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riflessioni svolte nei precedenti capitoli nasce la proposta per l’introduzione di una
nuova materia scolastica: Civismo e Societá.
Il percorso svolto all’interno di questa tesi vuole quindi terminare con una proposta. Il
tema dell’educazione civca é importante ed attuale, ma purtroppo non ha mai trovato
una soluzione adeguata nel corso di questi anni. Questa tesi si rivolge a tutti coloro
desiderino approfondire l’argomento ma, in particolar modo, chiama in causa quelle
sedi che sono in grado di prendere decisioni in materia di istruzione. Investire nei
giovani e nell’istruzione dovrebbe essere la piú grande risorsa di un paese civile.
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1. Nascita e sviluppi dell’ educazione civica in Italia
1.1. Cos’é l’educazione civica
La definizione di educazione civica non é facile da formulare, in quanto tale termine
non é rintracciabile in dizionari o in enciclopedie e ci riconduce ad una serie di altri
concetti. É pertanto utile iniziare nella definizione partendo dal piú ampio concetto di
senso civico. In primo luogo il termine “civico” sottintende una relazione dell’individuo
con altri e di questi con una societá. In secondo luogo si fa riferimento ad atteggiamenti
personali riconducibili all’etica, definibile come sistema di valori che riguardano la
buona o cattiva condotta umana. Mettendo insieme queste due definizioni si puó
definire civico
l’uomo che, provvisto di un suo ethos, cerca di trasfonderlo nella societá degli uomini non
solo con l’appello dello sguardo e con la forza del fine particolare, ma attraverso scelte di
valori condivisi e di meccanismi di forza che riescano a imporlo come bene comune
1
.
Ne consegue un rapporto tra norme pubbliche, intese anche come doveri, ed un
atteggiamento personale sulla linea di valori propri ma comunque accettabili a livello
collettivo. Si puó ricorrere dunque al concetto di solidarietá, in cui l’individuo é
chiamato a realizzare parte di sé stesso attraverso gli altri. L’aspetto collettivo del senso
civico lega inevitabilmente questo termine alla politica, intesa come attivitá umana volta
all’assegnazione e mantenimento di diritti e doveri in una comunitá. In ultima analisi
ogni comunitá ha una propria cultura, da intendersi come identitá di un popolo.
Si puó concludere dicendo che il senso civico di una persona consiste nella
negoziazione tra virtú e valori privati riguardanti la sfera etica e norme e valori pubblici
definiti dalla sfera politica.
1
L. CORRADINI – P. DANUVOLA – P. SCOPPOLA, Educazione civica nella scuola, Morcelliana,
Brescia 1991, p. 9.
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Il senso civico, in fondo, é frutto della consapevolezza maturata attraverso la cultura, il
sapere e l’esperienza quotidiana personale e collettiva, che la vita é possibile solo a certe
condizioni e che, se é fisicamente possibile, non é moralmente lecito limitarsi a sfruttare il
patrimonio di valori e di istituzioni che ci é stato consegnato, senza impegnarsi a custodirlo
e a migliorarlo, fin dov’é possibile. Questa consapevolezza non matura per intrinseca
necessitá biologica
2
.
Viste queste premesse si puó fare un ulteriore passo in avanti verso il concetto di
educazione civica. In linea di massima l’educazione civica viene intesa come disciplina
volta alla conoscenza delle strutture sociali, storiche, giuridiche ed economiche in cui
l’individuo é inserito al fine di apprendere regole di condotta per vivere in comunitá.
Poiché il senso civico non é innato diviene importante la ‘disciplina’ dell’educazione
civica al fine di poterlo apprendere. Se in passato il senso civico faceva maggiormente
parte della quotidianitá personale, oggi non é piú cosí. Quali cambiamenti hanno creato
la necessitá di rendere il senso civico un’educazione? In quale momento?
Questa trasformazione si lega in maniera forte ai cambiamenti della societá ed alle
persone che ne fanno parte. In particolar modo il periodo storico delle grandi rivoluzioni
borghesi del 1700 vede delle grandi modifiche nei rapporti tra governanti e governati,
ponendo le basi del concetto di cittadinanza moderna. Dopo l’Unitá d’Italia si inizia a
sentire la necessitá di una formazione civica, ma sará solo nel 1958 che questa verrá
ufficialmente proposta come disciplina all’interno dei curricoli scolastici.
1.2. Cittadinanza, democrazia ed educazione civica
Il legame tra educazione civica e concetto di cittadinanza e democrazia si fonda su un
difficile equilibrio dato dalla difficoltá di definizione di questi termini, o per lo meno,
della loro messa in pratica. Cercheró in primis di analizzare questi concetti atrraverso la
loro evoluzione storica, evidenziando di conseguenza come l’educazione civica, seppure
gradualmente, si sia inserita nel nostro paese.
2
L. CORRADINI – P. DANUVOLA – P. SCOPPOLA, Educazione civica nella scuola, Morcelliana,
Brescia 1991, p. 21.
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Il concetto di cittadinanza ha origine molto remota, risalendo prima ai Greci e poi ai
Romani. In Grecia cittadino era colui che partecipava attivamente alla vita politica del
paese. Questo era permesso ai non barbari, ossia a qualunque persona di sesso maschile
che condividesse con i Greci la lingua, la religione ed i costumi. Non veniva tenuto
conto del luogo di provenienza, purché ci fossero questi requisiti. Cittadino
contrapposto a straniero (barbaro) non dunque per luogo di nascita ma per usi e costumi.
A Roma, invece, la cittadinanza era riservata al maschio adulto residente che
partecipava a tutte le attivitá dello Stato, contapponendosi non solo agli stranieri non
residenti ma anche agli stranieri residenti, alle donne e agli schiavi. Successivamente la
cittadinanza venne estesa ai Latini, poi agli Italici ed infine a tutto l’Impero.
Nel periodo medievale il concetto di cittadino, titolare di una serie di diritti ed obblighi
nei confronti dello Stato, lascia il posto a quello di suddito, sottoposto prima al
feudatario e all’imperatore, poi allo Stato in senso moderno. Questo concetto permane
per un lungo periodo, fino ad arrivare alle grandi rivoluzioni borghesi del 1700.
Il 1789 é l’anno della “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, varata in
Francia dall’Assemblea Nazionale. Da questo momento, per la prima volta in Europa,
tutti i cittadini “sono liberi ed eguali nei diritti”, all’interno di uno Stato. Da qui va
delineandosi la concezione moderna di cittadinanza, tale per cui si hanno una serie di
diritti e si ha l’eguaglianza giuridica di tutti i cittadini in quanto soggetti di diritto,
detentori della sovranitá e membri della nazione.
Oggi ogni Stato é libero di seguire i criteri che ritiene piú opportuni per attribuire la
cittadinanza; tuttavia due sono ricorrenti: il diritto di sangue (jus sanguinis), per cui é
cittadino il figlio di padre cittadino, e il diritto del suolo (jus soli), in base al quale la
cittadinanza si acquistacon la nascita su un dato territorio
3
.
Per quanto riguarda l’Italia bisogna partire dall’etá risorgimentale, in cui le istituzioni si
vedono impegnante a contribuire per la promozione ed il mantenimento della nuova
unitá nazionale. Ma é dopo gli anni del facscismo e della seconda guerra mondiale che
l’Italia si impegna a ridisegnare i propri assetti politici e sociali, sentendo la necessitá di
ribadire fortemente il concetto di diritto umano. Il 1948 é l’anno della “Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo”, della nascita della Repubblica, dell’entrata in vigore
della Costituzione Italiana e la conseguente partecipazione attiva dei cittadini nella
3
L. CORRADINI – G. REFRIGERI (1999) (a cura di) Educazione civica e cultura costituzionale,
Bologna, il Mulino, p. 44.
9
scelta del governo. Da qui l’affermarsi del concetto di democrazia come “moderno
principio di governo della comunitá”
4
.
1.2.1. Un forte legame tra democrazia ed educazione civica
Il termine democrazia deriva dal greco demos=popolo e cratos=potere,
etimologicamente governo del popolo. In Italia questo concetto si manifesta con
l’istituzione della Repubblica parlamentare in cui, attraverso una forma di democrazia
indiretta, il potere é amministrato da rappresentanti del popolo, il Parlamento appunto.
Un’ importante caratteristica della democrazia moderna é la separazione tra Stato e
Chiesa. In Italia la religione Cattolica é sempre stata parte fondamentale della nostra
cultura e dell’educazione etica ma con la nascita della democrazia nel secondo
dopoguerra l’Italia si definisce uno Stato giuridicamente laico.
D’altra parte le due guerre mondiali che videro coinvolte l’Itlia crearono nelle coscienze
un sentito bisogno di una nuova educazione. Giá dopo la Prima Guerra Mondiale si puó
leggere nei Diari di guerra pubblicati dall’Omodeo: ”Sentiamo che né la violenza
armata di classe né quella di nazione son quanto piú urge, ma l’altro termine troppo
trascurato del binomio gettato nel libro dei Doveri: educazione”
5
. Ma é in opposizione
al fascismo e con il secondo dopoguerra che maturarono gli elementi di un’educazione
civica diversa, nata in seguito alla nuova democrazia parlamentare. Si sentiva la
necessitá di un radicale cambiamento perché la popolazione imparasse a conoscere la
cosa pubblica.
La maggior parte della popolazione non entrava nei partiti e c’era il grosso problema di far
giungere informazioni sicure, consapevolezza e orientamento sociale alla maggioranza, al
popolo anonimo
6
.
L’educazione civica veniva sentita quindi come una necessitá dal duplice scopo: da un
lato far conoscere ai nuovi cittadini i propri diritti e doveri attraverso lo studio della
4
Ibi. p. 51.
5
A. CAPITINI, L’educazione civica nella scuola e nella vita sociale, Laterza, Bari 1964, p.8. (Eugenio
Vajna, p.241)
6
Ibi. p. 10.
10
Costituzione, dall’altro insegnare quei valori etici e morali che un tempo erano affidati
all’educazione religiosa. Gli individui erano chiamati ad una partecipazione nuova ed
attiva nella guida del Paese.
1.3. Educazione civica come materia scolastica: excursus di atti legislativi
1.3.1. Prima del 1958
La concezione della scuola come istituzione educativa, chiamata a promuovere la
formazione dell’uomo e del cittadino, si é affermata nell’etá risorgimentale, in cui il sapere
pedagogico, pur nella molteplicitá delle sue espressioni, ha affidato a questa istituzione il
compito di contribuire al “cemento dell’unitá nazionale
7
.
Nella scuola italiana di fine Ottocento c’era la volontá di contribuire alla formazione
della coscienza civile e nazionale dei cittadini dell’Italia unita, volontá resa esplicita
dalla Legge Casati. Nei programmi scolastici per l’istruzione primaria figurava
l’insegnamento dei Doveri dell’uomo e del cittadino, riservata peró solo agli studenti di
sesso maschile. Alla fine del secolo questo insegnamento venne esteso anche alle
femmine prendendo il nome di “Morale e Diritti e Doveri dei cittadini”, collegato prima
alla ‘lettura’, all’epoca materia scolastica, e dopo a ‘storia e geografia’. C’era una
particolare attenzione per l’insegnamento dei doveri dell’uomo, talvolta insegnati
nell’ambito dell’ educazione morale, religiosa e civile. Un esempio é riportato nelle
Istruzioni ai maestri delle scuole primarie sul modo di svolgere i programmi approvati con
R.D. del 15 settembre 1860, di Angelo Fava, Ispettore Generale degli studi tecnici primari e
delle scuole normali, si chiedeva agli insegnanti di “ammaestrare” gli alunni in modo da
renderli capaci di obbedire alle leggi dello Stato e di rispettare “le podestá costituite”
8
.
Questo insegnamento verrá poi lasciato al buon senso del maestro che doveva cogliere
ogni occasione per trasmettere agli alunni quei sentimenti che facevano parte del
benessere civile: l’amore della concordia, dell’ordine, della tranquillitá laboriosa e della
7
L. CORRADINI – G. REFRIGERI (1999) (a cura di) Educazione civica e cultura costituzionale,
Bologna, il Mulino, p. 139.
8
Ibi. p. 141.
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solidarietá umana. Anche nei successivi programmi Bacelli del 1894 si parla della
scuola come promotrice di valori per la crescita del vivere civile degli alunni, facendo
piu attenzione all’educazione morale, considerata indispensabile per consolidare il
sentimento di unitá della patria. Si sentiva peró la mancanza di una qualificazione di
questa materia, definita astratta e poco adeguata alle capacitá di apprendimento dei piú
giovani
9
. Sempre in questo periodo ci furono vari contributi da parte della letteratura per
educare il popolo ai doveri civili, fino a creare un’istituzione governativa, presieduta dal
Ministro Bonghi, che aveva il compito di selezionare i libri di lettura da adottare nelle
scuole.
Verso gli anni Trenta la consolidazione della dittatura in Italia portó alla
fascistizzazione della scuola. A partire dalla scelta dei libri di testo fino all’introduzione
nel 1934 dell’insegnamento della “cultura militare”, la Carta della Scuola presentata nel
1939 dal Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai vedeva come obiettivo
dello studio la formazione morale e culturale in armonia con la preparazione politica e
guerriera. Tuttavia l’ inizio della Seconda Guerra Mondiale non comportó il
compimento della Carta della Scuola. Nel dopoguerra inizió un processo di
ricostruzione generale che, attarverso la scuola, poneva come valori fondamentali della
nazione la democrazia e la socialitá. I Programmi del 1945 avevano infatti
un’impostazione sociale e democratica, prevedendo l’insegnamento dell’Educazione
morale, civile e fisica, all’interno dell’insegnamento della storia e della geografia.
L’insegnamento dell’educazione civica fa quindi parte della cultura del nostro paese,
anche se si é affermata in termini democratici solamente dopo la seconda guerra
mondiale. Di seguito un breve excursus degli atti legislativi in materia di educazione
civica: il prcorso dell’educazione civica all’interno dei curricoli scolastici ufficiali. Dei
documenti verranno riassunti gli aspetti piú importanti.
1.3.2. Dal DPR n. 585 del 17 giugno 1958
Con questo documento, per la prima volta in Italia, viene introdotto ufficialmente nei
curricoli scolastici l’insegnamento dell’educazione civica.
9
L. CORRADINI – G. REFRIGERI (1999) (a cura di) Educazione civica e cultura costituzionale,
Bologna, il Mulino, pp. 141-142.