7
delineando in generale la teoria del VAN Esteso, secondo cui si aggiunge al
VAN del progetto il valore creato in termini di opportunità; si evidenzieranno i
limiti del modello tradizionale di valutazione basato solo sui flussi di cassa
generati dall’investimento cercando di porre un confronto con la teoria
sottostante le opzioni.
Quanto detto varrà anche per la valutazione del valore creato dall’impresa
in cui le opzioni reali saranno inserite nel calcolo del Valore Allargato.
L’approccio delle opzioni reali supererà le carenze proprie dei soli dati
contabili per valutare il valore d’azienda, dato come sappiamo dal valore del
capitale economico e fondamentale per la sopravvivenza della stessa.
Nel secondo capitolo l’attenzione verrà concentrata alle decisioni aziendali
in condizioni di incertezza, ai concetti di flessibilità e adattabilità manageriale,
punti cardine della teoria delle Opzioni Reali. In un contesto caratterizzato da
repentini cambiamenti il management deve essere in grado di gestirli e
anticiparne gli effetti, al fine di poter raggiungere gli obiettivi aziendali.
Verrà definito “l’Options Management” come processo organizzativo
proprio dell’azienda, per la creazione e gestione delle opzioni reali. Ne verranno
descritte le varie fasi e la funzione del management all’interno di esse.
L’incertezza, più volte citata lungo il nostro lavoro, verrà delineata nei suoi
punti fondamentali, mettendo in evidenza, attraverso il cono dell’incertezza,
come questa accresca il valore dell’investimento pur aumentandone il grado di
rischio.
La parte finale del capitolo sarà interamente dedicata ad evidenziare il ruolo
delle opzioni reali nella valutazione e gestione delle strategie. Le Opzioni
saranno comprese nelle opportunità che una strategia può generare in un
momento futuro; l’attenzione verrà posta su come pensare in termini di opzioni
reali possa aiutare il management a tradurre la strategia in investimenti che
possano far crescere il valore dell’azienda.
Verrà presentato come la teoria delle opzioni può essere adottata dal
management delle aziende come processo strategico decisionale, articolato in
quattro fasi fondamentali: framing, structuring, implementation e valutation.
8
Nel capitolo tre, quanto discusso nei capitoli precedenti, verrà applicato a
un caso pratico di valutazione di un progetto di ricerca e sviluppo di un nuovo
farmaco, brevettato da Abiogen Pharma S.p.a. per la cura dell’osteoporosi e delle
patologie legate ad essa.
Dopo una breve descrizione dell’azienda nelle sue caratteristiche principali,
l’analisi verterà sulla descrizione del progetto, sull’esame dell’area terapeutica in
cui viene inserito il farmaco, e sulla definizione delle parti interessanti il nostro
processo di valutazione. Quest’ultimo si baserà su analisi decisionale di tipo
binomiale in cui verranno individuate le varie opzioni presenti nel progetto e
analizzate come queste ne accrescano o diminuiscano il valore.
L’approccio delle Opzioni Reali non rappresenta solo un metodo di
valutazione di progetti di investimento, è un nuovo modo di ragionare che porta
il decisore a indagare non solo sulle opzioni presenti nel progetto in esame ma
anche sulla valenza strategica che può avere l’investimento all’interno dell’area
d’affari in cui è inserito.
9
Capitolo 1
Le Opzioni Reali
1.1 Il concetto di opzione strategica
Un’opzione reale
1
, definita alcune volte anche strategica perché associata a
decisioni di carattere strategico, consiste “ nella possibilità, ma non
nell’obbligo, di decidere in un momento successivo, più o meno lontano,
sull’orientamento da assumere e sull’allocazione di risorse, per avvantaggiarsi di
opportunità che potenzialmente si rendono disponibili solo in quanto si siano
effettuati certi investimenti. Il possesso di opzioni reali contribuisce ad
aumentare il valore di un’impresa perché consentono ad essa , a un costo
generalmente non elevato e comunque predefinito, di decidere in futuro lo
sfruttamento di queste opportunità, senza l’obbligo di assumersi subito i rischi
connessi.”
2
Il diritto di compiere una certa azione denota subito come le opzioni
conferiscono una certa flessibilità piuttosto che dei vincoli.
Le aziende che entrano in nuovi mercati investono in idee e proposte
cercando di poter approfittare in futuro dello sviluppo di queste che le
renderanno ancora più competitive e nella migliore delle ipotesi, aziende di
successo
3
; le opzioni sono però all’inizio nascoste e non è possibile valutare con
esattezza la loro probabilità di accadimento e il loro valore.
1
Si definisce “Reale” perché riferita ad attività reali dell’azienda.
2
Cfr. S. Myers
3
Il successo presuppone il consolidamento di un sistema articolato di idee vincenti e la loro realizzazione
in strategie impostate e realizzate in maniera vincente.
Il successo deve essere considerato come un fenomeno di crescita economica “a valere nel tempo” e
quindi “non transuente”, in grado di rafforzare durevolmente le basi economiche dell’impresa.
10
Il concetto di opzione reale si inserisce in un contesto di impresa ben
particolare, nell’ambito di scelte strategiche caratterizzate da un elevato grado di
incertezza e rischio; da tempi di maturazione molto lunghi; da tempi di
realizzazione dell’investimento molto lunghi con benefici futuri potenzialmente
elevati. Una prima azione strategica può dar vita a successive azioni il cui
successo dipenderà dal mercato e dall’ambiente di riferimento.
Per vedere quanto valore crea una strategia dobbiamo capire quali sono le
opzioni che essa crea, quali le opportunità future da cogliere e quanto valgono
4
.
1.2 L’approccio delle opzioni reali nel tempo
Fin dall’inizio la teoria delle Opzioni Reali viene concepita come modello
per la valutazione di investimenti e di strategie caratterizzate da forte complessità
e incertezza, tutto in un’ottica dinamica.
I primi contributi alla teoria delle opzioni reali ci vengono dati all’inizio
degli anni 80’ con l’articolo “ Finance Theory e Financial Strategy di Stewart
C. Myers (1984).
L’autore espone tre principali ragioni per le quali la strategia si affaccia
poco al mondo della finanza e come in realtà vi siano molte cose in comune tra le
due; Myers afferma: “ much of the literature of strategic planning seems
extremely naive from a financial point of view”; fermo sostenitore che il gap tra
strategia e finanza debba essere colmato.
E’ un fenomeno interfunzionale ad azione progressiva e con capacità di crescita direttamente
proporzionale al grado di sistematicità della combinazione produttiva. U. Bertini: Scritti di politica
aziendale, pag . 95, Giappichelli 1995.
4
“ Le opzioni possono essere viste anche come potenzialità sinergiche in un’ottica di risanamento
dell’azienda. “ […] l’investimento nel risanamento si traduce in un investimento anche in opzioni reali di
sviluppo. L’opzione consiste nella possibilità che nelle risorse patrimonio dell’azienda in crisi e/o nel
percorso che riporta alle condizioni di economicità della combinazione produttiva si palesino nuovi
sentieri in grado di generare altrettanto nove opportunità di crescita. […] si tratta, in ogni caso, di sfruttare
le interrelazioni positive che avvincono tra loro i modelli competitivi attuali e quelli futuri.
L’opzione,quindi, richiama il più vasto concetto di sinergia e ne rappresenta, di fatto, una possibile
modalità.” Garzella S. “ Il sistema d’azienda e la valorizzazione delle “potenzialità inespresse” . Una
visione strategica per il risanamento.” Cap. 2
11
Lo stesso afferma in un altro articolo che le opportunità di sviluppo di un
investimento possono essere viste come opzioni su attività reali il cui prezzo di
esercizio corrisponde all’investimento iniziale.
5
In realtà i primi che iniziarono a parlare di opzione reale furono Fisher
Black e Myron Scholes con il loro modello di pricing pubblicato nel 1973,
seguito da un’opera di Robert Merton.
6
Gli anni 80 furono caratterizzati da chiari esempi di applicazione del
modello delle opzioni reali nei vari settori, soprattutto energetico e farmaceutico.
7
Successivamente nel 1987 Trigeorgis e Mason hanno approfondito il tema
della flessibilità manageriale, su cui focalizzeranno la loro attenzione più tardi.
Forte è la propensione di Trigeorgis all’analisi quantitativa applicata alle singole
tipologie di opzioni e a specifici problemi di capital budgeting.
Nel 1995 Dixit e Pindyck hanno sottolineato come il metodo delle opzioni
reali può aiutare l’azienda in una più attenta valutazione degli investimenti
rispetto al tradizionale criterio del VAN, e come ciò sia stato in parte recepito
dalle aziende
8
.
Nel 1999 iniziarono le prime applicazioni pratiche del Modello in grandi
società di consulenza e importanti banche d’affari decisero di investire nella
realizzazione interna di team di lavoro che si sarebbero occupati della
valutazione dei progetti ( es: Ernest&Young, PricewaterhouseCoopers, Andersen
Consulting).
Nell’ambito italiano tutto ciò viene recepito con un certo ritardo forse
dovuto a mercati finanziari non molto sviluppati e a una scarsa propensione ad
utilizzare le tecniche quantitative nella gestione d’impresa.
Fra gli autori che hanno prestato maggiore interesse ricordiamo: Caprio,
Buttignon, Donna, Maggioni e Mustilli. E’ da sottolineare il grande contributo
5
Myers S, “ Determinants of Corporate Borrowing” in Journal of Financial Economics” n.2 1977
6
Scholes e Merton ebbero il premio nobel per l’economia nel 1997, Black era morto nel 1995.
Vedi par. 1.7
7
Il lavoro di Mason e Marton “Valuing Real Investment opportunities: an approach to strategic capital
budgeting” (1985), è un chiaro esempio di applicazione del modello a un caso di project financing nel
settore energetico.
8
Dixit A.K., Pindick R.S., “ The options Approach to Capital investiments” in Harward Business Review,
n.3 1995
12
che ha fornito Buttignon, presentando una completa visione delle varie tipologie
di opzioni reali, dei possibili legami fra le stesse e la valutazione economica delle
diverse strategie.
Oggi l’approccio delle opzioni reali viene adoperato per valutare le strategie
di aziende operanti in settori altamente instabili, dove il valore dell’impresa è
segnato dalla grande capacità che ha il proprio management di gestire il
cambiamento. Ci si sta avviando verso l’idea che la teoria delle opzioni reali non
è solo un metodo di valutazione ma un vero e proprio modello organizzativo su
cui basare i propri processi decisionali.
1.3 Tipologie di Opzioni Reali
E’ possibile distinguere tre categorie di Opzioni Reali:
- opzioni semplici e opzioni multiple;
- opzioni primarie e opzioni secondarie;
- opzioni esclusive e opzioni comuni.
All’interno delle opzioni semplici è possibile individuare altre tipologie di
opzioni
9
:
- opzioni di sviluppo;
- opzioni di differimento;
- opzioni di flessibilità;
- opzioni di ridimensionamento;
- opzioni di abbandono.
Le opzioni semplici sono opzioni elementari collegate a opportunità
specifiche; le opzioni multiple invece si hanno quando un’iniziativa da vita a più
opzioni semplici, di solito collegate fra loro, riscontrabili soprattutto nell’ambito
della formulazione della strategia d’impresa.
Opzioni primarie e secondarie sono strettamente collegate; l’opzione
secondaria si sviluppa conseguentemente all’attivazione dell’opzione primaria.
9
Vedi Amministrazione&finanza ORO n.6/2002.
13
Opzioni esclusive e comuni derivano dall’esclusività o no di esercitare
un’opzione. Tale esclusività dipende da elementi che i concorrenti non sono in
grado di sfruttare, da capacità distintive dell’azienda che la rendono “diversa” da
tutte le altre, inimitabile. Esempi di opzioni esclusive sono: il possesso di un
brevetto, di una tecnologia non ancora attivata da altri, l’opportunità di entrare in
un nuovo mercato non ancora esplorato da altri, la creazione di un marchio, un
know how specializzato.
Se invece l’opportunità è condivisa da più aziende allora l’opzione è
comune.
10
Le opzioni di sviluppo sono anche dette opzioni di crescita e sono connesse
a iniziative che offrono all’azienda l’opportunità di sfruttare in futuro occasioni
di crescita sia all’interno del proprio mercato sia sviluppando nuovi prodotti in
nuovi mercati. All’inizio tali opportunità risulteranno indeterminate, quasi
inesistenti, ma successivamente permetteranno all’azienda di ottenere una
posizione di vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. Si pensi ad esempio
ad un nuovo prodotto farmaceutico lanciato inizialmente per il trattamento di una
specifica terapia e poi grazie agli ottimi risultati riscontrati potrebbe rivelarsi
utile anche per altre terapie.
Le opzioni di differimento si riferiscono al momento in cui avviare
l’iniziativa, dando la possibilità di utilizzare in futuro risorse già attivate e
permettendo di rimandare la realizzazione di un’azione o progetto, senza perdere
le caratteristiche proprie di tale occasione e se è possibile avere più informazioni
riguardanti il progetto in questione per poter agire con più certezza ( es: brevetti,
licenze). Tali opportunità hanno un valore se ci si aspetta che all’interno del
periodo in questione possa accadere qualcosa che faccia aumentare il valore
attuale netto del progetto. Quindi il valore dell’opzione di differimento dipende
dal fatto che la decisione è strettamente collegata all’andamento di variabili
incerte.
10
A. Micalizzi “ Opzioni Reali. Logiche e casi di valutazione degli investimenti in condizioni di
incertezza “ p.191
14
Le opzioni di flessibilità permettono di utilizzare alternativamente risorse
già impiegate per altri progetti, di ricollocarle, per far fronte ai cambiamenti
dell’ambiente esterno.
Le opzioni di ridimensionamento si riferiscono alla possibilità di ridurre in
futuro l’impiego di risorse già stabilito nel piano strategico per rispondere a
evoluzioni imprevedibili del mercato.
Le opzioni di abbandono fanno riferimento alla possibilità di eliminare il
futuro impiego di risorse, dimettendole a costi limitati e pronte ad essere
acquistate da altri sul mercato; il management coglierà gli elementi di flessibilità
insiti nel progetto stesso. Al momento della valutazione preliminare
dell’iniziativa verrà stimato il valore rappresentato dall’opportunità che
permetterà all’azienda di recuperare parte degli sforzi sostenuti qualora il
progetto non andasse a buon fine.
Esiste anche l’opzione di sospensione temporanea dell’iniziativa, che si
pone a metà tra quella di differimento e quella di abbandono. Essa vi è quando è
tecnicamente possibile, nonché conveniente dal punto di vista economico,
interrompere la produzione di un prodotto o il lancio dello stesso per un
determinato periodo di tempo, finché le condizioni del mercato non ritornino
favorevoli.
Possiamo parlare poi anche di opzioni di apprendimento e opzioni
combinate.
L’opzione di apprendimento si ha quando permette di prendere decisioni,
riguardo al suo importo o alla sua tipologia, durante il suo svolgimento. Ad
esempio nel caso di lancio di un nuovo prodotto in un nuovo segmento di
mercato, la ricerca di mercato che l’azienda fa inizialmente rappresenta il costo
dell’opzione di apprendimento, che andrà poi ad incidere sul costo totale
dell’investimento finale.
Le opzioni combinate sono caratterizzate dal fatto di essere un insieme di
opzioni in sequenza logica o cronologica, caratterizzanti un intero progetto.
15
1.4 Differenza tra opzioni reali e opzioni finanziarie
Le opzioni reali oltre al fatto che si differiscono dalle opzioni finanziarie
proprio per l’oggetto di riferimento in quanto si riferiscono ad attività reali e non
a strumenti finanziari, presentano numerose differenze.
L’opzione finanziaria è un contratto che conferisce all’acquirente il diritto e
non l’obbligo di acquistare (call option) o vendere (put option) un certo titolo
finanziario entro o a una certa data futura e a un determinato prezzo (striking
price o prezzo d’esercizio). A fronte di ciò l’acquirente paga al venditore un
premio (option price) alla stipula del contratto
11
.
Secondo il momento di esercizio del diritto di opzione è possibile
distinguere tra opzione europea e opzione americana. L’opzione europea può
essere esercitata solo alla data di scadenza, mentre l’opzione americana può
essere esercitata in qualsiasi momento.
12
Un'altra distinzione può essere fatta tra opzione call (opzione di acquisto) e
opzione put (opzione di vendita). L’opzione call dà all’acquirente la possibilità di
acquistare, alla scadenza del contratto o prima, una certa quantità di un
particolare strumento finanziario al prezzo stabilito; l’opzione put invece dà la
possibilità di vendere una certa quantità di strumenti finanziari alla scadenza del
contratto o prima ad un determinato prezzo.
Le opzioni finanziarie si basano di solito su contratti a breve termine e sono
vendibili sul mercato, mentre le opzioni reali hanno una durata molto lunga e non
è possibile scambiarle su un mercato.
Proprio per l’oggetto di riferimento, l’attività, non è possibile misurala
quantitativamente in maniera esatta, conferendo loro un valore di mercato; la
valutazione dell’opzione finanziaria è per lo più soggettiva, mentre i modelli di
valutazione delle opzioni reali fanno riferimento ai dati storici e al rischio di
volatilità dello strumento finanziario sottostante.
11
Donna G. “La sfida del valore” pag. 208
12
Vedi nota 11.