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competenze”1. Ogni modello di e-learning predilige figure
professionali ben diverse, a seconda dei contenuti erogati, degli
obiettivi che si vogliono raggiungere e degli approcci metodologici.
Proprio per questo se il modello si basa sull’uso di materiali didattici
per autoistruzione si punta di più su figure disciplinari chiave, quali
quella del docente o dello specialista, mentre in un modello di e-
learning che predilige la collaborazione e la cooperazione, allora è
necessario che siano presenti figure come quella dell’e-tutor. Lo stesso
discorso vale per quanto riguarda l’utilizzo delle tecnologie: nel primo
caso, infatti, si prediligeranno strumenti di authoring e di
distribuzione dei contenuti, nel secondo invece strumenti che
permettano la collaborazione: forum, chat, wiki, glossario ecc.
Internet, dunque, deve essere considerato dalle nuove
generazioni anche come uno spazio d’interazione sociale e di
collaborazione2, dove poter apprendere con gli altri, seguendo la
prospettiva teorica del costruttivismo sociale. Ciò comporta
fondamentalmente quattro principali dimensioni3:
∗ L’apprendimento come costruzione della conoscenza
∗ Predisposizione di compiti significativi per i partecipanti
∗ Progettazione di ambienti tecnologicamente predisposti
all’interazione collaborativa a distanza
∗ La centralità della comunità di apprendimento
Fondamentale in questo approccio è la centralità del discente e
la sua piena attività, affinché sia il soggetto principale nel processo
che porta alla costruzione della conoscenza in sinergia con il gruppo.
1
Trentin G., E-Learning come sistema complesso, in TD N. 30, marzo 2003.
2
Cacciamani S., Giannandrea L., Rossi P., Laboratorio di cooperazione e apprendimento
in rete, in TD 30, 2003, 3.
3
Ibidem, pag. 61
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“L’apprendimento è in questo senso un atto di appartenenza alla
comunità stessa, in quanto si realizza attraverso il coinvolgimento
nelle sue “pratiche”. Non c’è apprendimento se si è esclusi dalla
comunità, per cui l’apprendimento “avviene continuamente e per tutta
la vita e comporta il contribuire allo sviluppo della comunità stessa”4.
Questo processo di collaborazione ha bisogno però di essere
seguito, controllato, sostenuto, e questo può farlo solo l’e-tutor,
ponendosi al gruppo non come “tuttologo” ma come mediatore e
animatore socio-culturale delle attività e dei processi di
apprendimento. Non si tratta quindi di sostituirsi al docente, ma di “far
circolare i segni della presenza”5, senza dimenticare l’importanza del
contatto fisico, della partecipazione. Anche se è bene ricordare,
proprio come afferma Levy, che la virtualità non è assenza di realtà,
ma è un’aggiunta ad essa6.
L’e-learning, inoltre, è fondamentale in una società sempre più
frenetica, in cui tutti hanno sempre molto da fare e poco tempo per
dedicarsi con calma ai propri bisogni educativi e formativi. Per questo
i corsi di apprendimento on line sono sempre più richiesti, in quanto
garantiscono una maggiore fruibilità vista la mancanza di vincoli
spazio temporali. Basta dare un’occhiata ai dati statistici della
Nielsen//NetRatings per capire in che direzione si muove la società
odierna. Secondo la statistica dell’aprile 2007, infatti, sono 20,5
milioni gli utenti che si sono connessi al web almeno una volta nel
mese di aprile da casa e/o da ufficio; 21,7 milioni se si includono
anche gli utilizzatori di applicazioni. Rispetto, pertanto, al dato
rilevato con la precedente metodologia, si registra un numero più alto
4
Ibidem, pag. 62.
5
Jaquinot G., Absence et presence dans la meditation pedagogique ou comment faire
circuler les signes de la presence. In Pratiquer les TICE, former les enseignants et les
formateurs a de nouveaux usages, De Boeck, Bruxelles, 2002, pp. 103.
6
Lèvy P., Il Virtuale, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1997., pag. 2
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di navigatori attivi. Questo incremento è da ricondursi all’aumentata
copertura del mercato Internet, ottenuta in particolare con la migliore
rappresentatività degli accessi dal lavoro. Per la prima volta nella
rilevazione dell’utenza Internet, Nielsen//NetRatings fornisce i dati
relativi agli accessi dall’ufficio: sono 8,1 milioni i navigatori attivi su
un totale di 8,9 milioni di dipendenti che dispongono di un
collegamento ad Internet sul posto di lavoro. Ciò vuol dire che i
soggetti che vogliono partecipare ad un corso on line hanno la
possibilità anche di collegarsi dal posto di lavoro, magari durante le
pause o in tempi morti. Ciò permette di sicuro una maggiore
ottimizzazione dei tempi.
La tesi si compone di due sezioni: la prima prettamente teorica,
mentre la seconda si incentra sull’aspetto prettamente sperimentale e
quindi l’attività svolta durante il tirocinio.
Il lavoro, dunque, tenta di definire quelli che sono gli apparati
teorici (I II e III capitolo) che sostengono l’attività dell’e-tutor in un
ambiente di apprendimento on line. Successivamente viene descritta
l’esperienza da e-tutor maturata all’interno del Master “Progettare e
Valutare nella Formazione” (IV e V capitolo).
Il primo capitolo, pertanto, si incentra sulla figura dell’e-tutor,
partendo da un excursus storico del termine tutor, che vuol dire
proteggere, prendersi cura di, tracciando le diverse accezioni e i
diversi ambiti in cui è stato utilizzato. Se, infatti, la figura dell’e-tutor
è relativamente nuova, non lo è quella del tutor, che risale agli albori
dei modelli pedagogici. Nel XIX secolo, in Inghilterra, il tutoring
veniva denominato pastoral care, e si riferiva prettamente all’
l’educazione affettiva. Ancora oggi la pastoral care è una pratica
adottata in alcune scuole inglesi, arricchendosi però di nuovi
significati come ad esempio il sostegno dato sia allo sviluppo
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cognitivo del discente che alla sua formazione personale. In Italia,
invece, dovremo attendere il 1990, con la legge n. 341 di Riforma
degli ordinamenti didattici universitari con cui viene formalmente
introdotta la figura tutoriale. Al tutor viene assegnata una funzione
prettamente di orientamento e di assistenza lungo il percorso di studi.
Dal tutor universitario si passa poi al tutor aziendale, ovvero colui che
assiste e guida il neo assunto nell’ambiente lavorativo.
In campo formativo, l’approfondimento dei paradigmi didattici
di apprendimento, che consente l’elaborazione di adeguate strategie
educative, chiarisce ed individua le competenze necessarie di un tutor
on-line. I contributi di Rivoltella, Calvani e Salmon, sono stati molto
utili per cercare di delineare la complessa figura emergente dell’e-
tutor, individuandone qualità, competenze e potenzialità.
Nel secondo capitolo, invece, partendo dal concetto di
apprendimento e dal problem solving, si sono analizzati i vari modelli
teorici di riferimento, dal comportamentismo di Skinner e Watson, al
cognitivismo al costruttivismo a Papert e il LOGO. All’interno di un
ambiente di apprendimento, sia esso on line o in presenza, non si può
non tener conto dei vari stili cognitivi dei discenti in modo da
rapportarvi adeguate strategie di apprendimento.
Un paragrafo a parte, poi, merita l’analisi del Knolweldge
Management, ossia la gestione della conoscenza, molto nota ed
utilizzata in ambito aziendale. Secondo questa disciplina, la
conoscenza dei lavoratori deve essere ottimizzata ai fini delle
prestazioni lavorative, valorizzando le loro conoscenze e competenze
affinché lavorino in maniera efficace ed efficiente.
Il terzo capitolo, risulta molto più ricco e complesso in quanto
tenta di analizzare gli ambienti di apprendimento in tutte le loro forme
e le loro funzioni didattiche.
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Da qui l’esigenza di individuare gli elementi che caratterizzano
un ambiente di apprendimenti on line: i vari gruppi che si aggregano
per finalità diverse (comunità di pratica, gruppi di lavoro, ecc.) ai
diversi soggetti che si muovono all’interno delle comunità. Sulla base
di tali conoscenze, l’e-tutor potrà capire i vari soggetti con cui si trova
a lavorare: se sono attivi o passivi; se hanno bisogno di essere
stimolati o se al contrario devono essere moderati per non prevaricare
il lavoro del gruppo. Importante diventa assegnare il giusto valore alla
collaborazione e a costruire un ambiente di apprendimento sul
modello del costruttivismo sociale, qual è stato quello del Master. In
tale contesto si sono presentate in maniera sintetica alcune piattaforme
open source e fra queste si è posta maggiore attenzione alla struttura
di Moodle, la piattaforma utilizzata per l’erogazione dei servizi del
Master.
Proprio quest’ultimo è al centro del quarto capitolo. Nella
prima parte ci si è soffermati sulla struttura didattica del Master di I
livello, sugli obiettivi, le finalità e le motivazioni che lo hanno
caratterizzato. Nella seconda, invece, abbiamo illustrato le
caratteristiche e le funzioni tecnologiche della piattaforma. Quali
strumenti sono stati utilizzati per sviluppare le attività, per
l’erogazione dei contenuti, per favorire la collaborazione e
l’interazione fra pari.
Proprio l’attività e l’esperienza maturata nell’attività di tirocinio
nel Master, con la sua strutturazione didattica, gli obiettivi, le finalità e
le motivazioni di base, nonché la descrizione delle caratteristiche e
delle funzioni tecnologiche della piattaforma, sono state oggetto di
approfondimento e di centralità all’interno del quinto e ultimo
capitolo.
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L’attività, pertanto, di tirocinio, in qualità di e-tutor, ci ha
condotto ad esaminare gli strumenti utilizzati per l’erogazione dei
contenuti, e per sviluppare diverse modalità atte a favorire la
collaborazione e l’interazione fra pari. Come ci si è relazionati con
tutto lo staff del Master e come si è cercato di creare un clima
collaborativo all’interno dei gruppi di lavoro dei corsisti. In tal modo
si sono analizzate le funzioni esplicitate dai tutor, quali i punti di forza
e le strategie migliori riscontrate ma anche le debolezze e gli errori
commessi in buona fede.
A corredo del presente lavoro si è ritenuto opportuno inserire,
per agevolare la comprensione dei vari termini tecnici e stranieri
utilizzati, un glossario di termini principali, specie quelli che potevano
creare qualche difficoltà ad un lettore che si approcci per la prima
volta a tale tematica.
A chiusura definitiva dell’elaborato, in appendice, sono stati
inseriti tutti i verbali delle riunioni svolte dallo staff dei tutor, per
avere un’idea di come una buona progettazione del lavoro, insieme
agli altri tutori, sia fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi
della comunità che apprende.