerca in internet
Avendo incontrato inizialmente molta difficoltà a reperire resoconti di studi
antropologici sugli Akha, ho proceduto, contemporaneamente, con un percorso
di ricerca in internet per integrare i testi a mia disposizione. Durante il periodo
di studio, sia sul campo che qui in Italia, mi sono spesso appoggiata a vari
motori di ricerca per approfondire argomenti e avere indicazioni bibliografiche
o confronti in forum on-line con studiosi e viaggiatori che hanno avuto
esperienze e contatti con gli Akha.
Mi sono appoggiata al web anche per la ricerca bibliografica svolta in Italia in
previsione del viaggio del novembre/dicembre 2005:
http://internet.ggu.edu/university_library/countries/Laos.html e www.tu.ac.th
che è il sito della Thammasat University, dal quale è possibile accedere alle
varie biblioteche, sia della sede centrale che dei vari dipartimenti e campus.
Il sito www.akha.org dell’Akha Heritage Foundation viene aggiornato
settimanalmente con informazioni relative soprattutto al rispetto dei diritti
umani di questa etnia; uno dei vari link proposti dal sito è quello dell’ “Akha
Journal of the Golden Triangle”, interessante perché riporta in versione
monografica vari aspetti delle tradizioni e dei rituali degli Akha, ed è
praticamente introvabile in edizione cartacea. È tramite questo sito che ho
preso contatti con M. McDaniel, fervido sostenitore della “causa” degli Akha.
Per avere informazioni generali sul Laos ho consultato:
www.cia.gov/cia/publications/factbook/geos/la.html ,
www.laoembassy.com/discover/, www.globalgeografia.com/asia/laos/html,
www.maps.com,
23
CHEESMAN PATRIZIA,1988, Lao Textiles, Ancient Symbols-Living Art, White Lotus,
Bangkok.
24
CONNORS MARY F., 1996, Lao Textiles and Traditions, Oxford University Press, Kuala
Lumpur.
14
http://www.popolizio.com/geo/asia/laos.html, http://uk.geocities.com; ricchi di
dati sia socio-economici che geografici e ambientali.
Per quanto riguarda l’aspetto del rispetto delle diversità interetniche e di
conseguenza dei diritti umani la ricerca è partita dai siti: www.laosglobe.net, e
www.laosnews.net, quotidiani di informazione ondine, per approdare a
www.uniceflao.org, www.equilibri.net/asiaepac/laos.html, www.unimondo.net,
http://www.wedo.org/sus_dev/biodiversity.htm, www.amnesty.it/laos.htm, e
www.mldh-lao.com in cui si trovano i rapporti sulle violazioni dei diritti
umani e le discriminazioni razziali nei confronti delle minoranze etniche, e non
solo.
Per i programmi di cooperazione e sviluppo in collaborazione con ONG e
Organizzazioni Internazionali, oltre ai siti delle varie agenzie specializzate
dell’ONU, ho consultato anche www.laolink.orientextreme.com/developt, dove
in particolare L. Chazée e la sua équipe indica una serie di interventi e proposte
per le zone rurali di montagna, e nella provincia di Luang Nam Tha; e
www.cesvi.org da cui ero partita per i primi contatti in occasione del primo
viaggio nella regione e per la visita al progetto nella provincia di Luang
Prabang in settembre/ottobre 2004.
Dal sito dell’UNDP, www.undplao.org, ho potuto scaricare l’intero “Final
Report Livehoods Study” del 2004, in cui dopo un’introduzione generale
sull’analisi dei sistemi di produzione agricola e le politiche del governo riferite
alle popolazioni delle pianure e delle montagne, si prendono in esame gli
Akha.
25
Infine è tramite il sito dell’Associazione RAM che mi è stato possibile
contattare Roberto Dati e tramite lui il Prof. G. Bamonte.
www.travelingtiger.com/akha/images.jpg è ricco di splendide fotografie di
molte etnie del nord del Laos e riguardo agli Akha ha pagine di fotografie con
didascalie molto esplicative.
25
, ALTON CHARLES, RATTHANAVONG HOUMPHANH, 2004, Final Report Livehoods Study,
Service Delivery and Resettlement Options for Development Planning, LAO/03/A01,
UNDP/ECHO, Vientiane.
15