su basi cooperative e di collaborazione, piuttosto che mediante lo sviluppo
organizzativo interno.
La conoscenza è oggi per le organizzazioni una fonte per un vantaggio competitivo
sostenibile, a favore di questa tesi Nonaka ha affermato: “In un’epoca in cui l’unica
certezza è l’incertezza, l’unica fonte sicura per il vantaggio competitivo è la
conoscenza”.
Più in dettaglio si può dire che, la conoscenza permette alle imprese di sviluppare
delle “competenze distintive cruciali”, cioè un insieme di capacità, frutto del
processo di apprendimento collettivo dell'azienda, che si identificano come “core
competencies”.
Le “core competencies” sono inoltre tra i fattori che, oltre alle risorse, distinguono
le imprese dai propri concorrenti e consentono loro di esprimere una strategia
innovativa vincente.
La conoscenza, come ogni forma di vantaggio competitivo, ha però bisogno di
essere continuamente consolidata e sviluppata affinché tale vantaggio non venga
eroso dai competitors.
La gestione della conoscenza nelle operazioni di acquisizione e soprattutto nel
processo post-acquisitivo, è pertanto un argomento di profondo interesse, dove
sviluppare la conoscenza efficientemente nell’operazione post-acquisizione, significa
migliorare il processo decisionale e le operazioni di routine e può portare a
conseguire vantaggi competitivi rilevanti, evitando il fallimento dell’operazione.
Spesso l’acquisizione diventa un metodo più veloce, economico e meno rischioso
per sviluppare nuove conoscenze o migliorare quelle che posseggono. Capita così
che le aziende siano frequentemente acquisite unicamente per le conoscenze che
posseggono e le società acquirenti sono disposte a pagare prezzi molto superiori, per
il valore aggiunto che prevedono di ottenere aggiungendo questa nuova conoscenza
allo stock della propria.
La prospettiva prescelta in questo lavoro è la cosiddetta prospettiva del processo
che considera le strategie di concentrazione quali scelte finalizzate alla creazione di
valore. Si tratta di una prospettiva che pone enfasi sul ruolo dei processi decisionali
per la gestione dell’acquisizione e sulle capacità del management di implementare le
decisioni relative all’integrazione post-acquisizione.
4
Tale prospettiva considera le risorse e le competenze le fonti del vantaggio
competitivo dell’impresa. Le risorse di carattere cognitivo (abilità, conoscenze e
competenze) e i meccanismi sottesi al loro apprendimento, trasferimento e
condivisione rappresentano il fondamento su cui costruire e sostenere il vantaggio
competitivo. In tale prospettiva, l’analisi del processo acquisitivo assume un ruolo
cruciale per il successo delle strategie di acquisizione e fusione; essa consente non
solo di comprendere a fondo le opportunità di creazione di valore, ma anche di
identificare le modalità per realizzare con successo l’integrazione stessa, condizione
indispensabile per ottenere i benefici auspicati in sede di disegno strategico.
Oggetto di analisi sono le fasi in cui il processo acquisitivo si articola, le modalità
con cui vengono gestite le differenti fasi del processo e, in particolare, la gestione
dell’integrazione e la relazione tra accumulazione di conoscenza e decisioni post-
acquisizione. L’integrazione rappresenta il cuore del processo acquisitivo e, pertanto,
i processi decisionali che definiscono l’approccio assunto per gestire tale fase e il
grado con cui l’impresa acquirente ha sviluppato specifiche capacità di
implementazione delle decisioni ad essa relative, costituiscono i fattori critici di
successo dell’acquisizione.
Un ultima parte del lavoro, sarà dedicata ad approfondire i fenomeni delle
acquisizioni bancarie, questo perchè il fenomeno della crescita esterna delle
istituzioni creditizie ha assunto in tutti i principali paesi industrializzati dimensioni di
rilievo ed anche perché il settore bancario è stato prediletto per indagini sul
fenomeno acquisitivo, centrando principalmente l’attenzione sui processi di
integrazione post-acquisizione.
5
1 CHE COSA SONO LE ACQUISIZIONI
Il fenomeno delle acquisizioni ha raggiunto negli ultimi decenni dimensioni di
grande rilievo nelle economie moderne
1
.
L'ondata dei processi di concentrazione tra imprese che ha coinvolto tutti i settori
dell'economia mondiale trova le principali cause nei processi di
internazionalizzazione, nella globalizzazione dei mercati e delle imprese, nel
progresso tecnologico e nell'accresciuta competizione che le imprese si trovano a
fronteggiare. L'intensità e la complessità con cui si sono verificati i processi di
concentrazione negli ultimi venti anni hanno richiamato l'attenzione di manager e
professionisti coinvolti dalle ondate di acquisizioni e studiosi appartenenti a
differenti ambiti disciplinari - economisti, giuristi, studiosi di finanza, studiosi di
strategia di impresa e comportamento organizzativo in particolare - che hanno
indagato da diverse prospettive il fenomeno delle acquisizioni.
Si tratta di fenomeni caratterizzati da un elevato grado di complessità, per le
imprese coinvolte ed anche per l’intera comunità economica, in quanto si tratta di
eventi di interesse collettivo. Le acquisizioni conseguono alla necessità di gestire in
modo integrato combinazioni produttive in precedenza afferenti a distinti soggetti
giuridici.
Le acquisizioni sono delle operazioni attraverso cui un’impresa, l’acquirente,
acquista quote di maggioranza di un’altra impresa, l’acquisita. Quando sono
coinvolte imprese di grandi dimensioni, la cui proprietà è dispersa tra numerosi
azionisti, si può parlare di acquisizione anche se le azioni acquistate non
rappresentano la maggioranza del capitale, ma una percentuale tale da consentire il
controllo
2
.
Le operazioni di acquisizione rappresentano una modalità di sviluppo dimensionale
potenzialmente in grado di offrire numerosi vantaggi. Attraverso di esse l’impresa
può raggiungere gli obiettivi di crescita in tempi più brevi perché ottiene l’immediata
disponibilità di un’impresa già operante sul mercato, può accedere rapidamente a
risorse, capacità e competenze (tecnologiche, produttive, di marketing) utili a
1
Sicca L. (2001), La gestione strategica dell'impresa, Seconda edizione riveduta aggiornata e
ampliata, Padova, Cedam.
2
Cortesi A. (2000), Le acquisizioni di imprese. Strutture e processi per la creazione di valore,
Milano, Egea.
6
fronteggiare l’intensificarsi della pressione competitiva e superare barriere all’entrata
a volte molto consistenti per l’ingresso in nuovi mercati. A tali vantaggi, tuttavia, si
contrappongono una serie di rischi che, come dimostrano le evidenze empiriche,
sono riconducibili soprattutto alla capacità di realizzare l’integrazione operativa e
manageriale tra le imprese che entrano in combinazione tra di loro. Basti pensare che
molto spesso attraverso l’acquisizione si duplicano le strutture e le inefficienze delle
organizzazioni a causa dell’estrema rigidità dei costi fissi, o ancora ai consistenti
problemi organizzativi e culturali che sorgono nella fase post-acquisizione ed
ostacolano la creazione di valore auspicata in fase di pianificazione
dell’acquisizione
3
.
Resta dunque controverso, anche a causa della carenza di studi di carattere
prettamente strategico-gestionale, il reale contributo che tali operazioni sono in grado
di fornire alla creazione di valore e al miglioramento della posizione competitiva
delle imprese coinvolte.
Prima di passare all'approfondimento delle motivazioni strategiche della crescita
esterna e all'analisi della struttura dei processi di concentrazione, appare
indispensabile fornire una serie di concetti di fondo sulle operazioni di acquisizione
tra imprese. Questo capitolo introduttivo si propone pertanto di introdurre le
principali forme tecniche di attuazione, gli obiettivi dal punto di vista dell’acquirente
e del cedente ed il come si crea valore con queste operazioni
4
.
3
Napolitano M.R. (2002). La gestione dei processi di acquisizione e fusione di imprese, CEDAM.
4
Sicca, Napolitano. Le acquisizioni e le fusioni come attività strategica. (2001).
7
1.1 Tipologie di acquisizioni
Molte sono le tipologie di acquisizioni che possono elencarsi, una prima
distinzione può essere fatta tra acquisizioni per assorbimento, acquisizioni a fini di
conservazione e acquisizioni per simbiosi
5
.
Le acquisizioni per assorbimento sono quelle in cui il compito strategico esige un
alto grado di interdipendenza per creare il valore sperato, ma che hanno un bisogno
modesto di autonomia organizzativa. Si aspira ad un’unificazione completa delle
operazioni, dell’organizzazione e della cultura delle due imprese. L’obiettivo è quello
di eliminare i confini fra le due entità ed abbattere tutte le differenze; si tratta di un
processo che richiede tempi molto lunghi.
Nelle acquisizioni a fini di conservazione c’è una forte esigenza di autonomia e un
bisogno modesto di interdipendenza tra le due imprese. Il compito principale del
management è quello di mantenere inalterato la fonte dei benefici che vengono
acquisiti. Le operazioni dell’impresa acquisita sono gestite separatamente tranne che
nelle aree specifiche in cui occorre perseguire l’indipendenza. Quest’ultima di solito
riguarda la condivisione dei rischi finanziari e il trasferimento delle capacità di
direzione generale. Si pensa che il principale beneficio che si possa realizzare
riguarda l’abilità di portare dei finanziamenti alla società acquisita.
L’acquisizione per simbiosi rappresenta la sfida più difficile per i manager visto
che comportano una grande necessità sia di interdipendenza strategica (per realizzare
un massiccio trasferimento di capacità) sia di autonomia organizzativa (le capacità
acquisite devono essere conservate in un contesto aziendale che è diverso da quello
della società acquirente). In questo caso, le aziende coinvolte sono inizialmente
separate ed autonome, come nella conservazione; tuttavia con il passare del tempo si
realizza una sempre maggiore interdipendenza, tale da consentire il trasferimento,
attraverso confini delle due realtà resi progressivamente più permeabili, di
competenze distintive che l’impresa acquisita possiede. Bisogna conseguire,
lentamente, coesistenza ed interdipendenza reciproca. In questo tipo di acquisizione
c’è bisogno che siano mantenuti i confini ma al tempo stesso che siano permeabili.
5
Haspeslagh P .C., Jemison D.B. (1992), La gestione delle acquisizioni. Successi e insuccessi nel
rinnovamento delle imprese, Milano, Etas Libri.
8
Un’altra distinzione riguardante le operazioni di acquisizione è quella tra
acquisizioni orizzontali, verticali, concentriche e conglomerate.
Si parla di acquisizioni orizzontali quando un’impresa ne acquisisce un’altra che
opera nello stesso settore. I principali vantaggi possono essere costituiti dalle
economie di scala nella produzione e nella distribuzione, da possibili aumenti di
potere contrattuale con fornitori e clienti. I vantaggi principali per l’impresa
acquisitrice si traducono soprattutto in un rafforzamento della posizione strategica a
livello di prodotto-mercato per realizzare un maggior controllo sui prezzi.
Le acquisizioni verticali sono rappresentate dal fatto che l’impresa acquisitrice e
l’impresa acquisita operano in settori caratterizzati da una forte interdipendenza.
L’impresa acquisita è un’impresa che si trova a monte o a valle di una determinata
catena produttiva. Le acquisizioni verticali possono trovare alimento se il mercato dei
semilavorati è un mercato imperfetto, per scarsità di determinate risorse, per
l’importanza dei prodotti ecc. L' espansione verticale è perseguita dall'impresa nella
finalità di conseguire riduzioni di costo, rafforzare il potere di mercato e realizzare
vantaggi amministrativi e manageriali; ma presenta alcuni limiti che occorre tener
presenti
6
.
Con le acquisizioni concentriche l’impresa acquisitrice e l’impresa acquisita sono
interrelate sotto il profilo tecnologico, dei processi produttivi e per relazioni di
mercato. L’impresa acquisita rappresenta la possibilità di allargare la propria linea di
prodotti, di aumentare la propria presenza sul mercato o le proprie competenze
tecnologiche. In questo caso i vantaggi deriverebbero dallo sfruttamento di economie
di scopo e dall’ingresso in mercati correlati. Queste acquisizioni offrono la possibilità
di diversificarsi attorno a un nucleo comune di risorse strategiche.
Le acquisizioni conglomerate non tendono alla condivisione di risorse, tecnologie,
sinergie o strategie di prodotto-mercato, ma si focalizzano sugli effetti che l’azienda
acquisita può avere rispetto alla stabilità e all’equilibrio del portafoglio complessivo,
al fine di una migliore allocazione delle risorse
7
. La diversificazione, tuttavia, non
rappresenta solo una modalità di gestione finalizzata a sfruttare al meglio le risorse in
eccedenza di cui l'impresa dispone, ma anche uno strumento per allocare le risorse
6
Hax A.C., Majluf N.S., (1991), La gestione strategica dell'impresa, Napoli, Edizioni Scientifiche
Italiane.
7
Milton L. (1990), Fusioni ed acquisizioni. McGRAW HILL COMPANIES.
9
alle diverse attività in modo più efficiente di quanto potrebbe fare ciascuna di esse
ricorrendo al mercato dei capitali
8
.
Un’ultima distinzione la facciamo prendendo in considerazione il solo carattere
tecnico che le contraddistingue, in particolare, quelle più frequentemente utilizzate
nel contesto economico finanziario del nostro Paese sono:
9 L'acquisizione tout court o acquisizione propriamente detta;
9 Il leverage by out (LBO)
9 L’offerta pubblica di acquisto (OPA) consensuale
9 Il ramassage o rastrellamento
9 L’offerta pubblica di acquisto e di scambio (OPAS)
9 L’offerta pubblica di acquisto (OPA) aggressiva
9 La permuta
9 L’offerta pubblica di scambio (OPE, dal francese “offre publique
d’échange”)
9 Il prestito obbligazionario a conversione programmata.
L'acquisizione tout court, o acquisizione propriamente detta, è l'operazione intesa a
trasferire la proprietà di una partecipazione azionaria di controllo (o di un ramo
d'azienda) da un soggetto (venditore) ad un altro (compratore). Essa si realizza
frequentemente al di fuori del mercato borsistico e la modalità di pagamento
prevalente è rappresentata da denaro. Il pagamento può essere per cassa o può
prevedere differimenti, esercizio di opzioni o revisioni del prezzo in relazione ai
risultati dell'operazione stessa (earn-out). Un'acquisizione tuttavia non
necessariamente deve essere pagata con denaro: può essere effettuata attraverso la
cessione di una quota dell'azienda acquirente ai venditori dell'impresa acquisita,
lasciando alle due imprese la piena autonomia.
Il leverage by out (LBO) è un'acquisizione di un'impresa che dispone di liquidità,
capacità di credito e consistenti flussi di reddito, su cui l'acquirente «fa leva» per
ridurre il proprio impegno finanziario in termini di capitali di rischio. Si tratta di una
tecnica finanziaria che si è affermata negli Stati Uniti durante gli anni Settanta per
8
Teece D.J. (1982), Toward an economic theory of the multiproduct firm, Journal of Economic
Behaviour and Organization, n. 3.
Williamson O.E., The economic Institution of Capitalism. Firms, Markets, Relational Contracting,
New York, The Free Press, 1985.
10
consentire il trasferimento della proprietà di imprese da azionisti «deboli» a
imprenditori «forti» (di idee, energie e credibilità) ma con scarse risorse finanziarie
9
.
Il leverage by out consiste, dunque, nell'acquisire un'impresa riducendo al minimo
l'esborso di capitale di rischio, ottenendo i finanziamenti necessari sulla base della
consistenza patrimoniale e delle potenzialità finanziarie dell'impresa acquisita; i
flussi di reddito generati dalla gestione consentiranno di rimborsare il finanziamento.
In termini tecnici, molto spesso i soggetti interessati all'acquisizione costituiscono
una nuova società (new company) che, ricorrendo a capitali di terzi, assume il
controllo dell'impresa oggetto di acquisizione; successivamente viene realizzata la
fusione tra le due imprese che consente di far gravare l'indebitamento della new
company sull'impresa oggetto di acquisizione che non solo è in grado di sostenerlo
ma può anche beneficiare fiscalmente dei maggiori oneri finanziari per contenere il
reddito imponibile e per aumentare il suo cash-flow. Quando i soggetti che
realizzano l'acquisizione sono guidati dal management dell'impresa, l'operazione è
chiamata “management by out” (MBO). La modalità di pagamento è, come
nell'acquisizione propriamente detta, il denaro anche se la provenienza è il sistema
bancario e creditizio ed il contesto di realizzazione è l’ambito contrattuale; è, infatti,
quasi impossibile realizzare un'operazione così complessa nell'ambito del mercato
borsistico.
L'offerta pubblica di acquisto (OPA) consensuale è un'operazione di acquisizione
di quote di partecipazione di controllo realizzata in borsa, attraverso la quale
l'acquirente rileva in un primo tempo un consistente pacchetto azionario della società
da acquisire, non necessariamente di maggioranza, da un soggetto identificato e,
successivamente, estende pubblicamente sul mercato di borsa - ad una pluralità di
soggetti non identificabili - l'offerta di acquisto di ridotte frazioni del capitale sociale.
L'acquirente definisce le condizioni economiche della negoziazione inizialmente con
il primo soggetto titolare del consistente pacchetto azionario, successivamente lancia
l'OPA che si realizza alle stesse condizioni definite per l'acquisizione della prima
quota; l'offerta è irrevocabile e contraddistinta da un'ampia informativa che deve
garantire parità di trattamento agli azionisti, titolari di quote minoritarie.
9
Vender J. (1993), “Le fusioni e le acquisizioni”, in Bretoni A., Brugger G., Jovenitti P., Massari
M., Pivato G., Scognamiglio C., Vender J., Trattato di finanza aziendale, Milano, Franco Angeli.
11
L'offerta pubblica di acquisto e di scambio (OPAS) è un'acquisizione realizzata in
borsa ed ha come oggetto una quota di partecipazione - minoritaria o maggioritaria -
di un'impresa. L'OPAS si distingue dalle OPA per la modalità di pagamento; mentre
in queste ultime (sia consensuali che aggressive) la modalità di pagamento è il
denaro, nelle OPAS la transazione avviene in parte in denaro e in parte in titoli.
Anche queste offerte sono irrevocabili e contraddistinte da un'ampia informativa da
parte dell'offerente del numero minimo di adesioni, senza il raggiungimento del
quale l'offerta decade.
Il ramassage o rastrellamento è un'acquisizione di quote di partecipazione,
generalmente miinoritarie, effettuata sul mercato borsistico. Si tratta di una serie
coordinata di acquisti, ciascuno avente per oggetto partite limitate di azioni,
finalizzata alla formazione di un consistente numero di titoli della società da
acquisire. Tale operazione, molto spesso, costituisce un'operazione preliminare
rispetto ad un'OPA e raramente ha come finalità l'acquisizione del controllo di una
società quotata. L'ipotesi dell'acquisizione di una quota di controllo è da escludere
soprattutto quando i mercati borsistici sono di limitate dimensioni e, dunque,
l'operazione non può essere realizzata in modo riservato; in questo caso, il
frazionamento degli acquisti determina un graduale aumento del prezzo che rende
onerosa l'operazione complessiva.
L'offerta pubblica di acquisto (OPA) aggressiva è un'operazione di acquisizione di
quote di partecipazione di controllo realizzata in borsa, che si esegue lanciando al
mercato un' offerta pubblica irrevocabile ad un determinato prezzo, generalmente
superiore di almeno il 20% a quello di mercato. Il carattere aggressivo
dell'operazione è confermato dal fatto che l'acquirente non richiede il preventivo
consenso del soggetto che detiene il controllo dell'impresa oggetto di acquisizione.
Qualora il mercato dei titoli è ristretto, l'OPA aggressiva è realizzata in alternativa al
ramassage per evitare reazioni da parte del gruppo di controllo o contro-offerte che
potrebbero determinare competizioni al rialzo; molto spesso l'operazione è preceduta
da acquisizione di quote azionarie minoritarie per dichiarare al mercato l’interesse
dell'acquisizione graduale del controllo della società. In ogni caso l'OPA a differenza
del ramassage, definendo preventivamente il prezzo dell'offerta, consente
preventivamente di determinare l'esborso finanziario dell'operazione che può subire
12
incrementi solo se la società aggredita lancia una controfferta ad un prezzo più alto;
in questo caso l'aggressore può rilanciare solo attraverso una nuova OP A ad un
prezzo più elevato.
La permuta è un'acquisizione che può avere per oggetto sia immobilizzazioni
tecniche sia immobilizzazioni finanziarie (partecipazioni) e si contraddistingue per il
fatto che la modalità di pagamento è rappresentata da alt la modalità mobilizzazioni
tecniche e/o finanziarie e non da denaro. Tale operazione ha luogo al di fuori del
mercato borsistico; il contesto di realizzazione è l'ambito contrattuale.
L'offerta pubblica di scambio (OPE, dal francese «offre publique d'echange» ) è
una permuta realizzata nel mercato borsistico e si contraddistingue per il fatto che sia
l'oggetto sia il corrispettivo dello scambio sono rappresentati da titoli.
Il prestito obbligazionario a conversione programmata è un’acquisizione di una
quota di partecipazione, minoritaria, maggioritaria o totalitaria, effettuata da un ben
identificato soggetto al di fuori del mercato borsistico, attraverso la sottoscrizione di
un prestito obbligazionario convertibile. L'emittente del prestito è un soggetto terzo
rispetto alle parti della negoziazione, generalmente si tratta di un istituto di credito. I
titoli rimangono nella disponibilità del venditore, che ne cede il diritto di voto al
compratore obbligazionista; quest'ultimo rimane occulto fino a conversione
avvenuta
10
.
Le principali finalità strategiche delle acquisizioni appena descritte non
esauriscono le possibili giustificazioni delle crescita esterna, né naturalmente si può
supporre che una finalità strategica escluda necessariamente le altre.
Nella realtà non sempre è possibile classificare la acquisizioni entro griglie rigide
ed inoltre, molto spesso le motivazioni che orientano il management ad intraprendere
percorsi di sviluppo esterno non sono chiare fin dall’inizio del processo ma sono
combinate tra loro e si definiscono lungo il percorso.
10
Napolitano M.R. (2002). La gestione dei processi di acquisizione e fusione di imprese, CEDAM
13
1.2 Gli obiettivi dal punto di vista dell’acquirente e del cedente
1.2.1 Gli obiettivi dell’acquirente
Attraverso le operazioni di concentrazione le imprese possono perseguire una
molteplicità di obiettivi molti dei quali non sono nemmeno previsti in un piano
strategico ma vengono fissati solo dopo che l’operazione è stata conclusa, in
relazione alle opportunità aggiuntive che la stessa operazione può presentare, anche
in momenti diversi. Le imprese possono concludere operazioni di fusione o di
acquisizione per tanti diversi obiettivi, dettati dalle esigenze interne o da quelle che
impone il business in cui operano; sarebbe utopico cercare di raggruppare tali
obiettivi in un elenco esaustivo o ordinarli in ordine di importanza. Infatti, gli
obiettivi perseguibili possono essere infiniti e il grado di importanza dipende dal tipo
di strategia che si intende perseguire. Tuttavia si possono individuare ed analizzare
gli obiettivi che più di altri sono stati perseguiti dalle strategie delle imprese che
hanno puntato sulla concentrazione quale forma di sviluppo.
Gli obiettivi perseguibili attraverso la concentrazione possono essere divisi in
obiettivi mediati (indiretti) e in obiettivi immediati (diretti)
11
.
Gli obiettivi mediati sono costituiti da motivazione di ordine superiore rispetto a
quelli immediati. Spesso, l’attività di comunicazione aziendale non si sofferma su tali
obiettivi, limitandosi a prendere in esame i soli obiettivi immediati.
Gli obiettivi mediati possono essere riconducibili alle seguenti categorie:
1. obiettivi di innalzamento della economicità aziendale;
2. obiettivi propri dei manager;
3. obiettivi speculativi;
Gli obiettivi di innalzamento della economicità aziendale sono gli obiettivi più
importanti per gli interessi stessi dell’impresa, in quanto mirano a condizioni di
redditività, competitività e socialità. Tali obiettivi pongono l’interesse dell’impresa in
posizione prioritaria e sono quelli che meglio realizzano gli interessi dei vari
stakeholder.
11
Cortesi A. (2000), Le acquisizioni di imprese. Strutture e processi per la creazione di valore,
Milano, Egea.
14
Per quanto riguarda gli obiettivi dei manager, questi realizzano la massimizzazione
dei propri interessi. In questo caso, le acquisizioni sarebbero ricercate per elevare le
variabili da cui dipendono le loro remunerazioni e il loro potere, come ad esempio la
crescita del giro d’affari e la dimensione strutturale dell’impresa.
Gli obiettivi speculativi vengono ricercati prevalentemente nelle operazione di
acquisizione, dove non si tende ad integrare in modo particolare le realtà economiche
interessate. Tali obiettivi sono rappresentati dalla possibilità di realizzare guadagni in
conto capitale, senza che si abbia creazione di nuovo valore. In questo caso, si cerca
di acquisire un’impresa sottovalutata e poi di rivenderla sperando di conseguire quel
maggior valore negatogli dal mercato. Tali obiettivi possono essere realizzati anche
con attività di stock watering, ovvero affiancando all’acquisizione di un’impresa uno
sforzo comunicazionale per indurre il mercato a ritenere che il valore della
concentrazione sia maggiore a quello delle singole imprese autonomamente
considerate.
Gli obiettivi immediati, sono rappresentati da un vasto insieme di motivazioni di
ordine inferiore rispetto a quelli mediati. Questi obiettivi possono essere riconducibili
ai seguenti:
1. Ricerca di una maggiore concentrazione. In realtà non si tratta di un’unica
motivazione ma di un complesso di fattori, quale il desiderio di limitare la
competizione o acquistare profitti monopolistici, oppure il desiderio di porre
in uso potere di mercato inutilizzato, oppure ancora, una risposta alla
riduzione delle possibilità di crescita nel proprio settore dovuta alla riduzione
della domanda o all’eccessiva competizione
12
;
2. Utilizzare delle qualità dell’acquisita strettamente connesse con quelle
dell’acquirente e in grado di stimolare reciproci miglioramenti. Questo
obiettivo è relativo alle interdipendenze esistenti tra società acquirente e
società acquisita e consiste nel gestirle in vista di un reciproco miglioramento
per le due imprese. L’acquirente cerca qualità complementari che gli possono
permettere di essere più competitiva nel settore in cui opera o in altri settori
13
;
3. Migliorare la capacità competitiva attraverso il controllo di rilevanti quote di
mercato. In questo caso si cerca un miglioramento della posizione
12
Gardi F. (1992), Fusioni ed altre combinazioni d’imprese. EGEA.
13
Milton L. (1990), Fusioni ed acquisizioni. McGRAW HILL COMPANIES.
15
competitiva sui mercati in cui già si opera attraverso la crescita
dimensionale
14
;
4. Promuovere la visibilità dell’impresa nei confronti degli investitori, delle
banche e delle istituzioni pubbliche, nell’intento di sfruttare in futuro i
benefici di un’immagine migliore;
5. Accelerare la crescita e ridurre i rischi e i costi in un particolare settore in cui
l’impresa acquisita già opera e sul quale l’impresa acquirente fa affidamento
per lo sviluppo futuro. Tale obiettivo si basa sulle interdipendenze critiche di
un settore sconosciuto ma interessante per l’acquirente;
6. Utilizzare le capacità finanziarie dell’acquisita, come la capacità di
indebitamento. In questo caso si cerca di sfruttare e di ottimizzare le risorse e
le capacità finanziarie;
7. Conseguire una stabilizzazione dei flussi di reddito grazie ad esempio alla
combinazione di attività con cicli economici e finanziari diversi;
8. Ridurre i rischi e i costi connessi con l’attività in uno specifico settore,
attraverso l’allargamento della gamma dei prodotti e servizi offerti. Si cerca
di soddisfare la clientela di uno specifico settore mediante ampliamenti della
gamma dei prodotti e dei servizi offerti, riducendo al contempo i rischi legati
ad una gamma ristretta;
9. Utilizzare l’esperienza dell’acquirente nel marketing, nella produzione, e in
altre aree funzionali dell’acquisita mediante il trasferimento di risorse e
competenze di base dall’acquirente all’acquisita;
10. Migliorare l’efficienza e ridurre il rischio nella fornitura di materie e
componenti strategiche per l’impresa acquirente. In questo caso l’impresa
tende all’integrazione verticale, cercando di ridurre la dipendenza da fonti di
approvvigionamento ritenute strategiche. Le operazioni che tendono a questo
obiettivo presentano minori rischi di errate valutazioni perché di solito hanno
luogo nei confronti di fornitori o di clienti, con i quali si sono istituite
relazioni contrattuali di lungo termine, che hanno consentito di acquisire una
buona conoscenza delle loro forze e delle loro debolezze.;
14
Cortesi A. (2000), Le acquisizioni di imprese. Strutture e processi per la creazione di valore,
Milano, Egea.
16