- 8-
Esistono vari modelli che hanno sviluppato definizioni e cercato di descrivere il
comportamento del turista d’affari e quasi tutti sono una semplificazione dei modelli più
sviluppati sul comportamento dei consumatori.
In generale, possiamo constatare che i turisti possono essere suddivisi a gruppi secondo
caratteristiche peculiari e a ogni gruppo corrispondono comportamenti diversi nel
viaggio e nel turismo.
Tralasciando le altre tipologie, il turista d’affari può essere inserito nel gruppo degli
Achiever: coloro che viaggiano di frequente per affari ma anche per piacere,
preferiscono gli hotel di lusso, sono il gruppo più tollerante verso se stessi quando è in
vacanza, preferiscono il viaggio indipendente ma possono accettare anche dei tour
organizzati, preferiscono viaggiare con la propria famiglia e non si sentono obbligati a
fare nulla di preciso. In sintesi, sono turisti caratterizzati da “… una maggiore
flessibilità e, in qualche caso, disponibilità di tempo e denaro nello svolgimento delle
loro attività che lascia intravedere la possibilità di traiettorie più libere e di esplorazioni
più in profondità della città”
1
.
L’approccio di questo studio non vuole essere nè sociologico nè psicologico, bensì
statistico e per questo motivo, la gran parte di questo lavoro è basato sulla raccolta e
sulla descrizione dei dati pubblicati su questo tema dalle principali fonti scientifiche,
oltre che sulla presentazione di un caso specifico.
L’obiettivo della ricerca è quello di individuare e descrivere il comportamento del
turista in viaggio per affari a Milano e in particolare i criteri che applica nella scelta
della struttura alberghiera.
Il rapporto inizia con una panoramica generale sul turismo: le diverse definizioni
esistenti, la difficoltà di comparare le ricerche diffuse, la descrizione del fenomeno,
anche internazionale, in Italia.
Una prima categorizzazione divide il turismo in due aspetti: il primo per motivi di svago
a cui è dedicato una dettagliata descrizione di ciascun segmento che lo compone e il
secondo per motivi di lavoro, elemento centrale di questo studio. A riguardo
presenteremo due ricerche che illustrano questa realtà da due punti di vista
complementari tra loro: secondo l’azienda che prenota i viaggi per il proprio personale e
1
Nuvolati G., 2002, Popolazioni in Movimento, Città in Trasformazione: Abitanti, Pendolari, City Users,
Uomini d’Affari e Flaneurs”, Il Mulino, Bologna.
- 9-
secondo il turista che si sposta per conto dell’azienda o per motivi comunque
professionali.
Vedremo anche che la competitività di Milano è dovuta a diversi fattori tra i quali
l’esistenza di un tessuto produttivo industriale innovativo, di un ambiente finanziario
forte e di una posizione geografica che fa della città una porta verso l’estero, per la
stessa regione e per l’Italia. Inoltre i servizi urbani, la presenza e soprattutto l’efficienza
di questi, concorrono alla definizione di Milano quale città globale, utilizzata a giusta
ragione, soprattutto per motivi di lavoro.
Il quadro risultante del turismo d’affari a Milano si caratterizza per una forte presenza
turistica sia italiana che straniera nelle strutture alberghiere, così come per il crescente
interesse a investire sul territorio da parte delle maggiori catene alberghiere.
La combinazione di questi elementi ha trovato un esempio nella struttura alberghiera del
Nhow della catena iberica Nh-hotels di recente apertura a Milano, che sintetizza
l’esperienza mondiale dell’alta qualità nel campo della ricezione di ospiti professionisti
a un progetto innovativo di design e di avanguardia. Infatti sempre più Milano sta
sviluppando il fenomeno, fino a poco tempo fa spontaneo e non ancora consapevole del
proprio potenziale promozionale, di “mostra permanente del design”.
Per questo motivo si è deciso di sottoporre il questionario piuttosto lungo e articolato a
un campione di cento ospiti durante un periodo in cui non ci fossero eventi fieristici
particolari: non solo ci è interessato indagare la motivazione del viaggio a Milano e
quanto questo fosse legato a questioni lavorative oppure ai servizi offerti della città, ma
soprattutto presentare un panel di combinazioni per un servizio ideale e individuare
quale aspetto pesasse maggiormente al momento della scelta finale.
La tipicità della clientela dell’hotel, ospiti italiani e stranieri pressoché in ugual misura,
ci ha permesso inoltre di condurre questa indagine in forma parallela presentando il
questionario sia in italiano sia in inglese: abbiamo analizzato da una parte le
caratteristiche e le esigenze degli ospiti nazionali e dall’altra le differenze, se realmente
ci sono in questo caso, da parte degli ospiti stranieri che sempre per motivi di lavoro si
recano a Milano.
Le aspettative sono state soddisfatte e il risultato è molto interessante, senza particolari
sorprese e anzi con molte conferme, ma non vogliamo anticipare nulla a proposito se
non ancora illustrare brevemente il metodo applicato per elaborare i dati raccolti.
- 10-
Infatti l’ultima parte di questo lavoro è dedicata alla presentazione della conjoint
analysis, un tipo di tecnica statistica utilizzata principalmente nelle indagini di
marketing con lo scopo di individuare i fattori più significativi per il “consumatore”,
simulando il processo decisionale sottostante alla scelta del servizio, in questo caso
alberghiero. L’analisi è stata fatta in base alle risposte ricevute sulle diciotto
combinazioni costruite articolando i quattro diversi attributi considerati: le possibili
restrizioni sul pernottamento, la prenotazione, la tipologia della stanza e il sovrapprezzo.
Il rapporto si conclude con la sezione degli allegati, interamente destinata al
questionario e alle lettere di accompagnamento e di istruzioni consegnate all’ospite per
la compilazione.
A questo punto non ci resta che augurare una buona lettura!
- 11-
1. IL TURISMO
La parola turismo sul dizionario
2
è citata come “Passione dei viaggi. Il viaggiare per
diporto”: una definizione generica che non aiuta a classificare e a misurare in modo
preciso i comportamenti legati allo spostamento dalla propria residenza.
Il concetto di turismo e di viaggio sono infatti apparentemente univoci, ma possono
essere espressi attraverso molti sinonimi che ne evidenziano le molteplici sfumature:
escursionismo, gita, itinerario, vacanza, trasferta, pellegrinaggio, evasione,
vagabondaggio, spedizione, esplorazione, ecc.
Anche in letteratura esistono molti tentativi da parte degli studiosi, di descrivere questo
aspetto che riguarda la vita di ciascuno di noi e di costruire una griglia comune e
generica per poterlo misurare. Alla base di queste definizioni c’è comunque l’esigenza
statistica di misurare i flussi che danno luogo a movimenti di denaro, che sono alla fine
quelli che più interessano gli operatori del settore.
Di seguito riportiamo alcune tra le più importanti e comuni classificazioni elaborate da
autori ed enti che si occupano di questa materia.
Secondo Jan Van Harsell
3
, professore di Tourism Management dell’Università del
Vermont e uno tra i più famosi esperti in materia di turismo, si può operare una
suddivisione in dieci tipologie in base alla aspettative individuali del soggetto:
1. Turismo naturale: composto da persone amanti della natura, degli scenari aperti
e della vita selvaggia. Si partirà per viaggi avventurosi e di forte impatto
emotivo legati alle bellezze del paesaggio: per esempio un safari.
2. Turismo culturale: fondamentale è l’interesse legato alla storia e agli aspetti
folkloristici del luogo; si ama visitare musei, fiere artigianali del paese, ecc.
3. Turismo sociale: è legato alla predisposizione e al desiderio della persona di
mettersi in contatto con gli altri e di creare rapporti con i compagni di viaggio
oppure di condividere la vita quotidiana delle popolazioni autoctone.
4. Turismo attivo: il viaggiatore desidera superare la sfida di compiere una
determinata attività durante il periodo di vacanza. Può essere nel campo
2
Nuovo Dizionario della Lingua Italiana Curcio
3
Van Harssel J. (1994), Tourism an exploration, Prentice Hall, Englewood Cliffs, New Jersey
- 12-
linguistico e imparare una lingua straniera, nel campo della geologia e esplorare
una certa zona e di seguito in ogni campo approfondibile.
5. Turismo ricreativo: il divertimento è lo scopo principale. Si possono organizzare
viaggi in campeggio oppure giochi come per esempio una caccia al tesoro:
questo tipo di turismo sfida i partecipanti a essere attivi durante le vacanze senza
lasciare spazio al relax.
6. Turismo sportivo: gli amanti di qualsiasi sport amano continuare la propria
passione anche in vacanza. La presenza di campi da tennis o da calcio, piste
sciistiche determinano la scelta della destinazione.
7. Turismo specializzato: solo per piccoli gruppi di persone che viaggiano con
finalità e interessi propri solo a loro. Rivenditori di prodotto che si recano nel
posto dove è insediata la casa madre oppure una scolaresca di un viaggio-studio.
8. Turismo religioso: la meta ha una valenza spirituale per il turista. Sono i
pellegrinaggi nei luoghi santi quali La Mecca, Gerusalemme, Lourdes, ecc.
9. Turismo di salute: sono i motivi legati al benessere fisico e psichico a
determinare la meta ideale che può essere la montagna per respirare l’ossigeno o
il mare per lo iodio così come una clinica per perdere peso.
10. Turismo etnico: è principalmente composto dalle persone che vogliono tornare
nei luoghi dei propri antenati e riscoprire le proprie origini.
È altrettanto possibile scomporre il concetto di turismo in più componenti seguendo
criteri differenti
4
, ad esempio in base:
1. al periodo in cui si viaggia: avremo il turismo estivo e invernale oppure che non
risente dei cicli stagionali; alta, media e bassa stagione e infine anche il turismo
feriale o festivo.
2. alla frequenza: distinguiamo il turismo periodico, regolare o casuale oppure
secondo la durata del viaggio e del soggiorno si individuano il turismo
itinerante, l’escursione, il week-end e la vacanza.
3. alla scelta della meta: turismo a breve, medio e lungo raggio; un turismo
nazionale e uno internazionale. A seconda delle caratteristiche della meta
avremo un turismo urbano, montano, collinare, balneare, termale, culturale, ecc.
4. alla scelta del mezzo di trasporto, se organizzato individualmente o in gruppo.
4 Lavarini R. (2005), Viaggiatori. Lo spirito e il cammino, Hoepli.
- 13-
5. al numero di partecipanti c’è il turismo d’élite e quello di massa.
6. alle modalità di soggiorno, vi è il turismo delle seconde case e ve ne sono altri
che prevedono l’ospitalità presso conoscenti o il pernottamento in albergo, in
campeggio, nei villaggi turistici, negli ostelli della gioventù oppure su una nave
da crociera.
Se passiamo poi alle classificazioni secondo i maggiori istituti nazionali che si
occupano di turismo, vediamo che il Centro Studi del Touring Club Italiano semplifica
e riduce a cinque le categorie: balneare, culturale, d’affari, montano e tutte le altre
tipologie.
L’ISTAT, che annualmente compie diverse ricerche in merito, ripartisce il turismo
invece in sette categorie, dove per esempio il turismo d’affari non viene considerato
come voce a se stante e viene trattata a parte nell’indagine campionaria annuale “Viaggi
e vacanze”. Le sette categorie sono: mare, città d’arte, montagna, natura, lago, terme e
tutte le altre.
Queste due fonti italiane, oltre al numero di categorie si distinguono soprattutto per la
diversa metodologia di rilevazione: il TCI esegue i propri studi sui viaggiatori, mentre
l’ISTAT sulle strutture ricettive, producendo risultati simili ma non comparabili tra loro.
Le elaborazioni del TCI inoltre sono riferite a tutti i turisti italiani, anche quelli che
vanno all’estero, al contrario dell’ISTAT che rileva solo il turismo in Italia.
L’UIC – Ufficio Italiano Cambi, altra fonte nazionale autorevole nel campo della
ricerca sul turismo, contrariamente a quanto rileva l’ISTAT, conta i passaggi alle
frontiere anche di coloro che alloggiano negli appartamenti per vacanza e non solo di
quelli che utilizzano alloggi censiti statisticamente dall’ISTAT. Inoltre le valutazioni
delle entrate valutarie UIC sono in Dollari USA e risentono prima della svalutazione e
poi della rivalutazione di questa moneta in rapporto all’Euro.
A livello internazionale, la World Tourist Organisation (WTO) definisce il turismo
semplicemente come l'attività di coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi
dal proprio ambiente abituale per un periodo non superiore ad un anno consecutivo per
svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerativa all’interno
dell’ambiente visitato. Il turista, pertanto, è colui che si reca in un altro luogo per
interessi personali o che vi viene inviato (ad esempio da una società) senza ricoprirvi
alcun posto di lavoro. I turisti che viaggiano per ragioni di lavoro possono recarsi in un
- 14-
luogo per partecipare a conferenze, workshop o corsi di aggiornamento. I turisti che
viaggiano per interessi personali possono recarsi in un luogo per spirito di avventura,
svago, istruzione, pellegrinaggio o per altri scopi.
L’Eurostat, fonte statistica europea, grazie alla sua banca dati offre la possibilità di
operare un confronto internazionale affidabile, poiché è proprio la sua principale
preoccupazione quella di rendere omogenei i dati, oppure di indicare le discrepanze
esistenti nella modalità della loro presentazione.
Per rendere la lettura e la comparazione dei dati più chiare e facili, nel proseguo della
nostra ricerca adotteremo a livello concettuale la definizione generica attualmente più
diffusa dell’OMT - Organizzazione Mondiale del Turismo – e a livello statistico i dati
elaborati dall’ISTAT e un’indagine campionaria dell’Università di Bologna e di UVET
American Express per descrivere il turismo d’affari.
Precisamente, l’OMT considera turista e quindi “produce” turismo chiunque si allontani
dal luogo di residenza per un periodo di tempo limitato ma comunque superiore alle
ventiquattro ore garantendo almeno un pernottamento e indipendentemente dalla
motivazione del viaggio. Fanno eccezione oltre i nomadi, i diplomatici e i militari,
coloro i quali si recano in un paese diverso da quello di residenza ricevendo una
retribuzione in quest’ultimo. Classifica inoltre i viaggiatori in due grandi categorie:
coloro che sono esclusi nelle statistiche turistiche come lavoratori frontalieri, nomadi,
passeggeri in transito, rifugiati, forze armate, diplomatici e immigrati, e coloro che,
invece, vengono inclusi. Tra questi distingue innanzitutto fra escursionisti, ossia coloro
che non pernottano e quindi viaggiano per meno di ventiquattro ore, e turisti in senso
proprio. Questi ultimi, infine vengono raggruppati in tre grandi categorie, in base alla
motivazione del viaggio creando in questo modo differenti gruppi di turisti:
1. per svago (vacanze, cultura, sport, visita ad amici o parenti)
2. per lavoro (missioni, affari, congressi)
3. per altri motivi (studio, salute, religione o altro)
- 15-
2. IL TURISMO IN ITALIA
L’Italia è il Paese che per fascino culturale e naturale offre molteplici spunti per il
turismo: dai paesaggi marini a quelli montani, dalle città culturali a quelle più
naturalistiche, il nostro Paese è considerato una fonte ricca di angoli da visitare sia dagli
stessi italiani che dagli stranieri.
Annualmente l’ISTAT mediante l’indagine campionaria
5
“Viaggi e Vacanze” rileva i
viaggi con almeno un pernottamento effettuati dalla popolazione residente in Italia
(costituita da cittadini italiani e stranieri che vivono in famiglia). Questa indagine
fornisce un quadro completo della domanda turistica nazionale, con una quantificazione
dei viaggi e delle notti effettuati per motivi di lavoro e di vacanza, sia in località italiane
che all’estero.
Nel 2007 i residenti in Italia hanno effettuato 112.240 viaggi (+4% rispetto al 2006)
determinato principalmente dall’incremento delle vacanze brevi (+9,6%) a cui sono
corrisposte 687.983 notti (-4,4% del 2006). I viaggi per vacanza sono stati l’86,5%
(tabella 1) e hanno mostrato una crescita (+3,4%), dovuta al significativo aumento delle
vacanze brevi (con pernottamenti fino a tre notti), incrementate del 9,6%, andamento
già verificatosi nel triennio 2004-2006 e con il 90,9% dei pernottamenti, mentre i viaggi
per motivi di lavoro sono stati il restante 13,5% (+8,5%) con 9,1% di pernottamenti e un
significativo incremento del 20% di notti trascorse fuori casa. Il 43,8% dei viaggi è stato
effettuato in occasione di vacanze ‘lunghe’ (4 o più notti) e il 42,7% per vacanze ‘brevi’
(1-3 notti). Alle vacanze lunghe è stato, inoltre, dedicato il 78,1% delle notti trascorse in
viaggio, mentre il 12,8% delle notti ha riguardato i soggiorni di vacanza breve.
Tabella 1- Viaggi e notti per tipologia del viaggio. Anni 2005-2007 (valori in migliaia e composizioni
percentuali)
5
Indagine condotta trimestralmente a partire dal 1997 su 14.000 famiglie l’anno (3.500 ogni trimestre),
corrispondenti a circa 40.000 individui di ogni età.
- 16-
Per quel che riguarda la destinazione (tabella 2), nell’83,2% dei viaggi si è rimasti in
Italia; rispetto al 2006 sono stati effettuati più viaggi nell’Italia centrale (+10,8%), dove
sono state effettuate più vacanze brevi (+23,6%). All’estero, dove si è andati nel 16,8%
dei casi, si registra un aumento delle vacanze (+5,9%), soprattutto di quelle più lunghe
effettuate nei Paesi dell’Unione Europea.
Tabella 2-Viaggi per tipologia e destinazione principale. Anno 2007 (composizioni percentuali)
Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto si confermano, anche nel 2007,
le destinazioni italiane più visitate dai residenti. Queste cinque regioni hanno ospitato
complessivamente il 47,1% dei flussi turistici interni, con quote comprese tra il 10,8%
della Toscana e il 7% del Veneto.
Se generalizziamo e consideriamo invece la tipologia di destinazione, nel 2007 quasi la
metà degli italiani (47,5%) ha scelto come meta il mare, il 19,7% le città d’arte e infine
solo il 0,6% altro (figura 1).
Figura 1 - Viaggi italiani per destinazione principale. Anno 2007 (composizioni percentuali)
Fonte: Osservatorio Turismo 2007, Unioncamere ISNART
- 17-
Per quanto riguarda la capacità ricettiva in Italia, si può notare come anche questa abbia
registrato un incremento dal 2003 al 2006 (tabella 3): gli esercizi alberghieri sono
aumentati lievemente di numero (+1%), rispetto al +4,7% degli esercizi complementari
6
che dal 2005 con 96.409 esercizi sono passati nel 2006 a 100.939 esercizi.
Tabella 3 - Viaggi italiani per destinazione principale. Anno 2006 (composizioni percentuali)
Esercizi alberghieri
Campeggi e
villaggi
turistici
Alloggi in
affitto
Alloggi
agro-
turisitici
Altri
esercizi
Bed and
breakfast
Totale
Anni Numero Camere Numero Numero Numero Numero Numero Numero
2003 33.480 999.722 2.530 58.526 9.474 3.560 5.774 113.344
2004 33.518 1.011.773 2.529 56.586 10.301 3.797 7.796 114.527
2005 33.527 1.020.478 2.411 68.385 11.758 3.577 10.278 129.936
2006 33.768 1.034.710 2.506 68.376 12.874 4618 12.565 134.707
Fonte: ISTAT
Nel 2006 gli alberghi a 3 stelle sono la categoria più presente sia come esercizio con
14.716 strutture sia come numero di letti a disposizione della clientela (959.124): quasi
il 50% dell’offerta di letti appartiene infatti a questa categoria (figura 2).
Figura 2 - Letti per categoria alberghiera. Anno 2006 (composizioni percentuali)
Fonte: elaborazioni proprie su dati fonte ISTAT
Seguono percentualmente gli alberghi a 4 stelle con il 26% del numero di letti e seppur
inferiori come numero (3.950) rispetto a quelli di 2 stelle (7.718 e 12%) e di 1 stella
(4.808 e 6%) hanno un numero di letti (546.673) e di camere (265.461) maggiore
6
Comprende campeggi, villaggi turistici, alloggi in affitto, alloggi agro-turistici, altri esercizi e b&b.
- 18-
rispetto a quest’ultimi. A sé come tipologia e numero gli alberghi a 5 stelle e 5 stelle
lusso con un numero basso di esercizi solo 254 su tutto il territorio italiano ma in
proporzione con un consistente numero di letti 47.202 (circa il 2%).
Questa composizione trova una corrispondenza nel tipo di scelta che il turista opera
quando prenota un albergo (tabella 4): la categoria privilegiata è infatti l’albergo a 3
stelle con 20.825.291 arrivi e il 49% di preferenza anche se questo non vale per gli
stranieri che preferiscono pernottare in un albergo a 4 stelle con il 43% di preferenza
rispetto al 3 stelle e il 40%. La permanenza dell’ospite sia italiano sia straniero si attesta
attorno alle 3 giornate medie.
Tabella 4 - Arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi ricettivi per residenza dei clienti,
categoria e tipo di esercizio. Anno 2006
ITALIANI STRANIERI TOTALE
CATEGORIE DI
ESERCIZIO
Arrivi Presenze
Perm.
media
Arrivi Presenze
Perm.
media
Arrivi Presenze
Perm.
media
Alberghi di 5 stelle
e 5 stelle lusso 843.383 2.498.147
2,96
1.512.821
4.433.331
2,93
2.356.204
6.931.478
2,94
Alberghi di 4 stelle 13.939.673
36.536.340 2,62 14.377.383 41.202.310 2,87 28.317.056 77.738.650 2,75
Alberghi di 3 stelle
20.825.291
70.900.036
3,40
13.319.510
44.343.281
3,33
34.144.801
115.243.317
3,38
Alberghi di 2 stelle
4.304.016
15.483.302
3,60
2.589.767
9.124.054
3,52
6.893.783
24.607.356
3,57
Alberghi di 1 stella
1.428.107
5.527.971
3,87
984.989
3.405.503
3,46
2.413.096
8.933.474
3,70
Residenze turistico
alberghiere
1.180.165
9.450.797
8,01
728.290
5.350.256
7,35
1.908.455
14.801.053
7,76
Esercizi
alberghieri
42.520.635
140.396.593 3,30
33.512.760
107.858.735 3,22
76.033.395
248.255.328 3,27
Fonte: ISTAT
Se analizziamo la distribuzione degli alberghi nelle quattro regioni più visitate dai
turisti, possiamo dire che la classifica cambia e al primo posto troviamo l’Emilia-
Romagna con 296.700 letti e non la più visitata Toscana; a seguire con quasi centomila
letti in meno il Veneto (193.076), la Toscana (184.288), la Lombardia (177.859) e
infine il Lazio con 148.435 letti.
Altrettanto interessante e significativo è confrontare queste regioni considerando la
tipologia di albergo e la distribuzione (figura 3): gli alberghi a 5 stelle e di lusso sono
principalmente in Lazio dove peraltro rappresentano la quota principale (32%)
dell’intera categoria; gli alberghi a 4 stelle sono pressoché distribuiti equamente in tutte
e quattro le regioni e solo poco di più in Lombardia con il 24%.
- 19-
Quello che però è maggiormente evidente dalla figura sono gli alberghi a 3 e a 2 stelle
che in Emilia-Romagna hanno le quote maggiori e rispettivamente il 35% con 184.434
letti e il 38% con 48.090 letti.
Un quarto dei letti a disposizione della clientela negli alberghi a 1 stella, esattamente il
25%, si trova in Veneto.
Figura 3 - Contributo della categoria alberghiera (numero di letti) per le quattro regioni
maggiormente visitate. Anno 2006. (composizioni percentuali)
Fonte: elaborazioni proprie su dati fonte ISTAT
Possiamo concludere confermando che anche in queste regioni, la categoria d’albergo
con l’offerta maggiore, è quella a 3 stelle con quote anche superiori al 50%: in Emilia-
Romagna addirittura il 62,2% e il 55,5% in Toscana.
2.1. IL TURISMO INTERNAZIONALE IN ITALIA
Passiamo ora ad analizzare i flussi di turismo straniero in Italia. Secondo l’Osservatorio
Turismo 2007
7
, anche gli stranieri che visitano il “Bel Paese” scelgono le città d’arte
7
Indagine diretta presso un campione di turisti italiani e stranieri, che hanno soggiornato almeno una
notte nelle località italiane. Per monitorare la domanda turistica, la rilevazione è stata effettuata su un
campione rappresentativo della “popolazione turistica” di 17.900 interviste, tale numerosità determina
stime campionarie ad un livello di confidenza del 99% con un margine di errore dello (+/-) 0,01. Il
campionamento è stato di tipo stratificato con l’assegnazione di una predefinita ampiezza campionaria per
ciascuna delle 20 regioni italiane. Tale numerosità determina, a livello regionale, stime campionarie ad un
livello di confidenza del 99% con un margine di errore dello 0,08. I dati sono stati pesati in base ai dati
Istat sulle presenze per località turistica e regione.
- 20-
con il 40,4%, il mare con il 32,5% e il 12,2% la montagna. Seguono in ordine il lago
(9,3%), le terme (3,8%) e la natura con l’1,8% (figura 4).
Figura 4 - Viaggi stranieri per destinazione principale. Anno 2007 (composizioni percentuali)
Fonte: elaborazioni proprie su dati Osservatorio Turismo 2007, Unioncamere ISNART
Uno spunto interessante di commento è offerto dalle differenze delle scelte operate a
seconda della nazionalità dei turisti stranieri (tabella 5).
E’ l’esempio degli Stati Uniti che come meta in Italia preferiscono con una percentuale
molto alta del 73,8% le città d’arte così come il Giappone con il 61,2% e la curiosità di
trovare un’altra città europea, la Spagna, così interessata alla cultura con una
percentuale ugualmente significativa del 65,6%.
Tabella 5- Destinazione - prodotto delle vacanze in Italia degli stranieri. Anno 2007 (composizioni
percentuali)
Città d’arte Mare Montagna Terme Lago Natura
USA 73,8 14,4 1,1 7,3 1,8 1,6
GERMANIA 29,9 39,9 14,8 2,4 11,5 1,5
FRANCIA 40,9 39,5 7,3 6,7 4,0 1,6
SPAGNA 65,6 23,2 0,7 6,1 3,4 1,0
OLANDA 29,9 42,5 9,4 1,1 13,2 3,9
SVIZZERA 34,2 40,1 6,4 4,0 14,4 0,9
REGNO UNITO 40,1 28,6 13,9 3,2 12,4 1,8
GIAPPONE 61,2 16,8 0 19,8 1,7 0,5
BELGIO 30,7 41,9 9,9 6,6 9,3 1,6
AUSTRIA 10,1 29,1 50,3 1,9 7,7 0,9
MEDIA 41,6 31,6 11,4 5,9 7,9 1,5
Fonte: Elaborazioni proprie su dati fonte Osservatorio Turismo 2007, Unioncamere-ISNART
- 21-
Altri Paesi europei mantengono la tradizione di preferire le località marine, montane o il
lago rispetto alla media della meta: la Germania con il mare (39,9%) e con la montagna
(14,8%); la Francia e il 39,5% di preferenza al mare; l’Olanda e il 42,5% del mare e il
13,2% del lago; la Svizzera e il Belgio con rispettivamente il 40,1% e il 41,9% del mare
e il 14,4% e il 9,3% del lago; l’Austria e il 50,3% di preferenza alla montagna.
Da segnalare la percentuale alta del 19,8% rispetto alla media del 5,9% del Giappone
per la scelta delle terme come destinazione turistica, così come il 3,9% dell’Olanda per
il turismo verde rispetto a una media dell’1,5%. A fronte di una domanda in aumento,
anche i dati di vendita dei prodotti nel 2006 confermano che in Europa è aumentata la
quota di tour operator che vendono tutti i prodotti, specialmente la montagna, i laghi e
l’agriturismo. Diminuisce invece la quota di operatori che commercializzano gli
itinerari, così come negli USA, mentre aumenta il commercio di itinerari artistici, così
come i laghi, la montagna e l’agriturismo. Le città d’arte comunque rappresentano in
assoluto il prodotto più venduto con il 42,9% del venduto sull’Italia nei paesi europei e
il 55% negli Stati Uniti. In Europa seguono le vendite sul prodotto balneare (20,3%) e
sportivo (8,9%) mentre negli USA segue l’enogastronomia con una quota del 10,4%,
segue lo sport (8,8%) e infine l’agriturismo con il 6,7%.
Tabella 6 - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri per residenza dei clienti e regione. Anno 2006
STRANIERI PROVINCE
REGIONI Arrivi Presenze
Piemonte 1.072.015 3.440.168
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 214.879 876.946
Lombardia 4.329.788 10.925.813
Trentino-Alto Adige 3.376.566 17.020.357
Veneto 5.733.861 16.724.928
Friuli-Venezia Giulia 463.299 1.427.439
Liguria 978.079 2.981.380
Emilia-Romagna 1.699.366 6.700.207
Toscana 4.293.579 11.175.375
Umbria 441.896 942.890
Marche 251.093 1.114.488
Lazio 6.254.276 17.751.989
Abruzzo 144.790 642.189
Molise 13.421 46.687
Campania 1.618.935 6.081.691
Puglia 311.295 965.901
Basilicata 47.953 149.638
Calabria 212.060 1.324.266
Sicilia 1.556.403 5.110.688
Sardegna 499.206 2.455.695
ITALIA 33.512.760 107.858.735
Fonte: ISTAT