Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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Il rapporto con l’attore sociale dovrà essere diversamente
interpretato poiché non è possibile considerare l’individuo una vittima
innocente del suo stato: la medicina predittiva valuta il rischio genetico
e caratterizza le condizioni che potrebbero portare la malattia a
manifestarsi.
Tale prospettiva costituisce un’ulteriore novità a livello di
concettualizzazione, della salute e della malattia, sia per le strategie
medico-sanitarie, sia per l’impatto nel sistema sociale e culturale, in
quanto gli interventi non potranno più essere a livello di gruppi ma
bensì su basi individuali
2
.
Una visione sociale della medicina sembra quindi spostare
l’attenzione nella promozione e nella informazione della salute, sui
determinanti sociali, culturali, politici ed economici della salute in
termini di fattori e variabili in relazione fra di loro senza dimenticare che
al centro vi è l’individuo. È in questa prospettiva di tipo relazionale che
la sociologia intende guardare alla salute, in una realtà post-moderna in
cui i valori sembrano spostarsi continuamente verso un individualismo
sistemico, una esigenza di efficienza, una moltiplicazione dei ruoli
dell’attore sociale.
Il rapporto tra salute e sistema sociale è oggi complesso,
distanziato e paradossalmente compenetrato.
Ci è sembrato opportuno consultare una serie di lavori concernenti
la Salute, la Sanità e la Sociologia. Dagli autorevoli interventi sono
emerse tutte le scottanti problematiche della società in trasformazione,
coinvolta nei processi di globalizzazione e stravolta nei suoi più intimi
valori etici.
2
Dausset J., La medicine predictive et son ethique, in Pathologie et Biologie, 1997, pp. 199-204.
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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Ci proponiamo di tracciare una breve analisi delle origini dello
studio della sociologia della salute, una nuova sintesi e integrazione, di
concetti e contenuti, in tema di “mutazioni sociali della salute nella
prospettiva socio-biologica” (capitolo primo).
La sociologia della salute si occupa dell’analisi sociologica nel
campo delle professioni sanitarie e di quelle strutture organizzative che
tutelano il benessere. La medicina viene definita dalla Encyclopedia
Britannica sia come scienza che riguarda il mantenimento della salute e
la prevenzione, mitigazione o cura della malattia, sia come pratica
professionale che concerne la protezione della salute e la cura della
malattia
3
.
La sociologia della salute viene introdotta in Italia da Costantino
Cipolla alla fine degli anni 90, per affrontare le problematiche di un
sistema sanitario nazionale che non sembra essere più capace di far
fronte agli standard di qualità richiesti dall’utenza e quella clinica in
corrispondenza con i lavori di collaborazione con il Comitato di ricerca
dell’International Sociological Association.
La domanda relativa alla salute è una delle questioni più vive nel
recente dibattito sociologico e tale interesse sembra andare a coincidere
con la frattura tra il positivismo medico ed il positivismo sociologico in
una visione più “comprensiva”, considerando l’osservazione del mondo
vitale degli individui, dei loro bisogni, delle soggettività e delle relazioni
quotidiane
4
.
Inoltre, abbiamo cercato di indicare i parametri della qualità e di
analizzare il diritto inviolabile alla tutela della salute, con particolare
3
Battisti Francesco Maria, Prefazione, in Federici Raffaele - Garzi Rosita, Le prospettive relazionali
nella ricerca sociologica della salute, Milano, Franco Angeli, 2006, p. 1.
4
Federici Raffaele, Premessa in Federici Raffaele - Garzi Rosita, Le prospettive relazionali nella
ricerca sociologica della salute, Milano, Franco Angeli, 2006, p. 17.
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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attenzione all’Ordinamento Giuridico Comunitario e alla Normativa
nazionale sul Servizio sanitario.
L’aspetto più significativo riguarda l’attribuzione alle regioni di
molte funzioni in ambito di tutela della salute, che ha fatto nascere
diversi sistemi sanitari regionali, dotati di propri e autonomi governi. Si
analizza la pianificazione sanitaria e l’approvazione dei piani sanitari
regionali, i sistemi di accreditamento e finanziamento, programmazione
e controllo e, infine la definizione degli indirizzi e delle politiche
regionali. Si propongono i dati nazionali di spesa del servizio sanitario e
si analizzano le ragioni che hanno portato ad un aumento della spesa
sanitaria negli ultimi anni.
Questa visione sociologicamente “comprensiva” della polarità
salute-malattia sembra costituire la più grande preoccupazione sociale
sia a livello individuale, sia a livello collettivo con riferimento ad un
soggetto agente che si muove fra il mondo vitale ed un sistema sociale
sempre più imprevedibile e multidimensionale
5
(capitolo secondo).
Nella generale evoluzione dei sistemi che afferiscono alla salute,
siano essi collocati nella dimensione biologica e tecnica, sia nella
dimensione culturale, politica ed economica, sembra essenziale tentare
di definire le diverse forme ed implicazioni sociali che questo processo
richiede.
Si pone l’introduzione, negli ultimi anni, dei livelli essenziali di
assistenza e del loro continuo aggiornamento con il passaggio di molte
competenze alle regioni. La funzione di termometro è garantita dalle
numerose e diverse correnti di pensiero, in materia di informazione
medico-scientifica, bioetica e diritti dei cittadini, nell’accesso rapido ai
5
Donati Pierpaolo, Salute e analisi sociologica, Milano, Angeli, 1982.
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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servizi, al diritto di ogni paziente alla sicurezza e all’informazione
adeguata (capitolo terzo).
Concludono la nostra Tesi alcune rapide ed essenziali
considerazioni in materia di Governance: politica, globalizzazione,
ecologia, vuoti etici, formazione e aperture alla speranza. Uno sguardo
sociologico sul contemporaneo si focalizza sulle politiche per la gestione
della salute come investimento economico ed equilibrio sociale,
sull’impegno comunicativo nella prospettiva partecipativa, completate
da una ampia e specializzata bibliografia e sitografia.
La salute non si configura come un dato, ma una mappa ed un
costrutto generato coordinando diversi punti di vista. Come la malattia,
così la salute, è un modello, costruito socialmente, per interpretare la
realtà. Come la malattia, così la salute, si può configurare come un
evento, che l’individuo può usare per interpretare il mondo e le relazioni
con la società in cui vive: un repertorio di segni che l’attore sociale può
utilizzare per interpretare l’ordine sociale.
Così il disincanto del mondo, un risultato dell’erosione dei
paradigmi tradizionali, lascia l’individuo solo, solo di rappresentarsi nei
diversi ruoli a cui è chiamato da più parti della società.
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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Capitolo 1. Mutazioni sociali della salute nella prospettiva
socio-biologica
1. Sfondo socio-biologico della salute
Quattro secoli prima di Ippocrate, i racconti epici contenuti
nell’Iliade e nell’Odissea, testimoniano le significative conoscenze
dell’epoca sulle patologie dell’antichità; le descrizioni delle ferite, ad
esempio, sono caratterizzate da precisione anatomica. Omero descrive
le fratture del femore, parla della prognosi, riporta tecniche di
intervento chirurgico, prospetta anche interessanti ipotesi di fisiologia
ma, soprattutto, utilizza la metafora per descrivere lo stato di salute
come quello della gioia di Ulisse che vede un approdo come la
guarigione alla malattia. Ulisse è uomo maturo, un uomo che molto ha
dovuto soffrire e soprattutto molto deve viaggiare; così l’uomo
contemporaneo sembra assomigliare all’Ulisse di Omero. Ulisse torna
per non tornare, per non essere riconosciuto, per non riconoscere. Il
ritorno di Ulisse è il viaggio, non è il suo approdo; così l’individuo è alla
ricerca della salute come esperienza definitiva poiché la salute non
sembra essere uno stato ideale ma una costruzione, un fatto.
Probabilmente, in questa prospettiva la sociologia ha iniziato ad
interessarsi alla salute, avviando quel percorso scientifico che si
sviluppa come dominio scientifico particolare della sociologia della
salute. I rapporti fra salute e sociologia hanno origine nella metafora
organicistica e dunque nel parallelismo delle due scienze come scienze
del corpo.
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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Emile Durkheim ha individuato i collegamenti fra salute e società.
I problemi posti dal Nostro fanno riferimento alla coesione sociale, alla
regola, all’educazione; la società che funziona si basa un corpo sociale
sano mentre una società disgregata sembra configurarsi come una
società malata. Più in generale sembra opportuno rifarsi proprio al
concetto di fatto sociale, «è ogni modo di fare, fissato o meno,
suscettibile di esercitare sull’individuo una costrizione esterna», per
identificare quel complesso sistema di relazioni che configurano la
salute dell’individuo e della collettività come “cose sociali”.
Vilfredo Pareto ha concentrato la sua opera all’individuazione dei
nessi esistenti fra salute e società. Nel Trattato di Sociologia Generale,
infatti, egli ha mostrato che l’analisi sociale doveva fare i conti con una
sempre presente discrepanza tra il succedersi oggettivo degli eventi ed i
fini oggettivi che dovrebbero guidarli, ma che ne risultano sopraffatti, in
cui la ricerca del benessere sociale raggiungibile, concetto
evidentemente collegato alla salute, si compone attraverso una
posizione di equilibrio da cui è impossibile spostare un qualsiasi
individuo verso un maggior benessere.
Tale approccio sembra, in qualche modo, rispecchiare il dualismo
di fondo della sociologia stessa che si traduce in due paradigmi
conoscitivi praticamente alternativi: da un lato il paradigma dell’azione
sociale, basato sulla soggettività e dall’altro il paradigma del sistema
sociale, localizzato sulle strutture sociali oggettivate.
La sociologia deve connettere questi paradigmi per pervenire così
a modalità più profonde e meno riduttive di comprensione del mondo
sociale. Infatti, se partiamo dall’idea di identificare l’approccio
sociologico alla salute come un esempio applicativo di costruzione di
oggetto della teoria sociologica generale, nei suoi tre aspetti di
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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epistemologia, paradigma e pragmatica, il nostro problema è di vedere
come un fatto lo stato di salute/malattia, ricondotto dalle scienze
mediche a variabili di tipo biologico, e quindi apparentemente lontano
dall’analisi sociologica, in quanto non rileva o rimanda in modo diretto e
palese a fenomeni sociali possa diventare tema ed oggetto della
sociologia come disciplina scientifica autonoma.
La sociologia della salute dovrebbe produrre il proprio approccio
pratico nel paradigma relazionale, ovvero in una ricerca, teorica-pratica,
in grado di mediare la relazione al valore della vita anche perché,
sempre di più, la salute è percepita come “un insieme di valori, di
norme sociali e di modelli culturali, pensati e vissuti dagli individui”.
Il fatto sociologico delle modalità di osservazione del rapporto
salute/malattia sembra essere ulteriore rispetto alla sociologia della
medicina o, ancora, alla sociologia clinica.
Per Durkheim, la regola di studiare i fatti sociali come cose a un
obiettivo: «quello di limitare i danni, esigendo dall’osservatore di non
giudicare i fatti che egli osservava attraverso le sue preoccupazioni
specifiche».
In particolare, la medicina, la sanità e le attività di ricerca e di
produzione; connesse al sistema salute hanno oggi l’esigenza di trovare
un nuovo, reale, quadro di riferimento concettuale che consenta di
integrare e di connettere i saperi e le esperienze oltre la
contrapposizione fra strategie epidemiologico-sanitarie, biomediche-
sperimentali o di costruzione sociale.
Infatti, per la sociologia, la salute non è soltanto un fatto biologico
che ha anche origini e rilevanza sociale, né solo un fatto culturale, ma è
un fenomeno sociale complesso, che consiste di relazioni ed è prodotto
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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socialmente; è un modo di essere e di vivere degli individui e dei gruppi
nel sistema di azione sociale.
La salute è, in altri termini, una relazione sociale. In tale
direzione, il primato della sociologia sembra essere costituito dal fatto
che ha compreso che l’attore sociale «è in grado di raffigurarsi i
contenuti dell’immagine del mondo prescindendo dalla sua reale
esistenza o non esistenza, quindi dalla sua natura.
Da questi e da altri sforzi più recenti, la sociologia partecipa alla
interpretazione del concetto di salute ed alla definizione delle sue forme
in modo diverso rispetto alle altre scienze, mettendo al centro
dell’interesse non l’attore sociale con le sue potenzialità fisiche e
psichiche, ma anche gli stati di salute ed i loro determinanti sociali, le
relazioni fra il medico ed il malato, e, più in generale, le esperienze
della malattia nei diversi luoghi della vita sociale.
Una lettura sociologica della salute non sembra essere, perciò,
semplice non solo per l’altissimo numero di variabili e per la dinamicità
che caratterizza la ricerca scientifica ma, anche e soprattutto, per il
fatto che l’individuo è al suo centro con risposte sempre diverse a
domande mai uguali, in uno sviluppo che spesso «disconosce i suoi
limiti».
In sintesi, l’itinerario scientifico che realizza la sociologia,
attraverso i suoi strumenti, è quello di sottolineare la necessità di una
visione di insieme, connettiva, non colta da altre discipline perché “la
conoscenza della realtà, tanto sociale che fisica, si attua attraverso tutta
una serie di disillusioni”.
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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Salute non come stato fisico e psichico interno, o almeno non
solo, ma come un processo dinamico e relazionale, di scambio, fra il
proprio ambiente ed il mondo vitale.
Questo passaggio si rende ancora più necessario con il diffondersi
sia delle pratiche basate sulla Evidence Based Medicine, sia delle
cosiddette teorie economicistiche della salute che sembrano costituire
un rischio nella definizione della salute in relazione alla società stessa:
non è un caso che siano proprio i due temi oggetto di un vivace dibattito
fra i sociologi, lo strumento dell’Evidence Based Medicine e le
implicazioni derivanti dai crescenti costi economici dei sistemi sanitari,
due temi fra loro lontani ma che sembrano ricondurre l’osservazione
alla domanda sociale, ai bisogni di salute, alle aree di solidarietà e di
partecipazione.
La salute è un fatto sociale, prima di ogni altra cosa, e tale
dimensione implica una partecipazione per così dire “regolata” e
«regulation virtually defines a profession» è un fatto sociale perché al
cuore del problema salute si trovano da una parte le relazioni
dell’individuo con la socialità, dall’altro perché, latu senso, vi sono i
meccanismi di integrazione odi esclusione; di tolleranza o di
emarginazione, in una società che tende ad operare sempre
diversamente nel suo divenire.
In tale prospettiva, affinché i problemi della salute siano al centro
delle attenzioni, è necessaria una partecipazione del cittadino,
partecipazione possibile solo in modelli “aperti” di comprensione della
salute in relazione, soprattutto, alla sempre maggiore richiesta di
informazione e di partecipazione alle scelte terapeutiche.
Nella definizione della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità, la salute si realizza come uno di completo benessere fisico,
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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psichico e sociale e non semplice assenza di malattia e viene
considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti
fondamentali che spettano alle persone come stabilito dalla
dichiarazione universale dai diritti dell’uomo.
La definizione della salute dell’OMS e della promozione della
salute stessa supera il modello, per così dire, ideale della salute, quello
che si costituisce come la assenza di malattia: la salute diventa una
condizione di cui si ha un’esperienza quasi inconsapevole, sembra
coincidere con lo scorrere stesso della vita. La malattia, come agente
che interferisce con questo fluire, sembra svelarla come una condizione
perduta. Questo modello della relazione fra salute e malattia sembra
essere quello prevalente nei paradigmi medici e nelle strutture sanitarie.
La logica che sembra caratterizzare i paradigmi medici sembra
svilupparsi secondo un complesso sistema di modalità diverse. Una
prima modalità è quella lineare in cui un determinato danno provoca
una condizione di malattia e le cure diventano un sistema atto alla
riparazione del danno avuto. Una seconda modalità è quella
individualista: la salute e la malattia sono determinate dalla
assenza/presenza di risorse nell’individuo e le cure costituiscono
interventi diretti esclusivamente all’individuo. Una ultima espressione è
quella a-storica: si ignora l’interazione dell’individuo con il suo
ambiente, la sua cultura, la sua storia, la sua condizione sociale. In
questa direzione, i fattori macrosociali, le differenze culturali, gli eventi
esterni ed estremi, le condizioni socio-economiche, la mancanza di un
supporto sociale adeguato, l’ambiente relazionale avverso, sono tutti,
fattori totalmente o relativamente indipendenti dalle caratteristiche
biologiche o psicologiche di un individuo. I contesti micro-sociali e
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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macrosociali hanno un ruolo cruciale nell’insorgenza e nell’evoluzione
dello stato di salute degli individui.
Le reti di relazioni interpersonali possono favorire la creazione di
meccanismi informali di protezione contro la malattia e la vecchiaia
oppure, attraverso lo stimolo dell’azione collettiva, possono migliorare
l’efficienza e l’efficacia della fornitura di determinati servizi da parte del
settore pubblico.
I percorsi interpretativi nella lettura delle relazioni fra malattia e
salute si sono configurati nei diversi contesti culturali, «come il
significato e le pratiche interpretative interagiscano coi processi sociali,
psicologici e fisiologici per produrre forme distintive di malattie, e
traiettorie della malattia».
Kleinman ha proposto una distinzione etimologica tra: disease,
che si riferisce ad anormalità nella struttura o nel funzionamento di
organi e sistemi e che è dominio del modello biomedico; illness, che si
riferisce alla percezione individuale di uno stato che ha una
connotazione negativa e che comprende, ma non si limita a disease;
sickness, che indica gli eventi che possono diventare disease o illness.
Il termine illness dovrebbe riferirsi all’esperienza diretta del
malato, il vissuto della malattia, mentre con disease si indica la
concettualizzazione della malattia da parte del medico.
Esiste perciò una differenza fra l’essere malato e l’avere una
malattia, una differenza che nella lingua tedesca è percepita come
Erkrankung e Krankheit, da cui deriva la necessità di introdurre un
ulteriore termine, sickness, per indicare la percezione della malattia da
parte dell’ambiente sociale non medico. Proprio in tale prospettiva
Young, approfondendo l’aspetto della costruzione sociale della malattia,
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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ha proposto l’ulteriore specificazione attraverso il termine sickness, che
non sembra essere semplicemente un termine ambiguo che definisce lo
stato tra il danno biologico e la percezione soggettiva del danno.
La malattia-sickness deve essere infatti intesa come il processo
attraverso il quale, a comportamenti preoccupanti e a sintomi biologici,
viene attribuito un significato socialmente riconoscibile e, di
conseguenza, accettabile.
Nella malattia concepita come disease è possibile perciò
distinguere le condizioni fisiologiche constatate oggettivamente dal
medico, il pathos, dalla loro interpretazione medica in forma di entità
clinica o anatomo-fisologica, il nosos.
Ogni cultura ha, secondo Young, delle regole per “trasformare” i
segni del corpo in sintomi, per collegare i sintomi a un modello
eziologico e di intervento. La malattia-sickness, quindi, sembra essere
un processo per socializzare la malattia disease e la malattia-illness. Lo
stesso insieme di segni, ad esempio, può corrispondere e diversi tipi di
diagnosi e di terapia. E’ il modello eziologico dominante in quella società
che “deciderà” che tipo di malattia ha l’individuo e quale potrà essere la
terapia adatta.
La malattia-sickness, inoltre, determina la dimensione individuale
della malattia. Ma è la società che stabilisce a quali sintomi prestare
attenzione, quando è lecito stare male e quando non lo è. La malattia-
sickness, più ancora che la malattia-illness, è la cultura più che
l’individuo, che determina la scelta e la forma che assumerà la
sofferenza.
Tuttavia, per tentare di chiarire ulteriormente sembra necessario
aggiungere le osservazioni di Grmek a proposito del rapporto fra salute
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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e malattia. Il Nostro ha suggerito una distinzione dei problemi: «il primo
riguarda la malattia, concetto generale la cui definizione sottintende
quella della salute, cioè della normalità del funzionamento dei corpo; il
secondo, ben distinto dal primo, concerne le malattie, le entità
nosologiche. Il primo problema è quello della definizione del patologico
rispetto al fisiologico. Sarebbe ovvio definire normale ciò che è più
frequente, ma questo non quadra con il fatto che ci sono della
popolazioni nella quali la presenza di certi stati patologici è più
frequente della loro assenza. Il concetto di normalità suppone infatti
quello di norma biologica e sociale, concepita come un tipo ideale di
esistenza, un miglior modo di esistere di un individuo».
Il modo di sperimentare la sofferenza è cambiato nelle sue
configurazioni, restando però legato ad importanti fattori di origine
sociale, quali sono le condizioni igieniche, quelle relative all’ambiente di
vita o ai comportamenti a rischio, nella più generale definizione dei
luoghi del confronto e della relazione: “è altresì innegabile il rapporto
esistente fra le diverse concezioni della malattia espresse nelle diverse
epoche storiche e le malattie dominanti allora in quelle società”.
Ma la malattia è anche un fatto sociale, come osservato, perché
coinvolge tutta il gruppo dell’attore sociale malato: «la malattia è, allo
stesso tempo, il più individuale ed il più sociale degli eventi». La
ulteriore annotazione sembra riferirsi proprio alla conseguenza sociale,
una conseguenza che fa riferimento alle diverse dimensioni dei concetti
di salute e malattia. La complessità dei diversi significati assunti sembra
essere il risultato di una particolare lettura della realtà, una lettura che
rimanda al fatto che ogni sistema medico non può prescindere dal più
complessivo sistema culturale in cui si colloca. Infatti, la stessa
definizione di medicina sembra contenere una contraddizione culturale
Sociologia della Salute. Quali prospettive?
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poiché è definita sia come l’insieme delle discipline scientifiche che,
studiando la fisiologia e la patologia si occupa della salute sia la pratica
professionale dell’arte medica da parte di una persona che ha
conseguito un titolo accademico riconosciuto legalmente. La medicina
come scienza delle scienze è però una costruzione recente perché,
tradizionalmente è conosciuta come «iatriké téchne, non epistéme [...]
una sintesi fra scienza, tecnica ed arte».
Sembra esserci, nello status attuale delle conoscenze mediche
convenzionali una specie di tensione, culturale e sociale, forse perché,
sul fronte epistemologico, la medicina si è caratterizzata in termini
ipercritici, una tensione fra il bisogno dell’individuo e la difficoltà a
realizzare una esperienza conclusiva.
La storia della medicina occidentale è dominata dalla cosiddetta
ideologia curativa, nella prospettiva di guarire dal male o neutralizzare
una lesione. In tale direzione, la medicina convenzionale si è occupata
dell’elaborazione di tecniche terapeutiche sviluppate in funzione della
malattia e della guarigione, prima che della prevenzione dalle possibile
malattie. Per comprendere le ragioni dello sviluppo e delle dinamiche
attuali nella medicina occorre risalire al Seicento; il cambiamento è
rintracciabile con la scoperta dell’importanza della «misura e del
modello meccanico, grazie a Galileo, Cartesio, Newton e con la biologia
di Harvey e altri, cambia in modo fondamentale il vecchio modello
ippocratico-aristotelico essenzialmente qualitativo, sopravvissuto alla
medicina galenica».
Il diciannovesimo secolo si caratterizza per una svolta epocale
nella percezione del rapporto salute e malattia: un secolo che si
configura in un più ampio quadro teorico costituito dalla scientismo.