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messaggi in voce ma anche programmi radiofonici e televisivi, testi e dati
elaborati da un computer e ha consentito la nascita di Internet.
Nei paesi pi� sviluppati la rivoluzione elettronica sta contribuendo ad accelerare
la transizione verso un tipo di societ� post-industriale in cui il ruolo dell�industria
sta declinando a favore del settore terziario.
Il termine post-industriale tuttavia non indica un mondo senza industria, ma ci�
che connota la societ� post-industriale � invece l�informazione; lo sviluppo delle
tecnologie dell�informazione e della comunicazione e l�uso di una lingua comune,
l�inglese, hanno reso sicuramente pi� veloce e agevole la comunicazione
abbattendo notevolmente i costi. Questo � uno dei fattori principali di
quell�integrazione economica e finanziaria a livello mondiale che oggi viene
definita �globalizzazione�.
Altro aspetto caratterizzante la societ� post-industriale � quello del
multiculturalismo, infatti, in un mondo come quello di oggi in cui aumentano gli
scambi commerciali e la circolazione delle informazioni, era inevitabile che
aumentassero i flussi migratori da zone pi� povere verso quelle pi� ricche.
La societ�, quindi, sta diventando sempre pi� multiculturale e globale; le
differenze legate alla diversit� di razza, cultura, religione ma anche status
economico e sociale che fino a qualche anno fa erano viste come �svantaggio�
diventano ricchezza e pertanto anche l�educazione e la formazione devono essere
rivolte alla valorizzazione della diversit� e al suo rispetto; la scuola, quindi, come
agenzia formativa assume grande rilievo in questo senso.
Anche l�altro aspetto che caratterizza la societ� post-industriale e cio� l�utilizzo
delle nuove tecnologie dell�informazione e della comunicazione rivolto non solo
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allo �svago� ma a numerosi altri usi sta trovando spazio in questo nuovo modo di
concepire la scuola; in realt� le tecnologie hanno trovato nel campo della didattica
numerose applicazioni gi� da tempo, per� se n� � fatto un uso diverso a seconda
della corrente di pensiero entro cui si operava.
Il costruttivismo, un modello teorico affermatosi intorno agli anni �80 e che ha
avuto ricadute importanti nel campo della didattica, nei suoi assunti teorici e ancor
pi� nei suoi sviluppi pratici, cooperative learning, comunit� di apprendimento,
e-learning, pone l�accento proprio sul rispetto e sulla valorizzazione della
diversit�, sulla cooperazione, sul dialogo, anche a �distanza�, ecco quindi ritrovate
in questa corrente di pensiero due caratteristiche della societ� post-industriale:
multiculturalit� e globalit�.
E� proprio dallo studio del costruttivismo e delle sue implicazioni nella didattica
che questo lavoro prende inizio; esso vuole essere un approfondimento
conoscitivo che si articola in pi� parti: nella prima, legata allo sviluppo e
all�elaborazione dei concetti chiave delle varie teorie psicologiche del �900,
vengono analizzati i costrutti teorici che hanno fatto da precursori al
costruttivismo. Nelle altre parti, vengono approfondite le implicazioni del
costruttivismo nella didattica e vengono analizzati i vari tipi di comunit�
d�apprendimento proposti dall�approccio costruttivista con particolare riferimento
al Cooperative Learning. Nell�ultima parte viene affrontato l�aspetto del
costruttivismo legato alla formazione a distanza attraverso l�utilizzo delle
tecnologie informatiche.
Come anticipato in apertura questo vuole essere un approfondimento conoscitivo
e pertanto vengono prese in considerazione opere di vari autori per ottenere una
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panoramica il pi� completa possibile, ci� non toglie che vista l�estensione del
lavoro vi sia la necessit� di operare delle sintesi che non vogliono essere riduzioni
o impoverimento ma semplicemente vogliono rendere il lavoro pi� scorrevole e
gradevole possibile.
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1 I precursori del costruttivismo
1.1 Premessa
La nascita del termine psicologia pu� essere fatta risalire al XVI secolo grazie a
Filippo Melantone, latinista e grecista. Per l�autore la psicologia era l�insieme di
conoscenze filosofiche, letterarie e religiose sull�animo umano.
La psicologia scientifica moderna nacque nella seconda met� dell�Ottocento,
infatti tra il 1850 e il 1870 fisici e medici cominciarono ad occuparsi dello studio
della psiche applicando allo studio della mente le metodologie che gi� erano in
uso alle scienze naturali.
All�inizio del Novecento, soprattutto negli Stati Uniti, la psicologia ebbe un
rapido sviluppo, nacquero numerose scuole di pensiero tra cui lo strutturalismo
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di
derivazione Wundtiana e il funzionalismo
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della scuola di Chicago. Ben presto
per� in contrapposizione ad esse nacque il comportamentismo secondo il quale
l�oggetto di studio della psicologia era il comportamento e non la coscienza.
Nella seconda met� degli anni �50 ci fu la diffusione di nuove impostazioni
teoriche e procedure sperimentali per lo studio dei processi cognitivi che
portarono allo sviluppo di una prospettiva differente da quella fino ad allora
dominante: nacque il cognitivismo che intorno agli anni �60 e �70 costitu� una
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La psicologia strutturale, introdotto da Titchener, si poneva l�obiettivo di studiare la mente
umana attraverso la scomposizione dei suoi elementi e la descrizione delle leggi che governano la
loro combinazione; il metodo adottato fu quello dell�introspezione, considerato per eccellenza il
metodo della psicologia scientifica.
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Per il funzionalismo �i processi mentali erano considerati in primo luogo nella loro tensione
verso un fine, uno scopo, ai fini dell�adattamento all�ambiente, e in secondo luogo nella loro
dinamica continua per cu il pensiero � sempre in cambiamento e non � frantumabile in elementi
separati�. Cfr. Mecacci L., Storia della psicologia del novecento, Laterza, Bari, 1992, p. 190
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delle principali correnti di ricerca, sostituita per� in tempi pi� recenti, dal
costruttivismo che considera la realt� non come qualcosa di oggettivo,
indipendente dal soggetto ma costruita attivamente da esso.
1.2 Il comportamentismo
Il comportamentismo, o Behaviorismo, nacque negli Stati Uniti d�America nel
1913 con la pubblicazione dell�articolo di Watson
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La Psicologia cos� come la
vede un comportamentista che venne considerato il manifesto della nuova
psicologia, e si diffuse anche in altri paesi compresa l�Italia.
La fonte filosofica pi� importante a cui attinse il comportamentismo fu il
pragmatismo, rappresentato da James e Dewey, per i quali le idee, i concetti
avevano una validit� se permettevano all�individuo di operare sulla realt�. Altra
fonte filosofica del comportamentismo fu l�operazionismo per il quale i concetti
scientifici corrispondevano alle operazioni concrete messe in atto per
determinarli; infine la terza fonte filosofica fu l�empirismo (o positivismo) logico
che si proponeva di definire le caratteristiche del linguaggio scientifico come un
sistema di enunciati connessi da regolo logiche precise e verificabili secondo
procedure definite.
Watson, ritenuto il caposcuola del comportamentismo, intendeva farne una nuova
psicologia in grado di sgombrare il campo da tutto ci� che si era detto o fatto fino
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John B. Watson nacque a Grenville nel 1878 e mor� a Woodbury nel 1958. Dopo aver conseguito
la laurea in discipline umanistiche, frequent� i corsi di filosofia e psicologia all�Universit� di
Chicago. Nel 1908 ottenne la direzione dell�Istituto di Psicologia della Jonh Hopkins University di
Baltimora e nel 1915 divenne presidente dell�Associazione Psicologica Americana. Nel 1954
ricevette un importante riconoscimento da parte dell�Associazione Psicologica Americana.
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ad allora. Occorreva, innanzitutto, ridefinire la psicologia ed individuarne
chiaramente i compiti. Secondo Watson la psicologia doveva essere un ramo della
scienza del tutto obiettivo, infatti, le caratteristiche del mondo interiore di
ciascuna persona non potevano diventare oggetto di un�indagine sperimentale,
anzi il compito della psicologia scientifica doveva essere quello di prevedere e
controllare i comportamenti e qualsiasi fatto interiore o contenuto della coscienza
non potevano essere oggetto di studio. Ci� che sicuramente era osservabile era il
comportamento inteso come l�insieme delle risposte prodotte dall�organismo ad
uno stimolo, infatti una caratteristica di questa teoria fu appunto l�assenza di
riferimenti ai processi biologici e fisiologici a fondamento del comportamento;
questo rifiuto dei processi interni, fece si che la mente venisse considerata una
�scatola nera�, black box, dal funzionamento inconoscibile ma soggetta a stimoli
provenienti dall�ambiente esterno e produttrice di risposte. Il comportamento,
quindi, poteva essere studiato semplicemente attraverso la relazione tra stimolo e
risposta, ma per fare ci� doveva essere seguita l�impostazione della scienza
moderna e quindi il comportamentismo prese subito posizione contro il metodo
dell�introspezione, poich� con esso si indagavano fatti del mondo interiore di una
sola persona mentre le scienze naturali indagavano su fatti e fenomeni che tutti
potevano osservare. L�introspezione inoltre, secondo Watson, non consentiva lo
studio del comportamento animale, che doveva far parte integrante della
psicologia scientifica.
Il comportamentismo, oltre all�introspezione, rifiut� anche tutti i termini riferibili
agli �stati di coscienza�, entrarono, invece, in campo parole nuove che
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assumevano, all�interno della nuova teoria, un significato molto preciso: si
cominci� a parlare di stimolo, risposta, abitudine, rinforzo, apprendimento.
Osservando il comportamento dell�animale e dell�uomo, i comportamentist i
notarono che il fatto psichico pi� semplice era il riflesso, costituito dalla risposta
automatica dei muscoli a determinati stimoli ambientali.
Il compito della psicologia scientifica era quindi quello di prevedere la risposta in
presenza di uno stimolo o pi� stimoli oppure, data la risposta, saper risalire agli
stimoli che l�avevano determinata. Watson fece proprie le teorie di Pavlov
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e alla
luce delle ricerche di quest�ultimo defin� il comportamento come la somma di
riflessi innati e di riflessi condizionati.
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La personalit� era di conseguenza
determinata dalla somma dei condizionamenti avvenuti.
Esisteva per� una differenza sostanziale tra Pavlov e Watson, infatti, il primo
essendo un fisiologo conosceva i meccanismi cerebrali degli animali e dell�uomo
e il patrimonio filogenetico che differenziava gli uni dagli altri, mentre Watson
preoccupato di rendere la psicologia una scienza assoluta considerava l�uomo
secondo un mero rapporto di continuit� con gli animali. Per Watson, quindi la
risposta era sempre funzionale allo stimolo e direttamente generata da esso e non
da fattori interni all�organismo. La formula base della psicologia divenne:
R=f (s)
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; tutto ci� che si poteva notare nel comportamento umano era quindi frutto
di risposte in presenza di stimoli.
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Fisiologo sovietico, nacque a Riazon� nel 1849 e mor� a Leningrado nel 1936. Ricevette nel 1904
il premio Nobel per la fisiologia; fu lo scopritore e studioso dei riflessi condizionati.
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Cfr. Watson J.B., Antologia degli scritti,a.c. di Meazzini P., Il Mulino, Bologna, 1976
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R= risposta; f = funzionale; s = stimolo. Per Watson la risposta (R) era sempre funzionale(f) allo
stimolo (s).