2
L'ambiguità della terminologia delle fonti, inoltre, che dura per tutto il
Medioevo, non aiuta le ricerche volte a chiarire la funzione svolta da una
fortificazione in epoca tardo antica o medievale.
A partire dalla tarda antichità, infatti, cominciano a comparire termini come
castrum / castellum, che, come ha giustamente sottolineato Gelichi,
"derivano direttamente dalla terminologia di carattere militare applicata alle
strutture fortificate del limes e, solo col tempo, e con le mutate condizioni
politico - militari, andarono ad identificare anche strutture civili fortificate"
4
.
Tuttavia questi termini possono dar luogo, fin dall'origine, ad incertezze
interpretative, dal momento che "potevano indicare tanto una fortificazione di
valore esclusivamente militare, così come un centro - da intendere fortificato
- sede di una popolazione civile, il quale si distingue da una città solo per le
sue proporzioni minori"
5
.
Nell'ultimo ventennio, però, studi come quelli di Brogiolo
6
, hanno permesso
di definire maggiori inquadramenti cronologici delle fortificazioni dell'Italia
settentrionale. Si è verificata, infatti, un'accentuazione nello studio di queste
ultime, studio che ha avuto come obiettivo quello di recuperare il tema del
castello tardo - antico / altomedievale, che la scarsità di documentazione
4
GELICHI, 1997, p. 130.
5
SETTIA, 1984, pp. 41 - 42.
6
Cito soltanto una delle sue opere: BROGIOLO - GELICHI, 1996, Nuove ricerche sui castelli
altomedievali in Italia settentrionale.
3
aveva reso sempre più asfittico, e che si è articolato raccogliendo una serie
di contributi di carattere archeologico
7
.
In ogni caso nessuno studio, precedentemente, ha avuto come fine
l'inquadramento cronologico della fondazione e delle possibili fasi successive
della fortificazione di Lesa, all'interno del contesto di cui fa parte, mentre, nel
presente lavoro, verranno utilizzate le informazioni contenute nelle opere
degli storici e degli eruditi
8
locali, che si sono occupati di Lesa e su studi,
che si segnalano per il loro rigore scientifico
9
, ma che, sebbene molto utili
per una panoramica generale dell'area verbanese, dedicano molto poco
spazio alla suddetta località.
Da un punto di vista metodologico, dunque, la presente ricerca si articolerà,
innanzi tutto, sull'esame diretto dei resti del castello, sebbene la struttura
versi in un grave stato di abbandono e degrado, che renderà difficile
l'interpretazione delle tipologie murarie.
I dati raccolti con la visione sul terreno, verranno integrati dalle fonti scritte e
dai dati offerti dalla toponomastica.
Per ricostruire la funzione della fortificazione nella struttura del territorio, si
sposterà, infine, l'attenzione dal castello alle vicende storiche che hanno
riguardato il bacino verbanese dall'età tardo antica al XIV secolo, cercando di
individuare l'importanza del sito nel sistema delle vie di comunicazione
7
BROGIOLO - GELICHI, 1996, p. 9. Tra i castra privilegiati da scavi di ricerca ci sono stati: il
castello di Brianza, i castelli bizantini ai confini dell'Esarcato (Ferrara, Argenta e Comacchio),
Castellarano, Monselice.
8
L'erudito che ha scritto l'opera più completa sull'area del lago Maggiore, considerando
l'epoca in cui visse, è stato sicuramente DE VIT, 1863, Opere edite ed inedite. Il lago
Maggiore, Prato.
4
romane e medievali e alle caratteristiche dell'insediamento di Lesa e della
sua frazione Villa Lesa.
9
Ad esempio il testo di BEDINA, 1997, Signori e territori nel regno italico (secoli VIII - IX),
Milano e quello di FRIGERIO - PISONI, 1979, Tracce di sistemi difensivi verbanesi.
CAPITOLO PRIMO
"Il castello di Lesa come si presenta oggi"
1. 1 "Descrizione della struttura"
Il castello che costituisce l'oggetto di studio del presente lavoro è situato a
Villa Lesa, che è una frazione di Lesa (No).
Il toponimo del sito, quale appare sul Catasto Rabbini redatto nel 1863, è
"Castelli",
1
mentre gli abitanti del luogo chiamano normalmente la struttura
"Castellaccio" oppure, soprattutto nel secolo scorso, "Castello delle
monache", secondo De Vit
2
perché lo si identificò con una delle proprietà del
monastero pavese di S. Salvatore, mentre, in realtà, il motivo dovette essere
un altro
3
.
Il castello si trova a circa 1 Km dall'abitato di Lesa e si raggiunge svoltando
dal bivio del Sempione per via Castello fino alla riva del lago Maggiore. Un
tempo doveva trovarsi molto più prossimo al punto in cui il torrente Erno
sfociava nel Lago, ma il corso tumultuoso di quest'ultimo ha rimodellato più
volte la corografia locale, spostando la sua foce di qualche centinaio di metri
più a nord.
1
Archivio di Stato, Sezioni Riunite, TO. Mappa Rabbini,1863, cartella 53, sezione dell'abitato
del comune di Lesa. Il numero catastale ottocentesco che si riferisce al castello è 1422.
2
DE VIT, 1873, p. 332.
3
Cfr. a questo proposito il capitolo secondo.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
6
Tramite l'analisi dei catasti settecenteschi, ottocenteschi e di quello attuale
ho potuto ricostruirne i più recenti passaggi di proprietà:
- nel 1722 apparteneva alla Mensa Episcopale di Milano
4
;
- nel 1863 è segnalato tra le proprietà del Senatore F. Conelli
5
;
- attualmente continua ad essere proprietà privata e appartiene
all'architetto Faraone.
Oggi si trova allo stato di ruderi abbandonati, ma nel Settecento e
nell'Ottocento fu utilizzato come area coltivabile, com'è deducibile dalla
descrizione nei due catasti citati.
6
Lo stato di conservazione della struttura è pessimo: i ruderi sono quasi
completamente avvolti da un enorme groviglio di rovi e rampicanti, che
lasciano intravedere parte della muratura soltanto durante la stagione
invernale e che, in ogni caso, sono l'unico mezzo che impedisce il crollo delle
mura.
La stessa pianta è, in alcune parti, soltanto intuibile: si tratta di un castello
recinto, quasi perfettamente quadrato (circa 50 m X 50 m), chiuso da una
muratura di ciottoli di pietra rinforzati internamente ad intervalli regolari da
pilastri che, probabilmente, in origine, sorreggevano una serie di archi sui
4
Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite. Catasto del 1722, cartella 221, sezione
dell'abitato del Comune di Lesa. Il numero catastale settecentesco è 706.
5
Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite. Mappa Rabbini, 1863, cartella 53, sezione
dell'abitato del Comune di Lesa.
6
Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite. Catasto del 1722, cartella 221, sezione
dell'abitato del Comune di Lesa.
Nel catasto del 1722 il sito venne descritto con queste parole: "Resti Castel Dirocato - Vigna
zappata e sassosa con misurazioni". Nel Catasto Rabbini, invece, si trova questa
definizione: "Vigna prativa con alberi fruttiferi". Quest'uso del resto non stupisce dal
momento che si trattava, internamente di un'area piuttosto ampia e libera e che l'intera zona,
ora residenziale, era un tempo coltivata soprattutto con alberi da frutta.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
7
quali correva, a ridosso della merlatura, il cammino di ronda
7
. Queste arcate
cieche, delle quali si intuiscono due attacchi in una fotografia scattata dal
Nigra
8
, si potevano ancora intravedere, in alcuni punti, nel 1975
9
, ma oggi
non sono più visibili, sia a causa della vegetazione, sia anche perché le
mura, in alcuni punti, sono diroccate.
Per quanto riguarda un'analisi generale dei quattro lati della fortificazione è
possibile fare le seguenti considerazioni:
- il lato ovest è delimitato da un vasto prato ed è il meno visibile a causa
dell'edera che lo ricopre anche durante il periodo invernale;
- il lato sud è delimitato anch'esso dal prato, ha parte della muratura in
vista ed è possibile constatare la presenza di alcune aperture tamponate,
un allineamento di fori quadrati ed un muro interno merlato, che
apparteneva ad un fabbricato di cui parlerò più avanti;
- il lato nord confina con la strada che porta alla spiaggia sul lago ed è il
meglio leggibile;
- il lato est, infine, è delimitato dalla spiaggia lambita dalle acque del lago
Maggiore e da questo punto si spazia fin verso la Rocca d'Angera e oltre
il lido di Monvalle, in una posizione di dominio ottico.
All'incirca a metà di questo ultimo lato della muratura si apre il portone a tutto
sesto, che ora si trova poco più in alto della spiaggia su un rialzamento del
terreno prodotto dalle alluvioni del torrente Erno, mentre un tempo doveva
7
NIGRA, 1937, pp. 57 - 58.
8
NIGRA, 1937, fig. 43.
9
Le arcate vennero descritte e ridisegnate, sulla traccia del Nigra, nel volume di CONTI,
1975, p. 161.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
8
essere ben protetto dalle acque che consentivano di raggiungere il castello
soltanto in barca o a nuoto. Il portone è ancora ben conservato, con i cardini
in ferro delle imposte ed i fori per la stanga.
L'altezza di questo portone, misurandola da terra fino al centro dell'arco a
tutto sesto, è di circa 247 cm; la larghezza massima è di circa 190 cm e,
infine, lo spessore del muro è di 60 cm. Gli stipiti sono costituiti da grosse
pietre da taglio, mentre l'archivolto è formato da pietre piatte e ciottoli, legati
da malta bianca. Nello stipite di sinistra per chi entra nel castello, al di sopra
della grossa pietra da taglio, sono visibili due laterizi.
Nell'angolo di nord - ovest, di spigolo, è impostata una torre quadrata, oggi
sbrecciata e della quale restano soltanto parte del lato a sud e parte di quello
a ovest. Nella parte superiore di quest'ultimo è ancora visibile la porta a tutto
sesto attraverso cui, probabilmente, si accedeva al cammino di ronda, di cui
parla Nigra
10
.
La torre è alta all'incirca 8 - 9 m, ma è impossibile misurarla con precisione, a
meno che non venga ripulita l'intera struttura, dal momento che non ci si può
accostare alle mura del lato ovest e di parte di quello nord a causa della
vegetazione alta e folta.
Nell'angolo di sud - est del castello, invece, all'interno del recinto, sorgeva un
grande fabbricato di cui si vede ancora un tratto di muro merlato, e
precisamente quello a ovest, e gli attacchi degli altri ora caduti.
10
NIGRA, 1937, p. 58.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
9
Di questo fabbricato resta anche la parte alta impostata sulla cinta di levante
nella quale sono aperte una porta ed una finestra architravate.
Nulla resta all'interno del recinto che, se nel 1937 era ancora coltivato a
vite
11
, ora è completamente abbandonato e, come l'esterno, completamente
invaso dalla vegetazione.
Lungo il lato est è stata costruita un'ala in pietre legate con malta della quale,
per ora, non è precisabile la datazione, ma che è sicuramente più recente
rispetto al resto della struttura che costituisce il castello.
Probabilmente la sua funzione era di rinforzo per il muro che in origine dava
sul lago e che, in seguito, si venne a trovare sul rialzamento prodotto dai
depositi alluvionali, ma dati più precisi a questo proposito verranno
dall'analisi tipologica della muratura del seguente paragrafo.
Lungo il muro nord di quest'ala c'è un cancello in ferro a doppi battenti,
mentre lungo il muro che costeggia il lago si apre una porta in ferro battuto,
attraverso la quale, salendo quasi in linea retta sul poggio su cui si innalza il
castello, si raggiunge il portone a tutto sesto.
11
NIGRA, 1937, p. 58.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
10
1. 2 "Tipologie murarie e pianta del castello"
Lo studio delle tipologie murarie del castello di Lesa ha il duplice scopo di
verificare se l'edificio è stato interessato da una o più fasi costruttive, se ha,
quindi, subito restauri o trasformazioni nel corso del tempo, e di registrare
tutte le caratteristiche morfologiche e tecniche che sono leggibili sulle
murature visibili, per poterle confrontare con altre simili o sincroniche.
Il presente lavoro ha però soltanto un carattere programmatico: è di per sé
suscettibile di essere integrato ed ampliato con ulteriori campagne di
indagine, dal momento che, date le attuali condizioni della struttura, non è
stato possibile disegnare una pianta aggiornata dell'edificio e verrà riutilizzata
quella disegnata da Nigra
12
e ripresa anche da Conti
13
, che, per quanto ho
potuto verificare sul terreno, risulta tuttora attendibile nelle sue linee generali.
Inoltre la stessa situazione di crollo parziale dei muri, avvolti per di più da
rampicanti, ha reso impossibile la realizzazione di un rilievo, in scala 1 : 20,
dell'intero edificio. La limitata superficie delle strutture visibili arriva infatti,
spesso, a dimensioni tali che diventerebbe forzoso riconoscere un qualsiasi
tipo di tessitura. E' stato quindi realizzato il rilievo soltanto di alcuni campioni
di muratura per ogni lato della struttura, mentre altre parti sono state prese in
considerazione perché presentavano delle aperture, porte, finestre o buche,
12
NIGRA, 1937, fig. 42.
13
CONTI, 1975, p. 161.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
11
o perché era evidente la presenza di diverse fasi costruttive che potevano
condurre ad una datazione relativa
14
.
Le analisi delle murature possono offrire generalmente risposte riguardo
all'utilità ed alla possibilità di effettuare interventi di scavo in sito
15
, ma è
impossibile utilizzare da sola la tipologia delle tecniche murarie come
elemento di datazione assoluta delle costruzioni medievali
16
.
In ogni caso "è necessario tenere conto, per ogni edificio preso in
considerazione, dell'ambiente socio - economico che produsse ogni tipo di
muratura, in quanto esso determinò scelte specifiche, delle capacità
esecutive dei costruttori e dei caratteri tecnici dei materiali scelti"
17
.
Sono state individuate 5 tipologie murarie, ma tra le parti di struttura visibili
non c'è traccia della disposizione a spina pesce rilevata in qualche punto da
Nigra, che parla di "evidente ispirazione romana ad attestare l'antichità della
struttura"
18
.
ξ TIPO 1
Muratura composta prevalentemente da ciottoli tondeggianti di varia
dimensione, quelli più piccoli sono disposti come zeppe; da pietre di forma
irregolare di grosse e medie dimensioni (la dimensione delle pietre più grandi
14
Come bibliografia di base per il procedimento di analisi delle tipologie murarie sono stati
utilizzati i testi di MANNONI, 1974, pp. 291 - 300; PARENTI, 1985, pp. 387 - 401; DI GANGI
- MOSCA, 1991, pp. 70 - 138.
15
DI GANGI - MOSCA, 1991, p. 76.
16
MANNONI, 1974, p. 297.
17
MANNONI, 1974, p. 297.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
12
è di circa 50 X 40 cm); legata da scarsissima malta bianca e grigia, non
sempre visibile, che in alcune parti aumenta e sembra essere stata stesa
sulla superficie della muratura in un secondo momento. Nei punti in cui è
presente questa probabile seconda stesura, la malta è bianca e friabile.
Le pietre e i ciottoli seguono in generale una disposizione irregolare, ma
nell'angolo di congiunzione tra il muro nord e quello est le pietre sono grandi,
lavorate a spacco, e disposte in modo regolare, alternativamente, una
verticale e due orizzontali, segno questo che i costruttori erano dotati di
buone capacità esecutive quando le esigenze strutturali lo richiedevano.
Presenza in un unico punto di due laterizi.
ξ TIPO 2
Muratura di tipo misto, composta da ciottoli tondeggianti di medie e piccole
dimensioni; da pietre, di medie dimensioni quasi affondate dentro ad
abbondante malta bianca. La disposizione di pietre e ciottoli è del tutto
irregolare.
ξ TIPO 3
Muratura composta da pietre e ciottoli di dimensioni varie, ma omogenei tra
loro secondo i singoli tratti in cui sono stati utilizzati. Le pietre e i ciottoli sono
legati da malta e disposti su corsi orizzontali regolari.
18
NIGRA, 1937, p. 57.
Il castello di Lesa come si presenta oggi
13
ξ TIPO 4
Tamponatura eseguita con laterizi di 8,5 cm di altezza, disposti a croce (un
filare per lungo e l'altro per testa), e con pietre lavorate a spacco e altre
disposte verticalmente come zeppe; legata da abbondante malta bianca. Le
dimensioni della tamponatura sono di circa 160 X 133 cm.
ξ TIPO 5
Muratura di tipo misto, composta da pietre di medie e grandi dimensioni,
alcune lavorate a spacco; da ciottoli, anche di piccole dimensioni disposti
come zeppe; da laterizi, anche se in quantità molto inferiore. Caratteristica
più evidente di questo tipo di muratura è l'abbondanza di malta grigia, dura,
composta da inclusi di grosse dimensioni, stilata quasi ovunque sopra le
pietre e i ciottoli e lisciata in modo da rendere la superficie piuttosto uniforme.
Pietre e ciottoli sono disposti in modo molto irregolare e, soltanto in alcuni
punti, si nota una certa tendenza a creare dei corsi orizzontali.
Il tipo 1 di muratura è visibile:
- sul lato est, interno, alla sinistra della porta di accesso al castello.
Purtroppo, a causa della vegetazione, di questo tratto di muro sono visibili
soltanto circa 5 m in lunghezza e 3,5 m in altezza e non è quindi possibile
stabilire con esattezza se la parte eseguita con questo tipo di muratura
prosegue oltre;